Programma Pubblico, Il Principio di Brahma

Caxton Hall, London (Inghilterra)

1978-09-11 The Principle of Brahma, Caxton Hall, London, 47' Download subtitles: EN,NL,ZH-HANS,ZH-HANT (4)View subtitles:
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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Il Principio di Brahma

Programma Pubblico

Caxton Hall, Londra (G.B.), 11 Settembre 1978





Oggi voglio parlarvi di qualcosa che forse non ho mai affrontato prima. Non ne ho parlato. Riguarda il principio di Brahma.

Che cos’è il principio di Brahma? Come fa ad esistere? Come è nato? Come si manifesta? E come fa ad essere, allo stesso tempo, distaccato e attaccato? La descrizione del principio di Brahma è diversa dal Brahma in sé, così come i principi che io seguo sono diversi da ciò che io sono.

È un argomento molto sottile e richiede una vera attenzione meditativa. Quindi, per favore, come vi togliete le scarpe, toglietevi dalla mente tutto il vostro senso critico. Vi siete tolti tutti le scarpe? Prego, (fatelo, ndt). E, per favore, ascoltate proprio con una attenzione un po’ più sottile, un po’ più sottile.

[Potete venire avanti? Potete venire tutti avanti, affinché chi arriverà dopo possa entrare? Venite avanti. Penso sia meglio venire avanti, perché qui non abbiamo il microfono. È meglio venire avanti.]

Così come i principi sui quali vi basate sono diversi da ciò che siete, allo stesso modo il principio di Brahma è diverso dal Brahma stesso, tuttavia è il Brahma ed è contenuto nel Brahma.

Ma il Brahma stesso è sostenuto da questo principio. Per dimensioni, si può dire che Brahma sia più ampio, più vasto e, si può dire, anche più profondo. Ma il principio è più sottile.

Questo principio esiste con Brahma dall’inizio dell’Universo, della creazione. Esisteva sin dall’inizio; ma essendo un eterno gioco che può essere di creazione, distruzione e sostentamento – in sanscrito si chiama sthiti, si può definire uno “stato di prestazione” – in tutti questi tre stadi (creazione, distruzione e sostentamento), il principio di Brahma muta la sua forma a seconda del contenitore che ha.

Qui, ad esempio, la luce appare… la sua forma appare uguale alla forma della lampadina che la copre: questa apparenza è la maya, l’illusione. Qualcosa che sembra qualcosa che non è: questo fenomeno è la maya, l’illusione.

Dunque il principio agisce, fa pulsare il Brahma, e nel Brahma esistono tutti i poteri che successivamente manifestano la creazione.

Quindi il principio, che è il Potere Divino, la sua aura o ciò che esso sostiene, è il Brahma completo, e questo Brahma possiede tre poteri che sono uno il potere di esistenza, il secondo di creazione e il terzo di sostentamento.

Il principio è l’energia pulsante di Brahma ed esso viene rappresentato come OM.

Quando diciamo OM – che si usa anche nelle preghiere cristiane come amen: è lo stesso di OM, non c’è alcuna differenza – quando diciamo OM, in realtà l’azione di questo principio avviene nella forma di OM, in questo modo; e se poteste vederlo, è iscritto qui, all’interno della nostra fronte, in questo modo.

Questo principio è, possiamo dire, l’embrione, questo principio è l’embrione del Potere Divino. Questo stesso principio, o potete chiamarlo il seme, si divide poi in tre canali ed entra nei poteri di creazione, sostentamento ed esistenza del Brahma Tattwa, e si manifesta.

Adesso non abbiamo niente per scrivere, per farvelo vedere, ma esso (questo principio) penetra: proprio come i fiumi scorrono e permeano il suolo nutrendolo, alla stessa maniera il principio di Brahma fluisce, permea, pulsa e nutre la zona che circonda Brahma.

Quando l’attenzione – chiamata Maha Chitta o, diciamo, l’attenzione di Dio – è su questo principio, Brahma non lo vede.

