(06/2017 SOTTOTITOLI) S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I Shri Adi Guru Puja Stabilizzare il principio del Guru Ashram di Nightingale Lane, Londra (UK), 4 Luglio 1982 Shri Mataji: Sedetevi, prego. Chi mi tradurrà? Yogi: Gregoire. Shri Mataji: Perché non prendi uno di questi, Gregoire? Warren: Madre, questo è il microfono per rivolgersi al pubblico, altrimenti non potranno sentirla. Questo invece è per registrare sul nastro. Shri Mataji: Allora come faranno a sentire lui? … Warren: Madre deve prendere questo… Gregoire: Dovrei forse tenerlo e sedermi qui davanti, Madre? Shri Mataji: Sì, sì. Allora come tradurrai? Gregoire: In francese, la maggior parte di essi… Shri Mataji: Ma a voce alta. Gregoire: Sì, Madre. Shri Mataji: Penso… perché non ti alzi in piedi? Lì, vedi, puoi stare in piedi lì. (Gregoire: “Lì vicino?”) Sì, lì. (Gregoire: “OK”) E puoi parlare a voce alta, è meglio. Stai attento, lì c’è una fiamma. Yogi: Mi scusi, Madre. Shri Mataji: Ho un problema (non chiaro – forse con il microfono?). (Ad una bambina:) Dio ti benedica. Sì, sì! Oh, grazie, grazie. Aradhna è arrivata. Vai a salutarli. Laggiù, là! Nel periodo di miglior auspicio, chiamato Krita Yuga, ci siamo tutti riuniti qui per comprendere in che modo stabilizzare il nostro principio del maestro. Krita Yuga. Krita Yuga indica il tempo in cui si deve fare qualcosa. Krita: periodo nel quale si compie un’opera. Voi siete i canali per compiere quest’opera, per svolgere il lavoro di Dio. Siete i canali di Dio Onnipotente e della Sua Energia. Da un lato dovete saper manifestare la dignità, la gloria e l’accettazione del ruolo di guru. Dall’altro dovete essere completamente arresi al vostro Dio Onnipotente. La vostra dignità, la vostra autorità derivano interamente da Lui. E la terza cosa è il modo in cui Egli ha creato questo universo; e voi, in uno stato d’animo giocoso, dovete riconoscere il Suo gioco. Da voi dovrebbe proprio traboccare uno stato d’animo allegro. Fino ad ora l’idea di guru era quella di una persona che non ride mai, che non sorride mai, sempre in collera. Questo andava bene per guru che non avevano contatti con la gente, ma che si appendevano con una fune da qualche parte sull’Himalaya. Noi, invece, ci troviamo qui ad affrontare l’intero universo, il quale deve ricevere i flussi spumeggianti del vostro amore. Questo non significa però che dobbiate essere frivoli, perché non potete esserlo. Il gioco divino non è frivolo, è gioioso, e la gioia non possiede dualità. Per riuscire a stabilizzare il vostro principio del guru, dovremmo prima sapere in che modo viene distrutto. È un fatto che, qualsiasi cosa di cui non si abbia cura o non sia preservata, viene distrutta. Se, ad esempio, non prestiamo attenzione a queste bellissime piante qui, esse saranno distrutte. Ed anche le cose materiali di cui non si ha cura, finiscono per andare distrutte. Quindi, innanzitutto dobbiamo renderci conto di dover stare attenti e vigili, poiché, se non ci manteniamo in efficienza, saremo distrutti. Infatti, l’azione di mantenimento non è fine a se stessa, ma serve ad impedire la distruzione del vostro principio del guru. Quando siamo negligenti o pigri al riguardo, siamo responsabili della distruzione del nostro principio del guru. Pertanto, l’attenzione che abbiamo, deve essere indirizzata a preservare il principio del guru. I guru hanno la capacità di sostenere se stessi e gli altri. All’inizio, quando i guru cercarono di stabilire questo principio di preservazione, stabilirono norme e regole molto, molto severe. Se nella Bibbia leggete il Levitico, troverete che tutte le shariat[1] lì descritte sono quelle tutt’ora osservate a Riad[2] o nei paesi arabi. Al fine di preservare il principio interiore, sono scritte con un linguaggio molto forte: se ad esempio, qualcuno non faceva una certa cosa, doveva essere condannato a morte. Chi commetteva una certa azione sbagliata doveva essere lapidato. Questo era proprio all’inizio; infatti, a quello stadio di evoluzione, la gente aveva bisogno di quel tipo di paura. Ciò non era assolutamente inteso per insultare o danneggiare, o per privare gli esseri umani della libertà, bensì era inteso per dare una grande idea dell’importanza del principio del guru in loro. A quello stadio usavano metodi che incutessero paura; direi che erano tempi terribilmente pericolosi. Inoltre, a quel tempo la gente obbediva. Poi scattò un altro livello evolutivo, ebbe inizio uno stadio in cui le persone pensarono di dover diventare austere; così cominciarono a preservare se stessi praticando terribili austerità. Si trattava di una proiezione verso se stessi: non erano proiettati verso gli altri, ma verso se stessi. Possiamo dire