Mahashivaratri Puja

(India)

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(02/2017 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

 Mahashivaratri Puja

 “Distacco e illuminazione del cervello”

 Pandharpur (India), 29 Febbraio 1984


[Shri Mataji, all’arrivo, parla in marathi con gli yogi che Le porgono il benvenuto]

Sedetevi, prego.

Siete venuti con il bus, vero? Siete venuti tutti con il bus? (Marathi) E Warren? È arrivato?

Yogi: Warren non è arrivato… ancora cinque minuti…

Shri Mataji: Gavin? (Alcuni yogi: “Ancora cinque minuti…”) Bene, bene.

È stata una camminata troppo lunga per voi?

Yogi: Siamo venuti in bus, Shri Mataji.

Shri Mataji: Ah, questo bus. Alcuni erano a piedi per strada.

Yogi: Sì.

Shri Mataji: Li avete fatti salire sui bus?

Cos’è quello? … Alcuni stavano camminando su …

Yogi: Shri Mataji, erano soltanto a due minuti di distanza dalla strada.

Shri Mataji: Oh, capisco. Volevo mandare… Warren? Vedi, loro dovevano venire prima, gli indiani dovevano arrivare prima per organizzare tutto. Per questo sono scesi giù.

Warren: Sì.

Shri Mataji: Allora non c’era bisogno che andaste a piedi, avremmo potuto rimandare i bus.

Warren: Io volevo solo essere qui in tempo, Madre.

Shri Mataji: Oh, capisco. Va bene.

Warren: È tutto a posto… arriveranno.

Shri Mataji: Come?

Warren: Arriveranno.

Shri Mataji: Pensavano che steste tutti arrivando… (Non udibile a causa della cattiva qualità dell’audio).

Warren: No, vede, il signor Pradhan mi ha dato istruzioni molto rigide, ha detto che in nessun caso Mataji avrebbe permesso agli indiani di venire con il bus. (Non chiaramente udibile)

Shri Mataji: Chi?

Warren: Arun Pradhan ha detto in nessun caso, senza il Suo permesso; inoltre il bus era pieno, così ho pensato sarebbe stato pratico arrivare a piedi, ecco tutto.

Shri Mataji: Ah, ma vedi, questa gente doveva venire per organizzare le cose. Sì. Dovevano venire. Avremmo organizzato tutte queste cose.

Warren: Sì, è questo il punto. È ciò che ho detto: “Quindi andiamo a piedi”; per questo l’ho detto. C’era molta gente.

Shri Mataji: Dovevano portare tutto qui e farlo, vedi.

Warren: Ma era solo che… io volevo dire…

Shri Mataji: Arun Pradhan non è qui?

Warren: Vede, lui è stato molto rigido con me. Ha detto che in nessun caso gli indiani avrebbero dovuto viaggiare senza l’autorizzazione esplicita di Shri Mataji, quindi…

Shri Mataji: Sai, perché adesso gli dirò…(indistinto).

Warren: Vede… io ero…

Shri Mataji: Va bene, quindi voi siete venuti a piedi e poi sono arrivati loro.

(Marathi)

(Musica. Shri Mataji entra in meditazione)

(Marathi)

(Shri Mataji continua a meditare per alcuni minuti)

 Sono arrivati? (Marathi)

(Conversazione in marathi) Non c’è rapporto, ci sono problemi di comunicazione. (Marathi)

Siete arrivati tutti qui, vero?

Warren?

Warren: Penso di sì, Madre, sì.

Shri Mataji: Ci siete tutti?

Yogi: Sì, Shri Mataji.

Shri Mataji: Vedi, lui dice di avervi detto, a Bombay, che a nessuno si sarebbe dovuto permettere di sovraccaricare la cosa (forse il mezzo di trasporto? Ndt) (Shri Mataji ride); la cosa non c’è, ma qui come potevano tutte queste signore…

Warren: No, no, va bene, per questo siamo andati a piedi.

Shri Mataji: No, ma questo ha preso tanto tempo, e loro non hanno potuto raccogliere tutti i…

Warren: I bus sono soltanto appena tornati, è questo il fatto.

Shri Mataji: Come?

Warren: Il bus ci ha superati proprio ora, mentre arrivavamo qui. Saremmo arrivati molto in ritardo, per questo abbiamo camminato.

Shri Mataji: Ah, bene.

Warren: Volevamo semplicemente essere qui in tempo.

Shri Mataji: (parla in marathi, poi dice a lato a qualcuno in inglese:) Cosa vuoi? Che cos’è quello?

 Yogi: Shri Mataji, queste sono le ceneri dell’havan, dal puja a Rahuri[1].

Shri Mataji: Bene. Dalle a lui.

Dunque, adesso siamo arrivati tutti, bene. È stato scelto questo posto perché hanno detto che dall’altra parte ci sono tanti individui orribili. Ciononostante risentiamo dei loro problemi (ride).

Bene. Dovete sapere che questi sono i tempi moderni, e i tempi moderni comportano molte complicazioni.

