Shri Hamsa Swamini Puja

(Germany)

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Hamsa Chakra Puja, Grafenschau (Germania), 10 Luglio 1988.

Abbiamo deciso di celebrare oggi, un Hamsa Puja in Germania. Ancora non abbiamo prestato molta attenzione a questo centro che credo sia molto importante, più per gli occidentali che non per gli indiani o gli orientali. Il motivo è che al livello dell’Hamsa Chakra una parte delle Nadi Ida e Pingala si porta all’esterno, manifestandosi. Questo vuol dire che l’espressione di Ida e Pingala avviene attraverso l’Hamsa Chakra. Esso trattiene alcuni fili, alcune componenti di Ida e Pingala che non sono ancora arrivate all’Agnya, ed esse fluiscono verso il vostro naso e si esprimono attraverso gli occhi, la bocca, la fronte.

Sapete che il Vishuddhi  Chakra ha sedici petali che controllano gli occhi, il naso, la gola, la lingua, i denti, ma è l’Hamsa che controlla l’esprimersi di tutte queste parti; è perciò molto importante per gli occi­dentali capire l’Hamsa Chakra. C’è un bellissimo distico in sanscrito ri­guardo a questo:

” Hamsa shvetaha, bakaha shvetaha, ko vedo, hamsa bakayaho; Nirkshir viveketu, hamsa hamsa, baka bakaha”.

Vuol dire: “La gru ed il cigno sono entrambi bianchi. Cosa li differenzia allora? Se mescolate acqua e latte l’Hamsa (il cigno) berrà solo il latte, può quindi discriminare tra acqua e latte, mentre la bakaha, la gru, non può”. Questo ha un grande significato per i Sahaja Yogis. Dobbiamo comprendere la discriminazione in profondità dentro di noi, e capire come poterla svi­luppare è davvero molto importante in Sahaja Yoga. Ma prima di parlare di questo guardiamo come il saper discriminare gioca un ruolo essenziale nel modo in cui ci manifestiamo all’esterno.

In occidente la gente cerca sempre di manifestarsi esteriormente. E’ molto importante come appariamo, dove guardiamo, cosa guardiamo, cosa vediamo. E’ importantissimo avere un bell’aspetto, davvero essenziale. Si dedica un sacco di tempo a migliorare il proprio aspetto, e questo è il minimo.

Ci sono poi i mass midia. Ogni paese parla, o si manifesta attra­verso i mass midia, ed essi devono avere certe caratteristiche. Ogni paese ha la sua specialità, e sono uno meglio dell’altro. A guardarli si scopre una totale mancanza di discriminazione, ma anche nel modo di parlare, nell’espressione della letteratura, della poesia, delle relazioni con gli altri. Ogni tipo di espressione richiede discriminazione, che è una conoscenza, una saggezza molto profonda.

Credo che se in occidente le persone non fossero così esteriori, le cose andrebbero molto meglio. Ad esempio, se in Inghilterra alcuni non diventano punk, gli altri ridono di loro e pensano che non hanno abba­stanza soldi per poter diventare dei punk. E’ quindi una forma di moda che si stabilisce in una società in cui non c’è discriminazione e che è molto esteriore. Le mode non funzionano in paesi che hanno profonde radici nelle tradizioni e in una corretta visione della vita. Naturalmente paesi molto antichi, che tradizionalmente hanno cercato di migliorarsi attraverso il sistema di ‘prova ed errore’, hanno sviluppato molta più discriminazione, molta più comprensione delle cose. Ma i paesi che non hanno affrontato tutte queste prove, questo lavoro, questa disciplina, mancano di discrimi­nazione. Ed è per questo che molte persone, sebbene siano ricercatori davvero profondi, si perdono. Se avessero posseduto della discriminazione non si sarebbero perduti, non sarebbero andati nei posti sbagliati, ma questa discriminazione mancava.

Dipende quindi dalla discriminazione come usare i vostri Ida Nadi e Pingala Nadi, e dalla capacità di capire cosa è giusto e cosa è sbaglia­to.

Consideriamo ora l’Ida Nadi: è molto importante, perché la di­scriminazione dell’Ida Nadi può derivare unicamente dalla saggezza delle tradizioni.

L’Ida Nadi inizia dal centro di Shri Ganesha, il Mooladhara, così come prima cosa perdiamo il più grande supporto, il più grande aiuto, il più grande nutri­mento dato dalla santità e dalla auspichevolezza del Mooladhara se non abbiamo discriminazione. Scegliamo sempre cose nocive per la nostra cresci­ta e che potranno distruggere non solo noi, ma l’intero paese. Siamo attratti dalle persone distruttive, se manchiamo di discrimina­zione.

Saper discriminare significa che dobbiamo scegliere quelle cose che sono buone per noi, che portano il nostro bene e sono buone per la collettività e per la nostra ascesa.