Seguite? Quando l’attenzione si sposta dal principio, non lo lascia; quando il fiume fluisce, non lascia la sua sorgente. Quando esso (il principio) penetra in Brahma, inizia a crearlo. Questo principio è distaccato, così come la luce, o l’elettricità all’interno di questa lampadina è distaccata. Ma la penetra attraversandola. Può attraversarla, può penetrare in questa stanza, però è distaccata.

Non direi possa esistere una similitudine appropriata per Brahma poiché esso è qualcosa di assoluto, e l’assoluto è incomparabile: lo si definisce Atula, incomparabile.

A questo punto ci si chiede: “Cos’è Dio?”. Nasce la domanda: “Dov’è Dio? Cos’è Dio? Che cosa ha a che vedere con Brahma e con il principio di Brahma?”.

Dio è il principio. Egli è l’attenzione, è la gioia ed è la verità. E il Brahma che lo circonda, è il Suo potere permeato, illuminato dalla Sua esistenza.

Lo stesso Brahma ha la capacità di trasformarsi nei poteri di creazione, sostentamento e, come li chiamate, di esistenza e distruzione.

Possiamo vedere il modo in cui un piccolissimo seme fa manifestare un albero: non ci chiediamo mai da dove scaturiscano i germogli, da dove scaturisca la radice, che cosa crei i fiori e cosa dia loro la fragranza, dato che i semi non hanno fragranza. Ma esiste sicuramente un meccanismo davvero microscopico all’interno del seme, posto lì. E il seme è la forma in cui non c’è alcun movimento, alcuna manifestazione, alcuna creazione. Allo stesso modo, Brahma può esistere in forma di seme.

Il potere di sostentamento dentro di noi, o il potere creativo dentro di noi, oppure quello che chiamate il potere distruttivo, o potere del lato sinistro che chiamiamo Astitva, è dunque il potere dell’esistenza. Tutti questi sono manifestati dal principio di Brahma, ma da soli non sono niente. Quindi, Sat Chit Ananda, la verità, la gioia e l’attenzione: la natura di Brahma che è tutto questo, è Dio.

Mentre cos’è la Shakti? Nasce questa domanda. La Shakti è il Brahma completo più il potere di Dio.

Come i cotiledoni[1] nel seme: i cotiledoni sostengono il germoglio nel seme. Attraverso i cotiledoni, il germoglio acquista tutti i poteri e crea bellissimi fiori e tutti gli splendidi frutti. Vengono create anche le radici. Il nutrimento viene dato dal cotiledone, esso sostiene.

Di questo, il principio che agisce, il potere generante, il potere germinante che è in esso, è quel potere che noi chiamiamo Shakti.

Però, in un seme, che è una cosa materiale, non ha consapevolezza di farlo. È una questione molto sottile, cercate di capire. Il seme, in sé, non è in grado di far germinare se stesso. Ha un certo altro potere all’interno, posto da Dio, che lo fa germogliare. Non può farlo da solo.

Questo potere è il Dio nel seme ed anche nella terra. Il potere germinante, quel potere che lo rende in grado di farlo è la Shakti, ma il seme non ne è consapevole. Quando giungete allo stadio umano, dovete conoscere questo potere e dovete diventarne consapevoli; e questo (processo) è la realizzazione del Sé.

L’energia che vi ha creati, l’energia che vi ha donato tutti questi tre poteri – Ida Nadi, Pingala Nadi, l’intera Kundalini ed ogni cosa – quella che è il desiderio di tutto questo… Per capire possiamo ricorrere ad una similitudine: il proprietario di una casa – spero funzioni, ma sapete quanto a volte siano confuse le menti umane – supponiamo che il proprietario di una abitazione entri nella casa e, con il suo denaro, realizzi tutto ciò che desidera fare per essa. Poi esce, non rimane lì. Quando la vedete, quando vedete una casa interamente costruita, vedete l’energia di tutti gli operai che hanno fatto il lavoro e di qualcuno che ha costruito ogni cosa; ma non sapete di chi sia il desiderio che essi hanno realizzato. Allo stesso modo, voi avete visto la creazione del vostro corpo, vedete anche questa mente che avete, potete vedere le vostre emozioni che ovviamente ci sono; potete anche vedere che siete esseri umani ed anche notare che siete molto diversi dagli animali.

