Shri Vishnumaya Puja: “Curate il Vishuddhi sinistro”

Shudy Camps Park, Shudy Camps (Inghilterra)

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Shri Vishnumaya Puja (“Curate il Vishuddhi sinistro”), Shudy Camps (Inghilterra), 20 Agosto 1988.

09/2023 NUOVI SOTTOTITOLI, TRADUZIONE VERIFICATA

Non ci si aspettava minimamente di celebrare qui un puja o che avremmo avuto qualche programma del genere. Ma credo che qualcosa sia stato omesso nel corso di tutto il programma – molto intenso, come sapete – che ho dovuto svolgere, viaggiando da Londra a Francoforte, in America, a Bogotà, per poi tornare indietro, poi ad Andorra e in tutti quei posti.

Pensavo che ormai fosse terminato. Ma quando sono tornata qui a Londra, mi sono resa conto che non era stato celebrato un puja: quello del Vishuddhi sinistro. Ed esso coincide con il Raksha Bandhan, poiché rappresenta il rapporto tra sorella e fratello.

Se esaminate la storia, Shri Krishna nacque lo stesso giorno di sua sorella e Vishnumaya fu successivamente trasformata in un fulmine, ma fu Lei che a quel tempo annunciò l’esistenza di Shri Krishna, che era nato ed era vivo, che si era manifestato.

È questo il compito del Vishuddhi sinistro, del fulmine, e voi avete visto che ogniqualvolta io mi sto recando da qualche parte o sto per tenere un programma, subito prima, il fulmine, il tuono, tutto questo appare nel cielo per fare questo annuncio.

È dunque uno degli elementi usati per annunciare gli eventi.

Per rendere il concetto più pratico e comprensibile, diciamo che noi ora usiamo l’elettricità per la televisione, per i nostri annunci, per comunicare messaggi o qualcosa di grande importanza – non so se lo facciano, forse no – e allo stesso modo noi dovremmo usare il nostro Vishuddhi sinistro per annunciare l’avvento dell’Adi Shakti. Ma, al contrario, la gente si mette ad usarlo come una tasca in cui riporre l’ego in eccesso.

Noi ci sentiamo colpevoli, innanzitutto, quando il nostro senso delle relazioni non è corretto. Non comprendiamo, ad esempio, che la relazione tra fratello e sorella è purissima e al di sopra di ogni contaminazione.

Ma, come sapete, in Occidente, forse per il fatto di bere e di commettere qualsiasi azione contro la consapevolezza, la gente ha perso il sistema di valori e, con questo, anche il criterio per comprendere che cos’è una sorella e che cos’è un fratello.

Vishnumaya è dunque molto importante, estremamente importante: grazie a Lei avviene l’annuncio di un’incarnazione. Si può dire che, nel cosmo, Essa sia la televisione che dà gli annunci, che fa questo.

Ma, nel nostro essere, Vishnumaya risiede nel Vishuddhi sinistro e trovo che Vishnumaya sia Colei che soffre maggiormente, soprattutto in Occidente, a causa della moda di sentirsi colpevoli per ogni cosa.

Allorché Vishnumaya annunciò la nascita di Shri Krishna e la sua esistenza sulla Terra, normalmente, da un punto di vista pratico si potrebbe pensare che abbia fatto una cosa sbagliata, poiché dire a Kamsa che Egli (Krishna) esisteva ed era vivo, era ancora vivo, equivaleva a metterlo in pericolo. E poi si sarebbe sentita in colpa: “Oh, perché l’ho fatto? Se non lo avessi detto, non lo avrebbe saputo”. Ma questa era la cosa giusta da fare, è il compito che devono svolgere.

Dobbiamo capire che ciò che ci fa sentire colpevoli per piccole cose insignificanti è, in realtà, il nostro ego, che reagisce contro di noi e vuole che ci riconciliamo con gli errori che abbiamo commesso.

Alcuni, per esempio, si sentono in colpa per aver detto qualcosa che non avrebbero dovuto dire, o magari perché hanno fatto qualcosa che normalmente non avrebbero dovuto fare.

Magari non riguardo a Sahaja Yoga, ma a qualcos’altro di molto superficiale.

Per esempio, qualcuno rovescia il caffè e si sente colpevole, oppure mette il coltello dalla parte sbagliata, a sinistra, e allora si sente colpevole: insomma, queste cose stupide che sono considerate regole nella società, e la gente inizia a pensare che siano norme molto importanti, come se fossero una specie di dharma da osservare.

Ma queste norme sono create dall’uomo, sono per lo più create dagli uomini. Alcune sono così stupide e orripilanti che ritengo ce ne siano certune, in Inghilterra, davvero da sopprimere ed eliminare completamente, come stringere la mano.

Penso sia una pessima abitudine stringere la mano a chiunque, perché Dio sa che genere di mani ha la gente, che razza di vibrazioni ha.

Quando mio marito dà un ricevimento, talvolta devo stringere la mano a settecento ospiti che entrano e, poi, a settecento ubriachi che escono (risate). Ritengo dunque che quella di stringere la mano sia una pessima abitudine.

Va bene tra i sahaja yogi stringersi la mano, ma con gli altri è meglio fare namasté.

Potrebbe sembrare un’usanza indiana molto semplice, ma penso che la cosa migliore sia dire namasté, perché stringere la mano può causare molti problemi agli esseri umani ed ora, con tutte queste malattie che stanno venendo fuori, penso che si debba stare molto attenti a stringere la mano.

Ritengo sia ancora peggiore ciò che accade in Francia, dove, quando incontrate qualcuno, dovete baciarlo. Vi assicuro che è l’abitudine peggiore, è orribile. Ma se andate lì vi baciano in continuazione. All’inizio ho avuto dei terribili shock: chiunque vi prendeva, vi baciava qui, vi baciava lì, e li si guardava (sconcertati). Ora, forse, con la paura dell’AIDS e cose del genere, potrebbero porre fine a tutta quest’assurdità.