Al contrario le persone prive di discri­minazione cadono nelle trappole di gente negativa, come Freud. Voglio dire, per un indiano, Freud … nessuno crederebbe che si può arrivare a concepire idee così insensate. Ma la gente ha seguito Freud più di quanto abbia seguito il Cristo, perché manca completamente di discriminazione. Se avesse possedu­to quella saggezza che deriva dalle tradizioni, si sarebbe salvata. E’ questo tipo di discriminazione legata alle tradizioni che si manifesta attraverso l’Ida Nadi.

Questo è ciò che la gente ora considera come condizionamenti, e si afferma che i condizionamenti sono una cosa  molto negativa, che la gente non dovrebbe seguire i condizionamenti, ma esserne del tutto priva. Questa è un’idea completamente sbagliata. Anche in ciò deve esserci di­scriminazione. Si deve comprendere quale condizionamento è positivo e quale non è positivo.

Ma siccome non c’è discriminazione nemmeno riguardo ai condizio­namenti, immediatamente si scartano tutte le tradizioni, tutto ciò che deriva dall’esperienza dei nostri antenati, ogni cosa viene rifiutata, la storia viene rifiutata e affermiamo: “Oh no, noi siamo esseri liberi”.

Come ad esempio ieri, ero stupefatta, qualcuno sull’aereo mi ha detto: “Mi sento molto libera senza vestiti addosso”. Voglio dire, se i vestiti possono impri­gionarvi, cosa vi accadrà nelle vere prigioni? Cosa saranno per voi? Ma alla gente vengono in mente assurde idee di questo genere , e pensano che possiamo giustificare tutte queste stupidaggini che seguiamo perché man­chiamo di discriminazione. L’intelligenza non può darvi la discriminazione, non può darvi discriminazione per quanto riguarda i condizionamenti. E’ importante per i Sahaja Yogi capire come sviluppare la propria discrimina­zione. Proprio ieri ho fatto un discorso molto bello alle donne di Parigi, o dovrei dire alle donne di Francia, riguardo alla discri­minazione delle don­ne.

La discriminazione dell’Ida Nadi è l’intuizione. Se sviluppate questa discriminazione dentro di voi, attraverso i vostri poteri meditativi, voi sviluppate l’intuizione.

Un’intuizione non è altro che l’aiuto dei Ganas che vi circondano. Se imparate a ricevere l’aiuto dei Ganas potete diventa­re molto intuitivi e, senza molta intelligenza da parte vostra, dire la cosa giusta.

L’intero Sahaja Yoga, o direi almeno il 50%, è basato sull’in­tuizio­ne. Per questo bisogna sviluppare una corretta comprensione di Shri Ganesha. Shri Ganesha, nel suo corretto significato, deve essere capito. Tutto nasce da lì, poiché Egli è Ganapati, è il maestro, è il capo di tutti i Ganas. I Ganas quindi vi danno l’intuizione.

Supponiamo che io debba andare da qualche parte e poi dica: “No, non potrò andare lì domani”, e, per qualche motivo, non ci andrò.Allora la gente pensa:  “Madre, come sapeva?” Lo so perché i Ganas sono qui e quel che dicono è la verità, sanno ogni cosa. Oppure, qualunque cosa dica su qualcuno risulta vera. Allora mi chiedono: “Come è possibile, Madre, come è venuta a saperlo?” Io seguo l’intuizione. Come quando devo prendere un aereo, so per intuizione cosa sta per succedere. Questo aspetto deve svilupparsi attraverso l’adorazione di Shri Ganesha.

Immaginate perciò, Shri Ganesha governa anche una parte dell’Hamsa Chakra. Quando diciamo Ham e Sa, questi sono in realtà i due bija mantra dell’Agnya. E l’Agnya inizia qui, dove viene a toccare l’Hamsa, ed è per questo che alla sua base, alle sue radici c’è l’Hamsa. E qui c’è Ham (Ham significa: “Io sono”). Se avete discernimento non seguite le mode, non andate dietro a stupide idee. Avete la vostra personalità, siete un Sahaja Yogi. Non ascoltate persone che non siano Sahaja Yogi. Questo è l’aspetto di Ham, “Io sono”, che non è l’ego, ma quella consapevolezza che vi fa capire che: “Io sono un Sahaja Yogi, e so molte cose che normal­mente la gente non sa, così non ho niente a che vedere con loro, non devo prendere alcun insegnamento da loro, non hanno nulla da insegnarmi. Non sanno nulla, io so molto di più”. Essere consapevoli di voi stessi è Ham. Questo deriva dal lato destro, direi.

La discriminazione del lato destro è Ham e la discriminazione del lato sinistro è Sa. Sa vuol dire “Tu”, cioè “Tu sei”.

