Conversazione con i sahaja yogi su attualità e politica internazionale Canberra (Australia)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I Conversazione con i sahaja yogi su attualità e politica internazionale Ashram di Canberra (Australia), 12 Febbraio 1992 Quanti sono venuti all’incontro successivo al mio ultimo programma? Cinquanta persone. E dopo, quante ne sono rimaste? Yogi: Soltanto tre o quattro. È proprio tipico. Non so, manca qualcosa. Non so cosa manchi. Ad esempio, in Russia non so perché la gente si stabilizzi tanto rapidamente. Loro non hanno mai sentito parlare di Dio. Penso che noi abbiamo troppi condizionamenti in merito a tutte queste cose, Dio, la religione e via dicendo, che ci hanno sviato. Così ci troviamo in mezzo, tra alcuni che credono ciecamente in Dio e seguono qualcosa di sbagliato, religioni deviate, ed altri che sono completamente contrari, sono atei, intellettuali. Così, noi siamo smarriti in mezzo a questi, vedete. Ed è per questo che qui ci vuole tempo. E inoltre non c’è molta introspezione. Mentre devo dire che i russi sono molto introspettivi e molto umili, molto umili. Anche i media sono molto umili. I giornalisti venuti ad incontrarmi, persino della Pravda, che è un giornale integralista, direi, sono stati bravissimi. Solo che hanno detto una cosa maliziosa: “Sarà meglio che Gorbaciov[1] venga ad incontrarla, Madre, perché penso che abbia bisogno del Suo aiuto”, o qualcosa del genere. Questo lo dissuase dal venire ad incontrarmi, sapete. Quando però furono dinanzi a me dissero di essere, di sentirsi molto Read More …