Navami, Nona notte di Navaratri

(India)

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(TRADUZIONE NON REVISIONATA DAL 2006)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Navami

Nona notte di Navaratri

India, 19 Ottobre 1988


Oggi è l’ultimo giorno del Navaratri. Dovrebbe rappresentare per tutti noi il momento culminante. Come sapete, in noi ci sono sette chakra per la vostra ascesa e due al di sopra (del Sahasrara, ndt), che dovrebbero essere il vostro destino. Se però arrivate soltanto all’agnya, se vi muovete a livello dell’agnya, non potete ascendere più in alto. La gente si è persa a livello di questo chakra, che è un chakra importantissimo. Il Sashti (sesto giorno di una quindicina lunare, ndt) della Dea è considerato qualcosa di molto importante e si dice che la Dea arrivi su un naanv, su un’imbarcazione. La gente di Calcutta crede così perché il sesto giorno è molto difficile da superare. Oggi è questo il problema di tutti noi: abbiamo ancora questo sesto giorno fisso in testa e non riusciamo a passare oltre per arrivare al nono stadio. Possiamo anche celebrare puja o fare qualsiasi cosa, ma restiamo fermi al sesto. Celebriamo il Puja soltanto in modo esteriore. Il settimo giorno è quello in cui io sono presente. Però il settimo, l’ottavo e il nono devono essere raggiunti dopo aver superato il sesto. Oggi ho intenzione di parlarvi del sesto, poiché è importantissimo che sappiate tutti ciò che la Dea ha fatto il sesto giorno.

Mahalakshmi si è incarnata come Maria portando con Sé Suo figlio, che era Gesù Cristo. Ella volle che Lui attraversasse questo sesto centro per tutti, e così Egli dovette assumere la forma sottile di Chaitanya. Egli era la forma sottile di Chaitanya. Per questo camminava sulle acque. Ma alla fine divenne Chaitanya e passò oltre abbandonando il suo corpo, rimanendo solo nella forma sottile (dello Spirito[1], ndt).

Ora, questo concetto è una realtà. Ma chi ancora non sia un’anima realizzata, chi non abbia percepito le vibrazioni, non può concepirlo. Perciò si oppone a Cristo.

Mediante il proprio agnya, una persona così costruisce delle invenzioni su Cristo, sostenendo che Egli fosse un uomo normale. Questo perché costui non riesce ad andare oltre, in quanto è ancora a livello dell’agnya e, così facendo, non può oltrepassare Cristo (l’Agnya. ndt). Il punto fondamentale per quanto riguarda l’agnya è che gli esseri umani si muovono su entrambi i lati: il sinistro e il destro.

L’agnya sinistro è orientato verso il passato. Voi pensate che il vostro Paese sia stato grande, oppure fate come in Inghilterra, dove pensano di essere stati grandi governanti. Inoltre, si può anche pensare di essere nati in una famiglia altolocata e via dicendo. Tutte queste cose, che vi danno la sensazione che il vostro passato sia presente, vi provocano l’agnya sinistro. Ma anche indulgere nel passato degli altri vi provoca l’agnya sinistro, come quando qualcuno vi parla del suo passato, di ciò che è accaduto; o anche se si pensa al proprio passato: “Mi è capitata una cosa molto spiacevole, non sarebbe dovuta accadere”. E si piange e ci si dispera. Tutte queste cose possono causarvi un pessimo agnya, e quando avete un agnya così è molto difficile eliminarlo, poiché vi siete creati da soli questo problema.