Nel vostro caso, voi sapete chi sia “Tu”, ma per ogni essere umano Tu è il divino. “Tu sei”, questa consapevolezza viene dal lato sinistro ed è Sa. La parola Hamsa quindi è fatta di due tipi di discrimina­zione: quando dire “Io sono” e quando dire “Tu sei”. Su queste due si bilanciano, come è mostrato qui in maniera molto bella, il sole e la luna e al centro c’è la croce che vi da l’equilibrio, vi dà il dharma. Potete vedere come tutte queste cose siano connesse l’una con l’altra, livello dopo livello, come il dharma è connesso con la discriminazione.

Ci sono persone che vengono improvvisamente irretite da qualche tipo di rituale. Per esempio ho visto alcuni Sahaja Yogi: vengono ai Puja e si danno bandhan come dei matti. Camminano per la strada e si danno un bandhan, ovunque vanno si danno un bandhan, come pazzi. Questo è solo un condizionamento, non è discriminazione, non è Sahaja Yoga. Bisogna considerare: è il caso di darsi un bandhan o no? In presenza di Madre siamo già in un bandhan. Che bisogno c’è di darsi un bandhan? Ma le persone, mentre parlo, si danno dei bandhan, si alzano la Kundalini. Credo siano veramente pazzi.

Allo stesso modo, ieri ho sentito che c’è un tipo di musica ascol­tato ovunque negli ashram, perché tutti possono saltare come se fossero su di un cammello, è musica per i cammelli, capite, e tutti apprezzano questo disco. Perché? Perché possono saltare come cammelli. Così, una volta che iniziano a saltare come cammelli, non la smettono più, gli esseri umani sviluppano delle abitudini. A loro piace quel particolare tipo di musica, continueranno a saltare come cammelli perché ora sono diventati come dei cammelli e devono comportarsi da cammelli. Ora, può darsi che sentano della musica come … da cavalli, da trotto o, può darsi, da galoppo. Quando la sentono, immediatamente iniziano a seguire quel ritmo e ora sono come dei cavalli al galoppo, cavalli al galoppo. Diventano cavalli e ascoltano solo musica “da galoppo”. E via dicendo, potrebbe trattarsi di asini o qualsiasi altra cosa.

Noi non siamo animali, siamo esseri umani e siamo … Ham: “Noi siamo”, noi siamo Sahaja Yogi. Non siamo schiavi di nessun particolare tipo di ritmo o di musica. Possiamo apprezzare e comprendere qualsiasi varietà fintanto che sia dharmica ed equilibrata, fintanto che sia auspichevole e santa.

Potete quindi vedere quante cose vengono giudicate al livello dell’Hamsa. Credo che l’intero Sahaja Yoga poggi sulla bilancia dell’Hamsa.

Ci sono persone che sono molto sagaci, intendo dire, molto oneste, ma questa onesta’ può arrivare a dei limiti ridicoli. Oppure ci sono persone che lavorano molto, ma anche questo può arrivare a sfiorare il ridicolo. Così anche queste qualità, che si suppone siano buone, non possono essere “il giusto”.  Il  ‘giusto’  è dato dalla discriminazione, glorifica­ta.

Se avete discernimento, allora la discriminazione è glorificata in giusto comportamento.

Come, ad esempio, il Cristo.  Potete considerare il Cristo. Egli aveva una tale discriminazione. Quando Maria Maddalena stava per essere lapidata … voglio dire, Egli non aveva niente a che vedere con le prosti­tute, assolutamente nulla, ma poté capire, nella sua discriminazio­ne, che quelle persone non avevano alcun diritto di lapidarla.

Egli le affrontò, con il suo coraggio, e disse: “Chi non ha peccato scagli la prima pietra contro di me”. Questo era il potere della sua discriminazio­ne. Quelle persone poterono percepire quel potere dentro di loro, e con discri­minazione sentirono che: “Quest’uomo è un Santo, e non possiamo lanciare delle pietre contro di Lui”.

Se avete discernimento come Sahaja Yogi, darete discriminazione anche agli altri. Gli altri dovranno saper discrimina­re e capire. E questo “Nirakshi Vivek”, il saper distinguere tra l’acqua ed il latte, il bene ed il male, può giungere a voi se sviluppate l’aspetto della discriminazione.

In Sahaja Yoga, ad ogni stadio, trovate che le persone vacillano a causa della mancanza di discriminazione del lato destro, che deriva dalla manifestazione dell’ego. L’ego, come ho detto, è Ham. Quest’ego non fun­ziona quando dovrebbe.

Ad esempio, ho saputo che alcune persone hanno celebrato un matrimonio in chiesa. Naturalmente questo è sbagliato per i Sahaja Yogi. Noi non crediamo in nessuna religione umana, lo sapete. D’accordo, sono andati in chiesa, dopo tutto non fa nulla. Ma loro hanno addirittura man­dato una signora a Londra per comprare un vestito di Laura Ashley, e credo anche che al matrimonio degli uomini indossassero lo smoking. Ma dove è finito il vostro ego? Quell’ego che vi dice che voi siete dei Sahaja Yogi era completamente perduto. E tutte sono andate dal par­rucchiere, credo, hanno fatto ogni genere di cose e son voluti andare la’ come vecchi cristiani che camminano verso la chiesa, vicino alle tombe di stupidi cardi­nali.