E se avete un po’ di saggezza, capite anche che siete molto più saggi di qualsiasi cosa creata finora. E inoltre, se siete un po’ lungimiranti… [parla a lato in hindi]

Ma il potere di desiderare, il potere del desiderio o, diciamo, il potere di proiezione, oppure il potere di chi possiede tutto, il potere del proprietario – insomma, non so come consideriate il padrone del tutto – Egli (il padrone del Tutto) è Dio.

E poi, il Suo potere del desiderio – il potere di Mahakali è il Suo desiderio – manifesta qualsiasi altra cosa; Egli manifesta il Suo desiderio.

È il potere di Mahakali – che vedete qui sul lato sinistro, espresso negli esseri umani come Ida Nadi – a creare in seguito tutto il resto dell’universo ed ogni altra cosa. Ma all’inizio c’è solo il desiderio.

Colui che desidera, però, è Dio. In noi Egli risiede nel nostro cuore, lontano da tutta questa impurità, e semplicemente desidera. Noi non conosciamo Lui, ma Lui conosce noi. Sappiamo per certo una cosa, che Lui ci conosce. C’è qualcuno che sicuramente ci sta osservando, nella Gita è chiamato Kshetrajna, il Conoscitore del campo. Il conoscitore del campo è lì.

Quando anche voi diventate conoscitori del vostro campo, siete realizzati. È questa la realizzazione del Sé.

Quando certa gente parla in modo meschino della realizzazione del Sé, sono davvero scioccata. Il modo in cui costoro si sono appropriati di una materia così sacra e hanno cercato di utilizzarla per far soldi … pensate!

A quel livello… è veramente un po’ troppo! Insomma, solamente gli esseri umani possono fare una cosa del genere, posso assicurarvelo. Nessuno può agire così ad eccezione degli esseri umani. Persino i rakshasa sanno che questo è il Potere Divino e che in nessun caso se ne può abusare.

Questo principio dunque agisce. Si può affermare che nella materia agisca come l’energia elettromagnetica. Anzi, non agisce come l’energia elettromagnetica, bensì come ciò che produce l’energia elettromagnetica all’interno della materia. Riuscite a seguire? (Si rivolge a qualcuno) E tu?

Ad esempio, qui c’è l’elettricità. Ma colui che invia l’elettricità è la persona che è consapevole di farlo. Finché non raggiungete lo stadio della realizzazione del Sé, non ne siete consapevoli, non potete controllarlo, non potete farlo funzionare: agisce da solo. E questo è il motivo per cui i medici lo chiamano sistema nervoso autonomo, e gli psicologi inconscio.

Soltanto dopo la realizzazione tutto questo diventa vostro, nel senso che cambiate prospettiva. Finora avete guardato le cose da quella prospettiva (degli spettatori, del pubblico, ndt), ma adesso siete seduti con me (dalla Mia parte, ndt) e potete vedere l’intero quadro della situazione.

Il principio di Brahma, però, vive secondo le proprie modalità. Può esistere in una modalità tale da non avere assolutamente nessun dovere, non ha nessun dovere, esiste e basta. Non ha doveri. Il proprietario di una casa non è obbligato a farci qualcosa: è un suo sfizio, se vuole farlo lo fa, altrimenti vivrà da eremita. Non ha obblighi. Spero che riusciate a comprendere il significato di “proprietario”. Infatti, visto che le leggi degli esseri umani sono strane, anche se siete proprietari non potete comunque fare molte cose.

Se però riuscite ad immaginare un proprietario assoluto della sua casa, un proprietario assoluto… Sì, è verissimo: voi sorridete, ma a Oxted avevamo una casa di proprietà fondiaria assoluta ma non potevamo tagliare gli alberi, non potevamo piantarli, non potevamo toccare la siepe, non potevamo fare altre cose.

Lui invece è un proprietario assoluto, un proprietario assoluto. Cercate di capire la parola “assoluto”: laddove non esistono leggi ma vigono soltanto le Sue leggi. Vigono le Sue leggi e la legge di nessun altro può toccarlo.

