Guru Puja, Guru Purnima

London (Inghilterra)

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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

 Guru Puja

Guru Purnima

Ashram di Dollis Hill, Londra (GB), 8 Luglio 1979





Oggi è il giorno della luna piena, per questo è chiamato purnima. Il guru deve essere come una luna piena, cioè completamente sviluppato, completamente maturo.

Ci sono sedici kala, o fasi della luna, e quando arriva il completo purnima, cioè il giorno di luna piena, tutti e sedici i kala sono completi.

Sapete anche che nel Vishuddhi chakra sono presenti sedici sottoplessi. Quando Krishna viene descritto come Virata è chiamato Sampurna, ossia la completa incarnazione dell’aspetto di Vishnu, poiché Egli ha tutte e sedici le fasi complete.

Ebbene, il numero di oggi è sedici, e sei più uno fa sette.

Adesso dobbiamo comprendere l’importanza del guru. Perché dovremmo avere un guru dal momento che abbiamo Dio? Abbiamo la Shakti, perché dunque dovremmo avere un guru? Qual è la necessità di avere un guru?

Guru significa peso, il peso. Noi traiamo il nostro peso dalle forze magnetiche della gravità di Madre Terra. Guru significa dunque gravità; la gravità di una persona.

Perché abbiamo bisogno di un guru? Perché, soprattutto in Sahaja Yoga, è facile conoscere Dio, essere uno con Lui. Non appena ottenete la vostra realizzazione del Sé in Sahaja Yoga, il moderno Sahaja Yoga, immediatamente siete autorizzati a dare la realizzazione agli altri.

È stato detto che il guru è la persona che vi fa conoscere il Divino. Questo non è vero; infatti, ogni persona che abbia ottenuto la realizzazione del Sé in Sahaja Yoga, può alzare la Kundalini e dare la realizzazione del Sé agli altri, subito dopo aver raggiunto il Sahasrara o aperto il Sahasrara.

Normalmente, però, un’anima realizzata (che non sia un sahaja yogi, ndt) non può farlo; nessuna anima nata realizzata può farlo da sola, deve avere l’autorizzazione da me, in quanto oggi io sono (qui).

Ecco perché è stato detto che il guru è la persona che vi fa incontrare Dio, ossia risveglia la Kundalini e vi fa diventare uno con Dio: perché ai tempi in cui i guru erano realizzati, quando i guru erano realizzati, avevano l’autorità ed il potere di risvegliare la Kundalini solo dopo aver acquisito un altissimo livello evolutivo, la completa purificazione e il completo distacco. Quindi non era possibile per le persone dare la realizzazione subito dopo aver raggiunto lo stato realizzato.

Nei tempi antichi, la maggior parte dei guru cominciava innanzitutto con la purificazione delle persone. Prima le purificavano, una per una, risvegliavano la Kundalini, la guidavano in ogni chakra e poi davano loro la realizzazione. Era una tecnica completamente diversa, la si può definire la tecnica del carro di buoi.

Ecco perché era assegnato un mantra per un particolare chakra in cui si trovava il problema, in cui la Kundalini si bloccava. Alcune persone usavano questo mantra anche per dieci anni, lavorando su un singolo chakra. Ho conosciuto gente che ha lavorato sull’Agnya per dieci, venti anni. Ma voi sapete che in Sahaja Yoga lo purifichiamo in un attimo. Ciò ha qualcosa a che vedere con il vostro speciale Guru e con chi Lei è.

Dunque, l’idea iniziale che colui che vi fa incontrare Dio è il guru, deve progredire un po’, poiché ormai per voi è un gioco da ragazzi risvegliare la Kundalini e far diventare le persone una cosa sola con il Divino. Tuttavia, secondo la terminologia di Sahaja Yoga, non diventate ancora guru.

Persino se avete vikalpa, se avete dubbi su Sahaja Yoga, voi potete comunque farcela se alzate la Kundalini. Anche se la vostra chitta, attenzione, non è pura, potete comunque farlo; questo è l’unico modo, la pura verità. E come? Come ha funzionato in modo così meraviglioso? Direi che ha funzionato in questo frangente. Forse ve ne parlerò in seguito. Ma quella che fluisce è una divinità pura non contaminata dal vostro stato, qualunque esso sia; una divinità assolutamente pura.

Con gli altri era diverso, dovevano purificarsi, pulirsi.

