Shri Krishna Puja, L’espressione più alta della Paternità 

(Switzerland)

1983-08-28 Krishna Puja Talk Geneva Switzerland DP-RAW, 44'
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(10/2021 traduzione verificata)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Shri Krishna Puja

L’espressione più alta della Paternità 

Ashram di Tannay, Ginevra (Svizzera), 28 Agosto 1983


[Shri Mataji: “Sedetevi, prego. (Shri Mataji guarda verso il cielo e fa un bandhan) Va bene? Gregoire, potresti tradurre?”.

Gregoire: “Sì”.]

Oggi, qui, in questa santa terra, celebriamo l’anniversario della nascita di Shri Krishna.

Shri Krishna è l’espressione più alta della Paternità di cui vi ho già parlato, che venne su questa terra e ne illustrò l’espressione più elevata.

La più alta espressione della paternità su questa Terra è dunque la consapevolezza di Shri Krishna. Ma nel Regno di Dio, nei cieli, diciamo, o anche al di sopra di ogni altra cosa, risiede Sadashiva, che non si incarna (mai).

Shri Krishna è uno degli aspetti, rappresenta uno degli aspetti di Sadashiva, quello del Padre.

E l’Adi Shakti, o Spirito Santo, è l’altro aspetto di Sadashiva, quello della Sua Energia.

Pertanto, quando Shri Krishna si incarnò su questa terra, un aspetto dell’Adi Shakti venne sulla terra come Radha. Lei è la stessa che venne come Madre di Cristo e gli diede il “cognome” Cristo, facendolo derivare dal nome di Krishna, di Shri Krishna.

Egli è infatti chiamato Krisht nelle lingue indiane, Krisht. E vi ho già anche detto perché fosse anche chiamato Jesu o Yeshu (“primo” nome di Gesù Cristo, ndt).

Oggi esamineremo dunque i due aspetti di Shri Krishna che furono la manifestazione della sua nascita divina.

Nella vita di Rama fu mostrato un uomo, un Purushottama, il miglior padre nelle questioni terrene.

La vita di Shri Krishna invece lo mostra come la più alta forma della paternità, come Yogeshwara, nel mondo divino.

Pertanto il primo aspetto di Krishna che dobbiamo comprendere è quello di Yogeshwara e il suo secondo aspetto è quello del Virata.

Yogeshwara significa Signore dello Yoga, o il potere dello Yoga. Viene chiamato (così) perché raggiunse il livello più alto di ciò che uno yogi deve raggiungere. Egli è l’ideale che dovete conseguire.

Come yogi Egli nacque da una famiglia reale ma visse nella giungla, nella foresta, con le mucche, con la gente comune. Quando portava le mucche al pascolo, dormiva in luoghi semplici, a volte sulle pietre, oppure sull’erba.

Secondo, era molto consapevole, del tutto consapevole dei suoi poteri, senza alcun ego. Aveva un potere speciale chiamato samhara shakti, grazie al quale poteva distruggere tutti coloro che tentavano di nuocere alla manifestazione divina.

Questa samhara shakti si manifesta come il (Sudarshana) chakra nella sua mano. E un altro è il gada (mazza) che Egli impugna. È… (mostra con le mani la forma di un gada).

Questi poteri erano in Lui, ed Egli agiva secondo il potere di Radha, poiché era Lei il sostegno del potere di Shri Krishna.

Ne è la prova il fatto che Egli compì tutto il suo lavoro di samharasamharakarya – quando era a Gokul con Radha.

E in seguito diventò addirittura un sarathi, un auriga, per Arjuna. Per il suo discepolo Arjuna Egli divenne persino auriga!

Un’altra grande qualità di Yogeshwara era un assoluto, innato potere di discriminazione. Egli sapeva riconoscere chi era un demone e chi non lo era, chi era buono e chi era cattivo, chi era posseduto e chi no, chi era innocente e chi non lo era. Questo potere di completa discriminazione era innato in Lui.

Aveva, soprattutto, la capacità di esprimere il suo stato di testimonianza come sakshi. Aveva questa capacità, o meglio, era Lui stesso sakshi. Direi che in questo modo è più semplice capirlo. Egli era un sakshi, aveva cioè la capacità di osservare il mondo intero come un gioco.

