Discorso ai sahaja yogi, Illusioni e collettività

(Inghilterra)

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SHRI MATAJI NIRMALA DEVI

Illusioni e collettività

Discorso ai sahaja yogi

Dollis Hill Ashram, Londra (UK), 5 Giugno 1979




…deve essere in qualsiasi dimensione, pensate. Ora, le permutazioni e le combinazioni sono, come ho detto, trentaquattro, trentacinque crore. Perciò ho detto al nostro grande matematico, il Sig. Nemai, di elaborarle. Lui ha risposto: “Impossibile!”. E mi ha detto fino a quale numero possiamo arrivare. Ma così è troppo: com’è possibile elaborarlo? Quante permutazioni e combinazioni ci sono in trentacinque crore[1]?

Sahaja yogi: Trecentocinquanta milioni.

Shri Mataji: Questo è soltanto il punto basilare, sapete: ma fra queste, quante permutazioni e combinazioni sono attive, e come funzionano?

Ma l’unica cosa che l’essere umano deve fare è accettarlo. Sapete, questa è la cosa più difficile. Anche se avete il meglio su questa terra, a che servirà? Se gli esseri umani non rivolgeranno le mani verso di me, che cosa posso farci io?

Ora, tutte queste permutazioni e combinazioni sono fisse e molto ben fatte, e agiscono molto rapidamente. Sono molto veloci – l’avete notato – e lavorano in tutto il mondo, in tutto l’universo. Ma questo piccolo cervello qui è ricoperto di qualcosa chiamato signor E-G-O, ed è molto difficile chiedere a queste cose piccolissime (cervello ed ego) di aprirsi.

È molto difficile per loro. Lo trovano impossibile, e continua ad accadere una cosa stranissima, sapete: ogni volta che un fiume scorre e le persone devono riempire delle coppe che devono prima aprire, o mettono le coppe al contrario, oppure le riempiono di pietre e poi dicono: “Non abbiamo ottenuto nulla”.

Questo fatto delle permutazioni e combinazioni è talmente straordinario, vedete, che a volte mi chiedo come fare ad affrontarlo. Potete immaginare che senso abbia parlarne con forza, con tutto quello che sta accadendo. E se non fosse per il mio senso dell’umorismo, non sarei esistita fino ad ora, posso assicurarvelo, (considerata) la quantità di cose che devo tollerare, il livello di pazzia a cui talvolta arriva la gente ed il comportamento che ha certe volte, nonostante l’abbia scoperto (Sahaja Yoga). E a volte è il modo in cui lo contestano, sapete. Allora l’unica cosa che posso fare è riderne ed usare il mio senso dell’umorismo, e stare qui e lavorarci.

Questo è dunque il grosso problema e questo problema non è così facile da risolvere. Ma alcuni a volte ci stanno male e si comportano in un modo che mi fa capire che sanno benissimo di cosa si tratta, per questo sono così spaventati; e lo capiscono molto bene, perché, sapete, questo è l’effetto di Sahaja Yoga (…).

(Parla a qualcuno) Entrate, entrate.

Oggi vi parleremo dunque della collettività. Will, devi ascoltare la prima parte – è molto interessante – ma adesso tratterò della seconda parte. Ora, la collettività è qualcosa che deve essere compresa in un modo molto più profondo di quanto sappiamo, vedete. Innanzitutto, in collettività, quando diciamo che questo corpo è uno strumento collettivo composto da molte cellule, che cosa capiamo? La prima cosa è che, in collettività, dobbiamo renderci conto che esiste interdipendenza. Dobbiamo dipendere dagli altri. Ad esempio, lui deve dipendere da lei e lei deve dipendere da lui.

Ma, quando si tratta dell’ego, non soltanto esso vi separa gli uni dagli altri – non è l’unica cosa che fa – ma vi insegna a non dipendere da nessuno. Voi dovete dipendere dagli altri. Non dovete sfruttarli, ma dovete dipendere dagli altri ed essi devono dipendere da voi. Questa è la prima cosa, molto importante. Vi dirò qualcosa in più su questo argomento.

Ora, ad esempio, c’è un certo signor X ed un certo signor Y i quali sono sahaja yogi e sia X che Y devono dipendere l’uno dall’altro.

Diciamo che si verifichi una situazione di questo genere. Allora che dovremmo fare? Dobbiamo cercare di trovare innanzitutto il punto in comune. Se c’è il problema di trovare il punto in comune, non funzionerà. Dunque, il punto in comune – certamente voi sapete che esiste un punto in comune fra i due – è che ricercavano e l’hanno ottenuto grazie a Sahaja Yoga, ed (hanno capito) che io sono la persona che ritengono possa appianare tutte le differenze fra loro.

Questo è dunque un punto in comune che hanno; ma la dipendenza fra i due deve essere predisposta, in un Paese in cui sappiamo di essere orientati all’ego.

Per prima cosa, quando cerchiamo di dipendere dagli altri, siamo stati in grado di creare un’atmosfera di dipendenza? Supponiamo che io non voglia che mio figlio resti in casa mia: in questo caso, come parlerò a mio figlio? Dirò: “Sei un buono a nulla. Sei un tale peso! Mi gravi sempre addosso e mi dai un sacco di problemi”. Così. Oppure: “Non riesci nemmeno a guadagnare cinque sterline. Che stai dicendo?”. Lui rimarrà ferito: “Bene, ti farò vedere io”. Allora andrà fuori a scavare delle buche, farà di tutto per dimostrare a sua madre che può guadagnare denaro, vedete; ed è così che lo farà, non è forse così?

Un’altra cosa potrebbe essere, un modo più semplice è quello di mandarlo via di casa, vedete, e a quel punto direte: “Guardatelo, siamo in cattivi rapporti”. Insomma, avrete fatto tutto il possibile per creare cattivi rapporti. Questo è solo il risultato. Voglio dire, facendo così, che vi aspettate che accada? Il semplice effetto è che avete tra voi cattivi rapporti. Intendo dire che l’intera situazione è gestita male. Perciò, l’altra cosa che occorre fare è preparare un terreno comune.

Ora, ad esempio, come mi comporterei io se volessi far entrare qualcuno in Sahaj? Scoprirei cosa gli piace mangiare, cosa gradisce. Oppure, è un intellettuale? Allora dovrei cercare di dirgli: “Sa, io non capisco molto” oppure “non ho letto molto”, così che lui si senta a suo agio con me e pensi: “Con Lei è tutto a posto, Lei non è un’intellettuale, non c’è alcun contrasto su questo aspetto. Tutto bene”. È un piccolo trucco che faccio, sapete. Allora lui viene. E poi, una volta ricevuta la realizzazione, in che modo due persone possono dipendere l’una dall’altra dopo la realizzazione?

Dovremmo vedere… supponiamo che qualcuno abbia un blocco. Bene, un modo sarebbe quello di dire direttamente: “Hai un blocco al Vishuddhi. Vattene. Non ti vogliamo. Esci. Sei orribile. Non puoi stare qui”. Questo è un modo. Un altro è dire: “Forse, sai, penso di avere un blocco qui al Vishuddhi. O sei tu che hai un blocco?”. Preparate dunque un bel posto per lui nel vostro cuore. Se gli offrite un posto nel vostro cuore, sapete, metà dei suoi problemi scompariranno, perché lui avrà la sicurezza e avrà fiducia, poiché sentirà di aver finalmente trovato qualcuno che lo capisce.

La preparazione dovrebbe dunque essere maggiormente su questo aspetto, e non sull’altro, ossia nel senso di dare un pugno a chiunque entri. Avrete visto questi pugili che si scazzottano in casa, e ogni volta che passano accanto provano a tirare un pugno e poi chiedono scusa.

Quindi, se si tratta di intellettuali, tenteranno di infliggere colpi molto più sottili ed intelligenti.

Ma mettete un po’ di quelli che in lingua indiana chiamiamo phuljhari, sapete. Mettete qualche petardo qua e là, e quando costui esce, trova il petardo che scoppia, sapete. Tutti questi trucchi sono auto-distruttivi perché a volte distruggete voi stessi.

[interruzione nella registrazione]

… osservate voi stessi il vostro essere. Ossia: quanto siete disciplinati in Sahaja Yoga? Che cosa state facendo per Sahaja Yoga? Quanto vi state dando da fare? Vedete, l’ho constatato con i bhut. Io vi faccio sempre scherzi che devo svelarvi: se c’è qualcosa, griderò dicendo: “Bene, allora quali sono i vostri suggerimenti?”. E dai suggerimenti mi rendo conto a che punto siete. So subito qual è la situazione qui, sapete. Accetterò tutti i vostri suggerimenti, certo, lo faccio. Ma quanto essi siano messi in pratica, solo Dio lo sa.

Ma così, i suggerimenti arrivano molto seriamente, e io mi rendo conto che c’è molta negatività. Quindi è meglio non dare troppi suggerimenti, perché se lo fate forse siete veicoli di negatività.

Accertatevi quindi, per prima cosa, a che punto siete, senza starci male, perché la collettività è il luogo cui appartenete.