che la prima ondata ebbe inizio quando il Guru, il Guru Primordiale, disse: “Se non farete questo, verrete uccisi”. Il secondo stadio fu quello in cui i discepoli accettarono questo interiormente e cominciarono a ripetersi: “Se non facciamo questo, uccideremo noi stessi”. L’austerità ebbe inizio a partire dalla saggezza, non dall’ostinazione. Ma poi divenne anche fanatismo, e arrivò agli estremi. Iniziò con l’idea di mantenimento; iniziò con l’idea di preservazione; ma poi il mantenimento divenne di per sé impossibile, o forse pensarono di non essere in grado di attuarlo. Pertanto divennero confusi e, per loro, norme e regole divennero più importanti del mantenimento stesso. E si scopre che fu così che distrussero se stessi. La saggezza o l’essenza del Guru Tattwa è l’equilibrio. Come quando accudite una pianta: se non le date acqua, morirà, se le date troppa acqua, morirà. La saggezza sta nel comprendere quanta acqua dovrebbe essere data alla pianta affinché cresca al meglio. Ora la saggezza deve essere ottenuta attraverso la vostra consapevolezza vibratoria. Voi vi trovate nelle circostanze più fortunate, nel senso che siete anime realizzate prima che il vostro Guru Tattwa sia pienamente stabilizzato. Avete tutti i poteri ai quali può aspirare un guru, pur non avendo il Guru Tattwa stabilizzato. In particolare, siete completamente coperti dalla coltre di nuvole dell’amore di vostra Madre. Ma in nessun modo l’amore di Madre vi permetterà di distruggere il vostro principio del guru. Come vi ho detto, il principio del guru è qualcosa di molto sensibile, e, se non cercate di preservarlo, viene distrutto. Per prima cosa, la distruzione ha inizio proprio dall’origine del nostro essere. Intendo dire che il nostro essere è creato da cinque elementi, e i cinque elementi possono essere distrutti in ogni momento. Uno qualunque di questi elementi, se non se ne ha cura, può essere distrutto. Questa è una caratteristica intrinseca degli elementi o della materia, si può dire. Quindi, averne cura è importante. Alcune persone hanno l’idea che, una volta diventate guru, non sia più necessario preservare ogni cosa, ma che tutto si mantenga in efficienza da sé. Non è così. È vero che lo Spirito sicuramente aumenta la bellezza e la salute di questi elementi; ma, al livello umano, c’è sempre una forza più intensa che cerca di distruggerli. Quindi, finché non siamo diventati completamente lo Spirito, esiste sempre la possibilità che avvenga questa distruzione. Ci si potrebbe chiedere perché sia necessario questo equilibrio. E questa è una domanda importante alla quale dovremmo essere in grado di rispondere ogni volta che ce la rivolgono. Senza equilibrio non si può ascendere. Se non si può ascendere, che senso ha essere diventati esseri umani? Per esempio, ogni cosa è Dio, ma nessuno ne è consapevole. È a livello umano che diventate consapevoli: significa che ogni cosa esiste, è lì, ma non è consapevole. Anche una pietra, ad esempio, è Dio, ma non ne è consapevole. Se, ad esempio, questa zona è completamente oscura e noi siamo ciechi, quando si è in questa condizione, non c’è nulla che possa essere visto, percepito o sperimentato. In realtà, si pensa che l’oscurità sia la verità, che l’ignoranza sia la verità. Ma quando sorge il sole, subentra la luce e i vostri occhi si aprono, cominciate a vedere ogni cosa. Cominciate a diventare consapevoli. A livello umano siete consapevoli al massimo grado. Ora questa consapevolezza deve diventare la consapevolezza dello Spirito. È ciò che è accaduto a voi: avete sentito lo Spirito. Ma l’equilibrio non è ancora raggiunto. Vostra Madre vi ha fatto emergere e vi ha reso ciò che siete, ma sussiste uno squilibrio interiore. Se vi spostate leggermente a sinistra potete essere distrutti; se vi spostate a destra, sarete distrutti. Per cui dovete provare entrambe le cose, come vi ho detto, i metodi che vi spiegherò. Per prima cosa, dovete essere austeri con voi stessi. Separatevi da voi stessi. Separatevi come Spirito, e osservate il vostro ego e superego. Adesso cominciate a guardare, cominciate ad osservare il vostro ego e superego. Non sosteneteli: essi sono le forze distruttive. Ora, quando osservate da testimoni il gioco di queste forze distruttive, saprete anche come mantenervi al meglio. Separarvi da voi stessi è più semplice quando adottate l’austerità. La cosa peggiore che gli elementi vi hanno fatto è che vi siete creati abitudini, fissazioni di ogni genere. Alcuni amano fare il bagno, altri non amano fare il bagno. Alcuni amano alzarsi presto al mattino, alle quattro, e cantare canzoni svegliando tutti, mentre altri sono capaci di dormire fino alle dieci. Alcuni amano abiti dai colori molto tenui, altri