S H R I M A T A J I N I R M A L A D E V I Discorso precedente il Shri Krishna Puja Saint-Quentin-en-Yvelines (Francia), 15 Agosto 1987 È bellissimo vedervi tutti qui riuniti così felici ed anche la natura è molto felice insieme a voi. Ho provato ad imparare il francese ma lo ritengo una lingua molto difficile. (Risate) Quando venni per la prima volta in Francia mi dissero: “Madre, non dovrebbe mai dire di essere una persona felice e gioiosa”. [Il traduttore in francese traduce per errore che, la prima volta che Lei venne in Inghilterra… Risate generali mentre lui spiega a Shri Mataji in inglese: “Ho detto: in Inghilterra!”. Shri Mataji ride]. Penso che il mio impatto sia troppo, non ci si proprio può fare nulla! (Shri Mataji ride) L’idea era… in Francia la gente era convinta che tutto il mondo fosse colmo di infelicità, che noi siamo tutti peccatori e dovremmo tutti soffrire ed essere tutti infelici. Pertanto tutto ciò che era triste e molto deprimente era considerato espressione dell’arte più eccelsa [ripete “deprimente” al traduttore]. Io però non sapevo cosa fare, perché io sono gioiosa, che ci posso fare? (Risate) Dissero che avrebbero pensato che io fossi un’ignorante, che non sapessi ciò che accade nel mondo, e che fossi gioiosa per questo motivo. Ma io risposi che so tutto (risate), così iniziai a rivolgermi loro come a “Les miserables” (i miserabili, come il titolo dell’opera di Victor Hugo. Risate, ndt). Oggi invece dico che voi siete i gioiosi, voi francesi qui seduti siete persone gioiose, poiché avete trovato la verità ed essa è la fonte della gioia. Ci troviamo qui per celebrare, domani, il compleanno di Shri Krishna ed è la cosa più appropriata celebrare il Suo compleanno in Francia. Questo perché Egli venne su questa terra per stabilire che la verità è gioia. Al tempo in cui venne su questa terra, c’era chi pensava che si dovesse essere molto seri e molto ritualistici, e si credeva in ogni tipo di restrizione esistenziale. Erano giunti alla medesima conclusione dei cristiani, e cioè che non si dovrebbe avere una vita matrimoniale e si dovrebbe essere degli asceti se si deve raggiungere Dio. Io non so come siano arrivati tutti a questa conclusione. Ebbene, Lui introdusse un nuovo modo per esprimere la gioia. Ora, il Suo potere era Radha: Ra è l’energia, Dha è Colei che sostiene l’energia. Ma Lei era la sorgente della gioia, Ahlada Dayini, come si dice in sanscrito. Lei era il potere che introdusse una nuova comprensione di Dio. Da bambino, Krishna, quando aveva a malapena quattro, cinque anni, soleva sedersi su un albero quando le signore facevano il bagno e, quando uscivano dall’acqua dello Yamuna, Lui, da dietro, rompeva le brocche (che portavano sulla testa). Questo perché Lei (Radha) metteva i piedi nell’acqua mentre loro riempivano le brocche, pertanto l’acqua era vibrata e, quell’acqua vibrata, scorrendo lungo la loro schiena, risvegliava la loro Kundalini. Infatti non c’era modo, a quei tempi, di spiegare alla gente che aveva una Kundalini, che sarebbe stato meglio mettersi a meditare, perché a quel tempo erano molto cupi, proprio come i francesi. (Risate) Pertanto Egli dovette ricorrere a qualche trucco; allora eseguiva una danza chiamata Rasa. Ra significa ‘energia’ e Sa significa ‘con’: danzare con l’energia. Prendeva per mano tutte le gopi e danzava, facendo passare l’energia dalle mani di Radha a tutti i gopa e gopi che erano lì. Quindi, quella che per tradizione era diventata una religione molto tetra, cupa, Lui volle trasformarla in un gioioso divertimento. E, per questo motivo, per creare un gran divertimento, ricorse anche ad altri metodi. Soleva giocare con la sua Ahlada Dayini Shakti, cioè Radha e con gli altri Suoi amici, gli amici di Radha, a ciò che chiamate Holi, che si fa con l’acqua, con acqua colorata. Dovete aver visto, infatti, che quando i bambini si avvicinano all’acqua si mettono a giocare sempre con l’acqua, schizzandosi l’un l’altro e divertendosi. Come ha detto Cristo: “Dovete essere come bambini se dovete entrare nel Regno di Dio”. Egli dunque inventò un bel gioco infantile come l’Holi, per rendere la gente molto gioiosa e felice, in quanto una disciplina molto rigida aveva iniziato ad emergere dalla religione. Addirittura, l’altro giorno, sono andata a trovare il Maharaja di Travancore, che risiede in Kerala[1] (ripete al traduttore: “Kerala”), il quale