Voi in realtà non appartenete a questo essere individuale che siete. Appartenete alla collettività ed è per questo che dovete starci; e per starci dovete continuamente affrontare voi stessi e scoprire quanto siete lontani dalla collettività, fino a che punto decidete le cose per voi stessi e non per la collettività. Dovete essere molto vigili, e questa è la disciplina che dovete adottare voi stessi.

Il problema con la disciplina è che se vi dico: “Alzatevi alle quattro”, magari vi alzerete; se vi dico: “Rasatevi la testa” potete radervela. Se vi dico: “Rasatevi le sopracciglia” le raderete. Se vi dico: “State [a testa in giù] dinanzi a me per ore”, voi starete a testa in giù dinanzi a me per ore. Se vi dico: “Buttatevi in mare”, potreste farlo. Questa è una disciplina molto semplice da seguire, non c’è niente di difficile. Potete farlo. Ma io vi dico che dovete essere sempre vigili interiormente, per capire: state in collettività? Fate qualcosa in collettività? Oppure fate le cose per voi stessi? Non ingannate voi stessi su questo punto, perché ingannare voi stessi significa che state ingannando la vostra collettività, le vostre possibilità di essere in quello stato che è oltre, e che avete raggiunto.

Cercate quindi di fare qualcosa che sia congeniale, di aiuto alla collettività. Ho visto persone che, mentre parlano fra loro, oppure anche in Sahaja Yoga, fanno commenti su qualcuno. E crediamo di essere stati molto in gamba, sapete. Così facendo abbiamo versato del veleno nell’oceano della collettività. Versate amore, versate saggezza, versate comprensione.

Riversate la vostra fragranza di bontà. Fate cose in buona fede. La gente ha fiducia in voi, e non dovrebbe rimanere scioccata dal nostro modo di essere. È questa la disciplina che occorre avere, e se avete in voi questa disciplina, non occorre fare per questo niente di straordinario o niente di molto rischioso. No, occorre essere vigili, sorvegliare voi stessi: “Io ci sono? Oppure lo faccio solo per compiacere me stesso o questo mio ego?”. “Me stesso” va bene, ma in realtà è l’ego che si cerca di far emergere, ed è per questo che l’interdipendenza è molto difficile.

Sapete, se io vi dico: “Non dipendete gli uni dagli altri”, voi farete una cosa: ad esempio non prenderete in prestito denaro dagli altri. È molto semplice. Non prenderemo soldi in prestito. Se vi dico: “Restituite tutto il denaro che avete preso a prestito” bene, restituirete tutto il denaro.

Terrete tutti i conti perfettamente. So che siete in grado di farlo; e so che potete anche pagare un penny per comprare una fetta e mezzo di pane, come dite voi. Potete farlo. Questo l’avete già fatto e non è difficile per gli esseri umani. Una distribuzione equa, assolutamente perfetta, onesta, è possibile. È possibile avere un’idea completa di come mantenere fra voi questa bellezza dell’onestà, sapete, in modo da non dipendere.

Ma io non intendo un’interdipendenza di questo genere. Intendo una interdipendenza molto più sottile.

L’interdipendenza subentra in modi molto, molto profondi. Ora voi siete qui seduti e sapete, ad esempio, che c’è una persona – persino una persona negativa – pensate a quella persona: sta seduta (in terra) da molto tempo, datele una sedia. Osservate le condizioni degli altri: qualcuno è scomodo, ci avete pensato? Voi siete seduti, ma avete visto se qualcuno si sta occupando di loro? Stanno bene?

Cedete agli altri il vostro posto. Date loro la sensazione che voi vi preoccupiate del loro corpo, dei loro problemi.

Ho notato, ad esempio, che quando amate qualcuno, lo fate, sapete come fare per fargli piacere – non è neppure così straordinario – e iniziate a pensare a quella persona più che a voi stessi. Allora vi distaccate dal vostro ego. Siete stati gentili? Vi sono molte cose così.

Di notte, hanno acqua da bere? Bene, allora mettete a loro disposizione po’ di acqua. Pensate a tutte queste cose piccolissime quando iniziate ad amare gli altri. “Incontrerò quella certa persona. dovrei portarle qualcosa che le piacerebbe avere?”. Una cosa piccola, niente di che.

Questo genere di sentimento dovremmo nutrirlo sempre nei confronti degli altri. Allora vi è interdipendenza. A quel punto vi stupirete che l’altra persona dipenderà da voi interamente, totalmente. Non è l’indipendenza dovuta al guadagno, o al denaro, o a qualsiasi cosa, ad essere importante per quella persona. Se riuscirete a dare quello (sentimento di amore, ndt) ad un’altra persona, essa può darvi tutto e dipenderà interamente da voi.

Lo sapete che io dipendo interamente da voi? Lo sapete che tutta la mia vita esiste a causa di Sahaja Yoga? Diversamente, io sarei finita, in questo istante. Forse non lo sapete. Se voi mi abbandonaste, io non esisterei in questo corpo. È un fatto che io devo accettare e sul quale anche voi dovete convenire. Infatti, diciamo, se voi adesso non assorbite le mie vibrazioni, esse rimarranno tutte qui congelate. Io diventerei una mummia congelata che emette soltanto vibrazioni, tutto qui. Non vi parlerei. Accade adesso: vedete, in questo momento mi si sta bloccando il Nabhi sinistro, si sta irrigidendo.

Voi dovete assorbire le mie vibrazioni. Se non assorbite le mie vibrazioni, io non esisterò più come un essere umano che cammina, sapete. Forse come qualcos’altro, ma non come l’essere umano che vedete. Sarò proprio congelata. Se mi farete questo, immaginate quanto dovrei esservi riconoscente! Insomma, la mia esistenza sussiste a causa vostra. È così, forse non lo sapete. Lo sapete che io sono qui su questa terra soltanto per voi? Diversamente me ne sarei stata molto tranquillamente da qualche altra parte. Che disdetta! Ma allora dovete anche sapere che, come io dipendo da voi, anche voi dipendete da me; ma io dipendo maggiormente dalla vostra collettività.

Nel momento in cui voi iniziate a diventare inconsapevoli della vostra collettività, immediatamente nel mio corpo si scatena il cancro. A causa di ciò io ho problemi fisici.

La collettività non è pensare di voi stessi di essere qualcosa di grande. Non è essere al di sopra di tutto ed essere questo e quello. Il punto è quanto avete fatto per accrescere la collettività della comprensione, dell’amore. Infatti, se questa mia mano, diciamo, non conosce l’altra mano, che cosa faccio? Se siamo un organismo vivente – pensateci – insomma, se uno dei miei occhi non conosce l’altro, se non vi è connessione, che cosa accadrà? E quando fate tutto ciò scaturisce da me una strana personalità, sapete, non so come gestire me stessa.

Pertanto, per sostenere questa interdipendenza, dovete imparare a dipendere gli uni dagli altri.

Ora, venendo all’aspetto pratico, vi ho già detto di pensare sempre ad un’altra persona in maniera amorevole, non critica, senza guardare ai suoi difetti. Guardate i vostri difetti e la grandezza di un’altra persona. Insomma, vi assicuro che certi individui sono delle vere zavorre, come diciamo noi, che vi trascinano giù. Alcuni sono così. Ma a volte vi trascinano giù per la noia, sapete, perché parleranno solo di sé: “Oh, è successo questo. Poi mia madre ha detto così. Poi mio padre ha detto così. Mio nonno ha detto così. Poi mia zia ha detto così. Io stavo arrivando e c’è stato un ricercatore che ha fatto così e…”. Tutto ruota intorno a voi. È molto noioso!

Se pensate solo a voi stessi, non pensate alla collettività. Invece, una persona collettiva è la più interessante. Chi non è così, può anche considerarsi qualcosa di grande; lasciateglielo pensare, ma non sarà interessante, sarà estremamente noioso e la gente fugge da un individuo simile. Il motivo è che non è collettivo. Non è di buon auspicio. Pertanto, per diventare collettivi, dovete vigilare su voi stessi come (…).

Ora direi che, per questo, è molto importante la meditazione collettiva – che avete già sperimentato senza arrivarci, e c’è anche chi non l’ha nemmeno (mai) fatta, infatti quel punto non è stato raggiunto – ed anche il pensiero collettivo. Quando dieci persone si uniscono insieme e pensano collettivamente, dovrebbe muoversi come un’unica forza. Anche l’acqua, che è una cosa morta sotto tutti questi aspetti, scorre giù per il pendio, no? O c’è forse una parte di acqua che scorre in su? Insomma, ha una sola Swabhava (natura intrinseca). Ha un unico modo di pensare. Allo stesso modo, i sahaja yogi devono tutti correre verso Dio, verso Sahaja Yoga, verso la collettività. Come possono correre nella direzione opposta? Non esiste alcun lavoro individuale su questo punto. Se iniziate a fare così, fate l’esatto contrario di ciò che dovreste fare.

Allora diranno: “Madre, perché non siamo a posto? Abbiamo lavorato per così tanti giorni ma non funziona”. Questo è il problema. Se state nella collettività, anche se non siete tanto a posto, sarete trascinati dentro. Ora, ciò che accade è che si innesca un circolo vizioso tale che, quando non siete a posto, vi opporrete sempre agli altri creando qualche sorta di situazione assurda, oppure farete proposte sciocche o qualcosa del genere, come un macigno nell’acqua corrente, per cui troviamo che poca acqua riesce a passare.