Ma non succede solo qui. In India è molto peggio riguardo alla religione, al lato sinistro. Sono molto, molto condizionati e in quel campo falliscono nel capire cosa sia la discriminazione.

Per esempio, abbiamo avuto Gyanadeva, che era una così grande incarnazione. Egli non portava nem­meno le scarpe ai piedi, ed oggi orga­nizzano delle grandi processioni con una lettiga su cui ci sono le così dette scarpe di Shri Gyanadeva, e miglia­ia e migliaia di persone vi rendono omaggio. Provate ad immaginare! Chi può dire loro che Gyanadeva non possedeva scarpe? Quali scarpe staranno portando sulla lettiga? Ed in qualsiasi villaggio o città loro vadano vengono nutriti con banchetti sontuo­si e tutti si inchinano ai loro piedi: “Sono venuti i santi con la lettiga”, e le scarpe che contiene non sono mai appar­tenute a Gyanadeva.

E questa follia continua ancora. Potete vedere cose del genere accadere intorno a voi. In ogni paese, in ogni religione, in ogni stupido campo vedete accadere cose simili. Ma voi vi unite al coro, ne diventate parte ed allora diventa molto difficile capire cosa vi sia successo. Questo ego, se usato correttamente, allora dà discriminazione.

La gente ha inoltre un altro condizionamento molto, molto brutto, a parte la religione, ed è quello della nazionalità. “Io faccio parte della nazione indiana, io di quella tedesca, io di quella inglese”, è tutto così miserabi­le! Voglio dire, affermare qualcosa del genere significa che non siete ancora arrivati alla terra del Sahasrara.

Coloro che sentono di appar­tenere ad una nazione non si rendono conto che la vostra nazionalità è trasforma­ta. In realtà non avete bisogno di nessun passaporto nell’area dove regna il divino. Non è necessario nessun passaporto, è scritto a chiare lettere sui vostri volti.

Ma ancora in profondità, dentro di voi, esiste questo condi­zionamento. “Io appartengo a questo paese. Il mio paese è così grande. Il tuo non è bello”. Ma guardando le cose con discriminazio­ne bisogna dire: “D’accordo, sono nato in Germania, e la Germania ha com­messo un sacco di errori. Faro’ il possibile affinché i tedeschi possano ritornare in quella condizione dove esistono pace, gioia e felicità”.

In questo modo il condizio­namento è usato con discriminazione. In ogni cosa esistono sempre due aspetti. Da quale parte vi muovete, questo sta alla vostra discriminazione.

Ci sono persone che hanno, ad esempio, il condizionamento di una particolare, diciamo, religione. Supponiamo che appartengano alla religione ebraica, o cristiana, e siano venuti in Sahaja Yoga. A questo punto, qual’è la discriminazione? Non appena incontrano un altro ebreo o cristiano formano una fraternità di bhoots e diventano grandi amici. “Per­ché lei è ebrea, io sono ebreo, mio padre è ebreo, mia madre è ebrea, mia non so che è ebrea … “. Lo stesso con i cristiani, con altre comunità o altre nazionalità.

Qual’è allora il discernimento, quando si ricerca? La cosa mi­gliore riguardo a questo è considerare quali siano gli errori delle così dette religioni umane, formate dopo la morte dei promotori o, possiamo dire, delle incarnazioni o dei profeti che iniziarono la religione. Questa è la prima forma di discriminazione. La seconda è leggere le scritture e scoprire cosa hanno detto di particolare queste incarnazioni. Così un musulmano do­vrebbe leggere il Corano e vedere dove si parla di Sahaja Yoga. Un cri­stiano dovrebbe leggere la Bibbia e trovare tutti i collegamenti con Sahaja Yoga, perché Sahaja Yoga è la verità e bisogna scoprire quali verità siano state scritte. Una volta fatto questo, potete andare oltre, se siete abba­stanza coraggiosi da avere la forza per andare da questa gente e dire loro: “Guardate, cos’è questa sciocchezza che state seguendo? Non è scritto, non c’è. Tutto quel che è scritto, questa è la vera essenza”. Questo è il terzo stadio, dove avete usato la vostra discriminazione per quanto riguarda una particolare religione o nazionalità.

Ora, quando sono in occidente devo parlare dell’Occidente, ma quando sono in India, dovete sentirmi… voi non capite la lingua ed è meglio per voi, perché perdereste tutto il rispetto verso gli indiani, li sgrido per bene e dico loro cosa non va.

