Shri Fatima Puja

(Switzerland)

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Shri Fatima Puja, St Georges (Switzerland), 14 August 1988.

Oggi ci siamo riuniti per il puja a Fatima, che è stata un simbolo di Gruha Lakshmi. Celebreremo quindi il puja al principio di Gruha Lakshmi dentro di noi. Così come la donna di casa deve prima finire ogni cosa, ogni lavoro in casa e poi va a farsi il bagno, allo stesso modo oggi ho dovuto fare molte cose e soltanto dopo sono potuta venire al vostro puja, perché oggi i compiti di una casalinga sono molti. Ho dovuto portarli a termine come una brava donna di casa.

L’evoluzione e lo sviluppo del principio di Gruha Lakshmi sono dovuti al Divino, non si tratta di una creazione umana; come sapete, risiede nel nabhi sinistro. La Gruha Lakshmi è colei che si manifestò nella vita di Fatima, che era la figlia di Maometto. Ella si incarna sempre imparentata con un Guru, ed ha con lui un rapporto di verginità, di purezza: viene quindi come sorella, oppure come figlia. La bellezza della vita di Fatima fu evidente dopo la morte di Maometto, quando come al solito ci furono dei fanatici che ritennero di potersi impadronire della religione e renderla una cosa estremamente fanatica. Non si poneva molta attenzione sull’ascesa di una persona. Maometto descrisse suo genero in molti modi: Ali fu una delle due incarnazioni di Brahmadeva che vennero su questa Terra. Egli era un’incarnazione di Brahmadeva, la cui altra incarnazione fu Sopandeva. Potete recarvi a Puna a visitare il tempio dedicato a Sopandeva.

Abbiamo, dunque, Ali e sua moglie Fatima, che incarnò il principio del nabhi sinistro. Lei stava in casa, nella sua casa, e usava quello che chiamano parda o nakab per coprirsi il volto. È il simbolo che una donna, una casalinga, deve salvaguardare la propria castità coprendosi il viso. Poiché era una donna molto bella ed era nata in un paese estremamente violento, sarebbe sicuramente stata aggredita se non avesse adottato quell’abitudine.

Come sapete, all’epoca di Cristo, Maria, nonostante fosse un’incarnazione di Mahalakshmi, dovette assumere una personalità allo stato potenziale, e Cristo non voleva che se ne conoscesse l’identità.

Nonostante ella (Fatima) stesse in casa, era la Shakti, quindi permise ai suoi figli, anzi, ordinò loro, di combattere quei fanatici che stavano cercando di rinnegare l’autorità di suo marito e, come sapete, fu così che Hassan e Hussein (figli di Fatima e Ali, ndt) furono uccisi.

È bellissimo vedere come il Mahalakshmi Tattwa di Sita abbia assunto la forma di Vishnumaya proprio per affermare il meraviglioso principio della donna di casa. Ella (Fatima) era molto potente, non c’è dubbio, e sapeva che i suoi figli sarebbero stati uccisi. Ma (in realtà) queste persone non vengono mai uccise, non muoiono né soffrono mai. È una commedia che hanno dovuto inscenare per mostrare alla gente quanto sia stupida. Di conseguenza nacque un nuovo metodo di venerare i santi. Ad esempio, in India, gli Shiya rispettano gli Auliya, che possiamo definire anime realizzate come Nizamuddin Sahib. Poi abbiamo avuto Chisti; in Ajmer abbiamo avuto Hajrat Chisti. Gli Shiya rispettavano tutti questi grandi santi, eppure ancora non riuscivano a trascendere i limiti della religione e divennero quindi estremamente fanatici.

Prima di tutto non volevano nemmeno prendere in considerazione che altre religioni avessero altri santi. Non volevano rispettare i santi che appartenevano ad altre religioni, nemmeno quando abbiamo avuto un grande santo come Sai Nath di Shirdi che era, innanzitutto, musulmano. Si dice che Fatima stessa l’abbia portato tra le braccia per darlo ad una signora.

Per quanto riguarda noi indù, non negavamo la sua santità, ma i musulmani non l’hanno accettata. C’era anche, vicino a Bombay, Haji Malang, che era un’altra anima realizzata. Anche lui si rese conto del fanatismo degli Shiya. La parola Shiya deriva da Siya; in U. P. (probabilmente si riferisce all’Uttar Pradesh, uno stato dell’India, ndt) Sita viene chiamata Siya, Sitaji viene chiamata Siya. Non si resero neanche conto che ci sono santi che non sono, per così dire, musulmani, eppure sono comunque santi. Non riuscivano a venirne fuori. Abbiamo anche Haji Malang, che era venerato dagli indù, nonostante si recassero da lui anche dei musulmani. Haji Malang era alquanto preoccupato per il fanatismo degli Shiya, così incaricò alcuni indù di venerarlo, tanto per riequilibrare la situazione. Facevano cose di ogni tipo.

Ci sono molti santi così: ad esempio sono stata a Bhopal, dove è sepolto un altro grande santo. Tutti i suoi discepoli contavano solo sugli introiti ricavati da quel luogo, cosa davvero riprovevole. Persino i discepoli di Hajrat Nizamuddin si comportano allo stesso modo degli indù: sfruttano la situazione, ne fanno un’impresa commerciale. Quel santo morì e fu sepolto in questo luogo, e c’erano molte persone che facevano assegnamento su questo. Quando mi sono recata lì, ho chiesto loro: “Qual è la vostra religione?”, e mi hanno risposto che erano musulmani. Ho chiesto anche: “A quale religione apparteneva il santo che è morto?” Mi hanno risposto che i santi non hanno religione. Allora ho chiesto: “Perché dunque volete seguire una religione? Perché non seguite la sua religione? Essi (i santi) non hanno una religione, nemmeno i sannyasi ce l’hanno: sono Dharmatita, sono oltre la religione.”

