Discorso ai sahaja yogi

London (Inghilterra)

Feedback
Share
Upload transcript or translation for this talk
(04/2018 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Discorso ai sahaja yogi

St. Martin’s Lane, Covent Garden, Londra (GB), 8 Aprile 1987


Qualcuno di voi può venire davanti. Venite, c’è spazio…. (ride) Venite, qui c’è spazio.

Entrate, c’è spazio qui. (Shri Mataji dà uno sguardo al prasad) … tutto pieno di dolci. Oh Dio… non avevo visto tutto questo (ride).

Prenderò un po’ di acqua… Grazie (non udibile) … e porta qui la mia borsa.

 

Sto guardando tutta la bellezza (Shri Mataji ride). Eravate così belli all’aeroporto! Che gioia per me vedervi in quell’aspetto. È un’occasione rara, quella in cui talvolta sentite l’unione con l’intero universo, l’assoluta unione con l’intero universo, quando sentite l’amore esistente fra tutti voi.

L’amore tra voi, l’unione tra voi, il modo in cui tutti avete aperto il vostro cuore gli uni agli altri, da esseri umani buoni, da anime realizzate, da santi, è per me la cosa più appagante e soddisfacente.

In India, ad esempio, quando un santo incontrava un altro santo, che cosa accadeva?

C’era un santo, in Maharashtra, che era un sarto ma era un santo – un santo è un santo, che sia un sarto o altro – e c’era un altro santo che era un vasaio, il quale modellava vasi e altri oggetti con l’argilla.

Questo santo, Namadeva, andò a trovare questo vasaio che stava facendo alcuni vasi di argilla. Lo guardò e, (poiché) Namadeva era anche un grande poeta, il sentimento che nacque nel suo cuore lo espresse, lo disse in marathi, ma lo tradurrò in inglese: “Sono venuto qui per vedere il Chaitanya, il senza forma, ma il senza forma è davanti a me nella forma”.

Manifestò così il suo apprezzamento per l’altro santo: “Ora l’intero Chaitanya, l’intero potere onnipervasivo dell’amore di Dio è venuto davanti a me nella tua forma, ed io lo vedo”. Osservate il modo di rivolgersi, pensate; in quel momento disse questo, spontaneamente.

È così che voi siete tutti santi e i santi devono rendersi conto di essere la forma dell’energia onnipervasiva dell’amore di Dio. Voi siete in quella forma, tutti voi.

Penso a quel giorno: eravate in piedi sotto la pioggia e il nevischio, con tutti i vostri bambini. Per una Madre è troppo, vedere questi sentimenti meravigliosi per me. Ma i sentimenti tra voi, l’apertura di cuore, l’amore puro che riempiva tutta l’atmosfera con tanta bellezza… Non sono semplicemente parole, non consiste solo nello scrivere lettere o inviare biglietti di compleanno o altro: è qualcosa che viene dal cuore, dovete sentire tra voi che siete tutti santi.

Voi siete diversi, dovete sostenervi l’un l’altro, dovete prendervi cura l’uno dell’altro, dovete comprendervi reciprocamente, in quanto siete persone con una consapevolezza diversa che vivono in mezzo a persone cieche che possono colpirvi, che possono farvi del male.

L’altro giorno leggevo Gyaneshwara. Pensate, morì a ventitré anni, alla giovane età di ventitré anni, e scrisse il “Gyaneshwari” a ventun anni, e che genio! Insomma, leggendolo, proprio non si capisce come sia riuscito a penetrare così in profondità.

Egli ha descritto tutti voi; come vi ho detto molte volte, vi ha descritto come gli oceani di… gli oceani di ambrosia che avanzano. Ambrosia.

Alberi parlanti, e foreste di alberi forieri di beatitudine e bellezza. Dice che ovunque andrete porterete benedizioni alla gente. Ovunque sarete porterete il buon auspicio, creerete armonia, pace e gioia.

Questo è il vostro compito, questo è il vostro stile, questo è lo scopo per cui siete qui. Ma state attenti, dovreste stare molto attenti in quanto le condizioni circostanti sembrano essere piuttosto ingannevoli e problematiche. E voi state passando all’improvviso da quelle a nuove condizioni circostanti nelle quali avete conosciuto l’amore divino, la Divinità.

Occorre stare molto attenti poiché le forze negative sono molto potenti e agiscono sempre su di voi in quanto provenite dalla materia, vi siete evoluti dalla materia ed è facile tornare alla materia, al materialismo, alle idee materialiste; e questo materialismo vi porta alla primitività.

Tutta la vostra cultura, tutta la vostra bellezza scompariranno appena vi dedicherete al materialismo. Se tutto si traduce in denaro non rimane spazio per Dio, nessuno spazio per l’amore, nessuno spazio per la bellezza o per la grazia. Il denaro è per noi, non siamo noi per il denaro. Il denaro dovrebbe essere ai nostri ordini. Non dobbiamo rinunciare a nulla per questo.

Ma poi qui vediamo che il materialismo avanza in modo molto diverso, in modi molto sottili e non ce ne accorgiamo. Quando ci si mette a dire “mio, mio, questo è mio”, si sta scivolando lentamente nel materialismo.

Vedere se stessi nella collettività è il solo modo in cui potete liberarvi del materialismo.

Infatti in realtà voi siete esseri collettivi. In quel senso non siete individui. Ma la materia vi divide gli uni dagli altri e, quando vi rendete conto che non siamo schiavi della materia, che la materia è nostra schiava, che non ci faremo dominare dalla materia, allora potete sentire quell’amore.

Si arriva a limiti assurdi se si adotta il materialismo, e si può spiegare qualsiasi cosa nel nome del materialismo. Ma nel nome del Divino fino a che punto potrete arrivare a spiegare? Voi dovete semplicemente gioirne.

