(3/2021 NUOVI SOTTOTITOLI, traduzione verificata) S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I Mahashivaratri Puja Il Principio di Shiva in noi Nuova Delhi (India), 11 Febbraio 1983 Sono lieta che vi siate tutti ben accomodati in questo piccolo spazio. Quando vi sono amore e comprensione, un piccolo spazio può ospitare molti cuori. Ma quando non si ha un cuore grande, qualsiasi cosa si possa ottenere non è mai sufficiente. Oggi venereremo lo Shiva Tattwa dentro di noi, il principio di Shiva. Per tutti i sahaja yogi è molto importante, poiché Shiva è il fine supremo che dobbiamo conseguire. Shiva è rappresentato nel nostro Spirito; quindi diventare Shiva è l’obiettivo ultimo. Tutto il resto, ad esempio il Vishnu Tattwa ed il Brahmadeva (Tattwa), esiste soltanto allo scopo di creare gli esseri umani, di farli evolvere ed infine condurli a Shiva. Questo è il fine ultimo. Ma gli esseri umani si lasciano talmente coinvolgere dai Tattwa di Brahmadeva, che anche soltanto raggiungere il Vishnu Tattwa è difficile. Si lasciano coinvolgere dai cinque elementi che ci hanno generato e che rappresentano in noi l’aspetto più esteriore dell’essere. Tutti i chakra costituiscono l’aspetto esteriore, il recipiente, diciamo, ma il desiderio di essere lo Spirito è di importanza primaria in Sahaja Yoga. Quindi, in quanto sahaja yogi, dobbiamo guardarci dentro: abbiamo completamente questo desiderio, oppure abbiamo ancora tanti desideri persistenti? Il problema maggiore è il Nabhi chakra, sia in Oriente sia in Occidente. Alcuni, a livello del Nabhi chakra, persino in Sahaja Yoga si affannano ancora nella più bassa ricerca di cibo, il che è davvero sorprendente. Certa gente, poi, ha ancora un fortissimo senso di attaccamento ai propri averi e al denaro. Diventano sempre più sottili, eppure il distacco non si sviluppa in loro, anzi, (l’attaccamento) diventa più sottile. Man mano che diventate più sottili, anche l’attaccamento diviene più sottile e difficile da eliminare. Specialmente le persone che diventano leader in Sahaja Yoga, o che sono più vicine a Sahaja Yoga, subiscono sempre attacchi. Sono attaccate magari dai mariti, dalle mogli, dai fratelli, dalle sorelle, dai figli, cose del genere. E questo non fa che peggiorare la situazione, poiché tutti questi leader sotto attacco tenderanno a scontentare tutte le deità con piccole cose qua e là. Occorre capire che tutti questi comportamenti sono dovuti al fatto che siete diventati più sottili e state ascendendo, quindi è naturale che le forze negative vi attaccheranno. È sempre la prima linea a subire un attacco, non le retrovie. Quindi chi sta in prima linea è sempre sotto attacco, e deve stare molto attento a come si comporta. Questo perché se una persona è subdola, diventerà subdola in modo più sottile, non sarà il contrario. La sua astuzia diverrà più sottile. Se un individuo è avaro lo diventerà in modo più sottile; oppure, se è pieno di ego, lo diventerà in modo più sottile. Ma per liberarvi di queste cose dentro di voi, dovete andare all’altro estremo. Se, ad esempio, siete meschini, diventate assolutamente generosi, donate tutto ciò che avete. Non siate calcolatori; non parlate di soldi, non preoccupatevi del denaro. Se siete troppo stravaganti, indulgenti, dovreste comportarvi nel modo opposto; finché non diverrete il contrario, non potrete sbarazzarvi di queste cose. Se ad esempio siete collerici, molto collerici, diventate così miti che anche se qualcuno vi picchia, va bene, qualsiasi cosa vi dica, va bene. È così che vi libererete delle vostre (cattive) abitudini che divengono sempre più sottili. C’è un altro modo di affrontare la situazione: essere vigili. Quando siete vigili, iniziate a vedervi come una persona separata, con le sue abitudini, e allora iniziate a comprendere perché vi comportate in un certo modo: “Oh, capisco, ti conoscevo già dieci anni fa, prima della realizzazione. Ti conosco, signore, tu sei così”. E poi opponetevi completamente a questa personalità ed eliminatela. Prendiamo una persona negativa, di lato sinistro: qualsiasi cosa si possa fare per quella persona, essa diverrà sempre più sottile. Se è una ragazza, scoppierà a piangere improvvisamente e si sentirà triste senza motivo. Se è un ragazzo ed ha una tendenza a pensare e ad analizzare, analizzerà anche Sahaja Yoga, in modo più sottile. Ciò che dovrebbero fare, in quel caso, è mettersi davanti allo specchio e osservare il riflesso: quello è l’altra personalità che è morta. Provate a prenderla in giro o a sgridarla, a seconda dei casi. Se si tratta di una personalità aggressiva, è meglio prenderla in giro, perché è stupida. Se, invece, è una che subisce le aggressioni sgridatela: “Che cosa vuoi dimostrare subendo aggressioni in questo modo?”