Il terzo punto è quando venite aggrediti da qualche forza negativa. In quel frangente, quando siete attaccati, dimenticate proprio chi siete. Non vi rendete proprio conto di chi siete. Qualsiasi cosa la gente vi dica, ci credete. Vi dicono di fare una cosa e voi la fate. Vi dicono: “Dammi il tuo denaro!”, e voi glielo date. Vi diranno di buttarvi in mare e voi vi tufferete. Possono provocare dei suicidi di massa. Ipnotizzano la gente attraverso l’agnya sinistro e, dopo averla ipnotizzata, riescono ad ottenere tutto ciò che vogliono. Mediante l’ipnosi curano anche la gente. Quando una persona è ipnotizzata viene curata nel senso che, se ha qualche disturbo fisico e cose del genere, l’energia inizia a fluire verso il suo lato fisico e questa persona guarisce, ma il suo lato sinistro ne risulta posseduto. Di conseguenza, diviene una persona posseduta di lato sinistro, ma a livello fisico guarisce. Fanno queste cose su molte persone, possedendole e introducendo in loro delle entità. Ciò che è avviene è molto temporaneo, poi tornano alla loro condizione precedente ma con un’altra personalità presente in loro. Diventano stanchi e in tutto simili a reclusi. Non ce la fanno ad affrontare nessuno. Avvengono così tante cose di questo genere, a causa delle forze negative del lato sinistro, che è impossibile descriverle. Tutti i disturbi psicosomatici come il cancro, la mielite e tutti i problemi muscolari, il Parkinson, provengono dal lato sinistro e sviluppate anche…  L’altro giorno ho incontrato una signora che era diventata improvvisamente scurissima, il suo corpo si era gonfiato e presentava delle escrescenze; nessuno riusciva ad aiutarla. Si limitò ad adottare il trattamento di Sahaja Yoga per tre giorni ed ora sta molto meglio. Tutte queste cose vi arrivano dall’agnya sinistro ed alcuni amano assecondarle. L’ho notato soprattutto nella cultura islamica.

Non so perché, ma hanno questo modo di piangere, di lamentarsi, queste cose fastidiose. Esaltano le loro sofferenze, i loro guai e cose del genere, specialmente l’amore e via dicendo, queste assurdità, ed è così che hanno l’agnya sinistro bloccato. E quando l’agnya sinistro diventa molto forte, inizia a penetrare nell’agnya destro, poiché essi sono connessi tra loro. Quando però l’agnya sinistro penetra nel destro, ciò che accade è che vi mettete a fare il gioco di queste entità orribili. Finché le contrastate avrete dolori, avrete disturbi fisici, ma appena le accetterete esse si metteranno ad agire attraverso di voi.

Eseguono anche miracoli di vario genere. Vedrete, ad esempio, il kumkum uscire da loro (dalle persone possedute, ndt). Queste persone colpiscono molto gli altri ed hanno un modo di parlare che affascina la gente. Parlano come se fosse arrivato qualche grande oracolo di Delfo. Tutto diventa un grandissimo spettacolo demoniaco. Insomma, quando l’agnya sinistro penetra nel lato destro possono diventare grandi guru, insigni maestri. Possono diventare tutto ciò che vedete in questi giorni. In realtà, ci riescono praticando tutte queste cose del lato sinistro, acquisendone la padronanza e usandole poi attraverso il lato destro. È una delle cose più pericolose. Un’altra cosa che accade, quando l’agnya sinistro si sviluppa, è che, se magari avete un temperamento egoista, vi mettete subito ad usarlo e diventate molto presuntuosi. Iniziate a comportarvi… anche in Sahaja Yoga abbiamo visto persone con un grosso agnya destro che, avendo sviluppato un blocco all’agnya sinistro, hanno iniziato a comportarsi male. A quel punto non si possono riportare in Sahaja Yoga. Fanno cose, trucchi di ogni genere e, così facendo, impressionano la gente. Cercano di mettersi in mostra, ma è il bhut che parla per loro tramite. Quello è il momento in cui noi diciamo che sono fuori di Sahaja Yoga. Non possiamo averli qui. Quindi, è questo il punto: dovremmo evitarlo. Se avete l’agnya sinistro per favore cercate di pulirlo e siate sempre adirati con voi stessi. In continuazione: “Perché ho questo carattere? Perché mai dovrei avercelo?”.

Può anche esserci qualcuno il cui ego si sente ferito. Anche una persona del genere può diventare molto strana. L’ego ferito diventa una specie di pallone. Sapete, se colpite il pallone dall’esterno, o dall’interno, si gonfierà. Una persona così può diventare molto strana e può ostentare una gioia umile in modo molto artificiale. Anche in questo caso si sviluppa un tipo di personalità molto evidente. Ma l’agnya destro si sviluppa in seguito a molte cose quali (il vostro ambiente di) nascita, i vostri genitori. Magari i vostri genitori vi hanno viziato troppo facendovi credere di essere chissà chi. Può essere la vostra cosiddetta istruzione, il vostro cosiddetto successo nella vita, o magari il fatto che i vostri genitori siano molto importanti o qualcosa del genere. È così che l’agnya destro si sviluppa. Quando l’agnya destro si sviluppa in voi, diventa formidabile. Non riuscite mai a vedere niente con chiarezza.

