Guru Puja, Risvegliare il principio del Guru

(Inghilterra)

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S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I

GURU PUJA

Risvegliare il principio del Guru

Seminario di Lodge Hill (Inghilterra), 24 Luglio 1983


Oggi vi siete tutti riuniti qui per celebrare il Guru puja.

Il vostro Guru è prima di tutto una Madre e poi un Guru. E ciò mi è stato di grandissimo aiuto.

Già in passato abbiamo celebrato molti Guru puja, soprattutto in Inghilterra, e dovreste chiedervi perché Madre, in un modo o nell’altro, celebri sempre il Guru puja a Londra.

Il periodo cade in modo che io sia qui in occasione del Guru puja; in questo periodo devo essere a Londra. Da tanti anni celebrate il Guru puja in Inghilterra. Se ogni cosa avviene in sintonia con Ritambhara Pragnya, allora deve esserci qualche motivo se Madre è qui in Inghilterra per il Guru puja.

Nei Purana si afferma che l’Adi Guru Dattatreya venerasse la Madre lungo le rive del fiume Tamasa – Tamasa equivale al vostro Tamigi – e che sia venuto proprio qui ad adorarla.

E i Druidi, coloro i quali ebbero la manifestazione di Stonehenge e tutto il resto, nacquero in quel tempo, in questo grande paese di Shiva, o dello Spirito.

Lo Spirito, dunque, risiede qui come nel cuore degli esseri umani e il Sahasrara è nell’Himalaya, dove Sadashiva risiede sul Kailasha. È questo il grande segreto per cui celebriamo qui così tanti Guru puja, per culminare oggi in questo speciale Guru puja nell’anno del sessantesimo compleanno di vostra Madre. Questo ha un significato speciale, davvero molto speciale, perché è il Guru Sashti, oggi si celebrano i sessanta anni del vostro Guru. Ecco perché è una grandissima occasione che vi siate tutti riuniti ancora sotto l’influenza di Ritambhara Pragnya.

Tutto ciò è accaduto, si è verificato come dono della natura a voi, ed ogni cosa ha funzionato così bene perché questo era il desiderio del Divino ed il disegno del Divino.

Il fiume Tamigi, quello che chiamiamo Tamigi… sapete, gli inglesi hanno un metodo tutto loro per far diventare tutto inglese. Come Bombay: hanno trasformato Mumbai in Bombay, sapete. Come Calcutta, come tutte le altre parole così. Varanasi l’hanno fatta diventare Benares. E il fiume Tamigi, il cui nome in realtà era Tamasa, è stato chiamato Tamigi.

Ora, dal nome Tamasa si dovrebbe dedurre che questo è il luogo di Tamo Guna. È un luogo in cui risiede da lungo tempo il lato sinistro.

Qui la gente era molto portata all’adorazione, era gente di lato sinistro, di tipo emotivo, e venerava Dio dedicandosi maggiormente agli yagnya[i] e tutto il resto. E Dattatreya visse qui e meditò sulle rive del Tamigi. Ecco perché il Guru puja celebrato qui deve fornirci la grande preparazione per risvegliare il vostro principio del Guru.

Occorre andare alle radici di ogni cosa per poterne comprendere l’entità. Se non si conoscono le radici e le tradizioni retrostanti, non si può comprendere la profondità, la gravità, l’intensità di nessun puja.

Oggi siamo riuniti qui per celebrare ancora una volta il Guru puja. La ragione è che abbiamo un principio del Guru dentro di noi, come vi ho detto l’ultima volta, e vi ho anche spiegato dettagliatamente come i dieci comandamenti si manifestino dentro di noi descrivendo i diversi tipi delle nostre essenze interiori. L’essenza del Guru puja deve essere risvegliata interiormente: ecco perché teniamo qui questo programma[ii].

Ora, l’importante è stabilizzare il Dharma dentro di noi. Senza il Dharma non potete ottenere l’ascesa. E, come vi ho già detto, la purezza del vostro essere dipende da quanto scrupolosamente voi seguiate il Dharma.

Esso era stato elaborato al tempo di Mosè, e tutte le regole e le norme erano state create per le anime realizzate. Ma, come ho letto in un libro – è una cosa ottima, poiché se lo avessi detto io la gente non ci avrebbe creduto – dovettero essere cambiate.

