Come acquisire autorevolezza – leadership e amministrazione

The Hague Ashram, The Hague (Holland)

1986-09-17 Leadership and Administration, Den Haag, Holland, 52' Download subtitles: EN,IT,PT (3)View subtitles:
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(10/2019 SOTTOTITOLI, traduzione verificata)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Come acquisire autorevolezza – leadership e amministrazione

Discorso ai sahaja yogi

L’Aia (Olanda), 17 Settembre 1986


Ora. (A lato in hindi)

Dunque, ora, sapete, per avere influenza sugli altri dobbiamo capire quanto controllo abbiamo anche su noi stessi, è molto importante.

Alcune persone cercano di avere influenza sugli altri senza possedere una immagine adeguata, quindi è una presa in giro. Nessuno verrà influenzato da una persona essa stessa priva di immagine. Quindi, prima di occuparsi dell’esteriorità, si deve lavorare sull’interiorità.

Ad esempio, una persona che arrivi sempre tardi in ufficio e sia sempre in ritardo, che non abbia il senso del tempo, non verrà mai rispettata. Perciò, quando dite agli altri che dovrebbero essere puntuali, dovreste essere voi i primi ad arrivare all’ora stabilita. Dovete sempre rispettare l’orario, nel modo più assoluto, dovreste essere rinomati per la vostra puntualità.

Se, per ipotesi, dovete essere in ufficio alle dieci in punto, diciamo, arrivateci cinque minuti prima, aspettate fuori ed entrate nell’ufficio esattamente all’ora in cui dovete esserci. Questa puntualità è molto importante. Ciò aiuta le persone, ed esse proveranno rispetto per voi poiché penseranno: “Questo signore è così preciso, mentre io sono un vero ritardatario”.

Anche se chiedete a qualcuno un appuntamento per una certa ora, che andrebbe fissato per una certa ora, dovreste essere assolutamente puntuali. È molto importante dover rispettare la puntualità.

Ebbene, ho notato che, specialmente in Occidente, la gente si alza molto tardi, è molto pigra, cammina mollemente. E, vedete, l’intero atteggiamento dimostra che non prova alcun interesse per il mondo, che è solo stata catapultata in esso e, in un modo o nell’altro, fa qualcosa.

Una persona di questo genere non potrà mai fare una buona impressione a nessuno, poiché anche gli altri vedono la vostra immagine, (vedono) che state trascinando la vostra vita in qualche modo, dunque perché fare lo stesso? Qualunque cosa faccia (una persona simile, ndt), non può insegnarci nulla.

Questo quindi è un altro motivo per cui non potrete avere la minima influenza sugli altri, se voi stessi siete pigri. Chi vuole esercitare influenza sugli altri deve essere mattiniero, deve avere corrette abitudini per quanto riguarda il riposo, deve alzarsi di buon mattino ed essere ben pettinato, lavato e così via; e dovrebbe essere quel che si definisce una persona elegante.

Molti credono di far colpo sugli altri tentando di essere tipi molto alla moda, intendo dire indossando abiti alla moda e cose simili: non è così, poiché si penserà che non possediate convinzioni di alcun genere, sapete.

Quindi dovete costruire di voi stessi un’immagine dalle caratteristiche precise, sapete, una sorta di personaggio; come in una commedia, un personaggio. Una persona che parla in un dato modo, che si esprime in un dato modo. E gli altri dovrebbero riconoscere precisamente che quello è il vostro stile, il vostro modo di essere, e che voi non scendete a compromessi sulle cose.

È molto importante che quando parlate con la gente abbiate un modo corretto di parlare, uno stile appropriato di camminare. Dovrebbe essere tutto ben calibrato, nel senso che non vi muoverete indolentemente, gettando le gambe qua e là, camminando così, ma dritti, e starete seduti eretti.

E, per prima cosa, fate in modo che la gente veda che avete fiducia in voi stessi.

Se non avete fiducia in voi stessi, se, insomma, ogni vostro atteggiamento denota mancanza di fiducia in voi stessi, non potete avere influenza sugli altri.

Dunque, la vostra sicurezza deve trasparire da ogni vostro comportamento. Ad esempio, nel modo di parlare, di stare seduti, di camminare e di comunicare, dovrebbe esserci una manifestazione di sicurezza.

Ma la sicurezza subentra quando ci si rende conto di essere completamente sicuri. Ed in Sahaja Yoga, come sapete, se il vostro cuore centro è sicuro… Se ve ne rendete conto, dite a voi stessi: “Madre è con me. Madre mi aiuta ed io sono con Madre. Non ho nulla di cui preoccuparmi”. Allora il vostro cuore centro sarà a posto. Questo, naturalmente, non potete dirlo agli altri ma, se possedete personalità, potrete instillarla negli altri molto facilmente. Se però siete insicuri di voi stessi non potrete farlo.

Per prima cosa, quindi, deve essere instaurata la sicurezza dentro voi stessi. Per i sahaja yogi è molto semplice dire: “Io sono lo Spirito, ed io sono il figlio, sono stato scelto dall’Adi Shakti in persona”.

Dovrebbe perciò esserci una straordinaria dose di sicurezza in voi.

Ora. Ad esempio, quando siete con la gente, diciamo, come mangiate? Alcuni, vedete, tengono sempre la bocca aperta e mangiano emettendo una specie di rumore: tutte queste cose vengono notate dagli altri. Il modo in cui mangiate, in cui parlate. Inoltre, di norma, non dovreste tenere la bocca aperta: non potrete mai avere ascendente sugli altri (così).

Tenete invece la bocca chiusa normalmente, in questo modo, affinché gli altri non pensino che li state guardando imbambolati, se tenete sempre la bocca aperta; ma neppure serrata affinché non pensino che siete aggressivi o adirati. Abbiate una faccia normale, che non sia – come si dice – né aggressiva né ossequiente.

Così non darà… Se tenete sempre la bocca spalancata, penseranno: “Oh, costui è un idiota”; e se tenete le labbra serrate penseranno che siete di natura aggressiva.

Occorre dunque fare attenzione a come ci poniamo di fronte agli altri, a come parliamo.

E per avere influenza su di loro, come ho detto, dovete innanzitutto rispettare la vostra personalità e poi quella degli altri nel vostro comportamento.