preferiscono vestiti dai colori molto sgargianti. Se siete inglesi, allora volete avere tutto secondo lo stile inglese, e cibo terribilmente insipido. Se siete francesi, volete bere vino, un po’. Se siete italiani, volete assumere troppi carboidrati. Se siete spagnoli, volete mangiare troppi grassi. Se siete indiani, volete mangiare troppe spezie. Per cambiare queste abitudini dovete, prima di tutto, fare l’opposto di ciò che vi piace. Se dite: “Mi piace il cibo insipido” – il cibo insipido – dovreste dire: “Debbo mangiare molto peperoncino”. Se dite: “Mi piacciono i colori tenui”, allora indossate colori molto sgargianti. Spostatevi all’altro estremo, per cominciare. Ma ho visto persone che, quando passano da un estremo all’altro, si fossilizzano anche sull’altro estremo. Noi dobbiamo essere al centro, non agli estremi. Chi sia un avadhuta, ossia un grande maestro, non può mai essere attaccato a nessuna fissazione. Non può essere governato dall’idea che: “Mi piace questo”. Egli vede la bellezza nella vegetazione lussureggiante così come negli alberi privi di foglie. Ora, in Occidente è nata la tendenza ad adottare l’austerità in modo molto bizzarro. Ad esempio, se vi pettinate i capelli, non va bene; se il vostro corpo non ha odore, non va bene; se non assomigliate ad un maiale, non va bene. Idee strane di ogni tipo si sono insinuate nella mente, perché stanno andando all’estremo opposto. Dobbiamo invece imparare dalla natura. La natura si riveste al momento di accogliere la primavera, mentre, in inverno, si spoglia completamente, direi, perché le foglie debbono cadere sulla Madre Terra e il sole deve raggiungere la Madre Terra. Essa non è attaccata a nulla. Sorprendentemente, è molto più elementare di noi; e noi, che siamo esseri spirituali, non dovremmo avere attaccamenti. Ma anche questa è una idea mentale, ed è il peggiore degli attaccamenti. È un attaccamento molto buffo che mi fa ridere; la più grande bizzarria che io abbia mai visto è che la gente rimane attaccata alle concezioni mentali. È come credere che qualsiasi cosa pensiate a livello mentale vi accadrà davvero. Se, ad esempio, una persona mentale deve andare ad un picnic, nella sua mente penserà di prendere questo, quello e quest’altro. Potrà addirittura aprire un fascicolo e scriverci: “Porterò con me questo e questo e questo.” E quando arriverà al pic-nic si ritroverà a bocca asciutta, perché non avrà portato niente con sé: è rimasto tutto nel fascicolo! Vostra Madre è brava a parlare e parla con voi, ma il vostro non dovrebbe essere un attaccamento mentale. Ad esempio (qualcuno dice): “Sì, Madre dice così”, e tutti ne discutono con grande entusiasmo, dicendo: “Questo è così”; ma ciò non è diventato parte integrante del vostro essere. Tuttavia è una forma di attaccamento molto comune ai nostri giorni, con tutti che sanno tutto ma non hanno niente. Questo attaccamento mentale deve essere veramente combattuto. Divenire è vedere, divenire è sperimentare. Divenire è vedere, è sperimentare. Se, ad esempio, devo venire in questo posto, devo proprio venire a vederlo. Se ho solamente pensieri al riguardo, concetti mentali, immagini mentali, non va bene, non è la verità. Quando diventate consapevoli, ciò che effettivamente accade è che vedete voi stessi: quindi vediamo. Uscite dalla concezione mentale che (vi fa dire che) già lo sapete. Non lo sapete, infatti quel che sapete è solo mentale. Dovrebbe invece essere parte integrante del vostro essere. Come riuscirci? Alcuni diranno: “Continueremo a praticare l’austerità”. Allora questo diventerà ancora un’altra ossessione. Altri diranno: “Bene, Madre ha detto che dovremmo gioire, allora gioiremo”. Come trovare l’equilibrio è il grosso problema; ma non dovrebbe esserlo per chi ha la consapevolezza vibratoria. Anche in questo potete essere ossessionati. Ho visto persone parlare come se fossero tutti dei grandi sahaja yogi: non c’erano vibrazioni, ma loro affermavano di avere vibrazioni. È così illusorio. Così si deve pensare che dobbiamo ancora crescere, vedere sempre di più, e acquisire conoscenza. Ma se chiedete ai francesi: “Come state?”, influenzati da questo, vi risponderanno (fa il gesto di scuotere la mano come a dire “così così”); significa (ripete il gesto) che sono sempre sbilanciati. Se chiedete ad un inglese, risponderà: “Non so”, oppure dirà: “Io lo so”, non esiste via di mezzo. Ora dobbiamo capire che stiamo portando la luce nella nostra mano, ed essa non dovrebbe vacillare. Dobbiamo tenere la luce ben ferma, e dovremmo avere un’attenzione concentrata a mantenere accesa la luce. E poi dire a voi stessi che dobbiamo vedere, non semplicemente comprendere a livello mentale. Significa essere realmente