. Tutte queste cose vi tengono lontani dalla realtà. Il vostro essere va purificato. Io posso farlo soltanto con il vostro aiuto. Molti dicono: “Madre, Lei è onnipotente”. È vero, è così, e posso fare qualsiasi cosa, ma la sola cosa che non posso fare è soverchiare la vostra libertà; è un dato di fatto, non posso annullare la vostra libertà. E giacché io non posso sopraffare la vostra libertà, dovete agire da soli. Se voi entrerete in piena libertà, vi elargirò tutte le benedizioni; ma se vorrete rimanere fuori, non sarò io a farvi entrare con una pistola. No, non è così che funzionerà. Questo è uno scoglio di cui i sahaja yogi devono rendersi conto, ed è che in ogni attimo siete liberi e più liberi, liberissimi. E più diventate liberi, peggiore diventa la vostra situazione su come affrontare la negatività. Se, ad esempio, intorno a me vi sono quattro persone, saranno attaccate per prime. Naturalmente si può capire che è sempre la prima linea ad essere aggredita, non le retrovie, sebbene secondo la logica dovrebbero essere le retrovie, dato che tutte le orribili forze negative dovrebbero arrivare da dietro. Ma esse sono molto astute, sanno che le retrovie talvolta cadono da sole, quindi non è necessario passare da lì. Tentano con la prima linea. E chi si ritiene investito di qualche responsabilità deve stare molto attento a come si comporta, a quanto è responsabile, a come agisce, se persevera nelle vecchie abitudini ad un livello più sottile o se le sta davvero combattendo. È molto importante. Ed è così che potete controllare egregiamente voi stessi con intelligenza. Cercate di distaccarvi da tutte queste cose, soltanto a livello mentale. Del livello spirituale mi occuperò io. Ma a livello mentale dovete giungere alla logica conclusione che occorre combattere queste assurdità. Dovete essere vigili riguardo a queste insensatezze che si trovano dentro di voi. Lo Shiva Tattwa è innocente, assolutamente innocente. È molto potente ed estremamente innocente. Ed il segreto per conseguirlo sta proprio nel compiacerlo, semplicemente compiacerlo. A chi lo compiace, Shiva concederà favori di ogni genere, si tratti di un rakshasa o altro. Ad un rakshasa, però, può accordare soltanto il dono della longevità, di una lunga vita, mentre ad un santo concederà lo stato di Sat-Chit-Ananda. Quindi, anche se Shiva concede qualcosa ad un rakshasa, non si dovrebbero porre domande al riguardo. Egli può anche concedergli la longevità, ma che importanza ha? Anche se si vive migliaia di anni senza ricavarne niente, non si otterrà mai la realizzazione. Ma ad un santo Egli concede la longevità eterna che proviene dallo Spirito. È questa la benedizione dello Shiva Tattwa. Il Vishnu Tattwa, invece, concede ai santi l’ascesa e la luce della saggezza per vedere e comprendere ogni cosa nella consapevolezza collettiva, mentre ad un rakshasa dà la morte, lo uccide. Le persone non molto profonde si chiedono perché Shiva dovrebbe accordare benedizioni di longevità ad un rakshasa. Queste sono le caratteristiche delle varie deità. Se ad esempio un rakshasa vuole vivere a lungo, si reca da Shiva, lo compiace con lodi e canti in suo onore, chiede le sue benedizioni, compie tapa[1] per Lui, parla dell’innocenza di Shiva ed ottiene così la longevità. Talvolta è meglio che questi rakshasa stiano sulla terra piuttosto che nel subconscio. Lì possono essere orridi. Possono radunare altri bhut per tormentare gli esseri umani. Quindi è meglio tenerli sotto lo sguardo di Vishnu: Egli li controlla meglio qui che spedendoli nel subconscio. Ma lo stile di Shiva è molto diverso da quello di Vishnu. Sono necessari tutti i vari stili perché vi sono tantissime permutazioni e combinazioni negli esseri umani. Se si ha un solo stile, che cosa si farà con i vari tipi di esseri umani? Lo stile di Vishnu è tale che, se tentate di comportarvi in modo strano, Egli vi gioca degli scherzi e vi rimette a posto. Lui non è tanto interessato alle altre persone quanto ai sahaja yogi. Se un sahaja yogi prova a comportarsi in modo strano, se ad esempio vuole bere vino, Lui dice: “Va bene, bevi il vino”. Il sahaja yogi beve il vino e poi si sente male, ha un incidente di macchina, oppure viene insultato. Gli accade qualcosa, viene punito con tale durezza che dice: “Oh Dio, che cosa ho fatto?”