Diwali Puja, Ricchezza e generosità

London (Inghilterra)

1982-11-14 Diwali Puja, Wealth and Generosity, UK, transcribed, 60' Download subtitles: EN,PT,ZH-HANS,ZH-HANT (4)View subtitles:
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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

 Diwali Puja

Ricchezza e generosità

 Londra (GB), 14 Novembre 1982


Eccoci tutti qui per celebrare una festa di quattro giorni chiamata Diwali. Diwali deriva dal termine sanscrito dipali, dipali; dipa significa luce e ali significa linea, fila.

Molte cose sono accadute durante questi quattro giorni, ed è per questo che (questa festa) viene celebrata con tanto entusiasmo.

Il primo avvenimento è il giorno della nascita di Lakshmi, ossia il tredicesimo giorno della luna chiamato teras. È il giorno effettivo della nascita di Lakshmi dal mare; per questo è chiamata Miriam o Marìam. Anche il nome Maria o Marina deriva dalla parola mare. Lei dunque è nata dal mare, è scaturita dal mare. E finora, grazie a Dio, la ricchezza del mare non è ancora stata sfruttata dagli uomini, ma un giorno potrebbero iniziare a fare anche questo.

Lì esistono ancora grandi ricchezze, quindi quando si comincia a preoccuparsi dell’esaurimento della Madre Terra si deve sapere che il mare è molto più vasto della terra.

Niente è esaurito, esiste ancora un’immensa riserva per voi e non ci si dovrebbe preoccupare della fornitura di ricchezze che può venire dal mare.

Ora, questa Lakshmi è la dea che sta in piedi sul loto. Lei rappresenta tutto il benessere, la ricchezza, la gloria della ricchezza, l’ornamento della ricchezza; tutto ciò che è di buon auspicio. Tutto ciò che non sia di buon auspicio non è ricchezza. Secondo Sahaja Yoga, o secondo qualsiasi testo sacro, non è affatto ricchezza.

Lei è dunque una signora dritta in piedi su di un loto, a dimostrazione che chi possiede ricchezze deve essere una persona che non imponga il suo peso sulla gente, che non dia ordini, che non eserciti pressioni. Inoltre è una signora, è una madre.

La ricchezza è dunque la prima apertura verso la nostra ricerca. Ma quando vi mettete a cercare la ricchezza, vi rendete conto che la ricchezza superficiale che cercate non è sufficiente, non vi procurerà una gioia completa. Allora iniziate a cercare la ricchezza più profonda.

Come ho detto, della Madre Terra avete sfruttato ogni cosa possibile; tuttavia nelle profondità del mare esistono ancora immense ricchezze.

La ricerca si sposta dunque verso un’indagine più profonda. Allora Lakshmi diventa Mahalakshmi. Quando iniziate ad espandervi verso valori più elevati e profondi, questa Lakshmi (intesa come ricchezza materiale) non vi attira (più) molto. Lei esiste per la vostra gloria ma non per la vostra soddisfazione. La ricchezza esiste per essere distribuita.

Voi gioite di… non c’è una parola per dhan, mi pare.

Yogi: Generosità.

Shri Mataji: Ah, generosità. Ma generosità è diverso. Ciò che intendo invece è una passione per la generosità. È una predisposizione, sapete, per cui dovreste essere generosi. A volte quella che provate è una felicità e una gioia molto intensa. (La gioia che provate) quando siete generosi, quando donate, è la più intensa. È una predisposizione, è un’espressione umana del proprio essere, mediante la quale volete essere generosi.

E questa generosità può subentrare soltanto quando il principio di Mahalakshmi nasce in voi. Ma anche a livello del principio di Lakshmi Lei sta in piedi così: una sua mano è in questa posizione (la sinistra dà) e l’altra in questa posizione (la destra protegge e benedice).

L’avarizia non è dunque un segno di ricchezza. Insomma, se siete avari significa che non siete ricchi. Se siete veramente ricchi, perché dovreste essere avari?

È una semplice equazione: se siete veramente ricchi, donerete. Se non potete dare siete poveri, siete dei mendicanti. Se vi affannate ancora dietro queste cose, significa che siete ancora dei mendicanti, le desiderate ancora ardentemente.

Con la mano sinistra Lei quindi dà continuamente e con la mano destra protegge la gente, dà protezione; la ricchezza deve dare protezione, nel senso che deve avere a cuore il benessere degli altri e non pensare solo al proprio benessere, come accaparrarsi tutte le cose migliori mentre altri muoiono di fame.

Quello non è segno di una persona ricca; una persona ricca è quella che sa che se non condivide le sue cose con gli altri alla fine non sarà felice. Può esserlo momentaneamente – la gente vive con degli squilibri, vive con idee sbagliate – ma alla fine deve correggersi. Se non si correggerà ci saranno problemi.

Allora vi saranno sconvolgimenti, avverranno molti mutamenti, si inizierà a vedere che una cosa non va e un’altra non va.

I figli scappano di casa, la famiglia passa dei guai. Accadono cose di ogni genere e alla fine capiscono: “Il motivo è che sono stato molto avaro, non sono stato generoso, non ho usato il denaro per il bene degli altri”.

Ora, dopo essere entrati in Sahaja Yoga, diventate persone divine. Diventate sicuramente divini, adesso siete personalità divine, non siete personalità umane. Pertanto dovete rinunciare a tutto quanto di umano è in voi; soltanto allora sarete pienamente divini.

Ma è molto difficile, è questo il problema: è molto difficile accettare davvero che siete divini e che dovete adottare politiche divine, attitudini divine e un temperamento divino.

Il temperamento divino è generoso, non si preoccupa di quanto accadrà dopo. Non si preoccupa perché è connesso alla Sorgente.

Se date uno riceverete cento: è sicuro.

E per una persona divina le cose terrene non hanno significato se non possono dare gioia agli altri.

Chi pensa molto ai propri piaceri, chi si preoccupa sempre di se stesso, non è affatto una persona divina. Non è divino in alcun modo. È molto comune, è umano; lo fanno tutti, ognuno pensa a proteggere se stesso.

Ma dopo Sahaja Yoga non ricominciate con tutte queste assurdità, le eliminate.