consapevoli; perché d’altronde voi siete completi, siete parte integrante del tutto; lo siete. Solo che non ve ne siete ancora resi conto. Lo avete accettato mentalmente, ma non lo siete diventati. Poiché le proiezioni mentali vengono dal pensiero, questo significa che siete a livello del pensiero. Voi dovete diventare senza pensieri. Ma se vivete fondandovi sul pensiero, allora siete ancora al di sotto dell’Agnya chakra. Quindi, per cominciare, tutte le onde del pensiero devono essere fermate, e si dovrebbe dire: “Bene, ora vediamo”. Così dal Nabhi chakra salite all’Agnya chakra. Poi, oltre a questo, il terzo problema che è causa di distruzione è quello emozionale. Il problema emozionale è molto sottile. Alcune persone, sahaja yogi, ad esempio, si mettono a sedere con una chitarra e cominciano a cantare come piccioncini, sapete. [(Una bambina piange) Cos’è? Cos’è? Vieni, Vieni, vieni, vieni, vieni, vieni. Cos’è successo? Perché, perché piangi? Vieni da me, vieni da me. Va bene. Portatela via. Ha un blocco]. L’aspetto emozionale è dunque il più delicato. Questo aspetto emozionale è una collettività mascherata. Per esempio, quando i sahaja yogi si incontreranno, si abbracceranno, si baceranno e saranno molto, molto gentili l’uno con l’altro, vedete, e si siederanno a cantare canzoni come gli hippy. Prendono in mano la chitarra e si dondolano cantando melodie d’amore. Questo in effetti è il Vishuddhi a livello della collettività, e naturalmente è molto difficile liberarsene, poiché vi dà una sensazione molto piacevole. E le persone sono confuse dalle emozioni, scambiandole per la gioia. La gioia può essere raggiunta solo attraverso il completo distacco, il distacco che è assenza di ego e assenza di superego. Ma ora, il problema che gli esseri umani si trovano ad affrontare è la presunzione di essere guru. Cominciano a parlare di Sahaja Yoga, discutono di Sahaja Yoga, e cominciano a pensare di essere già diventati Shri Krishna. Hanno un ego persino più grande di quello di chi è effettivamente ignorante di Sahaja Yoga. Iniziano a parlare con un ego così enorme che io stessa ne sono spaventata. A volte mi chiedo quanto sappiano di Sahaja Yoga. E si mettono a parlarne in un modo tanto dominante da risultare spaventoso. C’è anche da dire che costoro ritengono che il protocollo non sia giusto e che dovrebbe esserci un protocollo appropriato; perciò (dicono): “Ci occupiamo noi del protocollo, siamo noi i guardiani del protocollo”, e via dicendo. Ora, chi è sul lato emozionale vede l’ego degli altri, mentre chi è sul lato dell’ego vede le emozioni degli altri. Così ognuno critica l’altro senza rendersi conto di cadere nella trappola di uno degli estremi. Finché non siete distaccati, non potete vederlo. Non dirò di aver commesso un errore, ma è risultato essere un errore: per i primi tre anni di Sahaja Yoga non ho mai parlato di bhut, pensavo di potercela fare senza parlarne; ma in Sahaja Yoga venne una signora posseduta che tentò tutta una serie di trucchi tantrici, per cui dovetti dirlo. Adesso ogni sahaja yogi è un fascio di bhut! Chiedete a qualsiasi sahaja yogi: “Perché lo hai fatto?” – “Deve essere stato un bhut”. Se dite: “Come avete fatto a fare una cosa simile?”, risponderanno “Non so, è stato un bhut a farlo”. Loro non sono mai presenti; ci sono invece tutti i bhut. Adesso io non so come comportarmi, anche come guru: infatti, se ci sono i miei discepoli, posso dirglielo, ma se sono dei bhut, che cosa dirò loro? Posso parlare ai sahaja yogi, ma non ai bhut: non mi ascolterebbero. Così, questa adesso è la più grande scappatoia che i sahaja yogi hanno trovato, la peggiore, mai esistita prima. A volte penso sia stato un errore introdurre questo termine bhut. Si giustificano dicendo: “Madre, è qualche negatività”. A meno che non vi sia qualcosa in voi che contiene la negatività, come può esservi negatività? Se siete distaccati, se siete come pietre, non potete contenere in voi quest’acqua negativa. Non incrementate la negatività, ma lo stato di guru. Ora, quando dico che non dovreste essere negativi – mi pare infatti che in simili circostanze non dovreste essere bhut bensì voi stessi – voi cominciate a sentirvi in colpa. Si attivano espedienti di ogni genere contro il guru. Io sono il vostro Guru, ed è contro il vostro Guru giocare questi tiri a voi stessi. Ora, a che scopo mettere in atto questi trucchi con me? Voi dovete ottenere qualcosa, ma giocate dei tiri a voi stessi se li usate contro di me. Dovete essere più consapevoli. Non dovete essere distrutti. Oltre a questo, dovete salvare gli altri. Come farete, se non accettate l’idea che è un vostro privilegio, che è la vostra fortuna essere stati scelti per essere lo