Quando ne gioite non volete spiegare o parlarne, volete semplicemente gioire. Della Divinità si deve gioire interiormente ed esteriormente; è dentro di voi, la Divinità è in voi, ma occorre gioirne. Questo è possibile soltanto se capite che non vi farete dominare da nessun tipo di materia.

Mi spiace molto rimanere qui per così poco tempo, vorrei rimanere con voi per sempre, e in effetti è così, penso (Shri Mataji ride, risate).

Ma avete fratelli e sorelle ovunque, il mondo intero ha con sé questo messaggio.

Alcuni di voi li hanno incontrati in India. Tutti gli indiani vi hanno inviato il loro amore, tanto amore, e non sapevano cosa mandarvi da laggiù, qualcosa di speciale; così hanno mandato me (Shri Mataji ride, risate e applausi).

A volte penso che dovremmo incontrarci tutti da qualche parte: tutti noi, da tutto il mondo, da ogni angolo del mondo, tutti i grandi santi viventi in questi tempi moderni dovrebbero incontrarsi, parlare tra loro, gioire gli uni degli altri e comprendersi.

Questo sarà il momento in cui si penserà che abbia avuto inizio una nuova era di amore, di fiducia, di capacità di gioire degli altri esseri umani. Quando si inizia a gioire di un’altra persona solo allora si può dire di essere nella collettività.

Se il mio dito, ad esempio, duole, l’altro cerca di dargli sollievo ed io sento il sollievo senza, per questo, provare gratitudine o sentirmi in alcun modo obbligato.

Io dico sempre, riguardo alla collettività, che chi non riesce ad essere collettivo, chi non riesce ad aprire il proprio cuore, chi si tiene in disparte, chi pensa di essere… alcuni potrebbero pensare di essere grandi sahaja yogi perché sono sahaja yogi di lunghissima data, alcuni potrebbero pensare di essere molto intelligenti, altri di essere ricchi o poveri e così via, tutte queste differenze dovrebbero scomparire.

Chi sta piangendo? È lei che piange? Che succede? (Una yogini dice qualcosa del tipo “Gli applausi lo hanno fatto sobbalzare”. Yogi: “Gli applausi lo hanno fatto sobbalzare, Madre”. Shri Mataji: “A voce più alta”. Yogi: “Gli applausi hanno fatto sobbalzare il bambino, Shri Mataji”. Shri Mataji dice: “Oh!” e ride).

Un giorno cresceranno tutti. Pensavo che quando cresceranno applaudiranno molto più di quanto farete voi! (Shri Mataji ride, risate). In qualche modo ci occorre ancora un po’ di tempo. Tutte queste creature straordinarie diverranno grandi sahaja yogi e ci daranno tanta letizia, tanta gioia, tanta felicità.

Oggi volevo parlarvi di qualcosa, ma lo proporrò a tutti voi sotto forma di domanda e vorrei che mi deste una risposta. Potete scrivermi e vedremo, oppure potete parlarne.

Nel passato, come hanno detto altri santi, una volta ottenuta la realizzazione si era persi, non si riusciva a parlarne.

Se ne poteva parlare ricorrendo a similitudini, metafore e via dicendo, ma non si poteva darne realmente l’esperienza parlandone. E, per questo, molti santi decisero che, dopo la realizzazione, fosse meglio scomparire. Persino Gyaneshwara entrò in samadhi, entrò in una stanza e morì.

Questo perché non potevano dire molto al riguardo, non potevano parlarne molto, ma non è questa la situazione odierna.

Kabir, ad esempio, ha detto: “Quando una goccia diviene l’oceano, che si può dire?”.

Ci si perde, non si esiste più, non si esiste più. Ebbene, che cosa è accaduto in Sahaja Yoga, nel Sahaja Yoga odierno, per cui tutti ne parliamo, lo sperimentiamo e ne gioiamo? È questa la domanda a cui tutti i sahaja yogi devono rispondere.

(Sorride guardando qualcuno; pronuncia un nome non chiaro, forse “Elliot”). Sai spiegarlo? Hai sentito la domanda? No? Non hai sentito la mia domanda? Vedi, ho detto che in passato chi riceveva la realizzazione si perdeva, giusto? – così come, proprio ora, eri perso tu in consapevolezza senza pensieri (Shri Mataji ride, risate); però voi potete tornare e parlarne alla gente, potete parlarne – e molti scomparvero.

In verità non vollero vivere a lungo, dopo aver ottenuto la realizzazione, in quanto non potevano spiegarla né parlarne alla gente. Inoltre dicevano: “Come può parlare del sapore dello zucchero di canna grezzo[1] – una specie di dolce – chi non ha lingua?”. Quindi avevano un problema, ebbero tutti un problema. Ma voi adesso non avete quel problema. Che cosa è accaduto dunque in Sahaja Yoga per non avere più nessun problema? Rifletteteci e scrivetemi. D’accordo?

Ebbene, non so più che cosa dire (risate).

Stiamo semplicemente gioendo del nostro rapporto reciproco, non è vero? E nient’altro, stando qui seduti.

Qualcuno ha qualche domanda? Tutte le persone nuove possono fare domande, sarebbe una buona idea. Loro (sahaja yogi stabilizzati, ndt) infatti non hanno domande (Shri Mataji aspira il profumo dei fiori). Fatemi domande. (Dice a lato a qualcuno:) Ho sentito la bella notizia. Ah!

Yogi: Shri Mataji, quale approccio dovremmo avere nel diffondere Sahaja Yoga?

Shri Mataji: Come possiamo…?

Yogi: Quale approccio dovremmo avere nel diffondere Sahaja Yoga con le persone nuove?

Shri Mataji: Cosa?

Altro yogi: Ha chiesto quale approccio dovremmo avere nel diffondere Sahaja Yoga con i nuovi, con le persone nuove. In che modo dovremmo esprimere Sahaja Yoga, Shri Mataji?