E chi pensa a voi? Chi pensa a proteggervi? È Dio onnipotente. Adesso siete completamente dedicati a Lui ed Egli si prende cura di voi.

Non dovete preoccuparvi di badare a voi stessi, a come fare questo e quello. È compito Suo.

Più continuerete a preoccuparvi di voi stessi, peggio sarà.

Nel momento in cui ci rinunciate, se ne occupa Lui. Molti sahaja yogi avranno sperimentato nella propria vita che quando provano ad arrendersi ricevono tutto l’aiuto da Dio, mentre ogniqualvolta provino a farsi valere e a preoccuparsi del proprio benessere e via dicendo, nasce un problema.

(Quando vi arrendete, ndt) non capite da dove arrivi l’aiuto. Abbiamo avuto tanti esempi, tanti cosiddetti miracoli di chi voleva fare qualcosa e all’improvviso ha ricevuto il denaro da dove non se lo sarebbe mai aspettato. Per una persona divina l’attitudine dovrebbe essere quella di dare e proteggere; proteggere.

Ma noi siamo molto bravi a proteggere i nostri bhut (risate) e a proteggere altri che sono bhut. Vedete, la solidarietà va sempre ai bhut perché hanno una capacità di creare un sentimento di solidarietà nel vostro cuore. Così cominciate a prendervi a cuore quella persona perché sembra tanto infelice. Ma voi dovete proteggere i santi! Dovete proteggere il principio di Dio, la divinità degli altri e non i bhut. Non siete qui per prendervi cura di tutti i bhut del mondo.

Il concetto di Lakshmi deve dunque essere compreso nel modo giusto.

In Sahaja Yoga è una cosa molto diversa da quello che conoscono tutte le altre persone; per esempio la beneficenza. La gente adesso dice: “Dobbiamo essere caritatevoli, fondiamo un’associazione benefica con la quale dare assistenza a questo o quel tipo di persone”.

A noi non interessa. Voi non siete… non vi è stata data la realizzazione per prendervi cura di ogni tipo di persona. Voi siete qui per prendervi cura di tutti i santi e di tutti i bambini nati realizzati. E non dovete preoccuparvi di coloro dei quali a Dio e al Divino non importa nulla.

Quando vengono per la realizzazione, se ottengono la realizzazione, se diventano santi, va bene. Ma non preoccupatevi di ogni Tizio, Caio e Sempronio che incontrate per strada: “Oh, Madre, è così infelice!”.

La solidarietà deve quindi essere compresa in una luce divina. E la luce divina vi conferirà il discernimento per comprendere con chi essere caritatevoli. Dovete essere solidali con i vostri fratelli e le vostre sorelle. Dovete essere gentili con loro. Adesso direte: “Madre, che ne pensa di occuparsi di chi muore di fame e altro?”. Non è un problema vostro. Perché dovreste fare il loro lavoro? Noi siamo tutti bravi a fare il lavoro degli altri. Per esempio, state guidando l’automobile: “Oh, guarda: avrebbero dovuto fare bene questo, avrebbero dovuto fare bene quello”.

Ma non è compito vostro. Perché dovreste sprecare energia nel trovare quello che avrebbero dovuto fare gli altri? Dovreste fare ciò che dovete fare voi, e non sprecare energia in queste cose.

Sapete, ho notato che chi lavora in tutte queste associazioni benefiche è molto difficile per la realizzazione. Questa è la prova del nove.

Infatti, a chi fare beneficenza? Se non esiste l’altro (ossia se si è parte integrante del tutto, ndt) non si sta facendo del bene a nessuno.

Intendo dire che stando seduta qui io posso fare della beneficenza, per così dire, alle persone: non per beneficenza, ma perché sono parte integrante del mio essere. Io lo faccio perché loro sono parte integrante di me, non devo sforzarmi e fare sacrifici per fare beneficenza; infatti quello non è altro che gratificare l’ego, un orientamento all’ego: “Oh, io ho aiutato quest’uomo e come osa parlare così?”.

Questa è dunque una qualità del Divino: si dovrebbe sapere che Egli è generoso, è generoso all’eccesso, all’eccesso. È generoso perché è generoso. Non si preoccupa, non si chiede perché dovrebbe essere generoso. È generoso perché è così, perché è un capriccio, è una passione.

La passione per la generosità è come quella che voi avete, ad esempio, per il bere; diciamo che in quel caso non è una passione ma un’abitudine, penso. Ma si può dire che la gente ha qualche passione.

Quale tipo di passione avete che non diventi un’abitudine? Non lo so. Infatti avete sempre qualche abitudine e poi nasce la passione (risate).

Ma supponiamo che abbiate una passione, che ad esempio vi piaccia il buon cibo, diciamo. Ora, se avete la passione per il buon cibo la coltiverete perché vi piace.

Allora qualcuno chiederà: “Come mai hai la passione per il buon cibo?”. “Mi piace e basta. Chi sei tu per farmi una domanda simile?”.

Se qualcuno ha la passione per la generosità sarà generoso, che vi piaccia o no. E ad una persona ragionevole a volte potrebbe apparire un po’ troppo.

La più grande generosità che un essere umano possa esprimere è perdonare. Insomma, non si tratta di un atto di generosità verso gli altri, bensì verso voi stessi.

Se perdonate gli altri, siete generosi con voi stessi. Siate generosi innanzitutto con voi stessi, ossia perdonate tutti. Se perdonate tutti non siete ossessionati da quei fatti, vi risparmiate i tormenti che vi derivano da loro.

Questa è generosità verso voi stessi.

La più grande generosità verso voi stessi è non provare astio o rancore per nessuno.

Avete invece un’idea precisa di com’è una persona, un’idea precisa, ma nessuna reazione.

Se qualcuno è pieno di bhut, diciamo, va bene, è pieno di bhut, sappiamo che è pieno di bhut. Proteggetevi con un bandhan, ma non reagite: allora avrete davvero perdonato tutti.

Il perdono vi conferisce un grande kavacha[1], è un grande bandhan, una grande protezione – possiamo chiamarlo scudo – da ogni cattiveria che gli altri possano farvi.

Perdonateli e vedrete che cosa accadrà loro. Provate questo trucco: perdonate e guardate che cosa accade a chi prova a tormentarvi.