[Traduzione dal marathi: “Sono arrivati tutti? Parlerò prima in inglese e poi in marathi, poiché altrimenti queste persone non comprenderebbero niente e ciò non sarebbe giusto”.]

In questi tempi moderni, i luoghi considerati sacri diventano i più empi.

Oggigiorno, la situazione è di totale subbuglio. E quando cerchiamo di stabilire qualcosa di veramente fondamentale, è simile ad una piccola pianticella che deve spuntare fra i sassi e deve lottare contro molte cose. Quindi, dobbiamo mantenere intatti i nostri cervelli ed avere buon senso riguardo ad ogni cosa, e tentare di vedere che cosa possiamo raggiungere con la nostra pazienza e comprensione. È molto importante.

Penso che oggi sia un giorno importantissimo per tutti noi, poiché questo è il luogo del Virata, di Shri Vitthala[2]. È il luogo in cui Shri Vitthala apparve ad un figlio devoto (di nome Pundarika, ndt). E quando questi disse (a Shri Vitthala): “Meglio se mi aspetti su questo mattone”, Egli lo fece. E si dice che (Shri Vitthala) sia rimasto lì ad aspettarlo.

Alcuni dicono che la statua che vediamo (di Shri Vitthala a Pandharpur, ndt), sia scaturita dalla Madre Terra su questa sabbia, e sia ciò che Pundarika portò dicendo: “Loro (Vitthala e la Sua sposa Rukmini, ndt) sono venuti a trovare me e i miei genitori quando io ero impegnato ad accudirli, così stanno ancora in piedi sullo stesso mattone che ho gettato lì”.

Tutta questa vicenda va presa con molta saggezza e buon senso, e cioè che Dio è capace di compiere miracoli di ogni genere.

Noi, che siamo stati creati da Dio, facciamo alcune cose che sembrano miracolose. Se si rapportano alla situazione del mondo di circa cento anni fa, possiamo dire che oggi vediamo molte cose che potrebbero essere miracolose. Cento anni fa nessuno avrebbe potuto pensare di poter organizzare tutte queste cose qui, in posti tanto remoti. Ma tutti questi miracoli hanno origine dal potere di Dio.

Noi siamo quindi i creatori di questo minuscolo, infinitesimo frammento di questo miracolo.

Tutti i miracoli di Dio non possono essere spiegati, né dovrebbero essere spiegati. Essi sono oltre la nostra mente e Dio può fare qualsiasi cosa, per far sentire alla gente la Sua presenza. Egli può muoversi in tutte le tre dimensioni ed anche nella quarta; può fare tutto ciò che desidera. Questo è ciò di cui vi siete resi ora conto nella vostra vita quotidiana, quanti miracoli accadano a tutti voi, senza che possiate comprendere in che modo avvengano.

Funziona addirittura sulle cose inanimate e la gente si stupisce di come tutto ciò accada. Adesso, quindi, dopo aver visto tutto questo con i nostri occhi, dobbiamo credere che è Dio ed Egli può fare tutto ciò che vuole, e noi non siamo niente. Noi non siamo niente. Non si dovrebbe cercare di razionalizzare, di comprendere i miracoli di Dio. “Come può essere? Come è potuto accadere?”. Non potete spiegarlo.

Potete farlo soltanto quando raggiungete quello stato della mente nel quale credete, sulla base delle vostre esperienze, che Dio è Onnipotente. Questo concetto è molto difficile. È molto difficile perché noi siamo limitati, abbiamo poteri limitati e non possiamo comprendere come Dio possa essere Onnipotente, poiché non ne abbiamo la capacità.

Dunque Dio, che è il nostro Creatore, che è il nostro Preservatore, Colui che ha desiderato che noi esistessimo, che è la nostra stessa esistenza, è Dio Onnipotente. Onnipotente: Egli può fare di voi ciò che vuole; può creare un altro mondo, può distruggere questo mondo. Egli deve soltanto desiderare.

La mia idea di venire a Pandharpur a celebrare lo Shiva puja è dovuta al fatto che Shiva rappresenta lo Spirito, e lo Spirito risiede in tutti voi nel cuore. Il seggio di Sadashiva è sulla sommità della vostra testa, ma egli è riflesso nel cuore. Ora, il vostro cervello è Vitthala. Quindi, portare lo Spirito al vostro cervello significa illuminare il cervello. Illuminazione del cervello, significa che la capacità limitata del vostro cervello deve diventare illimitata nella sua capacità di rendersi conto di Dio. Non userò la parola ‘capire’, ma ‘rendersi conto’ di Dio: di quanto sia potente, di quanto sia miracoloso, di quanto sia grandioso.

Un’altra cosa è che il cervello umano può creare, partendo ovviamente dalla materia inanimata; ma quando lo Spirito entra nel cervello, allora voi create cose viventi, eseguite il lavoro vivente della Kundalini.

Perfino la materia inanimata comincia a comportarsi come (materia) vivente, perché voi toccate lo Spirito in ciò che è inanimato.

