Shri Ganesha Puja

(Switzerland)

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(02/2017 SOTTOTITOLI - da revisionare, verifica della traduzione in corso)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Shri Ganesha Puja

Les Diablerets[1] (Svizzera), 8 Agosto 1989


Oggi siete venuti qui per venerarmi nella forma di Shri Ganesha. Noi cantiamo la lode di Shri Ganesha prima di ogni puja ed abbiamo enorme rispetto per Lui, poiché ci siamo resi conto che, finché Shri Ganesha – che è il simbolo della nostra innocenza – non è risvegliato in noi, non possiamo entrare nel regno di Dio. Ed anche per rimanervi e gioire delle benedizioni di Shri Ganesha, la nostra innocenza deve essere pienamente sbocciata. Quindi lo adoriamo e adorarlo è molto semplice. Inoltre, qualsiasi errore possiamo aver commesso prima di entrare in Sahaja Yoga, Egli lo perdona completamente, poiché è l’Eterno Fanciullo.

Avete notato che quando talvolta schiaffeggiate i bambini, vi arrabbiate con loro, essi se ne dimenticano. Ricordano soltanto l’amore, e non ciò che hanno sofferto dalle vostre mani. Finché non crescono, non hanno memoria delle cose sgradevoli subite. All’inizio, quando un bambino nasce dalla madre, egli non si rende conto di ciò che ha affrontato. Poi, gradualmente, la memoria inizia a funzionare e lui inizia ad immagazzinare in sé le esperienze.

All’inizio, però, si ricorda soltanto delle cose piacevoli che gli sono accadute. Ci piace sempre ripensare alla nostra infanzia, a ciò che ci ha procurato gioia nella fanciullezza; durante la crescita, invece, si inizia a ricordare tutte le avversità e le sofferenze che abbiamo dovuto affrontare, tutte le dure prove che abbiamo affrontato e tendiamo ad amplificarle.

Durante l’infanzia, i bambini si ricordano soltanto delle persone che li hanno amati, non di chi li ha feriti; forse non vogliono ricordarsene, così pare. Ma quando crescono, cercano di ricordare soltanto chi li ha danneggiati o infastiditi. Ed è così che rendono se stessi molto tristi.

Ma il principio di Ganesha è estremamente sottile, il più sottile in assoluto, ed esiste in ogni cosa; si trova nella materia sotto forma di vibrazioni; non esiste materia che non possieda vibrazioni. Essa ha vibrazioni visibili anche negli atomi e nelle molecole di tutta la materia esistente. Shri Ganesha è stato il primo ad essere stabilizzato anche nella materia. Di conseguenza, notiamo che Egli esiste nel sole, nella luna, nell’intero universo, in tutta la creazione e continua ad esistere anche negli esseri umani.

Soltanto gli esseri umani hanno la capacità, in un modo o in un altro, di offuscare l’innocenza. Gli animali, al contrario, sono innocenti.

Gli esseri umani hanno la libertà; se vogliono, possono occultare la propria innocenza, possono sbarrare le porte di Shri Ganesha e affermare che non esiste. Possono oscurarlo. È per questo motivo che troviamo esseri umani che compiono molte azioni orribili, evitando l’esistenza di Shri Ganesha.

Egli, invece, agisce; agisce in modo tale da mostrare le conseguenze naturali delle nostre mosse errate. Se ad esempio, si compiono azioni che non compiacciono Shri Ganesha, Egli arriva fino ad un certo punto, vi perdona fino ad un certo punto, poi inizia a manifestarsi come malattie, come disturbi fisici e, nelle donne, come malattie mentali. Può anche creare problemi nella natura.

Le catastrofi naturali sono provocate unicamente dalla maledizione di Shri Ganesha. Quando la gente inizia a commettere cose sbagliate, a comportarsi collettivamente in modo sbagliato, arrivano le catastrofi naturali a darle una lezione.

Pertanto, nella Sua essenza, malgrado Egli esista in ogni cosa, ha anche la capacità di affermare la Sua volontà, di provocare la distruzione del mondo intero.

Noi abbiamo un’idea di Shri Ganesha come qualcosa di minuscolo; pensiamo che poiché può viaggiare su un topolino, anche Lui debba essere molto piccolo. Egli è tanto piccolo quanto è grande; supera tutte le deità in saggezza; è Colui che dona la saggezza, ci dà la saggezza, ci istruisce. In questo senso è il nostro Guru, anzi, Mahaguru, poiché ci insegna come dovremmo comportarci.