[Un bambino piange forte] Penso che durante il discorso i bambini non dovrebbero stare qui. È meglio portarli fuori. Dopo il discorso potete riportarli dentro; questo vale per i bambini rumorosi. Per quelli tranquilli, va bene, ma quelli che fanno rumore è meglio che escano. Se sono rumorosi è meglio che rimaniate fuori o vicino all’uscita, così se fanno rumore potete uscire e non ci sarà confusione. Durante il puja va bene, potreste stare vicino all’ingresso o dove possiate uscire.

 Dunque, le leggi e le norme date agli esseri umani in realtà erano per anime realizzate che le avrebbero comprese. Ma quando Mosè si rese conto della natura degli uomini deve averle trasformate in regole molto rigide, poiché con gli esseri umani, per come sono, occorre essere molto severi. Non riescono a capire altro che la paura. Se avete un bastone in mano, potete correggerli, ma senza questo bastone non ascolteranno. Rigano dritti soltanto se hanno paura. Al giorno d’oggi, se osservate la situazione di tutte le nazioni che hanno leader o primi ministri o presidenti, vedrete che sono tutte persone estremamente rigide, molto dominanti e assai aride. E in genere la gente apprezza persone di questo genere. Persino Hitler si affermò grazie a questa natura.

Il carattere di un Guru, finora è stato di natura molto rigida con le persone non realizzate. Generalmente, un Guru – un buon Guru, un Sat Guru (vero Guru, ndt) – non ama parlare molto con la gente. Prende tutti a sassate o comunque non ama parlare con persone non realizzate. Se però si tratta di anime realizzate, allora questi Guru mutano atteggiamento nei confronti di chi li vuole incontrare. Esiste una enorme differenza tra una persona realizzata ed una non realizzata, nel protocollo di Dio. Un uomo ( non realizzato, ndt) potrà anche essere un re o qualsiasi cosa, ma sarà invitato a sedersi fuori. Non c’entra niente la posizione di cui godete. Se una persona è un’anima realizzata, e non è posseduta, le è concessa la posizione più elevata. Ma anche in quel caso (che siate anime realizzate, ndt), se siete posseduti il Guru vi dirà di andarvene, di liberarvi prima di tutto della vostra possessione e poi tornare.

E vigevano tutte queste regole rigide per cui qualcuno doveva essere ucciso, un’altro doveva essere punito con il taglio delle mani, dei piedi, e addirittura cavandogli completamente gli occhi!

Si faceva così perché non erano anime realizzate. Ritengo sia stata una grande risoluzione, da parte di Mosè, avere adottato l’altra legge, ora conosciuta come Shariat – quella che è seguita dai musulmani. Per certi versi ritengo sia un bene perché ora la gente comune si merita veramente queste regole; esse però non dovrebbero essere così fanatiche da non permettere di distinguere tra un’anima realizzata e chi non lo è.

Ora, il guru in voi sarà risvegliato se siete rigidi con voi stessi. Questo è un punto essenziale. Se non siete severi con voi stessi, il guru in voi non si risveglierà. Le persone indolenti, quelle che non sanno sacrificare nulla, che amano le comodità, non potranno mai essere guru, credetemi. Possono essere buoni amministratori, possono essere qualsiasi cosa, ma mai guru. Un guru dovrebbe essere disposto a vivere come gli capita di dover vivere. Dovrebbe essere in grado di dormire sulle pietre; dovrebbe essere in grado di dormire in qualsiasi situazione. Non perché costretto dai discepoli, ma dovrebbe far parte della sua natura sapersi adattare. Le comodità non possono dominare un guru. Ora, coloro i quali desiderano che il proprio principio del guru venga risvegliato, devono sapere che non si dovrebbero richiedere comodità.