Ma ciò che è accaduto con ogni incarnazione, è accaduto anche con gli shiya, con i sunniti (ortodossi dell’Islamismo, seguaci della sunna di Maometto ndt), con gli indù, con i musulmani e con tutti gli altri: hanno creato un gruppo fanatico. Il fanatismo stesso è assolutamente contro la religione, contro la religione innata dentro di voi, perché genera veleno. È una cosa venefica. Vi fa odiare gli altri. Quando iniziate a odiare gli altri, come reazione vi nasce dentro un veleno orribile che divora tutto ciò che c’è di bello in voi. Odiare qualcuno è la cosa peggiore che possano fare gli esseri umani, ma loro possono farlo, possono fare tutto ciò che vogliono. Gli animali non odiano nessuno: ci pensate? Non sanno odiare, possono mordere qualcuno perché è nella loro natura, possono graffiare qualcuno perché è nella loro natura, ma non odiano mai nessuno. A loro può non piacere qualcuno; ma l’odio, che è un veleno, è una particolarità concepita e assorbita soltanto dagli esseri umani. Solo gli esseri umani possono odiare e l’odio, questa cosa orribile, si è instaurato anche fra i musulmani.

Questa Karbala non è stata creata per l’odio, ma per l’amore. Tutto ciò che è stato creato per l’amore è stato convertito in odio, in tutte le religioni. L’aspetto peggiore di tutta la situazione è che ciascuna delle parti che odiano ritiene l’altra la peggiore di tutte. Secondo quale logica, legge o regola lo decidano, dipende dalla loro prospettiva personale. Formano dei gruppi in questo modo. Per quale motivo particolare è stato creato questo principio di Gruha Lakshmi? È per superare l’odio, per mitigare questa cosa gelida chiamata odio, che è stato creato il principio di Gruha Lakshmi. In famiglia, dove c’è la donna di casa, il principio di Gruha Lakshmi deve attenuare l’odio tra i figli, tra i figli e il marito. Ma se lei stessa gioisce del suo odio, come potrà mitigarlo? È lei la sorgente della pace che attenua l’odio. In India abbiamo famiglie allargate, anche voi avete rapporti di parentela con zii, zie eccetera. Ma il compito della donna di casa è quello di smussare le angolosità delle persone che creano attrito.

L’uomo deve venerare la donna di casa. Si dice: “Yatra Narya Pujyante, Tatra Ramante Devata”: solo laddove la donna di casa è rispettata, risiedono gli dei. Devo dire che nel nostro paese (India) tutto il credito deve andare alle casalinghe, perché noi siamo incapaci in economia, incapaci in politica, nell’amministrazione. Senza speranza. Gli uomini sono inetti, non sanno fare alcun lavoro in casa, niente; le donne l’hanno tenuto per sé. Ma la nostra società è di livello elevatissimo, ed è mantenuta tale dalle donne di casa. L’uomo, quindi, deve rispettare la donna di casa, è molto importante: se non la rispetta, non c’è alcuna possibilità di preservare il Gruha Lakshmi Tattwa.

Si tratta di preservare il principio della donna di casa, eppure alcuni uomini, anzi molti, pensano di avere il diritto di maltrattare le proprie mogli, di torturarle, di dire loro cose di ogni tipo, arrabbiarsi con loro, anche se sono donne buone. Se invece lei è una brontolona, se è un bhut, ne sono soggiogati, completamente soggiogati. Se la moglie è un bhut, il marito cercherà sempre, in un certo senso, di compiacerla e sarà estremamente gentile con lei. Dopotutto sa che lei è un bhut. State attenti, non sapete quando il bhut vi attaccherà come un serpente; e se lei sa come incutere timore o discutere, loro hanno anche paura. Non c’è amore, non hanno amore o rispetto l’uno per l’altra, ma essi provano soggezione o paura e temono una donna simile. Alcune donne pensano che civettando  controlleranno più facilmente i propri mariti; al contrario, perdono il proprio principio fondamentale, la shakti (potere) fondamentale che hanno, e vanno incontro a dei problemi.

Il principio fondamentale di una Gruha Lakshmi è il rispetto della propria castità, il rispetto della propria castità interiore ed esteriore. È questa la sua stabilità. Ovviamente la maggior parte degli uomini ne approfitta: se la moglie è docile, obbediente, si sentono in dovere di comandarla a bacchetta a destra e a sinistra. Tuttavia, la donna, la donna di casa, deve sapere che non si tratta di docilità, ma obbedisce alla propria moralità, alle proprie virtù, alle proprie qualità. Se il marito è uno stupido, d’accordo, è stupido come un bambino, basta. Ma il marito deve sapere che deve rispettarla, altrimenti è un caso perso, è finito, è un buono a nulla. Prima di tutto dovrà fare in modo che la donna di casa sia rispettata come una Gruha Lakshmi: a quel punto fluiranno le benedizioni. In nessun caso dovrà insultarla, essere scortese con lei, alzare la voce e dirle cose sgradevoli.