È così stupido e idiota che continuate a fare cose idiote senza rendervene conto, finché non siete completamente rovinati e allora ve ne accorgete. Sì, questo è il punto. Gli esseri umani sono molto limitati nella loro comprensione della realtà. Ho visto, ad esempio, che a certa gente anche staccare un assegno procura ego, anche avere una carta di credito procura ego. C’è un tipo che guidava la mia automobile a Londra. Ogni qual volta si sedeva in auto, il suo agnya si gonfiava, così. Gli chiesi che cosa avesse, e lui mi rispose: “Sto guidando una Mercedes, ecco perché mi sento così”. “Ma la Mercedes non è tua, tu la guidi soltanto!”.

(In un altro esempio, Shri Mataji racconta di avere incontrato una signora che aveva un grosso agnya e di essersi chiesta cosa ci fosse di tanto strano in quella donna. Shri Mataji le chiese:) “Che lavoro fai?”. “Creo bambole”. Aveva quell’agnya perché sapeva fare delle bambole. Se Dio vi ha dato dei talenti, qualcosa, esprimete il vostro amore facendo qualcosa per Lui e cercate di dimostrarglielo: “Oh Dio, che mi hai donato questo talento, permettimi di lavorare per te”. Invece, la gente pensa: “È il mio lavoro”, ne va assai fiera e vuole dimostrare di essere altamente dotata o molto istruita o così via. Che senso ha questo per Dio? Che cos’è la conoscenza? Tutto questo è Avidya[2]. Per liberarci dell’ego, abbiamo un metodo semplicissimo, suggerito da Maometto, che funziona molto bene. Consiste semplicemente nel prendere una scarpa e battere ben bene ogni volta voi stessi per liberarsi dell’ego.

Noi però vediamo sempre l’ego degli altri, mai il nostro. Non pensiamo mai che qualcosa non vada in noi. Pensiamo sempre che ci sia qualcosa di sbagliato negli altri. Questo è il primo sintomo dell’ego: non vedere mai il vostro ego, ciò che non va in voi, come vi comportate, come trattate gli altri, ciò che gli altri pensano di voi.

Vorrei fare l’esempio di mio padre. Era un uomo privo di ego, ricco di talento, di conoscenza. Finora non ho mai incontrato nessun altro così. Era molto profondo. Ma se era seduto a tavola a mangiare, se eravamo tutti seduti, e mancava il sale, non si doveva dire che mancava il sale. Si mangiava, senza fare storie; si mangiava senza sale. Si doveva mangiare senza sale; non si doveva chiederlo. Allora mia madre diceva: “Se non c’è sale perché non me lo dite?”. Sentite poi che cosa succedeva. Noi eravamo una famiglia numerosa, con tutti i miei cugini, fratelli e sorelle. Noi ragazze e ragazzi avevamo delle grandi stanze per dormire e qualche lenzuolo da dividere fra noi. Tutta la notte una lotta. Qualche volta dovevamo dormire per terra.

Un giorno mia sorella si lamentò che sentiva dolore quando dormiva per terra. Allora mio padre disse: “Vai a dormire fuori, dormi là per dieci giorni e starai bene. Padroneggia il tuo corpo!”. Lui faceva così. Diceva: “Non dovreste chiedere nulla”. Se si chiedeva qualcosa, come ad esempio cenare ad una certa ora, lui rispondeva: “No, meglio digiunare, digiunare, digiunare.” Se manifestavamo qualche interesse per il cibo o per gli abiti, qualche interesse per le proprietà, lui ci rimproverava. Non si dovrebbe avere interesse per tutte queste comodità e cose del genere, poiché se le avete, ve ne sentite orgogliosi e le comodità rappresentano una schiavitù alla materia. La materia vi assoggetta continuamente.