Come strumento voi siete perfetti, ma non come guru.

Qualunque possano essere i vostri difetti o le vostre mancanze, voi alzate le vostre mani e la Kundalini si solleverà ai vostri ordini.

Si muoverà sulle vostre dita: è un potere straordinario. Potete chiedere a chiunque e vi diranno tutti di essere sorpresi ed invidiosi di voi. Non riescono a capire come alzando le dita siate strumenti perfetti; è perché siete stati creati da Qualcuno che è assolutamente perfetto.

Tuttavia non siete dei guru perfetti, questo va compreso. Ed è per questo che avete bisogno di un guru che vi spieghi tutto ciò che è perfezione.

Ora, come vi ho detto, guru significa gravità. Voi non siete in grado di dire dov’è l’asse di Madre Terra. Non potete vederlo; insomma, non potete vederlo, non potete sentirlo. Però si dice che esiste un asse sul quale ruota Madre Terra. Dunque è un’energia, un’energia sulla quale ruota questa Madre Terra. Allo stesso modo, voi avete un asse, ossia la vostra Sushumna, che vi conferisce la gravità.

La prima cosa importante per un guru è avere un vostro centro di gravità, e tutto sia incentrato sulla gravità. Finché la vostra attenzione non sia completamente fissata su questo centro di gravità dentro di voi, chiamato dhruva – ossia un punto fisso – non potete diventare guru.

Dunque, la gravità in voi si manifesta purificando la vostra attenzione, osservando dove va la vostra attenzione. Come raggiungere il vostro centro di gravità, o qualcosa che abbia un centro di gravità? Come scoprirlo? Si continua ad equilibrarlo e, quando l’equilibrio è completo, a quel punto diciamo che quello è il centro di gravità.

Alla stessa maniera, la vostra attenzione dovrebbe mantenere il vostro centro di gravità in perfetto equilibrio. Quindi, la prima cosa è che dovreste essere persone equilibrate. Ma una persona equilibrata non è fissa, non è rigida. Invece, una persona sbilanciata è una persona che corre di qua, di là e di là. Anche dopo essere entrata in Sahaja Yoga, corre dietro a questo e quello e quell’altro: una persona così non può ottenere molto. Fissate il vostro centro di gravità, il punto di equilibrio in Sahaja Yoga.

Questo è molto più importante che fare qualsiasi altra cosa. Prima di tutto fissate il vostro centro di gravità. Allora sarete stupiti (di notare) che, qualsiasi cosa fuori di Sahaja Yoga guardiate alla luce di Sahaja Yoga, vi renderete conto di come sia collegata a Sahaja Yoga e al vostro centro di gravità.

Se è in contrasto capirete in che cosa lo è. Se è compatibile vedrete dove lo è.

Per esempio, leggerete dei libri e saprete immediatamente qual è la verità e quale non lo è. Ma se non avete fissato o acquisito quel punto, scivolerete da questa o da quell’altra parte. Qualsiasi altra cosa può attrarvi, potete deviare dalla verità. Quindi, per prima cosa, occorre fissare questo punto dentro di noi.

Si chiama dhruva pada, la posizione del punto fisso dal quale capiamo che ogni cosa viene irradiata. Ogni cosa viene controllata da qui, dalla luce dentro di noi grazie alla quale distinguiamo l’oscurità dalla realtà.

Tuttavia, con tutto ciò, anche se glorificate, recitate tutti i nomi e cantate ogni cosa, niente ha senso se non sviluppate la disciplina.

Per guru seva[1], ossia per diventare guru, la disciplina è sthai bhav, o si può dire l’emozione della permanenza.

Voi dovete disciplinare il vostro corpo, disciplinare la vostra mente, disciplinare voi stessi. In Sahaja Yoga è una cosa così semplice da fare; insomma, voi siete soltanto (l’aspetto della) collettività, ma non siete guru. Quindi, in che modo disciplinarvi?

Alcuni hanno una certa rigidità nel fisico. Dovrebbero quindi sviluppare una postura corretta.

Modellate il vostro corpo. Non per torturarlo, ma per dominare il proprio corpo. Non direi, per esempio, di andare a sedervi nell’acqua ghiacciata – è sbagliato, vi congelereste danneggiandovi orribilmente le ossa – ma che dovete fare tutto ciò che è necessario per procurarvi un corpo agile e in grado di vivere in qualsiasi circostanza.