. Questo è il Vishnu Tattwa. Ma Shiva è diverso. Se osservate, lo stile di Shiva è che, se bevete, Egli scompare dal vostro cuore: vi viene un attacco cardiaco e morite. Anche Lui uccide. Uno (Vishnu) uccide direttamente, in modo evidente, uccide sicuramente; l’altro (Shiva) uccide ritirandosi. Se Shiva scompare, come potete esistere? Questo è un modo. Il secondo modo è che chi è nato con lo Shiva Tattwa, come ad esempio il nostro Sai Nath, Shirdi Sai Nath o personaggi simili – anche la Devi talvolta può farlo – beve tutti i vini del mondo, tutti i veleni del mondo, come fece Shiva. Così, quando Sai Nath si rese conto che tantissime persone fumavano tabacco, fumò tutto il tabacco del mondo. Tentò di fumare tutto (il tabacco) del Maharashtra affinché nessuno potesse più procurarselo. Questo è lo stile di Shiva: assumere dentro di sé tutti i veleni, assorbire dentro di sé tutte le sostanze tossiche. Egli può affrontare le situazioni più difficili. Quindi, un modo per affrontare (i problemi) viene dal cervello, poiché il Virata è nel nostro cervello, agisce tramite il cervello. Così Lui (Vishnu) vi gioca dei trucchi. E questo ci soddisfa, poiché possiamo vedere che ha ucciso qualcuno e quindi pensiamo: “Ottimo, Madre, Lei ha punito quella persona, bene”. Lo Shiva Tattwa, invece, vi dà i problemi di cui normalmente non vi accorgete ma che agiscono in brevissimo tempo, come i disturbi cardiaci; oppure, chi abbia uno Shiva Tattwa molto carente, può contrarre tutte le malattie incurabili del mondo. In questo caso nessuno viene ucciso, ma la persona soffre in ogni istante. È questo il modo in cui Shiva corregge. Quando lo Shiva Tattwa viene risvegliato in noi, le nostre priorità cambiano decisamente. Adesso noto che le persone venute in India dall’Occidente hanno modificato molto le loro priorità, tuttavia il cambiamento non è ancora profondo come dovrebbe essere. (I sahaja yogi occidentali) sono, ovviamente, mille volte meglio dei loro connazionali che non sono anime realizzate, ma l’attaccamento alle cose materiali e al denaro è ancora molto forte. Questo distacco deve aver luogo. Nella gente vi sono cose che non vanno e manca la vigilanza. Per farvi un esempio molto, molto grossolano, vi dirò che è venuto un signore al quale era stato detto che occorreva dare undici rupie per il puja. Lui ha risposto: “Per principio, non si dovrebbe pagare”. Quindi, per principio, voi pagate soltanto per il vitto e l’alloggio, e non per il puja. L’altro aspetto è che non ci si accorgerà neanche che Madre spende moltissimo per noi in cose extra per le quali non paghiamo nulla. Questo passa inosservato. L’altro giorno, ad esempio, ho detto che la gente ora mi chiede di pagare per una certa cosa poi, domani, mi chiederà di pagare l’affitto della propria casa. È accaduto! C’era una tale situazione all’inizio, quando ho fondato l’ashram a Londra, che chiedevano tutti gli utensili per l’ashram: pagavo io l’affitto, pagavo tutto (ride). E per finire mi hanno detto: “Non abbiamo un’asse da stiro, ce la manda, per favore?”. Da allora la situazione non è più così tremenda, ovviamente. Eppure, se devono pagare cinque rupie per il taxi, penseranno: “Oh, dobbiamo pagare il taxi, dovrebbe pagarlo Madre”. Però, se io devo pagare settemila od ottomila rupie per farvi andare a Haridwar, è tutto a posto, va bene, nessuno vuole rendersi conto di quanto Madre paghi per noi. È sorprendente, e mi disturba molto notare il vostro atteggiamento al riguardo. Quando si vuole fare piacere a qualcuno, si dovrebbe farlo con tutto il cuore. Se ad esempio volete acquistare dei regali per i vostri amici o altro, non vi preoccupate di spendere denaro; ma per il puja sollevate obiezioni. Per la lavanderia avete sempre speso, ho visto il conto della lavanderia e mi ha sorpreso quanto abbiate speso. Ma per ventuno rupie hanno chiamato in causa il principio, pensate un po’. Rifletteteci. Se ci riflettete, sarete scioccati di voi stessi. Ma, nonostante tutto ciò, avete ottenuto la realizzazione. Notate che generosità. È molto, molto… vedete, è davvero molto grossolano. È molto grossolano. Pertanto, l’attaccamento a questa vita grossolana deve scomparire. Ma un semplice abitante di villaggio lo comprende meglio perché è innocente. È innocente. Voi, invece, dato che non siete innocenti, giudicate ogni cosa attraverso la vostra mente e, con essa, pensate: “Quanto abbiamo pagato? Quanto costa questo, quello?”