E i suggerimenti di gente negativa saranno sempre negativi. Pertanto, se c’è negatività dentro di noi, meglio stare zitti. È questo il metodo più efficace per rimuoverla. È meglio stare zitti se avete in voi della negatività. Meglio restare zitti. Cercate di rimuovere la negatività. Infatti, se non si prova a farlo, si agisce da veicoli, esse (negatività) possono usarvi come veicoli e voi diventate canali di Satana invece che di Dio. Là diventate davvero molto collettivi. Esiste una grande fraternità fra loro.

Ma, dopo la realizzazione, dovrebbe esservi un spinta molto maggiore a dissolvere (la negatività, ndt), poiché vi è moltissimo fango attaccato al loto che è emerso. Ma quando il loto è più alto, viene emessa la fragranza. Tutti i loti nello splendido stagno emettono la stessa fragranza e la intensificano. Nessuno va a dire che la fragranza proviene da un solo loto. Lo chiamano il lago dei loti. L’intero lago prende il nome del loto, pensate. Il lago diventa meno importante del loto stesso. Questo tipo di fragranza di amore dovrebbe fluire fra voi, e tra voi dovrebbe esservi una tale eccitazione e gioia; e allora la collettività…. (nell’audio si sente un rumore come uno scoppio, un’esplosione, ndt).

Ora, per questo, dovete rendervi conto che dovete avere istinto di autoconservazione; è molto importante.

Ad esempio, diciamo che qui siete in dieci sahaja yogi, va bene? Dovete avere lo stile di un loto e dovete avere istinto di autoconservazione nei confronti delle altre persone.

Ora, vedete, qualche estraneo è entrato. Allora voi dovreste immediatamente riunirvi e formare un bel circolo fra voi, sapete. A quel punto l’altra persona entra e sarà trascinata dentro da tutta questa forza. Ma non appena dirà qualcosa contro chiunque di voi, la redarguirete tutti, e così saprà che voi siete tutti una cosa sola.

Ma di solito si scoprirà che, se arriva qualcuno del genere, è possibile che vi uniate a quest’altro individuo negativo e che creerà un problema fra noi. Esiste questa possibilità. Quindi, quando affrontate gli altri, ricordate che siete tutti un’unica cosa. Fra voi potete parlare, ma di fronte agli altri dovreste rendervi conto che sono persone ancora lontane da noi. Quindi è molto importante che abbiate questo istinto di autoconservazione, e l’autoconservazione, in Sahaja Yoga, deve essere preservata nel suo aspetto più puro. È una responsabilità importantissima per voi, perché i futuri sahaja yogi potrebbero non vedermi, ma voi mi avete visto e conoscete la verità.

Voi qui vedete il modo in cui abbiamo vissuto una vita ed un Sahaja Yoga molto puri, assolutamente al di sopra di ogni cosa insensata.

Allo stesso modo, anche quelli che verranno dopo di voi dovranno vivere allo stesso modo, secondo lo stesso stile. Quindi dovete creare tra voi rapporti molto puri ed una cerchia pura, mediante la quale, la gente che seguirà, la progenie che verrà, dirà: “Questo è ciò che è Sahaja Yoga”. Pertanto, autoconservazione significa anche la preservazione di Sahaja Yoga nella sua forma più pura.

Ora io sono qui, sono una persona vivente. Se avete qualche problema, se volete sapere se si debba fare qualcosa oppure no, potete chiedermelo. Chiaritelo con me, ma non accettate niente perché ve lo ha detto X o ve lo ha detto Y. Niente del genere, non fate mai così. Voi siete … non citate qualcun altro, anche se quella persona magari è in Sahaja Yoga. Devo mettervi in guardia da questo. Non confondetevi mai a vicenda perché qualcuno ha detto così o un altro ha detto così o qualcuno ha detto così. No, se avete dubbi chiedete a me. Verificatelo. E riportatelo solo dopo averlo verificato. Anche questo è importantissimo, poiché voi siete le fondamenta di Sahaja Yoga e dovete essere, ciascuno di voi deve essere perfetto, affinché questo grande, enorme edificio non crolli a causa vostra. Non dovrebbe rimanere in voi alcuna debolezza. Per questo è importante comprendere che l’autoconservazione, la preservazione di Sahaja Yoga, i principi delle leggi di Dio, devono essere tutti preservati interamente.

Non formulate le vostre leggi personali. Non tentate tutti questi trucchi. Cercate di capire le Sue leggi. Cercate di capire come Egli lavora, cercate di essere tutt’uno con Lui e obbedienti, e non provate a fare i vostri trucchi.

Se scoprite qualcosa, potete sempre chiedermelo e poi verificatelo di nuovo, perché anche questo è possibile. La gente ha fatto in India cose tanto orribili che non posso raccontarvi a che punto sono arrivati: sono diventati assolutamente satanici, hanno iniziato a fare assurdità di ogni genere; perciò state attenti sul questo punto di preservare Sahaja Yoga nella sua forma più pura.

La terza cosa è dunque che dovete essere tutti omogenei, compatti; se non sarete omogenei, Sahaja Yoga non funzionerà.

Sapete, quando, come vi ho detto, avete di fronte un’altra persona, dovreste sentirvi tutti la stessa cosa. Ora, sapete, a volte succede che, vi siano, diciamo, dieci sahaja yogi e uno di loro non sia ancora all’altezza, non sia in grado di parlarne. Dovrebbe rimanere zitto con totale buon senso e ragionevolezza. Se non sa, dovrebbe stare zitto, non dovrebbe parlarne. Però non dovrebbe dire: “Oh, no, no, non lo so, ora sono confuso”. Non davanti agli altri! Altrimenti si chiederanno: “Come può il loro albero dare frutti?

Sapete, se c’è qualcosa di sbagliato, è la vostra famiglia, il vostro movimento, il vostro Sé; quindi la reputazione, la vostra immagine di sahaja yogi e di Sahaja Yoga dipende da voi.

Se il mio sari avesse una macchiolina qui da qualche parte, mi piacerebbe coprirla. Perché rovinare l’intero sari per mostrare dove sono i buchi? Allo stesso modo, se avete qualche negatività, qualsiasi cosa, non cercate di rovinarlo, perché gli altri lo vedranno, ci crederanno e penseranno: “Oh, c’è qualcosa che non va”.

Dovete dunque essere omogenei. Qualsiasi cosa diciate, dovreste tutti affermare la stessa cosa. Stavo dicendo che, persino mentre ci sono altre persone sedute, i sahaja yogi si alzeranno a farmi domande. Anche a Caxton Hall[2] alcuni sahaja yogi si alzeranno a farmi domande, insomma, fra tutti i luoghi possibili per farmi domande. Quando c’è il cinquanta per cento di persone nuove, voi mi farete lì qualche strana domanda. Ciò significa che non vi siete ancora identificati con Sahaja Yoga.

Si tratta della vostra famiglia, della vostra reputazione, del vostro nome: dovete mantenerli elevati. Poiché voi avete certi pensieri, non dovreste far affondare l’intera barca o aprirci una falla. Infatti ciò deriva dalla sensazione di essere qualcosa di importante. Vedete, la gente ad esempio si fa i buchi al naso o alle guance per dimostrare di avere qualche significato. Voi non avete alcun significato quando siete seduti lì. Soltanto Dio ha significato, non voi.

Direte tutti la stessa cosa. Il vostro significato è grandioso soltanto perché siete persone dinamiche che stanno trasferendo questa forza dinamica alle persone comuni.

Siate dunque fieri di questo significato, piuttosto che del meschino, inutile significato con cui cercate di ostentare di essere qualcosa di molto speciale o potete trovare qualche gran motivo per fare domande. Quando siamo seduti così ad un programma di Sahaja Yoga…

Dovete fare domande, senza dubbio, se ci sono problemi dovete farle, dopo tutto io sono presente; ma non quando ci sono altre persone. Gli altri sono gli altri, finché non si saranno uniti a noi. Noi siamo tutti una cosa sola e non dobbiamo contestarci a vicenda, non dobbiamo fraintenderci a vicenda, ma dobbiamo riunire una forza sempre maggiore.

Invece accade l’esatto contrario. Lo avete visto. A volte è così imbarazzante che non so cosa dire. Allora dirò: “Guarda il tuo Nabhi sinistro”, oppure “guarda il tuo Nabhi destro” o “guarda il tuo Agnya” o qualcos’altro per far sì che quella persona si metta seduta.

Vedete, fare domande non è una cosa positiva in Sahaja Yoga. Io risponderò alla maggior parte delle vostre domande, finché ci sono domande dovete farle. Ma più siete matti voi, più farete domande folli.

Ad esempio, oggi mi ha telefonato quello che devo definire il signor Simon il grande. Per prima cosa mi ha chiesto con gran collera: “Madre, ha detto Lei a Dipa che io non dovrei telefonarle?”. Io ho risposto: “Sì, mi dispiace, ma tu chiami troppe volte, per questo gliel’ho detto. Ma volevo rendermi conto, così dicendo, di quanto tu sia stabile. E penso che adesso tu stia meglio, non sei così furioso come saresti stato in passato. Quindi calmati un po’.”

