Ashtami – Ottava Notte di Navaratri, Disciplina e devozione per la lotta interiore

(Francia)

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(TRADUZIONE NON REVISIONATA DAL 2007)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

 Ashtami – Ottava Notte di Navaratri

Disciplina e devozione per la lotta interiore

Muedon, Parigi (Francia), 30 settembre 1984

(Nirmala Yoga, Vol-5 n. 25, genn-feb. 1985)


Oggi è l’ottavo giorno di Navaratri, ma per i sahaja yogi è un gran giorno poiché è il periodo più importante: abbiamo attraversato il settimo centro e ora ci troviamo all’ottavo centro. Non è necessario pensare a che cosa la Devi abbia fatto nell’ottavo giorno; oggi dobbiamo pensare a cosa dobbiamo fare noi all’interno di noi stessi.

Dopo aver superato il settimo giorno, dopo aver attraversato il settimo chakra, che è la vera ascesa nel nostro cammino spirituale, che cosa dobbiamo fare nell’ottavo?

È molto Sahaja (spontaneo, ndt) che oggi sia Ashtami, poiché questo è il giorno in cui la Devi uccise molti malfattori, demoni e rakshasa. Lo fece per conto suo, da sola. Ora queste forze maligne si stanno manifestando negli esseri umani. Si sono diffuse. Sono all’interno di noi. Quindi dobbiamo, tutti, combattere queste forze dentro di noi. La guerra è dentro di noi, non fuori. Per prima cosa, quando superate il settimo chakra, quando siete sull’ottavo scalino, dovete innanzitutto ricordare che dovete combattere queste forze all’interno di voi stessi.

Voi siete tutti molto intelligenti; a volte anche un po’ troppo. Così, qualsiasi cosa io dica potrebbe essere da voi travisata e usata dalla vostra intelligenza. Ma non è per il vostro benessere; non è per il vostro hita, per il vostro bene. Volete usarla perché pensate di essere intelligenti e, forse, non vi rendete conto di usarla in quel modo. Ed è questo che si deve sapere, che queste forze agiscono al nostro interno. Agiscono attraverso la nostra intelligenza, le nostre emozioni e il nostro essere fisico. Dunque dobbiamo stare molto attenti.

Quando si ascende, in Sahaja Yoga, dobbiamo stare molto attenti alla nostra intelligenza, poiché essa ha la capacità di ingannare se stessa. E ingannerà solo noi e nessun altro. Essa è contro di noi, contro i nostri poteri. Quindi dobbiamo stare all’erta ed esaminare noi stessi. Appena salite all’ottavo gradino, dovreste cominciare ad osservare voi stessi.

Ora, per esempio, quando dico il mantra “Io sono il Guru di me stesso”, immediatamente l’intelligenza si presenta per rendere gratuitamente i suoi servigi: “Oh! Io sono il guru di me stesso, perché dovrei ascoltare qualcun altro? Perché dovrei dare ascolto a qualche leader? Perché dovrei dare retta a qualcuno che è più anziano, che ha una maggiore comprensione di Sahaja Yoga? Io sono il guru di me stesso!”. È l’opposto. Il chiaro significato è che io sono il guru di me stesso e devo correggermi. Devo utilizzare questo strumento di luce per correggermi.

Poi, l’intelligenza inganna ancora: “Madre ha detto che se si sentono le vibrazioni, va tutto bene. Io sento le vibrazioni, sono a posto”. Di nuovo un inganno. State ingannando voi stessi. Per quale ragione?

La ragione è molto interessante. Ho visto che i comuni esseri umani, specialmente in Occidente, sono molto contro se stessi. Vi farò un esempio: se dite a qualcuno che per andare alla stazione deve prendere questa strada e arriverà dritto alla stazione, costui immediatamente ribatterà: “Ma il problema è: come faccio ad andare dritto? La mia schiena è rivolta verso la stazione. Se vado dritto andrò nella direzione opposta alla stazione”. Che stupidaggini! Ma le dicono continuamente.