. Ma un innocente abitante di villaggio, anche se ha solo quattro anna[2], vorrebbe fare qualcosa: “Madre, è tutto ciò che ho”. Abbiamo una parabola nella Bibbia. Ed è proprio così. Ci si dovrebbe rendere conto che il nostro distacco inizia dal livello più meschino, quello del denaro. Non avete bisogno di amici: che necessità vi è di dare (regali) a qualche amico? A che servono questi amici? Oltre allo Shiva Tattwa, di quali amici avete bisogno? Pensateci. Senza Dio, che cos’è la vostra vita? Deve dunque nascere il distacco. Le priorità devono cambiare e dovete rendervi conto che Dio è il vostro Amico, è vostro Padre, è vostra Madre, è Colui che deve essere adorato. Non esiste nient’altro. Tana, mana, dhana[3], tutto è per Dio. Ovviamente io non voglio niente da voi, lo sapete, ma l’atteggiamento dovrebbe essere questo. Quindi, per prima cosa, in una persona nasce questo atteggiamento. Ovviamente, in Sahaja Yoga, il grande vantaggio è che coloro che hanno sviluppato questa attitudine sono stati talmente aiutati a livello materiale che ne avete subito la prova. Ne esiste la prova, e coloro i quali non fanno altrettanto soffrono. È dimostrato. Vi farò l’esempio di un orafo. Gli avevo dato l’incarico di realizzare qualcosa per il puja. Gli fu consegnato molto oro, ma lui stupidamente tentò di ricavarne denaro. Ebbe il cancro e morì. Io non ho fatto niente, ma sapevo che aveva guadagnato. Sapevo tutto; io so moltissime cose. Non gli dissi niente, mai niente, non glielo accennai nemmeno. Si ammalò di cancro e morì, non c’è più perché lo Shiva Tattwa era scomparso. Era per un puja, era denaro dei santi, ci si doveva realizzare qualcosa e lui non avrebbe dovuto fare ciò che ha fatto. Questa è la prova. Quelli che lo conoscevano ebbero il più grande spavento della loro vita: “Oh Dio, almeno noi non faremo più niente del genere”. Io non prendo niente, non voglio niente da voi, ma l’atteggiamento di cui parlo è diverso: coloro che si sono arresi, anche per quanto concerne il denaro, hanno migliorato la loro situazione, hanno guadagnato denaro, sono molto ricchi, sono molto benestanti, sono a posto, ricevono molte benedizioni, ogni cosa. Questo è il primo tipo di distacco del Nabhi chakra. Dovremmo iniziare con il porre Shiva sopra a tutto. Ogni attaccamento può essere eroso con lo Shiva Tattwa, poiché lo Shiva Tattwa risplende come un diamante, un brillante. Ogni sfaccettatura può essere purificata molto semplicemente, grazie al risveglio della Kundalini e alla nostra vigilanza. Dopo, potrete vedere che abbiamo anche altri attaccamenti. Ad esempio l’amicizia, la simpatia, le affinità. La simpatia va sempre ai bisognosi o a persone del genere; ma vi siete resi conto che la simpatia ha tormentato tantissima gente. L’altro aspetto è che potreste anche odiare o amare troppo qualcuno, cose del genere. Quando nasce il distacco, non odiate né amate nessuno ma affidate ogni decisione a Dio. Questo è un tipo di distacco, affidare tutto a Dio: “Dio, ti prego – è una Sua impresa – io non giudicherò. Giudicherò le persone soltanto in base alla Kundalini, risveglierò la loro Kundalini. Se funziona, benissimo, se non funziona, va bene lo stesso”. Così vi distaccate dalla responsabilità di giudicare gli altri. Il vostro giudizio si basa soltanto sulla Kundalini: se funziona, bene. Ma voi siete soltanto come barometri o dispositivi per curare. Non siete coinvolti. Quindi, questo coinvolgimento nella vita e nelle relazioni personali, con madri, sorelle, fratelli e assurdità di ogni genere, deve essere rimosso. Ora, diciamo, se vostra madre non è a posto, dovete insistere affinché si corregga. È molto importante; la madre deve essere a posto. Se non lo è, ditele: “Non mangerò il cibo cucinato con le tue mani, basta. Correggi le tue vibrazioni”. Ditele: “Farai meglio a prendere la realizzazione, diversamente non avrò niente a che fare con te. Verrò soltanto a trovarti, a parlarti, e poi me ne andrò”. Dimostratele questo distacco. Siate forti. Dovete curare vostra madre, è molto importante, perché la madre è un aspetto di Sahaja Yoga, è molto importante. Ma ho visto che molti non sanno proprio opporsi. Dovete protestare, continuare a protestare, uno dopo l’altro, perché questa è la cosa più grande che possiate fare per vostra madre. Che altro potete darle? Qualsiasi altra cosa al mondo possiate darle non è importante quanto correggerla per una vita migliore, la vita eterna, la vita divina. Poi, vi è la moglie: la moglie può diventare qualcosa di estremamente pericoloso. Una moglie negativa seguiterà a mettervi in testa delle idee che verranno fuori nel momento sbagliato e voi vi stupirete di come vi siano sfuggite certe cose, di come abbiate potuto dirle, del perché le abbiate dette, del perché l’abbiate fatto. Invece dovete dire a vostra moglie: “Devi comportarti bene, devi correggerti, niente storie, niente compromessi, tu starai in una stanza ed io in un’altra. Dovresti correggerti. Io non avrò…”. Questo perché ciò è ancora più pericoloso, infatti, se la donna contrae dei blocchi, si sviluppano malattie molto gravi con un problema di Muladhara, quindi dovete essere severi con vostra moglie. Dovreste dirle: “Non mangerò