Shri Mataji: Con loro? Ora, vedete, incontrerete tre tipi di persone nuove: il primo è di coloro che sono yogi, o, possiamo dire, che provengono da vite precedenti, che hanno già molta conoscenza e sono già lì, possono proprio sentire che le cose stanno così; non avrete molti problemi con loro, sapranno che è così. Per loro è del tutto ovvio e vi stupirà il modo in cui ci sono, la facilità con la quale ci si sono dedicati.

Il secondo tipo è quello delle persone che magari ancora credono e non credono, magari alcune dubitano, forse, o alcuni magari fanno domande, moltissime. Quindi non è sufficiente soltanto ottenere la realizzazione, non vi basta neppure sentire le vibrazioni e poter dare la realizzazione agli altri, non vi sarà di molto aiuto. Dovete sapere come comportarvi con i vari tipi di persone.

Prendiamo, ad esempio, un prete che arrivi da voi e voglia parlarvi di Dio, di questo e quello. In quel caso dovete conoscere perfettamente la Bibbia e conoscerla nel modo in cui dovrebbe conoscerla un sahaja yogi.

L’altro giorno mi ha telefonato Rustom per dirmi che… gli avevo detto di studiare il Corano perché, ho spiegato, Islam significa resa, ma prima della realizzazione la resa non ha alcun significato. E lui mi ha detto che nel Corano è scritto che, se non si è connessi con Dio, non si può capire nulla di ciò che c’è scritto. È detto esplicitamente.

Ora, quando i musulmani parlano con voi, potete dire loro che nel Corano c’è scritto questo e chiedere se loro sono connessi con Dio. Ora, loro potrebbero rispondervi: “E tu sei connesso?”. Ebbene, se rispondete di sì è finita! (Risate). Allora il Signor Ego salterà su all’improvviso, sapete, e state in guardia! Questo tema dovrebbe essere affrontato con una pertica da barcaiolo.

Se, ad esempio, vi fanno questa domanda (ride)… Sapete, diranno così: “Voi lo siete?”. All’inizio, ad esempio, erano soliti chiedermi: “Chi è Suo padre? Chi è Sua madre? Chi è Lei”, di tutto, sapete.

A quel punto, dunque, dovete dare loro una risposta… [Potete dare una sedia a questa signora perché si sieda? Siediti. No… (Viene data una sedia ad una signora del pubblico) Bene. Siediti… siediti.]

Se rispondete in questo modo ad una domanda del genere, non siete stati abbastanza furbi; dovete essere molto accorti. Pertanto dovreste dire… vedete, ci sono… evitate l’argomento, non rispondete; dite semplicemente che esistono descrizioni di una persona che sia un’anima realizzata. Jung ha detto che occorre diventare collettivamente consci. Ora, che cosa significa collettivamente consci? Che sul vostro sistema nervoso centrale dovreste essere in grado di sentire un’altra persona.

Ora, Jung ha detto così, e questa è una citazione. Ci sono inoltre altre persone da citare: potete citare William Blake, potete citare altri poeti o santi che conoscete, dipende dalla persona con cui avete a che fare.

Però non limitatevi a dire: “Sì, sono un’anima realizzata”. C’è chi è stato crocifisso, assassinato, avvelenato, per averlo detto.

State dunque attenti, attribuitelo a qualcun altro e dite: “Sì, il segno di un’anima realizzata è che deve essere collettivamente conscia”.

Per prima cosa, il fatto stesso di aver letto Jung o essere molto ferrati in merito alla consapevolezza collettiva li rimetterà al loro posto, per cominciare.

Infatti, occorre essere preparati al giorno d’oggi e dovreste essere in grado di comunicare. Se dite semplicemente: “Io sono un’anima realizzata, devo risvegliare la vostra Kundalini”, nessuno vi crederà.

Neppure in India la gente crede che noi possiamo dare la realizzazione. Loro sanno cos’è la realizzazione, sanno cos’è la Kundalini, sanno tutto; nonostante ciò, non riescono a credere che noi, persone normali, possiamo dare loro la realizzazione.

Quindi, non dovreste essere in alcun modo insicuri, ma cercare di conquistarli ricorrendo a qualcun altro; infatti la natura umana è siffatta che non vuole accettare qualcuno che sia vivo, che esista, sapete, ma accetterà chiunque sia morto e qualsiasi cosa sia scritta nero su bianco in un libro.

Per questo dovete essere preparati, dovete leggere libri che supportino la vostra realizzazione, che supportino Sahaja Yoga.

Solo allora potete parlare loro. Se avete semplicemente la realizzazione, potete dare la realizzazione, avete vibrazioni, ma non funzionerà, specialmente nei paesi occidentali dove la gente è troppo qui (indica la testa) e per niente qui (indica il cuore).

Dovete dire loro che anche noi siamo abbastanza intelligenti e che anche noi capiamo quale sia la verità con il cervello e la logica.

Poi, dopo la realizzazione, naturalmente è molto più semplice, ma se dite: “Bene, vieni, devo darti la realizzazione”, non potete. Non potete forzarli, non potete. Devono essere loro a chiederla. Dopotutto esiste anche un protocollo del Divino, il Divino non può cadere ai piedi della gente ed implorare: “Oh, ti prego, vieni a ricevere la realizzazione!”. No, questo è troppo.

Ma ci sono modi e metodi con i quali potete invitare la gente e riuscirci. Però devo dirvi una cosa: prima, tutti i sahaja yogi – ho iniziato Sahaja Yoga in Occidente e specialmente anche in Inghilterra – vedete, ogni volta che parlavo loro erano molto ansiosi di come avere più gente in Sahaja Yoga, come portare più persone in Sahaja Yoga, che cosa fare per averne di più, come fare. Oppure ritenevano qualcuno molto spirituale o qualcosa di simile, quindi: “Allora, Madre, posso portare questa persona?”. E costui si rivelava qualcosa di orribile, sapete (Shri Mataji ride, risate). Mi bruciavano le mani, bruciava tutto, e io dicevo: “Ebbene, che cosa intendete? Che cosa vi ha fatto pensare che costui fosse spirituale?”. “Madre, lui parla così tanto di spiritualità”.