Anche per una cosa come il balletto al quale avete assistito ieri occorre fare vere tapasya (penitenze, sacrifici). Dovete praticare intense tapasya. Non potete apprendere neppure una cosa come la danza senza sottoporvi ad una penitenza. Un guru deve affrontare una penitenza, è importante. I sahaja yogi non ne hanno bisogno, ma un sahaja yogi guru deve farla. Dobbiamo fare delle penitenze, e la penitenza può consistere nel sacrificare qualsiasi tipo di desiderio abbiate. Se, ad esempio, amate molto il cibo, evitate di mangiate il cibo che vi piace. Se amate molto i dolci, allora mangiate qualcosa di molto amaro, elevato alla potenza di 108. E se – come a volte gli indiani – amate il cibo molto speziato, allora mangiate cibo sciapo, senza sale. Insegnate alla vostra lingua a comportarsi bene. Non si addice a un guru dare importanza al cibo. Ho visto che alcuni sahaja yogi, quando si tratta del cibo, sono a posto, sono molto concentrati. Ma quando si tratta del programma, non hanno alcuna concentrazione. È triste. Queste persone non possono essere guru. Possono essere cuochi, bene, oppure assaggiatori o così via. Sarà più adatto a loro. Ma se devono essere guru, devono imparare a controllare la lingua e i desideri. Insomma, per queste persone è una buona cosa digiunare. Fa molto bene digiunare. Si preoccupano continuamente: “Che cosa avremo per pranzo? Che cosa avremo per cena?” Questa gente non può ottenere il risveglio del principio del guru e neppure diventare guru. Perciò, per favore, state attenti.

Il guru deve avere controllo sulla propria lingua. Deve sapere quando adirarsi e quando essere gentile. Deve sapere che cosa dire, quando e quanto parlare. Ecco perché molti guru sono stati più efficaci senza parlare. Il silenzio è il modo migliore in cui potete aiutare gli altri. Quando però si tratta di spiegare Sahaja Yoga, dovreste parlare. Invece ho visto che alcuni sono molto eloquenti quando si tratta di stupidaggini, ma quando si tratta di Sahaja Yoga non sanno nulla. Dovete essere maestri di Sahaja Yoga se dovete essere guru. Non solo nei discorsi, ma anche nel comportamento, in tutto. [Termine sanscrito – Karamaat (?)]: la definizione è carismatico, oppure “colui che sa come fare”: che sa alzare la Kundalini, portarla al Sahasrara, aprire il Sahasrara, tutte queste cose. Dovete sapere come usare vostra conoscenza. In sanscrito è detto Bini (?)Yoga.

Il principio del guru si risveglia in una persona quando essa ha acquisito qualcosa. Pensate ad un guru immaturo che vada in giro a parlare da guru: alla fine si ritroverà come un discepolo. Quindi dovete essere maestri di voi stessi, ma quando subentra il principio del guru dovete darlo agli altri. Si tratta di darlo agli altri, perciò, per darlo agli altri, dovete essere ad un livello superiore. Dovete essere ad un livello molto più elevato. Se siete attaccati al denaro, se siete attaccati al cibo, se siete attaccati agli aspetti mondani della vita, non potete dare. Ora, lo stato più elevato può essere acquisito. In me è naturale, ma può essere acquisito. Consiste nel non avere nessuna dipendenza. Niente norme o regolamenti come ad esempio: “Non dovrò preoccuparmi del cibo; dovrei digiunare” e cosi via. Tutto questo non esiste più quando mangiate senza mangiare. Si dovrebbe avere quello stato per cui se mangiate e vi chiedono: “Hai pranzato?”, voi rispondete: “Non lo so”. “Pranzerai?” “Non lo so”. Del tutto indifferenti ai problemi del corpo. “Dove hai dormito?” “Non lo so”. “Che cosa hai mangiato? Che cosa mangerai?” “Non lo so”.

Questo stato è detto atit, nel quale siete oltre e, qualsiasi cosa facciate, la fate perché deve essere fatta, senza prestarle alcuna attenzione. È automatico. Niente è importante. Ma prima di diventate atit, dovete dirvi: “Niente è importante”.

Sapete, è la forza di volontà, come si dice; è una specie di commedia che dovete rappresentare: “Oh, niente è importante. Questo tappeto non è importante, dovrei provare a dormire sul cemento”.

Per prima cosa dovete fare questo. Ma dopo un po’ di tempo, vi accade di non ricordare se avete dormito sul cemento o su una branda: “Dove ho dormito? Non lo so”.