il cibo che hai cucinato con le tue mani, non avrò niente a che fare con te, non ti rivolgerò la parola, andrò a dormire in un’altra stanza e me ne andrò. Farai meglio a non toccare i miei vestiti. Se non mi ascolterai, non avrò niente a che fare con te. Faresti meglio… io sono tuo marito e, qualsiasi dharma io segua, tu devi seguirmi; se non vuoi darmi ascolto, allora non avrò niente a che fare con te”. La moglie può fare altrettanto con il marito, mostrando una graduale indifferenza affinché egli comprenda che il suo comportamento non genera amore. È così che le donne correggevano gli uomini un tempo. Oggigiorno, ovviamente, se regalate loro qualcosa, le donne sono felici. Anche se i mariti hanno un‘amante, finché regalano diamanti alle mogli esse sono molto contente dell’amante. In India questo non si accetta ancora. Invece, ho visto che in Occidente nessuno se ne preoccupa, anche se il marito ha dieci amanti non ha importanza; finché vi dà il denaro va bene, non importa a nessuno. È molto strano. I rapporti con la moglie, con la madre, con il marito, tutte le relazioni strette devono essere corrette. I bambini devono essere sorvegliati. Non dovreste permettere ai vostri figli di andare verso cose sbagliate. Se fanno qualcosa di sbagliato, se non vengono in Sahaja Yoga, è vostro dovere dire loro: “Non vi darò soldi, niente da fare. Non voglio nemmeno guardarvi in faccia se non verrete in Sahaja Yoga”. Che altro volete mai dare ai vostri figli, se non Dio? Voi potete farlo. Potete farlo tutti. Ma si dovrebbe comprendere che per me non è necessario. Moltissimi mi dicono: “Madre, Suo marito non è veramente un sahaja yogi”. Va bene così. Io so quando portarlo dentro; io so quando far entrare le mie figlie, perché se ne facessero parte, tutti avrebbero detto: “Hanno costituito un’impresa familiare” (risate). Fintanto che ne staranno fuori, sarà un’ottima cosa, soprattutto in India. La cosa migliore da fare, se mi contrastano, è tenerli tutti fuori. I miei fratelli, pensate, i miei stessi fratelli. Insomma, tutti loro provano un enorme rispetto per me, senza dubbio. Mio fratello mi ha anche detto: “Grazie a Dio ora sei nella mia stanza, quindi le vibrazioni saranno ottime per me. Che cosa pensi delle mie vibrazioni?”. Dice tutte queste cose, ma non è un sahaja yogi. Ho dato a tutti loro la realizzazione; hanno tutto, ma non sono sahaja yogi, non fanno parte di questo. Diversamente, si incaricheranno di gestire il denaro, sapete, (diranno): “Quanto denaro ricevi? Ecco, abbiamo questo denaro”, problemi di ogni genere. Con tutti questi parenti intorno, non si sa mai. Qualcuno andrà a dire: “Shri Mataji ha detto così”. “Oh, questo lo ha detto la figlia di Mataji”. Così diventa legge. Non voglio tutte queste pressioni su di me. È la cosa migliore; vorrei che i nostri politici comprendessero di non circondarsi mai di parenti. È questo il miglior modo di governare. Se avete i parenti intorno, non farete mai cose giuste oppure, se anche fate cose giuste, i vostri parenti le rovineranno. Quindi, tutti i sahaja yogi devono capire che non dovrebbero cercare di aiutare i propri parenti in un modo che si approfittino di Sahaja Yoga. Ad esempio, se siete sahaja yogi, porterete vostra madre e la farete sedere di fronte a me. Per prima cosa, correggete le sue vibrazioni, mettetela a posto e poi portatela. “Corregga mio padre, corregga mia madre…”, non è responsabilità di Madre ma vostra. Quando poi saranno a posto, così come mi offrite i fiori, portatemi i vostri parenti quale bellissimo regalo da parte della vostra famiglia. Questo è molto meglio che pretendere che sia io a purificarli. Se uno è un sahaja yogi, devo curare tutte le sue tre generazioni precedenti e successive, di un ramo e dell’altro ramo della famiglia. Ora basta. Come mi ha fatto fare Malhotra. Insomma, ci si dovrebbe distaccare da questi legami familiari e da questi nostri squilibri emozionali, dai problemi emozionali che abbiamo, rendendoci conto che l’unica cosa che queste persone dovrebbero avere è Sahaja Yoga. Ed alcune non dovrebbero stare in Sahaja Yoga. Come ho detto, mio marito, le mie figlie e i miei parenti li tengo fuori. Tutte queste persone, se ve ne sono, non dovreste nemmeno farle avvicinare a Sahaja Yoga. Dovreste avere discernimento per rendervene conto. Sebbene tutti questi miei parenti siano persone molto dharmiche, estremamente dharmiche, molto buone, con molta dignità, dotate di tutte le qualità, tutto a posto, tuttavia non sono in Sahaja Yoga. Quindi, nessuno di voi può riferire che qualcuno (di loro) ha affermato una cosa e un altro ne ha detta un’altra. (Ma) soltanto Madre deve dirlo. Deve nascere questo