Ad esempio, il nucleo all’interno di ogni atomo o molecola, racchiude lo Spirito di quella molecola; e se voi diventate il vostro Spirito…

Si può dire che il cervello di una molecola o di un atomo sia il nucleo, la struttura fisica del nucleo. Ma chi controlla il nucleo è lo Spirito, il quale risiede all’interno del nucleo stesso.

Così, vi è l’attenzione, o il corpo – l’intero corpo dell’atomo – poi il nucleo, e all’interno del nucleo risiede lo Spirito.

Allo stesso modo, noi abbiamo questo corpo, l’attenzione del corpo. E poi abbiamo il nucleo, che è il cervello. E lo Spirito risiede nel cuore. Dunque il cervello è controllato dallo Spirito. In che modo?

Attorno al cuore vi sono sette aure che possono essere moltiplicate per qualsiasi numero – sette elevato alla milleseicentesima potenza – e che osservano i sette chakra, elevate alla milleseicentesima potenza, anzi, scusate, alla sedicimillesima potenza.

Ora, lo Spirito osserva attraverso quest’aura; osserva – lo ripeto: osserva – attraverso quest’aura.

 (Potete sedervi? Riuscite a sedervi? Penso sia meglio. Non c’è da preoccuparsi, una volta che lo abbiate sistemato).

Quest’aura osserva il comportamento dei vostri sette centri nel cervello, ed osserva anche tutti i nervi che lavorano nel cervello.

Osserva, lo ripeto. Ma quando portate lo Spirito nel vostro cervello, allora avanzate di due passi, perché, quando la vostra Kundalini si solleva, tocca Sadashiva e Sadashiva informa lo Spirito.

Lo informa nel senso che si riflette nello Spirito. Questo è il primo stadio, nel quale le aure che osservano, cominciano a comunicare attraverso i vostri diversi chakra nel cervello e ad integrarli.

Ma quando portate il vostro Spirito nel cervello – questo è il secondo stadio – allora diventate davvero persone completamente, pienamente realizzate, perché a quel punto il vostro Sé, che è lo Spirito, diventa il cervello.

L’azione è molto dinamica. A quel punto si schiude la quinta dimensione dell’essere umano.

All’inizio, quando ricevete la realizzazione, quando diventate consapevoli collettivamente e cominciate a risvegliare la Kundalini, voi vi trovate, attraversate la quarta dimensione.

Ma quando il vostro Spirito entra nel cervello, allora diventate la quinta dimensione: diventate cioè Colui che agisce. Se, ad esempio, il cervello dice: “Bene, solleva quell’oggetto”, voi lo prendete con la mano e lo alzate. Siete voi ad agire. Ma quando il cervello diventa lo Spirito, allora è lo Spirito ad agire. E quando è lo Spirito ad agire, voi diventate lo Shiva completo, realizzato.

In questo stato, se vi arrabbiate, non siete attaccati. Diventate persone che non hanno attaccamenti, per nessuna cosa. Qualsiasi cosa possediate, non vi siete attaccati. Non potete attaccarvi, perché lo Spirito è distacco. Completo distacco. Non vi curate minimamente di nessun attaccamento. Non siete attaccati nemmeno per un secondo.

Direi che per comprendere il distacco dello Spirito, dovremmo esaminare noi stessi molto bene, chiaramente: “In che modo siamo attaccati?”.

Per prima cosa, gli attaccamenti hanno origine dal cervello, soprattutto dal cervello, perché tutti i nostri condizionamenti si trovano in esso, così come anche tutto il nostro ego. Quindi, tutti gli attaccamenti emotivi provengono dal cervello, ed anche tutti i nostri attaccamenti egoistici. Per questo si dice che, dopo la realizzazione, si deve cercare di praticare lo Shiva Tattwa (principio di Shiva, ndt) esercitando il distacco.

(Traduzione dal marathi: “Per favore, datemi lo scialle. Fa così freddo a causa di Shri Shiva”)

Ora, come si pratica questo distacco?

(Traduzione dal marathi: “Capite tutti un po’ l’inglese, vero?”)

 Noi infatti ci attacchiamo a qualcosa attraverso il cervello, certo, però ciò avviene mediante la nostra attenzione. Cerchiamo quindi di praticare ciò che chiamiamo Chitta Nirodh, il controllo dell’attenzione: dove si sta dirigendo?

Se dovete ascendere nella pratica di Sahaja Yoga, dovete migliorare il vostro strumento e non quello degli altri.

Questa è una cosa che occorre assolutamente comprendere.

Adesso limitatevi ad osservare dove si dirige la vostra attenzione. Osservate voi stessi. Non appena comincerete ad osservare voi stessi, la vostra attenzione, vi identificherete maggiormente con il vostro Spirito.

Infatti, se dovete sorvegliare la vostra attenzione, dovete essere lo Spirito; diversamente, come potrete osservarla?

Osservate, dunque, dove sta andando la vostra attenzione. Innanzitutto l’attaccamento è, in ogni modo grossolano, al vostro corpo.

Ebbene, vediamo che Shiva non conosce attaccamenti del corpo. Dorme ovunque. Va a dormire nei cimiteri poiché non è attaccato.