Non è necessario farlo, non è un buon sistema per fare un augurio a qualcuno, non si dimostra alcun rispetto in nessuno dei due casi. Quando stringete la mano non c’è rispetto e neanche quando baciate qualcuno. Ma se dite namasté significa “mi inchino a te”; namasté significa “mi inchino a te”, è una forma di rispetto, e questa è una cosa che dobbiamo fare: rispettarci l’un l’altro.

Se però non lo facciamo ci sentiamo in colpa, e così avviene con tutti questi ‘grazie’. Se non si dice ‘grazie’, si pensa di aver commesso un gravissimo errore. Mi riferisco alla quantità di ‘grazie’ che diciamo, ci siamo talmente abituati che anche se vedete una statua dite: “Grazie molte per la tua presenza (darshan)” (risate). Va avanti così, è un po’ troppo, sapete.

Ripetere troppo spesso ‘grazie’ o ‘scusa’, diventa un’espressione formale. Ai nostri tempi, al telefono usavamo dire: “Prego?”, ma adesso la gente dice: “Scusa, scusa, scusa”. Ma scusa di che? Non si può, questo ‘scusa’ finisce nel Vishuddhi sinistro.

Se non sentite, non è colpa vostra, può essere colpa del telefono, o magari dell’altra persona. Così, senza sapere che cosa ci sia da dispiacersi, si continua a dire: “Scusa, scusa, scusa”, rammaricandosi per qualcosa. Ciò è proprio seccante e un individuo così può diventare molto noioso, poiché dalla mattina alla sera dice: “Mi spiace per questo, mi spiace per quello, mi spiace per quest’altro”, si dispiace sempre per ogni cosa; e voi vi sentite dispiaciuti per quella persona (Shri Mataji ride, risate e applausi).

Si deve essere in uno stato d’animo gioioso e non importa, se qualcuno non dice “scusa”, non ha importanza. Ma alcuni potranno trovare molto da ridire se non li ringraziate.

C’è una cosa molto divertente che ho sperimentato una volta in Inghilterra. Stavo uscendo – c’era John – John guidava l’auto e mia figlia stava uscendo di casa, così lui lasciò la porta aperta e, appena lei si fu seduta – non ci vollero nemmeno cinque, sei secondi – lui chiuse la porta e fece il giro, ma non disse grazie al tipo che stava dietro. Sapete, ci si immagina che siano tutte persone molto ricche, colte, istruite.

Ebbene, questo tipo uscì dalla sua vettura, afferrò la cintura di sicurezza e non voleva permettere all’auto di muoversi, mentre l’auto si stava muovendo. Io non riuscivo a capire che cosa stesse accadendo.

Così dissi a John: “Ferma, ferma la macchina”. E chiesi: “Che succede?”. “Lui non mi ha detto grazie”. Questo tipo sarebbe potuto rimanere ucciso o gli sarebbe potuto capitare qualcosa, ma non ha importanza, gli si doveva dire grazie.

Queste sono le tante strane regole che abbiamo e talvolta non cogliete il punto, a volte non afferrate l’essenziale perché diventa tutto molto meccanico. Non è una cosa meccanica dire grazie. È un modo… anche un’espressione, o un sorriso o semplicemente un gesto, può esprimere riconoscenza per ciò che la gente ha fatto (per voi).

Ma è una regola creata tanto tempo fa, sapete. Hanno abolito tante di quelle cose, hanno abolito il frac, ogni cosa, e ritengo che ringraziare troppo e sentirsi troppo dispiaciuti dovrebbe essere eliminato.

Si finisce sul lato sinistro, oppure sul destro.

Adesso la cosa migliore, se qualcuno fa qualcosa per voi, è sorridere semplicemente. Dire grazie qualche volta va bene, certo, ma non riprendere in continuazione i vostri bambini dicendo: “Hai detto grazie?!”.

Un bambino mi ha detto: “Non voglio andare a casa di quelle persone”. Gli ho chiesto il perché, e lui: “Perché devo dire grazie, grazie, grazie, grazie in continuazione”. (Risate)

Anche i bambini in qualche modo lo trovano molto artificiale; diventa una formalità. Questo modo di dire formale può estendersi a qualsiasi cosa e ci si sente molto dispiaciuti anche per non aver spedito i cartoncini di Natale: “Non ho inviato gli auguri di Natale”, così si sentono dispiaciuti.

Le cartoline natalizie non sono importanti. Dobbiamo capire perché dobbiamo spedire una cartolina di Natale: è per inviare un augurio al destinatario. Lo sentite nel cuore? Vi è venuto dal cuore? Quando inizierete a sentire con il cuore, non avrete mai più blocchi al Vishuddhi sinistro. È un modo molto superficiale per non affrontare gli errori che avete commesso.

Supponiamo che io non abbia fatto qualcosa che andava fatto – a volte capita – allora lo sento nel mio cuore, sapete, lo sento proprio.

Avrei dovuto farlo. E, se non l’ho fatto, a quel punto la cosa viene corretta. Non solo, ma per un sahaja yogi funziona. Quindi dovete sentirlo nel cuore, diversamente non dovreste preoccuparvi di tutto ciò che è superficiale.

Non dovreste preoccuparvi, siete tutti yogi, dovete rendervi conto che ora siete tutti santi, quindi non dovete preoccuparvi di piccole cose insignificanti. Anche se schiaffeggiate qualcuno va bene, se è necessario potete schiaffeggiare le persone.

C’erano yogi che avevano l’abitudine di scagliare pietre addosso agli altri solo per difendersi dalla loro molestia, dalla loro aggressività, quindi va bene: siete tutti santi, i santi possono fare così.

Ho letto una storiella molto divertente di un re che era un monaco, e doveva diventare re. Egli non voleva diventare re perché diceva: “Sono un santo, non mi va”. Era un santo, ma fu costretto a diventare re perché non c’era nessun altro; erano tutti felici ed egli diede a tutti il permesso di fare tutto ciò che volevano.