Non è quello il punto. È un calibro, un calibro interiore che una persona deve avere. Può essere una persona comune, può non guadagnare molto denaro, potrebbe essere in mezzo ad una strada, ma il calibro interiore deve esserci. Altrimenti a che serve rompersi la testa contro un muro? Dunque, questa idea di avere sempre più persone è sbagliata. Invece occorre avere gente di quel calibro, di quella qualità e che lo meriti. Moltissimi non lo meritano.

Che fare allora? Non si può… non è come la bottega di un barbiere dove vi fate pettinare come preferite. Il Sahasrara deve aprirsi.

Vedete, la Kundalini deve fuoriuscire, deve funzionare così. Non potete dire semplicemente: “Bene, adesso hai la realizzazione”, non potete dire così. (Se) la Kundalini ricade in continuazione dovreste dire: “D’accordo, mi spiace signore, mi spiace”, basta.

E più date l’impressione di cercare voti per essere eletti, peggio saranno.

Se qualcuno non riceve la realizzazione, va benissimo così! Ad esempio, una signora mi incontrò in un posto e mi disse: “Voglio la realizzazione”. Io risposi: “Va bene, ci proverò” (risate, Shri Mataji ride).

Allora mi scrisse tre lettere, mi inviò le sue fotografie e poi disse: “Non capisco perché Lei non mi scriva, io Le ho scritto – una cosa, un’altra e via dicendo – so che è difficile dare la realizzazione”. Allora le risposi: “Oh, va bene, può venire quando tornerò la prossima volta, in giugno”.

Però magari potrebbe esserci qualcuno di quel calibro, voi potete sentirlo, siete esperti voi stessi, potete sentire le vibrazioni, potete sentirle e allora potete prendere quella persona sul serio. Quindi lavorate sulle persone semplici, che abbiano quel calibro.

Certo, potrebbero essere anche molto danneggiate a causa della ricerca, ma se sono intense e sincere, la cosa migliore è lavorare con grande assiduità e attenzione su persone così.

Se però è una moda, vedete – infatti la gente va da molti guru e colleziona guru – dovreste dire: “Qui non c’è nessun mercato, non potete pagare, per prima cosa non potete pagare”. Se capiscono, allora va bene.

Ad esempio un giornalista della BBC venne a dire: “Noi non possiamo credere in un guru che non prenda denaro”. Risposi: “Allora va bene, andate da un guru che accetti denaro da voi, non ho niente da dire”. Lui disse – che cosa disse? – “cervello anglosassone”. Non so che cervello sia quello anglosassone in particolare, se sia creato da Dio o no (Shri Mataji ride, risate). Non riesce a capire che si possa fare una cosa del genere senza implicazioni di denaro.

A persone così dovreste dire: “Va bene, grazie molte, mi dispiace, sa, lei è oltre le mie possibilità, è troppo superiore a me, mi dispiace”. Senza urtarlo. Ma se hanno queste idee, queste cose nel cervello, non si può rompere un guscio così duro, si può forse? E non dovreste sentirvi dispiaciuti per loro.

Per prima cosa sentite le loro vibrazioni, valutate il loro calibro. Il calibro è il solo modo in cui potete giudicare quanta attenzione occorre dare, che cosa occorre fare.

Per alcuni è del tutto ovvio, del tutto evidente, mentre altri continuano a discutere e discutere con voi. Però tutti loro adesso sono bravi sahaja yogi, nonostante abbiano discusso tanto con me all’inizio; ora sono ottimi sahaja yogi.

Ma ormai è giunto il momento per voi di avere un risultato rapido, e incontrerete gente che sarà molto valida, sono sicura che incontrerete tutti quelli che sono in Inghilterra e saprete come trattarli. Le vostre maniere, i vostri metodi, i vostri stili li convinceranno.

Proprio oggi il dottor Brian mi ha detto che adesso molte persone si stanno interessando a Sahaja Yoga in quanto possono vedere il cambiamento che avviene, la trasformazione, la sicurezza, tutto ciò che vedono.

Quindi non dovreste cercare di imporre Sahaja Yoga a nessuno; è meglio valutarne il calibro.

È molto facile comprenderne il calibro. Semplicemente, lo dite ed ecco: loro sanno che sì, è proprio così.

Qualche altra domanda?

Yogini: Shri Mataji, per favore, potrebbe cortesemente parlare di simpatia e compassione verso altri sahaja yogi che hanno problemi, che hanno qualche negatività in loro?

Shri Mataji: Non sento. Che cosa? Non ho sentito bene. Neppure tu hai sentito, ho visto.

Yogi: Shri Mataji?

Shri Mataji: Ah.

Yogi: Potrebbe parlare di simpatia e compassione verso altri sahaja yogi che hanno problemi di negatività?

Shri Mataji: Ah. Ebbene, simpatia e compassione. La simpatia che non si lascia coinvolgere, è compassione. Simpatia: “Sim” significa condividere, “patia”, significa pathos. Se volete condividere il pathos di qualcuno in quel caso state simpatizzando con lui.

Ora, se, per ipotesi, il marito di una donna muore e lei piange disperata ed anche voi andate a sedervi e piangete più forte di lei (risate), la gente vi chiederà: “È morto tuo marito o il suo? (risate)”. “No, no, le sto solo dimostrando simpatia, sai” (risate, Shri Mataji ride). Questa è, ovviamente, una simpatia soltanto formale.

Una cosa diversa può essere la simpatia sincera; quando è sincera non piangete ma sviluppate l’energia opposta, per mettere a posto quella persona. Che cosa le dite?

Dovreste dire: “Vedi, se si nasce si morirà, tutti moriranno. Questo è il sistema. Ora, due persone non muoiono mai insieme. Questo signore che ora è morto è tuo marito, d’accordo, ma se adesso ti metti a piangere in questo modo lui non troverà pace, indugerà intorno a te e potrebbe rimanere in un limbo in attesa che tu arrivi, o qualcosa del genere. Quindi non serve piangere per lui, anzi, dovresti dire: “Io sto bene, non preoccuparti per me, io sto bene; prendi la tua realizzazione come ho fatto io”.