Non può mai cadere preda di nessun bhut od altro: nulla del genere. Lui è distaccato.

Il distacco deve essere osservato e visto attraverso i vostri attaccamenti.

Ora, voi siete anime realizzate ma non siete ancora lo Spirito, esso ovviamente non è ancora entrato nel vostro cervello; ma siete comunque anime realizzate. Quindi, ciò che potete fare è quantomeno osservare la vostra attenzione, questo potete farlo. Potete sorvegliare la vostra attenzione molto chiaramente osservando dove si dirige. Poi, potete anche controllare l’attenzione. È molto semplice: per controllarla, dovete semplicemente spostare la vostra attenzione da una cosa ad un’altra. Cercate di cambiare le vostre priorità. Tutto ciò, il completo distacco, deve essere attuato adesso, dopo la realizzazione.

Il corpo esige comodità. Cercate allora di tenerlo un po’ scomodo. Provate. Ciò che considerate confortevole, cercate di renderlo un po’ scomodo. È per questo che la gente andava sull’Himalaya. Vedete, già venire in questo posto ci ha causato una quantità di problemi (Shri Mataji ride); immaginate andare sull’Himalaya. Dopo la realizzazione, andavano sull’Himalaya e dicevano al proprio corpo: “Bene, affronta tutto questo. Vediamo come ti comporti”. Ora, in un certo senso, ha dunque inizio ciò che voi chiamate penitenza.

È una penitenza che potete fare molto facilmente, perché adesso siete anime realizzate. Con gioia, cercate di preparare un po’ questo corpo… Per Shiva non ha importanza trovarsi in un cimitero o sul Suo monte Kailash o da qualsiasi altra parte.

Dov’è la vostra attenzione, dato che la vostra attenzione umana è irrimediabilmente rovinata? È proprio un assurdo groviglio.

“Abbiamo fatto questo a causa di quello”: si danno spiegazioni, oppure devono darle gli altri. Non è necessario dare, né richiedere, né accettare spiegazioni. Nessuna spiegazione. Vivere senza spiegazioni è la cosa migliore.

In un semplice hindi, “Jaise rakhahu taise hi rahu”: “In qualsiasi condizione mi terrai, rimarrò in quello stato e ne gioirò”. Più avanti nella poesia, Kabir dice: “Se mi farai viaggiare su un elefante – ossia il mezzo di trasporto regale – lo farò; se mi farai camminare, camminerò”. “Jaise rakhahu taise hi rahu”. Così, nessuna reazione su questo punto, nessuna reazione. Per prima cosa, nessuna spiegazione, nessuna reazione.

La seconda cosa è il cibo. Questo è stato il primo oggetto della ricerca degli esseri umani allo stadio animale.

Nessuna attenzione sul cibo! Che sia salato o no, che mangiate una cosa o un’altra, nessuna attenzione sul cibo. Anzi, non dovreste nemmeno ricordarvi che cosa avete mangiato stamattina. Invece, noi pensiamo a che cosa mangeremo domani. Consumiamo il cibo non per far funzionare questo corpo, ma più per una sorta di soddisfazione dei piaceri del palato. Non appena comprenderete che il piacere è sintomo di attenzione grossolana… ogni sorta di piacere è una esaltazione molto grossolana della sensazione. È molto grossolano.

Ma quando dico “Nessun piacere”, non significa che dobbiate diventare gente seria, come se fosse morto qualcuno della vostra famiglia! (Risate, Shri Mataji ride) Dovreste invece essere come Shiva. Così distaccati.

Egli accorreva al proprio matrimonio cavalcando un toro veloce. Stava seduto sul toro con i piedi messi così (divaricati, ndt), vedete. Il toro correva veloce, e Lui lo teneva. I Suoi piedi erano messi così! (Shri Mataji ride) Mentre andava al proprio matrimonio. E con Lui veniva gente con un occhio solo, senza naso, con Lui veniva gente strana di ogni genere. E Sua moglie era alquanto imbarazzata (Shri Mataji ride) per le assurdità che la gente raccontava a proposito di Shiva; ma Lui non bada alla Sua reputazione. Questo però non significa diventare hippy. Vedete, è questo il problema: quando cominciate a pensare così, diventate hippy.

Molta gente ritiene che, se cercate di comportarvi come Shiva, diventerete Shiva.

Molti pensano che se prendete “ganja” diventerete Shiva, perché Shiva assumeva ganja. Ma Lui la consumava tutta per eliminarla da questo mondo. Per Lui che importanza ha che sia ganja od altro?

Qualsiasi cosa gli diate, non sarà mai ebbro. È fuori discussione. Egli distrugge tutto ciò.

Oppure pensano che se vivono come Shiva, il quale era così distaccato dalle cose materiali, del tutto incurante del proprio aspetto fisico…

Che bisogno ha Shiva (di preoccuparsi) dell’aspetto fisico? Comunque Lui si presenti, manifesta la propria bellezza. Non ha bisogno di fare nulla.

L’attaccamento a qualsiasi cosa è bruttezza. È deformità. È assurdità. Ma voi potete indossare gli abiti più eleganti o anche indossare l’abito più normale e apparire magnifici.