Ovviamente dovete anche maltrattare un po’ (il vostro corpo) in modo da essere in grado di sedervi facilmente per terra, di dormire per terra senza difficoltà. Non dovrebbero esserci problemi per queste cose; dovete disciplinarvi.

Sahaja Yoga è una vera benedizione, ma a volte può essere una benedizione camuffata. Se lo date per scontato andrete alla deriva, non andrete molto più lontano. Pertanto il corpo dovrebbe essere tale da poter portare molti pesi su di sé, dovrebbe essere in grado di compiere moltissimo lavoro.

Sta a voi decidere del vostro corpo.

Ora guardate com’è il corpo del vostro Guru: io carico il mio corpo di moltissimo lavoro. Sono in grado di lavorare per ore, posso rimanere sveglia per ore intere.

Non dirò mai, neanche una volta, che il mio corpo non va bene: è una cosa talmente bella che ho. Però dietro vi è una grande tapasya, penitenza. Una terribile penitenza, perché è un corpo umano che deve elaborare molte cose. Sapete che al tempo di Rama, Egli dovette camminare sempre a piedi nudi; era un re ma dovette vivere in una capanna.

Quindi, non lasciatevi dominare dai lussi e dagli agi. Non dico che dovreste torturare inutilmente il vostro corpo, non è assolutamente questo il punto – infatti devo sempre darvi un punto di equilibrio – ma non viziate il vostro corpo al punto che diventi un ostacolo alla vostra penitenza.

Tenetelo pulito, rispettate il vostro corpo e sarà molto soddisfatto quando saprà che lo avete usato per lo scopo divino.

C’è un termine indiano per definirlo, bhaitak – qui non so, non esiste un equivalente in inglese – bhaitak significa il potere di stare seduti.

Quella è la gravità. Per quanto tempo riuscite a stare seduti in una posizione? Qual è il vostro bhaitak? In ogni corso di studi vi chiederanno qual è il vostro bhaitak, se avete bhaitak. È il potere di stare seduti in un punto. Per quanto tempo potete stare seduti senza interruzioni? È così che giudicate la vostra gravità. Finché non avete bhaitak, non potete essere guru.

Quindi il corpo deve essere educato appropriatamente, deve essere sottomesso. Non è questione di diventare magri o grassi, ma il corpo dovrebbe essere tale che dovreste poterlo usare per i vostri propositi di guru.

A volte vi accorgerete di non riuscire a dormire per terra. Ma se dormite per terra per tre, quattro giorni, poi il vostro corpo sarà felicissimo. Soffrirà per uno o due giorni e poi funzionerà.

Ma non insultate il vostro corpo.

Vedete, questo è l’opposto della disciplina: se non facciamo il bagno, se non ci manteniamo a posto, insultiamo il nostro corpo. Prendetevene cura. Potreste dovervi prendere cura della sua morbidezza, della sua armoniosità; trattatelo con rispetto. Diventando dei barbari si insulta il proprio corpo.

Il corpo è dunque molto importante. È composto dai cinque elementi e tutti questi cinque elementi in noi devono risplendere, in quanto guru.

Potrei andare ancora avanti così; ma ora riflettete su quel che dovrete fare in futuro con il vostro corpo, in che modo userete i cinque elementi all’interno del vostro corpo, (in che modo) li purificherete facendoli diventare bellissimi affinché la vostra luce risplenda.

La gravità si manifesta in voi, nel vostro corpo, quando iniziate a generare il vostro potere o il vostro principio di gurutva, il principio della vostra maestria, attraverso questo vostro punto di gravità.

Il secondo punto è che la vostra attenzione dovrebbe avere questa gravità. La vostra attenzione è molto importante. Una persona che venga facilmente disturbata, o che si faccia prendere facilmente da cose come le emozioni, diciamo, o da qualche altra attività intellettuale, non è una persona profonda.

In quanto guru ci saranno tentazioni per voi.

La gente vi sfiderà, assolutamente. Se qualcuno salta fuori con una grossa impresa intellettuale o qualcosa di simile, vi sentirete immediatamente sfidati e direte: “Bene, lasciate che affronti la situazione”.

Affrontatela nell’ottica di Sahaja Yoga, con la vostra gravità. Sedetevi semplicemente sulla vostra gravità e valutate in base ad essa: capirete subito come gestire la situazione. Non avete bisogno di parlare con quella persona, affronterete la situazione nel modo corretto; non ad un livello intellettuale, ma con la vostra gravità.