È questa l’energia opposta che voi impiegate. È questo un modo vero, autentico di aiutare quella persona.

Ma la compassione è qualcosa di molto diverso. La compassione fluisce, non dice nulla.

Voi neppure mi vedete, (ma) anche se siete all’ospedale sapete che io sono con voi. Funziona, anche solo pensando a me, agisce.

Anche se fate degli errore sapete che Madre perdonerà. Quella è compassione.

La compassione fluisce, voi non ne parlate, non dite nulla: essa semplicemente fluisce e vi ricopre completamente. E voi ne gioite; quella è compassione. Essa agisce – la simpatia non agisce – la compassione agisce, vi calma, è un bellissimo tocco di amore, affetto, gentilezza, protezione. E vi sentite così sicuri di essere sotto la protezione del Divino.

Ebbene, questa compassione non deve essere mostrata e non se ne deve discutere.

Adesso supponiamo che un altro sahaja yogi abbia un problema. Abbiamo solo due problemi. Come dico (sempre): quante svolte ci sono a Londra? Solo due, sinistra o destra (risate). Analogamente si hanno due problemi: sinistra o destra, lato sinistro o destro.

Sapete che quelli di lato destro dovete batterli con la scarpa: tutto qui, fine. Non dovete andare a dire niente alla persona che ha problemi di lato destro.

Se invece ha un problema di lato sinistro che cosa si fa? Non dovete andare a parlare con quella persona: date un bandhan, potete bruciare il suo nome, potete fare ciò che volete. Non occorre affrontare la persona, non occorre dirle che la state aiutando, che state cercando di fare qualcosa per lei. Questo è sbagliato, è ignoranza, non dovete dire così; agisce, deve agire per conto suo.

Io non vi dico che ho intenzione di aiutarvi in qualche modo. Lo faccio forse? Niente del genere.

Ovunque siate sapete che io sono con voi, sempre. Allo stesso modo la compassione agirà: se stando seduti qui battete qualcuno con la scarpa, quella persona cambierà.

Ci sono dunque soltanto due problemi, sinistro o destro. Se cercate di simpatizzare con qualcuno (che abbia uno di questi problemi, ndt) sarete nei guai. La cosa migliore è dunque aiutare le persone non in modo diretto ma indiretto. Non dite che le state aiutando e neppure parlatene; il punto è l’interesse, la premura per una persona.

La vostra attenzione dovrebbe indirizzarsi lì. La vostra attenzione è molto attiva. È qualcosa di molto potente che avete, la vostra attenzione agisce. Mettete semplicemente la vostra attenzione su quella persona, con premura ma senza coinvolgimento. È quella la compassione. Voi l’avete, ormai avete il potere della compassione nella vostra attenzione (ma) non l’avete usato. Senza attribuirvi alcun merito, senza esibirlo, senza contrastarlo, sentendolo semplicemente dentro voi stessi, funzionerà.

Ma per questo dovete purificare la vostra attenzione, ciò è fondamentale. Se la vostra attenzione è instabile, se la vostra connessione non è a posto, non funzionerà. Se però avete quel tipo di attenzione silenziosa, che testimonia, che non è coinvolta, essa è dinamica, funziona!

Voi dovete diventare tutti come me – sono sicura che potete riuscirci tutti – ed acquisire una compassione di quel calibro. Va bene? Capito adesso? Grazie.

Qualche altra domanda, Hester? No? Danya ha qualche domanda? (Shri Mataji ride) Non le hai mai avute. Qualcun altro? Jason? Nessuna. Persone senza domande, vi dico.

La cosa migliore è gioire degli altri. La cosa migliore è gioire degli altri; e per gioire di voi stessi il modo migliore è ridere di voi stessi.

Affrontate voi stessi: “Tu, signore, adesso forza, vieni: questo è l’ego, lo so (risate)! Ah, eccolo, è lui, no no no no no no no no no. Non sono io. Ne ho avuto abbastanza di lui”.

È così che gioite di voi stessi. E gioite degli altri vedendo i loro aspetti positivi. Fanno cose dolci, dolci, molto dolci. Non dovete dire nulla.

E abbiamo celebrato settantun matrimoni, non potete crederci. Ed io guardavo le spose e loro mi guardavano con la coda dell’occhio, sapete; e i loro occhi raccontavano la storia del loro amore e della gratitudine e non so tutto ciò che dicevano.

Io le guardavo camminare lentamente, lentamente con le ghirlande in mano – la dolcezza, la bellezza dei loro sentimenti! – camminavano molto lentamente.

E poi ho visto i ragazzi in piedi, che mi guardavano con uno straordinario sentimento di unione.

Vedete, non si può gioire in altro modo di questo. Neppure fisicamente potete gioire. Supponiamo vi strofiniate le mani; non gioirete tanto come gioite degli altri, degli altri sahaja yogi.

E poi mi piacciono le canzonature fra amici (risate), gioisco di come parlano tra loro, tutto è motivo di gioia; non offende nessuno, non crea problemi a nessuno.

Voi siete qui per gioire, Dio ha creato questo universo affinché gioiate.

Pertanto, dovete soltanto migliorare la vostra attenzione, purificare la vostra attenzione attraverso la meditazione, pensare sempre a cose belle, non a cose sgradevoli. Non dovreste reagire troppo, state dentro di voi, guardate da soli, siate testimoni di ogni cosa. E vi stupirete di vedere, tutto intorno a voi, aspetti positivi, cose belle.

Ci perdiamo tanta bellezza perché non riusciamo a vederla. Ebbene, quella attenzione profonda, penetrante e sollecita risolverà tutti i problemi, ne sono certa.

