Puja di Pasqua, Dovete essere forti come Cristo

Shudy Camps Park, Shudy Camps (Inghilterra)

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(04/2021 NUOVI SOTTOTITOLI, traduzione verificata)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Puja di Pasqua

“Dovete essere forti come Cristo”

Shudy Camps Park, Shudy Camps (GB), 3 Aprile 1988


Mi spiace di essere in ritardo ma, vi dico, ho lavorato (vibratoriamente, ndt) fin da stamattina.

Oggi ci troviamo qui per celebrare la resurrezione di Cristo. La resurrezione di Cristo ha il significato più importante per tutti i sahaja yogi. E dobbiamo comprendere che Egli operò la propria resurrezione affinché noi potessimo operare la nostra.

Il messaggio della sua vita è la resurrezione, non la croce. Egli portò la croce per noi e noi non dobbiamo più portarla.

Vedo tanti individui inscenare una rappresentazione portando in giro una croce, come per dimostrare che stanno svolgendo loro il lavoro per Cristo. Come se Egli avesse lasciato qualche lavoro da portare a termine da questa gente che recita una commedia.

Ma tutta questa rappresentazione serve ad ingannare voi stessi e gli altri. Non ha senso rappresentare queste inutili scene per mostrare la sofferenza di Cristo.

Cristo non ha sofferto per farvi piangere e singhiozzare. Ha sofferto affinché voi gioiste, foste felici e conduceste una vita di assoluta beatitudine e riconoscenza nei confronti dell’Onnipotente che vi ha creato. Lui non avrebbe mai voluto che foste infelici: quale padre desidererebbe l’infelicità del proprio figlio?

Dobbiamo dunque comprendere che il messaggio della sua vita, il motivo per cui venne su questa terra è svolgere il compito più importante, quello della resurrezione. Se Egli non avesse operato la propria resurrezione, io non avrei potuto realizzare Sahaja Yoga. Dobbiamo pertanto essere eternamente riconoscenti a Lui e alla sua vita, per come svolse tutti questi ardui compiti, facendosene carico. Noi non possiamo farlo, noi esseri umani non possiamo riuscirci. Soltanto Lui, essendo il Divino, l’Om, il Logos, il Brahma, poteva farlo.

Adesso però siete tutti ascesi. Posso vederlo sui vostri visi: Cristo è ben visibile sui vostri volti. Risplende e scintilla meravigliosamente nei vostri occhi. Egli è in noi, nei nostri cuori, nei nostri occhi, ha operato la propria resurrezione ed anche la vostra. Ma adesso sta a voi far risorgere altri. Voi potete far risorgere altre persone, questo è il potere che avete ricevuto da Lui, forse, o dalla vostra Kundalini.

Voi avete questo potere di far risorgere altre persone, ma la cosa fondamentale è che dovete essere forti come Cristo, per come obbedì a sua Madre e a tutto ciò che esigeva la sua vita; per come si impegnò e si dedicò a questo unico compito.

Egli non si preoccupò di incrementare le proprie finanze, di diventare un importante funzionario o un altro famoso motociclista, nuotatore o alpinista, qualcosa del genere (risate, Shri Mataji ride). Non tentò tutti questi trucchi e non cercò di inseguire tutti questi obiettivi che a volte ci rendono alquanto folli.

Ciò che Egli fece fu affermare la propria identità come personificazione di Brahma, delle vibrazioni divine: e fu ciò che fece.

E ciò che dovete fare voi è stabilirvi come persone risorte, come anime realizzate, come sahaja yogi. E sarà molto facile.

Ormai tutto è stato reso facile per voi: la vostra realizzazione, poi i vostri poteri, tutto si è meravigliosamente instaurato in voi. Ha funzionato in modo meraviglioso, lento ma costante.

Non penso di aver mai cercato di forzarvi a fare qualcosa o di avervi costretto a fare qualcosa. Ma attraverso la vostra ascesa potete notare ciò che è sbagliato in voi o nella gente della quale parliamo.

E allora, grazie a tutti questi poteri, potete anche sapere tutto ciò che c’è da sapere. Tutto ciò che è sconosciuto può essere vostro, ogni cosa. Ma l’attenzione dovrebbe essere protesa verso la vostra ascesa, verso questo stato.