È l’attenzione a possedere la gravità: abbassa l’ego ed il superego delle altre persone. Allora non sarete frustrati né spaventati.

Inoltre, se potete iniziare dall’esterno, può funzionare con gli esseri umani; funziona. Ad esempio studiate il vostro comportamento, come vi comportate nei confronti degli altri. Oppure studiate la vostra attenzione, come si comporta verso l’esterno: che cosa attrae la vostra attenzione? Da che cosa è attratta? Studiate la vostra attenzione. Attraverso questo studio sarete in grado di fissare la vostra attenzione entro le sue maryada, entro i suoi limiti.

Una volta che avrete posto questi limiti all’attenzione, inizierà a svilupparsi la profondità. Una persona priva di limiti non potrà mai avere profondità, si svilupperà sempre e solo così, senza nessuna profondità.

Quindi, dovete porre dei limiti comprendendo la vostra attenzione (e dicendole): “Niente di più, bene, niente più di questo”.

Ad esempio ho notato che alcune persone in Sahaja Yoga si interessano ad un ammalato; allora per loro quell’ammalato diventa importante. Oppure si interessano a qualche persona (pensando) che debba prendere la realizzazione: “mia madre, mio padre, mio, mio”.

E parlano tutto il tempo di questo – il mio lavoro, i miei abiti, tutta una serie di “mio”- e non capiscono come tracciare il limite.

Dovete sapere dove tracciare il limite, ossia le maryada. Diversamente tutto si disperderà e diventerete persone frivole, non ci sarà gravità in voi. Quindi dovete sapere fin dove spingervi con una persona, quando la affrontate da guru. A quel punto siete maestri.

Se però non sapete dove porre il limite, potreste oltrepassarlo e finire nelle sue grinfie.

Il modo migliore per affrontare le situazioni è dunque entrare in consapevolezza senza pensieri, ripetutamente, ripetutamente, ripetutamente, e così la stabilizzate chiaramente.

Alcuni si lamentano con me che non è una cosa facile da fare: è la cosa più facile da realizzare, se lasciate perdere tutte le altre cose inutili che fate. E a quel punto la gravità vi conferirà la saggezza per fare la cosa giusta al momento giusto.

L’ashram è il luogo in cui si deve apprendere ad essere un guru, ma trovo che non sia sempre un buon esperimento, sapete. Quando hanno un ashram, lo danno per scontato. Credono che sia un posto dove si possa andare a vivere piacevolmente e dove alcuni lavoreranno e altri se la godranno, dove alcuni pagheranno ed altri no.

È molto (…). Dovete scoprire immediatamente la persona che possiede realmente l’autorità spirituale e cercare di seguirla. Invece di questo, cerchiamo di mescolarci con persone di autorità spirituale inferiore. E costoro dormono fino alle nove del mattino e allora dormono tutti. In un ashram nessuno dovrebbe dormire oltre le sei del mattino; è una regola assoluta.

È assurdo, dovete andare a dormire presto e alzarvi presto, diversamente potete starvene fuori. Dovete alzarvi tutti alle sei; voi sapete a che ora si alza vostra Madre. E quel che trovo è che qui nessuno è in piedi.

In India si alzano tutti prestissimo, invece qui non trovo nessuno in piedi e così la mia attenzione va tutta sprecata.

Ma non vi rendete conto di quanto tutte queste cose siano importanti; per voi questo è il momento dell’addestramento. Siete nati per questo, lo avete cercato per secoli ed ora che lo avete ottenuto dovete disciplinarvi. Però ho visto che negli ashram dove si pagano ingenti somme, ci si alza alle sei, alle quattro, alle tre.

Questo perché in Sahaja Yoga ogni cosa deve venire da voi. È fatto così.

Al massimo posso chiedere alle persone che non sono a posto di andare a vivere fuori per un periodo e poi tornare all’ashram. Questo aiuta un po’; ma non (posso fare) più di così, perché, sebbene io sia un guru, sono anche una Madre. Siete voi che dovreste maturare da soli. Maturerete molto più rapidamente che imponendovi io le cose.

Voi cercate i difetti degli altri ma non i vostri. Dovete avere una disciplina, un’ora in cui alzarvi al mattino, offrire un piccolo puja o qualcosa di simile, e trascorrere almeno mezz’ora tutti quanti insieme. Dovreste essere pronti per le sei o le sei e mezza, sedervi e meditare.