Non si tratta però di dire: “Bene, stando così le cose, andiamo in giro avvolti in un lenzuolo”.

La bellezza che si è sviluppata dentro di voi grazie allo Spirito, vi conferisce quel potere grazie al quale potete indossare tutto ciò che volete; non fa differenza per la vostra bellezza, essa c’è sempre.

Ma voi avete raggiunto quello stato? Lo raggiungete solo quando il vostro Spirito entra nel cervello. È più difficile con la gente incline all’ego, ed è per questo che non riescono a gioire delle cose. Al minimo pretesto crollano.

E lo Spirito, che è la fonte della gioia, non si manifesta proprio, non si mostra. La gioia è bellezza. La gioia stessa è bellezza. Ma questo è uno stato che si deve raggiungere.

Gli attaccamenti nascono in vari modi. Andando un po’ avanti, mostrate attaccamenti per la vostra famiglia: “Che cosa succederà al mio bambino? Che cosa succederà a mio marito? Che cosa succederà a mia madre, a mia moglie?”. Tutte queste assurdità. Chi è vostro padre, e chi è vostra madre? Chi è vostro marito, e chi è vostra moglie?

Shiva non conosce tutto ciò. Per (Shiva), Lui e il Suo Potere sono inseparabili.

Egli è dunque una personalità singola. Non vi è dualismo. Solo quando vi è dualismo dite ‘mia’ moglie. Ed andate avanti a dire: “Il ‘mio’ naso, le ‘mie’ orecchie, le ‘mie’ mani, mio, mio, mio, mio“; e così cadete molto in basso.

Fin quando dite ‘mio’, vi è dualismo. Ma quando dico: “Io, il naso”, allora non vi è dualismo. Shiva la Shakti. Shakti lo Shiva.

Non vi è dualismo. Ma noi viviamo interamente nel nostro dualismo ed è per questo che esiste l’attaccamento.

Se non vi è dualismo, come può esservi attaccamento? Se voi siete la luce e siete la lampada, dov’è il dualismo? Se siete la luna e la luce della luna, dov’è il dualismo? Se siete il sole e la luce del sole, se siete la parola ed il suo significato, dov’è il dualismo?

Ma quando vi è separazione, vi è dualismo. E a causa di questa separazione, voi sentite l’attaccamento. Ma se voi siete quella cosa, come potete essere attaccati ad essa? Capite questo punto? È perché esiste una differenza e una distanza fra voi e ciò che è vostro, che vi ci attaccate. Ma quello sono io, chi è l’altro? Tutto questo universo sono io, chi è l’altro? Ogni cosa sono io, chi è l’altro?

Non è altro che un’onda del cervello, o un’onda dell’ego.

(Traduzione dal marathi: “Siediti, siediti. Se avrò bisogno di qualcosa lo chiederò io. Disturbi gli altri. Siediti. Stiamo parlando di un argomento molto importante. In questo momento non avrò bisogno di nulla. Anche se starò seduta per nove ore non mi occorrerà niente. Per favore, siediti e non preoccuparti. Non dovresti disturbare. Siediti, per favore”)

Dunque chi è l’altro? Nessuno!

Ciò è possibile soltanto quando il vostro Spirito entra nel cervello e voi diventate parte integrante del Virata stesso. Come vi ho detto, il Virata è il cervello. Allora, qualsiasi cosa voi facciate – che mostriate collera, che dimostriate affetto, che mostriate compassione o quant’altro – è l’espressione dello Spirito, perché il cervello ha perso la sua identità. Il cosiddetto cervello limitato è diventato lo Spirito illimitato.

Non so, veramente non so come fare una similitudine per una cosa del genere. Ma ciò che possiamo fare è comprendere che, se si lascia cadere un colore nell’oceano, non è possibile che tutto l’oceano si colori. Cercate invece di capire che, se si lascia cadere nell’oceano un poco di colore, una quantità limitata di colore, quest’ultimo perde completamente la sua identità.

Pensate (poi) il contrario: se l’oceano è colorato, e viene riversato nell’atmosfera o su qualsiasi sua parte, su qualsiasi sua piccolissima parte, o su qualunque punto, atomo o altro, tutto diventa colorato.

Quindi, lo Spirito è come l’oceano che ha in sé la luce. E quando questo oceano si riversa nella piccola coppa del nostro cervello, la coppa perde la sua identità e tutto diventa spirituale. Tutto. Voi potete rendere spirituale ogni cosa, ogni cosa. Qualsiasi cosa tocchiate, diventa spirituale: questa sabbia diventa spirituale, la terra diventa spirituale, l’atmosfera diventa spirituale, i corpi celesti diventano spirituali. Tutto diventa spirituale.

Dunque l’oceano è lo Spirito, mentre il vostro cervello è limitato.