Ma i notabili di quel paese, tutti i cortigiani divennero potentissimi poiché, essendo lui molto mite e gentile, loro sfruttavano tutti gli abitanti del paese, la povera gente e tutti gli agricoltori. Li derubavano delle loro cose, li rapinavano e li tormentavano, molestavano le loro donne e infliggevano atrocità d’ogni sorta ai suoi sudditi.

Alla fine, però, lui ne fu informato, allora pensò: “Ora occupo la posizione di re e, anche se sono un santo, come santo ho un dovere da compiere”. Così ordì un complotto molto ingegnoso. Radunò delle persone molto fidate, un gruppetto di persone che gli erano molto vicine e sulle quali poteva contare, dopodiché convocò a corte tutti i notabili dicendo loro di non portare armi con sé; e poi li decapitò tutti, tutti.

Lui restava un santo, anche se li aveva decapitati tutti, poiché erano persone orribili.

Punirli era un suo dovere e lo fece senza sentirsi in colpa, senza che gli si bloccasse il Vishuddhi sinistro.

Qualunque cosa si debba fare, va fatta, non c’è motivo di dispiacersi. Non dovete esserne affatto dispiaciuti ma, qualsiasi cosa sentiate, se questo sentimento non è espresso a dovere, dovete sentirlo nel vostro cuore affinché agisca e funzioni. Questo naturalmente è per il Vishuddhi sinistro. Ma dobbiamo chiederci come liberarci del nostro Vishuddhi sinistro.

E quando iniziate a chiedervi: “Perché ho il Vishuddhi sinistro?”, è, come vi ho detto, l’eccesso del vostro ego.

Cercate perciò di osservare ciò che avete fatto, cercate di osservare ciò che avete detto e perché.

Poi affrontatelo e la prossima volta non ripetetelo, così non avrete sensi di colpa perché la colpa non è altro che un accumulo di errori.

È come andare da un prete a dire: “Mi dispiace, Ho fatto questo, ho fatto quello”, e rifare la stessa cosa. È lo stesso, perché non vi correggete.

[A lato: “Credo sarà meglio aprire le finestre. Questa. Vi farò sentire un bel caldo. (Si toglie il maglione e dice al sahaja yogi che glielo prende:) Grazie. Anch’io sono inglese, devo dire grazie”. (Risate, Shri Mataji ride)].

Si tratta dunque unicamente di capire quali errori avete commesso, di che cosa il vostro ego vuole rammaricarsi e, quindi, di non accumularli, affrontarli e non farli mai più.

Siate determinati (e dite): “Non lo farò più”. È tutto.

Dovete dire soltanto: “Non lo farò più”, di qualsiasi cosa si tratti. Affrontatela e dite: “Non la rifarò”. Questo è il modo migliore per controllare il Vishuddhi sinistro.

Un’altra cosa è l’annuncio. Se usate il Vishuddhi sinistro per annunciare (Me, ndt), non può esserci alcun senso di colpa. Dovete continuare a parlarne, senza provare sensi di colpa, senza sentirvi nervosi, senza sentirvi strani per questo. E funziona! Funziona benissimo.

Ormai non si deve più aver paura, Io sono in questo paese da quattordici anni, lavoro in Occidente da quattordici anni: potete parlarne molto liberamente.

Proprio oggi me ne hanno dato un esempio.

Ad uno dei musicisti che stavano venendo qui, è capitato di passare prima. Gli hanno chiesto: “Perché sta andando a Londra?”.

Lui ha risposto: “Stiamo andando a cantare canti devozionali per Shri Mataji”. “Chi è Shri Mataji?”. Lui ha mostrato la mia fotografia. Fine. (Il funzionario della dogana) non ha chiesto niente, non ha chiesto i passaporti; non li ha fermati per il controllo o altro.

Un’altra cosa fu quando all’arrivo il personale della dogana chiese loro: “Dove andate a cantare? Dove avete organizzato?”.

Loro risposero: “Non abbiamo organizzato da nessuna parte, stiamo soltanto andando a cantare i nostri canti, la nostra devozione in musica per Madre e stiamo andando a cantare canzoni per Lei, per Mataji Nirmala Devi”. Il funzionario era inglese, ma disse in hindi: “Thik He. Thik He” (Va bene, va bene). (Risate)

In queste cose, una dichiarazione esplicita è di grandissimo aiuto. Per esempio, portare una spilla o una collana come questa, o un anello, è di per sé una dichiarazione che voi avete trovato la Verità. Non solo ma, se vi va, qualche volta dovreste anche indossare un sari, non importa, qualche volta un kurta: se camminate per strada la gente se ne accorgerà.

Ora qualcuno afferma che Madre ha detto di non indossare questi abiti. Io non ho mai sostenuto che non potete indossarli. Se vi va, potete metterveli: è una libera scelta. Se volete potete indossarli, se non volete, non è necessario.

Il guaio è che a volte le donne degli Hare Rama, Hare Krishna si mettevano questi abiti e andavano in giro, ma erano donne sporche, indecenti, sudice. Se indossate il sari nel modo appropriato, tradizionale, la gente l’apprezzerà sicuramente. Perché no?

A loro piacerà vedervi in sari. Se volete potete mettervelo. Sarà una buona idea andare in giro con il sari. Non vi è niente di male a indossare il sari. Io lo ritengo un abito molto decoroso e rende una donna molto più femminile dei pantaloni e dei jeans e cose del genere. Quindi non importa, ma poi non sentitevi in colpa per questo. Se volete indossarlo fatelo con audacia e coraggio; siate coraggiose. Soltanto le persone coraggiose possono liberarsi del proprio Vishuddhi sinistro. Lo fate poiché siete coraggiose. È questa la cultura che deve instaurarsi. Noi amiamo i sari e li indosseremo; ci piacciono i kurta.