Adesso devo darvi io delle regole, perché voi non volete stabilirle. Sono anche sorpresa che dopo tutti questi anni così tanti ancora non sappiano il mio aarti a memoria.

Questo è ciò che è Sahaja Yoga, poiché è una Mahamaya. Quindi dovete impararlo voi stessi, dovete farlo da soli.

È facile parlare di Sahaja Yoga, è molto facile alzarsi e parlarne perché lo avete sentito da vostra Madre. Questo però non impressionerà le altre persone, si disperderà, poiché deve provenire dal vostro centro di gravità.

È questo il più grande favore che possiate fare a voi stessi: disciplinare voi stessi totalmente. E disciplinarvi completamente, regolare il vostro corpo e correggere la vostra attenzione.

L’attenzione si corregge in molti modi. Come ho detto, osservate dove va la vostra attenzione.

Ora, di che altro vogliamo parlare se non di Sahaja Yoga? C’è qualcosa di più bello o di più interessante, di più manifesto di Sahaja Yoga?

E il compito di un guru non è altro che svelare il Parabrahma stesso, l’intero meccanismo del Divino; questo è il lavoro di un guru.

Nei tempi moderni, il compito di un guru è svelare l’intero funzionamento del Parabrahma. Non è solo risvegliare la Kundalini. Ma dopo il risveglio della Kundalini dovreste essere in grado di parlare di tutti i poteri divini e di ogni cosa.

Per questo dovete imparare, leggere e comprendere. Capite ora la differenza fra i guru del passato e i guru moderni?

Infatti, (i discepoli dei guru del passato) venivano educati con una disciplina davvero tremenda, e a malapena uno o due venivano fatti diventare guru. Affrontavano tali studi, interrogazioni, esami e test che diventavano guru intorno all’età di settantacinque anni.

Noi invece dobbiamo farlo rapidamente, e il modo migliore è che lo facciate voi stessi.

Forse la tradizione dei Paesi occidentali non vi dà molto impulso nel seguire la disciplina. Questa è forse definita come un impedimento alla vostra libertà. Ma una persona disciplinata è l’unica che può essere un sahaja yogi.

La spontaneità agisce al meglio in una persona disciplinata. Una persona disciplinata è chi conosce la tecnica, e l’energia è la spontaneità. Ma cosa farà la spontaneità con una persona che sia sprecata? Non può funzionare, lo strumento è orribile.

Quindi disciplinate voi stessi affinché gli altri siano disciplinati dal vostro comportamento.

Una volta che vi siate disciplinati, quando diventate guru, in quanto maestri avete alcuni privilegi.

E ci fu una cosa che venne usata come un’arma da molti maestri precedenti a voi – insomma, a voi non occorre usarla, ve lo sto semplicemente raccontando come aspetto marginale – ed è l’irascibilità.

Tutti i guru avevano un temperamento terribile. È ciò che ci si aspetta da loro. Ad esempio vorrei raccontarvi di Allauddin Khan Sahib, che è stato un grande musicista e maestro di Ravi Shankar e di tutti questi artisti.

E mio padre era il consigliere politico del Maharaja di Maihar[2] e ci recammo lì, c’ero anch’io. A quel tempo, Ravi Shankar era un artista di fama un po’ qua e là. Intendo dire che è ancora un artista bravissimo. Ebbene, il suo guru nutriva un grande rispetto per mio padre e lo trattava con molta reverenza. Allora lui iniziò a suonare qualcosa, era molto bravo al mridanga[3] e quindi suonò il mridang per mio padre.

Quel giorno – il lahara era una melodia da suonare, una semplice melodia da eseguire come accompagnamento per il mridang – mio padre chiese a Ravi Shankar di suonare. Non disse… [Interruzione nella registrazione].

…e al minimo errore prendevano una di queste cose e vi colpivano, sapete. Quindi le persone stavano molto attente se erano sedute vicino alla pietra, ne stavano alla larga. Tiravano le pietre; inoltre tenevano con sé una chimta[4], una chimta grande così e colpivano chiunque si avvicinasse loro. Alla minima cosa, lanciavano una chimta contro il discepolo. Una chimta era un oggetto lungo, sapete, fatto di ferro e a doppia punta. E percuotevano la persona, bum, così.