L’ascesa non è un processo fisico, non significa salire una scala: è uno stato, uno stato della vostra personalità. Ed è lì dove dico sempre…

Scusatemi, penso (che mi toglierò il maglione).

Il sole si sta facendo sentire (risate, Shri Mataji ride). Notate come il sole mi ascolti.

Puoi aiutarmi a togliere queste cose? Ho molto caldo, non so voi. (Risate, Shri Mataji ride)

Lui (il sole) mi sta richiamando [a lato: “Fa molto caldo, sto sudando”]. Dato che ho dimenticato di parlarvi del sole, lui mi sta stuzzicando, quindi meglio che ve ne parli! (Risate e applausi, Shri Mataji ride)

Ne parlavano da un anno, sapete, pensavamo di venire qui per celebrare questo puja. Ed io ero molto ansiosa di celebrare qui il puja di Pasqua, ma le date non erano molto favorevoli perché in quei giorni ci sarebbe stata la luna calante.

Allora ho pensato: “Come farò senza la luna? È necessario che la luna ci sia, è importante”. Quindi mi sono detta: “Lo celebreremo più avanti”. E all’improvviso è accaduto che dovessi venire qui; che, per fortuna, fossi qui.

Poi, per tutta la settimana scorsa hanno detto in televisione che avrebbe piovuto intensamente, che sarebbe stato molto nuvoloso (risate) e la temperatura sarebbe stata molto rigida, con piogge molto intense (risate e applausi).

E ogni sera, continuamente, le previsioni meteorologiche annunciavano che il tempo sembrava peggiorare, ogni volta.

Allora mi sono chiesta: “Che si fa adesso?” (Risate). Per chiedere alle nuvole di spostarsi è necessario un fortissimo vento, e questo avrebbe potuto danneggiare il vostro tendone.

Quindi in qualche modo ho semplicemente detto alle nuvole: “È meglio che vi spostiate verso Terranova, lentamente ma con regolarità, non a gran velocità”. E loro lo hanno fatto. E poi è spuntato un sole molto brillante. L’ho visto al mattino presto, rosso come il mio sari. Era bellissimo. Voi dormivate tutti, ma io ero sveglia, prestissimo (risate).

E stavo osservando il modo in cui è sorto, proprio come il mio bindi. L’ho visto e ho detto: “Guarda il sole com’è obbediente, dedicato, splendido”.

Comunque sia, oggi c’è il puja di Madre, quindi occorrono una luce ed una temperatura adeguate. Infatti, guardate com’è il cielo, guardate tutto. E poi, gradualmente, è diventato rosa come i vostri volti. È bellissimo. È diventato rosa, meravigliosamente rosa, e adesso splende.

Mi spiace, avrei dovuto rendere pieno riconoscimento al sole per come si è comportato. È per questo che mi sta stuzzicando un po’: per ricordarmelo! (Risate, Shri Mataji ride)

Come sapete, il sole rappresenta l’Agnya chakra. Cristo risiede nel sole. E nel corpo, nell’essere, Egli è lo Spirito. Quando è lo Spirito è la luna, e quando agisce sull’Agnya è il sole.

Adesso abbiamo visto come, nella sua vita, Egli fosse assolutamente senza macchia, immacolato. Non aveva difetti. Era una personalità perfetta.

Si potrebbe chiedere: “Perché allora volle risorgere? Alla sua epoca, che significato ebbe la resurrezione?”. La sua resurrezione equivale alla creazione del passaggio attraverso l’Agnya chakra affinché poteste attraversarlo tutti.

Egli fu come la porta, o meglio, fu Colui che aprì quella porta per tutti voi.

Essendo così perfetto, non aveva i problemi che abbiamo noi nei nostri chakra, nella nostra Kundalini. Egli non aveva problemi. Ma era la compassione assoluta in forma di vibrazioni: le vibrazioni divennero la compassione assoluta.

Al punto che, quando fu risorto ed ancor prima, mentre veniva crocifisso, Egli implorò: “O Dio, Padre, ti prego, perdona queste persone perché non sanno quello che fanno”. Che perdono, che compassione!