Allora si potrebbe chiedere, sorge la domanda: “Madre, perché allora si dice che siamo liberi, che ci è stata data la libertà?”.

La libertà esiste soltanto per scegliere Lui, per il vostro miglioramento, non per migliorare Lui. Non migliorerete Sahaja Yoga entrando in Sahaja Yoga, siete tristemente in errore.

No, Sahaja Yoga non ha doveri verso di voi. È un capriccio, non ha problemi, è saldo nella sua stessa maestria, non si preoccupa che veniate o ve ne andiate.

È Nishprayojana, è senza prayojana, (senza) cause; infatti è privo di cause, non si preoccupa. Quindi, deve assumere una forma nella quale doversi preoccupare. Allora crea, come un padrone di casa, il quale non deve preoccuparsi di niente.

Egli è il padrone: chi lo criticherà, chi discuterà con lui, chi lo sfiderà e chi lo citerà in giudizio?

Egli è il padrone di tutto, il padrone assoluto.

“Dio” significa che è non solo onnipotente, ma anche che è il padrone di tutto ciò che ha creato. Egli è il padrone, se vuole lo farà, altrimenti non lo farà. Quello che ha creato è un Suo capriccio.

Quindi Egli non si preoccupa, ma, a volte, assume la forma di una persona che vuole fare qualcosa. Vuole preoccuparsi, solo per un Suo capriccio si assume delle preoccupazioni ed inizia a creare.

E crea. E crea questo universo e crea voi.

Crea perché vuole vedere con molti occhi ciò che ha fatto. Così crea i Suoi figli, li fa crescere e dona loro gli occhi affinché possano gioire di quello che Egli ha creato; dona loro il potere di vedere.

L’essenza di Brahma è il Ganga Tattwa, come in sanscrito viene chiamato il Principio di Ganga. Da questo dobbiamo comprendere che questo principio è il primo e che è un principio di innocenza, è un principio di santità, è un principio di castità in noi; questo è il principio mediante il quale preserviamo noi stessi, mediante il quale rispettiamo noi stessi.

Come vi ho detto, questo principio si è incarnato su questa terra; è stato creato come Ganesha ma si è incarnato come Gesù Cristo, che è un Brahma Tattwa. Egli è distaccato e per questo è potuto risorgere. Nessun’altra incarnazione è potuta risorgere; Egli non era nato, era un desiderio concettuale, per questo è risorto. Probabilmente nessuno di voi lo sa.

Ora, cosa c’è di difficile per Dio? Intendo che, per un indiano, è molto semplice capire che Ganesha fu creato da Parvati. Sì, fu Lei a crearlo, noi non possiamo mai dubitarne perché, in fin dei conti, si tratta di Dio, Egli è una personalità assoluta, può fare qualsiasi cosa gli piaccia. Ovviamente fa qualcosa che sia comprensibile per la vostra mente, ci prova.

Ma se ha fatto qualcosa che non vi è comprensibile, non dovrebbe essere scartato come un qualcosa di mitologico, di impensabile, di incredibile; perché, se dite così, siete forse persone più assolute (di Lui) tanto da giudicarlo?

Rendiamoci conto che noi non lo siamo. Non lo siamo; ma dobbiamo essere, Egli vuole che siate consapevoli di Lui; e quando in questa creazione Egli crea, crea Se stesso come un Unico Essere Primordiale.

Diventa questo, assume questa posizione di Essere primordiale. E poi seleziona le Sue cellule che devono rivestire un ruolo importante, che devono essere risvegliate. Ora, le cellule che sono consapevoli sono quelle del cervello. Avete mai pensato a come facciano, queste cellule del cervello, a sapere? In che modo, come mai (sanno) tutto?

Questo ragazzino, che è molto profondo, mi ha rivolto questa domanda, ma pochissimi chiedono: “Come mai esiste la gravità? Perché questa cosa diventa rossa e quell’altra diventa verde? Come è successo? Chi lo ha fatto?”.