Questa era una situazione esistente prima che io arrivassi qui come vostro Guru; sapete, è difficile essere un guru ed una Madre, non posso fare entrambe le cose insieme.

Ma quella era la situazione; anche quei grandi artisti di oggi che suonano cose eccelse… come Khan Sahib che ora ascolterete, andate a chiedergli del suo guru, di quante volte è stato picchiato, proprio picchiato, per ogni swara[5] che sbagliava; vigeva una castità assoluta, una disciplina assoluta.

Se il guru diceva: “Domani alle cinque”, che il guru venisse o no, alle cinque si doveva essere lì. Nello stile indiano era così in ogni campo artistico: disciplina assoluta. Senza disciplina, non veniva impartito neppure l’insegnamento. Maestri inflessibili. E questo è ciò che facevano ma che in Sahaja Yoga non occorre fare.

Non è necessario usare la collera, in Sahaja Yoga. Questo è perché io non vi ho dato, non vi ho impartito nessuna conoscenza con la collera.

Potrebbe forse esserci a malapena qualcuno che mi ha vista adirata. Quindi non è questo il modo in cui noi sahaja yogi trasmetteremo la conoscenza agli altri. Dobbiamo essere molto miti e dolci, seguendo il modello del vostro Guru, poiché Lei è dolce, molto mite e molto persuasiva e gentile. Voi dovete essere allo stesso modo poiché non avete appreso l’altro modello.

Per questo motivo non adottate quel genere di stile per cui le persone sono molto irascibili e manifestano una gran collera. Non si addice ad un sahaja yogi essere così.

Voglio dire che anche loro avevano dei poteri tremendi con i quali potevano proprio ridurre qualcuno in cenere, sapete, vivevano con questo temperamento collerico. E avevano un guru da qualche parte simile a ciò che io chiamo la Rocca di Gibilterra (ride), nel senso che quando gli stavi di fronte ci sbattevi la testa. Almeno una volta o due si doveva ricevere un buon colpo da lui, altrimenti non era il tuo guru! Questo era il sistema.

Ora abbiamo un grande artista seduto qui. Anche lui si ricorderà del suo guru che deve averlo davvero picchiato ben bene prima di impartirgli la conoscenza. Dicevano: “Se non li picchi e non li rifinisci, non potrai farne buoni discepoli”.

E questa volta voi sfiderete questo (modello) e dimostrerete che, sebbene nostra Madre sia stata estremamente gentile, voi siete comunque stati rifiniti in modo meraviglioso essendovi perfezionati da soli. È per questo che vi chiedo di farlo da soli, poiché come Madre io non posso farlo.

È per questo che è una vostra responsabilità. Intendo dire che oggi è il giorno in cui ormai tutti noi dobbiamo decidere che diventeremo dei guru.

Come guru io ho intenzione di ritirarmi, va bene essere una Madre per voi. Ora voi dovete diventare i guru di altre persone, e per questo dovete sapere cosa dovreste ottenere.

Avete tutti i poteri in voi e potete anche manifestarli. Ma non potete avere un seguito se non diventate guru.

Questa è l’unica differenza. Se volete avere un seguito, allora dovete perfezionarvi da soli in modo tale che la gente dica, appena vi vede: “Ecco qualcuno dotato di quella gravità”.

Per oggi credo sia sufficiente. Celebriamo il puja. L’unica cosa, l’ultima e la più importante è che non potete recitare, deve essere una realtà.

Vedete, non diverrete guru comportandovi da persona importante e imponendovi agli altri. Al contrario, la gente penserà che siate matti. Dovrebbe avvenire interiormente lo sviluppo di quella dignità, di quel contegno, di quell’equilibrio, di quella comprensione dentro di voi. Un contegno gentile, una bellissima personalità, benevola ma che supera chiunque altro per gravità, profondità, signorilità, generosità, condotta corretta, ordine, pulizia; e soprattutto per amore, per un cuore simile ad un oceano, estremamente pronto a perdonare.

Sono sicura che il prossimo anno avremo qui dei guru che avranno già qualche discepolo intorno.

Che Dio vi benedica tutti.





[1] Seva: servizio, lavoro reso disinteressatamente a fini spirituali.

[2] Maihar: città dello stato indiano di Madhya Pradesh. Maihar è nota per il tempio della venerata dea madre Sharda situato sulla collina Trikuta di Maihar.

[3] Strumento a percussione.

[4] Tenaglia.

[5] Nota musicale.