distacco, ma ci vuole tempo, soprattutto con gli indiani. Loro si preoccupano sempre dei figli, della madre o del padre, e vanno avanti e avanti senza sosta per anni: “Mio figlio, mia figlia, mio figlio, mio padre”, in continuazione. Ora, per grazia di Dio, molti si sono liberati in qualche modo di tutte le loro responsabilità, grazie a Sahaja Yoga o qualsiasi cosa sia (ride); ora si sono stabilizzati in se stessi, poiché voi siete responsabili di voi stessi. In chi entra in Sahaja Yoga deve nascere questo distacco, poiché noi siamo qui per ottenere le benedizioni di Sahaja Yoga. Noi saremo benedetti. Mostrate questa fierezza nella vostra famiglia: “Bene, se volete praticare Sahaja Yoga, fatelo”, ma non imponeteli (i vostri familiari) a Sahaja Yoga. Piuttosto potete imporre Sahaja Yoga a loro: è giunto il momento di parlare loro di Sahaja Yoga. All’inizio dicevo: “Non parlatene con loro”. Ma a chi è inutile, a chi non deve essere portato in Sahaja Yoga, dite: “Non sei adatto a Sahaja Yoga. Meglio che tu non me lo chieda”. A quel punto verranno. A certa gente dovreste mostrare un’indifferenza assoluta: “Sei un incapace, non sei adatto, sei troppo materialista”. Allora vi risponderà: “Ti farò vedere che ne sono capace”. (Risate) Tutti questi aspetti del distacco nascono a livello del Nabhi chakra e poi saliranno fino alla sfera emotiva nel chakra del Cuore. A quel punto, dovrete nutrire il distacco anche nei confronti di un certo tipo di collettività che consideriamo (erroneamente) collettività. Io la chiamo fraternità di bhut, non collettività. Tutti i sahaja yogi dappoco formano sempre gruppi, obietteranno con grande energia ad ogni cosa di buon senso, ed avranno suggerimenti per tutto. Non devono esservi suggerimenti, affatto, non esistono alternative, poiché Shiva è assoluto. Detta una cosa, è detta: fatela e vedrete che è la cosa migliore. Le alternative saranno soltanto la seconda o la terza migliore opzione, o magari saranno inutili. Ma non vi è alcuna alternativa allo Shiva Tattwa. Vi farò un esempio. Ho detto ai sahaja yogi di Delhi di organizzare un programma di sette giorni, fuori (Delhi), insieme ad altri sahaja yogi. Era una cosa ragionevole, poiché sapevo che doveva piovere. D’altronde deve pur piovere. La pioggia può essere fermata, ma doveva piovere per tutti gli altri abitanti dei villaggi. Non possiamo fermarla soltanto per i sahaja yogi, no? Certamente, però, i sahaja yogi sono importanti, così ho detto: “Facciamoli stare insieme ad altri sahaja yogi”. Ebbene, loro proposero delle alternative, pensando soltanto al fatto che non sarebbero stati comodi. Insomma, era vero che non sarebbero stati comodi con i sahaja yogi, ma ad un livello diverso (quello materiale). Ma deve esserci la comprensione che se Madre ha detto qualcosa, occorre farlo, qualunque cosa sia. Persino se dice di uccidere qualcuno, dovete farlo. Attenetevi a questo, obbedite fino a questo punto. Rispettatelo al massimo. Persino se Lei dice: “Devi morire adesso”, dovreste morire. Se vi dice: “Bene, racconta bugie”, (rispondete:) “Va bene, racconterò bugie”. Come Radhaji, che disse: “Quali sono le mie punya? Quali sono i miei papa (peccati)? Io sono nel suo cuore, che cosa posso fare?”. Lei fa tutto quello che fa Lui. Questo è lo Shiva Tattwa. Quando esso è risvegliato almeno riconosce Shiva in me e capisce che questo è lo Shiva Tattwa. Esso comprende, poiché al livello dello Shiva Tattwa non si commettono peccati, si è senza peccato. Quando si è lo Spirito, si è senza peccati, non vi sono peccati in voi. Secondo il modo di pensare umano, se Shiva abbandona una persona e questa muore, è peccato. Perché abbandonare qualcuno? Non è forse peccato? Secondo ogni senso comune, secondo ogni comune comprensione, è ritenuto peccaminoso che Shiva abbandoni una persona facendola morire. Se ad esempio muore una signora che lascia dei figli, si potrebbe addossarne la colpa a Shiva: “Vedi, te ne sei andato e adesso questi bambini non hanno più una madre o un padre”, o qualcosa del genere. Ma Shiva è senza peccato; qualsiasi cosa Egli faccia, è senza peccato. Quindi, qualsiasi cosa facciate è senza peccato. L’idea di peccato scompare, poiché chi commette peccato è il vostro ego; è l’ego che pecca. Ma se non avete ego, non vi sono peccati perché non fate niente, siete in akarma. Se ad esempio il sole splende, splende con intensità e qualcuno vuole stare al sole, si brucerà. Non è colpa del sole: il sole splende, è la sua funzione. E qualunque sia il suo compito, Shiva lo compie. Egli non è colpevole. È la nostra attitudine mentale che ci induce a pensare: “Questo è peccato; questo non è peccato”. Ma è quando abbiamo ego che commettiamo peccato. Se chiedete a una tigre: “Commetti un peccato nel mangiare una mucca?”