E la Madre dovette assistere a tutto questo in silenzio, poiché questo era il gioco, questo era ciò che andava fatto. Egli dovette interpretare il suo ruolo e lo fece perfettamente.

Ora, quando parliamo di Cristo, dobbiamo ricordare che Egli ha fatto tutto questo per noi. E noi, che cosa faremo per Lui?

Egli è il modello che dobbiamo seguire. Che Lui sia il modello da seguire, non significa portare la croce sulle nostre spalle, non è questo l’esempio che dovete imitare.

Molti ritengono che, poiché Lui ha portato lo croce, possiamo farlo anche noi. Chiunque può portare una croce! In India, se date cinque rupie ad un facchino, la porterà. Che cosa c’è di tanto grandioso? Che cosa c’è di straordinario nel portare una croce sulle spalle? Non è niente di eccezionale. Qualsiasi lottatore, chiunque può farlo. Non è questo il punto. Il punto è che noi dobbiamo portare avanti il lavoro di Cristo, la resurrezione. È questo ciò di cui dobbiamo renderci conto.

Noi dobbiamo capire l’importanza del nostro essere, delle nostre vite, così come Cristo comprese di essere venuto qui per questa grande opera.

E nonostante fosse venuto come un essere umano, come un semplice figlio di un comune falegname, malgrado su questa terra avesse un corpo e vivesse come gli altri esseri umani, sapeva ciò che doveva fare, ciò che doveva conseguire, e lo portò a termine.

Ritengo che il suo sia stato il compito più difficile, ma lo portò a termine e lo eseguì così bene che oggi noi ne traiamo tutti i vantaggi.

Adesso valutiamo se abbiamo fatto qualcosa per Sahaja Yoga oppure no. Dovremmo tutti esaminare noi stessi: che cosa abbiamo fatto per Sahaja Yoga? Con questo non intendo di portare la croce.

Alcuni, quando vanno in India, sono convinti che se portano i bagagli degli altri portano la croce di Cristo. Non è questo!

È qualcosa di molto, molto serio a cui occorre pensare. E questa serietà è (chiedersi) fino a che punto abbiamo raggiunto questo stato, cosa abbiamo fatto per questo.

E io ho chiesto a tutti voi una cosa molto semplice: dovete meditare ogni giorno. Dovete tutti meditare ogni giorno.

Ma, per qualche motivo, nessuno ha tempo di meditare. Abbiamo gli orologi soltanto per sapere che dobbiamo meditare, non per altro. Le nostre vite sono per la meditazione.

Non dovete passarci ventiquattr’ore, ma dovete meditare. Dovete meditare ogni giorno. Se voi meditate, i vostri figli mediteranno.

E la meditazione è talmente semplice per voi, è stata resa talmente facile che potete vedere come tutti gli elementi contribuiscano. Tutti i vostri chakra sono fatti dei diversi elementi e, quando li purificate con i vari metodi – insomma, conoscete tutti i trattamenti e tecniche di Sahaja Yoga – quando pulite così i chakra, quando li purificate, siete assolutamente liberi, assolutamente al livello in cui dovete essere.

Ma se non fate nemmeno questo, se non meditate, sarà molto, molto difficile per me e (sarà molto difficile) per voi raggiungere lo scopo per cui siete venuti su questa terra.

È un compito immane quello che mi sono assunta, lo so, ma so come realizzarlo; e anche voi sapete come farlo. Ma il problema è che voi rimanete invischiati nei vostri vari condizionamenti.

Ormai dovete aver compreso che tutte le cosiddette religioni, fondate nel nome di qualcuno – che siano l’Islam, il Cristianesimo, l’Induismo, il Sikhismo – sono tutte false.

Non contengono nessuna verità. Tutti hanno cercato di usarle per i propri scopi. (Ma) esiste un’unica verità ed è che tutti i grandi profeti e tutte le grandi incarnazioni sono venute su questa terra per la vostra ascesa, e non per fondare queste religioni interessate soltanto al denaro.

Anche in queste religioni troverete che vi sono persone di lato sinistro o di lato destro.

Alcune religioni predicano una estrema rigidità: non si dovrebbe fare una cosa o un’altra, non si dovrebbe bere né fumare.