Al tempo di Rama, Rama fu coinvolto nei suoi problemi per mostrarsi in tutto e per tutto come un essere umano, affinché gli esseri umani non avessero a dire che era difficile seguire i suoi insegnamenti dal momento che dopotutto Lui era Dio.

Adesso questa capacità di Shri Krishna di essere testimone deve essere manifesta in ogni yogi.

L’elemento controllato da Shri Krishna è l’etere.

In sanscrito lo chiamiamo akasha. Come sapete l’etere adesso viene usato per la televisione, per la radio, per ogni sorta di lavoro collettivo.

Come yogi dobbiamo quindi essere responsabili dell’elemento etere, che è il più sottile di tutti, nel senso che con esso si permea ogni cosa ed è al di sopra di tutto.

Anche la plastica penetra in tutto [Gregoire: “Plastica”. Shri Mataji conferma: “Plastica”], nella materia e in ogni cosa, fino all’aria; però non può entrare nell’etere.

La negatività non può entrare nell’etere. Pertanto, quando voi accedete alla vostra zona eterea, in effetti entrate nell’area della consapevolezza senza pensieri. Così, per conseguire il vostro stato etereo, dovete espandere la vostra consapevolezza senza pensieri.

E il sostegno di questa viene da Cristo, dallo Spirito. Potete dunque capire che, in quanto yogi, il vostro stato mentale dovrebbe essere etereo.

E quale dovrebbe essere lo stato del vostro super-ego?

Per quanto riguarda l’ego, dovreste essere nello stato etereo.

E per quanto riguarda il super-ego dovreste vedere tutto come un gioco, dovreste vedere il gioco della negatività. La negatività scapperà via, ma voi non fatevene coinvolgere, non fate il suo gioco. Allora la negatività si separerà da voi.

Ego e super-ego procedono entrambi dal chakra del Vishuddhi. Possono venire ridotti dal chakra dell’Agnya, ma devono essere risucchiati nel Vishuddhi. La più grande qualità di Yogeshwara è che Lui non è coinvolto in niente, è assolutamente distaccato.

Se mangia, non mangia. Se parla, non parla.

Se vede, non vede. Se ode, non ode.

Tutto ciò non ha nessun effetto, nessuna memoria, nessuna conseguenza su di Lui. Qualsiasi cosa Egli sia, è completo: (il Vishuddhi ha) sedici petali, è la luna piena, il sedicesimo giorno della luna è purnima[1].

È così che si deve essere, completi in se stessi, avere una completa sicurezza in se stessi.

La sicurezza, però, non dovrebbe essere confusa con l’ego. La sicurezza è assoluta saggezza, assoluto dharma, assoluto amore e assoluta bellezza; ed è assolutamente Dio. È così che dovrebbe essere.

Quando Egli disse nella Gita: “Lasciate tutti i vostri dharma e arrendetevi a me”, intendeva dire: “Lasciate tutte le vostre preoccupazioni e diventate uno con me, così mi prenderò cura di voi”.

Affidate la responsabilità a Shri Krishna, affinché la Divinità completamente integrata inizi ad esprimersi attraverso di voi. Se infatti dite che dovete essere voi responsabili, Egli risponderà: “Va bene, provateci!”. Ma se dite: “Sei Tu il responsabile, io sono solo una creazione, uno strumento nelle Tue mani”, allora comincerete a manifestarlo correttamente. E in questo modo il vostro Vishuddhi chakra si apre.

Questi di cui vi ho parlato sono alcuni aspetti di Yogeshwara. Ma poiché Egli rappresenta il cervello in noi, Egli diventa il cervello dentro di noi.

Dobbiamo renderci conto che tutte le qualità di un cervello divino sono in Lui.

Quindi, qualsiasi cosa si faccia con il nostro cervello – come intrighi, furti, inganni, o qualsiasi azione cattiva secondo il nostro cervello, come si dice – è fatta da Lui per uno scopo divino e non gli procurerà nessuna macchia.

E l’altro aspetto è che tutto ciò che facciamo di positivo, per così dire, come la politica, la diplomazia, la leadership, è tutto una sua azione. Ad esempio, Lui si occupa anche di pensare al futuro per noi e tutto il resto: la pianificazione, il pensiero, l’amministrazione, tutte queste cose.