strumento del lavoro di Dio? Qualche volta mi sembra che tutti i bhut siano venuti da me per avere la realizzazione, e che ora stia per diventare io stessa un bhut! “Bhut” significa anche “Bhutanath”, il nome di Shri Shankara, Shri Shiva, poiché Egli insegue i bhut in continuazione. Ma voi dovete essere il presente e non il bhut: bhut indica il passato. Cosa c’è dunque da sapere? Voi divenite. A quel punto siete nel presente, cominciate semplicemente a trasformarvi, ad evolvere, a sbocciare. Cercate di essere nel presente. Non fuggite il presente, affrontatelo. Non sentitevi in colpa, non date la colpa ai bhut; entrambe le cose vi allontaneranno dal presente. Ora vedete la totalità della natura, l’intero potere divino, il vostro ardente desiderio di secoli: tutto è dalla vostra parte. Il momento è arrivato. Siete proprio lì. Che cosa dobbiamo fare? Semplicemente stare al centro, sull’asse. Cercate di mantenervi sull’asse, e a quel punto guardate la circonferenza muoversi, senza preoccuparvi. Quando vi accorgete di comportarvi male in qualche modo, punitevi. È meglio che siate voi a punirvi piuttosto che vi punisca il Divino; quella sarebbe infatti una punizione severa. Ma non sentitevi in colpa perché non avete fatto niente di sbagliato, è stato il bhut ha farlo! Così arriviamo al punto in cui dovremmo renderci conto di essere guru e che non possiamo essere bhut. Dobbiamo cambiare anche il nostro aspetto esteriore, per diventare buoni guru. Per esempio, dobbiamo imparare le buone maniere. Poi queste maniere diventeranno parte della vostra natura. Qualche volta, a chi ama molto il cibo, dico sempre che dovrebbe digiunare. Qualsiasi cosa vi piaccia particolarmente, cercate di rinunciarci. Cercate di superare le vostre malattie da attaccamento, le vostre abitudini. Una volta che il vostro Guru Tattwa sia stabilizzato, sarete accettati come guru. Non sarà necessario che diciate di essere un guru: la gente capirà che lo siete. Allora non sarà necessario scriverci in fronte che siamo guru: la gente saprà che quello che sta camminando è un guru, si potrà vedere la divinità che cammina, la dignità che cammina, la gloria che si manifesta. Dovete cambiare dall’interno, e la luce di quella illuminazione interiore si mostrerà esteriormente. Ma non dovrebbe essere un’idea mentale o emozionale, bensì dovrebbe essere l’accadimento, il divenire, la consapevolezza. Dovete sperimentarlo, attraverso la vostra personale esperienza. Anch’io faccio così. Quando non riesco a raggiungervi da una parte perché siete un bhut, vi raggiungo dall’altra parte. Se qualcuno dice di essere un bhut, allora faccio in modo che soffra un po’ e affronti il bhut che è in lui. Per esempio, dico a qualcuno: “Per favore, fai questo”, e lui se ne dimentica completamente dicendo che è stato un bhut a farlo. Poi perde il suo portafogli, e allora gli dico: “Il bhut deve aver portato via il portafogli!” Ma io sperimento con me stessa. Prima valuto come dovrei rivolgermi a voi. Se non funziona, provo qualcos’altro dentro di me, perché ci troviamo ad affrontare tempi molto complicati. Se ci fossimo comportati secondo la shariat del Levitico, non ci sarebbe stato nessun bhut. Forse non sarebbero rimasti nemmeno i sahaja yogi. E questa proiezione mentale è talmente comune che è difficile far distaccare le persone; ma l’unico modo in cui io posso fare trucchi con voi è sperimentando me stessa su di voi. Allo stesso modo voi dovete giocare con voi stessi e cercare di mettervi su un banco di prova. Oggi è il giorno del Guru Puja, il giorno in cui dovete venerare il vostro Guru. Siete veramente fortunati ad avere un Guru che è una Madre. E mia madre e il mio guru è la Madre Terra, che mi insegna come trattare con gli esseri umani. Ed è sempre lei che, in ogni fase di difficoltà, mi aiuta a correggere i miei metodi di nirmala vidya. É stata una madre e un guru molto gentile con me. Ed è una personalità molto rasserenante. Tutto questo verde, anche se, come si dice, le è dato dal sole, è proprio per calmarci tutti. Si riveste di verde, e il verde rappresenta il principio del guru. Lei è la personalità distaccata, è il magnetismo, attrae. Quando le persone camminano su di lei, ne ha cura. Lei crea da se stessa gli swayambhu, gli auto… – come potremmo definire gli swayambhu? – ah, sì, pietre scaturite da se stesse. Vedete, il suo potere di attrazione e la sua sollecitudine sono così grandi che, senza di lei, saremmo sospesi in aria. Ed essa mi tiene legata all’aspetto pratico, come si dice, alla realtà. Se volessi, potrei essere solo lo Spirito e non preoccuparmi di nessun altro. Il modo in cui essa sopporta i nostri peccati, il modo in cui si prende sempre cura di noi e ci