Ad esempio, sapete, quando arriva qualcuno dovreste parlargli con molta gentilezza, con la consapevolezza che vi è un altro Dio che sta entrando: “Se lo Spirito è in me, lo Spirito è anche in lui”. Dovete quindi assicurarvi che sia comodamente seduto, che sia a suo agio e chiedergli se desidera del tè o altro. Mettetelo a suo agio. Fategli sentire che non siete in alcun modo disturbati né irritati, bensì che siete molto felici di incontrarlo, e dovreste farlo accomodare con gentilezza.

A volte, per insicurezza, ci si potrebbe anche sentire nervosi nei confronti di una persona presente. Quel nervosismo è un segno di insicurezza.

Non si dovrebbe essere nervosi. Quando si parla con qualcuno, ci si dovrebbe comportare in modo che l’altra persona si senta completamente rassicurata e pensi: “Questo signore mi ascolterà”.

Un altro modo per far presa sugli altri è consentire loro di parlare, ascoltarli educatamente, senza intervenire: ascoltateli.

E una volta che abbiano detto qualcosa, dite: “Questo è vero, senza dubbio; sono d’accordo, ma …”. A quel punto potete cominciare voi.

In questo modo non li stordite con i vostri “No! Niente affatto!” e via dicendo; al contrario, ascoltate ciò che loro dicono.

Insomma, potete osservare me: io lo faccio spesso. Quando qualcuno afferma qualcosa: “Oh, vero, questo è vero, ma vedi, il fatto è che…”: così la gente non se ne ha a male. Pensa che avete visto anche l’altro aspetto della questione, che siete equilibrati e che non imponete le vostre idee agli altri.

In un certo senso lo fate, ma in un modo tale che nessuno si accorge che state facendo una cosa del genere.

Inoltre, per quanto possibile, non dite mai a nessuno di fare qualcosa. Ciò urta la gente.

Ad esempio, se ci siete voi, io vi dirò: “Fate così, accendete le luci”, perché dopo tutto voi siete i miei figli, va bene, è un rapporto diverso. Ma quando trattate con altri… vedete, supponiamo che ci sia qualcuno seduto lì: se volete accendere la luce, alzatevi lentamente, mentre parlate, e accendete la luce. Chiedetegli: “Le dispiacerebbe se accendessi la luce?”. Lasciate che sia lui a dirlo.

Invece, da qualsiasi comportamento aggressivo nasce la prima impressione.

In Sahaja Yoga è l’opposto. In Sahaja Yoga prima si alza la Kundalini e poi si fa questo e quello. È proprio l’opposto. Dovete tirar su le persone a partire dalle fondamenta, se dovete aver presa su di loro dall’esterno.

Per farle crescere dalle fondamenta, per prima cosa dovete infondere in loro una sorta di fiducia in voi. Dovrebbero confidare in voi. Dovrebbero sapere che qualsiasi cosa diciate è la verità, che non state raccontando qualcosa di falso o in cui non credete.

Il modo in cui parlate ha molta presa su di loro: “Quest’uomo sta dicendo la verità”. Tutto dovrebbe partire dal vostro modo di comportarvi, si può dire.

Ora, anche il modo di vestire è molto importante, direi, per far presa sugli altri. Supponiamo che abbiate rapporti ufficiali con qualcuno o che, in qualche modo, desideriate avere influenza nel campo degli affari e via dicendo. La cosa migliore sarà indossare un abito formale, e non informale o casual. No. Si dovrà indossare un abbigliamento professionale, come ad esempio un completo blu scuro a righine, un elegante completo a tre pezzi, scarpe pulite ed eleganti; ed avere i capelli ben pettinati – magari con un poco di olio va bene – avere l’aspetto di un elegante uomo d’affari.

Se però cercate di seguire le mode, vedete, esse cambiano ogni giorno. Oggi i capelli saranno da un lato, domani dall’altro. Pertanto tenete i capelli come farebbe un ufficiale, ossia pettinati correttamente.

Nei tempi passati, se ci fate caso, persino gli eroi del cinema si mettevano dell’olio in testa. E non avevano mai capelli secchi o altro.

Insomma, non deve essere necessariamente olio, però, come si dice, dovrebbero avere un aspetto curato. Vi sono moltissimi prodotti disponibili nei negozi che possono tenere i capelli a posto, senza ungerli. I capelli dovrebbero essere quindi ben pettinati, così da mostrare che avete avuto cura del vostro aspetto, della vostra pettinatura e di tutto il resto. In questo modo darete un’immagine di voi stessi perfettamente adeguata ad un particolare tipo di lavoro.

Ora, se, per esempio, un cuoco si presentasse in costume da bagno, cosa ne pensereste?

È orribile! Un cuoco deve vestirsi da cuoco.

Allo stesso modo, anche un uomo d’affari deve vestirsi da uomo d’affari. Non potete andare in giro in jeans nel vostro ufficio, non dovreste, perché se lo fate voi lo faranno tutti.

E tutte queste cose creano lassismo. Il lassismo è accettabile al di fuori dell’ufficio, è accettabile al di fuori del lavoro, ma non sul luogo di lavoro.

Prendiamo un salotto: un salotto è un salotto, non una stanza da letto. Non dovreste confonderli. Una volta che iniziate a confonderli non ci sarà più fine. Si può arrivare a qualsiasi limite. Ho visto persone andare in ufficio indossando abiti che sembravano veramente costumi da bagno. Insomma, queste cose devono essere ristabilite, e potranno essere ripristinate molto facilmente se si spiega alle persone che non potranno avere influenza sugli altri se non assumeranno un certo aspetto ed un corretto comportamento.

Nel trattare con gli altri c’è un altro punto, molto importante: dovete essere sinceri. Non raccontate bugie. Ma se dovete dire qualcosa, dovete dirlo in modo chiaro. Però non è nemmeno necessario dire tutto. Questo non significa mentire. Non è necessario dire tutto. Dovreste dire ciò che va detto: “Soltanto questo, e basta”.

Però non dovreste affermare una cosa oggi, domani un’altra e dopodomani un’altra ancora. Questo crea inconsciamente enormi dubbi nella mente di un essere umano per cui penserà: “Oh, costui è un imbroglione e sta cercando di evitare l’argomento”.