Però la donna deve essere rispettabile. Vi ho detto molte volte che se vostra moglie è dominante, certamente potete darle due schiaffi. Non c’è alcun dubbio, lei non deve essere dominante, deve anzi rimuovere le tendenze dominanti degli altri. È la sorgente della pace, è la sorgente della gioia ed è colei che crea la pace. Se invece vi crea problemi, potete schiaffeggiarla con delicatezza, farla rinsavire, va bene.

Il principio (tattwa) di Gruha Lakshmi è reciproco, non dipende solo dalla moglie o dal marito ma da entrambi. Se fate soffrire vostra moglie, il vostro nabhi sinistro non potrà mai migliorare; oppure, se siete una cattiva moglie il vostro nabhi sinistro non potrà migliorare. In Occidente, il problema delle donne è che non si rendono conto di quale sia il loro potere. Anche una donna di ottant’anni vorrebbe avere l’aspetto di una sposina. Non sentono la propria dignità, né gioiscono della dignità dentro di sé. Sono le regine della casa, eppure vogliono comportarsi come ragazzine frivole, infantili, di basso livello. Non sentono la dignità del loro essere, parlano troppo, si comportano in un modo che non si addice ad una donna di casa. Ad esempio muovono le mani così, parlano come le pescatrici quando vendono il pesce o quando litigano o quando talvolta urlano. Urlano anche, ho sentito dire che a volte urlano e picchiano i mariti, questo è proprio il massimo. Innanzitutto stanno sempre a paragonarsi ai mariti, dicendo ad esempio: “Io sono la figlia di un uomo molto ricco, vengo da una famiglia importante, invece mio marito proviene da una famiglia così umile, non ha denaro, niente”. Non è istruito e quindi lo maltrattano, lo trattano in un modo che non dimostra alcun rispetto.

Una donna simile perderà tutti i suoi poteri, inoltre a modo suo si sentirà colpevole. Si sentirà colpevole perché, in primo luogo, nessuno ha il diritto di sentirsi superiore a qualcun altro, specialmente in Sahaja Yoga. Sentirsi superiori ai propri mariti, poi, è qualcosa di incredibile. Può non essere un Sahaja Yogi, d’accordo; può non essere arrivato a questo punto, ma voi, con il vostro comportamento, con la vostra forza, con tutto ciò che avete, potete salvarlo.

Perché invece vi perdete dominando gli altri, soffocandoli, rendendo vostro marito come una specie di rana in un pozzo dicendogli: “Dovremmo essere felici da soli, noi due, prendiamo una casa per conto nostro dove non entri nessuno.”? Nemmeno un ratto entrerà in quella casa. Anche dire: “‘Questi sono i miei figli, mio marito, io…”, è la negazione di  Sahaja Yoga. È la forma negativa della comprensione. Sono cose completamente assurde, non appartengono a nessun Sahaja yogi o a nessuna Sahaja yogini. Tutto questo egoismo, tutto questo isolamento è contro Sahaja Yoga.

Tipico di una donna di casa, invece sarà, per esempio: “Quanto (cibo) devo preparare? Verranno cinquanta persone.” Il marito dirà: “Verranno solo in dieci. Perché vuoi preparare per cinquanta?” “Potrebbero voler mangiare di più.” “Perché allora hai messo cinquanta piatti?” “Potrebbero portare degli amici con sé!” Lei, nella sua generosità, pensa questo. Gioisce della propria generosità. Gioisce della propria generosità. Ne ho conosciute molte così, anche se non sono Sahaja yogini; vi diranno: “Vieni, cognata, vieni a cena.” “No, non vengo, perché cucini troppe cose, non vengo!” “Come, non vieni? No, no! (allora) Cucinerò poco, ma per favore, vieni.” A quel punto si metteranno subito a pensare: “Quali verdure ci sono al mercato? Quale dovrò prendere, qual è la migliore?’ Io non sono il loro Guru, non sono la loro Madre, sono solo una parente, ma loro vogliono dimostrarmi il loro amore attraverso il cibo, sono coloro che donano il cibo.

Sono le Annapurna, e questa è la qualità più importante: la generosità. Se una donna non ce l’ha (la generosità), non è in alcun caso una Sahaja yogini, credetemi. Il marito può anche essere un po’ avaro, non importa, ma la moglie deve essere generosa; a volte regala di nascosto del denaro, non ai propri figli ma agli altri. In Sahaja Yoga devono esserci donne di questo tipo, meravigliose. Ma mi dispiace molto che talvolta l’attacco nei miei confronti provenga dalle donne in Sahaja Yoga, non dagli uomini. Io stessa sono una donna e rimango scioccata che le donne mi attacchino in questo modo; per cosa poi?

In Sahaja Yoga non esistono dominazioni di alcun tipo, ma tutte queste cosiddette idee di subordinazione e di predominio vengono dalle false idee che avete sulla vostra dignità, sulla vostra capacità di comprensione; non siete consapevoli di voi stesse. Non sapete che siete la regina e nessuno può dominarvi. Chi può dominare la signora che governa la casa? Supponiamo che il marito dica: “Non mi piace questo colore, ma d’accordo, lascialo pure per un po’.” Poi arriva qualcun altro che dice: “Che bel colore!” E lui (il marito) a quel punto dirà: “Ah, sì, è un così bel colore, non cambiarlo!” Le donne devono comprendere gli uomini. Loro hanno occhi grandi, non microscopici; vedono tutto in una prospettiva molto ampia. Oggi diranno una cosa e domani se ne dimenticheranno, non hanno occhi minuscoli, sono troppo al di sopra di queste cose, sono al di sopra di queste cose. Dovete rendervene conto.