Ma è importante capire che anche qui in Occidente molte cose non vanno, quindi la discriminazione sta nel capire cosa c’è di sbagliato in noi.  Dove sbagliamo? Abbiamo del coraggio oppure no?

Per esempio le donne non hanno il coraggio di indossare il sari per strada.  Perché? Qualche volta si può fare. Se gli Indiani indossano i vostri vestiti, voi potete anche indossare il sari.  Oppure gli uomini non porteranno vestiti indiani per strada.  E’ necessario un po’ di Ham. A loro piacciono, ma non li indosseranno. Potranno mettersi degli strani pantaloni, o abbigliamento punk, ma non qualcosa di ragionevole e bello da indossare.  E’ qualcosa che deve farvi capire che siete persone diverse. Ora, il segno (rosso) sulla fronte è molto importante, con esso non prenderete nessun bhoot e deve essere portato. Nella Bibbia  è  scritto: “Avranno un mar­chio sulla loro testa”; ma siccome esiste così tanta altra stupida gente, come Hare Rama Hare Krishna ( anche se non credo che loro portino alcun marchio), siamo spaventati dal giudizio della società.  Come è possibile portare il segno rosso?  Ma supponiamo che dicano: “Andate in giro con i capelli spettinati” lo farete, perché questo è consentito dalla società.

Noi siamo persone che non devono essere spaventate da nessuna società. Dobbiamo venirne fuori ed insegnare loro: “Noi faremo qualunque cosa sia giusta, che vi piaccia o no”.

Questo è il segno distintivo di un santo.  Se guardate ai santi,  ovunque siano stati, sono tutti emersi nella società per dire tutto quanto era giusto, tutto quel che doveva essere fatto, tutto ciò che doveva essere seguito.  Questo è il segno di un santo, altrimenti il vostro santo qualche volta si perde nella società, qualche volta è in  Sahaja Yoga, qualche volta di qua…, qual’è l’utilità di un simile santo?  Ditemi un solo santo  che voi conoscete che non abbia combattuto la società, che non abbia messo in rilievo ad alta voce gli errori della società, senza alcuna paura.  Avete conosciuto dei santi che non siano così?

Per i Sahaja Yogi è molto importante avere questo coraggio.

Se sviluppate la vostra discriminazione, allora può funzionare.

Sul lato destro che tipo di discriminazione dovete sviluppare, e come? Sul lato destro ci sono tutti i Devas, tutte le Deità che siedono intorno a voi.  Dovete comprendere queste Deità.  Dovete sapere quel che stanno per fare. Supponiamo che abbiate smarrito la strada.  Non dovreste pensare come tutte le altre persone: ” Oh, mi sono perso, come faro’ ad arrivare, che devo fare?”  Dopo tutto starete andando a fare qualche sciocco lavoro, non ha importanza.  Voi dovete pensare: “Hanumana deve avermi mandato qui per qualche motivo. Stiamo all’erta!” Accettate, accet­tate la situazione.  Quando accettate la situazione siete nelle mani delle Deità e Loro vi guida­no.  Le vostre Deità risolveranno tutto. Accet­tate! E questa accettazione vi darà un meraviglioso discernimento sul vostro ego. Qualsiasi cosa vada storta, non è un problema, noi l’accettia­mo.

E sopra tutto dovete considerare l’aspetto delle vibrazioni. Se fate qualcosa e le vibrazioni diminuiscono, allora senz’altro …. “Io sono un Sahaja Yogi, per me le vibrazioni e la mia ascesa sono la cosa più importante”.

Quindi, per sviluppare la discriminazione sul lato destro dovete conoscere la vostra meta, la vostra destinazione. Dovete sapere su quale sentiero siete e dove venite portati. Dove siete oggi?

Non siamo come le altre persone. Se sviluppate questo tipo di discriminazione dentro di voi, attraverso la pura intelligenza … per questo ci vuole pura intelligenza, e l’Hamsa che abbia pura intelligenza   scivola leggero sull’acqua, dividendo le acque. Non consente a nulla di sopraffarlo. E’ nell’acqua, bellissimo, e rende bello il lago, ma allo stesso tempo non consente al lago di dissolverlo, di sopraffarlo o di coprirlo. Questo è l’aspetto dove si è Ham. Se vogliono potranno immergersi, altri­menti non lo faranno. Scivolano leggeri sull’oceano, l’oceano del Samsara, di questo Bhava Sagara, e non vi potranno annegare.

Questo è l’Ham che dovreste possedere nella discriminazione.

Da un lato dovete accettare le cose che vi arrivano. Il migliore in questo era Shri Krishna, che possedeva una vera discriminazione, ma dopo tutto Egli era Shri Krishna. La sua maniera di usare la discriminazio­ne era così interessante che è molto piacevole sapere come distrusse così tanti rakshasas. Tutte le volte Egli non usò il suo Sudarshana Chakra, ma usò la sua discriminazione.