. Lei vi risponderà: “Non ho mai saputo che cosa fosse un peccato. Non so cosa sia”. C’è una storia su alcuni missionari che stavano andando via da un villaggio, e i poveri, innocenti abitanti del villaggio si alzarono a ringraziarli, dicendo: “Grazie a Dio, quando siete arrivati ci avete parlato del peccato. Noi non sapevamo cosa fosse”. (Risate) Le persone innocenti non sanno cosa sia il peccato poiché lo Spirito è innocente, è senza peccato. Esso obbedisce all’altra sorgente, quella dell’innocenza. Non esiste peccato per chi è lo Spirito. Per Shiva non esiste peccato, sia che voglia accordare le sue benedizioni ad un rakshasa o ad un santo. Per Lui non esiste peccato, poiché è Bholenath, è oltre, oltre il peccato; qualunque cosa faccia è oltre il peccato, poiché l’ego non può avvolgerlo. Non esiste ego. Noi commettiamo peccati perché abbiamo ego. Quando l’ego scompare, quando non esiste più l’io, chi commette i peccati? Quando ‘noi’ non esistiamo più, chi commette i peccati? Shiva non può commettere peccati, quindi, se siamo Shiva, non possiamo commettere peccati. Pertanto, anche tutte queste idee di trovare alternative a livello mentale sono errate. Qualsiasi cosa io dica, immediatamente verranno fuori dieci proposte. Tento tutti questi trucchi con voi, poiché siete abituati alle conferenze (risate). Così ho detto: “Bene, Subramanian, che cosa hai da dire al riguardo?”. Perché qui, dopotutto, c’è il signor Subramanian, e devo chiederglielo. Poi chiedo a Venugopalan, poi chiedo a Gavin, a Warren, a tutte queste persone che cosa hanno da dire; e loro mi daranno i loro suggerimenti. Ma, sapete, nelle conferenze tenute con tutte le deità, non vi sono suggerimenti, proposte, alternative. Nessuna alternativa alle idee di vostra Madre, niente. Sono assolute, assolute. Nessuna (deità) mi dà suggerimenti, mai; è fuori questione. Loro non ascolteranno né voi né nessun altro. È fuori discussione. Regna una totale armonia, una completa obbedienza. Ed esse non soltanto sono immutabili nelle loro qualità, ma quando viene loro detto di fare qualcosa, lo fanno. È questa la differenza. Quindi provate. A volte sembra… vedete, se vi dico: “Bene, prendete quella strada e troverete il posto”. Voi però non lo troverete e allora direte: “Madre, Lei ci ha consigliato di andare da quella parte, noi l’abbiamo fatto, ma non abbiamo trovato la chiesa”. Ma in realtà non sto dicendo che troverete la chiesa: sto cercando di scoprire che cosa pensate. Vi sto svelando i miei trucchi, capito? Quindi state attenti (risate). Vi dirò: “Prendete quella strada. Oh, non avete trovato la chiesa? Mi dispiace. Non avrei dovuto dirvelo. Oppure sareste dovuti andare nell’altra direzione”. Ma non è vero, devo dirvelo, non è vero. Ciò che sto cercando di scoprire è che cosa ne direte voi. Se siete svegli, direte: “Sono andato laggiù, non ho visto quel posto ma ho visto qualcos’altro, Madre, è questo il motivo per il quale Lei mi ci ha mandato. Ora capisco il perché”. È così. Allora io saprò che quello è un sahaja yogi. Se invece dite: “Oh, sono andato lì perché pensavo che avrei trovato quella cosa, ma non c’era e mi ci ha mandato Lei, Lei mi ci ha mandato”, (risate) è finita. Se dite: “Lei ha detto così, ed è successo questo”… È vero, l’ho detto, senza dubbio, ma l’ho fatto soltanto per giocarvi uno scherzo, in quanto uno degli aspetti di vostra Madre è Mahamaya. Quindi state attenti; il modo in cui reagite è molto importante per me, per vedere fin dove siete arrivati. Questo è uno dei modi in cui venite giudicati. Ma, se notate, per un abitante di un villaggio è diverso. Se gli dico: “Se vuoi che io mi rechi in quel villaggio, prendi il carro, il carro tirato dai buoi, e prendi questa strada”, lui lo farà. Ma su quella strada ci sarà un fosso ed io mi farò male. Lui dirà: “Madre, mi dispiace che si sia fatta male, avrei potuto evitarlo”. Se ne assumerà tutta la responsabilità: “Poiché me l’ha chiesto, sono dovuto passare di qua, ma avrei potuto evitarlo se fossi stato attento”. È questa la differenza: non scaricare le responsabilità. È un comune aspetto della natura umana scaricare la responsabilità su qualcun altro. Meglio addossarla a Madre (ride) ma, così facendo, perdete tutte le vostre punya. Pertanto (si deve dire): “La responsabilità è mia, devo aver commesso qualche sbaglio. Devo aver commesso qualche errore da qualche parte o forse Madre vuole che impari qualcosa da questo”. Ogni volta che fate qualcosa, che io vi dico qualcosa, è solo per farvi imparare. Io non devo imparare nulla. Pensate così, che io debba