Ovviamente il Divino non vuole mai tormentare nessuno, questo è certo. Non vuole mai tormentare, è estremamente generoso, gli piace perdonare, gioisce del Suo perdono, ne gioisce realmente. Si deve gioire della generosità come del perdono; dà molta gioia.

Perdonare gli altri è la cosa che procura maggiore gioia poiché si vede il gioco, si diventa testimoni.

Quando si sviluppa in voi il tattwa di Mahalakshmi, per prima cosa dovete perdonare se qualcuno vi ha chiesto dei soldi in prestito e non ve li ha restituiti; non importa.

È molto difficile per la gente perdonare chi chieda denaro in prestito e non lo restituisca (risate). E oltre a questo ho notato che c’è un altro problema (Shri Mataji ride): se prestate denaro a qualcuno, poi state alla larga da quella persona.

Infatti, dare è più facile, ma prendere è molto peggio. Chi prenda denaro da voi non vi perdonerà mai per tutta la vita per avergli prestato dei soldi.

Si deve dunque capire che quando si diventa divini si dà, semplicemente. Si dà e basta. Questo è il tattwa di Mahalakshmi; il tattwa di Mahalakshmi consiste nel dare. Non preoccupatevi dell’esito, delle reazioni degli altri, di ciò che accadrà, del risultato finale, di ciò che ottenete con questo e di come la persona l’abbia preso. Date semplicemente; questo è il tattwa di Mahalakshmi.

Ma quando io dico di dare occorre anche usare discernimento, e quello è l’aspetto che si dimentica sempre. Vedete, Sahaja Yoga deve insegnarvi il discernimento, ossia la verità divina. Il Divino è Colui che è dotato del massimo discernimento.

Ora, quando dico di dare, so che la gente si metterà a correre per strada alla ricerca di qualcuno a cui dare qualcosa.

Non dovete correre a cercare qualcuno a cui dare, non è necessario; è qualcosa che fluisce, fluisce proprio. Ovunque ve ne sia l’opportunità provate a dare cose materiali, qualche parola gentile, dolcezza, conforto.

Ma mai dare una cosa che io a volte faccio per errore: mai dare consigli (risate generali); è una cosa molto pericolosa.

Potete dare bandhan, potete fare shoebeat per una persona a sua insaputa, ma non date mai consigli a parole.

Per il momento questo è uno dei principi di Sahaja Yoga. Infatti, se date consigli sapete cosa significa: potreste ricevere un pugno sul naso o altro. È molto pericoloso.

Direi che la cosa migliore, a proposito di consigli, è che avete molti modi e metodi per gestire una situazione. Quindi meglio non parlare ma gestire la cosa nel completo silenzio.

Qualsiasi cosa dobbiate fare riguardo a qualcuno, fatela senza parlargli. Più cercate di convincere le persone, peggio diventeranno, perché non sono divine. Non hanno raggiunto quella divinità.

È un tipo particolare di persone, sapete, che non possono diventare divine e voi non rompetevi il collo con loro.

Non date consigli neppure agli altri sahaja yogi.

A questo stadio pensano tutti di sapere tutto di Sahaja Yoga –  va bene, buona idea, ottima idea (risate). Ma non cercate mai di dire loro che cosa dovrebbero fare, che cosa va bene per loro; a meno che non vengano loro a chiedervelo.

Ora, quando questo tattwa di Mahalakshmi si diffonde nella collettività ciò che accade è che imparate che dovete solo dare senza preoccuparvi di ricevere.

Come ha detto Krishna: “Karmanye vadhikaraste phaleshou Ma kada chana[2]” Il nostro compito è eseguire i karma senza preoccuparci del loro risultato. Cercate di dare tutto ciò che è possibile a chiunque: le vibrazioni, la realizzazione. Io so che molte volte è sprecato, dare la realizzazione è sprecato.

Vedete, è come per i semi gettati sulle rocce. Sì, lo so, accade molte volte; io ne ho sprecati a migliaia, ma non importa, voi datela.

Non la date per il loro bene, ma per il vostro. È per la vostra soddisfazione che lo fate, è per la vostra passione che lo fate.

Quindi cercate di dare la realizzazione a chiunque, a chiunque la chieda. Ma come Cristo ha detto giustamente: “Non gettate le perle ai porci”. Insomma, non dovrei usare queste parole oggi, in un giorno così propizio, ma non importa. Questo è ciò che Lui ha detto.

Ora, chi è questa gente? È quella che non lo merita. Quindi non occorre dare la realizzazione a qualsiasi persona in cui vi imbattiate, parlarne a tutti.

Gradualmente conoscerete persone che chiederanno Sahaja Yoga, la realizzazione e allora gliela darete.

Poco a poco questi porci – o come li chiamate, in qualsiasi modo Cristo li abbia chiamati (risate) – un giorno evolveranno, ne sono certa, e verranno da voi.

Proviamo quindi al primo livello, dove ci sono ricercatori genuini di qualità elevata e sarete sorpresi di come siano selezionati.

Vedete, in tutta franchezza non c’è molto spazio nel Regno di Dio, e non dovremmo preoccuparci se lì non vi sono molte persone.

È un’idea sbagliata che sia una nostra responsabilità, che tutta la popolazione del mondo debba arrivare lassù. Questo non è affatto necessario, sapete: non dovremmo ammassarli lì. Già in questo posto non riusciamo a stare tutti seduti, dovremo trovare un luogo più ampio. Quindi non dovremmo preoccuparci tanto della quantità, del fatto che la quantità non sia elevata.

Naturalmente dovremmo fare del nostro meglio per diffondere il messaggio, perché non dovrebbero dire di non aver ricevuto il messaggio. Diffondere il messaggio va bene, ma non dobbiamo in alcun modo forzare le persone o pregarle di venire in Sahaja Yoga o farle diventare sahaja yogi; è una cosa complicata. Più ci proverete, peggio saranno. Saranno così difficili che sarà un compito impossibile.