Come un gioco, tutto viene fatto come un gioco perché Egli è il Maestro, il sutra dhara come diciamo noi: Colui che introduce una rappresentazione, Colui che tira i fili, che dirige le pantomime.

L’altra cosa che dobbiamo capire riguardo a Shri Krishna è che, a questo stadio di Sahaja Yoga, è Virata Shakti che si sta manifestando di questi tempi, e non la Shri Krishna Shakti che esisteva ai suoi tempi. [Gregoire: “Sì, Madre”.]

Ed il potere in azione qui non è più quello di Radha o di Maria, ma quello di Viratangana.

È per questo motivo che la conoscenza dei sahaja yogi è molto più ampia di quella dei santi del passato. Però non è più profonda della loro. Se riuscirete ad approfondire la vostra conoscenza, questa conoscenza più ampia metterà delle radici corrette dentro di voi.

Quindi le radici sono il cervello, lì si trovano le radici dell’intero albero della vita. In effetti, (quando) la Kundalini sale, come prima cosa irrora il cervello, affinché l’intero albero della vita venga imbevuto di beatitudine e conoscenza divine.

Questa Virata Shakti che dobbiamo sviluppare, ci dà innanzitutto il senso della coscienza collettiva. All’inizio lo comprendiamo attraverso il potere del nostro cervello.

Ma l’intero potere del cervello deve essere guidato dal cuore, deve essere irrorato. In sanscrito esiste una bellissima parola, sinchana, qualcosa di simile a gocce di rugiada spruzzate dall’amore di Dio.

Deve dunque avvenire l’integrazione del cervello con il cuore e con il fegato; soltanto allora Virata Shakti assume un’altra forma. L’arma che uccide diventa l’arma del perdono. Qualsiasi potere distruttivo viene usato per la costruzione, come se venisse ingannato.

Ad esempio ho appena insegnato loro un trucco per poter turlupinare questi (falsi) guru. I poteri che hanno possono essere usati contro di loro: far sì, come suole dirsi, che i loro stessi denti affondino nel loro collo, nella loro gola. Invece di cavar loro i denti, è meglio affondarli nella loro stessa gola. E se riuscirete a far ciò, non subiremo i loro effetti (negativi), perché saremo più potenti e più furbi.

Questo perché Virata Shakti ora ha assunto questa forma, come l’albero che, quando cresce, si sviluppa verso l’alto ma, quando è carico di frutti, si piega. All’inizio è attraente per i suoi fiori, per il suo legname e per tutte le altre sue parti, e la gente cerca di distruggerlo per queste cose. Quando però appaiono i frutti vogliono preservarlo, e l’albero si inchina, la sua umiltà ha grande valore.

Voi dunque siete i frutti, siete i frutti di quella Viratangana Shakti, poiché siete di un valore tale che, chi voleva distruggere o eliminare il Potere Divino da questa terra, comincerà a pensare di dover trarre qualche vantaggio da questi frutti.

Pertanto, oggi Virata Shakti vi ha conferito un grande valore, perché le persone si accorgono che avere tra loro un sahaja yogi è molto prezioso. (Quando) una persona normale riceve la sua realizzazione, sviluppa il proprio valore.

Con questo suo valore, se è un vero sahaja yogi, potrà essere rispettato, amato e riceverà ciò che è supremo.

Oggi dovreste dunque comprendere che Virata Shakti significa: “Adoreremo quella Virata Shakti che ha dato frutti”.

Come risultato, tutte queste diverse chiese, il fanatismo, l’ateismo, il comunismo e tutti gli “ismi” saranno neutralizzati, poiché si vedranno i benefici di questo. Voi, però, dovete diventare così. Occorre sapere che la cosa più grandiosa è inchinarsi verso Madre Terra, essere umili. L’umiltà assoluta, totale, vi conferirà realmente tutto il valore dei frutti di Sahaja Yoga.

Quei sahaja yogi che vanno in giro a vantarsi sono come frutti che, ancora sull’albero, si rovinano. Soltanto i frutti che si piegano verso il basso sono considerati buoni e maturi, e non quelli che asseriscono di essere i migliori.