nutre, nonostante i nostri innumerevoli difetti, è lo stesso in cui dovrebbe comportarsi un guru. Lei è estremamente indulgente, ma esplode sotto forma di terremoto, e a volte calcio e potassio bollenti possono fuoriuscire da lei. Essa produce zolfo per voi, per curarvi. Se la terra inglese diventa vibrata, può essere usata per curare. In India la gente usa l’argilla come rimedio per ogni genere di trattamento. La comprensione del Guru Tattwa la si può avere dalla Madre Terra, quindi tocchiamo la Madre Terra e inchiniamoci a lei. (Shri Mataji si china verso la terra, per due volte tocca prima il proprio Agnya e poi la Madre Terra, e, alla fine, tocca di nuovo il proprio Agnya). Che Dio vi benedica. Lei è sottile! Nel Trattato (Shastra) sulla Kundalini, Madre Terra è la Kundalini. Il Muladhara è la Madre Terra. Per noi, dunque, la Kundalini è la cosa più importante. Non dobbiamo preoccuparci di ciò di cui si parla nel Levitico, ossia che non dovete rubare, che non dovete mentire; tutto ciò di cui dobbiamo preoccuparci è di mantenere alta la Kundalini. Il guru deve essere una persona assolutamente pratica. Deve essere dotato di buon senso ed assolutamente pratico, non può essere privo di senso pratico. Una persona priva di senso pratico non è un guru. Ma essere pratici è comunemente inteso come essere subdoli, saper deviare dalla retta via ed altro; ma questa è la cosa meno pratica da fare. Avere comportamenti assurdi ed imprevedibili, non è il modo in cui deve procedere un guru. È un totale buon senso quello che dovrebbe guidare un guru nel modo di trattare con le persone, e il buon senso è qualcosa che in nessun caso è astuzia. La fonte del buon senso è lo Spirito. L’espressione di un guru è davvero molto paradossale, paradossale. Per esempio, un guru sarà estremamente pratico. Supponiamo che debba costruirsi la casa – una casa o un ashram o qualsiasi cosa – sarà estremamente pratico. Sarà molto parsimonioso, creerà qualcosa dal nulla; la gente si stupirà di come lo abbia fatto in modo tanto pratico. Ma sarà anche molto distaccato, nel senso che, se questo ashram deve essere donato a qualcuno, lo donerà in un secondo. Per acquistare – diciamo, per esempio, per acquistare una lampada – il guru sarà molto pratico, prenderà la migliore, la più economica e la più bella. Sarà molto concentrato al riguardo. Ma quando si tratterà di dare, sarà ancora più concentrato; nel senso che, quando darà, lo farà con la stessa intensità. Troverà tutti i sistemi pratici per dare, per regalare. Per lui acquistare in realtà equivale a dare. Acquista per dare; ecco perché è la persona più pratica. Sapete che non possiamo portare niente con noi. Solo il guru può portare qualcosa con sé, nessun altro può farlo. Soltanto il guru ha discepoli su discepoli, e discepoli su discepoli che per secoli ne cantano le lodi. Nessun’altra relazione è così eterna. Continua ad esprimersi per secoli e secoli e secoli. È un’onda che cade e poi scompare; in qualsiasi cosa facciate ogni onda scompare, ma non l’onda della conoscenza proveniente da un guru. È persino superiore al Principio Divino, poiché spiega. Il Principio Divino non può spiegare; è il Guru che lo spiega. Non che lo manifesti, ma lo spiega e lo fa funzionare; pertanto è il maestro del Potere Divino. In un certo senso, il Potere Divino è come il significato del guru. Ad esempio, la parola ha il significato, la parola – scusate, la parola ha il significato, e la parola è al servizio del significato. Ma nel principio del guru, il Divino è al servizio del guru. Ogni cosa è a vostra disposizione. Ogni cosa è a vostra disposizione. Quando siete un guru, tutti i vostri chakra sono a vostra disposizione, l’intero universo è a vostra disposizione, perché voi siete il guru. È come il regista dello spettacolo: il direttore di scena, il tecnico delle luci, il tecnico del suono, tutti sono al servizio del regista, perché sta preparando gli attori. Ma il principio del guru deve essere assolutamente indiscusso. Dovrebbe possedere capacità tali che nessuno possa contestarlo, dovrebbe essere una personalità così competente che nessuno dovrebbe essere in grado di sfidare il guru. Soltanto allora funzionerà. Quindi, dovete farlo funzionare in modo da essere assolutamente incontestabili. E voi siete particolarmente fortunati poiché potete vedervi e correggervi, cosa che nessuno ha mai potuto fare prima: voi siete il vostro guru. Questa circostanza non si era mai, mai verificata prima. Voi siete il vostro guru; e lasciate che io sia vostra Madre. Questa sarebbe la cosa migliore per me. Oggi dunque è il giorno in cui dovete stabilire fino a che punto siete un guru, primo punto. Dovete promettere che stabilizzerete il