mi ha detto che deve alzarsi ogni giorno alle quattro del mattino e fare il bagno in un lago molto sporco. Io l’ho visto, non era un lago ma una specie di stagno (risate). E lui deve restarci ogni giorno per un’ora, poi deve uscirne e, con addosso quegli abiti bagnati, deve percorrere almeno un quarto di miglio, mi pare, fino ad un tempio per venerare la Dea. Ed ogni volta che è uscito dal Kerala, per recarsi in un paese estero o da qualche parte, ogni giorno ha dovuto pagare una penale di millecinquecento rupie (probabilmente per aver dovuto rinunciare ai suoi riti mattutini; Shri Mataji ride). Io gli ho detto che neppure se mi dessero millecinquecento rupie al giorno, o qualunque somma, mi tufferei in quello stagno sporco (risate). Ebbene, anche in Sahaja Yoga trovo che la gente, quando viene per la prima volta, va agli estremi. Si dà bandhan in continuazione, persino se ha davanti soltanto un albero (risate); medita per ore, non mangia nulla e diventa triste. Persino ai programmi vedo che, mentre tengo una conferenza o altro, continuano a darsi bandhan e ad alzarsi la Kundalini. E gli altri, le persone nuove, li guardano chiedendosi cosa stia accadendo (risate). Ci sono due tipi di persone: uno è quello di chi vuole addentrarsi con grande rigidità in Sahaja Yoga, l’altro è quello di gente frivola e senza freni. [A lato: “Va bene?”.] Dunque, neppure il tipo che cade nell’eccessivo ritualismo va bene. Non è quello il modo corretto di essere in Sahaja Yoga. Voi dovete capire spontaneamente ciò che va fatto nel momento presente. La cosa migliore è essere in Nirvichara, in consapevolezza senza pensieri. Appena vi trovate ad affrontare un problema, entrate in consapevolezza senza pensieri: quella è la vostra fortezza. Essa vi farà crescere e il vostro discernimento migliorerà, la vostra attenzione diverrà capace di discriminare. Constato che chi medita per ore non è arrivato da nessuna parte, mentre chi medita per un breve tempo la mattina e la sera acquisisce moltissimo. Il motivo è che dovete comprendere le leggi del Divino. Le leggi del Divino agiscono quando siete in consapevolezza senza pensieri; non mettendoci alcuno sforzo, bensì (esprimendo) un forte desiderio di essere in consapevolezza senza pensieri. Le persone dell’altro tipo sono piuttosto difficili in quanto stanno ancora sul dorso del coccodrillo e cercano di salire sulla barca di Sahaja Yoga (risate). Hanno la testa ancora piena di tutte le idee del passato. O si autocommiserano pensando di non poter mai ottenere nulla, oppure pensano che non si dovrebbe cambiare molto, bensì si dovrebbe cercare di conservare tutte le vecchie idee [ripete al traduttore: “Le vecchie idee”. Il traduttore traduce. Shri Mataji: “Sì”]. Ora, in Sahaja Yoga, sono passati tutti attraverso quello stadio e ci sono passati anche quelli che definiamo leader, quindi sanno di cosa si tratta. Ho conosciuto alcuni di loro che erano molto collerici, altri molto litigiosi; alcuni davvero molto cupi [ripete al traduttore: “Cupi”] ed altri molto aggressivi; alcuni erano idioti ed altri (Shri Mataji ride, risate) erano di tutti i tipi, ce ne sono stati di tutti i colori. Ora, il compito di un leader è piuttosto difficile. Per me è stato più facile svolgere questo lavoro perché io so come gestire la situazione, forse ho qualche potere in più dei leader (risate). Pertanto, se rifiutate i vostri leader, se provate a discutere con i vostri leader, se non li ascoltate, se non volete assimilare ciò che dicono, sarà molto difficile per voi e per loro. Vi ho detto molte volte che io conosco benissimo i vostri leader, perché conosco le loro vibrazioni; se c’è qualcosa che non va lasciateli gestire a me, voi non dovete preoccuparvi. Ma se dovete crescere in Sahaja Yoga, e se dovete stare in piedi sulle vostre gambe, prima dovete tenere la mano dei vostri leader. Molti pensano che dando retta a qualcuno ci si debba sottomettere a lui. Ma ascoltando voi stessi non siete stati in grado di ottenere nulla, inoltre il vostro stesso Sé non si è ancora espresso, in quanto non avete raggiunto lo stato di realizzazione del Sé. Per raggiungerlo, prima di tutto occorre dare ascolto ai vostri leader. Quando dite “io credo” è il vostro ego a esprimersi. Quando dite “mi piace questo”, sono i vostri condizionamenti, il vostro super-ego a parlare. Non è il vostro Spirito. Pertanto, per conseguire lo