Poi, se dite che se si vuole vendere la propria macchina è meglio andare, per esempio, in Germania, diranno: “C’è un problema: forse i tedeschi ricominceranno la loro guerra. Magari lì c’è Hitler ad aspettarmi per uccidermi”. Qualsiasi problema assurdo, che non potete nemmeno immaginare, può scaturire da questo cervello moderno. E vi meravigliate di come questa persona sia sempre contro se stessa!

Tutto è così strutturato perché, prima della Realizzazione, siete assolutamente disintegrati. Il vostro cuore è contro il cervello e il vostro cervello è contro il fegato. Questa è la ragione per cui si hanno tre tipi diversi di moglie: una è una relazione amorosa, una riguarda la vita fisica e l’altra è la moglie (ufficiale, ndt). Sono così disintegrati che ogni cellula può avere una moglie o un marito. Il naso vorrà una cosa, le mani faranno qualcos’altro e la lingua dirà qualcos’altro ancora.

Quando ho incontrato gli occidentali, ho dovuto consultare molti dizionari per capire perché si comportino in una maniera così strana. Sono sempre contro se stessi.

Dopo la Realizzazione, quest’abitudine diventa ancora più sottile, così adesso usano Sahaja Yoga per agire contro Sahaja Yoga stesso. Sahaja è semplice, è chiaro. Ma non lo vogliono accettare così. Vogliono praticarlo in modo che sia assolutamente a-sahaja (non sahaja).

A casa  mia c’era una persona che soffriva di problemi di lato sinistro. Così gli dissi che doveva accendere una lampada e distruggere tutti i suoi baddha ogni notte. Avevamo un grande bidone d’olio a casa. Egli non mangiò niente e non dormì. Bruciò tutto quell’olio nel giro di una settimana. Annerì tutte le lenzuola, tutti i muri e bruciò tutte le tende! Quando dopo otto giorni tornai, gli chiesi cosa avesse fatto. E sembrava veramente un bhut! Disse: “Ho cacciato via i bhut”. Io dissi: “Questo è il colmo!” Così disse: “Madre, me l’hai detto tu”. Dissi: “Grazie a Dio non hai preso una torcia per bruciare tutta la casa!”.

Quindi devo stare molto attenta quando parlo con voi. Tutte le volte che vi dico una cosa, vi dico immediatamente anche il contrario, perché non voglio che se vi dico qualcosa, voi andiate all’estremo opposto. Ho visto tutte queste assurde follie e stupidità.

Ed oggi, che ho intenzione di parlarvi della disciplina, devo dirvi che la disciplina deve essere Sahaja. Ora, cosa significa ciò? Significa, prima di tutto, affrontare voi stessi. Ciò che vedo è che la mente occidentale, a causa del suo ego, non riesce a disciplinarsi. Se dite alle persone che devono disciplinarsi, penseranno che io stia facendo di voi dei militari. In un certo senso è una battaglia. È una battaglia con voi stessi. Ma come potete combattere se non avete disciplina?

Ora, se vi dico che dovete alzarvi la mattina, fare il bagno e sedervi in meditazione, dovete dirvi semplicemente, in modo Sahaja: “Forza, adesso devi alzarti presto”. In modo Sahaja, così come cambiate le ruote della vostra macchina.

Così ciò che fate, credo, è non dormire per tutta la notte. Questo – cioè non dormire – potrebbe essere un estremo. Poi vi alzate alle due, disturbando tutta la famiglia, riempiendo la vasca e allagando tutta la casa. A quel punto vi sedete nell’acqua, vi raffreddate e vi ammalate. È assurdo. Perché? Perché volete farvi notare, o forse volete farvi del male. Entrambe le cose sono sbagliate. Qualsiasi cosa si debba fare, si deve fare nel modo più piacevole. Voi, o non lavate affatto lo sporco, oppure lo lavate in maniera tale da rovinare il vestito. Ma oggi, nel vedere specialmente i francesi, i sahaja yogi francesi, penso che manchino di disciplina. Ne sono piuttosto sorpresa. Il primo modo in cui ciò (la mancanza di disciplina, ndt) vi attacca è che non riuscite a cavarvela con una somma limitata, di denaro, intendo. Vi colpisce dal lato economico. Ad esempio, in una stanza c’è la luce accesa e nessuno si preoccuperà di spegnerla; c’è anche un interruttore per spegnerla, è una cosa pratica. Voglio dire che occorre capirlo. E la bolletta aumenta per niente. Questa è irresponsabilità, assoluta irresponsabilità. Perché il denaro che verrà speso è solo uno spreco, e per noi è importante vivere utilizzando con buon senso le risorse economiche.