Ad esempio, c’era un rakshasa che stava cer­cando di sopraffare i Pandavas, di sopraffare le persone buone. Shri Krishna si chiese: “Cosa fare, ora, con questo tipo orribile?” E questo essere aveva avuto dei boons (meriti) da Brahmadeva e Mahadeva ed altri, e Shri Krishna era nel mezzo, dopo tutto. Così Egli voleva organizzare una appropriata distruzione di questo orribile rakshasa. E allora cosa fece?

C’era un grande santo, di lato destro, in meditazione, il quale aveva acquisito un boon: “Nessuno dovrà disturbarmi! Per lo meno, dovrò avere il potere di distruggere il primo che mi disturberà, solamente guar­dando­lo”. E questo santo meditava in una caverna. Shri Krishna, in una maniera molto bella, fuggì dal campo di battaglia. Uno dei suoi nomi è Ranchoddas. E’ un po’ denigratorio definire qualcuno come colui che fugge dal campo di battaglia, ma Egli fuggì perché non c’era altro modo per uccidere quel rakshasa. Scappò, coprendosi con uno scialle. Andò nella caverna e coprì il santo con il suo scialle. Dietro Shri Krishna correva questo orribile rakshasa, per ucciderlo. Shri Krishna si nascose. Quando il rakshasa giunse vicino alla caverna e vide lo scialle che copriva il santo, disse: “Oh, così sei stanco e sei venuto a riposarti qui, fuggendo dal campo di battaglia. Alzati ora!” Non appena il santo si alzò e lo guardò egli fu completamente annientato. Così, se Shri Krishna è il Virata, ai suoi piedi … oppure, se Shri Krishna è Vitthala, sulla sua testa … nel mezzo tra i due risiede l’Hamsa Chakra. La discriminazione è descritta in maniera molto bella nella vita di Shri Krishna. Possiamo dire che Egli aveva un modo un po’ birichi­no di usare la sua discriminazione. Ha fatto molte cose del genere, ma esse creano il gioco, creano la sua Leela. Egli era Leela, per questo poteva usare la sua discriminazione per creare uno spettacolo, un gioco.

Da un lato, quindi, Shri Krishna ci viene in aiuto per darci la discrimina­zione, dall’altro abbiamo l’aiuto del Cristo.

Nel mezzo si trova l’Hamsa.

Abbiamo quindi due grandi incarnazioni dentro di noi, che sono la personi­ficazione della discriminazione. Da un lato è Shri Krishna, che si prende cura dell’aspetto dei condizionamenti, dall’altro lato vi è il Cristo, che controlla l’aspetto dell’ego.

Colui che sulla croce ha detto: “Oh Dio, perdonali perché non sanno, non sanno quello che fanno”, è lo stesso che ha preso in mano la frusta e colpito le persone poiché facevano soldi nel nome di Dio.  Guarda­te che discriminazione. Questo è Gesù.

Allo stesso modo Shri Krishna, che con il suo Sudarshana Chakra poteva uccidere migliaia e migliaia di rakshasas, divenne il cocchiere di Arjuna. Questi contrasti nel loro comportamento sono la bellissima testimonianza della loro discriminazio­ne.

Per i Sahaja Yogi è importante capire che devono lavorare sulla discriminazione in modo da sviluppare pienamente la loro intuizione. Direi che l’intuizione potrebbe essere il primo pensiero … può darsi che sia questa l’intuizione. Provate. Sperimentate. Ma in Sahaja Yoga è sbagliato andare agli estremi, in qualsiasi cosa. Dovete fare tutto con moderazione.

Per esempio, ho detto di giudicare sempre attraverso le vibrazio­ni e allora prendono le vibrazioni, non so, di qualsiasi cosa: “Devo com­prare questo sari o no?” Vanno persino oltre: “Devo comprare questa crema per il viso o no?” E’ così ridicolo! E’ talmente brutto che alla fine vi trovate a diventa­re dei bhoot e dite agli altri: “Le tue vibrazioni non sono a posto” perché le vostre vibrazioni in realtà non sono a posto. La vostra attenzione non è a posto. Portare l’attenzione su cose senza senso fa sparire del tutto le vibrazioni. Quindi, con discriminazione, dovete avere buon senso, senso pratico.

Ho visto persone che improvvisamente iniziano a parlare di Sahaja Yoga a chiunque. No, non è sensato. Sahaja Yoga è un diamante prezio­so, non si può darlo a chiunque.

Ho visto persone che all’aeroporto alzano la Kundalini a tutti. No, non è corretto. Devono venire in Sahaja Yoga, devono chiedere, devono pregare e solo allora potranno ottenere la loro realizzazione.