Ma aprire il cuore non significa andare ad abbracciare qualcuno e baciarlo dieci volte, non significa assolutamente questo; anzi, può essere alquanto imbarazzante, sapete (risate. Shri Mataji sorride, ride). Qualche altra domanda?

Ho avuto un problema lì, sapete: hanno organizzato un incontro perché parlassi ai giovani presidenti delle organizzazioni, ai presidenti di importanti organizzazioni, organizzazioni commerciali; e ho dovuto parlare loro. E una delle signore… – naturalmente, insomma, le domande sono state molto pertinenti e tutto fluiva – ma dopo ha detto: “Però non riesco a crederci, perché Lei non è per niente seria”, sapete (risate, Shri Mataji ride). Al che mi sono messa a ridere, ridere e ridere e ho detto: “Ora non posso più essere seria, è stato troppo (risate, Shri Mataji ride)”.

Quando c’è così tanta gioia che trabocca, come si fa ad essere seri?

L’idea di un santo è che debba essere molto serio, austero ed esca con un bastone in mano a picchiare sempre chiunque in testa (risate, Shri Mataji ride). Bene, qualche altra domanda? No.

Dobbiamo procurarci una sala qui, una grande sala, dovremmo acquistarla da qualche parte, dovremmo riuscire a comprarla.

Sono grata alle persone che stanno lavorando a Shudy Camp ma penso che ormai dobbiate sbrigarvi, arriverà gente per il Guru puja, io ho detto che lo celebreremo a Shudy Camp. Ma, diversamente, se non è pronto, dovremo cambiare il luogo, quindi tutti devono andare e darsi da fare, ritengo sia importante. Abbiamo denaro, non abbiamo problemi per questo. Dobbiamo organizzare un seminario bello, meraviglioso e grandioso prima del Guru puja; e arriveranno qui in molti, li incontrerete tutti, sarà una bellissima occasione, faremo una vera festa.

Quindi sarebbe meglio che vi uniste tutti insieme e lo realizzaste, affidando anche compiti diversi a persone diverse; e dovrebbero tutti cercare di organizzarlo in un modo bellissimo in modo che non ci siano litigi o altro. Però vedrete gente, sapete, che dirà: “Oh! Questa è la stanza che vorrei per mia moglie” (risate), cose così. Denota stupidità! “Questo bicchiere è per me, non posso dartelo”. Ci saranno tutte queste stupidaggini e penso che a queste persone dovreste dire: “Non sei (adatto, pronto) per il Guru puja, meglio che tu non stia qui”.

Non tutti meritano di esserci. È questo che dovremmo capire: che genere di persone sono. Se litigano per tutte queste piccole cose meschine è meglio dire loro: “Spiacente, fareste meglio a non venire per il Guru puja”.

Quindi, la cosa più importante è che nel Guru puja dobbiamo ricevere una speciale capacità di essere noi stessi dei guru.

Un’intelligenza speciale, una capacità di comprensione speciale, una specie di saggezza che vi conferisce discernimento e l’abilità di discutere nei dettagli le cose. Questo accrescerà la vostra personalità, una meravigliosa personalità dignitosa può crearsi in voi e, per questo, dovete esserci con completa dedizione e comprensione di voi stessi.

Attendo quindi con ansia questo Guru puja e tutti devono scrivere. Adesso, per il giorno del Sahasrara gli australiani stanno lavorando moltissimo. Hanno stampato molti poster e li hanno inviati in tutto il mondo; hanno inviato anche a voi i poster del giorno del Sahasrara: li hai portati? No? Non li hai mostrati.

La prossima volta devi mostrarli a tutti, dovrebbero vedere ciò che loro hanno fatto e quanto, e dovete… Noi non abbiamo niente di simile ad un notiziario, ma tutto questo può essere discusso tra voi; e dovreste sapere tutto gli uni degli altri, sapere cosa accade, dove, quale ashram sta facendo qualcosa, qual è il lavoro speciale che stanno facendo e quali novità hanno scoperto. Potete venire a sapere tutto gli uni dagli altri.

E potete parlarne anche ad altri. In questo modo vi tenete in comunicazione tra voi.

Oh, c’è un’ottima notizia dal dottor Rai che è il Preside della facoltà di Fisiologia dell’Università di Delhi. Ha iniziato un lavoro di ricerca sullo studio comparato di sahaja yogi ed altri per quanto riguarda la fisiologia. Ha scoperto che le persone che non sono sahaja yogi hanno una bassissima resistenza alle malattie, la resistenza (galvanica) della pelle[2] è minore. Ha scoperto molte cose e le ha catalogate… ha classificato tutto, e adesso è in fase di approvazione dal Governo e in fase di pubblicazione, sta anche per essere pubblicato.

Allo stesso modo, sapete, stiamo pensando di far fare una ricerca per la gente a Shudy Camp, in modo da poter pubblicare anche noi qualcosa di simile, con la ricerca. Infatti, finora, vedete, molte persone sono guarite, tantissime si sono liberate delle loro dipendenze, moltissime sono guarite dai loro problemi mentali. Sono avvenute molte cose, ma non le abbiamo ancora catalogate, non le abbiamo classificate con metodo.

E questo è ciò che faremo adesso.

Ora, chiunque abbia conseguito qualcosa o si sia sentito meglio o sia guarito o altro, deve scriverlo a queste persone che catalogheranno tutto poiché, sapete, in questi tempi moderni si vuole tutto nero su bianco. E questo può essere fatto benissimo qui in Inghilterra.

Un’altra cosa a cui pensavo è che adesso (la pubblicazione della rivista) “Nirmala Yoga” è sospesa a causa di questi problemi di valuta straniera. Pertanto, ciò che possiamo fare è far pubblicare “Nirmala Yoga” in India e farlo inviare qui; e voi potete stamparlo e venderlo qui, così non nasceranno problemi di cambio straniero. Infatti, il cambio di valuta straniera è un grosso problema in quel paese: occorre avere un comitato apposito e via dicendo, tutti grattacapi. Pertanto potete venderlo qui e distribuirlo; è molto facile e Paul può aiutarvi in questo, vero Paul?