Nella vostra generosità dovete usare discernimento in merito a dove arrivare con le persone, fin dove agire. Questo è il tattwa di Mahalakshmi che si manifesta in voi come effetto di Shri Ganesha, il quale vi benedice con la saggezza (di capire) fino a che punto essere generosi: dove e che cosa dare. Il discernimento inizia a funzionare. Voi non dovete pensarci, semplicemente funziona, funziona proprio.

“Discernimento” in Sahaja Yoga non significa affatto pensare o giungere ad una conclusione razionale, bensì significa che semplicemente funziona, nel senso che voi percepite nella vostra consapevolezza vibratoria. Una volta che si sviluppi questo discernimento vi stupirà che chi non deve entrare nel regno di Dio lo eviterà proprio, non ci si avvicinerà.

Ed è meglio per noi: meno grattacapi, sapete. Infatti essi pensano che siamo noi ad avere bisogno di loro, mentre non capiscono che sono loro, e non noi, ad avere bisogno della realizzazione. Noi l’abbiamo ricevuta.

Bene, questo è per quanto riguarda la generosità. Oggi volevo parlarvi della generosità nei confronti dei sahaja yogi.

Ora, non vi dirò di fare sempre regali e altro ai sahaja yogi perché, come sapete, queste cose materiali non hanno alcun valore se non un valore simbolico.

E, se lavorate per loro in forma simbolica e se cercate di esprimervi in forma simbolica, funzionerà molto meglio che in forma materiale, per cui una certa cosa dovrebbe costare questa cifra, un’altra cosa dovrebbe costare quella cifra: così non va bene. Tra di voi dovreste realizzare regali e cose materiali dal significato simbolico.

Tuttavia, la cosa principale che si dovrebbe comprendere è che la collettività crescerà soltanto quando non suggerirete, con vostri atteggiamenti o comportamenti, che gli altri siano inferiori o superiori a voi.

Se ad esempio vedete bene qualcosa, se vedete qualcosa in gran lontananza, io vedo molto più lontano di quanto possiate vedere voi; è un fatto, questo lo sapete. Ma non ve lo dico, mi limito a dire: “Non so, puoi provare questo o quello”. Sto zitta, provo a giocarci. Dico: “Va bene, vediamo”. Consulterò te, lui, consulterò tutti, sapete: “Va bene, provate questo”.

Oppure farò tutti questi trucchi perché non voglio che pensiate: “Madre sa tutto, quindi perché dovrei saperlo io?”. Come prima cosa potete dire questo. Oppure potreste dire: “Madre sa così tante cose e io non so niente. Non potrò mai eguagliarla”.

Ciò che dovete fare dunque è far vedere all’altra persona tanto quanto vedete voi. Come lo farete? Stando sempre con lei, instaurando una relazione tale per cui l’altro non senta l’oppressione, il peso di quella personalità, di quella persona: “Oh è così grande, così grande, sa tante cose, è così evoluta. Che cosa siamo noi? Non siamo niente”.

Se si sviluppa quest’ultima attitudine (di superiorità, ndt) nei confronti di qualcuno, allora l’altro può sviluppare anche un’attitudine diversa, proprio all’opposto, per cui costui si contrapporrà a quella persona, opporrà resistenza, si irriterà sempre al minimo pretesto, si allontanerà e si sentirà ferito e sarà infelice. Possono capitare tutte queste cose. Quindi questo non aiuterà né voi ne l’altro.

Ma dire all’altro… se volete far ascendere più in alto quella persona, la miglior cosa è farvela amica, farne la persona a voi più cara e farle vedere tanto quanto riuscite a vedere voi, insieme.

Allora la capacità visiva si realizza. Non è che uno vede qualcosa in più, che altri non riescono a vedere e quella persona, quella in grado di vedere, si crede chissà chi.

Dovreste comportarvi come se non sapeste niente; è meglio. Dovreste guardare me, come mi comporto io. Io non vi dico niente, mi limito a dire: “Bene, continua; fai tutto ciò che ritieni giusto”. Poi tornate a dirmi: “Madre, è accaduto questo, mentre Lei ci aveva detto così”.

Allora io rispondo: “Ti ho detto ‘va bene’, ma non ho detto: ‘Va bene, accadrà questo’.” Però è accaduto. Quindi è meglio che anche voi sviluppiate questo tipo di attitudine, perché dobbiamo viaggiare tutti insieme.

Non c’è nessuno che possa andare avanti da solo. Dobbiamo viaggiare tutti insieme, persino io.

Anche se io magari sono “qualcosa”, che importanza ha? Che importanza ha se Dio è grande? E allora? Lui può essere grande nel Suo gioco. Ma il punto è ciò che otteniamo da Lui, affinché la Sua grandezza sia vista attraverso di noi.

Se non riusciamo ad arrivare a quel punto, a che serve la Sua grandezza? È meglio che stia lontano, è troppo grande per noi.

Egli deve dunque scendere; deve scendere a questo livello per far sì che tutti sentano di essere parte integrante del Suo “non sapere”. Egli può essere la persona più sapiente: e allora? Voi dovete ammantarvi della coperta dell’ignoranza e continuare a svelarvi lentamente.

Analogamente, se saprete farlo con gli altri sahaja yogi, soltanto in quel caso potrete essere dei buoni leader e sarete stati davvero generosi con pieno discernimento.

Oggi, come vi ho detto, è il tredicesimo giorno, è (il giorno di) la Dea; è chiamato Dhanteras, è il giorno della Gruha Lakshmi. Lei venne come Gruha Lakshmi. Nella famiglia, per cominciare, la signora è il simbolo di questa Lakshmi. Infatti è lei che pensa al cibo, al vostro benessere, vi protegge, vi nutre, vi dà gioia. E le donne che non ne sono capaci non sono Gruha Lakshmi, non sono… il termine donna di casa è una definizione molto inadeguata.

Loro sono le Gruha Lakshmi, ossia le dee della famiglia.

L’altro giorno eravamo in America e ho detto alle ragazze: “Meglio aspettare e ciò che possiamo fare è… d’accordo, io sono la Madre, se volete potete darmi il cibo. Ma non mi importa, datelo prima ai ragazzi e poi mangeranno le ragazze”. Allora una si è molto seccata con me e ha detto: “Madre, che significa questo? Loro ci dominano”.