Supponiamo che adesso io, mentre parlo con voi, mi metta a guardare l’orologio (risate): sarebbe offensivo. Supponiamo che voi stiate parlando di qualcosa, di qualcosa in particolare ed io all’improvviso cambi argomento: anche questo sarebbe offensivo. Questo perché chiunque è abbastanza intelligente da capire che state cercando di eludere l’argomento.

Dovreste invece cercare di portare il discorso fino ad un certo punto e poi, se la questione è assurda, dovreste arrivare ad evidenziarlo.

Ad esempio, ieri ho detto: “Vede, io non ho mai scritto nulla a proposito di un serpente. Se qualcun altro lo ha fatto, perché dovrei spiegarlo io? Io non la chiamo mai ‘energia del serpente’, perché questo confonde la gente. Ma se qualcuno l’ha chiamata ‘energia del serpente’ non importa, che ci si può fare?”.

Così dicendo, arrivate ad una conclusione ironica dell’intera questione, così lo stesso interlocutore si zittirà.

Però non dovreste cambiare improvvisamente argomento: ciò indica che volete eludere la questione, che non sapete come affrontarla, capite? Questo è ciò che a volte alcuni (fanno); proprio mentre stanno parlando, diranno: “Oh, va bene, parliamo d’altro”. Non potete farlo. Una digressione del genere nel parlare può creare un grande problema.

E un’altra cosa è: nel parlare con gli altri, non parlate di voi stessi – “Io sono questo e quello” – nessuno lo gradisce. È stupido parlare di se stessi: “Io possiedo questo. Io sono questo”. Nulla di tutto ciò. Chiedete sempre: “Che cosa fa? Qual è la sua professione? Come sta?”, e così via. Rivolgete all’altro qualsiasi domanda.

Ora, se lui risponde alle domande e, a quel punto, dovete parlare voi della vostra organizzazione, diciamo, non dovreste dire ‘io’, bensì dovreste dire ‘noi’.

Dovreste sempre dire ‘noi’: “Noi non lo facciamo, noi siamo”. ‘Noi’ indica l’organizzazione. Fate sempre riferimento all’organizzazione e mai a voi stessi – “Io non farei una cosa simile, io odio questo, io credo a questo” – è del tutto assurdo.

Ciò che dovete dire è: “Noi, noi crediamo in questo, noi pensiamo in questo modo, e qual è la sua opinione? Noi abbiamo queste cose”.

Oppure, qualsiasi altra informazione vogliate dare in merito alla vostra organizzazione, ai vostri prodotti o altro, dovete dire: “Vede, questo è quanto è a disposizione. Ora, c’è questo ed abbiamo visto che ha fatto un gran bene, e funziona in questo modo. Abbiamo ricevuto anche ottimi resoconti al riguardo. Può visionare i resoconti, li abbiamo qui, può vedere di cosa si tratta. E, se lo desidera, può provare e verificare da solo”.

Il grado di assistenza da voi fornita viene molto apprezzato dall’altra persona. Non si tratta solo di ego, bensì è qualcosa che fa sentire l’altro davvero a proprio agio.

La gente ad esempio ama moltissimo viaggiare con l’Air India. Molti dicono che vorrebbero volare con l’Air India. Ho cercato di capirne il motivo, infatti in questo periodo vi sono difficoltà, poiché fanno delle ispezioni molto accurate anche per via delle bombe e cose del genere. Pensavo perciò che con Air India sarebbe stato molto difficile. Oltretutto hanno alzato i prezzi dei viaggi a causa di spese extra per i controlli sui passeggeri e via dicendo.

Ma la ragione per cui la gente sceglie l’Air India è che le signore che vi lavorano sono estremamente umili. Assistono i passeggeri con grande cura. Non sono di bassa lega, non sono donne di basso livello. E quando servono le persone hanno la massima cura. E il cibo è abbondante, molto abbondante: si può mangiare quanto si vuole, tantissimo cibo. Servono da mangiare cinque, sei volte, tutto quel che volete. E ci si sente davvero soddisfatti di avere tutto questo. E alla minima (richiesta), se suonate il campanello, loro sono subito a vostra disposizione.

Ciò che sto dicendo è che, quando si commercializza davvero qualcosa, occorre capire che ci si trova sul fronte opposto: non si deve essere serviti, bensì servire.

Quando capite che dovete servire gli altri, la vostra attitudine cambia. Vedete, dovete essere al servizio degli altri. Soltanto con la vostra assistenza essi ce la faranno. Vi dirò come.

Specialmente per gli inglesi è un grosso problema. Per questo motivo stanno perdendo così tanto. Sono estremamente arroganti. Se andate da un inglese e gli chiedete: “Potrei vedere i suoi prodotti?”, (risponderà sgarbatamente:) “Che cosa vuole?”.

“Vorrei vedere i prodotti che avete”.

“Bene, al momento non siamo in grado di darle nulla, ma se ci lascia il suo indirizzo glielo spediremo”. E basta. Non gliene importa niente.

Si dovrebbe invece essere sempre adeguatamente preparati per dare assistenza. Nel senso che, ad esempio, se in una organizzazione avete determinati prodotti, dovreste conoscerne ogni dettaglio. Dovrebbero esserci degli opuscoli sempre disponibili, ogniqualvolta siano richiesti. Dovrebbero essere ben prezzati, essere esposti con metodo. E se qualcuno entra e vi rendete conto che si tratta di una persona di un certo valore, qualcuno che possa concludere qualche affare con voi, dite: “Ecco, prego, lo tenga. Può verificare lei stesso” – spiegategli di cosa si tratta – “È fatto così, e possiamo concederle questo sconto, potrebbe essere questa cifra”. Tutto ciò conquisterà il mercato.

Il mercato non viene conquistato tanto per il prodotto in sé, quanto per il modo in cui viene presentato. È molto importante il modo in cui viene proposto. Occorre avere degli opuscoli appropriati, realizzati da persone adeguate, o di cui voi stessi vi curerete siano ben fatti.

Non importa spendere un po’ di denaro per questo. Qualunque sia la spesa, farà parte del capitale che dovete investire nel prodotto. Ne fa parte. Se pensate che (sia sufficiente) produrre qualcosa, non si venderà.