Invece, se lui monta a cavallo: “Devo montarci anch’io” e cadere; se va a sciare: “Devo andarci anch’io”; se lui sviluppa i muscoli: “Devo svilupparli anch’io”. Si sta arrivando a questo estremo. Le donne hanno iniziato ad avere un aspetto indicibile. Non si capisce che genere di donne siano queste con muscoli enormi ma senza i baffi. Abbiamo idee stupide di questo tipo.

Non esiste alcuna subordinazione; siete subordinate alla vostra dignità, alla vostra castità, al vostro senso dell’onore e soprattutto alla vostra moralità, perché ne siete voi le responsabili.  Chi è responsabile di qualcosa, deve occuparsi di quella cosa.. Quanti litigi provocate! Come potete essere litigiose quando ci si aspetta che siate coloro che creano la pace? Supponiamo di inviare in un paese due pacificatori per comporre la pace, e che questi si taglino la gola a vicenda: cosa direste di una cosa simile?

Siete coloro che devono appianare ogni cosa, che devono manifestare tali espressioni d’amore, cose così dolci, che la famiglia stessa trovi rifugio in voi, si senta al sicuro con voi, perché siete la madre. La famiglia deve sentirsi al sicuro con voi, e questo amore è il vostro potere. È questo il potere che potete dare. Vivete dando amore, e scoprirete che vi arricchirete sempre. Pensate ai regali che faccio io, in confronto a quelli che ricevo. Non so, dovrò far costruire un’altra casa. Continuo a dire di non farmi regali individuali, che non ne accetterò più, eppure, malgrado questo, non so…Se ricevo qualcosa con amore, con cura, quello stesso amore si manifesta e vi torna indietro come una poesia. A volte rimanete sorpresi.

Vi farò un semplice esempio della mia vita di come l’amore faccia funzionare tutto. Ero una donna di casa in tutto, ritengo. Una volta mi trovavo a Delhi, si avvicinava il momento della nascita di mia figlia. Le stavo preparando qualcosa a maglia stando seduta fuori nel prato, quando entrarono in casa tre persone, due uomini e una donna. Vennero da me e dissero: “Sono una casalinga e, di questi due, uno è mio marito e l’altro è un suo amico, musulmano. Siamo venuti da lei per trovare rifugio perché siamo profughi.” Li guardai, mi sembrarono ottime persone, a posto. Dissi loro: “D’accordo, prego, sistematevi in casa mia.” Detti loro la stanza esterna che aveva un bagno e una cucina e all’uomo dissi: “C’è un’altra stanza libera, può stare lì, mentre marito e moglie possono stare qui.” La sera rientrò mio fratello e iniziò a gridare a più non posso, dicendo: “Che succede qui? Non conosci quelle persone, potrebbero essere ladri, potrebbero fare di tutto.” Poi arrivò mio marito e si coalizzò con lui, perché sono amici.

Vedete, gli uomini sono tutti uguali, quindi (anche lui) disse che non capiva perché avessi trattenuto lì quelle tre persone: “Dio solo sa chi siano, dicono di essere profughi, questo e quello. Lei non si sa, lui è indù, l’altro è musulmano. Dio solo sa se lei ha un marito o due mariti.” Cose di ogni tipo. Il mattino dopo se ne erano già dimenticati. Io avevo detto: “D’accordo, lasciamoli stare qui per stanotte, va bene? Non posso trascinarli fuori stasera; solo per una notte.” La mattina dopo si erano già dimenticati che quelle persone erano lì. Gli uomini sono fatti così: il primo giorno un gran putiferio, un gran putiferio, e io risposi: “D’accordo, solo per una notte. Non gridate, però, altrimenti li offenderete.” Il mattino dopo uscirono per andare al lavoro, non avevano tempo. In casa sono attivi solo un giorno alla settimana, per il resto sono inattivi; così uscirono. Andò a finire che quelle persone rimasero da me per un mese. Poi la signora trovò un lavoro e se ne andò insieme al marito e al musulmano.

Nel frattempo, però, a Delhi c’erano stati gravi disordini, una grande sommossa, perché nel Punjab erano stati uccisi molti indù e sikh. Ciò ebbe ripercussioni anche a Delhi, dove iniziarono ad uccidere tutti i musulmani. Così, tre o quattro sikh e uno o due indù vennero a casa mia e mi dissero: “Sappiamo che da lei vive un musulmano.” Io gli risposi: “No, come potrebbe?” E loro: “Qui c’è un musulmano e dobbiamo ucciderlo.” Io dissi: “Vedete, porto questo grande (termine indiano, forse il bindi), come potete credere che io possa avere in casa mia un musulmano?” Pensarono che fossi una vera fanatica indù, quindi mi credettero. Dissi: “Se volete entrare in casa mia, dovrete passare sul mio cadavere. Non ve lo permetterò.” A quel punto si spaventarono parecchio e se ne andarono. Quel signore aveva sentito le mie parole e venne a dirmi: “Sono sorpreso di come Lei abbia rischiato la vita.” Io risposi che non era niente. Così ebbe salva la vita ed ora, questa persona, questo musulmano, è diventato un grande poeta che si chiama Sahir Ludhianvi, e la signora è diventata una grande attrice che di solito interpretava il ruolo di madre, Achla Sachdeva.

Un giorno venni a sapere chi erano diventati, ma non lo dissi a nessuno. Pensavo: “Se sapessero che sono a Bombay impazzirebbero per vedermi, e io non ne ho il tempo.”