Alcune sostengono che non ci si dovrebbe sposare, che non si dovrebbero guardare le donne o gli uomini, restrizioni di ogni genere.

Anche nell’Induismo, sarete sorpresi, vi sono molte restrizioni.

Se osservate la quantità di superstizioni esistenti e create dai bramini in India, sarete scioccati. Esiste una superstizione per ogni cosa: se camminate con la mano sinistra avanti significa una cosa, se camminate con la mano destra (avanti) significa un’altra cosa, se state seduti in un certo modo significa questo. Qualsiasi cosa! Hanno trasformato l’essere umano in una macchina, non vi è alcuna spontaneità.

Anche nell’Islam esistono assurdità di ogni tipo. Ma quando le ritroviamo in un paese libero come l’Inghilterra, dove vige un lato sinistro totale, dove si può fare quel che si vuole ed essere comunque cristiani… se si beve va bene, se si hanno dieci mogli va bene, se si hanno quindici amanti va bene. Tutto quello che si fa va bene, a condizione di andare in chiesa e offrire denaro (risate). Non c’è niente (di proibito), soprattutto per i protestanti – la religione nella quale sono nata io – dove tutto è consentito.

E quando si tratta di spiegare cosa sia la religione cristiana, il significato si sta riducendo a indicare la strada a chi ve la chiede. Questo è il Cristianesimo. Questo è ciò a cui si sta riducendo.

Ora, tutte queste religioni tendono al lato destro o al lato sinistro. Alcuni prediligono il lato sinistro ed altri il destro.

Vi racconterò la storia di un prete che sono andata ad incontrare in Russia. Credo di averla già raccontata a qualcuno. Sono andata in Russia, e i russi mi hanno chiesto: “Che cosa Le piacerebbe vedere?”. Ho risposto che mi sarebbe piaciuto andare a visitare qualche chiesa. Così hanno risposto: “Bene, perfetto, La accompagneremo in una chiesa”. E mi portarono in una chiesa della Chiesa Ortodossa Greca, dell’ordine “nero”, considerato il più elevato, non so come lo chiamino.

Entrammo ed il prete disse: “Beh, mi spiace, ma oggi non possiamo offrirvi carne perché osserviamo il digiuno. Però pranzeremo”. E ci fu offerto un pranzo sontuoso.

Il prete invece era impegnato soltanto a bere, dato che vigeva il digiuno, secondo loro era permesso bere! (Risate). E beveva, beveva e beveva. Bevve così tanto che si dimenticò della nostra presenza. Noi eravamo considerati personalità importanti, ma costui era perso nel bere.

Allora optammo per una ritirata onorevole (risate, Shri Mataji ride). Ci alzammo e uscimmo di lì, senza che quel tizio sia nemmeno venuto a salutarci.

E questi funzionari, i funzionari russi, non bevvero e non fecero nulla, e ridevano a crepapelle. Uno disse: “Ecco, vede, questo è il Cristianesimo! Questo è il motivo per cui non abbiamo voluto accettare il Cristianesimo”. Io risposi: “Ma questo non è Cristo”. E loro: “È vero. Ma ciò di cui parlano queste persone è il Cristianesimo?”. Io risposi di no. E questo signore era considerato la suprema personalità spirituale vivente in Russia.

Mi hanno raccontato una storia riguardante gli zar. Gli zar volevano avere una religione, in quanto pensavano che tutti avevano una religione all’infuori di loro, quindi dovevano averne una.

Allora mandarono a chiamare alcune personalità e i primi a farsi avanti furono dei cattolici. I cattolici dissero: “Ebbene, nella religione cattolica è permesso bere”. Non so da dove abbiano avuto questa idea, ma lasciamo stare.

“Nella religione cattolica si può bere, ma non è permesso avere più di una moglie”. Lo zar ribatté: “No, non è possibile! Dobbiamo avere molte zarine, sapete, per diversi scopi. Non possiamo accettare questa religione”. E la cancellarono.