Ora, con questo caldo, è il caso di indossare un abito a tre pezzi? Ma voi indosserete un abito a tre pezzi con la cravatta, sudando, specialmente in India. Non capisco come gli inglesi possano destreggiarsi con l’abbigliamento inglese, indossando un abito a tre pezzi e la cravatta.

Certo, alcuni possono, ma non tutti; chi ha molto freddo può riuscirci, ma non tutti possono farlo. Perché dovreste indossare questi abiti che non sono adatti a voi?

Ma questo non significa, come ho visto in India, che la gente debba indossare calzoncini corti e maglietta corta e andarsene in giro.

È stupido perché è sconveniente. Noi non possiamo indossare abiti indecorosi, dobbiamo indossare abiti decorosi con i quali sentirci a nostro agio e rispettabili.

Non esiste la questione di essere inglesi, indiani eccetera: siamo tutti esseri universali e, una volta accettato questo, improvvisamente entrate nello stato di consapevolezza collettiva, nello stato del Virata. Una volta che il Virata si apre, il Vishuddhi sinistro scompare. Se siete parte integrante del Virata, come potete commettere errori? Come potete essere colpevoli? Perché è il Virata ad assumere il controllo, è Lui.

Supponiamo che vi sia qualcosa che non va nella vostra mano: non ne incolpate la mano, ne incolpate il corpo. Il corpo ha il problema e il corpo deve occuparsene.

Assume il controllo il corpo; arriva, ripara, se ne occupa, circola. Qualunque cosa sia, dolore o quant’altro, il suggerimento proviene da tutto il corpo. Non è un solo dito a sentirsi colpevole, ma tutto il corpo.

Allo stesso modo, una volta entrati nello stato del Virata, nello stato in cui sentite di essere parte integrante del tutto, il Vishuddhi dovrebbe scomparire, il Vishuddhi sinistro dovrebbe scomparire del tutto. Non ha spazio, non ha posto.

Come potete voi soli sentirvi colpevoli quando siete parte integrante del tutto? Che logica c’è? Non potete sentirvi colpevoli.

Se siete parte integrante del tutto, il tutto assume il controllo ed è qui che potete ridurre molto bene il vostro Vishuddhi sinistro.

Ora, dunque, occorre arrivare al punto in cui vedere qual è il nostro destino. I sahaja yogi hanno un loro destino. Avete compiuto il vostro destino? Non siete venuti in Sahaja Yoga per una qualche moda. Non siete venuti in Sahaja Yoga per una specie di fanatismo verso Shri Mataji Nirmala Devi, no. Siete venuti qui per essere santi, bene. E, allora, qual è il vostro destino? Il destino è diventare parte integrante del tutto. Siete diventati parte integrante del tutto?

Questo è l’aspetto della collettività. Se siete ancora coinvolti con i vostri problemi: “Avrei dovuto dire questo a mia moglie, ai miei figli, per la mia casa”, non siete parte integrante del tutto. Ma se pensate agli altri sahaja yogi: “Come sono cari, sono tutti miei fratelli e sorelle, apparteniamo ad una sola famiglia, dobbiamo stare insieme, è tutto un’unica cosa”, allora ciò che accade è che tutte le idee insignificanti di sentirsi colpevoli e tutto il resto, svaniranno come neve al sole.

È come una goccia di qualcosa che cade nell’oceano: Dio solo sa dov’è finita. È diventata una macchiolina talmente piccola che neppure vedete, neppure percepite cosa sia.

Quindi, ciò che occorre capire è che dobbiamo adempiere il nostro destino, e qual è il nostro destino? Il nostro destino è diventare parte integrante del tutto.

È così che Vishnumaya si fa valere, risplende e annuncia. Quando siete diventati parte integrante del tutto, che c’è da sentirsi timidi a parlarne? Siamo santi, lo siamo di sicuro.

“Siete santi?”. “Sì, lo siamo”.

Dovete parlare di Sahaja Yoga, dovete parlare di me in modo molto aperto, senza sentirvi timidi.

Abbiamo fatto delle processioni e altro, in India, ma qui non osiamo fare nessun corteo.

In Inghilterra è fuori questione, non so, la gente si sente molto timida a fare una processione.

Ma, supponendo che si faccia, che cosa accadrà? Appena si fa un corteo, si finisce in televisione.

Per fare una processione occorre diramare un annuncio e compiere uno sforzo collettivo per annunciarla, allora potete farla.

Ma direi che noi dobbiamo attendere ancora uno o due anni al massimo, ancora un anno e poi dovremo procedere con manifestazioni, parlando alla gente, annunciandolo, parlandone.

È questa Vishnumaya, e se stasera vi mettete a pensare a ciò che avete intenzione di fare al riguardo, il vostro Vishuddhi sinistro si purificherà. È così bloccato che sono diventata sorda dall’orecchio sinistro per come a volte vi sentite in colpa per qualsiasi cosa. 

Adesso non sentitevi colpevoli per non aver realizzato il nostro destino. È questo il problema. Pensateci in modo positivo. Sapete, quando vi sentite colpevoli non ci pensate in modo positivo: “Che cosa avrei dovuto fare, di cosa mi sarei dovuto occupare, come avrei dovuto procedere, come avrei dovuto proseguire”.

È dunque molto importante capire queste cose: se dovete adempiere il vostro destino, in primo luogo dovete riflettere e comprendere qual è il vostro destino, che cosa dovete diventare.

Infatti adesso siete sahaja yogi, avete dei poteri: anche se avete dei blocchi, qualsiasi difetto possa esserci, potete dare la realizzazione agli altri, potete compiere molte meraviglie, potete mostrare molte cose lodevoli mai realizzate prima. E la gente può scoprire da sola che è così, può notare che il vostro Sé è come una scatola magica che può creare tantissime cose. È vero.