Certe persone negative, però, non dovrebbero assolutamente approfittarne e dire che sono le migliori perché si inchinano.

Non è logico. Alcuni si atteggiano a umili. Anche un frutto marcio si abbassa verso terra. I frutti maturi, invece, mostrano la loro umiltà con il loro peso. Questo è il Guru tattwa, il peso.

Dal potere di Viratangana, dunque, si ottiene il potere di diventare frutti maturi e allora si viene benedetti dal principio del Guru.

Coloro che sono ancora coinvolti nel procurarsi la migliore luce del sole o la migliore provvista d’acqua, o tutte queste cose, non sono ancora maturi, poiché un frutto maturo non ha più bisogno di niente. Non gli serve più nulla, né da Madre Terra, né dagli elementi, ma si arrende, si piega, si inchina a Madre Terra.

Quindi, tutti i sahaja yogi che continuano a sottoporre a Madre domande e problemi personali, idee stupide e negatività, non sono ancora diventati frutti.

Le persone mature, invece, sono quelle che si arrendono, che si inchinano a Madre Terra. Dunque, il miglior modo di giudicare voi stessi è la capacità di inchinarvi, e rimettere tutto alla forza di gravità di vostra Madre, affinché svolga Lei ogni lavoro per voi. E lasciandovi indietro tutte le vostre piccole, meschine preoccupazioni, dovete innalzarvi al di sopra di questi poteri limitanti e raggiungere il completamento di questa Virata Shakti, che infine diventa Madhura Shakti.

Madhura non ha un corrispettivo nella lingua inglese, ma indica un potere di dolcezza. Allo stesso modo in cui un frutto diventa dolce, dovete diventare tutti molto dolci.

Krishna tentò di rendere ogni cosa molto dolce, nel senso che Egli era l’intera Madhura Shakti in azione. Se leggete di tutti i suoi giochi, tutte le sue danze e le sue storie, non sono altro che Madhura Shakti nei confronti di gopa e gopi, verso gli altri sahaja yogi.

Dovete, quindi, far sì che vostra Madre sia sempre compiaciuta, facendo contenti tutti i sahaja yogi, e non le altre persone: non sono importanti.

Oggi dunque celebreremo un puja breve ed è per questo che prima, al piano di sopra, c’è voluto così tanto: per renderlo breve (Shri Mataji ride). Il tempo perduto è tempo guadagnato per sempre (Shri Mataji ride).

Che Dio vi benedica tutti.

Cominciamo rapidamente, non c’è molto da fare. Solo il lavaggio [Shri Mataji parla in hindi, poi ha inizio il puja].

Una persona per aiutare lui e una per Gregoire – tu aiuta Gregoire – e chiamate Matthias per aiutare lui. Così, vedete, le due cose vanno di pari passo. Bene, Matthias, vieni.

Tu stai con tuo fratello e tu con lui. Ed anche una signora per aiutarlo, qui, qualcuno che possa venire, penso tua sorella vada bene. Dov’è lei? Pamela, vieni. Bene.

Gregoire: (In francese) Per prima cosa reciteremo il mantra a Shri Ganesha e i tre mantra di Shri Mataji.

Shri Mataji: Un bel discorso, penso. È stato un bel discorso. Spero lo abbiate registrato.

Gli yogi: Sì, Madre.

Gregoire: Gayatri mantra, Madre?

Shri Mataji: Va bene, spiegalo tu a loro. Gregoire: (In francese) Adesso reciteremo il Gayatri mantra che vorrei spiegarvi. Prima lo reciterò e poi vi spiegherò il significato.

Shri Mataji: Leggilo a voce alta, non riescono a sentirti. Anche gli italiani possono capire se qualcuno traduce in italiano. Vieni, Ruth.

Va bene, qualcuno?

Gregoire: Penso che mi sentano.

Shri Mataji: Ma riescono a capirti?

Gregoire: Sì, anche questo.

Shri Mataji: Gli italiani riescono a capire il francese? Va bene.

Gregoire: Il mantra: Om bhuh, Om bhuvah, Om swah, Om mah, Om janah, Om tapah, Om satyam, Om tat savitru varenyam, bhargo devasya dhi-mahi, dhyo-yonah prachodayat, Om apo jyoti-raso’mrutam Brahma bhur-bhuvah swar-om.