Noi diamo tutto per scontato, qualsiasi cosa, questo è l’unico problema con gli esseri umani, che danno tutto per scontato. Se non dessimo tutto per scontato e se con tutta umiltà chiedessimo: “Oh Signore, sappiamo così poco di Te, ci piacerebbe conoscerti”, Egli vi solleverebbe e vi porrebbe nel Suo cervello, affinché diventiate consapevoli dei poteri del Suo cervello, del Suo cuore con il quale vi ama; dove Egli è l’oceano di compassione e voi diventate una goccia di quell’oceano. E anche voi, con le vostre onde, saltate su e giù e gioite di questa Sua compassione, proprio come una goccia, ma siete l’oceano. Questo spiega le parole di Kabir. Vedete, queste grandi personalità ne hanno parlato, ma per voi risulta assolutamente ambiguo. La razionalità umana non può spiegare tutte queste cose, pertanto la vostra razionalità deve evolvere in consapevolezza vibratoria. Come minimo dovete arrivare a quel livello per comprendere Dio; non potete capirlo a questo livello.

Perciò non venite qui con l’idea che darete qualcosa a Dio, no. Voi dovete prendere, non potete dare niente a Dio; ma se vi esprimete con umiltà a Lui piace.

Al maestro fa piacere quando un piccolo bimbo gli porta dei fiori. Quando un bambino piccolo porta dei fiori alla madre, diciamo, alla madre fa piacere. Anzi, non “fa piacere”, in sanscrito c’è una parola, Kautupon (?). Non so, in inglese non esiste una parola equivalente, mi dispiace. Kautupon è la felicità, la gioia che si prova quando si vede arrivare il proprio bambino, quando si vede il bambino ricambiare l’amore nel suo piccolo modo. Dopotutto i bambini sono… vedete, che cosa faranno mai (di grande)?

Come questo (Mio nipote): un giorno mi portò due centesimi dicendo: “Nonna, con questi puoi comprare un sari, sì, faresti bene a tenerli tu”. Vedete, li aveva trovati da qualche parte e disse: “Non li ho spesi, ma li ho tenuti per te, così puoi tenerli e comprare un sari”. A quel punto il sentimento che nasce nella mente è questo Kautupon. Il sentimento interiore che, in quel momento, nasce nel cuore di una madre è Kautupon. La dolcezza e la bellezza di questo non potete capirla con la vostra arida razionalità, che può rendervi completamente aridi: essa non ha sentimenti, non ha sensibilità, niente.

Oh Dio, questo ego, vi dico, questo cosiddetto ego ha davvero inaridito completamente negli esseri umani tutte le cose bellissime che fluivano in loro, tutta la sensibilità; e gli orribili libri e le orribili cose che vi hanno insegnato hanno realmente distrutto tutta la bellezza che era in voi. Sento che questi splendidi fiori creati per diffondere questa meravigliosa fragranza, siano stati completamente inariditi dall’ego folle e tanto limitato degli esseri umani.

Esso vi è stato dato soltanto per comprendere alcune cose; però voi vi siete ricoperti completamente con quel fango ed è difficile, lo trovo molto difficile.

Posso farvi alcuni esempi. L’altro giorno è venuto a trovarmi un ragazzo con un amico che è, devo dire, un grande sahaja yogi e che oggi non è presente. E, solamente per far piacere al sahaja yogi, dissi: “Va bene, lo accoglierò”. Trovai che il ragazzo aveva un terribile senso di colpa dentro di sé, perché aveva fatto qualcosa di orribile, assolutamente orribile, però gli dissi: “Hai una colpa e ti è perdonata, quindi eliminalo (il senso di colpa). Provaci, provaci”.

Ma non ha funzionato niente con lui, tanto era egoista, egoista, per una cosa molto piccola. Insomma, se fosse stato almeno un po’ vicino alla verità, avrei anche capito che lui pensava di doverlo avere o fare e così via.

Invece niente del genere, tornò indietro e disse a questo sahaja yogi: “Oh, penso che Lei sia solamente una comune casalinga, tutto qui, non la prendono sul serio”.