Ogniqualvolta richiediate comodità, state chiedendo di assoggettarvi alla materia e, quando la materia vi domina, in realtà sviluppate l’ego, poiché siete ancora schiavi. Chiunque sia assoggettato ha l’ego più grande, e così si inizia a fare e affermare cose tipo: “Io ho questo, ho quello”. Non potete portarlo con voi. Per un Sahaja yogi è importante saper vivere in modo molto spartano. Dovrebbe saper vivere in qualsiasi situazione. Questo è il segno di uno yogi. Se uno yogi ha sempre bisogno di un letto comodo, di cibo adeguato ed altro, se continua ancora a interessarsi in continuazione al cibo, al portafoglio e al denaro, non è uno yogi. Egli non dovrebbe avere niente a che fare con tutto questo.

Ciò che intendo dire è che, in quanto Sahaja yogi, voi dovreste svilupparvi in modo da maturare in Sahaja Yoga. Dovete maturare, in Sahaja Yoga, in modo da sentirvi sempre totalmente affrancati da qualsiasi tentazione, da qualunque abitudine, da qualunque pretesa. Quello si chiama yogi. Ai personaggi di cui ora avete letto, io non l’ho detto, lo hanno capito da soli. Come lo hanno capito? Perché sono divenuti puri, puri, puri con se stessi, di una purezza divina. Ecco perché lo sanno. È subentrata questa purezza. Tutto ciò accade… Markandeya, ad esempio, viveva in un certo luogo, era devoto, viveva in grande gioia e molto modestamente con suo padre, ma era l’uomo più ricco poiché gioiva della grazia della Madre e vedeva benissimo tutte queste cose. Egli aveva avuto la maledizione di dover morire molto giovane. Suo padre gli spiegò: “Devi morire, poiché Shiva mi ha concesso la grazia di un figlio il quale, però, sarebbe dovuto morire molto presto”. Lui replicò: “Va bene. Troverò la soluzione”. Così venerò la Dea e la Dea gli concesse la grazia. Egli vide proprio la Dea in persona, ed ecco perché esiste questo luogo, Saptashringi.

Saptashringi significa sette chakra. È la sede dell’Adi Shakti, il luogo dell’Adi Shakti. Quando leggete tutte queste cose, vi stupite che fossero conosciute 14.000 anni fa; vi stupite che in tanti conoscessero tutto ciò che corrisponde al vostro Sahaja Yoga, che dimostra chi voi siate; vi stupite di come abbia potuto scriverne con tanta precisione. (Lo ha fatto) perché era diventato anch’egli un riflettore completo. È un riflettore assoluto che ha indicato al mondo che cosa è la Dea. Un grandissimo onore a lui che era privo di ego. Se avete ego, non potete fungere da riflettori. Se avete super ego, non potete riflettere. L’ego è una cosa così illusoria che dice: “Non mi piace. Non lo voglio. Non mi appartiene”. Finché continuerete così, sappiate che siete nella forma dell’ego. Non siete yogi, ma persone piene di ego.

Quindi è importante che vi sviluppiate affinché tutte queste nuvole dell’ego e del super ego scompaiano. L’adorazione della Dea… Lei è la Shakti, la Kundalini. Lei espande i vostri chakra, migliora la Sushumna. Il vostro canale (centrale, ndt) si espande e si apre molto di più. Tuttavia manca ancora la facoltà di ritenzione.

È come un foro nella brocca: ci mettete l’acqua e questa ne fuoriesce. È così. All’inizio, diciamo che è piena perché l’acqua entra con forza. Ma dopo un po’ la brocca è vuota.

È proprio la stessa cosa.

Quel foro in noi può essere dovuto all’ego o al super ego. Sono soltanto due, soltanto due problemi, e se riuscite ad evitarli è meglio. Tutto qui. Datevi da fare. La cosa migliore è osservare voi stessi, sgridare voi stessi ed anche apprezzare voi stessi quando fate qualcosa di bello, qualcosa di generoso. E questo manca moltissimo.

A volte i Sahaja yogi pensano di essere già nel Regno di Dio, ma non è questo il vostro destino. Se, supponiamo, qualcuno lavora come spazzino nel Segretariato e pensa di essere diventato Primo Ministro, che dite? Qual è la sua posizione? È proprio la stessa cosa. Voi siete entrati nel regno di Dio, ma avete realizzato il vostro destino? Per far ciò non vi occorre nessuna istruzione, nessuna conoscenza, non vi occorre nessun curriculum eccezionale, non vi serve nome, fama, famiglia, casta o razza, niente. Ma un’umile devozione, la meditazione e un vero desiderio di ascendere. L’autentico desiderio di ascendere agisce in modo talmente bello, così meraviglioso, da stupirvi. Noi dobbiamo renderci conto della nostra destinazione. Prima di tutto, che cosa dobbiamo raggiungere. Seconda cosa, dobbiamo imparare ad acquisire il coefficiente per raggiungerla. Occorre avere devozione. È semplicissimo: dobbiamo avere devozione.