Questo è lo stato di atit. E questo stato ora deve essere conseguito da molti sahaja yogi. È una condizione in cui andate oltre. Per esempio, c’è qualcuno di fronte a voi e voi dovete adirarvi: “Dai, dammi un bel destro, sinistro, destro, sinistro”, e poi, il momento dopo, sorridete. “Ti sei arrabbiato con quella persona?” “Non so, l’ho fatto?” Come quella volta che Buddha disse qualcosa in un villaggio e un individuo orribile che si trovava là gli rivolse un mucchio di improperi. Quando poi lui andò nel villaggio successivo, quel tizio capì che non avrebbe dovuto farlo – forse era il Vishuddhi sinistro – allora lo raggiunse e gli disse: “Mi dispiace, Signore, di avere parlato così, non avrei dovuto farlo. Non sapevo che foste l’Illuminato, ma ormai è successo e vi prego di perdonarmi”. Buddha gli chiese: “Quando? Quando lo hai detto?” Lui rispose: “Nel villaggio precedente”. “Oh, ho lasciato tutto nell’altro villaggio. Non ricordo”. Questo è lo stato di atit che dovete conseguire. Anche se non lo percepite, non è importante. Quando queste identificazioni cadono completamente agite in uno stato di a-karma, come il sole che splende ma non sa di risplendere. Quando le vibrazioni fluiscono, ma non vi accorgete che fluiscono, ha già ha iniziato ad agire in voi. Siete sorpresi, alzate le mani e la Kundalini sale. In effetti, non vi rendete conto che state alzando la Kundalini. In che modo la alzate? Non lo sapete, è così. Quello stato – atit – si è già attivato in voi, ma stabilizzatelo in ogni aspetto della vita, in ogni cosa, per procedere oltre. E se ci riuscite, questa è la meta più elevata da raggiungere.

Per le Incarnazioni è molto diverso, è il contrario, è tutto l’opposto. Loro non devono fare alcuna tapasya. Non devono digiunare, non devono imporsi nulla. Qualsiasi cosa essi facciano è punya (azione virtuosa). Loro non devono collezionare punya. Se uccidono qualcuno è dharma. Se picchiano qualcuno è dharma. Niente di ciò che fanno è sbagliato. Sono assoluti, immacolati. Se ingannano, se imbrogliano, è perfettamente giusto, perché per uno scopo superiore è necessario rinunciare ad obiettivi più trascurabili.

Nella nostra vita quotidiana, sapete, è giustificato che quando si tratta di difendere il vostro paese, se un nemico incombe su di voi, se dovete difendere il vostro paese, potete ucciderlo, potete ingannarlo, potete prenderlo in giro con diplomazia. È permesso. Perché? Perché per uno scopo superiore occorre trascurare quello meno importante. Ma per una Incarnazione lo scopo è sempre elevato. Essa non si preoccupa di mete insignificanti. Non deve attendere, pensare, razionalizzare o esercitarsi, o interpretare qualche commedia o altro; è tutto fatto.

Anche il movimento, ogni movimento, qualsiasi movimento di un’Incarnazione, ha in sé una increspatura che è a fin di bene. Non vi è nulla, neppure un momento, che non sia per il bene del mondo. L’Incarnazione è qualcosa di molto diverso. Non deve acquisire quello stato: deve essere così. Ora, ad esempio, l`Incarnazione è bodha, è colei che gioisce. È colei che gioisce di tutto. Molte persone, ad esempio, hanno creato… qui abbiamo un tappeto turco. Questi tappeti sono stati prodotti da popolazioni turche qualche tempo fa, perché un’Incarnazione li vedesse. Ritambhara Pragnya farà in modo che io almeno lo veda o ne venga in possesso, affinché le loro anime siano benedette e ne siano felici.

Michelangelo, ad esempio, non ha creato le sue opere per i papi, posso assicurarvelo. E neppure per tutta quella gentaglia che va lì. E Blake non fece tutto quel lavoro per gente inutile che vuole solo andare a vedere artisti di nudo. È stato fatto tutto perché fosse visto dall’Incarnazione. Ecco perché sono stati benedetti al massimo. Perché loro sono oltre. Niente li tocca, niente è importante. Però non è qualcosa di razionale cui si sono addestrati, ma è così in modo automatico.

Shri Krishna, ad esempio, dovette sposare sedicimila donne. Ci pensate? In quei tempi di monogamia sarebbe stato perseguito centinaia di volte. La ragione era che egli deteneva sedicimila poteri e dovette nascere sulla terra con quei sedicimila poteri. E i cinque elementi divennero le sue regine. Dovette dare qualche giustificazione per averle intorno, come ora io ho i sahaja yogi ai quali ho dato la realizzazione e perciò, automaticamente, io sono vostra Madre; è un dato di fatto. Ma per lui non vi era altra via d’uscita che sposare i suoi sedicimila poteri. E così si sposò, ma in realtà non fu mai sposato. Egli rimase celibe in tutto e per tutto, per tutta la vita, poiché è Yogeshwara ed è Brahmachari (celibe): chi può sposarlo?