Se qualcuno mangia prima o dopo, dov’è la dominazione? Voglio dire che prima o poi mangerete comunque. Io non capisco la questione della dominazione. Al contrario voi siete privilegiate: siete privilegiate a potervi prendere cura di così tante persone, sapete. Che c’è di così sbagliato in questo? Vedete, l’intera atmosfera è talmente strana che se gli uomini mangiano per primi le donne dovrebbero sentirsi umiliate.

È assurdo, perché è un privilegio. Voi siete come una madre, siete coloro che devono prendersi cura di loro e dovete nutrirli. È un privilegio per una Gruha Lakshmi fare questo, prendersi cura di tutti, offrire loro da mangiare e trattarli come propri protetti, diciamo, qualcosa di simile. È un grande privilegio, un segno di assoluta maturità.

Avete visto (che lo fanno) anche bambine molto piccole se sono educate come si deve; altrimenti possono essere spaventose. Ma di solito le bambine sono molto generose, più generose dei maschi, e sono davvero… vedete, cercano sempre di rendervi molto contenti.

Hanno molto buon senso: se qualcuno è seduto andranno a dargli del cibo e a prendersi cura di lui e… insomma, ho visto tutte le mie tre nipoti farlo. Vedete, anche una volta che venne a casa una lavandaia loro dissero: “Devi accomodarti sul divano”. Lei replicò: “No, non posso, non posso sedermi sul divano”. E loro: “Invece devi sederti sul divano”. Le aprirono il ventaglio e le portarono da mangiare tutto ciò che era in cucina, portarono qualche piatto e altro.

Una volta chiesi alla maggiore: “Cosa vorresti diventare?”. E lei: “Io posso soltanto fare l’infermiera o la hostess”. “Perché l’assistente di volo o l’infermiera, perché?”. “Perché sono le uniche due professioni in cui si può offrire del cibo, no?” – diversamente c’è… insomma, è un privilegio: nelle altre professioni non si può fare questo grande lavoro, questo nobile mestiere di dare da mangiare – “Ecco perché voglio fare l’infermiera o l’assistente di volo”.

E ho visto queste bambine quando giocano: “Bene, io sono la hostess, adesso devi mangiare questo” (risate). Portano il cibo in piccolissimi piatti, sapete, fanno le loro cose: “Io sono una hostess”, e lo portano.

Magari non c’è nessun cibo nel piatto, magari ci hanno messo qualche sasso o qualsiasi cosa: “Devi mangiare, devi avere cura di te, stai dimagrendo, è meglio che…”. Così, sapete, è così dolce. E poi porteranno qualche cuscino: “Adesso devi stenderti”. Fanno come le assistenti di volo, vedete: “Hai freddo? Vorresti una coperta o qualcos’altro?”.

Io ho chiesto: “Che gioco è questo?”. “Siamo assistenti di volo”.

È un grande privilegio, un privilegio innocente. E se si sviluppa questo (atteggiamento), questa assurdità, tutta questa assurdità (che ci fa pensare) “Noi siamo superiori, loro sono inferiori”, scomparirà. Chi è superiore o inferiore? Vedete, se alcuni capelli sono qui ed altri lì, sono forse superiori o inferiori? Non potete fare a meno né degli uni né degli altri. È un’idea assurda che vi è entrata in testa, quella di essere superiori o inferiori.

Una Gruha Lakshmi deve essere una donna nobile, deve essere un esempio in famiglia. Se una donna di casa è un’ubriacona, se si sposa dieci volte, che cosa ne sarà dei figli? Pensateci: una donna così, che non abbia senso della castità, del buon auspicio, nessun sentimento di protezione per la famiglia, come può parlare? Chi è? Che cosa importa?

Insomma, quale soddisfazione si può dare ad una donna di casa? Lei è la fonte della soddisfazione; quale soddisfazione potete darle?

Per lei la maggiore soddisfazione è che mangiate bene, dormiate bene, stiate bene: questa è la sua maggiore soddisfazione.

Questo è dunque ciò che occorre sapere: che una Gruha Lakshmi è la donna della famiglia. Quella è la Gruha Lakshmi.

L’uomo però non dovrebbe essere un lupo, una Gruha Lakshmi non può sposare un lupo, dovete capirlo. Se l’uomo è un lupo non merita di avere una Gruha Lakshmi, ma può avere una lupa come moglie; è una buona idea. Allora possono azzuffarsi, litigare, divorziare e quant’altro.

Ma, per cominciare, debbo dire che la responsabilità è della Gruha Lakshmi. Mantenere l’equilibrio è un suo dovere, non è il dovere degli altri membri della famiglia. È lei che mantiene… non rinuncia a nessun costo. Certo, se lui è un lupo, bene, può andarsene nella foresta. Lei non ne è disturbata.

Ma gli uomini devono capire che più si rispetta la donna di casa, la Gruha Lakshmi della famiglia, maggiore è il rispetto, maggiore sarà l’assestamento di queste donne nei ruoli che loro competono; e diventando orgogliose della propria casa e della famiglia e della propria posizione che hanno stabilito, sentiranno di avere un significato e l’intera società si trasformerà.

Ma se gli uomini corrono dietro a immorali e volgari donne di strada, anche la donna di casa può diventare così. Quindi è fondamentale che le donne siano rispettate perché sono delle Gruha Lakshmi. E questa è una cosa.

La seconda cosa è che sono anche Raja Lakshmi. Le Raja Lakshmi sono le dee che si prendono cura del proprio paese.

Anche l’Inghilterra, ad esempio, ha una Raja Lakshmi. Ora possiamo dire che l’attuale principessa[3] è una Raja Lakshmi, è una donna dotata di dignità, si comporta con timida dolcezza e tutto il resto; è una Raja Lakshmi. Anche la nostra regina è esemplare. Ma possiamo dire che gli altri membri della famiglia sono strani. Appartengono alla famiglia reale ma non hanno quella forza di carattere per farne parte. Hanno tutti i privilegi, però pensano di avere ogni diritto e nessun dovere, e pertanto anche la Raja Lakshmi può essere molto strana.

In questo paese ci sono state maledizioni su maledizioni perché qui sono state assassinate sette regine[4]. Insomma, non mi viene in mente nessun paese in cui una sola regina possa essere uccisa dal re.