Ma non è questo il vostro destino. Il destino è diventare parte integrante del tutto. È questo il vostro destino e, per essere molto più efficaci, in quanto parti integranti del tutto, la prima cosa che dovreste iniziare a fare è un annuncio.

Mi è dispiaciuto sentire che, quando hanno voluto organizzare un programma e tutto il resto, siano stati soltanto pochi ad affiggere i poster.

Soprattutto in Inghilterra dovrebbe esserci qualche metodo. L’Inghilterra, essendo un’isola, è un luogo in cui la gente ha le proprie isolette.

Trovo che qui ognuno abbia un’isola e viva nella propria isoletta: “La mia famiglia, la mia casa, mio, mio, i miei libri, questa mia cosa, quella mia cosa, quell’altra mia cosa”. Vivono in un’isola. Se dite loro che organizzeremo un programma: “Non ho tempo, mi dispiace, sono molto impegnato”, o qualcosa del genere. Poi si sentono colpevoli: “Oh, sarei dovuto andare dopo tutto, ecc. ecc”.

Adesso avete aderito ad un movimento, una sorta di rivoluzione divina, che deve realizzare l’emancipazione dell’umanità intera. Adesso i vostri sforzi non possono essere così mediocri, e a causa di questo soffrite in ogni modo.

Tutti quei paesi in cui la gente ha compiuto enormi progressi (in Sahaja Yoga), hanno ottenuto qualsiasi cosa, hanno denaro, hanno tutto.

Ma se ancora vi preoccupate di una cosa o di un’altra, ciò che accade è che il vostro progresso si blocca, in un certo senso viene ostacolato.

Vi chiederei quindi di non preoccuparvi di niente, pensate soltanto: “Devo diventare parte integrante del tutto”.

È per questo che l’ultima volta ho chiesto a tutte le donne di abbandonare il loro atteggiamento possessivo nei confronti del marito, dei figli, di questo e quello. Non devono possedere nessuno.

Ciò che devono fare è stare attente a non farsi dominare da idee così strane, e di non cercare di distruggere la collettività.

La collettività deve essere favorita in modo che si senta dentro di sé l’unione, si percepisca di essere una cosa sola, vivendo insieme come parti integranti del tutto.

Se ora, ad esempio, questo dito commette un errore, nel senso che si fa male, il dito non si metterà a chiedere scusa, non vi pare?

Oppure, se per sbaglio questa mano urta l’altra, non dirà: “Scusa, ti ho urtato”.

Perché chi è l’altro con cui scusarsi?

Chi è l’altro con cui sentirsi colpevoli? Siamo tutti uno. Che c’è da rammaricarsi? Fra noi non ci sono stranieri, siamo tutti insieme e così occorre comprendere che non c’è niente di cui dispiacersi o altro.

Molto francamente, io non mando mai cartoline a nessuno, davvero, né biglietti né fiori: va bene, sapete, perché non ho un Guru né una Mataji a cui inviare fiori. Se ne avessi avuto uno, glieli avrei mandati, ma non ne ho nessuno. A chi dovrei inviarli?

Adesso fanno tutti parte di me; perché dovrei inviarglieli? Sono parte integrante del mio essere; perché dovrei inviarglieli? Però posso nutrirli, faccio loro dei doni perché sono parte integrante del mio essere. Faccio loro dei regali perché, come il cuore nutre certe parti del corpo, come la testa nutre alcune parti del corpo o svolge certe funzioni nutritive, si può fare la stessa cosa e farsi dei regali a vicenda.

Pensateci. Cose piccolissime, vi ho detto di pensare a come farlo. A volte è così…

Una volta, ad esempio, cantavo una canzone in marathi e (poi) smisi per un po’ di tempo. Non so da dove l’abbiano imparata, ma un giorno che me ne stavo tranquillamente seduta si misero a cantarla. Cominciarono a scendermi le lacrime, dissi: “Guardali, che amorevolezza da parte loro sapere che mi piace questa canzone”.

Ma quando non siete parte integrante del tutto, potete commettere errori madornali nel cercare di compiacere gli altri. Ecco un esempio.

Sono stata al Sahasrara puja e, al Sahasrara puja, c’era una signora che si occupava di me; era un po’… non so come dire, ma per due giorni e mezzo non mi ha dato da mangiare altro che mozzarella. Mozzarella al mattino, mozzarella il pomeriggio, mozzarella la sera.

Ho pensato: “Forse sono a corto di soldi, ecco perché qui non c’è niente da mangiare”.

Quindi non ho mai detto niente, mangiavo tranquillamente, non ero infastidita.

Poi è arrivato qualcuno e ha detto: “Oh, che scelta abbiamo qui”. “Avete scelta?”. “Sì, molte cose da mangiare”. Ho esclamato: “Oh Dio, io ho mangiato soltanto mozzarella!”. Allora mi ha detto: “Mi hanno riferito che a Lei piace la mozzarella…”. Ed io: “D’accordo, la mozzarella mi piace, ma non significa che io non mangi nient’altro!”. (Risate)

Questo comportamento che cosa dimostra? Denota che non mi avete compresa per niente. Non mi avete capita, se non parzialmente. Sapete che una volta ho detto che mi piace la mozzarella, e allora soltanto mozzarella, mozzarella, mozzarella.

Direi che per comprendermi, per studiarmi, per capire me, chi è Madre, che cosa le piace e cosa non le piace… se volete davvero saperlo, sappiate che mi piace praticamente tutto, mangio di tutto, non sono selettiva con il cibo, in niente.

Mi piace la musica inglese, la musica occidentale, mi piace persino certa musica pop, qualsiasi cosa, qualsiasi cosa bella, che abbia buone vibrazioni, mi piace tutto. Non faccio storie. Ma dire che a Madre piace qualcosa, e poi fissarsi su questo, dimostra che non si è collettivi. Collettività significa comprendermi pienamente.