Prima di tutto mi occuperò di comune disciplina. Ora, ciò che succede quando qualcuno chiede perché la luce sia accesa, è che immediatamente diventano molto astratti e dicono: “Sono io la luce”. Ma allora non dovreste avere luci per niente, non c’è bisogno di avere luce! Risparmiate tutta l’elettricità, tutta la luce. Voi siete il sole, dunque non avete bisogno di riscaldamento!

Questo indica quanto siano bizzarre le cose. Bisogna capire che, prima di tutto, bisogna essere disciplinati a livello grossolano. Viviamo in Francia, non sull’Himalaya. Quindi, dal momento che vivete in Francia dobbiamo correggerci vivendo in Francia.

Ora, il secondo punto grossolano è che ci sono molti che non lavorano affatto. È uno stile di vita hippy. Oppure, lavorano per due o tre giorni e il resto del tempo che fanno? Dicono di meditare. Che cosa significa? Che dormono e russano, ecco cos’è. Non avete bisogno di ventiquattro ore per meditare. Dovete avere tutti un lavoro, un lavoro regolare. Mi dicono che molte signore, una volta sposate, non vogliono lavorare. Dicono: “Che lavori il marito”. È molto sbagliato. Se avete figli, va bene, per il momento. Dovete lavorare tutti, ogni giorno. Non c’è giorno per noi in cui si possa riposare veramente.

Dio ha creato questo mondo in sei giorni e il settimo si è riposato. Ma l’ottavo giorno che cosa ha fatto? Ha cominciato a dare la Realizzazione senza tregua, lavorando duramente. Riuscite a credere, alla mia età, quanto ho viaggiato negli ultimi due mesi? Andando a dormire ogni notte all’incirca alle due, alzandomi alle cinque. Sono andata in America, tornata da là ho viaggiato da un capo all’altro dell’Inghilterra per un mese intero, da nord a sud, da est a ovest. Il mese successivo, via in Svizzera, a Zermatt. Poi in Austria. A Monaco. Poi di nuovo a Londra, dove abbiamo celebrato un puja. Poi di nuovo in Francia. Di nuovo a Londra. Devo cambiare casa, fare i bagagli, tornare in India, andare a Hong-Kong, andare in Cina, tornare indietro. Poi occuparmi dei vostri ashram in India. Sei giorni e poi ancora indietro. E poi in America…

Ecco ciò che fa vostra Madre alla sua età. Ieri notte siamo andati a dormire alle tre e mezzo. Ma poi ci hanno detto che era un’ora indietro così abbiamo detto: “Bene, un’ora indietro”. Così siamo andati a dormire alle due e mezzo. Ma voi dovete abituare il vostro corpo a sopportare ogni disagio.

Voi sapete che in Sahaja Yoga la disoccupazione non è ammessa; prendere soldi dal Governo non è ammesso. Vi sorprenderete: in Inghilterra abbiamo il più alto indice di disoccupazione del mondo, ma nessun sahaja yogi è disoccupato. Tutti dovete guadagnare abbastanza per pagare il vostro soggiorno. Nessuno dovrebbe essere un parassita. Tutti i giovani che non hanno studiato, che non hanno altro lavoro che non sia quello di operaio o spazzino, devono prendere qualche tipo di specializzazione, di perfezionamento, diversamente si penserà che Sahaja Yoga sia un gruppo di mendicanti. Pezzenti e disoccupati e miserabili.

Ma sapete, quando diventate guru di voi stessi, pensate che tutti i guru non lavorino, che siano i loro discepoli a dover fare tutto il lavoro. Il guru sta seduto in un posto e i discepoli se ne prendono cura. Ma non il vostro Guru! Il vostro Guru deve lavorare molto duramente. Perciò voi dovete seguire le stesse orme del vostro Guru.