Poi, l’Islam: all’epoca penso non ci fossero indù disponibili, grazie a Dio! (Risate). C’era l’Islam, così si presentarono alcuni islamici che dissero: “Bene, si possono avere cinque mogli, è ammesso, ma non è permesso bere”. E loro: “Questo è impossibile! (Risate) Come si può seguire l’Islam? Non è possibile!”. E lo cancellarono.

Allora arrivarono gli ortodossi – ricordatevi la parola ‘ortodossi’ – e dissero: “Noi siamo al centro: non ci interessa se bevete, non ci interessa se avete molte mogli, non ci importa. L’unica cosa è che dovete pagarci bene”. E gli zar acconsentirono: “Bene, questa è perfetta, adotteremo questa religione” (risate). Ed è per questo motivo che lì hanno avuto questa religione.

Questa è dunque la situazione della religione oggi. Tutte queste religioni sono diventate come statue sfigurate, che non servono a niente. Quindi, ora, la religione interiore in noi è il Sahaja Dharma, che deve essere completamente osservata.

In India ho detto che adesso siete tutti diventati Sahaja. Vi è la storia di uomo di un villaggio che diventò cristiano. Si recò ad Allahabad per diventare cristiano e disse: “Dovete darmi un nome altisonante perché ora sono un sahib, sono diventato inglese, quindi farete meglio a darmi un nome importante”. E loro: “Quale nome vuoi?”. L’uomo rispose: “Datemi il nome di Alessandro Magno”. E così lo chiamarono Alessandro. Il suo nome però era Blondie (biondo, ndt), il suo vero nome indiano era Bhura, così lo chiamarono Alessandro Bhura.

E così, il signor Alessandro Bhura arrivò ad Allahabad e si recò al fiume Gange per fare il bagno. Ma il prete, il pastore disse: “Non puoi farlo!”. E lui: “Perché? Perché non posso farlo?”. L’altro rispose: “Non puoi fare il bagno nel Gange perché il (tuo) Cristianesimo scomparirà!”, se fosse andato a fare il bagno nel Gange (risate, Shri Mataji ride). E ribadì: “Questo non puoi farlo”. Allora Alessandro Bhura ribatté: “Anche se sono diventato sahib, anche se sono diventato inglese, ciò non significa che io abbia rinunciato alla mia religione!” (Risate). Sapete, questo è esattamente ciò che ci accade quando cerchiamo di seguire una qualche religione.

Adesso siamo tutti identificati con le nostre cosiddette religioni nelle quali siamo nati. Se, ad esempio, io dicessi agli indiani: “Non andate nei templi! Non dovete entrare in nessun tempio, nemmeno se si tratta di un tempio con uno swayambhu; non andate assolutamente in nessun tempio con uno swayambhu senza dirmelo”. Ci sono anche molte chiese con statue bellissime, si può dire, o che hanno dei veri swayambhu, ma sono pochissime. Quindi, ditemelo prima di andare. Ma non mi ascolteranno, non mi ascolteranno, e quando ci vanno si prendono dei blocchi all’Agnya.

Una volta andai a visitare un tempio che era, ovviamente, il tempio di uno swayambhu, senza alcun dubbio; così alcuni sahaja yogi decisero di andarci. Ma io non glielo avevo chiesto, e loro non me lo avevano detto. Al ritorno, appena mi videro, svennero tutti. Io domandai: “Cos’è successo? Dove siete andati?”. “Siamo andati in quel tempio”. Ed io: “Perché? Non me lo avete detto! E che cosa avete qui (sulla fronte)?”. Sapete, il bramino aveva messo loro la tika (bindi): così li ha sistemati. Impiegarono un mese per ripulirsi. Adesso non ci vanno più, gli è bastato.

Lo stesso vale per i cristiani: l’altro giorno ho sentito dell’episodio di Parigi, dove alcuni hanno voluto partecipare ad un matrimonio in chiesa, a Parigi. Per questo dovevano avere vestiti speciali. Allora qualcuno venne qui per comprare vestiti speciali da… come si chiama quel negozio? Ho dimenticato il nome, un nome famoso. Insomma, dovevano indossare abiti speciali perché dovevano andare in chiesa! E quando sono usciti dalla chiesa con quei vestiti, erano diventati dei bhut.

Ero sorpresa: cos’era accaduto a tutti quei venticinque? Ciò che era accaduto è che nella chiesa erano sepolti molti defunti, e loro erano stati tutti posseduti.