Questo paese ha una maledizione molto singolare di queste sette donne che sono state assassinate. Voglio dire, che razza di donne devono essere state? Che razza di regine devono essere state? Insomma, non c’è niente, niente di una Raja Lakshmi.

Una Raja Lakshmi è una donna dignitosa. Lei è la gloria del Paese, deve essere una donna gloriosa. Deve essere una donna con tutti gli attributi di una regina. È quella la Raja Lakshmi: è la regina o la dea che è la regina; e risiede in ogni paese.

Ogni nazione ha la propria Raja Lakshmi e se essa viene insultata il popolo soffre. Soffrirà in vari modi; avrà ad esempio problemi di denaro, problemi finanziari.

Avranno anche problemi nella società, cose di ogni genere. Perché qualsiasi cosa facciano la regina o il re, ma specialmente la regina, viene imitata dagli altri.

In Inghilterra, ad esempio, la maggior parte delle mode è nata perché l’ha inaugurata la regina. Quindi, qualsiasi cosa faccia, lei è molto importante e deve avere quella consapevolezza di essere la dea. Lei deve rappresentare quella dea che risiede in ogni nazione. Questa è la Raja Lakshmi.

Ora, nei paesi in cui non c’è (il re o la regina, ndt) – nei paesi democratici, diciamo – bene, allora il leader, o meglio, la first lady di un paese non dovrebbe comportarsi come quella signora americana che ha sposato un vecchio magnate e adesso fa la fotografa (probabilmente il riferimento è a Jacqueline Kennedy-Onassis, ndt). Che roba è? È tutto così di cattivo gusto, così pacchiano: costei non merita di essere lì.

Non c’è dignità in lei, gareggia con volgari  donne di strada. Dovrebbe essere consapevole di essere la first lady.

Anche nei paesi in cui non vige la democrazia ma altri tipi di governi, c’è una first lady.

E perché adesso anche queste first lady sono diventate competitive e sono in competizione con i propri mariti e cercano… Ovunque abbiano provato questi trucchi, vedete… anche Bandha Naiki ha provato queste cose ed ha fallito. Ovunque abbiano provato a surclassare i mariti hanno fallito perché Dio non è con loro.

Loro sono lì perché sono first lady e dovrebbero esserne fiere interiormente, anche se hanno la sensazione di non essere molto considerate o rispettate. Se però una donna rispetta se stessa nessuno può mancarle di rispetto. Dovrebbe conservare il rispetto di sé e tutti la rispetteranno. Ma se sente di doversi comportare così solo per punire qualcuno, significa che lei non ha alcun valore di per sé.

La prima cosa che Lakshmi vi concede è il sistema di valori. Il vostro sistema di valori viene corretto. Vi attribuite un giusto valore. Ad esempio, voi conoscete il valore di questo e di quello e il valore di quest’altro. Ma per una persona divina il sistema di valori non è basato sulla quantità di denaro o di cose materiali che possiede, bensì dipende dalle vibrazioni.

Tutto il sistema di valori si trasforma quando acquistate un temperamento divino, perché iniziate a vedere le cose: ciò che è prezioso è ciò che ha il massimo di vibrazioni.

Per un’anima realizzata è prezioso tutto ciò che possiede vibrazioni, e non ciò che non è divino. Se qualcosa non è divino non ci abbiamo niente a che fare.

Ma vi sorprenderà che tutto ciò che è divino sia molto prezioso anche sotto altri aspetti. Ad esempio, i dipinti realizzati da chi abbia una natura divina – intendo eseguiti da anime realizzate – oggi sono costosissimi; magari non a quei tempi, ma oggi sì.

In effetti tutta la verità emerge gradualmente e si può vedere chiaramente che c’è qualcosa di speciale in queste opere.

Il vostro sistema di valori dunque si trasforma appena la vostra essenza di Mahalakshmi inizia a svilupparsi e manifestarsi. Siete assolutamente aperti e trovate nuove cose, nuove idee, nasce una nuova valutazione di ogni cosa.

Quando ciò avviene sappiate che state crescendo. Dovete saper giudicare se state crescendo o meno ed è così che vi renderete conto se vi state sviluppando nella giusta direzione, se il vostro sistema di valori è corretto.

Quello di oggi è il giorno di Lakshmi; vi benedico con tutti i poteri di Lakshmi e specialmente con quello del discernimento.

Per migliorare il vostro sistema di valori,  dovete cercare di comprendere tutto ciò che per voi ha più valore, qual è la cosa più preziosa per voi.

Il giorno successivo a questo, che è il primo giorno di venerazione, dicono sia il giorno in cui è stato celebrato il Diwali, nel quale Rama fu incoronato re. Rama aveva ucciso Ravana nel giorno di Dashera e in questo giorno fu incoronato; e per questo lo celebrarono.

Rama, che a quel tempo fu incoronato re, rappresenta il re benevolo e si incorona la benevolenza di un re; ecco perché si celebra il Diwali.

Ma per noi il Diwali ha un significato speciale – ritengo sia un significato molto speciale – perché vedrete che la luce che vediamo qui va sempre verso l’alto.

Il fuoco è l’elemento che sale sempre verso l’alto, sempre opposto alla gravità e opposto a tutto ciò che vi spinge in basso.

Anche la luce dello Spirito è così: vi porta sempre in alto. E chi è un’anima realizzata è detto illuminato perché possiede la luce.

E la luce ha la capacità di darvi un’idea completa, di farvi vedere come stanno le cose, di relazionarvi gli uni con gli altri, di scoprire le distanze e le differenze e discriminare.

La luce rappresenta dunque la discriminazione. E quando siete illuminati, lo Spirito è illuminato, nel senso che lo Spirito è sì la luce, ma inizia ad esprimersi nell’atmosfera, a manifestarsi nella vostra attenzione.

Ebbene, ciò che abbiamo fatto in Sahaja Yoga non è altro che un Diwali.

Per prima cosa è stata accesa una candela, poi quella luce ne ha accesa un’altra ed ora abbiamo tantissime luci. Questo è il Diwali che celebro, io gioisco di questo Diwali più di qualsiasi altra cosa.