Fondammo un centro cinematografico per i giovani, per mostrare loro dei buoni film. In seguito, però, divenne una farsa, non mi ascoltano mai. Dissero che dovevano assumere Achla Sachdeva per interpretare il ruolo di una madre. Io dissi: “D’accordo, ma non ditele che ve l’ho detto io, non ho niente a che fare con questo.” Erano passati anni, circa dodici, credo. Andarono a proporglielo, e lei era collerica come sono le attrici: “No, no, quanto mi pagheranno? Non posso recitare gratis, altrimenti me lo chiederanno tutti: come posso recitare per niente? Dovrete fornirmi i sari, dovrete darmi questa somma,” cose del genere. Risposero: “D’accordo, almeno vieni al Mahurat. Vieni al Mahurat, quando inizieremo. Il Mahurat è dove si inizia.” Lei venne e io ero lì.

Mi guardò e non riusciva proprio a credere di rivedermi dopo dodici anni. Cominciarono a scenderle le lacrime dagli occhi, non riusciva a dire niente; venne solo da me, mi cadde fra le braccia e mi chiese dove fossi stata per tutto quel tempo, aveva cercato di rintracciarmi, poi iniziò a descrivermi, eccetera. Anche Sahir Ludhianvi era lì e disse: “Cosa? Quella Signora è qui?” Risposero: “Questo è un suo progetto.” “Oh, Dio, perché non ce lo avete detto prima? Daremmo la vita per lei,” ed erano così stupiti, e come erano cambiati! Dissero: “Niente denaro, niente, darò io del denaro per questo progetto. Niente da fare.”

Vedete, ero una casalinga, una semplice donna di casa, non avevo molti diritti sulla proprietà di mio marito, su niente, e mio fratello era un altro tipo dominante; messi insieme quasi mi avrebbero ucciso quella notte con la loro rabbia, la loro collera. Io li calmai e, sapete, quando poi raccontai tutto a mio marito e mio fratello rimasero stupiti. Dissi loro ciò che (quelle persone) erano diventate, avrebbero dovuto notare il cambiamento, come erano cambiate. Avevano detto: “No, risponderemo di no a qualsiasi istituto di beneficenza, questo è l’ultimo errore che commettiamo” e, invece, hanno abbandonato l’idea del guadagno e del denaro; lei ha recitato in molti film per beneficenza e anche Ludhianvi  ha scritto molte cose per beneficenza.

Una donna, quindi, può rendere l’uomo una personalità molto caritatevole, perché lei stessa lo è. È un’artista e può creare bellezza intorno a sé, in casa, in famiglia, nella società, ovunque. Invece no, le donne vogliono combattere come gli uomini, vogliono creare associazioni, vogliono unirsi per combattere per i loro diritti. Sono d’accordo sul fatto che molti uomini sono stati estremamente crudeli. Alcune leggi sono state estremamente crudeli. Ci sono alcune cose, e bisogna dirgliele. Ma non è questo il modo.

C’è un altro metodo per far migliorare gli uomini che cercano di distruggere le donne, perché esse hanno una grandissima qualità: i Ganas sono con loro e Shri Ganapati è con loro. Se esse sono caste, se non cercano di mettere in mostra il proprio corpo e la loro bellezza per trarne un vantaggio, Egli non si schiererà mai dalla parte degli uomini. Le donne di questo tipo sono estremamente potenti, estremamente potenti, e quando ce n’è bisogno mostrano tutto il loro valore, così come Jhansi Ki Rani. Lei era una semplice casalinga, ma combatté contro gli inglesi; essi stessi si stupirono del suo valore e dissero: “Abbiamo conquistato la città di Jhansi, ma la gloria va alla sua regina.” Ne abbiamo avute tante così, abbiamo avuto Noorjahan, Ahilya Bai. Abbiamo avuto molte grandi donne in India grazie a queste istituzioni. C’è stata Padmini, Chand Bibi, possiamo nominare così tante donne che sono state grandi ed erano casalinghe.

Le qualità della donna sono come il potenziale della Madre Terra o il potenziale di ogni tipo di energia, ad esempio l’elettricità ha il suo potenziale da qualche altra parte. Qui vedete le luci, non ha importanza se siano una o due luci; ma è importante il potenziale. Dobbiamo comprendere che noi siamo il potenziale e, per preservarlo, dobbiamo avere il senso della dignità, dell’onore e della moralità dentro di noi. Gli uomini devono rispettare le donne che sono così. Ma gli uomini sono  stupidi, perché non rispetteranno una donna che li ama, che è casta, buona, che vuole che siano collettivi, che vuole che donino e siano generosi, che vuole la promozione di Sahaja Yoga e che il marito sia felice e gioioso ed entri in Sahaja Yoga. Invece correranno dietro alle donne strane, stupide. Cosa c’è di così attraente nelle donne bhutish, non so, devono avere anche loro dei bhut, ed è per questo che ne sono attratti.