(In francese) Shri Mataji mi ha spiegato…

Shri Mataji: È un mantra di lato destro, è di lato destro.

Gregoire: Shri Mataji mi ha spiegato che questa invocazione…

Shri Mataji: Ad alta voce.

Gregoire: Sì, Madre.

Shri Mataji: Penso sia meglio che ti alzi per recitarlo.

Gregoire: Stavo cercando di non parlare troppo forte, Madre, perché i vicini si sono lamentati.

Shri Mataji: Davvero?

Gregoire: Sì. Ma penso che tutti…

Shri Mataji: È iniziato ieri, sì, va bene.

Gregoire: (In francese) Mi sentite tutti? Sì?

Alcuni yogi: (In francese) Sì, sì.

[A lato, mentre Gregoire inizia a spiegare:

Yogi: Due?

Shri Mataji: Quattro bambini alla volta.

Yogi: Quattro bambini.

Shri Mataji: Anzi, due, facciamo venire due bambini. Facciamo venire due bambini. Bene.

Due, due, due bambini. Venite. Voi due, lavate, lavate i miei piedi. Strofinate forte. Con entrambe le mani. Entrambe le mani. Bene.]

Gregoire: (In francese) Shri Mataji mi ha spiegato che questo mantra è una invocazione per evocare, prima di tutto, il potere del lato destro in quanto è rivolto ai principi causali di tutti gli elementi.

Bhur è il principio causale della terra e si esprime a livello del Muladhara chakra.

Bhuvah è il principio causale del cosmo ed esprime dunque la creazione; il chakra corrispondente a questo principio causale è lo Swadishthana.

Swaha, come sapete, corrisponde all’elemento fuoco che consuma, che ha il potere di consumare così come il Nabhi chakra consuma gli elementi nel fuoco della digestione.

Maha è il principio causale del potere…

Shri Mataji: Registrate anche lui. Lo state registrando? Gregoire, sarebbe meglio registrarlo perché è la prima volta. (Gli porge il microfono) Prendi questo, adesso a me non serve. Yogi: Sta registrando, Madre.

Shri Mataji: Meglio darlo a lui. Gregoire, traduci dall’inizio.

Yogi: Prende da qui, va bene, sì.

Shri Mataji: Sì? Bene.

Yogi: Me ne assicuro.

Gregoire: Maha è il principio causale del potere onnipotente dell’amore [Yogi pujari: “I prossimi due bambini”] e poiché questo amore è onnipotente, Maha esprime anche la grandiosità. Maha è il principio causale dell’elemento aria. Corrisponde al chakra del cuore.

Janah è il principio causale della coscienza collettiva e corrisponde – come ha detto Shri Mataji – all’elemento etere. È il principio che giunge alla sua manifestazione storica adesso, nell’era dell’Acquario.

È grazie a questo principio che i sahaja yogi possono entrare in relazione tra loro con la nuova coscienza collettiva che hanno.

Tapah è al livello dell’Agnya chakra, il principio della luce; come sapete tapasya esprime anche austerità. Ed è ciò che Cristo ha espresso nella sua vita, una vita piena di penitenze straordinarie al fine di purificare con la sua luce. Tapa è purificazione.

[Yogi: (Ad un bambino) Tu hai lavato (i piedi di Shri Mataji)? Li hai lavati? Allora torna dietro.

Shri Mataji: (A lato) Dai loro un asciugamano per asciugarsi le mani. Un asciugamano per asciugarsi le mani.

Yogi: Chi ha già lavato i Piedi (di Shri Mataji) torni dietro.

Shri Mataji: Vieni… Potete asciugare (le mani) sulla testa. È meglio asciugarle. Forte, forte, forte. Spiega loro di farlo forte.]

 

Gregoire: Satyam è il principio causale della verità rivelata. E il chakra corrispondente è, evidentemente, il chakra del Sahasrara. Ciò che i saggi vedici facevano nell’antichità era rivolgersi a questi principi causali poiché non avevano ancora la conoscenza che permettesse loro di mettersi in contatto con le deità di ciascun chakra.