Paul: Sì…

Shri Mataji: Sì. Quindi va bene, facciamo fare lì “Nirmala Yoga” ed inviamo qui la copia tradotta. Anche voi potete aggiungere qualcosa, potete inserire qualcosa: qualcosa da lì e qualcosa da qui e potete distribuirlo qui a tutti i centri, e possiamo iniziare così.

Infatti hanno creato grosse difficoltà a causa dell’ultimo “Nirmala Yoga”, così ho fermato tutto perché, sapete, non siamo molto bravi con le leggi umane, mi pare, a volte voi commettete errori e non voglio che rimaniate intrappolati in queste leggi umane.

Pertanto dovete essere cauti. E possiamo farlo, penso che possiamo farlo. E poiché l’Inghilterra è il cuore, deve far circolare tutto. Però il cuore deve aprirsi. Il condizionamento qui è molto pesante, sapete, infatti vi viene detto che non dovreste esprimere i vostri sentimenti, non dovreste dire nulla, dovreste essere posati, non dovreste parlare dei vostri sentimenti.

In Sahaja Yoga non è così. Questo è il cuore e il cuore deve parlare, il cuore deve dire, dovete saper dire agli altri che li amate. È molto facile dire “io odio”, ma è molto difficile dire “ti amo”, perché la gente ha paura, ha paura di compromettersi: “Oh, dunque mi ami? Allora fai questo per me. Mi ami? Allora fai questo per me (risate). Come osi dire che mi ami? Se mi ami devi fare tutto questo e darmi quello”.

Oh, abbiamo avuto alcuni sahaja yogi così. Si sono rivolti anche a me in maniera irrispettosa: “Ha detto di amarci: allora perché non fa questo per noi?”. In quel caso diventa un amore pieno di pretese.

Altre domande da qualcuno? Che succede, John, in merito al tuo sacerdozio? (Shri Mataji ride)

Vengono proprio smascherati.

John: Sì, Madre.

Shri Mataji:  Lo smascheramento è l’unica via, ma ancora niente entra nella testa della gente. Sono così pieni di ego, nessuno vuole ammettere che ormai dentro è tutto smascherato, che no, è tutto fanatismo, è un nonsenso, eppure continuano. Che fare?

(Shri Mataji guarda intorno gli yogi e sorride).

Qui avete dei bambini bellissimi. Quanti sono i nuovi che mi vedono per la prima volta?

Alzate la mano per favore. Ah!

Ah, avete tutti un aspetto un po’ serio (risate, Shri Mataji ride). Ancora piuttosto seri. Non dovreste affatto essere seri. Bene. Bene. Prendete i bambini. Lui sbatte la testa (ride). Chi è il bambino che piange così tanto lì? Di chi è il bambino? (Uno yogi dice qualcosa ma non si sente) Questo bambino? Che succede? Deve avere caldo. Levagli il maglione. Come?

(Qualcuno dice qualcosa) Va bene. Penso che debba far caldo per il bambino. Inoltre hanno molta sete, vedete, questi sono posti dove non c’è molta umidità, quindi penso che abbiano anche molta sete in questi posti.

(Shri Mataji ascolta il bambino che continua a piangere). Piangono tutti nello stesso modo, che siano indiani, inglesi o altro! (Risate) Dal loro pianto non si può capire a che razza appartengano. (Il bambino smette di piangere) Meglio adesso?

Hai un po’ d’acqua o altro? Visto?

Dovete capire i vostri bambini, loro non piangono senza un motivo. Sono tutti delle anime realizzate. Bene.

(Uno yogi porge a Shri Mataji un bicchiere d’acqua)

Grazie, grazie infinite. Qualcos’altro?

(Una yogini fa una domanda ma non si sente).

Shri Mataji: Puoi dire…?

Yogi (ripete): Come si può affrontare al meglio il fatto di dover lavorare in una situazione negativa?

Shri Mataji: Nel tuo ufficio?

Yogi: In ufficio, sì.

Shri Mataji: La negatività in ufficio?

Yogi: Sì, Shri Mataji.

Shri Mataji: Vedete, tutta la negatività ha anche un aspetto che definisco ridicolo e comico: chiunque sia negativo o altro osservatelo, guardate da soli, non fatevi coinvolgere, osservate solo che tipo sia: se è ridicolo o comico (risate). Allora non lo prenderete sul serio.

I sahaja yogi hanno il senso del ridicolo, vedete, capiscono ciò che è ridicolo. Inoltre comprendono ciò che è comico o stupido. Quindi capite soltanto questo: è stupido? Va bene, lasciate perdere, non importa, che ci potete fare?

Questi bambini stanno crescendo molto in fretta, sapete. Stanno diventando tutti così alti, le ragazzine e tutto il resto, io sto proprio cercando di riconoscerli uno dopo l’altro (guarda un neonato).

 

[La parte successiva non è registrata su questo video e quindi non è verificabile.]

Ha voglia di dormire adesso.

Dormi. Dormi, dormi. Adesso puoi dormire con la luce, sì, perché no? Mi guarda in continuazione, sapete, nonostante sia sdraiato. (Shri Mataji ride)

Qualcos’altro? Ora, questo cosa sarebbe?

Brunch, cena, tutto insieme (Risate).

Wah. Così wah wah[3].

Penso che dovremmo dire i mantra per tre volte, i mantra del Sahasrara e poi possiamo mangiare.

Mettete le mani così (Shri Mataji fa vedere le mani in posizione meditativa), dritte. Le mani dovrebbero essere dritte.

[Gli yogi dicono i tre mantra del Sahasrara]

Esistono alcune pratiche che ritengo dovremmo seguire perché l’Hamsa dei nuovi ha un blocco dovuto a questa secchezza; penso ci sia secchezza nella stanza, nei luoghi dove lavorate e in casa.