Anche quando andate a vedere una bella architettura, fatelo con una mente distaccata, non pensate che appartenete a quella chiesa.

Voi non appartenete a nessuna chiesa, non appartenete a nessun tempio, non appartenete a nessuna di queste forme. Soltanto allora ascenderete.

Ed oggi devo dirvi che Cristo non apparteneva a nessuna religione. Non seguiva alcuna religione. Egli seguiva la propria religione spirituale.

Quando si recò in una chiesa in cui c’erano persone che discutevano – erano ebrei – Egli andò a parlare con loro.

L’altro giorno ho visto uno splendido dipinto che avevano pubblicato su un giornale, uno splendido e famoso dipinto nel quale Cristo sta parlando ai dottori e si tiene, si massaggia ben bene lo Swadishthana sinistro (pollice sinistro, ndt). E uno dei dottori lo ascolta, un altro lo fissa con scherno, un altro gli presta poca attenzione. E Lui si massaggia lo Swadishthana sinistro. È (mostrato) chiaramente. Potete vederlo con molta chiarezza![1]

Ed ora, con queste nuove conquiste, dovete elevarvi oltre tutte queste cose e dovete comprendere che dobbiamo guardare a noi stessi in modo molto indipendente.

Noi non apparteniamo più a nessuna religione: apparteniamo alla religione di Dio, che è Sahaj. E Sahaj è la religione che si diffonderà soltanto quando voi realmente non diventerete null’altro che Sahaj. Ma questo è qualcosa che non funziona, non capisco.

Ho incontrato qualcuno che veniva da… l’ho dimenticato, era… si chiamava Hamati o qualcosa di simile, ed era considerato un’incarnazione.

I suoi discepoli si comportano in modo tale che è assolutamente incredibile come credano ciecamente in quest’uomo.

Qualsiasi cosa dica, qualunque cosa faccia, come gli credono! È davvero sorprendente.

Qualunque seguace di qualsiasi guru incontriate, vi sorprenderà per il suo fanatismo nei confronti di quell’individuo, e non vorrà ascoltare nessuna critica.

A parte questo, se costui ordina di stare tutta la notte a testa in giù, loro lo faranno.

Non so cosa accada: quando si tratta di falsità, si cerca di seguirla, mentre quando si conosce la verità, quando si sa che questa è la verità, ci si approfitta di essa e si cerca un compromesso.

Si pensa che la verità non avrà nessuna reazione. La verità non vi punirà, non lo farà, perché siete anime realizzate; non lo farà, non vi punirà, fino ad un certo punto.

Ma ricordatevi che, al tempo stesso, Ekadasha è assolutamente attivo. Se facciamo qualcosa di sbagliato… come quelle persone che erano andate in chiesa, e sono state tutte possedute.

Costoro potrebbero chiedere: “Madre, perché siamo stati posseduti? Siamo sahaja yogi”.

È perché siete vulnerabili, siete vulnerabili, non avete ancora raggiunto quello stadio. Se raggiungerete quel livello, quando ci entrerete, tutta la gente uscirà dalla chiesa e fuggirà (risate). Inizierà a scuotersi davanti a voi. Non capirà cosa sia accaduto.

Ho visto che, quando io entro in una chiesa, tutte le candele iniziare a guizzare e i presenti si domandano cosa sia successo.

Anche quando si fa una cena, una cena a lume di candela, mi sorprendo di come ogni candela inizi a guizzare e la gente si metta a guardarla. Accade perché i bhut sono seduti davanti a loro, quindi le candele evidenziano immediatamente la presenza di bhut.

Se, con tutta la conoscenza che avete, con la luce che avete interiormente e grazie alla quale siete illuminati, vi dirigete ancora verso queste cose di lato sinistro e di lato destro, è molto, molto pericoloso.

Oggi devo parlarvi anche dell’aspetto della politica. Anche in politica sono stati sviluppati due tipi di teorie: una di lato sinistro e l’altra di lato destro.

Le teorie di lato sinistro sono democratiche, vale a dire che potete fare tutto quello che vi pare. È l’individuo ad essere importante.