Questi aspetti, in questa epoca moderna, sono parte integrante della realizzazione e della vendita di qualsiasi prodotto. Fanno parte del prodotto.

Per avere influenza sulle persone non dovete fare tanta pubblicità, quanto trattare con loro. Insomma, basta che vi dica questo: quando io devo comprare qualcosa da qualche parte, mi ricordo delle persone da cui ho già effettuato un acquisto e dell’esperienza che ne ho avuto.

Penso che tornerei sempre da chi è stato gentile, cortese con me. Magari farà pagare di più, ma non ha importanza; però qualcuno che sia gentile con me, che non alzi la voce, che sia ben educato e con un comportamento gentile, che non cerchi di prendermi in giro ma, anzi, mi dia tutte le informazioni e il resto. Tutto questo è molto gradito.

Una volta, ad esempio, mi recai da Lloyds, una compagnia dove volevo depositare del denaro. Insomma, è una cosa molto importante depositare del denaro in una banca. Dovrebbero capire quando c’è un cliente. Ora, loro avevano messo lì una ragazzina.

Dopo tutto, chi è addetto alle relazioni con il pubblico dovrebbe possedere una certa personalità. (Invece) lì c’era una ragazzina.

Non appena entrai mi chiese: “Lei chi è?”. Le risposi: “Sono questo e questo”. “Oh no, non possiamo accettarla. Deve avere questo e, la prego … non è possibile”.

Allora risposi: “Va bene”. Rispettosamente risposi: “Va bene” e diedi il nome dell’alto commissario dell’India e così via. Insomma, avrebbe dovuto capire che (normalmente) non lo avrei detto.

Il fatto è che non si era resa conto che ero con un autista, avevo un’auto guidata da un autista. Avevo una Mercedes, indossavo un sari molto costoso, avevo un’aria molto rispettabile (Shri Mataji ride); avrebbe dovuto capire che il comportamento nei miei confronti dovrebbe essere diverso che con un semplice operaio, che lì vi era un vero cliente.

Invece continuò: “Bene, dunque, gradirei un documento di identità, e poi dovrò fare questo e… no, no, no, no, no. Compili tutto”,

Fui così seccata di lei che andai in un’altra banca, la NatWest. Intendo dire che avevo già un conto da qualche altra parte, ma ne desideravo uno vicino a casa mia. Sebbene fosse lontana, un po’ lontana, sebbene si trovasse in un posto non bellissimo, quando entrai, appena entrai, la signora, che era una donna intelligente, capì: “Ecco un buon cliente per noi”. Notò che indossavo diamanti e via dicendo. Lei poteva vedere, dalla mia presenza, che stava entrando un buon cliente.

Subito disse: “La prego, si accomodi nella sala dei VIP”. Io non avevo detto nulla della stanza dei VIP. Lei mi fece entrare e si rivolse a me con grande gentilezza, disse “Sì” e mi fece delle domande, poi mi chiese: “Può attendere un minuto?”. Uscì ed incaricò qualcuno di telefonare per verificare le mie informazioni e tutto questo, senza darlo a vedere.

Capite, ciò non va fatto in presenza della persona, ma si può verificare segretamente la sua identità, in modo che non si risenta, venendo a sapere chi sia questa persona e se sia a posto o no.

Però non dovrebbe capire che state indagando. Non dovreste assolutamente mostrare che avete informazioni su di lei.

Questo tipo di discrezione aiuta molto, in quanto non diventate arroganti, non diventate bruschi. Diversamente, se parlate in modo brusco, non piacerete a nessuno.

Le antipatie nascono quando offendete qualcuno o cercate di mortificarlo o dubitarne.

Queste sono le tre cose cui dovete badare: mettere la persona a proprio agio, spiegarle ogni cosa ed ascoltare ciò che ha da dire, dandole fiducia. Ed allora lei vi guarderà con rispetto.

Insomma, se all’interno di una struttura dovete occuparvi dell’amministrazione e dell’organizzazione, la vostra personalità deve essere assolutamente assennata.

In secondo luogo, dovete attenervi a ciò che dite. Se io vi dicessi che non dovete prendere denaro e poi iniziassi ad impadronirmi dei vostri soldi, che cosa fareste? Non avreste alcuna fiducia in me, non è così?

Insomma, in realtà, quando mi date del denaro del Puja, io lo conservo in un pacchetto, vedete, in questo modo, e lo utilizzo per comprare argento ed altro per le vostre (celebrazioni, ndt). Non sono tenuta a farlo, voglio dire, è fuori discussione. Voi me lo avete offerto in un Puja, si suppone che sia mio. Ma ho detto: “Bene, per rispettare il protocollo, usate tutta questa argenteria; è di mia proprietà, sapete, ma potete usarla voi”. Insomma, è tutto soltanto un gioco, ma tutti sanno che Madre è così chiara, così trasparente.

Si deve essere chiari con le persone. Dovrebbero capire che non state giocando loro dei trucchi, che non le state mettendo furtivamente nel sacco.

Alcuni lo fanno, sapete, cercano di ordire qualche imbroglio alle spalle degli altri. Persone del genere non sono mai benvolute. Nessuno le rispetta. Dovreste invece trattare con franchezza con una persona così come è.

Se qualcuno non è a posto, con gentilezza dovreste dire: “Vedi, il problema è questo. Ci troviamo ad affrontare questo problema. Adesso dimmi qual è la soluzione”. E allora la persona non se ne avrà a male. Se invece parlate alla gente in modo diretto non lo gradirà. No, non lo gradirà.

Io so che non vi piacerebbe se vi parlassi in modo così diretto; tuttavia vi dico tutto, ma lo faccio in un modo gentile…

[Gregoire entra nella stanza. Shri Mataji dice: “Vieni avanti, adesso sto parlando di amministrazione…”]

… in modo gentile, congeniale, che sia facilmente compreso ed assimilato. È molto importante: dovete avere uno stile che gli altri comprendano ed un comportamento corretto.

[Shri Mataji (dice a lato a Gregoire:) “Sto facendo loro un discorso sull’amministrazione, e come avere ascendente…”.

Gregoire: “Devo uscire, andarmene?”.