Supponiamo che qui ci sia un problema: tutte le cellule del sangue sapranno che qui c’è un ostacolo. Lo sanno tutte, conoscono tutto il corpo, non conoscono soltanto quella cellula in particolare. Allo stesso modo, se di me conoscete soltanto questo, quello o un altro aspetto, credo che morirò di fame!

Cercate quindi di comprendermi in ogni aspetto e, per questo, ritengo che la cosa migliore sia conoscere i mille nomi della Dea: Lei è questo, è molto gentile, è Shanta Mudra, è assoluta tranquillità, pace.

L’altro suo aspetto è Raudra, è Colei che può uccidere, che può distruggere, è assolutamente adirata. È vero, lo accetto, è così.

Se è così è così. Ma dovete comprendermi pienamente. Se capite soltanto un mio aspetto, se ad esempio, mi considerate solo una Madre molto gentile, compassionevole, capace di perdonare, siete tristemente in errore, perché potreste dover pagare per qualche grave errore che state commettendo nei confronti di Sahaja Yoga, nei confronti dei vostri fratelli e sorelle, magari verso voi stessi o verso di me, quindi l’altro aspetto vi punirà sicuramente.

Dovete capire che Sahaja Yoga ha molte sfaccettature e tutte queste sfaccettature devono essere comprese nel modo corretto. Anche in Sahaja Yoga molti si sentono in colpa.

Supponiamo che, seduti in mia presenza, si mettano a darsi bandhan. Io dirò: “Mentre sono seduta qui, non datevi bandhan”, e loro si sentiranno in colpa. Cercate di capire l’essenza di ogni cosa; dovete approfondire una comprensione più sottile.

Allora non avrete più questo problema di Vishnumaya. La comprensione più sottile dovrebbe consistere nel saper vedere, mediante la nostra discriminazione, discriminazione divina, tutto ciò che è giusto e tutto ciò che è sbagliato.

Non dobbiamo giudicare a livello mentale. Ecco perché ho visto gente sedere in meditazione per tre ore: che bisogno c’è? Dieci minuti sono sufficienti.

Ma quando non si comprendono gli aspetti sottili di Sahaja Yoga, ci si comporta in un modo talmente strano, grossolano, esasperante che qualcuno ha persino riferito e dichiarato che Sahaja Yoga è qualcosa che rende pazzi, che la gente si comporta in modo strano, fa cose strane, e così via. Quindi devono essere compresi tutti gli aspetti sottili di Sahaja Yoga: è così che diverrete parte integrante del tutto.

Gli aspetti sottili di Sahaja Yoga. Molti neanche conoscono le corrispondenze dei chakra sui piedi. Non sanno in che modo ci si debba comportare in Sahaja Yoga per esprimere al massimo il nostro amore.

Ci sono così tanti modi di gestire le cose. Se accettate davvero di dover essere individui più sottili, vi sorprenderete: sarete dotati di capacità tali da poter trattare con qualsiasi numero di persone, di qualsiasi nazionalità, in qualsiasi momento; saprete tutto al riguardo.

Sottigliezza infatti significa andare all’essenza di ogni cosa. Se raggiungete l’essenza delle cose, iniziate a vedere ciò che è costruito su questa essenza. Se cogliete l’essenza di tutto, è molto facile trattare con una persona.

Per Sahaja Yoga è importante rendersi conto che il (blocco al) Vishuddhi sinistro significa evitare gli argomenti, non affrontarli; in secondo luogo, non riuscite a cogliere l’aspetto più sottile.

Un’altra cosa che blocca il Vishuddhi sinistro è, ovviamente, il fumo – come sapete – le droghe, ed anche il tabacco è molto nocivo per il Vishuddhi sinistro.

Ma la cosa peggiore in assoluto, peggiore in assoluto per il Vishuddhi sinistro, sono i mantra dati dai falsi guru, perché quelli sono l’essenza. I mantra sono l’essenza di ciò che si dice. Quindi, ciò che vi accade se il vostro Vishuddhi sinistro non è a posto, è che anche se recitate i mantra essi non hanno efficacia. Qualunque mantra pronunciate con il vostro Vishuddhi sinistro, essi sono ancora imperfetti, non sono completamente vibrati a causa del vostro problema di Vishuddhi sinistro.

Se invece dite i mantra senza problemi di Vishuddhi sinistro, essi diventano assolutamente completi, perfettamente efficaci, oppure, come si dice, Purnatwa, completi, sortiscono un pieno effetto.

[Adesso non fatelo. Sentite, per favore, lasciatelo lì. Perché giocate? Nanaka, dovresti essere come Nanaka e non fare tutte queste cose. Siete sahaja yogi, chiaro? Dovete comportarvi bene. Questa è ormai la terza volta che te lo dico. Va bene? Sei un sahaja yogi, siete tutti sahaja yogi – voi due – siete tutti sahaja yogi e dovete comportarvi da sahaja yogi, non potete comportarvi come gli altri bambini sciocchi, no?].

Questa è dunque una cosa: fate capire a tutti che noi siamo tutti connessi collettivamente. A quel punto non vi verrà voglia di offendere né di creare problemi a nessuno, né di dire cose sgradevoli.

Se invece non siete consapevoli collettivamente, lo farete, lo farete: ferirete gli altri, li tormenterete, approfitterete di loro, potreste sfruttarli, potreste fare qualsiasi cosa.

Ma se siete consapevoli di essere parte integrante del tutto, nel senso che lo sapete sul vostro sistema nervoso centrale; quando ciò diventa parte integrante del vostro essere, (quando) è una sorta di consapevolezza in voi che vi fa percepire di essere parte integrante del tutto, non potete commettere errori e, a quel punto, non vi sentite colpevoli.

Oggi è dunque il giorno della importantissima relazione tra fratello e sorella, in cui la sorella non si sente mai in colpa e il fratello non si sente mai in colpa. Sorelle e fratelli non dovrebbero mai sentirsi colpevoli fra loro e dovrebbero sempre dire apertamente tutto ciò che considerano sbagliato e tutto ciò che considerano giusto.