Allora il sahaja yogi replicò: “Oh, davvero, che roba, quante persone hai curato tu? Ho visto persino persone malate di cancro guarite da Lei. Ho visto con i miei stessi occhi la Kundalini salire, ho visto persone dare… ricevere la realizzazione. Dopo tutte le cose che ho visto con i miei occhi, dovrei rifiutare di crederci e credere invece a te?”. (Poi il sahaja yogi disse di lui:) “Non mi ero mai reso conto che fosse così superficiale”.

E questa è la sua risposta. Però, come vi ho detto, si può assumere una posizione in cui si è preoccupati (probabile riferimento a quando, poco prima, aveva parlato del Divino che non si preoccupa, ma poi deliberatamente sceglie di “assumersi preoccupazioni” e di creare, ndt). E quando io prendo una posizione così, per cui mi preoccupo per voi, penso che siate davvero ancora molto, molto ignoranti.

Ma almeno valutate, almeno chiedetelo. E si dovrebbe fare perché la creazione deve essere completata, deve essere realizzata; e voi dovete conoscere il significato del vostro essere, dovete sapere perché Dio vi ha creati e ciò che siete: è una condizione imprescindibile.

Le persone sprecano il proprio tempo con questo e quello: non c’è più tempo da perdere, posso assicurarvelo. In Occidente trovo un tale spreco di tempo! Stessa cosa in Oriente, dove stanno facendo quello che voi avete già fatto. Adesso, ad esempio, stanno cercando di costruire ponti e metropolitane, sapete (ride).

E chi lo ha già fatto, ora si suicida. A volte comincio a guardarmi in faccia e mi chiedo qual è la mia posizione tra questi due estremi, che cosa dovrei fare con questi estremi che vi stanno rovinando.

Pertanto, per favore, assieme alle scarpe, lasciate fuori anche il vostro Signor Ego: in questo modo funzionerà.

Se non funziona, non è un mio problema né mi riguarda. Piuttosto è un vostro problema se non ha funzionato. Se un’operazione non riesce, il medico può essere accusato poiché prende denaro per questo, ma non Mataji.

Non per il fatto che io non prendo soldi, ma perché non me ne preoccupo. Io mi preoccupo soltanto che voi riceviate la realizzazione, ma non mi preoccupo se non la ricevete.

Riuscite a capire questo punto? Io lavorerò dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina per darvi la realizzazione; ma se non la volete, vedete, la cosa non mi preoccupa. E non mi preoccupo neppure se non funziona, è una cosa semplice.

Questa è l’unica differenza esistente tra una madre terrena e me, la Madre che deve realmente donarvi le chiavi del vostro regno, le chiavi della vostra gioia, le chiavi della vostra verità. Io devo fare questo. E non ve le do prendendo qualcosa da voi.

Questo deve essere compreso, perché le persone piene di ego saranno subito sulla difensiva: “In Sahaja Yoga, cosa bisogna dare?”.

Io non prendo nulla da voi, io ve lo do, perché io lo possiedo e voi potete averlo perché è un vostro diritto, quindi è meglio accettarlo. Se però non lo volete, non vi costringerò.

E devo confessarvi che faccio qualche scherzo, poiché non mi preoccupo. E a causa di questi trucchi le persone scompaiono, ricompaiono e scompaiono, quindi state attenti su questo punto.

Questo è il principio di Brahma, che è distaccato. Il principio di Brahma è distaccato nel senso che agisce e si disinteressa, l’interesse si allontana, l’attenzione si allontana; non ve ne preoccupate.

Questo principio non può essere oltrepassato. È il principio stesso. Non può scendere a compromessi poiché è assoluto, questo è il punto. Le cose assolute non possono scendere a compromessi.

Per esempio, c’è gente che potrebbe dire… vedete, alcuni dicono: “Mataji dice che si deve condurre una vita dharmica”. Infatti dovete farlo. Intendo dire che, se venisse da me il signor Hitler, non potrei dargli la realizzazione. C’è qualcosa con cui non si può scendere a compromessi.

Si deve fare qualcosa, si deve essere nella posizione di riceverla, e si può far funzionare anche se la ricevete senza essere in quella posizione.