E poi, sentirsi dire (dagli altri, ndt): “Nessuno ti dà retta, qualsiasi cosa tu dica loro non lavorano, sono dei fannulloni”, è molto triste. Talvolta, alcune persone dicono che sono un branco di mangiatori di loto[1], un branco di mendicanti o di lebbrosi che soffrono di orribili malattie. Allora mi sento veramente insultata, sapete. Voi siete i miei figli. Come può, la gente, aver rispetto per voi e per me se non avete alcuna disciplina?

Devo dire che i francesi è meglio che adottino Mauna, ossia silenzio. Quando  aprono la bocca, parlano come uccelli, l’ho visto. Tutto il tempo: chuck, chuck, chuck, chuck… Dovreste darvi il cambio con gli inglesi che non parlano mai: hanno bisogno di un colpo in testa per parlare. Fate loro dieci domande e non diranno niente, si limiteranno a fissarvi. Questi due estremi non riesco a capirli.

Ora è meglio rimanere calmi o ci risulterà difficile dire qualcosa di gradevole agli altri. Perciò, il primo mantra che si dovrebbe dire è: “Madre, insegnaci qualcosa di carino da dire agli altri”. “Che cosa posso dire di carino domani, oppure oggi – diciamo oggi – quando mi sveglio, cosa posso dire? Che cosa potrebbe dare pace agli altri?” Ma non è così. Mai. La mente pensa: “Adesso, al mattino, mi metterò a picchiare tutti con un grosso cucchiaio (dicendo): “Alzatevi, alzatevi, alzatevi!”.

La disciplina deve provenire dal vostro interno. Nessuno deve dirvelo. E quando qualcuno ve lo dice, vi offendete. Così io non so come fare a dire tutto questo, affinché entri nel cuore e non rimanga sospeso da qualche parte. La disciplina interiore è come la fragranza dei fiori. Vi dà piena libertà e dà piena libertà agli altri.

Voglio dire che io ho alcune abitudini cattive o buone. Supponiamo che io abbia una chiave; è una cosa molto grossolana, una chiave. Non la metterò mai qui o là, in nessun caso; la metterò nel posto giusto. Così, se la chiave manca, sono sicura che è stata persa da qualcun altro e non da me. Ne sono sicura perché mi conosco molto bene. Io mi conosco molto bene, non posso metterla da nessun altra parte. E voi, siete sicuri di voi stessi? Voi non siete sicuri perché non siete disciplinati.

Ad esempio, ho chiesto a qualcuno: “Come stai?” ………. confuso. Che cosa c’è? Siete o non siete realizzati? …… Pensano di essere stati molto gentili con me.

Ora il tempo è tanto breve e voi vi comportate così. Come dovrei sentirmi? Bene, oggi è il giorno in cui vostra Madre sfoderò la spada per uccidere tutti i nemici, e voi dovete uccidere il peggiore nemico dentro di voi che è l’irresponsabilità.

La gente utilizza idee strane per giustificare la propria stupidità e la propria indisciplina. So di un sahaja yogi che non ha mai voluto fare un bagno per almeno un anno. Mi è stato riferito. Quando gli chiesi perché non facesse il bagno, rispose: “Sono distaccato”. Così gli dissi: “Vai a vivere sull’Himalaya con questo distacco. Sai, gli altri si sentono attaccati. Gli altri sentono che è impossibile vivere con te”. Dovete essere gentili con gli altri. Dovete essere puliti e in ordine, è una cosa molto semplice quella che ora devo dirvi. Tutti questi sono segni di pulizia interiore.

Adesso arriviamo alla parte più sottile. E l’aspetto più sottile di Sahaja Yoga è estremamente semplice: è compassione; è perdono; è amore. Ma il più grande di tutti è il servizio reso a Dio. Noi stiamo compiendo il lavoro di Dio, come possiamo essere stanchi? Il dinamismo scorre tramite noi, quella compassione è così appagante, quell’amore abbellisce talmente che come possiamo non farlo? Dovremmo precipitarci a farlo. Ma dobbiamo renderci conto che questo amore ha in sé un impulso straordinario. Se, ad esempio, amate qualcuno, se avete un bambino, quanto vi preoccupate, quanto lavorate per questo bambino! Se la compassione si manifesta, vi accorgerete di come il mondo intero sia da essa scaturito. Dio ha creato l’universo, questo mondo e voi, solo per compassione, solo per la Sua compassione.