Per loro (le Incarnazioni, ndt), tutte queste cose mondane sono soltanto una commedia priva di significato. È proprio una commedia. Una persona che non sia un’Incarnazione non dovrebbe sforzarsi di esserlo. Non è la prerogativa di un essere umano. Se un poliziotto in piedi in mezzo alla strada segnala con le mani di andare a destra o a sinistra, noi lo seguiamo. Ma se chiedete ad un folle di andare a mettersi là, verrà arrestato. Se siete persone comuni, anche se siete guru, non dovreste permettere che vi tocchino i piedi. Soltanto i piedi delle incarnazioni devono essere toccati, e di nessun altro. Certo, in alcuni casi come in India c’è l’usanza di toccare i piedi del padre, ma perché il padre rappresenta il Padre in voi, ecco perché. Oppure la Madre. Ma è simbolico. In realtà non dovete arrendervi a nessuno all’infuori di una Incarnazione. Anche se c’è un insegnante (…), o comunque un vostro maestro, dovete toccargli i piedi (probabilmente ancora in India, ndt). Anche nel pronunciare il suo nome ci si devono tirare le orecchie. Ma nessun essere umano dovrebbe farsi toccare i piedi. Specialmente i sahaja yogi non dovrebbero. Nessuno dovrebbe chiedere ad un altro di toccargli i piedi. Come più anziani potete, è una questione diversa. Ma non come guru. È una cosa molto pericolosa se iniziate a farlo. Sapete quel che succede: che molti sono proprio usciti di Sahaja Yoga.

Quindi, per sviluppare il principio del Guru dentro di voi, per prima cosa dovete evolvere, pienamente. Ora occorre capire come evolvere, per il principio del guru. Noi abbiamo i dieci princìpi dentro di voi, come vi ho già detto, e dovremmo sviluppare tutti questi dieci princìpi in modo tale da distinguerci dagli altri. Come vi ho spiegato ieri, quando pratichiamo Dyana Samadhi (meditazione, ndt) e otteniamo le benedizioni di Ritambhara Praghnya, poniamo tutto su differenti aree chiamate desha o bhumi[iii]. Il punto è come utilizzarli, ed è attraverso i mantra. Purificateli attraverso i mantra, purificateli mediante la vostra attenzione. Ogni giorno, dovete sapere quale chakra deve essere corretto. Dovete capire voi stessi, qual è il vostro problema, come pulirlo, come dobbiamo correggerlo. Non date tutto per scontato. Con molte persone che hanno problemi di lato sinistro, ad esempio, ci si limiterà a portare loro limoni e peperoncini pensando: “Ci pensa Madre”. Io posso farlo soltanto temporaneamente, ma se c’è un vuoto voi assorbirete nuovamente (la negatività, il blocco, ndt).

Vedete, questi vuoti dentro di voi si sentiranno ancora affamati, desiderandone altra (negatività, ndt). Il vostro compito è eliminare questo vuoto e, per questo, dovete darvi da fare lavorando scrupolosamente su tutti i vostri difetti.

Questa, per tutti voi, è la cosa principale. E cercate di prestare una totale attenzione a tutti questi diversi desha, ossia alle nazioni, come le chiamano. E quando li avrete purificati, quando siano illuminati, pieni di luce, allora li chiamate Pra-desh. Significa che desha è stato illuminato. Una volta ottenuto questo, avete raggiunto il punto, potete diventare guru. Tuttavia non siete ancora satguru. Per diventare satguru dovete acquisire lo stato di atit.

Lo stato di atit è quello in cui chi non sia una persona corretta tremerà davanti a voi. Un uomo bugiardo, che abbia truffato gli altri, perderà la lingua. Chi abbia occhi adulteri, chi non abbia alcun controllo sulla propria mente per quanto concerne le donne o gli uomini, avrà un tremore negli occhi. Alcuni di loro si scuoteranno. Chi è stato posseduto si scuoterà moltissimo.