Il risultato di tutta questa cattiva condotta degli uomini è che le donne diventano molto insicure, perdono la sicurezza. Di conseguenza, l’uomo soffre e la donna soffre. Un uomo che trascura sua moglie e la tratta in questo modo, contrarrà il cancro del sangue. E una donna che si comporta in questo modo, che maltratta il marito, si ammalerà di asma o di un tipo molto grave di cirrosi, o forse avrà un danno cerebrale, o una paralisi, o la completa disidratazione del corpo perché il nabhi sinistro è molto importante. Se lo rendete frenetico, ad esempio correndo e saltando di qua e di là in continuazione e comportandovi in modo frenetico, il nabhi sinistro va fuori controllo e sviluppate il cancro del sangue. Ho sempre notato che i mariti delle donne magre sono agitati: perché? Perché la donna lo fa correre su e giù in continuazione: “Fai questo, fai quello, non mi hai portato questa cosa, ti avevo chiesto di portarmi la coca-cola e non l’hai fatto, non hai fatto quest’altro,” come se fosse sempre lui quello che sbaglia. Così l’uomo diventa nervoso, sempre nervoso. A lui viene qualche problema a causa di questa agitazione, e a lei viene qualcosa per il tormento che gli infligge. Non c’è amore, non c’è gioia, non c’è felicità. Questa follia del mantenere la linea, che ora grazie a Dio sta diminuendo, viene dall’America. Questa pazzia della linea vi rende strane.

Le donne devono fermarsi. Devono essere Grahasthis, trovarsi, cioè, a proprio agio in casa, essere soddisfatte di stare in casa. Se invece corrono in continuazione di qua e di là, se non vogliono stare in casa, allora non sono donne di casa, ma domestiche. C’è una storia di una signora che era una domestica; in seguito divenne casalinga, ma non riusciva a smettere di girare di qua e di là perché era una domestica, non sta mai ferma in casa.

Per chi è la casa? Non è per lei, non è per il marito, non è per i figli; è per accogliere altre persone. Così come Madre Terra ha disposto tutte queste bellissime cose per voi, affinché veniate a gioirne. Ma è molto comune, anche in Sahaja Yoga, trovare persone che, dopo il matrimonio, sono assorbite esclusivamente l’uno dall’altra e trascurano Sahaja Yoga. Allora i loro figli soffrono, diventano difficili, strani, disubbidienti, tortuosi. È una punizione; non sono io a punire, è la vostra stessa natura a farlo.

Supponiamo che mettiate la mano sul fuoco: vi brucerete. Chi vi punisce? Siete voi stessi a farlo. I figli diventano strani. Solo per la vostra famiglia, solo per il vostro cibo, solo per la vostra casa: se questo egoismo si insinua nell’uomo, Dio salvi quella famiglia. Se accade alla moglie, va un po’ meglio, almeno un po’; ma se è l’uomo a dire, “Dovrei avere una casa, un lavoro; dovrei occuparmi dei miei figli; è per la mia famiglia”, è un caso perso. La nostra famiglia non è composta solo da un uomo e una donna: l’intero universo è la nostra famiglia. Non siamo da soli e, se diventate arbitrari, se vi isolate, oggi devo dirvi e avvertirvi che verrà un giorno in cui coloro che tentano di isolarsi contrarranno malattie orribili; ma non addossatene la colpa a Sahaja Yoga. Sahaja Yoga ha il suo regno bellissimo, il regno di Dio. Ma nel regno di Dio dovete essere collettivi.

Ma una cattiva moglie può creare problemi. Formerà un gruppo di persone, un gruppo di donne. Continuerà a schiacciare tutti con i suoi bhut, o forse è molto consapevole della sua istruzione, o della sua posizione, o del suo denaro e cose di questo genere. Poi tenterà anche di tenere suo marito lontano (dalla collettività, ndt). Queste persone devono pagare per ciò che hanno fatto, ma non è una punizione.

Il Gruha Lakshmi Tattwa è quindi molto importante in Sahaja Yoga. La maggior parte di coloro che hanno avuto problemi dopo essere entrati in Sahaja Yoga, hanno trascurato il loro principio di Gruha Lakshmi, perché se questo va fuori uso, si blocca il cuore centro. Le donne che hanno tentato di fare questi trucchi dovrebbero smettere immediatamente, perché è un atteggiamento tutt’altro che dignitoso; nessuno rispetta una donna simile. Questo è verissimo per quanto riguarda i leader e le loro mogli. La moglie di un leader, così come la posizione di leader è la minima delle minime, delle minime cosiddette posizioni; la più insignificante. Ciò che avete ottenuto è molto più elevato di questo. Se chiedete ad un santo di diventare re, dirà: “Cosa? Volete mettere l’oceano in una tazza?” È la minima delle minime, la più bassa fra le più basse.

Coloro che pensano che la loro vita sia solo servizio, sono altre persone stupide. La vita è gioia, non servizio. Anzi: il servizio stesso è gioia. Ma se vi limitate all’aspetto del servizio, pensando: “Oh, mi sto sacrificando, questa è la mia tapasya (penitenza)”, è finita. Finite per diventare simili ad un tapasvi, al gambo di una pianta di fagiolo che può essere usato per una croce. Sahaja Yoga è gioia; ma finché non riuscirete a percepire l’essenza della gioia in ogni cosa, non potrà esserci vera gioia. Se togliete l’essenza dalla canna da zucchero, lo zucchero dalla canna, cosa rimarrà? Allo stesso modo, tutto il cosiddetto servizio, la tapasya e tutto il resto non ha dolcezza: così è finita. Invece, tutto ciò che è dolcezza, viene creato dalle donne.