La gente medita; guarda la fotografia. Ciò che dovete fare è guardare la mia fotografia ed osservarla proprio come la fotografia di vostra madre. Mettetela (Shri Mataji, ndt) nel vostro cuore. Cercate di metterla nel vostro cuore. Osservate la fotografia: “Madre, ti amo, ti prego, vieni nel mio cuore”. Così. Mettetela (Shri Mataji, ndt) nel vostro cuore. Il cuore possiede tutta l’intelligenza, tutte le facoltà. Ogni cosa nasce dal cuore.

Se però chiudete il vostro cuore, allora il cervello inizia a fare quel che vuole e prende il sopravvento. Il cuore contiene lo Spirito e controlla tutto, il (sistema nervoso) autonomo, simpatico, parasimpatico, tutta la vostra evoluzione, la conoscenza, ogni cosa; non solo, voi vi sentite esseri assolutamente collettivi ed è anche la luce che vi dà la vera conoscenza. Lo Spirito deve essere fatto funzionare. La prima cosa, dunque, è cercare di sviluppare il cuore.

Osservate per conto vostro quanto è grande; quante persone riuscite a perdonare; come parlate con loro; che cosa pensate degli altri. Vi preoccupate per loro oppure no? Per quanto mi riguarda, se io vedo un povero, tutto il mio essere inizia ad agitarsi, sapete. Sento proprio che si dovrebbe fare qualcosa, non riesco a sopportarlo. Come questa povera gente che lavora qui, alla quale è stato chiesto di sloggiare, poiché avevano alcune obiezioni. Noi li abbiamo fatti spostare tutti e loro sono usciti, poiché gliel’ho chiesto io, ma non avevano preparato le loro capanne. Poveretti, sono dovuti stare seduti fuori per tutta la notte. Non sono riuscita a mangiare per tutta la giornata. Mi sentivo malissimo. Ho dato loro tutto. Ho detto: “Sedetevi qui. Fate e date loro tutto ciò che desiderano e preoccupatevi della loro salute”. Avevano dei malati ed io li ho curati. Perché, sapete, tutta la compassione crea una vera tempesta nel mio cuore. Una tempesta. È questo ciò che si deve vedere: che cosa pensate della povertà? Pensate alla povertà che c’è? Che cosa pensate della gente che soffre? Che cosa pensate della gente percossa, ingannata, oppressa?

Sahaja Yoga non è destinato ad un individuo. Non è destinato a voi. Non è riservato ad una qualche collettività di Sahaja yogi: è destinato al mondo intero. Voi dovete portare ovunque la luce dell’amore e della compassione di Dio. Il nuovo passo dunque è elevarsi oltre l’agnya. Quando qualcuno pensa: “Sono molto felice, dovrei procurarmi questa certa cosa”, pensate a chi non ha niente, guardate lui! Quando pensate di essere molto importanti, osservate qualcuno più importante di voi. Quando sposterete la vostra attenzione su tutte queste cose inizierete a comprendere: “O Dio! Che benedizioni! Dio mi ha benedetto talmente!”.

Innanzi tutto, la Realizzazione. Grazie, grazie per la Realizzazione. Ringraziare è il modo migliore, e poi iniziate a pensare: “Perché non dovrei dare agli altri queste benedizioni che ho io?”. Noi invece siamo molto crudeli, talvolta siamo molto arroganti, altre volte assai malevoli con gli altri. Ma tutto questo ora deve finire. Qualsiasi cosa abbiate da dire, dovete dirlo onestamente. Avete due nemici: il primo nemico siete voi stessi, ed il secondo è l’ignoranza. Sono questi i due nemici che dovete sconfiggere. Se vi liberate di questi due nemici, nessuno potrà distruggervi. Ora, supponiamo vi sia una persona molto fastidiosa, che vi tormenta, diciamo. Lasciatela fare. È lei che andrà all’inferno, non voi. Se vi infastidisce, bene, lasciatela fare. Chi (dei due) prova sentimenti malvagi? Perché dovreste preoccuparvi? Voi non state facendo nulla. Dovreste esserne contenti. Anzi, se qualcuno dà fastidio, guardatelo: “Questo tipo che mi sta creando problemi ha molto denaro ed altro, mentre io sono tormentato e non ho tutto questo”. Ma voi avete la realizzazione del sé, mentre lui non l’ha.