Poi arriva la seconda domanda: “Madre, riguardo a questo Kalki, dove arriverà? Chi è? Di che si tratta? tutto questo, sa e come può dire una cosa del genere?”. Tutto questo al telefono, sapete, e me ne ha parlato per almeno quindici giorni. Così vi rendete conto di chi è pazzo. Insomma, è un pazzo certificato. Chiunque di voi faccia così, è indice che qualcosa non va in voi. “Allora, quando arriverà la nuova era? Quando arriverà Kalki? E poi?”. È forse importante?

Quando gli altri sono seduti di fronte a noi, è forse importante? Avete capito? Distrarre l’attenzione, distrarre … questo intero pensiero fa confluire tutte le persone presenti in un’unica direzione. All’improvviso un sahaja yogi scatta in piedi con un grande manifesto in mano: “No Madre, così, così e così”. Non mi pare che questo sia indice di maturità in Sahaja Yoga.

(Segno di) maturità, nei sahaja yogi, è che, quando Madre parla, (si deve prestare) totale attenzione e cercare di assimilare tutta quella forza dentro di voi, perché siete come canali e siete incanalati, e siete voi che la darete agli altri. Non sarò io a darla. Io lo darò attraverso i vostri canali. Quindi, i canali devono ricevere un’unica energia; ma se si mettono a fare domande, che devo fare io?

Dovrebbe quindi esservi omogeneità, dovete rendervi conto, cioè, che siamo tutti un’unica cosa, e ci muoviamo con un’unica forza. Questa è collettività. Non appena vi rendete conto che vi sono troppe discussioni, defilatevi. È sicuramente indice che è in atto qualcosa di nocivo. Non dovrebbero esserci analisi, non dovrebbero esserci discussioni, non dovrebbero esserci spiegazioni. Al contrario, pensare in un modo molto omogeneo, come se un unico cervello stesse pensando per uno scopo comune, è di per sé qualcosa di molto dinamico.

Vedete, le forze distruttive sono dinamiche quando usano strumenti satanici; mentre le forze Divine sono dinamiche quando si avvalgono della completa integrazione. Ed occorre anche capire che integrazione significa la completa unione di tutte le vostre qualità positive insieme, che operano tutte insieme, proprio come un’unica personalità, e ciascuno fa del proprio meglio per far funzionare le cose. E non si deve essere gelosi degli altri. Per un sahaja yogi è qualcosa di bassissimo livello sentirsi gelosi e competitivi, infatti non esiste niente di simile: noi siamo tutti un solo corpo.

Ve l’ho detto: io non posso esistere senza di voi; se io sono il cervello voi siete il corpo, se io sono il cuore voi siete il [interruzione nella registrazione]. Quindi io non posso esistere senza di voi, e allo stesso modo voi non potete esistere senza vostra Madre. E chi proverà a comportarsi così… vedete, come si tagliano le unghie troppo cresciute, allo stesso modo voi sarete gettati fuori.

Quindi c’è più intelligenza, più saggezza, direi più acume nel comprendere che adesso vivete una vita più elevata, parlate di una vita più elevata e per questo dovete equipaggiarvi. Ci arriverete soltanto attraverso la collettività. Se lasciate la collettività, ne siete fuori.

Vi ho sempre fatto un bellissimo (esempio?…): quando si deve fare il burro, lo si sbatte nella zangola. Durante il processo di zangolatura diventa tutta una miscela. Poi si estrae un po’ di burro e lo si mette dentro: questo assomiglia al mio intervento, giusto? E tutte le particelle di burro inizieranno a girare vorticosamente e vengono tutte come rimosse da quella miscela. Ma alcune di esse rimangono attaccate al recipiente, ci restano attaccate e non saranno mai usate come burro, vengono gettate via con il resto dell’acqua presente.

Così, chi inizia a pensare di fare qualcosa di speciale, individualistico o a considerarsi chissà chi, dovrebbe rendersi conto che non avrà posto in Sahaja Yoga. Troverò modi e metodi per estrometterli. Vi dico che è evidente il modo in cui questa gente viene estromessa. Ed è per questo che Sahaja Yoga non si diffonde così velocemente: perché è in atto una forte selezione.

Tutti voi dovete essere omogenei. Quelli che cercano di seminare discordia o di dire la loro, di adottare i propri metodi, diciamo, saranno estromessi da Sahaja Yoga automaticamente.

Cercate quindi di essere omogenei: quando date qualche suggerimento ad una persona, cercate di suggerire attraverso la meditazione, attraverso le preghiere, mediante le vibrazioni, tramite i bandhan. Non date ordini; e la cosa migliore è riferirmi se avete dei problemi e si potrà risolvere. Ma non cercate di risolvere da soli i vostri problemi che sono difficili per voi, e (anche) quelli minori, tutti voi messi insieme potete risolvere molto meglio il problema.

Dunque, con tutto questo, dovete ricordarvi che chi critica Sahaja Yoga è un estraneo, chi cerca di trovare difetti è un estraneo. Dovete individuarli. È facile scoprirli, quando parlano, da cose piccole e meschine che dicono qua e là; e lì dovete rendervi conto che sono estranei. Sono ancora estranei. Potrebbero non farlo apposta, ma cercate di correggerli spiegando loro che collettività significa comprensione assolutamente pura di una sola cosa, che voi….

 [Interruzione nella registrazione]

 SECONDA PARTE

 …oltre questo, energie oltre questo che controllano. E le energie oltre questo che ci controllano, lui (Jung, ndt) le ha chiamate Inconscio Universale. Inconscio perché non sono nella nostra mente conscia e le ha chiamate… vedete, in realtà non sapeva come definirle e così disse, le definì energia materna.

È un’energia materna, lo ha detto molto chiaramente. E studiò anche la lingua indiana, la letteratura indiana e tutto il resto, sviluppando anche alcune teorie sul culto della Shakti.

Usò il termine Shakti per l’inconscio universale. Tuttavia egli era soltanto un’anima realizzata, non c’era una Madre che gli spiegasse tutto sull’argomento, di cosa si trattasse, così poté solo indicarvi e dirvi che esiste un inconscio universale che vi guida.

Fece esperimenti con le persone, con i loro sogni. C’è l’interpretazione di un sogno molto famoso di un uomo che aveva sempre sognato di doversi inchinare al proprio figlio. Suo figlio è seduto su un piedistallo e lui deve inchinarsi a suo figlio. Il figlio potrebbe essere un’anima realizzata. Così andò da lui e gli disse: “Non so perché faccio questo sogno”. Allora Jung chiese: “Che rapporto hai con tuo figlio?”. “Davvero pessimo”. “Ma perché?”. Costui rispose: “Vede, sua madre è morta, io mi sono risposato e mia moglie gli è molto ostile ed io non so proprio come fare. Il rapporto si è molto deteriorato”. Allora Jung disse: “L’inconscio ti suggerisce che devi inchinarti a lui. Egli è dotato di una consapevolezza superiore per cui devi inchinarti a lui. Ti sta dando un bandhan”.

Ci fu un’altra ragazza che andò da lui con un sogno. Ve lo racconto per mettere a confronto i due sogni. Lei disse: “Vedo mia madre come una strega”. Allora lui le chiese: “Che rapporto hai con tua madre?”. Lei rispose: “Molto stretto, ottimo. Lei in effetti mi vizia. Mi ha viziato talmente che non so fare proprio nulla”.

Lui disse: “Questo è un messaggio del tuo inconscio per comunicarti che tua madre è una strega che ti sta rovinando in quel modo.

E ce ne sono moltissimi così, sapete, ci sono moltissimi testi di Jung che potete leggere per conto vostro.

Gli psicologi ci hanno detto che lo stato della consapevolezza umana raggiungerà un punto in cui l’uomo sarà consapevole senza pensieri. Sarà consapevole ma non ci saranno pensieri.

Questo viene affermato da Jung che era uno psicologo. Dovremmo dunque renderci conto di ciò che dobbiamo aspettarci. Ma c’è un’altra fonte molto chiara e molto, molto bella che possiamo capire: sono le scritture. Se leggete l‘Apocalisse di Giovanni potete leggere tutto su questo. Saprete che ci si deve aspettare la brezza fresca. Se leggete Shankaracharya, naturalmente non occorre che io dica molto altro, perché egli ha rivelato tutto esaurientemente nel sesto secolo.

Prima, questa conoscenza era una conoscenza segreta, poiché le forze evolutive non avevano preso la direzione giusta. Fu una conoscenza tenuta segreta, una conoscenza riservata a pochissimi. Soltanto nel sesto secolo egli iniziò a rivelarla; poi Kabira e Nanaka, tutte queste persone descrissero esaurientemente la Kundalini.

L’opera più consistente sulla Kundalini fu svolta in Maharashtra, dove i Nath Panthis, i nove natha[3] che si definivano maestri primordiali, lavorarono a questo; ed anche in altri luoghi. Venivano anche dal Punjab. C’era un grande rapporto tra Punjab e Maharashtra e loro andarono nelle foreste, meditarono e cercarono religiosamente di scoprire cosa fosse la Kundalini; cosa fosse quell’energia; che cosa fosse il seme dentro di noi; che cosa fosse l’energia germinativa che ci avrebbe dato questo.