L’individuo fa qualsiasi cosa e non si dovrebbe impedirgli di fare quello che vuole, perché è un individuo: pertanto ha il diritto di tagliarsi il naso, ha il diritto di cavarsi gli occhi e fare quello che preferisce. Ad ogni individuo è consentito fare quello che gli pare e, allora, ciò che accade è che vediamo la democrazia trasformarsi in una “demoniocrazia”: sono tutti demoni.

Sono tutti impegnati a tagliare gole, ad abbattere tutti i fondamenti e le radici della vita perché ognuno è Brahma, diventa una personalità importante, in quanto l’individuo è molto importante e la collettività va persa, completamente persa.

L’altro lato, invece, laddove vi è maggiore disciplina, maggiore aggressività, maggiore controllo, dove la gente viene sempre controllata, è il lato destro e possiamo chiamarlo comunismo.

E perché? Perché l’individuo deve sacrificarsi per la collettività. In quel caso, i singoli si indeboliscono e, se sono deboli, la collettività non può essere forte, non può essere forte. Gli individui devono essere forti.

Ad esempio, noterete come chi viene da paesi comunisti beva di più di quanto si riesca a bere qui.

O come, chi proviene, diciamo, dai paesi islamici, dove non toccano nulla, riesca a bere persino più dei sardarji (Sikh).

Potete dunque immaginare quale sia la situazione dell’essere umano il quale, se si cerca di controllarlo con la paura, si sposta sul lato destro. Ma così non si perfeziona in alcun modo, non si trasforma, non accetta la situazione, non diventa in un certo modo, non ha quel potere di autocontrollo, non supera la propria tendenza a peccare. Rimane allo stesso punto. Appena ne ha l’occasione, ci casca. E, così, si fallisce. Quindi, in quel caso, gli individui sono deboli.

Mentre laddove vi è completo abbandono, si fa quel che si vuole, si vive come si vuole, con indulgenza e cose di ogni genere, si trova (decadenza). Insomma, questo si vede ogni giorno e si dice: “Oh Dio, che società decadente, che cose accadono!”. La decadenza si ha perché l’individuo, al quale sono stati concessi tutti questi poteri, non ha il potere per sopportarli. Un individuo non può sopportare il denaro, non può sopportare alcun potere, non può sopportare l’amore, non può sopportare la gentilezza. Non riesce a capire la pace, perché è ancora un individuo.

Ma quando un individuo diventa la collettività – questa è l’ascesa attraverso il sentiero centrale – quando diventa la collettività, con la sua forza rafforza la collettività. E la collettività, a sua volta, si prende cura, protegge e guida l’individuo.

Questo è Sahaja Yoga. Pertanto, la politica di Sahaja Yoga è che si deve diventare la personalità collettiva. E quando ci si considera ancora importanti, diversi, indiani, inglesi o francesi, se si hanno ancora queste identificazioni, non si è collettivi.

In senso collettivo siamo tutti una cosa sola, parte integrante di un unico essere. A quel punto si agisce realmente come esseri collettivi e si è un tutt’uno con il Divino. Laddove il sole si prende cura di voi, la luna si occupa di voi, i venti si prendono cura di voi; tutta la Madre Terra e tutti questi elementi sono attivi. L’etere, ogni aspetto è al lavoro per voi, e voi siete ben protetti e benedetti dalla speciale qualità di gioire della gioia. Allora, quando si è uno con il tutto, si diventa realmente sensibili a questa gioia.

Se questo o quest’altro dito non è in unione con il tutto, si intorpidisce. Come accade con la lebbra, in cui un dito perde la sensibilità e non ci si accorge neppure se un topo lo divora, perché manca la connessione, manca l’azione dei nervi, perde la sensibilità.

Allo stesso modo, se non siete collettivi e non vi preoccupate del collettivo, sarete abbandonati. Non rimarrete qui per gioire della bellezza della vostra gloria e di quella del collettivo.

Occorre dunque comprendere che dobbiamo essere noi stessi forti, che dobbiamo ascendere ed essere collettivi. È molto facile trovare i difetti degli altri. È molto facile trovare i difetti dei coordinatori. È anche molto facile trovare i difetti in Sahaja Yoga, a volte in me.