È una grandissima fonte di soddisfazione ed esultanza essere anime realizzate e cerchiamo di avere una stabilità completa. Dobbiamo essere decorati. Dobbiamo essere posti sul trono. Dobbiamo essere re. È ciò che io desidero. Perciò non possono essere presi dei mendicanti. Se fate di un mendicante un re, continuerà a fare certe cose. Deve dunque subentrare questa grande personalità, una sorta di dignità, di serenità, una personalità che dimostri che siete Sahaja yogi.

Ho detto che ci sono soltanto due nemici da sconfiggere. Dovreste rendervi conto che voi avete ottenuto la Realizzazione, per questo avete ottenuto (la possibilità di celebrare. ndt.) i puja. Al momento del puja, arrendetevi semplicemente a me poiché, se non siete arresi, la vostra mente continuerà ad agitarsi. È come mettere qualcosa su un ventilatore che non la attira, ma la respinge. In un certo senso voi siete così. È questo.

Il secondo punto è che un puja significa arrendersi. È un atto di devozione. È un moto del cuore. Aprite il cuore. In quel momento dovreste aprire il cuore e venerare. Ora il problema è che se si dice qualcosa alle persone con l’ego, esse si sentono urtate. È la parte peggiore. Non capiscono che è per il loro bene, che devono aprire il cuore, che devono assorbire di più. Se il cuore è piccolo, quanto amore potete riversarvi? In questo momento, per esempio, l’amore fluisce. L’amore fluisce. In quel momento (durante un Puja, ndt) voi siete seduti con la mente fissa su un certo punto; quindi, l’aspetto della dedizione, dell’attenzione dovrebbe essere totale. Ho visto gente dormire durante i miei puja. Molte persone dormono. Ciò dimostra che sono di lato sinistro e che in loro c’è un bhut o qualcosa del genere. (Queste persone) si spengono proprio. Io parlo e loro si spengono.

Dovete comprendere perché fate queste cose, e cercare di liberarvene e di migliorare voi stessi, di essere vigili e di assorbire. Siate ricettivi il più possibile. Il puja è fatto per questo. Ora qui avete avuto nove puja. Siamo migliorati grazie a questi nove puja? Abbiamo ottenuto qualcosa in più? Ci siamo riempiti di più amore, più gioia, più comprensione e maggiore soddisfazione?

Oggi è l’ultimo giorno. Dovete fare queste riflessioni. Poi domani è il giorno dell’esultanza. Perché, che cosa abbiamo fatto? È questo. Oggi dovreste tracciarvi un quadro completo di voi stessi. Che cosa ho ottenuto in questi nove giorni? Che cosa ho raggiunto? Vediamo un po’: ho ottenuto questo e quello? Dovreste osservare proprio tutte queste cose dentro di voi e poi gioire di averle ottenute. È la vittoria. Domani è il giorno della vittoria, in cui sarete risultati vittoriosi su voi stessi e la vostra ignoranza. Avrete vinto voi stessi e avrete vinto l’ignoranza, l’oscurità dell’ignoranza. È questo il messaggio di domani.

Che Dio vi benedica.


[1] “…. Insomma doveva diventare il principio di Brahma. Per diventare il principio di Brahma doveva liberarsi di tutti gli altri elementi che erano in Lui. E dunque l’ultimo elemento era la luce e dovette attraversare anche questo. Aveva in sé l’elemento terra, poiché era “mala”, e tutti gli altri elementi. Ciò che è morto in Lui è quel piccolo elemento terra, insieme con gli altri elementi; ciò che è sbocciato è il Puro Spirito, è il Puro Spirito. Questo è risorto, il Puro Spirito, il puro Brahma Tattwa che aveva formato il corpo di Cristo, che era il corpo di Cristo “(Estratto del discorso di Shri Mataji: “La creazione di Gesù”, 1982).

[2] Non conoscenza.