vostro principio del guru, secondo punto. Terzo, dovete promettere che stabilizzerete il principio del guru negli altri. Quarto, dovete rendervi conto che esiste un piccolo intoppo, ossia che il vostro Guru è una Madre. Lei è troppo gentile per essere un guru, troppo dolce per essere un guru, ed è estremamente tollerante. Quindi è meglio che siate voi ad adottare questa severità nei confronti di voi stessi, e che sorvegliate voi stessi. Che Dio vi benedica. Diventate dunque guru di voi stessi. In ogni ricorrenza del Guru ho un problema, e il problema è che – puoi tradurre ancora un po’, Gregoire, se non ti dispiace – ad ogni Guru Puja penso che dovrei diventare un Guru completo, e almeno per un giorno non dovrei essere una Madre. Ma ogni volta che provo questi trucchi, agiscono contro di me! L’anno scorso in India ho detto: “Stavolta sarò solo il Guru, e voi dovrete darmi solo uno scialle ma non accetterò nessun sari, niente di ciò che accetterebbe una Madre”. Ero molto determinata con loro, e dissi: “A qualsiasi costo, non accetterò un sari, qualsiasi cosa possiate fare”. Erano molto infelici poiché avevano comprato un sari per me, e dissero: “Abbiamo anche cucito la blusa e la sottogonna e, Madre, deve accettarlo. Lei è anche nostra Madre”. Io risposi: “Ho intenzione di essere molto severa come un guru, non c’è niente da fare, oggi niente riuscirà a convincermi”. Infatti, se si diventa di nuovo la Madre, tutto ritorna morbido! [Yogi: Madre, questo non posso tradurlo!] Faresti meglio a dirlo! Così andai ad aprire il rubinetto – perché in India non crediamo nei lavandini, sapete – per lavarmi le mani. E questo, come tutti i rubinetti indiani, spruzzò ed io mi inzuppai completamente. Allora uscii e dissi: “Per favore, datemi quel sari da indossare!” (Risate e applausi). Oggi avevo deciso di essere un vero guru, e molto severo. Allora è arrivato Warren e mi ha detto: “Madre, qualcuno ha comprato un sari, e questo e quello”. Ha fornito una quantità di argomenti. E Rustom e Warren cercavano, vedete, di farmi riprendere il mio posto. Ma poi hanno usato il migliore argomento per mettermi nel sacco. All’inizio hanno detto: “Il sari è bellissimo”, e questo e quello; fin lì tutto bene. Ma poi hanno aggiunto: “Le vibrazioni sono ottime. Anche prima di aprire il sari, si sentivano le vibrazioni”. A quel punto tutti i miei sforzi sono svaniti nel nulla! Questo è il gioco della dolcezza del Divino, chiamato madhurya. Madhurya significa dolcezza, dolcezza. Ed è un tale gioco a nascondino di gioia nella vita; ed io l’ho accettato. Quindi prima di tutto avremo il Puja alla Madre. [Hindi] Shri Ganesha puja. Prima il puja a Shri Ganesha e poi oggi il puja a Gauri; per il Guru Puja faremo un Gauri Puja. Shri Mataji: (in Hindi) Si può portare acqua calda, acqua calda. Shri Mataji: (in Hindi) Che ore sono? Yogi: (in Hindi) Sono le nove meno dieci. Shri Mataji: (in Hindi) Le nove meno dieci. Yogi: Puja a Shri Ganesha? Shri Mataji: Shri Ganesha puja. Prima il puja a Shri Ganesha e poi oggi il puja a Gauri; per il Guru Puja faremo un Gauri Puja. Yogi: Tutti coloro che non hanno mai lavato i piedi di Shri Mataji e vorrebbero avere questo grande privilegio, vengano avanti per fare il puja. Shri Mataji: Sarà meglio che vi piaccia (fare il puja, ndt)! Non lasciateli fare come vogliono, meglio che vi piaccia. Se li lasciate fare come vogliono…. Yogi: Io non l’ho ancora mai fatto, Madre. Shri Mataji: E qualcuno deve dirmi i loro nomi; vorrei sapere i nomi di tutti quelli che mi laveranno i piedi, sarebbe bene. Yogi: Ognuno dovrebbe dire a Madre il nome e la provenienza. (Inizia la parte della cerimonia – ancora da verificare) (Vengono letti 21 nomi di Shri Vishnu) Se state ai lati, sarebbe meglio … Va bene, ventuno nomi. Va bene, quando avrai finito, allora verranno loro. Li guiderai tu. A voce alta. Bene. Ora lasciate – guida tu il loro avvicendarsi qui, uno ad uno. Possono venire in due alla volta. Dello stesso Paese sarebbe meglio, così possono dirmi i loro…. [Hindi] Volete la benedizione? (Pone la mano sul Sahasrara di due persone)… Grazie, grazie. [Hindi] Olympia? Ah! Va bene, eccola. Dio vi benedica. Ah! Bene. Va bene. Strofinate i miei piedi. [Yogi (leggendo i nomi di Shri Ganesha): Tutti questi nomi si riferiscono alle diverse qualità con cui Egli (Shri Ganesha) governa i gana. I gana sono i soldati del lato sinistro, i protettori del Signore Shiva e della santissima Gauri.] I quali inseguono i bhut! Venite. Venite avanti, sì. Venite avanti per favore. Ora, ditemi i vostri nomi. Margaret. Sì, qual è il tuo? Da dove vieni? Da dove?