Non c’è niente di male, una sorella può sempre andare a correggere il fratello e un fratello può sempre andare a correggere la sorella. Questo è il rapporto in cui nessuno dovrebbe sentirsi ferito e mortificato, perché è la relazione più pura cui possiate pensare.

Se è la Madre a dire qualcosa, la differenza d’età è tale che potreste non capire.

Se il padre dice qualcosa, i figli possono non capire, c’è troppa differenza d’età; inoltre abbiamo creato la regola di dire che c’è un divario generazionale e tutte queste assurdità, c’è anche questo in testa. Ma se un fratello e una sorella comprendono Sahaja Yoga, hanno ogni diritto di dire tutto ciò che non va fra loro e lavorarci sopra, senza accumularlo come senso di colpa.

Ma adesso con una sorella rakhi è ancora meglio. Ora, con la sorella rakhi, abbiamo instaurato una meravigliosa atmosfera in virtù della quale non si può avere alcuna strana relazione con chi sia un fratello.

Quando comprendete il principio secondo il quale dobbiamo prima stabilizzare rapporti reciproci molto sacri, ciò uccide tutte le vostre tendenze a flirtare, tutte le relazioni strane che si sviluppano, tutti i problemi di crisi matrimoniali, di gente che si perde.

È così che in Sahaja Yoga instauriamo questa relazione santa. Inoltre occorre far sì che questo rapporto sacro vi procuri gioia, felicità e soddisfazione.

Non si tratta solo di una relazione santa di una certa intensità o qualcosa del genere. Anche se non potete dare niente a vostra sorella, o il fratello non può fare niente per la sorella, non importa, il rapporto è del cuore ed è molto sentito. E quando sentite questa relazione, fluisce la dolcezza della purezza, della santità. So di alcune persone che hanno sacrificato moltissimo per i fratelli ed anche per le sorelle.

È importante capire che questa relazione deve essere mantenuta purissima, meravigliosa e assolutamente aperta, non dovrebbero esserci formalità per cui un fratello debba andare a chiedere scusa e la sorella debba andare a chiedere scusa. Dovete essere aperti e parlare, non ci si dovrebbe mai sentire mortificati con il proprio fratello o sorella.

Ma può essere il contrario. Ho visto gente… Ad esempio c’era una donna piena di bhut, che si è rivelata molto piena di bhut, e qualcuno allora ha detto: “Ma è mia sorella rakhi”.

E allora? Non appena diventa bhutish, non esiste alcun rakhi. C’è impurità. Se entra qualche impurità, non esiste più nessun rakhi, basta. Si è rotto da molto tempo.

Dovete avere relazioni pure fra personalità pure. Non potete avere personalità impure.

E poi: “Devo aiutare… ho una debolezza per …”. Questa questione delle sorelle rakhi mi ha dato molti problemi in America.

Una certa sorella rakhi si è messa a creare un problema, un intrigo, diciamo, ed ha iniziato a telefonare ai suoi fratelli rakhi, esono stati coinvolti tutti in quella macchinazione.

La vostra discriminazione non dovrebbe essere offuscata in nessun caso; ecco perché il discernimento si trova nel mezzo (tocca l’Hamsa).

Quando una sorella rakhi vi dice qualcosa, occorre capire se va contro Sahaja Yoga o se è a favore di Sahaja Yoga; questa discriminazione sta nel mezzo. Prima di arrivare a questo punto (tocca la zona sulla fronte al centro dell’attaccatura dei capelli), avete qui (tocca l’Hamsa) il discernimento per capire da soli che questo rapporto rakhi deve essere di nutrimento, di sostegno, di aiuto a Sahaja Yoga.

Diversamente non esiste. Siamo fratelli e sorelle in Sahaja Yoga. Se c’è qualcosa che crea problemi (a Sahaja Yoga), questa relazione non esiste affatto, da nessuna parte.

Se comprendete questo semplice punto, ritengo che oggi avremo fatto un buon lavoro.

Che Dio vi benedica.

Ora, per quanto riguarda il puja, dovremmo celebrare un puja molto semplice. In realtà avevo detto che non è necessario regalarmi un sari, perché non sono la sorella o il fratello di nessuno.

Ma nel giorno del rakhi mio fratello è qui. È bello che possa essere qui il mio fratello fisico. È bellissimo avere un programma rakhi oggi con lui presente. E tutti voi dovreste anche comprendere che è una relazione molto sottile, pura, bellissima, quella che esiste tra un fratello ed una sorella.

Ora, dunque, qui dobbiamo svolgere un programma molto breve per questo puja, comunque sia. Direi che al massimo potete lavare i miei piedi e poi recitare qualche… qualsiasi cosa che sia appropriata.

C’è qualcuno per cantare Ai Giri Nandini o qualcosa del genere? È tutto ciò che c’è da dire, non è necessario dire molto, perché Lei è Vishnumaya. Quindi potete lavare i miei piedi e siete a posto.

Chi c’era?

Questo è dunque – come si può dire – un festival di gioia, un festival di unione, un festival di gioia.

[Gli yogi iniziano a cantare “Ai Giri Nandini” ed il lavaggio dei piedi ha inizio. Poi il puja continua, seguito da bhajan]

Discorso dopo il puja

Direi che domani naturalmente potete tutti riposare e gioire di voi stessi. Ma dopodomani ci sarà il programma di questi musicisti che sono venuti.

Pensavo però che dovremmo anche mettere alcuni di voi con loro quando cantano, così anche voi potreste portare i vostri manjira (cimbali), come li chiamiamo noi, per suonare insieme a loro.

In più potremmo suonare anche della bella musica inglese, alcuni pezzi di bella musica inglese, sapete. La canzone cantata da lei, “Tutto il mondo nelle Sue mani”, è americana. Quindi, perché non qualche pezzo inglese, uno o due, che sono più veloci?