imparare ancora qualcosa? No. Siete voi che dovete imparare qualcosa. Se lo capirete, si instaurerà in voi una sorta di distacco e di resa. Vi stupirete di quanto sarete sollevati da assurde preoccupazioni che avete e dai fardelli che vi trascinate, se comprenderete che: “Tutto lo scherzo, tutta l’operazione, tutta la commedia sono orchestrati da Madre, ed io ci sto semplicemente recitando”. È molto semplice. Questo deve essere recepito, capito. E la gioia sta in questo, non nel giudicare o nel trovare alternative. Provateci. Chi ci ha provato, ha gioito molto di questo e di tante cose. Ogni istante. Ve ne farò un esempio. Vi farò l’esempio di Gregoire. L’ultima volta che andai a casa sua mi tormentava per sua moglie: “Quando partorirà? Come? Chi rimarrà con lei?”. Parlava solo di questo dalla mattina alla sera. “Bene – dissi – si farà qualcosa, puoi chiedere a quella signora di rimanere…”. “Ma poi come farò ad andare in India?”. Insomma, ‘io’ era molto importante. In quel momento non se ne rendeva conto, pensava che fosse molto importante fare così. Alla fine, proprio prima di andarmene, gli dissi: “Gregoire, questa volta mi hai importunato davvero troppo, ma pazienza”. Allora lui rispose che gli dispiaceva. Poi un giorno mi telefonò dicendo: “Madre, mia moglie sta per avere un aborto, l’hanno portata in ospedale, non ci sono speranze”. Gli risposi: “Non pensarci, torna in ospedale, andrà tutto bene”. Lui andò in ospedale dove gli dissero: “È un miracolo, sta benissimo, non ci sono problemi, sta bene”. E mentre me lo diceva, gli venne in mente: “Oh, se ne sta occupando Madre, perché dovrei preoccuparmi? Che motivo c’era di importunarla?”. Questa è la prima cosa. Poi, il bambino nacque in anticipo e lui venne in India. Così vi convinco anche che ciò che faccio, ciò che dico è per prendermi cura di voi, lo sapete. Ma quando vi accollate voi le responsabilità e vi mettete a pensare, non posso aiutarvi. Quindi, capite questo: affidate tutto a Dio. È tutto per il vostro bene, per il vostro hita. Di qualsiasi cosa si tratti è per il vostro hita. Talvolta devo sgridarvi, a volte devo correggervi, certe volte devo dirvi: “Non venite qui”. Alcuni, quando mi toccano, possono procurarmi sensazioni orribili. Allora dico: “Non venite qui. Non statemi davanti; uscite”. Questo li aiuta. Se invece rimanessero, i bhut non li abbandonerebbero mai, poiché i bhut vogliono disturbarmi. Se capirete questo punto, vi distaccherete completamente; e ci renderemo conto di dover compiacere Madre per il nostro bene, per il nostro avanzamento, e che se facciamo cose che la scontentano saremo finiti. Ora, per capire questo, non avete bisogno di una particolare età, posizione o qualifica, niente; vi occorre una mente saggia, una personalità profonda. Ho visto ragazzi molto giovani e molto assennati, mentre i loro genitori sono sciocchi, assolutamente stupidi. Quindi, per farcela, vi occorre soltanto una personalità saggia e profonda, ed è ciò che dovreste cercare di sviluppare. Ciò avviene solo se ci si attiene allo Shiva Tattwa, che è solido, che è Shiva, Achala, che è immobile, assoluto. Non è relativo, non è affatto relativo, non è collegato a niente, è assoluto. Esso vi dà la profondità, la profondità necessaria a stabilizzarvi, ad andare in profondità. Shiva è il vostro guru. Il Guru è chi vi dà la gravità per andare dritti in profondità. [A lato: Marathi] Questo è molto importante. E spero che tutto questo… con il puja di oggi cercheremo di stabilizzarvi nel grande principio di Shiva. Lasciate che la vostra attenzione, ogni particella della vostra attenzione si riempia, risplenda ed esulti grazie a questa benedizione dello Shiva Tattwa. Vi benedico tutti. Che Dio vi benedica. Per cominciare, adoreremo innanzitutto la Devi, e poi Shiva. [A lato: Hindi per qualche minuto] Prima reciteremo l’Avahanam di Ganesha, significa che dobbiamo stabilizzare Shri Ganesha, è importante. E poi, dopo, dobbiamo dire i nomi di Vishnu: vanno recitati poiché sono i nomi che consentono l’ascesa. Dopodiché daremo la descrizione precisa del dove e perché celebriamo questo puja e, successivamente, adoreremo la Devi. Reciteremo i 108 nomi della Devi. Ritengo che dovreste tutti ricordare questi 108 nomi a memoria. Avete stampato i nomi della Devi? Gavin, hai delle copie? Le avete? Avete questi? Avete i libretti? Yogi: No, Madre. Shri Mataji: (Hindi) Soltanto uno. [Hindi] [1] Penitenze. [2] Unità monetaria usata in India. Tale moneta fu emessa per la prima volta sotto il dominio britannico dell’India a partire dal XIX secolo. 16 anna formano una rupia. [3] Corpo, mente, ricchezze. |
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