Poiché soltanto uno o due erano realizzati, ogni qual volta parlavano di realizzazione nessuno riusciva a credere loro; e la gente non riusciva a capire che esiste un’energia come questa, e diceva: “Oh, per favore, lasciateci stare, stiamo bene così”. Inoltre, le persone che erano realizzate ebbero esperienze terribili a causa di tutta quella gente, nel senso che furono percosse, crocifisse, avvelenate. Vi immaginate, che gente? Che bisogno c’era di crocifiggere Cristo? Ancora non riesco a capirlo.

Le persone molto ”assennate” di questo mondo considerarono tutte queste spiegazioni su Dio e la divinità con questa attitudine ostile, e non ci fu verso di far cambiare loro atteggiamento. E questa ostilità fu espressa anche dalle organizzazioni religiose.

Vedete, tutti coloro che erano anime realizzate furono cacciati dalle chiese, dai templi. I bramini li uccisero, li torturarono.

L’ultimo che abbiamo avuto fu Shirdi Sai Nath, e se guardate come i bramini della zona di Nagar, di (…), lo torturarono, sarete sorpresi.

Non solo, ma fecero venire un incantatore di serpenti con un serpente perché lo uccidesse; ma Lui prese in mano il serpente, gli parlò e il serpente se ne andò mordendo l’incantatore.

Allora fu Lui che andò in soccorso dell’incantatore e gli disse: “Non preoccuparti”. Quello disse: “Io non volevo… ma questi bramini mi hanno dato del denaro”.

Quindi furono proprio le persone considerate incaricate della religione a crocifiggere quei santi che parlavano di realtà; ed è per questo che la realtà fu completamente oscurata, nessuno poteva vederla e la gente fu imbavagliata.

Fu questo il problema e quindi occorreva qualcuno che venisse a fare questo, a dare la realizzazione di massa alla gente affinché diventasse una conoscenza comune. Qualsiasi cosa sia scoperta da una persona deve diventare conoscenza comune, diversamente è priva di significato.

Anche nella scienza, vedete, c’è la scoperta dell’elettricità. C’è un lungo percorso storico dietro ma, comunque, ad un certo punto, deve diventare una conoscenza comune. Se non è una conoscenza comune, non sarà mai accettata e non ha assolutamente alcun valore. Deve diventare una conoscenza di ogni essere umano, diversamente non ha significato.

Ed è giunto per voi il momento di ricevere questa realizzazione ed avere la conoscenza completa del vostro essere, di ciò che siete, di ciò che sarete, di ciò che potreste essere stati, di quali siano i problemi intorno.

In noi è dunque situata l’energia germinativa. L’abbiamo tutti innata, è proprio come un computer, un computer vivente dentro di noi, posto lì grazie al nostro percorso evolutivo.

Uno ad uno, passo dopo passo, tutti questi punti sono stati opportunamente posti nella nostra spina dorsale, nel nostro cervello e qui nell’area limbica, in modo assolutamente perfetto, e l’unica cosa da fare è arrendersi. Accettarla. Invece noi ci arrendiamo ad assurdità di ogni tipo, ma il nostro ego si opporrà subito alla persona giusta, vedete. È molto facile arrendersi, molto facile arrendersi a qualcuno che abbia due corna o che sia molto subdolo.

Invece, a che cosa dovete arrendervi? All’energia divina, al vostro Sé, alla vostra saggezza. Che cosa rimettete? Il vostro assurdo, stupido ego. Che cosa avete voi da rimettere a Dio? Che cosa avete voi? Soltanto questa non-conoscenza che vi è giunta attraverso l’ego o, a volte, attraverso queste possessioni, ossia dal superego.

Ora, riguardo all’arrendersi, la gente pensa: “Come faccio ad arrendermi?”. Ebbene, non potete pensarci: “Come dovrei arrendermi?”.

Potete forse riuscirci scrivendo su un foglio: “Farò questo, x più x uguale a…tot”? È molto semplice. In che modo amate? Vi mettete forse a sedere e a tracciare un grafico: “Ora ho intenzione di amare mia figlia. Per questo traccerò una curva con questo e quell’angolo, porterò la bimba lì in quell’angolo, voi la raggiungerete da quest’altro angolo, poi io girerò da sinistra a destra e finirò con la bambina da questo lato…”. (Si presume che stia tracciando una sorta di grafico di una funzione matematica, per mostrare l’assurdità di imparare ad amare mediante calcoli matematici, ndt).

È forse così che fate? Voi sapete come si fa ad amare, non è così?

È innata in noi. La resa non è altro che l’amore di Dio in voi. Egli è in voi, nel vostro cuore. È lì. Lo hanno affermato tutte le scritture e nessuna di esse è sbagliata o falsa.

In qualche punto potrebbero aver male interpretato, ovviamente, tutti hanno giocato dei trucchi, sapete.

I nostri tantrici in India – tutti quelli che oggi sono guru, una volta, nel sesto secolo, erano tutti tantrici – si intromisero in tutto, e la cosa peggiore fu che si intromisero negli stessi Veda, sapete, dove dichiararono che anche una cosa come l’Ashwamedha Yagnyam[4], che è una cosa purissima, è finalizzata anch’essa al sesso. Che cosa dite di questo?

Hanno detto persino che quelle fra Dio e la Dea, fra Dio e la Sua Energia sono relazioni sessuali. Vi dico! Costoro pensano forse che gli esseri umani non siano altro che realtà sessuali? Che non abbiano niente altro in sé? Persino un ameba ha qualcosa di più. Però noi li accettiamo! Perché?

Perché siamo ricercatori. Siamo semplici e stiamo ricercando. Siamo nati in questo mondo per ricercare. Siamo nati appositamente in questa epoca per ricercare. Siamo stati ricercatori in tutte le nostre vite ed oggi vogliamo cercare – e come ricercheremo?

Ovunque abbiamo una possibilità ci precipitiamo lì. Lo so, è difficile capire che non dovete fare nulla, solo continuare a provare.

La barca si sta muovendo e vi traghetterà sull’altra sponda: voi non dovete fare nulla al riguardo. Funzionerà allo stesso modo in cui un grande albero deve maturare, Ora ci sono i fiori, attraggono le api, le api arrivano al momento giusto, i fiori sbocciano al momento giusto ed anche i frutti compaiono al momento giusto. Tutto deve maturare, deve cogliere il proprio corso e il proprio momento. Il modo in cui per me siete costruiti internamente, in cui siete fatti, deve completarsi; così ha inizio un altro giro, ed è per questo che questa ascesa ha dei problemi.

È tutto, niente di più. Ed è molto facile da correggere, non vi sono problemi. È molto facile perché, una volta che abbiate la luce interiore, inizierete a vedere tutto con molta, grande chiarezza. Diventa così difficile solo perché manca la luce. Avete provato a salire al buio le scale di una casa nuova in cui non siete mai stati? Cadete tre volte prima di arrivare al pianerottolo. Ma se c’è luce, di qualsiasi tipo di casa si tratti, che ci siate stati prima o meno, fa lo stesso, salite e basta.

Allo stesso modo, finché non siete illuminati, finché non siete realizzati, finché non avete quell’energia che scorre in voi, non potete comprendere, e non potete vedere quanto è semplice.

E voi vi siete formati in modo così meraviglioso, attraverso le vostre ricerche passate, che, una volta ottenuto questo risveglio in voi, iniziate a risvegliare gli altri.

Potete iniziare immediatamente su qualcun altro. Ma, vedete, è una cosa talmente potente che ormai l’hanno ottenuta quasi tutti così io non so dove andrete a provare (a risvegliare gli altri).

È questo il problema (risate, ndt). L’hanno ricevuta quasi tutti e a volte accade così. “Adesso a chi l’alzerà, Madre? Sono tutti realizzati!”. (Shri Mataji ride, risate) La gente è davvero preoccupata: “Anche quella signora lo ha ottenuto!”. Vedete, è questo il problema: che è così potente!

Ma vi renderete conto che essa riscenderà alla sua posizione originaria. Essa deve tornare indietro perché abbiamo in noi dei chakra, dei centri, che si esauriscono.

Ora direi, ad esempio, che questo è il lato sinistro e questo il lato destro ed entrambi i lati corrispondono al Sistema Nervoso Simpatico.

Il sistema nervoso simpatico di destra agisce per il vostro essere mentale ed il vostro essere emozionale, anzi, per l’essere mentale e per il vostro essere fisico; mentre il lato sinistro agisce per il vostro essere emozionale. In mezzo si trova il canale centrale, ossia il Parasimpatico.

Veniamo ora alle energie sottili sottese che controllano questi due, il sinistro e il destro. Il sinistro è controllato dall’energia che chiamiamo potere di Mahakali, che è AIM.

Poi HRIM e KLIM.