Quindi dovete usare il ghee per il naso. Penso che una goccia in ogni narice la mattina e la sera farebbe bene, perché posso sentire la secchezza nell’Hamsa.

Se avete anche la gola secca e avete sempre una specie di tosse, il miglior rimedio è mettere alcune gocce di ghee nel latte caldo o acqua calda e berlo, così si sparge tutto qui (indica la gola da sinistra a destra) e la ammorbidisce.

Vedete, come le nostre mani e tutto il resto hanno bisogno di un po’ di crema, questo (il ghee, ndt) ci serve per … diciamo, le nostre cellule epiteliali[4] che rivestono; e quando questo rivestimento si asciuga avete una sensazione molto strana.

Voglio dire che l’intera attenzione viene molto disturbata, quindi penso che, a Londra, dovreste provare. È una buona idea tenere una bottiglietta di ghee con voi e potete riscaldarlo nell’acqua, in acqua calda; per esempio, potete tenerla sotto un rubinetto e si scioglierà. Allora mettete due gocce al mattino e due alla sera prima di coricarvi, sarà una buona idea.

La secchezza se ne andrà; e penso che dovremmo mettere anche dell’olio di oliva o qualcosa anche nelle orecchie, sarà una buona idea, perché sento una fortissima secchezza da quando sono arrivata a Londra, riesco a sentire che avete questa secchezza. È una cosa molto comune e questo può risolvere anche il vostro problema di rinite allergica e tutto questo.

Ora, per il fegato abbiamo scoperto grandi cose e penso che mi metterò a scrivere tutto ciò che occorre fare per il fegato, e possiamo diffonderlo a tutti i membri, ciò che si deve (fare).

Sono cose semplicissime che dovete fare e, se funzionano, tutti i vostri problemi di fegato scompariranno.

La maggior parte delle malattie partono dal fegato, quindi penso che dovrei diffondere tutto questo; ed è molto semplice, non tante medicine o altro ma è molto semplice e funzionerà.

Questa volta, è sorprendente, tutti i sahaja yogi sono stati in ottima salute durante il tour dell’India, nessuno di loro ha avuto problemi di fegato, niente del genere, sorprendente, nessuno.

È anche connesso, sapete, con il naso che cola: se avete il raffreddore che cola continuamente e vi procura starnuti e altro, dovete sapere che è dovuto al fegato.

È sorprendente! Spero che i medici mi perdoneranno se dico che, quando il fegato emette calore, il muco nel corpo si scioglie causando questi problemi. Quando il muco si scioglie, sapete, iniziate ad avere acqua che vi esce dal naso ed anche altri problemi come gli starnuti e la rinite allergica. Tutte queste cose vengono dal fegato.

Se il fegato è a posto… ecco perché è chiamato fegato, perché è connesso con la vita[5]. Se il vostro fegato è a posto non avrete questi problemi; e queste informazioni dobbiamo diffonderle (guarda uno yogi).

Penso che se tu potessi venire domani in qualche momento per annotare tutte queste cose che occorre fare per i due (forse disturbi, ndt) e tutti quelli che… anche ai vostri amici e via dicendo, potete dire di adottarle per il fegato, è molto importante.

Bene, non volete suonare una canzone…?

Chi? Sentiamo! Che ne è del gruppo di Bristol?

Sapete, ho un’idea, devo dirvela: pensavo che in India possiamo aprire una specie di discoteca sahaja! (Risate) Nessuno sa che cosa cantate in una discoteca, no? Ma potete dare la realizzazione di nascosto! E adesso in India pensano che si sia grandi se si possiedono discoteche e tutte queste cose. Le discoteche sono una cosa molto importante (risate).

Allora, chi canterà? Dove sono i musicisti? Sono tutti sparpagliati. Fate cantare lui, canta benissimo! Sì! Molto bene!

Lui ce l’ha (probabilmente la chitarra), lo sapevo.

(Riferendosi forse al bambino che prima piangeva) Adesso sta bene, guardate! (Al musicista:) Dove sono i tuoi colleghi? Fatelo venire.

Senti!

Ma lui canta? Non l’ho mai saputo. (Qualcuno porge qualcosa a Shri Mataji) Oh Dio, non è necessario, datelo semplicemente così, nelle mani, va bene, nelle mani. Non va bene mangiare molto…

C’è qualche restrizione (di orario) in questa sala? (Guarda l’orologio). Puoi entrare Danya, lì c’è spazio, vieni. Perché stai sempre in piedi? Puoi venire qui. Come sta tua madre?

È qui, vero? Come sta la sua gola? Io non riesco a vederla. Come stai Magda? Meglio? Che Dio ti benedica.

(Shri Mataji dà disposizioni che un tavolino Le venga messo davanti e dice agli yogi che può tenere un piatto in mano). Va bene, è del tutto al sicuro nella mia mano, non preoccupatevi di altro.

(Ad un anziano yogi di Birmingham) Penso che potresti sederti sugli scalini, sarebbe meglio per te, so che è difficile.

[Gli yogi iniziano a cantare bhajan: Om Bhur Bhuvah”]


[1] Detto anche sagù.

[2] Uno dei metodi principali in cui il corpo reagisce alla tensione e allo stress è attraverso la pelle, ed è ciò che gli scienziati chiamano resistenza galvanica cutanea: è un indice della attività delle ghiandole sudorifere e della larghezza dei pori, entrambe controllate dal sistema nervoso simpatico. Quando ci si agita, si è impauriti o disturbati per qualsiasi ragione, il sistema attiva delle variazioni chimiche e fisiche in tutto il corpo. La resistenza cutanea aumenta quando si è calmi e rilassati. Quando si è tesi, anche leggermente, la resistenza cutanea diminuisce.

[3] Grandioso.

[4] Cellule costituenti l’epitelio, ovvero il tessuto che riveste le superfici corporee interne ed esterne.

[5] In inglese questa connessione si comprende meglio, in quanto “live” significa vivere e fegato si dice “liver”.