… Molto forte. Strofinateli molto forte, va bene? Strofinateli molto forte. Forte, molto forte. Ah! Ora! … Ancora lì. Va bene? Non ci sarà nessun problema. Ora ditemi i nomi. Catherine. Da quale Paese? … Adesso vieni avanti, strofina i miei piedi. Strofinali forte. Più forte, forte, forte, forte. Va bene? Bene? Dio vi benedica. Dio vi benedica. (Shri Mataji fa il gesto di alzare loro la Kundalini) Ah! Meglio? … Ditemi i vostri nomi. Da quale Paese venite? Bene, ora tu strofina i miei piedi. Con tutte e due le mani. Forte, forte, forte; molto forte, molto forte, molto forte. Molto, molto forte. Più forte, molto forte. Bene. Ah! Dio vi benedica. Bene. Verifica da solo. Senti sulle mani. Bene. E tu? Bene. Dio vi benedica. Maria? Da quale Paese? Francia. Devi dirmelo molto chiaramente, perché lo stai dicendo alle deità, capito? Ora, strofina i miei piedi. Strofina i miei piedi forte. Forte. Molto forte …. Straordinario! Ah! Bene. Fammi vedere. Bene. Ora ditemi i vostri nomi. Da dove? Francia. Di nuovo? Di nuovo dalla Francia. Devi dirmelo, perché le mie orecchie debbono sentire, tutte le deità debbono sentire, capito? Ora, per favore, strofinate i miei piedi. Forte, forte, forte. Molto forte. Sì, così. Forte, forte. Rivolgete le mani verso di me. Va bene? Dio vi benedica. Salve, come state? Dio vi benedica. Come state ora, meglio? Come sta il bambino? Bene. Ditemi i vostri nomi molto chiaramente, a voce alta. Sally, dall’Australia. Dillo così. Bene. Anche tu vieni dall’Inghilterra? Sei originaria (dell’Inghilterra). Bene, allora dillo… Bene, strofinate i miei piedi. Strofinate i miei piedi forte. Molto forte. (Shri Mataji fa il gesto di alzare loro la Kundalini) Ah! … Sei andato da qualche falso guru? (Sahaja yogi: guaritore). Va meglio? Ora dovete dirmi i vostri nomi e i nomi dei Paesi, va bene? Ora dì il tuo nome. Da dove? Da dove? Bene. Vieni avanti. Strofina forte. Strofina forte. Con tutte e due le mani. Strofina forte, molto forte, molto forte. Senti sulle mani ora. Va bene? Dio ti benedica. [Hindi] (Arrivano due bambine) Dovete dirmi il vostro nome e il nome del Paese. Dall’Africa? Dall’India, scusate! … Forte, molto forte. Più forte, molto forte. Molto, molto forte. Il più possibile. Più forte, più forte. Molto forte. Forte, forte. Molto forte, molto forte. Forte. Molto forte. Molto forte, molto forte. Molto forte, molto forte. Molto forte. Più forte. Forte, forte, forte. Molto forte, molto forte. Più forte, più forte. Il più forte possibile … (Arrivano due bambini con una ragazzina) Venite avanti … Come stai…? Lava i miei piedi. Questo qui, lavalo. Salve, come stai? … Come stai? Debbo vederti. Per quanto tempo resterai qui? Va bene, vieni. Prenditi tutto il tempo, capito? Bene, bene, bene. Ora senti le vibrazioni. Senti come sono le mani. (Shri Mataji tocca il loro Sahasrara) Ah, va bene? Bene. La sorella le ha. Ora lui le ha. Lui le ha. Dio vi benedica tutti. Dio vi benedica. Dio vi benedica. Va bene. Ora dimmi il tuo nome e anche da quale Paese. Dimmi. Va bene. … Strofinalo forte, molto forte, molto forte, molto forte, forte, qui, molto forte. Molto forte. … Bene. … Rivolgi le mani verso di me. Tutto bene? Fantastico! Dio ti benedica. Venite avanti. Hanno lavato i miei piedi, ma devo benedire il bambino. Ah, allora, come si chiama? …. Ah, guardate gli occhi. Quello è il segno. Sono io, vedete, gli occhi sono me, non riuscite a vedere? Posso avere un po’ d’acqua? (Bagna la testa del neonato) Allora, come si chiama? …. James, eh? [Yogini: Può dargli un altro nome?] Lo potreste chiamare Ewan. Ewan, per gli inglesi, va bene? E come nome indiano … Gyanadev. Ha sorriso, ha sorriso! Sorridi, Gyanadeva, Gyaneshwara. Dio ti benedica. Sta sorridendo, vedete, è così felice! Bene. Allora … Puoi asciugarmi i piedi? [Hindi] (Offerta elementi) Ora offri tutto, offri tutto, metti tutto. È tutto. Non usare il latte. Puoi aggiungerlo dopo, il latte. (Corregge la pronuncia di un nome che viene recitato) Shadkara. Shadkara. Shadkara. Ora dite il mantra “Guru Brahma, Guru Vishnu …” tre volte. (Mentre Shri Mataji mischia gli elementi nel recipiente) (Dopo l’offerta degli elementi) Dammi l’asciugamano. (La nipotina coglie un fiore e lo pone sotto il bracciale sinistro di Shri Mataji, che sorride) (Alla nipotina) Molto lentamente, lascia che Danielle faccia vedere (come si fa), va bene? (Arrivano le donne per il puja alla Devi) Ora per favore siediti, così possono farlo loro. Danielle, vieni. Mettilo giù. Vieni avanti. Danielle ti aiuterà. Metti il segno, va bene? (La yogini prepara il kumkum) Molte grazie. Tutte voi dovete mettere qualcosa lì. Venite avanti! (Una bambina le porta un fiore:) Grazie. Venite, venite. (Fine della registrazione video) [1] Legge islamica. [2] Capitale del Marocco. |
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