Ora, alcune candele talvolta sono veramente tremolanti, lo so, non importa (risate). Alcune candele temono che il vento possa spegnerle, così devo prendermene cura. In India questa parte è detta achala della madre, dove lei tiene nascosti i propri figli e sorveglia anche la luce, la candela che lei ha acceso.

E se ne prende cura con grande attenzione, cercando di controllare continuamente se brucia oppure no; e quando è sicura che bruci bene, la mette in un posto più elevato dove arda non per se stessa ma per gli altri, dove illumini gli altri e illumini il sentiero di quanti camminano nelle tenebre.

Oggi dunque per noi Sahaja Yoga è un Maha Yoga, perché è un dipawali. E non è soltanto un dipa di vostra Madre che brucia, ma sono moltissime le luci in tutto il mondo che, come sapete, si sono accese e stanno ardendo.

Anche bambini piccoli danno la realizzazione. Adesso si è diffuso ai villaggi e si sta diffondendo lentamente come il Diwali; ed ogni volta in cui celebriamo il Diwali abbiamo sempre più luci e sono sicura che queste luci cresceranno. Quelle persone che hanno ancora luci tremolanti hanno problemi, sapete, hanno sempre problemi e devono capire che la loro luce ancora deve essere stabilizzata correttamente.

Devono prestare completa attenzione a mettere a posto la loro luce. Se le vostre luci sono a posto non possono esserci problemi, non è possibile che ci siano problemi.

Anche la correzione è una qualità divina in voi che dovrebbe agire interiormente affinché vi correggiate.

L’altro giorno spiegavo che non dovete pensare. È molto semplice: si tratta di un meccanismo, di un meccanismo divino che adesso avete scoperto in voi.

Ora, adesso che avete un meccanismo, non dovete pensarci. Infatti il meccanismo divino è come qualsiasi altro meccanismo.

Se ad esempio conoscete il meccanismo dell’automobile, non dovete pensarci. Non pensate “devo frenare”, lo fate e basta.

Quando siete un esperto guidatore lo fate; non pensate. Pensate, forse? Se vi mettete a pensarci ucciderete un mucchio di gente pensandoci.

Ebbene, allo stesso modo, se siete padroni di questo meccanismo, se sapete quale ingranaggio muovere, come muoverlo, come farlo funzionare, se lo conoscete a fondo non ci pensate, lo si aziona e basta.

E questo è ciò che dobbiamo comprendere: che dopo aver sviluppato il tattwa di Mahalakshmi… che è il tattwa fondamentale, il principio dell’evoluzione grazie al quale vi siete evoluti; è l’epitome, la sushumna, il sentiero centrale ed il più importante.

Se la sushumna non è a posto non potete fare nulla perché lì c’è il flusso, c’è l’apertura importante che vi rende più aperti, che vi rende più profondi, che vi rende più grandi.

Se quello è il sentiero della sushumna che deve essere sempre tenuto aperto, si deve cercare di tenerlo aperto dandovi equilibrio, con questa attitudine generosa e osservando tutto attraverso il discernimento. Tenetelo aperto.

Tenete la vostra sushumna aperta; e questo è il sentiero di Mahalakshmi. Se tenete la sushumna aperta non ci saranno problemi fisici, né problemi emotivi e, ovviamente, nemmeno problemi spirituali. È così che oggi si deve comprendere il tattwa di Mahalakshmi di oggi.

Ora, quando raggiungete questa posizione, vedete, la posizione al livello del principio di Mahalakshmi è molto importante, perché vi conferisce indubbiamente lo stato di testimonianza.

Ma come vi ho detto prima, subito dopo questo puja a Lakshmi, il giorno successivo nel quale fu incoronato Rama, è il secondo. E in questo secondo giorno…

Questo come vi ho detto è il tredicesimo giorno, è quello della nascita di Lakshmi.

Il quattordicesimo è una cosa terribile di cui non voglio parlarvi molto perché è il giorno in cui la Dea dovette combattere contro tutti gli orribili rakshasa. Quindi non voglio parlarne molto perché sapete già tutto; quello è il quattordicesimo giorno.

Poi, il quindicesimo è il giorno in cui la luna è completamente assente; vi è una oscurità assoluta, per cui accendete queste luci a suggerire: “Vi sono le luci: adesso, che Lakshmi venga dentro di noi”.

Quindi nessun luogo dovrebbe rimanere nell’oscurità, affinché la Lakshmi risieda ovunque e ci conceda la gloria delle Sue benedizioni.

Viene poi la notte della notte tenebrosa chiamata, come dite voi, amavasya. Poi, la prima notte dopo quella è il primo giorno della luna che chiamate… come? Luna calante?

Yogi: Luna nuova.

Shri Mataji: La luna nuova. Spunta la luna nuova nel primo giorno; è il giorno in cui per gli Shalivahana ha inizio il nuovo anno. Come sapete, gli Shalivahana sono i miei avi o comunque diciate, credo (si dica) dinastia; quello è il giorno.

Quel giorno prendono uno scialle, uno scialle della Madre, così, e sopra ci mettono questa brocca d’acqua per evocare l’età dell’Acquario, vedete, che secondo loro l’età dell’Acquario è iniziata. La pongono sopra quello e mettono  tutto come una bandiera sopra le loro case per suggerire che adesso l’età dell’Acquario è arrivata. Con lo scialle della Madre fanno la bandiera e sul pennone della bandiera c’è il recipiente d’acqua messo al contrario per suggerire che l’età dell’Acquario è iniziata, che l’età della Kundalini è iniziata e che questo risveglio deve avere luogo.

Quello è il primo giorno dell’anno che loro iniziano. Poi, dopo questo, il secondo giorno è… in realtà sono cinque giorni ma il motivo per cui ho parlato di una celebrazione di quattro giorni è che in mezzo c’è un giorno orribile.

Ma anche lì c’è un festeggiamento perché, dopo avere ucciso tutti questi rakshasa, c’è stato il Diwali.

Queste cose accadono spesso, vedete, ed ogni volta che Lei ha ucciso tutti questi rakshasa lo hanno celebrato mettendo luci dappertutto.