Soltanto Shri Mataji ha portato questa conoscenza. Quindi, rivolgendosi ai principi causali, essi si rivolgevano all’aspetto senza forma di un Dio la cui forma è la deità del chakra.

Shri Mataji: Ebbene, Hiranyagarbha è l’uovo, sapete, che inizia ad esplodere, una parte dopo l’altra. Il nucleo più interno esplode per primo, così, e poi esplode una parte dopo l’altra. Finché adesso, in questo momento storico, avete raggiunto questo stadio in cui il satyam è rivelato.

[(A lato) Entrambe le mani… entrambe le mani. Strofina forte, forte. Bene. Così va bene, bene. Fatto. Fatto, adesso puoi prenderlo.]

Gregoire: (In francese) Occorre immaginare tutti questi elementi simili a gusci d’uovo, uno dentro l’altro, con ognuno che avvolge l’altro. E tutti questi elementi hanno origine dal primo.

Così essi esplodono uno nell’altro fino a coprire la totalità dell’universo creato.

Per tale motivo, all’inizio, l’universo viene chiamato Hiranyagarbha, ossia “Uovo d’oro”, ed è uno dei nomi di Brahmadeva.

Se si taglia questo uovo longitudinalmente, vi si trovano tutti gli universi come Bhuvar Loka, Swaha Loka, Maha Loka, Jana Loka, Tapa Loka e Satya Loka.

[Shri Mataji (a lato): Mettila sulla testa. Due persone alla volta.]

Gregoire: Tutti questi vari universi corrispondono alle parti che compongono i tre mondi: il mondo terrestre, il mondo celeste… Noi oggi siamo arrivati, come dice Shri Mataji, dove ci ha condotto questo processo di aperture progressive dei gusci: al livello di Satyam, ossia la manifestazione di Sahaja Yoga.

Shri Mataji: Verranno loro – potresti continuare, Gregoire? Ce ne occuperemo noi.

Gregoire: Dovrebbero venire loro?

Shri Mataji: Li gestiremo noi. Tu continua pure. (A lato) Forte, forte. Molto forte. Forte, forte.

Gregoire: (In francese) Ripeterò un’altra volta il mantra, adesso che ne avete compreso il significato.

Om bhuh, Om bhuvah, Om swah, Om mah, Om janah, Om tapah, Om satyam, Om tat savitru varenyam, bhargo devasya dhi-mahi, dhyo-yonah prachodayat, Om apo jyoti-raso’mrutam Brahma bhur-bhuvah swar-om.

Shri Mataji: Adesso chi sono i prossimi due? Bene, fate venire altri due. Va bene. Chi altro c’è? Mettila sulla testa (l’acqua), portala giù (massaggiandola sulla testa verso il basso). Chi altro c’è? Altri due bambini. Tu lo hai fatto? Lei lo ha fatto. Hanno finito tutti. Adesso fate venire i bambini piccoli. Venite. Markandeya. Sì, Caroline. Dov’è il tuo figlio maggiore? Era…

Ora iniziate con Mahaganapati, perché adesso avete iniziato il lavaggio dei piedi. Quindi va bene. Iniziate con Mahaganapati.

[Il puja continua]


[1] “Oggi è un grande giorno per tutti noi, poiché è il sedicesimo anniversario del Sahasrara. Con sedici battute, o sedici movimenti, raggiungete un più elevato livello nella composizione poetica. Perché si completa. E Shri Krishna è considerato un’incarnazione completa perché (il Vishuddhi) ha 16 petali. Questa completezza si chiama “purna”. (Sahasrara Puja, Alpe Motta, 4/05/1986)

“Pertanto, l’incarnazione di Shri Krishna si manifestò come Sampurna, ossia in forma completa, poiché ha sedici petali. Come la luna ha sedici kala (ossia è suddivisa in sedici parti, ndt), anch’Egli aveva sedici petali. Dunque Egli è Sampurna ed è Purnima, ossia la luna piena. Con questa completezza della Sua incarnazione di Vishnu – a partire da Vishnu e attraverso tante altre incarnazioni – (Krishna) giunse come l’incarnazione completa; si manifestò così la totalità di Shri Vishnu. Egli apportò tutto ciò che mancava all’incarnazione (di Vishnu) come Rama. (Shri Krishna Puja, Cabella, 28/08/1994)