HRIM è il potere centrale. RA, RA è energia. HRIM vi dà i poteri evolutivi ed anche il sostegno; così come il carbonio ha le sue (valenze di) sostegno, come l’oro ha le sue (valenze di) sostegno, come voi avete le vostre (valenze di) sostegno. Tutti traggono il proprio sostegno da questo potere centrale di HRIM, il potere di Mahalakshmi. Ed il potere del lato destro (KLIM?) è il potere di Mahasaraswati.

Ora non dovreste preoccuparvi di questi termini sanscriti. Non ha niente a che vedere con nessuna particolare comunità o altro. Sono in sanscrito poiché furono scoperti da alcuni santi che meditavano in India e conoscevano il sanscrito. Per questo sono termini in sanscrito. Questi nomi inoltre…

La scienza, vedete, si è sviluppata qui, ma anche in India emerse una specie di scienza: e la scienza che si sviluppò in India era la scienza della Kundalini. Essa è l’energia del potere germinativo, l’energia residuale e questa scienza ha visto o in realtà ha sperimentato che la Kundalini, quando si muove, emette dei suoni.

E questi suoni sono diversi a seconda dei diversi centri dentro di noi. Quelli fondamentali sono sette, altrimenti sono undici e ce ne sono tre… … quanti erano? Tre… (yogi: trecentocinquanta milioni). Trecento cinquanta milioni. Capito? Le cose stanno così. Trecentocinquanta milioni, ma noi ne prenderemo in considerazione soltanto sette, al massimo undici, non di più perché è troppo complicato.

Perché dovremmo preoccuparcene? Non dovete preoccuparvi. Ora siete seduti in questa stanza, va bene, perfetto. Perché dovreste preoccuparci della provenienza dell’elettricità e di quante gocce devono esserci volute per creare tutta questa elettricità? Che venga dall’acqua o dal carbone o quale che sia la storia, che importanza ha? A chi importa? Accendete la luce e godetene. L’hanno fatta per voi. È tutto pronto. Ed anche questo dovete darlo per scontato, nel senso che è tutto pronto per voi e voi avete ogni diritto di averlo.

Quando questa Kundalini attraversa tutti i vari chakra emette un suono; e questo suono è stato adottato dagli antichi come fonetica, suoni fonetici per creare la lingua sanscrita. Ecco perché il sanscrito è usato per controllare la Kundalini, il movimento della Kundalini.

E i centri che sono in voi hanno un’impronta, rappresentano una pietra miliare della vostra evoluzione. Per esempio, le guide spirituali che giunsero in diverse fasi della vostra evoluzione, erano in realtà incarnazioni dell’Energia divina ed hanno lasciato un’impronta in voi e vivono in voi in quel centro particolare.

Per questo, quando recitate un certo mantra, quella deità si apre e inizia ad emettere energia. Tuttavia, un essere umano senza la realizzazione ha un’energia limitata, le sua deità hanno energie limitate; ma se è messo in connessione con l’Energia onnipervadente attraverso la realizzazione, anche le sue deità sono connesse.

È come avere un’automobile e poca benzina, capito? E, se c’è anche scarsità di benzina, si entra in tensione e non si sa che fare. Ma se, ad esempio, nel serbatoio della benzina c’è una pompa permanente che lo rifornisce di continuo, allora non avete tensioni, non vi preoccupate che si esaurisca.

Ora, questo esaurimento si ha in tutti i centri, poiché si tratta delle forze alla base di tutti i plessi che abbiamo all’esterno.

Quando essi (chakra) si esauriscono, i plessi che fanno funzionare il nostro corpo, la nostra mente, la nostra attività mentale, le nostre attività emotive, si esauriscono tutti e, di conseguenza, contraiamo disturbi di vario tipo a livello fisico, mentale ed emozionale.

Quindi, risvegliare questi centri è molto importante anche per la vita quotidiana.

Nel senso che dovete rifornirli, dovete risvegliarli affinché almeno la vostra salute sia a posto, la situazione economica sia a posto, la vostra mente sia a posto ed anche le vostre emozioni siano corrette. Questa è la base.

Ma in definitiva che cosa ottenete? Fondamentalmente ottenete quella connessione perenne. Non soltanto quello (salute, ecc.)… Ad esempio, se questo (forse il microfono) non è connesso alla centrale di energia non è possibile farlo funzionare. Può essere costruito perfettamente, ma (se non è connesso) che cosa ci si può fare?

La prima cosa è dunque connetterlo alla centrale di energia. Quando lo connettete alla sorgente, soltanto allora capirete dov’è il problema. Diversamente non ve ne renderete conto. Ma quando ottenete la realizzazione del Sé, vi rendete conto dei vostri problemi interiori. Questa è la prima cosa. La realizzazione del Sé è questo: siete a conoscenza dei vostri centri, del perché sono bloccati, di dove sono bloccati, di qual è il problema e ottenete il potere di correggerli. Certo, c’è la consapevolezza senza pensieri, non c’è dubbio, ma oltre a ciò una persona la cui Kundalini abbia oltrepassato l’Agnya – solo l’Agnya, può anche non ottenere la realizzazione – è subito in grado di curare gli altri.

Ecco perché ci sono persone immature (spiritualmente) in grado di curare. Generalmente poi diventano persone possedute e spiritisti. Capite? La loro Kundalini arriva solo fino all’Agnya ed alcuni spiriti penetrano in loro. Diventano spiritisti. Ma voi, anche se passa soltanto attraverso l’Agnya, potete subito cominciare a curare.

E quando oltrepassa il Sahasrara, questo punto, l’ultimo punto, entrate in quell’area o in quella consapevolezza sottile che è onnipervadente. Ora pensiamo: “Tu sei diverso, lei è diversa, lei è diversa”. Ma c’è un filo che passa attraverso di voi. Se la vostra attenzione diviene quel filo, potete penetrare in chiunque. In questo modo, oltre a conoscere voi stessi, i vostri problemi, qualsiasi cosa, conoscete subito anche gli altri.

Questa è la consapevolezza collettiva, della quale ha parlato anche Jung. La vostra aspettativa deve dunque essere la consapevolezza collettiva.

Questo è un avvenimento vero e proprio. Nel senso che la vostra coscienza, la vostra consapevolezza acquisisce realmente quella dimensione: diventate questo. Per spiegarvi, gli animali, ad esempio, camminano in mezzo alla sporcizia, non hanno mai il senso della sporcizia o del sudiciume. Non possono vedere la bellezza. Ma noi sì. Noi non possiamo camminare in mezzo alla sporcizia. La nostra consapevolezza è molto diversa da quella degli animali. Allo stesso modo, quando diventate questo, la vostra consapevolezza diventa così meravigliosa che iniziate ad avere la percezione del peccato. Iniziate a sentire ciò che è sbagliato; non devo dirvelo io, non lo farete proprio. Io non devo dirvelo. Avete iniziato automaticamente a sentire ciò che per voi è giusto e ciò che è sbagliato. (Non udibile). Io non dico mai di non bere, come fanno i musulmani. No, non lo faccio. Niente del genere.

Continuate pure, contraete il cancro, qualsiasi cosa ben bene, e poi venite da me. Fatevi venire il fegato completamente a pezzi. Siate degli ubriaconi, poi verrete da me. Va bene, non importa. Poi avviene la realizzazione e immediatamente le vostre priorità cambiano. Completamente. Vi sorprenderà! Ho visto persone che erano state dei terribili ubriaconi, sapete, dire: “Madre non possiamo bere”. Io ho chiesto: “Cos’è successo?”. “Vomitiamo”. Lo stesso è accaduto a (Juster?) che ha cominciato a vomitare e non è riuscito a bere. Sapete, io non gli ho mai detto niente.

Allora gioite di qualcos’altro, perché, se assaggiate il nettare della vita, non correte dietro a cose frivole, futili. La vostra dignità si trasforma, diventate diversi, tutto è diverso.

La vostra percezione della gioia è diversa. Diventate davvero bellissimi fiori di cui si può percepire la fragranza anche a distanza, anche per telefono.

È così dinamico, ed è ciò che dovrebbe accadervi. E per questo che cosa dovreste fare? Potreste dire: “Madre, che cosa dovremmo fare?”. Niente. Chiedete e basta. Chiedete e basta, dovete bussare alla porta, tutto qui. E anche se non bussate, sarà vostra Madre a bussare alla vostra porta.

Lei è molto persuasiva. Verrà a casa vostra, vi metterà a vostro agio. Vi massaggerà il corpo, vi massaggerà la testa e la schiena e lavorerà su di voi. E si assicurerà di darvi amore. Lei ha una pazienza infinita.

E vi sorprenderà che, se sono stanca, mi sento davvero meglio quando faccio questo.

Come Patricia che una volta venne a dirmi: “Madre, Lei fa così tanto per noi, ha fatto così tanto, lasci che…io devo fare qualcosa per Lei”. Le dissi: “Che cosa sai fare?”. E lei: “Io sono molto brava a massaggiare i piedi. Io dissi: “Va bene, fallo”. Lei massaggiava i miei piedi e venivano massaggiati i suoi piedi. E lei non riusciva a capire e si sentiva rilassata massaggiando i miei piedi. Io chiesi: “Che cosa succede?”. E lei: “Sorprendente, mi rilasso io mentre massaggio i Suoi piedi”.