Il secondo giorno dopo questo evento è molto importante qui, poiché è il giorno speciale del fratello e della sorella nel quale la sorella invita il fratello a pranzo a casa sua. E se è un bambino lei gli farà il bagno, mentre se è un ragazzo grande si siederà tutto vestito; e lei gli verserà sopra l’acqua, gli metterà qualcosa di molto profumato sul corpo, gli farà un bel bagno e gli darà protezione. Rappresenta la purezza della relazione tra sorella e fratello.

E poi il fratello in quell’occasione le offrirà qualcosa in regalo. Può regalare qualsiasi cosa, è solo simbolico. È l’amore e l’affetto tra fratello e sorella che in quel momento si esprime, è molto importante. E poi la sorella gli dà realmente un bandhan, con una luce vera, esegue per il fratello quel che chiamiamo l’aarti. È così che cerca di dare una grande protezione al fratello. Questo è dunque il giorno che in marathi chiamano Bhau-bij o Bhaiya-dwij; oppure Dwitya, ossia il secondo giorno della luna. (…).

Ora, ciò ha un significato poiché è molto importante che le nostre relazioni come fratelli e sorelle debbano essere rafforzate, purificate, tutelate.

In India se qualcuno vi chiama sorella o fratello, è veramente una sorella o un fratello, è una situazione molto difficile. Se qualcuno vi chiama sorella dovete accettare questa situazione. E se accettate quella situazione, per tutta la vita dovete conservare una relazione di quella nobiltà. Che lui sia vostro fratello (vero) oppure no, non è importante; che lei sia vostra sorella o no, non ha importanza; ma una volta che abbiate detto che lei è vostra sorella, allora tutta quella purezza è lì, la sua castità deve essere protetta e lei deve essere protetta.

Ma è così; questi sono i cinque giorni che si celebrano. Vi ho spiegato brevemente come noi sahaja yogi dovremmo capire che questi cinque giorni sono giorni di vera festa per noi poiché ora abbiamo superato la morte, abbiamo superato quel degrado che ne sarebbe seguito.

Adesso siamo persone vittoriose; quindi questo è per celebrare la nostra vittoria sul male, la nostra vittoria sulle nostre debolezze e la nostra vittoria verso il traguardo delle nostre conquiste, ossia la piena realizzazione del Sé.

Per questo è un grande giorno di celebrazione; e che Dio vi benedica tutti.

E mi unisco a tutti voi in questo giubilo e sono molto lieta che oggi siamo così numerosi in questo paese. E verrà un giorno in cui la nostra rettitudine e la nostra grandezza illuminerà sicuramente il sentiero dell’oscurità con questa luce e migliorerà le condizioni a tal punto che la gente non crederà, dopo aver vissuto in questo mondo squallido, di trovarsi in un mondo così bello, non ci crederà.

Accadrà: come è accaduto dentro di voi accadrà anche fuori. E quello è il giorno che sto aspettando, quando accadranno queste cose. E tutte queste cose che stiamo facendo qui, conducendo ora una vita retta e buona, perdonando gli altri e in assoluta generosità, diventeranno una cosa universale per la gente; e quando questo diventerà un evento universale e la gente accetterà universalmente Sahaja Yoga, quelli saranno i giorni autentici della celebrazione del Diwali.

Che Dio vi benedica.

Devo dire che per Natale non sarò qui ma in India. È un bel modo perché eviterò tutti i vostri regali (risate, Shri Mataji ride). Mi avete offerto così tanti regali l’ultima volta che è stato troppo per me.

Naturalmente, se voi dite che sono io ad avervi dato qualcosa, ovviamente non è niente di grandioso, mentre se voi fate tutti un regalo ad una sola persona è troppo da trasportare, ci vuole una nave.

Mentre se è una sola persona (riferito a Lei stessa, ndt) a fare doni a molte persone non è una cosa tanto difficile, no? Se invece tutti fanno regali alla stessa persona è troppo. Se uno solo dà qualcosa a molte persone va benissimo, perché il peso è minore per ciascuno e inoltre il carico di quell’unica persona viene diviso fra tutti.

Quindi, è stato meglio che io abbia dato a voi piuttosto che voi abbiate fatto regali a me, perché stavo davvero pensando di prendere una nave, sapete, per metterci tutti i bei regali che mi avete offerto. (Risate)

Avete qualche domanda?

[Lunga pausa. Shri Mataji parla a lato a qualcuno: “Ora. Questo è il tuo anello, forse è questo. Kay? Ecco l’anello. Dov’è… Simon, vieni”.]

Vedete, il puja di oggi è soprattutto una richiesta di espansione, espansione della vostra sushumna, soprattutto questo. Quindi, nel celebrare questo puja, prima di tutto dovete sviluppare una disposizione a perdonare gli altri e perdonare anche voi stessi; per prima cosa questa disposizione per migliorare e sviluppare ulteriormente innanzitutto la vostra sushumna.

Per questo c’è un mantra: “Ya Devi Sarva Bhuteshu kshama[5] rupena samsthita”, va bene? E shanti[6] rupena.

Se recitate tutti questi mantra, se dite questi mantra – uno può dirli e gli altri possono ripeterli – migliorerà sicuramente.

Questi sono tutti mantra per la sushumna. [Shri Mataji parla a lato. Tutti ridono, Shri Mataji dice ridendo: “In questo senso gli indiani sono molto buffi”.]

Credo che non abbiate nessun arnese per macinare. Quindi sarà meglio che paghi io per quell’attrezzo. Infatti mi piacerebbe fare qualche regalo all’ashram. E come chiamate questo? Per macinare… [uno yogi risponde: “Macinino, Shri Mataji”]. Prendete qualcosa di più grande e alto. Questo è il punto.

[Fine della registrazione audio]


[1] Letteralmente: armatura, scudo.

[2] Verso della Bhagavad Gita (episodio nel quale Shri Krishna parla ad Arjuna, il quale non è disposto a combattere la guerra, per esortarlo a compiere il suo dovere) che significa: Tu hai diritto ad eseguire le tue azioni, ma non hai diritto al loro frutto.

[3] Lady Diana Spencer (1961 – 1997), consorte di Carlo, principe di Galles, dal 1981 al 1996.

[4] Ad opera del re Enrico VIII Tudor (1491 – 1547).

[5] Perdono.

[6] Pace.