Così, il distacco dal vostro cervello limitato deve essere instaurato. Tutte le limitazioni del cervello dovrebbero essere infrante, affinché nel momento in cui questo oceano riempia il cervello, spezzi questa piccola coppa ed ogni frammento di questa coppa si colori. Tutta l’atmosfera, ogni cosa, tutto ciò che individuate, dovrebbe colorarsi. Il colore dello Spirito è la luce dello Spirito; e questa luce dello Spirito agisce, lavora, pensa, coordina, fa tutto.

Questo è il motivo per cui oggi ho deciso di portare lo Shiva Tattwa nel cervello. La prima procedura è quella di avvicinare il cervello allo Shiva Tattwa dicendogli: “Signor cervello, dove stai andando? Stai mettendo l’attenzione su questo, su quello, e ti stai lasciando coinvolgere! Ora distaccati, diventa tu stesso il Cervello. Soltanto il Cervello. Distaccati, distaccati”.

E poi, prendete questo cervello distaccato, completamente ricolmo del colore dello Spirito. Avverrà automaticamente. (Invece) fin quando avrete queste limitazioni alla vostra attenzione, ciò non accadrà. Occorre quindi affrontare davvero questa tapasya (penitenza, ndt) deliberatamente. Ognuno, individualmente.

Io sono con voi; in questo senso non avete bisogno di nessun puja. Ma questo stato deve essere raggiunto e, per raggiungerlo, avete bisogno del puja.

Io spero che moltissimi di voi diventeranno Shiva Tattwa durante la mia vita.

Ma non pensate che io vi stia chiedendo di soffrire. Non vi è sofferenza in questo tipo di ascesa. Se comprendete che questo è lo stato di completa gioia, in quel momento diventate Nirananda. Questo è il nome della gioia del Sahasrara: il nome della gioia è Nirananda, e voi sapete che il nome di vostra Madre è Nira. Così, voi diventate Nirananda.

Quindi, l’adorazione di Shiva di oggi ha un significato speciale. Io spero che tutto ciò che facciamo esteriormente, a livello grossolano, avvenga anche a livello più sottile. Io sto cercando di spingere il vostro Spirito nel vostro cervello, ma a volte lo trovo piuttosto difficile, perché la vostra attenzione è ancora coinvolta.

Cercate di distaccarvi. Collera, lussuria, avidità e quant’altro: cercate di ridurre tutto ciò. Ad esempio, il cibo; oggi ho detto a Warren: “Dì loro di mangiare meno, non come ingordi”. Vedete, ogni tanto, nel giorno di un grande banchetto mangiate di più, ma non potete mangiare sempre in quel modo. Non è segno di un sahaja yogi. Cercate di controllarvi. Cercate di controllare il linguaggio: sia che parlando esprimiate collera, o esprimiate compassione, o una compassione artificiosa, cercate di controllarlo.

So che alcuni di voi potrebbero non fare molto. Va bene. Io cercherò di ripetervelo tantissime volte, cercherò di aiutarvi. Ma la maggior parte di voi può farcela, e dovreste provarci.

A partire da oggi, quindi, iniziamo il nostro Sahaja Yoga ad un livello più profondo, dove alcuni di voi potrebbero non arrivare. Ma la maggior parte di voi dovrebbe cercare di andare più in profondità. Tutti.

Per questo non sono necessarie persone molto istruite o con posizioni elevate nella vita – no, niente affatto – ma persone che meditino, che si dedichino, che vadano più in profondità, perché esse sono come le prime radici che devono raggiungere profondità molto maggiori per gli altri, affinché gli altri possano seguirle.

Per il puja di oggi, avremo un brevissimo Ganesha Atharva Shirsha. Non ci sarà da lavare i miei piedi o molto altro, ma soltanto dire l’Atharva Shirsha, e voi potete mettere…

(Traduzione dal marathi: “Durante lo Shiva puja non è necessario lavare i miei piedi, poiché è già puro”)

 Shiva è sempre lindo, puro, immacolato. Come potreste quindi lavare l’Immacolato?

Si potrebbe dire: “Madre, quando Le vengono lavati i piedi, riceviamo le Sue vibrazioni nell’acqua”. Ma è così distaccato che non c’è bisogno di lavare; è uno stato nel quale si viene completamente lavati, completamente puliti.

Poi celebreremo un puja alla Devi perché Gauri, che è la Vergine, deve essere adorata. Per questo reciteremo i centootto nomi della Vergine. Poi faremo il puja a Shiva.

Mi dispiace di non potervi dire tutto a questo proposito in un breve discorso, ma il distacco deve iniziare ad esprimersi nella vostra realizzazione. Il distacco.

Che cos’è la resa? Non è niente, perché quando siete distaccati, siete automaticamente arresi. Quando vi aggrappate ad altre cose, non siete arresi. Tutto qui. Che cosa c’è da rimettere a me? Io sono una personalità tanto distaccata da non capire tutto questo. Insomma, che cosa posso trarre io da voi? – Sono così distaccata – Nulla.

Quindi, spero che oggi pregheremo tutti: “Oh Signore, donaci forza e quella sorgente di attrazione grazie alla quale rinunceremo ad ogni altra attrattiva esercitata da tutti i piaceri, dalla gioia dell’ego, da qualsiasi cosa alla quale pensiamo; così da poterci immergere assolutamente nella forma di pura gioia dello Shiva Tattwa”.