Quindi ciò che dovete capire è che voi non potete darmi nulla. Io sono qui per dare e voi per prendere. È un vostro diritto, ricevere e prendere. Vi appartiene. È come nel caso di una madre che vi ama moltissimo e ha moltissime proprietà: ogni cosa vi appartiene. Prendetela. Ricevetela.

Vedete, il maggiore motivo di orgoglio per una madre dovrebbe essere vedere i propri figli cimentarsi con i suoi poteri e poi acquisire i propri poteri e trasmetterli anche agli altri; e diventare figli gioiosi, felici, beati.

È così che io vedo i miei sogni e sono certa che sia giunto il tempo di svelarli. Ne sono sicura.

Dovevo venire a Londra e… Ci sono molti sahaja yogi in India. L’India è un paese pieno di bellissime vibrazioni, non ci sono dubbi, poiché noi abbiamo avuto grandi santi che sono venuti in India, anche Cristo è stato lì.

Ma è come avere denti e non avere cibo, o avere cibo e non avere denti. La situazione è analoga.

Qui siete santi, siete nati in questo Paese e siete fuorviati, mentre laggiù abbiamo gente che non ricerca ma ha le vibrazioni.

Questo è il dilemma di Sahaja Yoga. Pensano, sapete, molti di loro pensano che voi stiate ricercando perché stanchi di una società eccessivamente meccanizzata. Tutto qui.

Pensano che sia più…che la vostra ricerca sia soprattutto un rimedio per i mali che avete. Non credono che stiate ricercando qualcosa di così profondo e che vi sia una ricerca di amore. Non capiscono. Ma devo anche dire che in India Sahaja Yoga ha funzionato molto rapidamente e una volta che il fuoco ha iniziato ad agire, si sta diffondendo a grande velocità. E come è stato a volte … è così interessante, è così interessante che sarete davvero sbalorditi, sapete… A Delhi, ad esempio, abbiamo avuto un programma per la presentazione di questo libro, per presentare questo libro per la prima volta e io ho detto: “Oh, è troppo per me. Come farò? Sapete, non ho mai fatto niente del genere”.

Loro risposero: “No, Madre, Lei deve soltanto tenere una conferenza, è tutto. Lei pensi che è un programma di Sahaja Yoga, noi ci occuperemo di tutto il resto”. Il Presidente dell’India, era stato in qualche modo curato da me e tutto questo, e per questo speravano che questo Presidente indiano intervenisse. Fortunatamente lui non si fece mai vivo, sapete, fu una buona idea.

Così dissero: “Madre non possiamo avere lui, allora perché non diventa Lei il presidente qui?” dissi “Se pensate che io vada bene non mi dispiace di diventare presidente qui”. Ed erano presenti tutta la stampa, tutti i deputati, gente molto, molto critica, e vennero tutti loro, ci pensate? Avevamo preso… stavano per prendere una sala per duecento persone. Io dissi: “No, no, prendetela per ottocento”. Chiesero: “Si riempirà?”. Ed io: “Prendetene una da ottocento come minimo”. E venne tutta questa gente. Io non so con quali idee siano venuti, ma non c’era posto per muoversi neppure nei corridoi, la gente era anche nei corridoi. Dissi: “Guardate questa nuova fase che sta arrivando”.

E dissi qualcosa che non avevo mai detto prima. Io ho usato molto tatto durante questa mia vita poiché la gente non vuole sentire niente. Ad esempio, Cristo disse: “Io sono la Luce, io sono la Via”. Lui lo era. Non è una questione di ego, no? Pensate questo? Intendo dire che se si è qualcosa… ora, se io sono Nirmala dovrei dire che lo sono. È forse un atto di ego?

Krishna, ad esempio, ha detto: ”Sarva-dharman parityajya mam ekam sharanam vraja”: abbandonate tutti questi dharma, tutte queste religioni; Egli non intendeva la religione interiore, ma intendeva dire: qualsiasi sostegno (dharma) osserviate, rimettetelo a me al fine di trascenderlo.

Era forse pieno di ego? Però fu pieno di tatto. Non lo disse alle masse. Lo disse solo ad Arjuna. A nessun altro. Ma qualcuno che aveva un occhio e orecchio per sentire, lo udì e lo riportò per scritto; ma Krishna non parlò mai alle masse, no. Cristo lo fece, e che cosa gli avete fatto?

Egli non fece alcun male, giusto? Fu soltanto per ciò che disse. Quindi io sono stata molto cauta. Io sono molto illusoria per natura quindi non lasciatevi ingannare dalle mie parole di (…). Io sono nata in questo modo. Io sono illusoria, questo è il solo modo in cui posso avvicinarvi. La gente ha provato di tutto: la diplomazia di Krishna, diciamo, poi i sacrifici di Cristo. Adesso, il mio è lo stile dell’illusorietà. Infatti, se non fossi così, non tornereste.

Prima di tutto, devo apparire proprio uguale a voi, anche se a volte non ci riesco molto, ma il più delle volte ci riesco. E dovrei pensare come voi. Assolutamente, affinché non sappiate mai (chi sono in realtà, ndt). Nel profondo dei vostri cuori potreste rendervene conto; ma l’illusione sarà sempre mantenuta, affinché la riceviate pienamente (la realizzazione), completamente e la padroneggiate senza sentire alcun timore reverenziale nei miei confronti.

Dovete essere assolutamente liberi con essa, assolutamente liberi. Ed io vi assicuro ogni protezione. Tutto ciò che dovete dirmi potete dirmelo, tutto ciò che volete sapere dovreste saperlo e vi svelerò le cose più segrete, considerate segretissime, e che anche i più grandi santi dell’India non conoscono. Loro non sanno alzare la Kundalini come sa fare Douglas, diciamo, o Pat o Gavin.

Loro non sanno farlo. Voi semplicemente alzando le vostre mani potete elevare il mondo e loro sono parecchio gelosi di voi. Mi hanno anche chiesto: “Madre, perché hai accordato così tanti favori a queste persone? Chi sono?”. Ho risposto: “Sono il mio essere, me stessa, sono me”. Loro sono parecchio sorpresi dal modo in cui sapete manifestare i vostri poteri.

Io spero che questo grande Paese, l’Inghilterra, che, come ho detto più volte è il cuore dell’universo… Dovete capire che il cuore deve schierarsi dalla parte della realtà e lottare per preparare l’avvento dell’ultimo Essere Terribile, che verrà con i Suoi undici poteri distruttivi e farà semplicemente una cernita. Non vi sarà persuasione, realizzazione, conoscenza; soltanto una cernita. Prima di ciò, voi dovete salvare tutti i vostri amici, salvare tutti, trarli in salvo. E voi siete i guerrieri, siete coloro che lo faranno. Io sono solo sullo sfondo. Non faccio nulla. Io parlo, tutto qui.

Che Dio vi benedica tutti.

Riguardo alle diverse deità, avete una di queste cose qui? No?

Yogi: Ho un grafico. Ho un opuscolo…

Shri Mataji: … e sui centri e tutte queste cose? Non ce l’abbiamo adesso.

Yogi: Ho degli opuscoli ma sono piccoli.

Shri Mataji: Quali?

Yogi: Quelli stampati.

Shri Mataji: Beh, mostra loro lo stampato che hai in mano…

Allora potete farli ciclostilare e quant’altro, e guardare voi stessi quali sono i centri e come sono rappresentati sulle vostre dita.

Quando siete realizzati potete cominciare a sentirli; ad esempio questi bambini avevano il raffreddore, sapete, così ho cominciato a sentir bruciare il dito (probabilmente l’indice) della mano destra… non lo sento solo io ma anche voi inizierete (a sentire). (Ai bambini): Anche loro lo sentiranno! Questo è il raffreddore di cui soffrivano i bambini e adesso (la Kundalini) lo sta risolvendo. Questo è il centro del Vishuddhi e quando c’è un raffreddore lo sentite. Sul lato destro ci sono i problemi fisici. Sul lato sinistro ci si sente colpevoli. Possono essere soprattutto cattolici.

È molto interessante, sapete, avere informazioni sulle persone e vi stupite, quando lo scoprite. Gavin, ad esempio, sapete, un giorno era preoccupato per suo padre poiché non aveva ricevuta da lui alcuna lettera.

“Perché sei preoccupato? Prendi le vibrazioni, sai, questa è una telecomunicazione totale”.

Allora lui disse: “Madre, sento calore qui”. Io dissi: “È tuo padre”. Lui disse: “Questo (forse entrambe le dita corrispondenti al centro del cuore, ndt) è tutto (connesso al) padre?”. “Questo (dito dell’aspetto sinistro del cuore) è tua madre”. Dissi: “Lui ha qualcosa che non va ai bronchi. Deve essere una bronchite o qualcosa del genere”. Allora lui telefona a casa e la madre gli dice che il padre si è preso una brutta bronchite, si è ammalato di bronchite.

Abbiamo capito anche che Nixon si stava cacciando nei guai, sapete. Abbiamo potuto capirlo molto prima che accadesse. Una persona può apparire molto importante, molto grande: tendete le mani e chiedete, e saprete che genere di persona sia. Le sue vibrazioni si fermeranno immediatamente o sentirete un pizzicore, a volte un bruciore, altre volte vi verranno le vesciche! (Si arriva) fino a questo punto. Voi, voi stessi, siete gli strumenti, coloro che fanno la diagnosi e che curano. Questo è il potere della realizzazione del sé.