Saranno tutti smascherati alla luce di un satguru. Quando acquisite quello stato non dovete combatterli. Saranno smascherati senza che voi facciate niente. Una volta mi era stato detto che in una famiglia c’era una domestica che era molto posseduta. Allora dissi: “Liberatevene”. Andai all’aeroporto. Lungo la strada mi fermai a quella casa proprio mentre la cameriera stava entrando, sapete e c’era un grosso canale di scolo – non una grondaia, ma una specie di cosa aperta. E lei mi vide e ci cadde dentro. Io dissi: “Oh Dio!”. Così dissi all’autista: “Sposta la macchina un po’ avanti”. E lei ci cadde dentro. Capita. Una volta che stavo viaggiando in aereo, un signore in Francia si mise proprio a saltare. Allora un sahaja yogi gli chiese: “È di Meditazione Trascendentale?” e quello: “Come lo sa?” Risposero: “Lo sappiamo”. Così sono stata ad osservare. Potrebbe accadere che tutti… potrebbe venire un giorno in cui potrebbero mettersi a saltare così, o magari il pilota potrebbe mettersi a saltare. È un grosso problema per me (risate).

Anche le luci: entrate in una chiesa e all’improvviso vi accorgete che le luci si accendono, così. Anche durante banchetti importanti mi accorgo che quando io sono seduta lì, all’improvviso tutti arrivano e si siedono e tutti i loro bhut vengono fuori; allora si mettono a saltare e la gente li guarda: “Che succede? C’è un incendio o cosa?” Possono accadere molte cose così. C’era un signore molto posseduto in seguito ad una guerra; noi ci accingevamo a salire su una nave e c’era una piccola passerella sulla quale per prima cosa dovevamo salire. E la passerella cominciò a spostarsi di qua e di là e quel tipo non sapeva che fare, sapete. Non capiva perché facesse così. Bene, quando raggiungete quello stato, non dovete discutere o fare nulla. Anche solo alzando gli occhi, accade che la persona (che vi contrasta, ndt) abbia dei problemi. O potrebbero esserci alcune persone orientate sull’ego: si scioglieranno.

Per prima cosa dovete recitare il ruolo di un guru. Vestitevi in modo semplice, dovete comportarvi in modo molto gentile perché dovete attrarli. “Avanti, venite, venite”. Questa è pubblicità, dipartimento per la pubblicità. Ed una volta fatto questo, messa in scena la commedia, può essere scoperta molto presto; scopriranno molto presto che non siete buoni, che siete soltanto degli attori. Una volta inscenata la commedia, a quel punto, con molta abilità, potete svelare loro la vostra vera natura. Quindi, per prima cosa non mostrate loro che siete un maestro molto inflessibile. Mai. Per prima cosa usate le vostre qualità di dolcezza. Più le persone sono difficili, più io sono gentile con loro. Allora entrano (in Sahaja Yoga, ndt). Poi li mettete alla prova e potete curarli. Per prima cosa preparateli. A volte, all’inizio sono molto spaventati, molto nervosi, molto turbati. A volte hanno troppo ego. Quindi siate gentili. Poco alla volta rimarranno (…) anche loro in vostra compagnia e allora, anche se li picchiate staranno bene. È così che si deve agire, con molta maestria. E se osservate il modo in cui io svolgo il mio ruolo di Guru, potete anche voi (…).

Però, la caratteristica principale del Guru è la pazienza. Pazienza assoluta e totale dipendenza da Dio Onnipotente. È questa la cosa più importante: pazienza assoluta. Se per prima cosa dite: “Questo dovrebbe essere così e così”, non accetteranno, discuteranno. “Come? Perché?”. E così via. “D’accordo, fate come volete”. Allora torneranno indietro con un occhio nero o magari con il naso pesto. Allora dite: “Bene, io ti calmerò il dolore”. Lenite il dolore e poi parlate loro. Questa è la saggezza, la discriminazione di Yogeshwara Yeshoda. Saper trattare con le persone è molto importante. Perché dico Vishwara (?)? Perché allo stadio del Guru dovete dare a livello collettivo. Quando iniziate a diventare guru, il livello individuale non esiste più e raggiungete quello collettivo.