Spero di essere riuscita a spiegarvi perché mi trovo qui oggi, e perché oggi è una giornata tanto importante. Tutti voi qui siete persone particolarmente fortunate che dovrebbero pensare che Dio è stato gentile con voi, poiché vi ha scelti per essere qui oggi ad ascoltare tutto questo. E poi, una volta che vi sarete distaccati, comincerete a sentirvi responsabili – abhiyukt – responsabili. Ma non una responsabilità che è causa di ego, bensì una responsabilità che si attua da sola, che si esprime da sola, che si manifesta da sola.

 

Che Dio vi benedica tutti.

 

(Shri Mataji conclude con alcune frasi in marathi)

(Gli yogi recitano il Ganesha Atharva Shirsha. Poi l’Argala Stotram viene recitato in sanscrito, mentre le signore eseguono la decorazione della Devi. Alla fine Shri Mataji dice:)

Shri Mataji: Bhavani, come sposa di Shiva, non indossa niente di molto decorato.

Come se l’unione con Shiva assorbisse ogni manifestazione esteriore. Pertanto non si devono usare molti ornamenti o altro. Ancora una volta è per farvi capire… a livello razionale è difficile.

Ma tutte queste manifestazioni indicano che non siete un tutt’uno con Sadashiva. Ma quando vi fondete con Lui, la vostra identità si perde. Nessun dualismo rimane. Allora la questione “Io ed il Mio potere (Adi Shakti)” non si pone. “Io ed il Mio potere” si fondono.

Yogi: Shiva Shakti Swarupini.

Shri Mataji: Shiva Shakti.

Yogi: Om twameva Sakshat Shri Shiva Shakti Swarupini Sakshat Shri Adi Shakti Mataji Shri Nirmala Devyai Namoh Namaha.

(Breve conversazione in marathi con uno yogi)

Yogi: Havan?

Shri Mataji: Adesso avrà inizio l’Havan.

Yogi: … Shiva Sahasranama?

Shri Mataji: Shiva Sahasranama.

(Marathi)

(Shri Mataji sta guardando il libro che probabilmente contiene i Nomi di Shri Shiva) “Lei è la Mediatrice”. Così, per prima cosa dovete adattarvi alla Dea, che risiede nel cuore di Shri Shiva, e poi dovete descrivere Shiva in forma breve (forse recitando i mantra in forma breve, ndt). E mentre ciò avviene, voi dovreste cominciare a venire qui ad eseguirlo. (Marathi)

Vengano a sedersi qui alcune signore ed alcuni signori. Venite, persone sposate, una o due coppie tra voi, basa (sedetevi). Due coppie. Nuove coppie… (marathi). Basa (sedetevi).

Ed ora alcuni stranieri. Coppie sposate (marathi).

Venite. Avvicinatevi. Tua moglie, dov’è?

Yogi: Sta arrivando adesso.

Shri Mataji: Ah, sedetevi qui. Bene. Sedetevi di fronte a questo. Lì. Ah. Oppure, tu siediti da questo lato mentre lei è meglio che si sieda da quest’altro. Oh. Ora. Mentre lui recita tutti questi (mantra), voi dovrete mettere i fiori lì, lì sopra. Dovrete spargere i fiori lì. Su, venite, più vicini. Avvicinatevi. Più vicini.

Ci sono ancora… avvicinatevi di più gli uni agli altri (marathi).

Andate un po’ da quella parte. Spostatevi (marathi). Sedetevi da un lato. (Marathi)

Per favore, liberate un piede e non fate una completa … così andrà meglio.

Bene, adesso, mentre lui mette il suo… (Shri Mataji parla in marathi, poi dice in inglese: “toro”) – è molto veloce. Quindi, ciò che dovete creare voi è un numero veloce, Shiva è un numero veloce (risate). Ecco perché dovete essere molto pronti e rapidi su questo punto, sapete. No, no, no, no (marathi).

Prima dovete mettere i fiori e poi dovete mettere… – questo dovrebbero sistemarlo le signore. Loro sono più brave. Vedete, mettete il … (marathi).

Prima i fiori (marathi), prima i fiori e poi… (marathi… “numero veloce”).

Ora, per prima cosa, loro disporranno i fiori e poi sistemeranno tutto e, quando sarà tutto fatto,  inizieremo il…

Yogi: Sahasranama (conversazione in marathi).

Signor Warren, signor Dhumal, signor Modi, per favore, venite.

Shri Mataji: Coloro i quali sono venuti senza le mogli.

Yogi: Tutti coloro i quali sono venuti senza… Shri Mataji: … le mogli, e che siano leader.

Yogi: … e che siano leader.

Shri Mataji: Senza le mogli. Quelli che sono venuti con le mogli non dovrebbero venire. (Conversazione in marathi che sembra riguardare Dhumal) Va bene (Shri Mataji ride). (Quelli) senza mogli dovrebbero… (parole indistinte) (Marathi).

Yogi: Pradhan.