(Ma) è meglio trovare i vostri difetti. Al resto penserò io.

Per prima cosa scoprite i vostri difetti e cercate di capire gli altri, di amarli e di gioire della compagnia degli altri. Quando deciderete che dovete gioire, vi dico che avverrà in modo molto spontaneo. Questa decisione, questa fede interiore per cui: “Ora ho intenzione di gioire del mio Spirito. Ho intenzione di gioire della collettività dentro di me”, ossia dello Spirito; questa decisione vi darà di per sé il potere di gioire.

Ma la decisione dovrebbe essere ferma, senza ipocrisie, senza fare giochi, senza ego, senza condizionamenti, niente, ma soltanto con il puro desiderio in noi di dover essere lo Spirito, lo Spirito che è l’essere collettivo in noi.

Oggi, in questo giorno di resurrezione, dobbiamo essere molto riconoscenti a Cristo per averci mostrato la via; inoltre, dobbiamo essere molto attenti e vigili riguardo a noi stessi: dove siamo? A che punto siamo? Che cosa stiamo combinando? Che cosa stiamo facendo? Qual è la nostra responsabilità? Che cosa ci si aspetta da noi? Perché ci vengono concesse tutte queste benedizioni?

Non esiste sacrificio in Sahaja Yoga, nessun sacrificio. Nessuno vuole qualche impegno da parte vostra o che facciate una iscrizione o qualcosa del genere. Penso che l’impegno sia mio. Come ho detto, l’impegno lo ha Dio, ma anche voi avete un impegno e cioè che il vostro desiderio sia puro.

Questa è l’unica cosa: “Fai che il mio desiderio sia puro. Nessuna impurità di alcun genere”. Dovrebbe funzionare. Così come Cristo che aveva un desiderio purissimo, e così ha ottenuto tutto questo, sono sicura che tutti voi possiate realizzare molto nella vostra vita.

Oggi è il mio sessantacinquesimo compleanno. Pensate, ho sessantacinque anni e non so proprio cosa faccia la maggior parte delle signore di questa età (risate).

Adesso dunque dovete crescere e fare tutto il possibile, pensando che dobbiamo tutti ergerci. Ormai i bambini stanno crescendo ed anche loro si ergeranno. Voi mi sembrate tutti sempre più giovani: ogni volta che vi vedo, sembrate più giovani.

A volte neppure vi riconosco, tanto sembrate giovani, allora penso: “Ma lui è il figlio o il padre?” (risate, Shri Mataji ride).

La situazione è tale che siete tutti benedetti: avete un lavoro, avete tutto. E tutti mi raccontano: “Madre, è accaduto questo, è accaduto quest’altro”, di tutto.

E allora? Questi (miracoli) sono tentazioni, state attenti, non è questo ciò che volevate. Ciò che avete desiderato è lo stato di fede assoluta in voi, dove non dovete chiedere, niente, tutto funzionerà. Tutto funzionerà. Funziona! È questo il punto.

Spero, quando ci incontreremo la prossima volta, di vedervi ancora più giovani di come vi vedo adesso (risate), e di riuscire a riconoscervi.

Cristo morì in giovanissima età, in età giovanissima. Devo dire che era molto giovane. Ma quando ha fatto per l’umanità!

Nessuno avrebbe potuto fare, in così giovane età, tanto quanto ha fatto Lui. È notevole, è davvero notevole! Questo è ciò che mi aspetto da voi, che seguiate le sue orme nel compiere cose straordinarie.

E fatemelo vedere tutti, ognuno di voi deve fare qualcosa di straordinario. Ed oggi è il giorno di fare certe promesse.

Che Dio vi benedica per questo.

E vi ringrazio molto per (aver celebrato) questo mio compleanno.


[1] Realizzata nel 1506, Gesù tra i dottori è una delle opere più interessanti di Albrecht Dürer, conservata nel museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, è stata indicata anche come Cristo dodicenne tra i dottori o, in lingua inglese, Christ among the Doctors. Si tratta di un olio su tavola e misura 64,3 x 80,3 cm. È un capolavoro del grande pittore tedesco, che aveva una profonda conoscenza del Rinascimento italiano.