Qualche domanda?

Yogini: Sì, ci sono migliaia di domande che vorrei fare…

Shri Mataji: Che cosa?

Yogini: Ne ho migliaia. Ma ciò di cui ora Lei sta parlando…Peter e Raymond mi hanno parlato un po’ di Lei, in un certo senso. Qual è la Sua relazione tra la realizzazione del Sé che, bene, avviene quasi subito, e l’illuminazione nel senso di essere liberi dalla ruota del karma? Capisce cosa intendo? Che…che…

Shri Mataji: L’illuminazione?

Yogini: Beh, nel senso di essere liberi dalla ruota del karma. Capisce ciò che intendo?

Shri Mataji: Oh, immediata, liberazione immediata. Che cos’è il karma? Vedi, anche questa è una teoria che dovete comprendere: che cos’è il karma. Karma: chi fa il karma (azione, ndt)? È il vostro ego. Quali karma fate voi? Nessuno. È il vostro ego che vi dà l’idea di fare qualcosa. Voi non fate assolutamente nulla. Posso assicurarvelo. È l’ego in voi che agisce.

Ora, l’ego è qui, vedete, sale da destra e passa a sinistra; e il superego è così.

Quando la Kundalini sale entrambi vengono assorbiti e la vostra attenzione va oltre l’ego. Allora ne ridete: “Oh, signor Napoleone, come va signore?”. I karma vengono dissolti, perché non avete ego. È così, molto semplice. Diciamo che quando il sole è di lato potete vedere la vostra ombra, giusto? Ma quando è a picco sulla vostra testa l’ombra scompare dentro di voi. È qualcosa di molto semplice.

Yogini: Ma quando si leggono le Scritture…beh, è scritto nelle Scritture orientali perché sa, in Occidente le scritture non danno nessuna notizia del….(karma?).

È una specie di tentativo di credere che è qualcosa che…

Shri Mataji: È così che devono fare. Vedete, sono tutti così, dei criminali. Devono farvi credere in qualcosa, sapete, altrimenti come faranno a rispondervi che il motivo per cui avete certi comportamenti è il vostro karma?

Ma allora voi che ci state a fare? Vedete, ciò che io direi è: “Che ci state a fare qui a sottrarci il nostro denaro?”. Una semplice domanda. Vedete, se soffriamo a causa dei nostri karma, siamo noi i colpevoli.

Ce n’è uno davvero meraviglioso in Biasra. Lui ha detto: “Io prendo solo un centesimo dei vostri karma”. Io ho ribattuto: “Perché solo quello? Perché non tutto?”.

E poi dice che per tutto il resto dovete lavorare duramente. “E che significa lavorare duramente?”. “È un servizio”. “E qual è il servizio?”. Grandi, grandi tronchi, vedete, e c’è un enorme salvadanaio (gioco di parole: in inglese salvadanaio si dice letteralmente ‘banca di maiali’, ndt), sapete, maiali così, ed un salvadanaio (forse nel senso che i seguaci dovevano versare denaro nel salvadanaio per il “guru” e al tempo stesso pulire lo stallino dei maiali, ndt). È quello il servizio. E la gente da tutto il mondo viene qui per fare quel servizio e pulire lì. Notate la beffa.

Yogini: Lei prima ha detto qualcosa sul fatto che noi veniamo a Lei…è come se in passato avessimo fatto qualcosa di meritevole, per questo veniamo da Lei. È così? Perché sembra, sembra quasi troppo facile…sa. Capisce ciò che intendo? Intendo…

Shri Mataji: Perché dovrebbe essere difficile?

Yogini: Beh, no, ma sembra…

Shri Mataji: Ora ti dirò perché. Molto semplice. Vedi, la tua respirazione è molto semplice, non è così? Hai forse consultato qualche libro? Oppure hai forse studiato il karma?

Yogini: Beh, io…

Shri Mataji: È così perché è molto importante per noi. Analogamente, la nostra evoluzione è molto importante. Se non vi evolvete la creazione non avrà significato. Deve essere la cosa più semplice di tutte. Sahaja. Spontaneo. Come può essere difficile? Pensaci. Deve essere la cosa più semplice.

Yogini: Ma…non sono molto sicura. Il fatto è che io ho sempre pensato che, se la mia vita è difficile, è perché ho fatto cose sbagliate in passato che hanno causato questo..

Shri Mataji: Vedi, ora….

Yogini: …sembra improbabile che la mia vita cambierà all’improvviso.

Shri Mataji: Oh, questo è un vecchio trucco che hanno provato con tutti. Come quando il vostro prete vi dice: “Vieni a confessarti”. Ora, quelli che non hanno fatto nulla, che cosa confesseranno? Allora si inventano qualcosa: ”Devo aver fatto qualcosa, diversamente dovrò affrontare il prete e che cosa gli dirò?”. Alla fine anche il prete finisce al manicomio.

Andate a dirgli: “Confesso, confesso”, tutto assurdo, assurdo. È come in India, sapete, dove abbiamo avuto un prete che andava in un villaggio, sapete, e iniziò ad insegnare il Cristianesimo.

Quando stava per andarsene, il capo del villaggio, non sapeva come ringraziarlo. Disse: “Signore, le siamo grati per aver visitato il nostro villaggio. Lei ci ha davvero illuminati, perché non sapevamo cosa fosse il peccato e adesso lo sappiamo”. (Risate)

È così, sapete. È solo nei tempi moderni che dovete pagare per questa illuminazione!

È molto semplice. Loro hanno fatto il lavoro difficile, Cristo lo ha fatto per voi. Comunque, quale peccato puoi commettere, figlia mia, che sia più grande dell’amore di Dio? Dimmene uno.

Yogini: La cosa è che se.. le cose vanno un po’ male per uno…

Shri Mataji: Che cosa?

Yogini: Quando le cose tendono ad andare un po’ male, se in qualche modo si può dire che deve essere a causa di qualche mia colpa del passato, allora non si colpevolizza nessun altro; mentre, se si sente di non aver colpa e le cose vanno un po’ male si tende ad accusare gli altri, o almeno… capisce cosa intendo?

Shri Mataji: Vedi…

Yogini: …specialmente se ti trovi in una situazione in cui hai torto…

Shri Mataji: Sì, ma insomma non sai…

Yogini: …e si accusano altre persone.

Shri Mataji: Vedi, noi siamo così: o distruggiamo gli altri o distruggiamo noi stessi. Dobbiamo farlo? Non è necessario distruggere gli altri e neppure distruggere noi stessi. Non siamo colpevoli né colpevolizziamo gli altri. Possiamo stare nel mezzo? Insomma non possiamo avere buon senso?

Yogini: Noi siamo solo agenti …

Shri Mataji: Distruggiamo noi stessi se ci sentiamo colpevoli. Distruggiamo noi stessi, in questo modo, sapete? È autodistruzione, sapete? In effetti questa società ego orientata è arrivata al punto che l’ego è diventato esagerato.

Così, giusto per controbilanciarlo, avete cominciato con il superego. E il superego è quello che vi fa dire che siete persone molto egoiste, buone a nulla, davvero orribili; sarete responsabili della guerra del Vietnam, di Idi Amin[5], di tutti questi rappresentanti del potere. Vi identificherete con chiunque e vi sentirete colpevoli, mentre siete persone bellissime. O vi sentirete superbi e pieni di ego, o vi sentirete colpevoli.

E che cosa devo fare io? Pensate anche a me. È una situazione bizzarra. Non è vero, non è vero, non siete colpevoli di nulla, né dovete sentirvi superbi; perché qualunque cosa è Sahaj, tutto qui. E non c’è colpa di cui Dio non possa farsi carico. Infatti voi siete persone molto dolci, per questo siete stati creati.

Yogini: Ma allora si torna alla vecchia domanda, vede: perché Dio ha creato un mondo di sofferenza…

[Fine della registrazione audio]





[1] Crore: unità di misura nel sistema numerale indiano equivalente a dieci milioni.

[2] Sala a Londra in cui Shri Mataji ha tenuto programmi pubblici di Sahaja Yoga a partire dall’ottobre del 1977 fino al maggio del 1983.

[3] I Navnathas (= Nove Profeti): Machindranath, Gorakhnath, Jalandharnath, Kanifnath, Gahininath, Bhartrinath, Revananath, Charpatinath, Naganath.

[4] Yagnya: havan. Ashwamedha: lett. Sacrificio del cavallo. Era un havan celebrato dai re per propiziare la fertilità e il benessere del regno.

[5] Idi Amin (1925 o 1928 –2003) è stato un politico, militare e pugile ugandese. Fu presidente dell’Uganda dal 1971 al 1979. La sua condotta in Uganda fu improntata alla più settaria violenza, includendo la persecuzione razziale di diversi gruppi etnici inclusi induisti e cristiani dell’Uganda. L’ammontare delle vittime causate dal regime di Amin non è mai stato quantificato in maniera precisa, ma è stato stimato tra gli 80.000 e i 500.000 morti.