Shri Mataji: “No, no, no, no, è per tutti voi”.]

Come avere ascendente sugli altri: vedete, in realtà, senza influenzare gli altri direttamente, eserciterete una influenza su di loro. L’arte sta nel nascondere l’arte. Non dovreste mostrare che lo state facendo deliberatamente. E se capite come fare… (conversazione in hindi a lato).

Dunque, vedete, dovreste… (conversazione in hindi a lato). Ebbene (Hindi)… Ora, dunque, anche quando parlate con qualcuno, anche se non capite di cosa stia parlando, dovreste mostrare che lo comprendete e ascoltate ciò che vi dice, anche se si trattasse di qualcosa di assurdo.

Ora, quando avete a che fare con tre, cinque o dieci persone, dovete capire che dovreste cercare sempre di creare un buon rapporto tra loro.

Supponiamo, per esempio, che io desideri unirti in matrimonio a Mary, diciamo, poniamo il caso: allora ti parlerò di lei, di come è, in un modo che non ferirà né te né lei, ma ti preparerà.

Infatti, in seguito, potresti sentir dire di lei qualcosa da parte di qualcuno, e Madre non te l’aveva mai detto. Così, invece, si dovrebbe dire, in modo molto gentile: “Sai, lei ha un po’ questo problema, però va bene, può essere dolcissima, puoi farcela. E dipende da te come farcela”.

In questo modo si avrà la sensazione di essere informati, ragguagliati sulla persona e ve ne sentirete anche responsabili: “Ora è una mia responsabilità”.

Far sentire le persone responsabili, quindi, è un altro aspetto molto importante dell’amministrazione. Se vi mettete a fare tutto da soli, gli altri non condivideranno mai il vostro lavoro. Non faranno mai nulla. E il miglior modo di renderli responsabili è gratificarli.

Dovete gratificarli se hanno fatto un buon lavoro: “Oh, hai fatto davvero un bel lavoro”. Però non in un modo così diretto, ma dovete premiarli in maniera molto indiretta, molto indiretta; potete farlo non solo con le parole, bensì con parole gentili, con piccoli pensieri gentili.

Guardate, vi farò l’esempio di Rajesh.

Rajesh è molto dolce e non ha bisogno di nulla. Voglio dire, è un uomo così ricco, cosa potremmo dargli?

Una volta però mi stava accompagnando in un luogo, ed aveva un coltello svizzero che diede all’autista per tagliare della frutta, o qualcos’altro, dopodiché il coltello scomparve.

Si arrabbiò molto con lui, sapete, non poteva sopportare che quell’individuo lo ingannasse così. Lo portammo alla stazione di polizia e così via (Shri Mataji ride), ma non riuscì a riaverlo.

L’autista l’aveva fatta franca, vedete. Era un taxi e (Rajesh) era davvero infuriato con l’autista. Io lo notai, e gli dissi: “Lascia stare, va bene, non importa”.

E la volta successiva, quando tornai in India, gli portai un bellissimo coltello. Vedendolo, lui si intenerì e disse: “Madre, come ha fatto a ricordarsi?”.

Risposi: “Eri così sconvolto in quel momento!”.

Egli disse: “Non a causa del coltello, ma per come quell’individuo mi aveva ingannato”.

Ma tutta la faccenda sfumò, sapete, e lui fu… Quindi, è molto dolce osservare piccole, piccole cose di una persona.

Vi parlerò, per esempio, di Gregoire. Una volta andammo in un negozio a comprare dei sari. Ne avevo comprati alcuni per me e pensai di averne ormai acquistati molti.

Un sari mi piaceva moltissimo, ma non lo comprai ritenendo fosse troppo costoso e che non avrei dovuto sprecare tutto quel denaro, che non era necessario. Comunque sia, ci rinunciai.

E il giorno seguente Gregoire acquistò quel sari per regalarmelo. Ho custodito davvero gelosamente quel sari, mi ricordo…

Vedete, qualsiasi episodio può essere trasformato in qualcosa di grande valore, come una specie di Puja, diciamo, un qualcosa di molto prezioso: “Oh, questo era…”. Dunque, tutte queste cose fanno la differenza all’interno della compagnia nella quale lavorate.

Piccole, piccole cose come queste. Gli altri dovrebbero anche sentire il vostro senso di responsabilità nei loro confronti, all’interno di una organizzazione. È molto importante.

Vi racconterò che una volta, nell’ufficio di mio marito, un collaboratore andò a lavorare per un’altra compagnia. Lui (il marito di Shri Mataji) lo avvertì di non andarci, ma costui lo fece poiché sarebbe stato pagato di più.

Però, quando arrivò lì, si accorse che era tutto veramente orribile, non c’era assolutamente nulla di buono, eccetto soltanto il denaro. Era molto infelice lì e desiderava ritornare.

Quando si ripresentò, mio marito fu molto contrariato: “Ti avevo detto di non andare lì. Perché ci sei andato? Che bisogno c’era di fare una cosa del genere? Ormai non posso riprenderti”.

Allora quel tale venne da me. Non so (Shri Mataji ride) perché lo abbia pensato, ma venne da me.

Mi raccontò: “Questo è quanto è accaduto ma desidero tornare alla compagnia di navigazione. Ho commesso degli errori, penso di aver fatto davvero un grave errore. Ed il signor Shrivastava è arrabbiato con me, non vuole riprendermi”.

Così, quando il signor Shrivastava rientrò a casa, gli dissi che quel signore era venuto a trovarmi. “Ah! Così è venuto a parlare con te! Come se tu fossi il mio capo!”. E, sapete, si irritò molto.

Allora io dissi: “Vuole tornare a lavorare nella tua compagnia. Credo che dovresti prenderlo in considerazione”. E lui: “Perché è venuto da te?”. Risposi: “Credo abbia pensato che io sono più comprensiva di te, forse”.

Questo lo rimise a posto. Chiese: “Che vuoi dire? Anche io so essere comprensivo”.

“Allora perdonalo!”. (Shri Mataji ride, risate)

Vedete, questi sono stratagemmi che io possiedo in modo naturale. Ma anche voi potete assimilarli.

Non è difficile fare una buona impressione sugli altri (risate). Cose davvero molto piccole fanno la differenza, sapete. Se qualcuno si ammala, dovete interessarvene. Informatevi se i bambini o le mogli non stanno bene.