Con tutti questi metodi che ho spiegato l’altro giorno a Modi (vecchio sahaja yogi, ndt), potete capire che una volta risolti i vostri dieci problemi a livello del Void, voi risolvete i sedici problemi del Vishuddhi. E una volta che i sedici problemi sono superati arrivate all’Agnya. E all’Agnya Chakra, vi aspetta uno straordinario sacrificio, che voi però non percepite come tale. Ed occorre esaminare che cosa sapete sacrificare in questo stato di atit, poiché (in realtà) non sacrificate nulla. È già stato tutto sacrificato, che c’è da sacrificare? E questo stato dovrebbe essere acquisito rendendovi conto che voi siete anime realizzate, che non siete persone comuni. E non potete avere norme e regole di tipo ordinario, mondano: Yaman Yamar (?) sono per voi, mentre Yama è per gli altri. Niente di tutto ciò. In voi dovrebbero essere presenti verità assolute. Tanto che dovreste manifestarle. E tutte queste verità possiedono poteri. Con ogni verità stabilizzata in voi, non dovete fare nulla; esse agiscono autonomamente. Perciò, per prima cosa, dovete avere i chakra a posto. Dovete porre l’attenzione sui vostri chakra. Dopo lo stato di Samadhi inizierete ad aprirli nel modo corretto. Puliteli. Cercate di capire quali sono i chakra in cattive condizioni. Ho visto persone che hanno pochi chakra in pessimo stato e molti a posto, ma si accontenteranno dei chakra a posto senza preoccuparsi di quelli che non lo sono. Prestate attenzione ai vostri chakra ammalati. Puliteli, purificateli. Rivolgete tutta la vostra attenzione ad essi. Richiamate su di essi l’attenzione del dio, della deità che venerate, e otterrete la manifestazione completa del loro potere dentro di voi. Purificate dunque tutti i chakra. Tutti i pradesha devono essere stabilizzati. Dopo avere stabilizzato i pradesha dovete instaurare il rapporto con gli altri a livello collettivo e, dopo, (si acquisisce) uno stato in cui divenite completo Spirito a livello dell’Agnya chakra.

In Sahaja Yoga è facilissimo, e vi ho spiegato perché siete così fortunati. Sahaja Yoga è la cosa più facile in assoluto. L’essenza di Sahaja Yoga è la cosa più facile da attuare. Ecco perché dovreste trarre pieno vantaggio da questo metodo semplicissimo, reso assolutamente facile per voi. La benedizione del Guru Puja per voi è che entro il prossimo anno diventiate tutti guru. Dovete semplicemente dedicarvi e dichiarare oggi nel vostro cuore, promettermi nel vostro cuore: “Madre, non ci limiteremo a provarci, lo diverremo”. E dovreste ripetere per due volte: “Lo saremo, lo diverremo”.

[Lungo silenzio].

Infine, voglio dirvi che ora io ho completato il mio sessantesimo anno e basta con i festeggiamenti del mio compleanno. Questo è l’ultimo, vi prego di ricordarlo. Ho accettato tutti ciò che mi avete inviato per il sessantesimo compleanno, perché è di ottimo auspicio. Dopo questo, però, niente più festeggiamenti del mio sessantesimo compleanno.

Avete già pensato a offrirmi alcuni regali da parte degli europei per il sessantesimo compleanno ed io li ho accettati. Ma non si dovrebbero più fare progetti di questo genere per il sessantesimo compleanno che ormai è trascorso. Ve lo sto dicendo molto francamente. D’accordo? Nessuno dunque celebrerà più il mio sessantesimo compleanno. Spero che vi sia chiaro (ride).

Bene, il protocollo del Guru, e della Madre, deve essere compreso in Sahaja Yoga soprattutto con l’esperienza. Ma questo non significa fare di tutto per sperimentare l’aspetto  opposto. Osservando sempre più il protocollo vi accorgerete che riceverete un aiuto maggiore. Come Nakum, al quale un giorno dissi – ve lo potrà confermare – che c’erano due signore che volevano andare in Belgio. Io avevo detto loro di partire l’indomani e le signore avevano risposto: “No, partiremo oggi”. Lui disse: “Madre ha detto che partirete domani, quindi partirete domani, comunque vada”. E loro: “No, partiremo oggi. Com’è possibile che Madre…

(dalla registrazione manca qualche frase, ndt).

 ….Madre ha detto così, non importa. Può andar male, non importa. Qualsiasi cosa lei dica, obbediamole e stiamo a vedere”. Soltanto con l’esperienza capirete. Ma, all’inizio, direte: “No, non faremo questo e quello. Non va bene”.