Qualcuno un giorno mi ha chiesto: “Perché si è presa questo grattacapo?” Questo grattacapo è così bello, è un fardello così bello perché vi sono moltissime possibilità. Quindi bisogna essere ottimisti.

Però, quando sarete ottimisti, vi renderete conto che date agli altri, ma non a voi stessi, l’insegnamento per cui: “Io devo essere ottimista di poter migliorare me stesso. Ottimista del mio amore. È così gratificante, dà così tanta gioia”. Le persone così (che si rendono conto di dover essere così in prima persona, ndt), crescono con gran rapidità. La loro Kundalini ascende molto rapidamente. Diventano bellissime persone. Fanno un lavoro costruttivo in Sahaja Yoga. Non creano divisioni o gruppi. Non usano Sahaja Yoga per appagare il proprio ego.

Oggi, dunque, in questo giorno di Ashtami, che è molto potente, assumete questo vostro potere interiore per cui: “Io posso combattere tutti questi orribili mali dentro di me. E per gli altri avrò compassione e amore. Non avrò altro”. Questo è il punto in cui sbagliamo sempre. Si pensa: “Madre sta dando lezioni agli altri, non a me”.

E questa compassione produrrà la bellezza di Sahaja Yoga.

Esistono certe leggi divine e non potete trasgredirle. Se le trasgredirete, io non potrò proprio aiutarvi. Se dite, ad esempio: “Ora mi metto il peperoncino negli occhi e non dovrebbero bruciare”, io non posso aiutarvi. Quali che siano le leggi divine, dovete seguirle.

Come in Francia, dove se guidate a destra cadrete nel fiume… Guidate a destra? Capisco. Così qui, se si guida a sinistra devo dire che avrò qualche problema! Poiché io non capisco le leggi umane tanto bene. Ad esempio, in Inghilterra ci sono leggi diverse, in Francia delle altre, in America altre ancora. Che gente strana.

Ma nel Regno di Dio, vi è ovunque la stessa legge. Che siate in Francia, in Inghilterra o in India, è sempre la stessa legge. Che siate su questa terra o sulla luna, o su Giove, stesse leggi. Che siate esseri umani, animali o vegetali, stessa legge. Ma voi conoscete la legge: voi siete il conducente, quindi dovete stare attenti. Se il conducente non conosce le leggi della guida, Dio salvi i passeggeri.

Quindi occorre rendersi conto che queste sono le leggi del Divino, che dobbiamo vivere rispettando noi stessi, dobbiamo essere casti, dobbiamo avere dignità, non possiamo rubare denaro, rubare cose ed essere dei parassiti. Non possiamo uccidere gli altri, né picchiare nessuno, né dire parole dure: sono proprio la stessa cosa. Dobbiamo avere rispetto, rispetto per tutto ciò che è sublime. Rispetto per tutti i santi che sono sahaja yogi. E rispetto per i leader che rappresentano vostra Madre. Con tutto ciò, siamo persone molto diverse (dagli altri). Siamo una razza diversa. Siamo virtuosi, siamo retti e siamo orgogliosi di esserlo. Siamo sicuri di tutto. Siamo a conoscenza di ogni cosa. E siamo la personificazione della compassione, dell’amore di Dio. Ecco cosa siamo. Non siamo gente ordinaria.

Ho chiesto ad una bambina: “Chi è tua amica?” Ha risposto: “Solo una”. Ed io: “Perché?” “Perché lei è una sahaja yogini, le altre sono tutte persone ordinarie”. “E l’insegnante?”. “Molto ordinaria”. “E la preside?”. “Lei è assolutamente ordinaria!” Allora le ho mostrato una foto del Primo Ministro. Lei l’ha guardata ed è rimasta piuttosto sorpresa, poi ha detto: “Questo è ancora più ordinario della mia preside”. Ed ha aggiunto con grande disgusto: “Madre, perché tieni foto del genere con te?”. Ecco cosa siamo. I bambini capiscono più di noi, non è vero? Perché qualche volta la nostra mente è contro di noi; è una mente super sviluppata. Ieri ho visto che molte persone avevano Ekadasha, ne sono rimasta sorpresa. Così ho detto loro di dire soltanto: “Madre, vieni nella mia testa”. Poiché io non sono un’intellettuale. Sono troppo semplice. Dovreste diventare tutti semplici come me. Persone assolutamente semplici. È molto efficace!