Non abbiamo bisogno della quantità, noi vogliamo la qualità. In tutti i miei discorsi, se osservate, insisto sempre sulla qualità dei Sahaja Yogi e la qualità dei ricercatori. Ma quando si inizia a cercare una maggio­ranza per il voto a Shri Mataji … devo dire che non sono candidata a nessuna elezione. Sia che mi eleggiate o no, Io sono eletta. Non dovete far questo. Non ho bisogno di molte persone, e quando fallite nel discrimi­nare scoprite che nascono dei problemi.

Ora sta a voi trovare quali cose insensate abbiate fatto. Dove avete sbagliato? In che odo avete commesso degli errori? Sta a voi sco­prirlo, poi correggetelo.

D’altronde in Sahaja Yoga non dovrebbero esserci problemi né difficoltà, dovrebbe esserci unicamente gioia, gioia e gioia. Ma la discrimi­nazione dovrebbe essere nell’identificare quali siano le vostre debolezze. Dove avete sbagliato? Cosa è andato storto? Dove? In che aspetto? E come avete fallito? A volte la gente dice: “Oh, abbiamo già fatto tanto, ora non è più possibile”. A questo punto siete in errore.

Ad esem­pio ho sentito che alcune persone dicono: “Ora siamo venuti qui, perciò non andremo al Guru Puja”. E’ sbagliato. E’ molto sbagliato. Dovete andare al Guru Puja, assolutamente. Il Guru Puja è l’unico puja che non potete mancare. Persino se perdete il Sahasrara va bene, ma il Guru Puja è molto importante, ad ogni costo dovete venire al Guru Puja, che è ad Andorra, non è sull’Himalaya.

Ma Sahaja Yoga è così confortevole che pretendiamo che non ci sia alcun cambio di volo. Direttamente sediamo su un Hamsa (cigno) e raggiungiamo Andorra. Ed accadrà, lo vedrete. Ma se sviluppate l’abitudine a pensare: “Oh, sarà complicato”, allora lo diventerà. Ma se pensate: “Lo ha detto Madre, sarà una cosa facilissima, tutto si risolverà”, se pensate in questo modo, allora funzionerà. Tutto andrà per il verso giusto. Ma innanzi tutto dovrebbe esserci il puro desiderio di andare. Quando simili idee vi entrano in testa, di nuovo, usate la discriminazione. “Andiamo al Guru Puja per il nostro bene”. Ad ogni Guru Puja, se ricordate, siete saliti molto, molto in alto. Ogni Guru Puja vi ha aiutato.

Naturalmente, potreste dire che il tour del Maharastra è molto utile, sono d’accordo, lo è. Il tour del Maharastra vi aiuta tantissimo, ma dura 30 giorni, è così inten­so. Il Guru Puja dura solo un giorno. Quanti puja celebrate in Maharastra? Almeno 8 o 9, a volte persino 10. E’ per questo, naturalmente, che ha un effetto maggiore. Ma lo stesso Guru Puja è estremamente effica­ce.

Gli indiani mi hanno chiesto: “Madre, una volta, almeno una volta ancora, celebri con noi il Guru Puja. Faremo qualsiasi cosa per avere il Guru Puja. Per favore, venga”. Questa volta loro volevano celebrare il Guru Puja.

Immaginate, non avreste potuto partecipare al Guru Puja in India, ma ad Andorra …… Ho uno scopo speciale, per favore, cercate di capire, non sono una personalità priva di scopi. Gradualmente, imparate a capire come raggiungo un proposito, il vostro, il mio e di Sahaja Yoga, insieme. In che bellissimo modo risolvo ogni cosa. Vi renderete conto e spero che un giorno anche voi svilupperete tutti questi bellissimi sistemi e metodi di discriminazione, attraverso i quali farete soltanto la cosa giusta e mai quella sbagliata.

Ora, per il trattamento dell’Hamsa Chakra dal punto di vista fisico … questo chakra si trova all’esterno, per questo sono molto impor­tanti anche i rimedi fisici. Abbiamo già usato il ghee, e conoscete bene tutte le altre cose per rimettere l’Hamsa a posto.

Per l’Hamsa è anche importante non baciare le persone. Credo si debba perdere l’abitudine di baciare, perché baciando si acquisiscono i germi di un’altra persona. In Sahaja Yoga si può fare, ma se dico questo non vuol dire che tutti dovete sviluppare la mania dei baci. No, non è corretto. Se in India andate da qualcuno e lo baciate egli rimarrà imbambo­lato, non capirà cosa sta succedendo.

Più iniziate ad esprimere il vostro amore attraverso questi gesti e meno è dentro di voi. Più usate certe espressioni … , per esempio, c’è una maniera di dire “Grazie”, e continuate a dire  “Grazie, grazie, grazie, grazie … “, ma è solo un muovere le labbra. Molte persone, in molti paesi, non dicono mai grazie, ma sono molto grate dentro. La gratitudine interiore crea quella profondità necessaria.