Dovreste interessarvi e identificarvi (con loro). Dovete considerare una organizzazione come una famiglia, proprio come una famiglia: “Che problema ha lei? Sta bene? Ti occorre un aiuto?”, cose così. Qualche volta inviate dei fiori, se il marito o la moglie sono malati, o chiedete notizie dei bambini. Tutte queste cose contano molto.

Invece, normalmente quello che si fa è, al massimo, inviare una cartolina a Natale o qualcosa del genere. Ma nella vostra compagnia potete organizzare un vero e proprio sistema di cartoline di auguri; dovreste firmarle a mano, personalmente, e scrivere da qualche parte una riga se sapete qualcosa (della famiglia): “Spero che sua moglie e i suoi bambini stiano bene”. E se conoscete la moglie: “La prego di porgerle i miei rispetti”.

Non occorre farli bere come spugne, ma di far sentire soprattutto che sono amati e apprezzati all’interno della compagnia, che sono molto importanti. Cose di questo genere.

Anche la proposta di cambiare la posizione di una persona… Ora, per esempio, desideravo che Christine fosse la leader in America e che Gregoire stesse lì senza interferire con Christine. Dissi: “Vedi, Gregoire, lei è lì e sa trattare meglio con le persone; le conosce e loro l’amano e la rispettano. Tu sei una persona nuova che arriva all’improvviso, quindi non voglio… inoltre tu sarai suo marito. Di fatto, tu sei uno dei leader mondiali, sai, e non dovresti avere nulla a che vedere con le questioni locali”. E lui capì.

Se invece io avessi detto: “Tu ora non aprire bocca lì, stai zitto!” (risate), insomma, non avrebbe funzionato. E lui lo è, sa molto bene di essere uno dei leader mondiali. Abbiamo anche Warren così.

Alcuni di voi sono così cresciuti fino a questo punto, per cui potranno andare ovunque nel mondo e fare tutto ciò che vogliono.

Direi che Rajesh è un altro che sta crescendo.

Ma non dovreste trasferire una persona all’improvviso, senza aver preso i dovuti accordi. Vedete, dovreste cercare di capire che questa persona, trasferita di colpo, non sarà tranquilla. Ma dovete anche accertarvi se veramente desiderate trasferire quella persona o no. Se siete incerti, è meglio lasciare tutto in sospeso.

Il tempo è il miglior modo per lasciare accadere le cose, sapete. Lasciate passare un po’ di tempo. Date a quella persona un piccolo accenno: “Sai, la gente si lamenta. Che fare? Vorrei che tu mi aiutassi”, qualcosa così.

Di modo che pensi anche che gli avete dato tempo sufficiente per migliorare. Così, sapete. Ma se non gli date un po’ di tempo e gli dite semplicemente: “Ora vattene”, diventerà vostro nemico.

Invece, dovreste dire: “Mi dispiace, ma queste persone sono fatte così, cercano sempre di creare problemi a noi e a me e non so cos’abbiano che non va, ma per favore fai attenzione”, e così via.

E le cose funzionano. La persona in questo modo capisce di avere comunque delle responsabilità, anche se voi state incolpando gli altri (che si erano lamentati di lei, ndt).

La situazione dovrebbe essere risolta in questo modo.

C’è un negozio a Lucknow che fa dolci squisiti, molto famoso per i suoi dolci. Ora il padre non c’è più, ma c’è il figlio che se ne sta seduto lì con la sua grossa pancia. E tutti vanno a comprare nel suo negozio. Non ci si può arrivare in auto, occorre camminare per un bel pezzo.

Ora, ho notato che il suo trucco è questo: prima prenderà la vostra ordinazione, e voi dite: “Bene, per favore, vorrei questo”.

Poi, mentre siete lì seduti, dice (ai suoi dipendenti): “Cosa fate? Perché non le offrite qualcosa? È qui seduta da un sacco di tempo”.

E a me dirà: “Guardi un po’ questa gente, continua a far perdere un mucchio di tempo ai clienti. Adesso spero solo che Lei non debba prendere un aereo fra poco”.

Ed io: “No, no, va bene, va bene”. E lui continua a scusarsi. Poi dice: “Perché non prova queste specialità? Assaggi”.

Così voi assaggiate (e poi dite): “Bene, mi dia anche questi altri”. (Shri Mataji ride). Lui va avanti in questo modo, sapete, temporeggiando.

E poi, dopo un po’, ripeterà: “Ma guardi un po’ questi, sono davvero terribili. Non sanno portare a termine un lavoro. Ehi! Che state facendo laggiù? Perché non portate alla signora i Suoi dolci? Deve andare via adesso. Perché ci mettete così tanto? Sono spiacente. Ma vorrebbe assaggiare questi finché non portano gli altri?”. E così offre qualcos’altro (Shri Mataji ride), allora voi dite: “Bene, mi dia anche questo”.

E quando uscite dal negozio, tutto il vostro denaro è finito e (Shri Mataji ride) avete comprato tutti i dolci della pasticceria! E questo è il suo trucco.

Poi, dopo un po’, ve ne accorgete e dite: “Conosco tutti questi trucchi. Ora mi dia per favore quel che desidero e me ne andrò!”.

Insomma, ciò che intendo dire è che si instaura un rapporto di cordialità, quando vediamo l’altro proporci con gentilezza i suoi articoli, i suoi prodotti.

Al contrario (qualcun altro dirà): “Questo è il mio prodotto. Se lo vuoi prendilo, altrimenti esci!”. “Sì, d’accordo, esci prima tu”. (Risate)

L’intero approccio alla vendita sta ora tornando ad una corretta relazione tra chi vuole vendere, il venditore, ed il cliente.

È proprio questa relazione che funziona, non il prodotto. Il prodotto, che vada all’inferno! A nessuno importa del prodotto.

S’intende, insomma, se li ingannate è un altro discorso. Diversamente, se vi sono cinque prodotti – A, B, C, D, E – di pari qualità, dello stesso livello, la gente si recherà in quella ditta che ha maggiore buon senso, che riceve i clienti con attenzione, li rispetta e consegna in tempo prodotti che non siano del tutto inutili.