stato in cui poter sentire il vostro Spirito, dovete farvi aiutare dagli altri, e non c’è niente di sbagliato in questo. Così come durante l’infanzia occorre farsi aiutare dalla madre, dal padre, dagli insegnanti, allo stesso modo anche in Sahaja Yoga dovete farvi aiutare dai vostri leader. Quindi non dovrebbero esservi problemi nel seguire i leader, poiché essi sono lì per il vostro bene. Anche qui, una volta dissero a Krishna che le Scritture affermano che si deve dire la verità e, al tempo stesso, dire qualcosa di piacevole: “Satyam vadet, priyam vadet”. [Ripete al traduttore: “Satyam vadet – Satya e priya. Tutto ciò che è gradito”]. E chiesero: “Com’è possibile? Dire la verità può non essere gradito agli altri: allora come si fa a dire la verità?”. Egli rispose che c’è una parola in mezzo: “Satyam vadet, hitam vadet, priyam vadet”: Satya è la verità, hita è il bene e priya è caro, ossia gradito agli altri. [Ripete al traduttore: “Hitam, hitam”]. Ebbene, questi tre aspetti si combinano insieme se indirizzate la vostra attenzione al bene degli altri. Ora, se un leader vi dice qualcosa, è per il vostro bene: ecco perché a lungo andare vi sarà caro. All’inizio magari non vi piacerà, ma alla fine vi sarà molto caro poiché solo in quel modo conquisterete la completa libertà. Per questo devo ringraziare i leader qui presenti per avere creato tanti sahaja yogi in Francia. E tutti gli altri, da tutta l’Europa e dall’Inghilterra, tutti coloro che sono giunti qui, sono tutti molto fieri che ci siano tanti sahaja yogi in Francia. E vedrete che tutto cambierà quando ci saranno più sahaja yogi e voi vi sarete tutti stabilizzati come grandi guru di Sahaja Yoga. Però dovete essere responsabili e coscienziosi in questo, ciò vi sarà di grandissimo aiuto. Di fatto, i leader devono giudicare se tutto ciò che fanno è per amore e con l’idea di fare il bene (di una persona, ndt). Sono sicura che adesso la Francia sarà una grande guida per tutti gli europei qui presenti e mostrerà come dovremmo radunare più sahaja yogi. Averne radunati in un anno centocinquanta in questo modo è davvero sorprendente, no? E tutti gli altri devono applaudirli per questo. (Applausi) (Shri Mataji parla a lato a qualcuno: “I musicisti stanno arrivando? Davvero?”. Yogi: “Sì”. Shri Mataji: “Puoi pensare ai musicisti? Puoi pensare ai musicisti?”. Yogi: “Sì”) Adesso ascolterete della bellissima musica indiana e questo signore che suonerà per voi è un famosissimo musicista indiano[2]. È una grande sorpresa per me e vi sono estremamente grata, in quanto lui ha suonato in moltissimi luoghi dove era necessario il buon auspicio. E sono lieta che lo abbiate onorato così.
Molte grazie. (Applausi) [Durante il concerto di shehnai di Ustad Bismillah Khan] Shri Mataji: …e lui sta dicendo che ha viaggiato in tutto il mondo, ha suonato ovunque ed è per questo che la gente conosce l’India e la rispetta. Ma qui ha la sensazione come di non suonare, bensì è il suo cuore che batte forte e canta. Sente che qui il suo cuore sta crescendo, sapete. (Parla in hindi. Seguono risate e applausi) [Seconda parte del concerto] Shri Mataji: Sta dicendo che è molto stupito di vedere come abbiate adottato il nostro stile indiano di prima. Ora siamo cambiati moltissimo e ci rivolgiamo maggiormente allo stile occidentale, mentre voi state adottando il nostro stile di vita, che è diverso. Ed è sorpreso di come tutti voi abbiate accettato tutto questo da me. E dice: “Deve esserci qualcosa in Lei, deve essere un angelo” (risate e applausi). [Quinta parte del concerto] Shri Mataji: Adesso ha detto che suonerà qualcosa di suo, e dice: “Dio, Rama e tutti loro sono un tutt’uno, ed io canterò in Sua lode”. (Gli yogi: “Wah”, applausi) [1] Il Regno di Travancore fu uno Stato principesco del subcontinente indiano (attualmente corrispondente all’incirca alla metà meridionale della provincia di Kerala nell’Unione Indiana), avente per capitale Trivandrum (oggi Thiruvananthapuram). [2] Il riferimento è probabilmente al noto musicista indiano Ustad Bismillah Khan, il quale tenne in questa occasione un concerto di shehnai (strumento musicale aerofono simile per forma al flauto e all’oboe; originario delle civiltà medio orientali ed europee è largamente usato in India per matrimoni e processioni; il suo suono è infatti ritenuto propiziatorio). |
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