Con la vostra discriminazione dovete quindi evitare di fare le cose superficialmente, di qualsiasi cosa si tratti.

Ma evitare gli estremi, evitare troppa espressione esteriore può di nuovo portare ad un’altra forma di mancanza di discriminazione. Guarda­te gli Inglesi: non parlano, semplicemente non parlano. Viaggiate con loro ogni giorno per 25 miglia, seduti vicino, non vi chiedono chi siete. Sanno tutto di voi, ma rimangono quieti. Non è previsto che parlino. Questo è artificiale.

Quindi il secondo punto che dobbiamo toccare è che non dobbia­mo essere artificiali.

Va bene se qualcuno sente, con spontaneità, di dimo­strarmi affetto e mi abbraccia. Non è un problema, perché non è qualcosa di artificiale, semplicemente viene spontaneo.

I bambini sono i più sponta­nei, non sono artificiali, non sono affatto artifi­ciali. Allo stesso modo, voi dovete comportarvi con molta naturalezza ri­guardo ogni cosa.

Va bene se gli uomini, parlando tra loro, si spintonano un po’, non impor­ta. Non è un insulto, è affetto, è un’espressione di affetto, va bene. Ma dovrebbe essere una cosa spontanea, non artificiale. Non do­vremmo fare cose artificiali in Sahaja Yoga, assolutamente, in nessun caso.

Ma indossare i vestiti non è una cosa artificiale. Essere decenti non vuol dire artificialità, essere dignitosi non vuol dire artificialità. Artificialità è manifestare una cosa che non sentite dentro. Questa è artificialità, ma un Sahaja Yogi sa di avere quella fragranza, quella timi­dezza, ha del protocollo  e rispetta il suo corpo.

Per rispetto al suo corpo non farà mai nulla che possa insultare il suo corpo. E questo è il modo di fare, se capite quando andare avanti e quan­do fermarvi.

Ho visto poi un’altra forma di mancanza di discriminazione in Sahaja Yoga, ed è che la gente inizia ad utilizzare me per raggiungere alcuni propositi.

Supponiamo ad esempio che qualcuno scriva un poema, allora verrà da me dicendo: “Per favore, corregga il mio poema”. Io cor­reggo un poema, due poemi, tre poemi, dieci poemi e poi lui perderà la capacità di scrivere poemi.

Non dovreste utilizzarmi per i vostri propositi in questo modo, anche se, in ogni caso, voi usate me … , ma con la comprensione che: “Madre è sempre con me e mi aiuta”.

Non c’è bisogno di farvi sempre avanti e occupare il mio tempo e infastidirmi al punto che pensi: “Oh Dio, quando me ne libererò?”.

Oppure altri dicono: “Madre, deve venire a casa mia, deve prendere il mio bambino, deve incontrare mio marito”, che magari è un ubriacone. Anche mettere l’attenzione su ciò che chiamate “vostro” è una mancanza di discri­minazione.

Invece di far questo, mettete la vostra attenzione su di me, piuttosto che portare la mia attenzione su di voi.

E’ una linea molto sottile, come se camminassimo sul filo di una lama, c’è una sottilissima linea della discriminazione, ma quando la conosce­te come uno stato interiore voi avete discernimento. Non potete essere privi di discriminazione neanche se lo volete. E questa è l’ascesa.

Quindi, una volta che uscite da questo chakra e passate attra­verso l’Agnya, entrate nel Sahasrara, dove dovete avere giudizio. Allora, qualsiasi cosa si manifesti da lì è benedetta. Qualsiasi espressione ne viene fuori è benedetta. Dal Sahasrara è tutto pieno di giudizio e bellissimo.

Inoltre, alcune persone hanno l’abitudine di dominare me. Ad esempio, iniziano a parlare mentre io parlo. Se dico qualcosa, vogliono farsi avanti … allora faccio degli scherzi. Sono brava a fare scherzi, ma ho molta discriminazione, così non c’è nessun problema. La mia discrimina­zione crea lo scherzo, perché se fossi diretta non lo gradireste, così … meglio avere discernimento e fare degli scherzi.

In ogni cosa che facciamo si esprime la discriminazione e, se siete dei solidi Sahaja Yogi o Sahaja Yogini, la vostra discriminazione è evidente, ognuno la sente, la conosce e sa che è lì.

Così per tutti voi è importante sviluppare la vostra discri­mina­zione e chiedermi oggi di risiedere nel vostro Hamsa Chakra, così che voi siate sempre collocati nel potere della discriminazione. Con la discrimi­nazione ci siamo evoluti allo stadio umano e per andare oltre dobbiamo sviluppare la nostra discriminazione innata, che ritengo sia l’essenza di tutte le religioni, di tutte le avventure avute, di tutte le vite che abbiamo conosciuto.

E’ la discriminazione attorno a noi a muovere ogni cosa.

Che Dio vi benedica tutti.