Naturalmente dovete scoprire cosa hanno di buono le altre organizzazioni, ciò che hanno, ciò che vendono. Dovreste scoprirlo, è importante, e (lo è anche scoprire il motivo) per cui piacciono alla gente. Ma soprattutto ho visto che ciò che funziona non è altro che la relazione con il cliente.

Però dovrebbero essere buone anche le vostre relazioni all’interno dell’ufficio. Dovrebbero esistere entrambi gli aspetti. Il rapporto deve essere buono; innanzitutto, voi dovreste possedere una buona personalità.

Stavo dicendo a lui, sapete, che quelli che in ufficio indossano abiti alla moda, non possono essere buoni amministratori, non possono. Infatti, vedete, si lasciano un po’ andare, e gli altri cominciano ad approfittarsi di una personalità priva di fermezza. Dovreste invece essere rigorosi, nel senso di indossare abiti ufficiali, sempre. La gente ne ha soggezione.

A lui stavo dicendo che, se un cuoco o una cuoca indossasse un costume da bagno (sul luogo di lavoro), non piacerebbe a nessuno, non è così?

Allo stesso modo, questa nuova idea per cui ormai in ufficio si chiama chiunque per nome… L’autista chiamerà il dirigente: “Tom, come va?”. Allora non c’è rispetto, si comincia così.

Oppure se il capo fa uso di droghe o qualcosa di simile, come in India dove prendono quello che voi chiamate tabacco, mangiano il tabacco, ciò che accadrà è che persino un bracciante andrà dal capo e questi gli dirà: “Hai un po’ di (tabacco)?”. “Sì, sì, sì”. Lui tirerà fuori il suo, glielo darà ed è finita. L’intera relazione è compromessa.

Perciò, se assumete droghe, alcool o qualsiasi altra cosa, se avete una qualunque abitudine veramente nociva, cercate di liberarvene.

Ma anche se non ci riuscite, non cercate appoggio da parte dei vostri subordinati.

Motteggi e altre cose di tipo meschino non piacciono a nessuno, ma questi subordinati fanno battute di basso livello pensando di essere popolari. Non lo sono. La popolarità deve essere guadagnata mantenendo una certa distanza e la propria personalità, non diventando come loro.

Vi racconterò di un altro episodio. Una signora, nell’ufficio di C.P. (il marito di Shri Mataji, ndt), si presentò al lavoro in jeans. C.P. la chiamò e le disse: “Signora, non permetterò questo. Lei può indossare pantaloni o qualche abito adeguato, ma non questi jeans”. Lei ribatté: “No, ma signore, di questi tempi va bene”.

E lui: “Sì, d’accordo. Può indossarli per strada, in casa, ovunque, ma non in ufficio”.

Lei replicò: “No signore, non è possibile”.

E lui: “Va bene, allora vuole cortesemente rassegnare le sue dimissioni? Non la terrò con me”.

Lei allora cominciò ad indossare vestiti consoni. Perché questo fa realmente la differenza, capite. Un abito fa sempre la differenza per delle relazioni corrette. Si vede nel modo più assoluto.

Ieri ad esempio non avevo un sari bianco. Pensate. Non hanno messo (forse nel bagaglio, ndt) nessun sari bianco per il mio programma. Ho detto: “Io indosso sempre un sari bianco ai programmi”.

Però avevo questo: bianco col bordo rosso[1]. Ciò fa differenza; se avessi indossato qualche altro sari non sarebbe potuto accadere.

Ma se io vengo ad incontrarvi, il sari che indosso avrà un effetto su di voi: “Oh, Madre si è messa questo sari proprio per venire ad incontrare noi”. È come la vostra luce; sapete, il vostro abito, il vostro comportamento, sono come la vostra luce. Essi mostrano come siete interiormente.

E tutti questi compromessi che si accettano oggigiorno stanno rovinando la gestione aziendale. Dovete attenervi a voi stessi, dovete mantenere la vostra posizione.

Ora, ad esempio, ho visto che negli uffici le persone polemizzano. I vostri stessi subordinati contestano. Ma in una compagnia giapponese vedrete una sola persona parlare, nessun altro. Tutti gli altri resteranno compostamente seduti.

E se quella persona porrà loro una domanda, risponderanno, altrimenti rimarranno in silenzio. Esiste tra di loro una specie di assoluto unisono. Il trucco è questo: prima di andare ad un incontro pubblico o qualcosa di simile, il capo istruirà tutti i suoi cinque collaboratori: “Questo è ciò di cui discuteremo lì. Dunque, tu devi dire questo e tu devi dire questo. E quando io ti farò questa domanda, tu dovrai rispondere così”. È già tutto stabilito. Nessuno è libero di parlare in presenza di altri.

Tutta la libertà si ha prima di andare, vedete.

Noi facciamo lo stesso con i nostri bambini. Quando gli indiani devono andare a casa di qualcuno dicono ai loro figli: “Quando sarai lì non dovrai chiedere nulla. Non dovresti toccare nulla e non dovrai mangiare troppo, io dirò di no. E se anche devi mangiare, prendi pochissimo. Poi, prima di andare via, devi ringraziare. Appena arrivi devi dire Namaskar” – tutto questo viene insegnato prima di tutto a casa – “altrimenti la prossima volta non ti porteremo”.

In questo modo quel che accade è che loro sono già avvisati. Sanno effettivamente cosa fare.

Supponiamo che voi scegliate cinque persone per partecipare ad un meeting, che esse prendano posto e poi si mettano a litigare tra loro che fanno parte della stessa organizzazione.

Ad esempio, i sahaja yogi, all’inizio, facevano proprio così. L’ho visto.

Discutevano con me in presenza di altri, e questo creava dei problemi. Così dovetti dir loro: “Ora non fate discussioni in presenza di altri. Se volete dirmi qualcosa, ditemela (in separata sede, ndt)”.

Inoltre (occorre) creare tra loro una buona atmosfera, nessun senso di gelosia o altro. La gelosia è un’altra cosa che agisce molto fra i vostri collaboratori.