Shri Mataji: Pradhan. Sì, sì (marathi).

Tutti voi (leader senza le mogli, ndt) dovete venire qui. Voi spostatevi da quella parte (indietro, ndt), gli sposati con le mogli. Venite intorno. Loro (leader senza le mogli, ndt) sono sannyasi (marathi). Venite, tutti. (Marathi)

Venite, dovreste stare tutti qui (marathi).

Avanti. Rajesh? (Marathi) Su, tutti (Marathi).

Venite.

[L’Havan inizia con la recitazione dei nomi di Shri Shiva. Durante la cerimonia, mentre i sahaja yogi fanno le offerte al fuoco, i leader intorno a Shri Mataji offrono foglie sui Suoi piedi]

Warren…? Dovreste venire tutti da questa parte.

(Dopo la recitazione dei nomi, viene intonata una lode a Shri Shiva)

Gli yogi: Om Twameva Sakshat Shri Shiva Parvati Sakshat Shri Adi Shakti Mataji Shri Nirmala Devyai Namoh Namaha.

(Continua il canto in lode di Shri Shiva)

Gli yogi: Om Twameva Sakshat Shri Shiva Parvati Sakshat Shri Adi Shakti Mataji Shri Nirmala Devyai Namoh Namaha.

(Conversazione indistinta in marathi, poi Shri Mataji dice “Rajesh?…L’havan…” e si cosparge la fronte di cenere).

 Shri Mataji: Dovreste entrare in meditazione per cinque minuti. Potete inchinarvi davanti a me, ma entrate in meditazione.

[Marathi. Viene offerta una ghirlanda sui piedi di Shri Mataji. Un liquido che sembra latte viene offerto sulle Sue mani, poi Lei prende una tazza di tè. Segue una conversazione in marathi con gli yogi]

Che silenzio!

[Marathi. Gli yogi tolgono le decorazioni di foglie dai piedi di Shri Mataji. Per questo Shri Mataji siede con le gambe divaricate]

Una posa speciale di Shivaji…(Marathi). Vedete, è una posa speciale di Shiva.

(Shri Mataji si alza, si avvicina al fuoco dell’havan, rivolge le mani verso di esso e fa il gesto di scuotere, inviare vibrazioni dalle mani al fuoco)

Shri Mataji: Dovreste tutti rivolgere le mani qui e poi venire, tornare indietro. Tutti.

Ora. A livello simbolico, il fuoco rappresenta il principio (tattwa) di Vishnu e il freddo rappresenta il principio (tattwa) di Shiva.

Oggi, dato che abbiamo chiesto al principio (tattwa) di Shiva di entrare nel Vishnu Virata, dovreste tutti venire qui a rivolgere le vostre mani e cercare di mettere simbolicamente le vostre vibrazioni nel fuoco, come ho fatto io ora. Potete venire uno per volta, mentre io adesso mi sposterò.

Dio vi benedica tutti.

(A lato a qualcuno in marathi: “Chappal… Shiva Ishwara…”)

Oh, questa è la cosa migliore. Dovrebbe esserci Dhuni. Dovrebbe esserci il fuoco… non il fuoco, bensì più il fumo. Questo è importante.

Che Dio vi benedica.

(Parla in marathi alle persone intorno)


[1] Riferimento al puja e successivo havan a Rahuri del 26 febbraio 1984.

[2]“La Deità leggermente sorridente e dalla carnagione scura di Sri Vitthala è alta 3,5 piedi. Egli sta in piedi su un mattone, con le mani poggiate sui fianchi. Tale posizione ricorda i suoi trascorsi a Pandharpur. Il Padma Purana e lo Skanda Purana descrivono brevemente perché Egli si sia recato a Pandharpur e perché vi risieda in questa forma. Una volta, Srimati Radharani, la consorte di Shri Krishna nel villaggio di Vrindavana, si recò a Dvaraka, dove Shri Krishna viveva in qualità di re. All’epoca, Rukmini Devi, la regina di Shri Krishna, notò che Krishna sembrava essere più vicino a Radharani che a lei. Adirata, partì per la foresta di Dindirvana, vicino a Pandharpur. Shri Krishna seguì Rukmini per scusarsi con lei, ma le sue scuse non sortirono effetti. Così, Shri Krishna si recò a Pandharpur per fare visita ad uno dei suoi devoti, Bhakta Pundarika, comunemente noto in Maharashtra come Pundalika. Quando Shri Krishna raggiunse l’ashram di Pundarika, lui stava servendo i propri anziani genitori. Allora Pundarika diede a Shri Krishna un mattone per sedile e Gli chiese di aspettarlo. Shri Krishna così fece: si mise lì in piedi, con le mani sui fianchi, ad attendere il ritorno di Pundarika. Mentre aspettava, Rukmini, avendo dimenticato il proprio dispiacere, tornò dalla foresta di Dindirvana e lo raggiunse. Entrambi rimasero a Pandharpur in forma divina. Ancora oggi Shri Krishna sta in piedi sullo stesso mattone (…)” (Trad. dal sito Internet http://btg.krishna.com/main.php?id=543)