Ora credo di aver esaurito la maggior parte degli argomenti. Ma se avete qualche domanda, oggi potete farla.

Domanda: Shri Mataji, sentiamo gli stessi chakra più nelle gambe che nelle mani.

Shri Mataji: Non vi è integrazione, ecco perché. Dovete frequentare la collettività. Dovete essere più collettivi. Il fatto è che se non siete persone collettive, a volte potreste sentirli nelle gambe, talvolta nelle mani e qualche altra volta nella testa. Questa non è una buona cosa. Dovreste cercare di essere più collettivi, dovreste incontrare più persone, interessarvi maggiormente. Vedete, il vostro corpo non funzionerà in modo efficiente fintanto che non lo usate.

Perché se lo usate individualmente, non si svilupperà collettivamente, perché a che scopo lo state usando? Voi state correggendo voi stessi per darlo (Sahaja Yoga, la realizzazione, ndt) agli altri. Se non lo fate, se non vi date da fare a livello collettivo, non vi è circolazione.

Per esempio, c’è un frutto e voi lo staccate da un albero e lo fate maturare fuori. Ma si deteriorerà molto in fretta. Se, invece, è connesso con l’albero maturerà da solo dando una giusta identità a se stesso e all’albero. E il sapore sarà migliore. E coloro che andranno sotto quell’albero riceveranno i suoi frutti. Ma un frutto che sia separato si guasterà dopo un po’ di tempo. Ecco perché occorre essere molto collettivi.

Domanda: Come si può sviluppare la nostra discriminazione, Madre?

Shri Mataji: La discriminazione viene dall’Hamsa chakra. E l’Hamsa è molto semplice, bisogna mettere un po’ di ghee nel naso, per la parte fisica. Per la parte emotiva, non si dovrebbe piangere tanto. Le donne specialmente piangono troppo. Anch’io qualche volta ho voglia di piangere, ma raramente. Qualche volta anche gli uomini devono piangere.

Ora, per sviluppare la discriminazione spiritualmente, è necessaria la consapevolezza vibratoria. Quando le vostre vibrazioni migliorano, allora discriminate automaticamente. Siete un enorme computer che deve funzionare in maniera completa, e allora vi stupirete di quale computer siate.

Ora vi porterò l’esempio di Warren. Prole, il marito di Pat, stava misurando la mia casa per certi motivi, mentre Warren dormiva. Il povero David lavorava e Warren dormiva. E sognò che aveva completato l’ultima misurazione e, mezzo addormentato, si alzò e gli disse che la casa misura..…quanto? Tremilanovecentosedici piedi quadrati. Ed era esattamente ciò che David Prole aveva scritto! E il povero David aveva lavorato così tanto per misurare tutto! Cadde proprio dalla sedia!

Come oggi, quando ho detto a Guido che penso di avere speso trecentoottanta sterline. E lui ha detto di no, che erano trecento. Io non avevo fatto nessun conto, niente. L’ho detto soltanto. E dai conti, secondo lui, erano trecentosettantanove, ma io gli avevo dato un’altra sterlina, così erano trecentottanta. È la realtà! Ed ecco come si diventa un computer. Tutta la matematica vi arriva dal cervello. È molto dinamico.

Prima di tutto, però, dovete concentrarvi sulla vostra devozione. Una persona così otterrà tutto questo.

Ci sono molte benedizioni che aspettano solo che voi vi manifestiate. Dovete solo concentrare i vostri sforzi in devozione e dedizione.

Che Dio vi benedica.

Le vibrazioni sono già così tante, non so cosa mi accadrà dopo il Puja. I fiori hanno già iniziato a crescere. Sapete, stanno diventando grandi!


[1] Il nome è mitologico, ed evoca l’Odissea e i mangiatori di loto, squisito frutto che faceva dimenticare qualunque altra cosa.