Voi dovete dire: “Ognuno ha il suo lavoro. Tutto deve essere fatto, e deve essere fatto bene; noi siamo tutti uniti, siamo un’unica cosa. È assurdo che una mano sia gelosa dell’altra. Voi siete la mano sinistra e voi la mano destra; bene, voi eseguite dunque il vostro lavoro di mano destra e voi quello della mano sinistra, e tutto funzionerà. Tutta l’organizzazione deve progredire. Se l’organizzazione cresce, tutti ne trarremo benefici”.

Pertanto, create sempre un gruppo unito di collaboratori per quanto riguarda l’azienda. “Se tutti lavoreremo bene, se avremo più profitti, avremo maggiori vantaggi”. Dunque…

[Interruzione nella registrazione]

…forse io conosco molto bene le vostre Kundalini, in modo innato. Io so, in modo innato, come trattare con la gente. In modo innato.

Ora, a volte si deve parlare di una data persona… diciamo che potrei parlare di te a lui: “Occupati di lui e fai così”.

(Ma se) lui magari è una persona piuttosto superficiale, non comprenderà ciò che ho detto, e potrebbe semplicemente dirvi: “Madre ha detto così”.

Devo quindi avvertirlo: “Dillo tu, per conto tuo, altrimenti non avrà alcun effetto. Se dovessi dirglielo io, potrei farlo direttamente. Perché allora lo direi a te?”. Ma tutto ciò deve essere chiarito prima che lui parli, infatti a che servirebbe farlo dopo?

Se poi l’altro viene da voi per delle spiegazioni, dovreste essere pronti a spiegargli perché avete dovuto dirgli voi questa cosa e non gliel’ho detta io direttamente, in modo che l’altra persona che ha cercato di fare la stupida venga messa al proprio posto ed il vostro rapporto rimanga buono.

Le relazioni devono quindi essere mantenute buone grazie alla vostra dignità, al vostro senso di rispetto verso voi stessi e verso gli altri. Trattate gli altri come trattate voi stessi.

Ma (se) prima non avete rispetto per voi stessi, come potete rispettare gli altri?

Inoltre, personalmente ritengo che questa faccenda della moda, il fatto che questa o quella cosa sia molto di moda, sia roba da poveracci.

Capite, è da pezzenti. Nelle democrazie sono i poveracci che creano le mode. Un’altra cosa che ho scoperto è che i paesi democratici sono una materia di lato sinistro.

E cosa succede quando si crea una moda?

Se, ad esempio, dieci poveracci che non possiedono nulla iniziano ad indossare abiti così (da mendicanti, ndt), persino un ricco si metterà a fare altrettanto.

Così, allo stesso modo, se ci sono dieci stupidi pazzi, degli idioti, individui che si comportano da idioti, persino un uomo intelligente penserà che in lui ci sia qualcosa di sbagliato.

In una democrazia si deve essere come tutti gli altri (Shri Mataji ride), e così iniziate a comportarvi da idioti. Sì, è vero! (Risate)

Insomma, ho visto persone molto anziane, molto assennate, fare battute davvero scurrili.

E la ragione è che, una volta arrivate in Inghilterra, hanno scoperto che tutti parlano in quel modo. Così hanno pensato: “Sono forse diverso da loro? Oh, anche io sono come loro”. Perciò raccontano le barzellette. Ed in questo modo cadono in basso, sapete.

Voi non dovete abbassarvi, dovete elevarvi più in alto per attrarre gli altri. È questa la differenza: abbassarsi al loro livello oppure salire più in alto. Però, mentre vi elevate, non dovreste darne l’impressione, suscitando gelosie o la sensazione di credervi chissà chi.

Dovreste invece dimostrare con grande discrezione che siete più in alto; soltanto allora gli altri vi seguiranno. In caso contrario non lo faranno. Se siete più in basso di loro o al loro livello, perché dovrebbero seguirvi? Molte persone fanno queste cose, insomma, è molto comune in Occidente: hanno perso completamente il buon senso.

In altri paesi, come ad esempio qualsiasi nazione fascista o comunista dove sono di lato destro, ciò che fanno è invece sviluppare una propria immagine.

Direi che anche in Giappone è lo stesso. Hanno una propria immagine personale. Il leader è un leader. Non è possibile parlargli. Se si deve parlare con lui occorre farlo in un dato modo. (Laggiù) esiste un sistema di questo tipo, e non è possibile comportarsi così. Ma il leader stesso proietta una personalità grazie alla quale tratta tutti come un padre.

Qui in Occidente invece il padre si comporta come un bambino. Il figlio arriva e dice: “Voglio un drink”, e il padre versa del whisky e lo dà al proprio figlio. È finita: quella relazione è distrutta. Appena si cerca di scendere al livello del proprio figlio, è finita.

Loro devono rendersi conto che dovrebbero avere soggezione. Quello è il ruolo che voi dovete rappresentare. Dovreste essere molto amichevoli, gentili, qualsiasi cosa ma, nel modo più assoluto, dovete rendervi conto che voi siete il padre. Altrimenti i figli non vi rispetteranno mai.

La stessa cosa accade in qualsiasi organizzazione. Occorre mantenere una certa distanza. Ad esempio, io non vorrei mai che qualcuno mi chiamasse per nome, mai. In un ufficio o altro non mi piace che qualcuno mi chiami per nome. Pertanto io stessa, in un ufficio, darò del ‘signore’ a chiunque. Chiamerò ‘signore’ anche l’autista di C.P., così lui non oserà chiamarmi per nome.

Yogi: Sì, a scuola è diventata una moda che gli studenti mi chiamino per nome.

Shri Mataji: Ecco! Non hanno rispetto. Non hanno rispetto.

Yogi: (Accade a) tutti gli insegnanti, intendo.

Yogi 2: Devo scendere a dare un’occhiata e verificare se il campanello…[indistinto].

Shri Mataji: Prego? È arrivato qualcuno?

Yogi 2: Ho sentito suonare il campanello.

Shri Mataji: Bene, vai a dare un’occhiata. Poi andrò a vedere. Ora sono le undici in punto.

Ora fate ascoltare a Gregoire la prima parte. Vediamo cosa ha da dire.

Vedi, Gregoire, questo…

[La registrazione audio termina qui]


[1] Il giorno precedente Shri Mataji aveva tenuto un programma pubblico a L’Aia nel quale aveva indossato un sari bianco con bordo rosso.