Non è nemmeno il principio che farà ogni sforzo possibile per esigere qualcosa, no, non lo fa; solo fino ad un certo punto, ma non lo farà.

Ma è un tale principio vivente… vi parlerò della bellezza del principio vivente, che forse conoscete ma non sapete di conoscere.

Quando il principio è morto… diciamo, per esempio, che per questa casa sono state gettate le fondamenta, poi sono state sviluppate, poi è stata costruita la casa e poi è stato fatto tutto il resto. Allora, una volta fatta è fatta: se le fondamenta sono deboli, saranno deboli per sempre, non potete migliorarle.

Il principio vivente, invece, comunque possano essere le vostre fondamenta, penetrerà in esse, nella vostra struttura, in qualsiasi cosa e può correggerla completamente.

Voi chiedetelo, semplicemente. Qualsiasi possano essere i vostri condizionamenti, le vostre colpe, i vostri problemi, qualsiasi peccato possiate aver commesso, qualsiasi cosa sbagliata possiate aver fatto, il principio vivente può penetrare in tutto questo e dare forma al tutto trasformandolo in un meraviglioso albero.

Lo avete visto in un albero: nel caso in cui un albero sia malato, se lo curate può manifestare completamente la sua bellezza; ma se lo vibrate, vedete che tutta la sua bellissima essenza diventa meravigliosa. Questo è dunque il principio vivente ed è per questo che Cristo ha detto: “Io sono il Dio vivente”.

Questa è dunque la differenza del principio vivente che anima o risveglia ogni parte dei vostri chakra indeboliti, ogni parte della vostra psiche indebolita. Risveglia, cura, purifica, neutralizza completamente tutto ciò che in voi è sporco, impuro e sgradevole, tutto ciò che viene chiamato peccato. Non parla, agisce, ma dovete chiederlo. Semplicemente chiederlo.

Questa è la bellezza del principio vivente. Ecco perché molte persone guariscono in Sahaja Yoga; non sorprendetevi, è soltanto una conseguenza, non è niente di importante. Anche quando i matti guariscono, non c’è niente di sorprendente, è semplicemente un effetto collaterale.

Infatti si tratta di un principio vivente che penetra in ogni cosa e spezza ogni minima parte, cura e mette tutto a posto, rende tutto meraviglioso, lo trasforma in un fiore. E questo è ciò che è stato promesso.

Poi però le persone scendono di livello, in Sahaja Yoga: “Madre, ho un problema”. “Qual è il problema?”. “Il mio amico non mi ha scritto nessuna lettera, mi aiuterà?”. Ora, questo a volte mi fa abbassare un po’. È troppo. Va bene, anche questo problema può essere risolto. Questi problemi… Dopotutto, una madre deve risolvere i piccoli, piccoli problemi dei suoi figli. Ma chiedete ciò che è supremo.

Twamekam sharenyam, twamekam varenyam: non c’è niente da chiedere, se non Dio.

Non chiedetemi nient’altro, il resto è solo polvere, svanirà tutto, è tutto chelaatman (transitorio), va e viene, finito.

Chiedete ciò che è eterno, permanente, supremo e il più puro.

Non fatemi abbassare. Io gioco con voi. Quando uno dei miei figli mi chiede qualcosa devo rispondergli: “Va bene, ti aiuterò”. Ma quando maturate dovete chiedere ciò che è supremo. Non chiedetemi un lavoro e altro.

Va bene? Se avete un problema, funziona, ma ora capite a quale livello passare.

Oggi però va bene, perché sono un po’ troppo in una condizione di Nishprayojan (Shri Mataji ride). E stavo dicendo proprio ora a queste persone: “Non so di cosa parlerò”. Ma qualcosa ho detto, e se avete domande, per favore, fatemele. Nel frattempo, vorrei che qualche sahaja yogi seguisse queste persone e poi entreremo in meditazione.

Posso avere dell’acqua, se c’è? Potete occuparvi di queste persone, ora? Ci occuperemo di uno o due pazienti.

Dovreste sedervi tutti con le mani così. Lui sta meglio?

[Fine della registrazione audio]





[1] Foglie embrionali presenti, o abbozzate, nel seme delle piante.