Il protocollo è la cosa più semplice da osservare. L’essenza di Sahaja Yoga è questa: la cosa più semplice in assoluto è il protocollo. Se comprendete il protocollo, non dovete fare nulla; grazie ad esso crescerete in modo automatico. Ma voi mancate di protocollo, ecco perché non crescete. Il punto è che per crescere in Sahaja Yoga è meglio conoscere il protocollo, a proposito del quale potete chiedere agli altri. Potete chiederlo a chi ha esperienza. Oppure, se volete avere la vostra esperienza personale, potete farla. Ma alcuni provano a fare l’opposto, come confutarmi e dire cose di ogni genere, pensando: “Vediamo che succede”. Dopodiché si rompono il collo e vengono da me a farsi curare. Questo non dovrebbe accadere. L’esperienza dovrebbe servire a migliorare. Per questo potete chiedere agli altri, accettate i consigli di quanti sono ascesi più in alto della media: “Che cos’è il protocollo?”. E ponete l’attenzione su questo: come potete migliorare il vostro protocollo? “Che cosa dovremmo fare per osservare il protocollo? Che errori stiamo facendo? Dove stiamo sbagliando?” Perché l’essenza di Sahaja Yoga, oggi, è il protocollo. Dovrebbe essere semplicissimo, dovrebbe essere la cosa più semplice da fare. E quando conoscete il protocollo, (vi rendete conto che): “Se Lei ha detto così, se così deve essere, allora va bene”. Ma alcuni sono così strani che si mettono a servirsi di me per fare citazioni: “Madre ha detto che tutti devono digiunare”. Magari ho detto a qualcuno: “Sarebbe meglio che tu digiunassi”. Così, il giorno dopo viene da me un uomo magrissimo sul punto di svenire e gli chiedo: “Che cosa è successo?”.

Quando io dico qualcosa ad una certa persona, la divulgano a tutti perché pensano: “Perché dovrei digiunare solo io? Devono farlo tutti” (Madre e i sahaja yogi ridono).

È un grosso problema che riportino sempre le mie frasi. Nessuno deve citare ciò che dico agli altri, questa è una cosa molto importante. Qualsiasi cosa abbiate da dire (cioè se si vuole riportare una frase pronunciata da Shri Mataji, ndt) affiggetela in una bacheca, magari con la mia firma, è meglio.

Per ogni cosa che dico, in generale, e in particolare. Dovreste farlo con le frasi che dico a qualcuno in particolare. Dovremmo essere tutti dotati almeno di questo discernimento. E provate. Sarete aiutati moltissimo. Vi sorprenderete di essere aiutati moltissimo. Perché qualsiasi cosa è per il vostro miglioramento, ed è una grazia speciale se comprendete l’essenza del protocollo.

Io vi sto portando a quel livello in cui inizierete a comprendere che non c’è niente da arrendere a Madre, perché lei non prende nulla. Niente va a lei. Voi arrendete soltanto voi stessi abbandonando tutto ciò che non è richiesto. È un processo di grande abbellimento che si dovrebbe intraprendere. Siete tutti cresciuti moltissimo e dovete avanzare ancora molto.

Sono certa che progredirete e che entro il prossimo anno diverrete grandi guru, così come avete promesso oggi.

Bene, non so quale sarà la procedura del puja oggi. Ma qualunque procedura sia, iniziamo.

[Shri Mataji parla in hindi per dare disposizioni per il puja].

Bene, per prima cosa i ventuno nomi di Shri Vishnu, poiché sono per il sostentamento.

Poi il Puja a Ganesha, il Puja di Ganesha. Infine, come terza cosa, Sankalpa. Sankalpa è il voto dedicato, il motivo per il quale celebrate questo Puja. Deve essere pronunciato da tutti voi. Poi il Ganesha Puja. Dopo il Puja di Ganesha celebrate il Guru puja e, dopo il Guru Puja, dopo il Guru Puja, celebreremo il Puja alla Devi. Dopo il Puja alla Devi, usciremo per un havan e dopo, se non vi preoccupate, vi annuncerò il pranzo. (Risate)

Ora, dunque, prestate tutta la vostra attenzione al Puja.


[i] Cerimonie sacrificali.

[ii] Vedere discorso Ritambhara Pragnya I e II parte, 23/07/1983.

[iii] Nazione, suolo, terra.