Insomma, dovremmo suonare anche qualcosa di inglese. Portate anche i vostri manjira, è meglio che li portiate.

E spero che sarete tutti lì per cantare: se canterete queste canzoni hindi e marathi saranno tutti sorpresi. Sapete, nessuno le ha apprese così rapidamente quanto voi.

Ciò dimostra che, una volta ricevuta la realizzazione, potete apprendere qualsiasi musica, potete apprendere qualsiasi ritmo con grande facilità.

E possiamo mostrare loro che siamo tutti uniti, siamo un’unica religione, quella che chiamiamo la religione pura dentro di noi.

Noi non crediamo nel separare la gente affermando che questa o quella religione è buona. Tutte le religioni sono buone se sono ricondotte alla loro vera essenza. Quindi, di tutte le cose, non dobbiamo lottare fra noi a causa della religione.

La nostra è la religione pura che è innata, che è in noi, che conosciamo e sappiamo usare per purificare.

Una particolarità straordinaria di Sahaja Yoga è che siamo tutti uniti in Spirito, non in cose di facciata o dimostrazioni esteriori. E questo è ciò che dovete mostrare agli altri, che noi siamo tutti uniti: qualunque sia il paese di provenienza, qualunque sia il contesto di provenienza, interiormente siamo tutti una cosa sola.

E questo è ciò di cui oggi il mondo ha bisogno, di questa unione.

Anche questa propaganda di guerra e tutto il resto è il frutto di troppa avidità e troppe ambizioni, che noi non abbiamo. Noi abbiamo perso tutto questo, siamo persone soddisfatte.

Quindi non lottiamo tra noi per cose insignificanti o per le nazioni o i paesi, perché tutto il mondo è creato da un unico Dio ed Egli governa il mondo intero.

È stupidità pensare “questo è il mio paese, quello è il tuo paese”, per poi lottare e fare cose di ogni genere. Noi non crediamo in tutti questi miti e in queste differenze create dall’uomo.

Noi confidiamo nell’unità del nostro credo e nella comprensione, nel nostro sistema nervoso centrale, del fatto che conosciamo la verità, che questa è la verità e crediamo in questa verità.

Domani, quindi, con la nostra pazienza e con il nostro amore e affetto, dobbiamo mostrare tutto ciò a questi inglesi. Spero che entrerà qualcosa anche nelle loro teste come è accaduto in Svizzera. Dobbiamo rompere il loro ghiaccio.

Domani tutto andrebbe organizzato in modo che sentano che non ci sono liti, discussioni, lotte, niente del genere: noi stiamo tutti insieme in armonia per aiutarci a vicenda, per farlo funzionare ed essere gentili reciprocamente.

Sarei lieta se poteste offrire anche un qualche rinfresco, così che sentano che c’è qualcosa (di particolare).

E dovete parlare a tutti loro in modo molto amorevole e bello.

Potremmo anche eseguire lì qualche danza, non importa. Possiamo eseguire qualche danza e qualcosa del genere. E adesso per le danze dovete esercitarvi un po’. Dovrebbero seguire certi ritmi, sapete, sarebbe meglio (risate).

Comunque sia, possono diventare un po’ disarmoniche, vedete (Shri Mataji ride), e potrebbero pensare che…

Invece dovrebbero essere belle, eseguite perfettamente e dovrebbero essere proposte.

La danza è un’espressione fisica della vostra gioia e dovrebbe seguire un ritmo appropriato.

Sono rimasta sorpresa, quando sono venuta questa volta, di aver visto credo due o tre film, documentari che avevano la danza come tema: come si sia evoluta, quanto sia importante, come debba essere ritmica. Mostravano anche come siano artistiche ed eseguite meravigliosamente le danze africane.

Insomma, è già iniziata la percezione che danzare secondo un ritmo corretto e un trasporto corretto sia un’espressione della gioia interiore. Non dovrebbe, però, essere frenetica o strana. Inoltre, penso che non si dovrebbe gridare molto durante l’esecuzione, ma si può dire qualcosa di bello – sarà meglio – affinché non sembri una danza volgare. È tutto ciò che voglio dire.

Dovete giudicarlo voi: adesso siete tutti grandi santi, wali, profeti, così devo usare con discernimento le mie parole dinanzi a voi affinché siate voi a giudicare, dire e fare cose assennate.

Così avremo qualcuno come presentatore e qualcuno che dovrà dire bene le cose, spiegare prima gli argomenti affinché nessuno si preoccupi o sia turbato o annoiato. Questo è l’aspetto principale.

E non dovreste suonare molte canzoni lente.

Penso che anche nella musica indiana dovrebbero iniziare con pezzi molto veloci: ‘Ai Giri Nandini’, oppure possono iniziare con ‘Jogawa’ o qualcosa del genere, e terminare anche con ritmi veloci. Ma non dovrebbero essere lenti perché non capiscono nessuna lingua. Ciò che capiscono è il ritmo.

Quindi, la cosa migliore è scegliere qualcosa di veloce; lasciate che si prolunghi, così diventa ritmico e il ritmo inizierà ad agire anche nel loro essere. Non so se io dovrei esserci o no, perché potrebbe essere imbarazzante, penso, per me, per loro e anche per voi.

Ma, se lo dite voi, ci sarò (risate e applausi).

Bene, buona fortuna a tutti voi, e lasciate che anche i bambini si siedano lì a cantare qualche canzone per iniziare, sarà una buona idea. Possono iniziare con qualcosa insieme a tutti gli altri. Riuscite a farlo? Va bene. Tutti i bambini dovrebbero sedersi davanti e…

Yogi: Shri Mataji? Con il Suo permesso qui ho un numero veloce.

Shri Mataji: Sì.

Yogi: Se permette.

Shri Mataji: Sì.

Yogi: Questo è con la musica.

Shri Mataji: Sì.

Yogi: Questa è una canzone dimostrativa… [Viene eseguito un pezzo musicale molto