Invece loro sono molto severe: “Non rompere questo. Tieni questo a posto, quest’altro a posto”. Il marito torna a casa e si sente come un criminale. Lui deve essere come un toro in un negozio di ceramiche, deve esserlo: in un certo senso è una cosa positiva! È bello che lui non sappia niente, è anche meglio per voi. Ma renderlo in continuazione uno schiavo: “Fai questo, non mi hai fatto quest’altra cosa, fammi quello”, non è il compito di una donna di casa. Il suo compito è come quello di Madre Terra: lei forse si lamenta? Assolutamente no. Vi dà ogni cosa, tanta è la sua capacità di sostenere. Ha così tanta dignità, poteri così grandi. Cosa le importa che qualcuno le dia o meno qualcosa? Vi stupirete se vi dirò che fino ad oggi, fino a ieri, non ho mai chiesto a mio marito di comprarmi qualcosa. Per la prima volta gli ho chiesto di comprarmi una macchina fotografica, e guardate il risultato, cosa ha detto la sera: non se lo aspettava minimamente, non era mai successo in tutta la vita.

Mi diceva: “Dimmi ciò che vuoi.” Per la prima volta gli ho chiesto qualcosa e guardate il risultato, perché non gli avevo mai chiesto niente prima! Una donna deve essere soddisfatta di sé stessa, soddisfatta in sé stessa, perché deve donare. Una persona che deve donare, come può chiedere di avere? Lei deve dare amore perché lei è amore. Deve offrire tutti i servigi, deve dare tutto ciò che possiede, deve calmare. Che responsabilità, vi dico, che responsabilità! La responsabilità di una donna è superiore a quella di un primo ministro, a quella di un re o di chiunque altro, e dovrebbe sentirsi orgogliosa che una simile responsabilità sia toccata a lei.

Una donna di casa ha più responsabilità di un leader di Sahaja Yoga. Ma le mogli dei leader possono essere orribili, perché pensano di essere diventate delle leader. Questo è il minimo del minimo. Ho già detto che è come l’oceano che viene messo in una tazzina. Il loro comportamento diventa così strano e assurdo che ne sono sorpresa.

Mi sono sposata in una famiglia che contava cento componenti e vivevamo tutti insieme: ognuno di loro mi adora. Se vado da qualche parte a Lucknow, vengono tutti, da ogni parte, per vedermi; se invece va mio marito, nessuno di loro va a trovarlo e lui si lamenta sempre. È lui il loro parente, non io, eppure vengono a trovare me e non lui. Se non avessi dato amore, se non avessi dato loro tutto ciò che volevano, non sarebbero venuti a trovarmi. Le donne, quindi, sono le protettrici, le protettrici degli altri: non devono tenere le cose per sé stesse. Abbiamo molte donne stupide con noi, vi dico, molte donne stupide. In hindi le chiamiamo ‘buddhu’, perché non sanno quali poteri abbiano ottenuto. Non sanno quale responsabilità abbiano. Io sono un esempio per loro.

Il mio grande problema è che praticamente il 60% dei leader hanno mogli orribili, devo dirlo, orribili, e così con loro Sahaja Yoga va giù. Non riescono a vivere in un ashram. Vogliono avere il loro cibo, il marito deve preoccuparsi che abbiano avuto il cibo. Invece sono loro a dover servire, devono prendersi cura di tutti e mangiare solo alla fine. Devono dare a tutti un letto, devono verificare che tutti stiano dormendo, devono coprire tutti i bambini, e solo dopo possono andare a dormire. Invece no, si siedono, diventano delle piccole Mataji o più grandi di Mataji. “Portami questo, portami quello, fai questo, fai quello”.

La maggior parte di loro non sa cucinare; tutte le mogli dei leader devono imparare, devono cucinare. Ora è obbligatorio. Devono cucinare col cuore. Dovrebbero essere in grado di cucinare e di darlo con amore agli altri; questo è il minimo per le Annapurna, e il marito non dovrebbe cercare i loro difetti. All’inizio potranno commettere degli errori, incoraggiatele. Incoraggiate le loro qualità, la loro bontà, la loro gentilezza. Ho anche visto ottime donne, che avevano una vita molto attiva in Sahaja Yoga, perdersi dopo il matrimonio. Anche i mariti, che si supponeva fossero Sahaja yogi, si sono persi. A volte si rivedono, a volte se ci sono io vengono, altrimenti non si vedono mai. Oggi ne parlavo con Arnold, che mi ha detto che molti qui sono così. Significa che i mariti devono avere qualche problema, perché prima del matrimonio si comportavano meglio.

Com’è importante il principio di Gruha Lakshmi dentro di noi affinché stiamo insieme, cresciamo insieme, sentiamo sempre la fratellanza, l’unità che c’è in noi. Ieri vi ho detto che vi avrei parlato dei raga che abbiamo. Ra è l’energia, ga in sanscrito significa ‘ciò che penetra, che si muove in ogni cosa’: sono le qualità dell’etere. Se immettete qualcosa nell’etere, ovunque possono riceverlo. Quindi, il raga è l’energia che si diffonde nell’etere e tocca il vostro spirito. Questo è il raga; direi che i raga sono simili alle casalinghe. Se siete in una banda militare dopo un po’ vi stancherete, destra-sinistra, destra-sinistra, destra-sinistra. Ma una bellissima melodia è estremamente armoniosa, e questa stessa melodia evoca bellezza.

Il modo in cui una donna di casa decora la sua casa, calma tutti, li fa sentire felici… Lei si prende cura di tutti, tutti sanno che lei è lì. Il comportamento moderno sarebbe di invitare qualcuno a mangiare la torta di compleanno del proprio figlio e tagliare per sé la prima fetta, perché siete la donna di casa. Che impressione farà? Vi dico che è ridicolo il modo in cui la donna di casa si mette sempre in prima fila davanti a tutti gli altri. Invece, devono rimanere nelle retrovie, perché devono prendersi cura degli altri, occuparsi di tutti, ecco cos’è un raga. Si prende cura di tutte le vostre angolosità. Supponiamo che una persona sia molto turbata, preoccupata: quando rientra dal lavoro, ascolterà un raga. Vi calma, vi fa sentire a vostro agio.

Invece c’è gente che torna a casa per cinque giorni, ma vive in qualcosa che non so come definire, non un albergo ma qualcosa di simile ad una tenda; il sesto giorno se ne vanno al mare oppure vanno a stare in albergo, nessuno vuole rimanere in casa perché non c’è il principio di Gruha Lakshmi. Invece, il raga ha bisogno di calma, di tranquillità. Finché non siete seduti comodamente non potete gioire del raga. Immaginate qualcuno che ascolti un raga mentre salta di qua e di là! Occorre calmarsi; quest’azione calmante è il compito di una donna di casa e l’uomo deve adeguarsi, calmarsi. Come vi ho detto molte volte, il vostro Nabhi sinistro va fuori controllo molto di più in questi tempi moderni e (per questo) nascono anche molti bambini frenetici.

Prima, in India, di solito i mariti si alzavano e andavano a fare il bagno e la moglie non stava mai con lui. Cucinava per lui, si occupava dei figli. Stare sempre appiccicate al marito provoca noia: il marito si annoia, la moglie si annoia, infine divorziano. Quindi, lei deve avere anche altri interessi come occuparsi dei bambini, della casa, di Sahaja Yoga, cose del genere. Dopo aver fatto il bagno, poi, lui torna e si siede in terra, in India. Beh, ora stiamo seduti  sulle sedie. A questo punto lei non gli dice: “Perché quella volta ti sei comportato così?” oppure: “Quella signora stava litigando”, oppure: “Sai, ho incontrato un’altra signora che mi hai detto che sei così e così”. No. Lei pensa: “Lasciamolo mangiare”. Ecco perché in India, se il marito vuole mostrare che è arrabbiato, non mangia a casa oppure si lava da solo la sua biancheria. È così che mostra la sua collera.

Dopo, lei gli fa vento lentamente, gli dice cose dolci: “Sai, oggi nostro figlio si è alzato e ha detto che vuole molto bene a suo padre”. “L’ha detto davvero?” “Certo, certo che l’ha detto”, e il marito sa che lei sta dicendo una bugia, ma sono tutte cose carine; “Sai, credo che tua madre stia meglio, penso che andrò ad occuparmi di lei, poi viene tua sorella, penso che dovresti comprarle un sari”. Gli dirà tutte queste cose delicate. Così lui mangia tranquillamente, poi si lava le mani e sale sul suo carro di buoi, non su una macchina sempre bloccata in qualche ingorgo.

Certo, ora è finito il tempo del carro di buoi, di far vento con il ventaglio; dovete essere molto veloci, ora la vita è veloce. In tutta questa frenesia, come vi ho detto, alla periferia della ruota sentite la velocità; sull’asse, però, non l’avvertite. I Sahaja yogi, quindi, devono stare in equilibrio sul proprio asse, e anche marito e moglie, il lato sinistro e il lato destro del carro, devono stare in equilibrio sull’asse; il lato sinistro è il sinistro, e il lato destro è il destro.

Le donne impiegano sempre più tempo per prepararsi, ma non io. Ci metto meno tempo di mio marito, molto meno. Ma questa è una loro abitudine, dimenticatevene. Le donne hanno le loro abitudini, sono donne; le donne rimarranno donne e gli uomini rimarranno uomini. L’uomo guarda l’orologio dieci volte; la donna lo guarderà una volta oppure, se è una vera donna, avrà perso l’orologio o l’avrà rotto. Non sono frenetiche come gli uomini, sono diverse. Ma voi siete uomini e loro sono donne, e Dio vi ha creati uomini e donne. Se avesse dovuto creare un unico sesso, l’avrebbe creato, ma non lo ha fatto.

Tutti devono accettare il proprio sesso con grazia, bellezza e dignità. In India abbiamo una cosa: io mi sono sposata in una famiglia molto ortodossa dove si coprivano il volto e cose del genere. Un giorno l’esattore, un amico di mio marito, disse al mio cognato più grande: “Perché la moglie del mio amico non viene a trovarmi?” Lui rispose che l’avrebbe fatto e, per facilitargli le cose, prese congedo dall’ufficio e venne da me che ero in un’altra città per dirmi di andare a trovare l’esattore. Così andai a trovarlo.

Notate quanto sia bello questo: non mi sono mai sentita dominata da lui perché, dopo tutto, questo era il comportamento di questa famiglia. Per questo, però, vi occorre un’intelligenza pura. Se un marito è uno stupido, umilierà la moglie; se la moglie è una stupida, umilierà il marito. Se una donna è molto brillante, parla bene e sa esprimersi in modo da impressionare la gente, non significa che sia molto intelligente. Considero più intelligente una persona che vuole il bene altrui, che vede l’ascesa e lo scopo ultimo. Questa è la persona più sensibile, più intelligente. L’intelligenza di altro tipo è inutile. Su questo argomento penso di poter scrivere un libro, quindi è meglio mettere tutto in questo libro e oggi celebriamo il puja.

Che Dio vi benedica.

Ci sono domande?…Se questo significa che spenderò del denaro? Non so, non ce n’è la possibilità, non so dove spenderò. Mi piace spendere, dovrebbe piacere a tutti, è a questo che serve il denaro. Bisogna donare agli altri. Perché esiste la materia? Esiste per donare agli altri, per gioire di donare agli altri. Dà tanta gioia donare agli altri.