Se cercate di ignorarlo comportandovi male, nemmeno la Madre vi sosterrà, perché Lei sa che le persone che ignorano Shri Ganesha sono anche coloro che non rispetteranno mai la Madre. Quindi Egli è l’epitome del rispetto per la Madre, la massima espressione. Egli non conosce nessun’altra deità, non conosce Sadashiva, non conosce nessun altro, rispetta soltanto la Madre. Egli rappresenta il potere della devozione e della completa resa alla Madre, ecco perché è la deità più potente di tutte e nessuno può superare i suoi poteri.

Dobbiamo comprendere che, man mano che i bambini crescono, anche Shri Ganesha comincia a crescere in loro, ma poiché sono esseri umani, possono in qualche modo cercare di sopraffare Shri Ganesha. Quindi i genitori sahaja yogi hanno il dovere di prendersi cura dei propri figli in modo distaccato, affinché Shri Ganesha si stabilizzi in loro.

Il primo segnale di Shri Ganesha in un bambino è la saggezza. Se il piccolo non è saggio, se crea problemi, se non sa comportarsi bene, significa che Shri Ganesha è attaccato dal bambino stesso.

Oggigiorno, in questa epoca moderna, i bambini sono molto attaccati, l’innocenza è attaccata e le persone trovano difficile tracciare un sottile limite e capire fin dove spingersi con i bambini e fin dove non spingersi.

Il discorso di oggi riguarderà soprattutto fin dove spingersi con Shri Ganesha per quanto riguarda i bambini, poiché questo è un aspetto molto importante. Infatti Egli è Colui che dà la saggezza. Quindi i genitori devono comprendere: “Se Egli dà la saggezza, dovrebbe esserci saggezza in me. E se ho saggezza, ho equilibrio e non mi arrabbio con i bambini, bensì cerco di correggerli in modo da ottenere dei risultati”.

Se però cercate di essere molto rigidi con i bambini, essi potrebbero reagire e perdersi; oppure, anche se cercate di imporre loro troppe restrizioni, si comporteranno allo stesso modo.

Quindi, una cosa da insegnare ai vostri figli è il rispetto per la Madre, come fa Shri Ganesha.

Per Madre si intende sia la vostra Santa Madre sia la vostra madre individuale; è molto importante. Se il padre non fa sì che il figlio rispetti la madre, il figlio non sarà mai a posto perché l’autorità proviene indubbiamente dal padre, ma la madre deve essere rispettata. Per questo, però, è molto importante che la madre rispetti il padre. Se, in presenza dei bambini, vi mettete a litigare, a comportarvi male e a parlare in modo scorretto, ciò avrà anche conseguenze molto dannose sul Ganesha Tattwa del bambino.

Questa educazione è molto importante in Sahaja Yoga, perché per grazia di Dio avete tutti dei figli realizzati, quindi dovete sapere fino a che punto spingervi con i bambini per renderli più saggi, morali, retti. Per prima cosa dovreste cercare di preservare la loro saggezza; se dicono qualcosa di saggio, dovete mostrare apprezzamento. Però non dovrebbero nemmeno parlare fuori luogo, con malagrazia. Non si devono tollerare nemmeno i comportamenti errati, nel senso che tutta la saggezza interiore deve esprimersi all’esterno come luce.

Procediamo adesso nell’osservazione di fin dove agisce Shri Ganesha. Come ho detto, Egli esiste nella dimensione più sottile, ma dovete risvegliarlo. Ad esempio, avete visto l’acqua vibrata: che cosa significa? Vibrata significa che il Ganesha Tattwa è stato illuminato in quell’acqua e, quando essa entra nel vostro stomaco o nei vostri occhi o dovunque vogliate metterla, agisce. Agisce in modo da sollecitare lo Shri Ganesha Tattwa dovunque la mettiate.

Adesso, tanto per cominciare, avrete visto che abbiamo avuto miracoli nell’agricoltura. Questi miracoli nell’agricoltura sono tali che la gente è stupita! Invece è molto semplice: quando iniziate a sollecitare il principio di Ganesha nel seme, esso cresce dieci, talvolta cento volte tanto. Persino la Madre Terra, che noi consideriamo qualcosa di morto, può essere vibrata.

Supponiamo che voi sahaja yogi camminiate a piedi nudi sul terreno: la Madre Terra si vibra.

E la Madre Terra così (vibrata) agirà sugli alberi, sull’erba, sui fiori, su tutto. I sahaja yogi mi hanno riferito che nei loro ashram tutti i fiori crescono di dimensioni enormi e molto fragranti. Le margherite, ad esempio: a Londra e in Inghilterra, non avevano mai avuto profumo, mai. Le margherite erano piccole così, ed ora sono diventate così grandi e, le vedete ovunque, sono talmente profumate! È un miracolo, la prima volta che ho detto a qualcuno che le margherite erano profumate, stentavano a crederci. Quando poi hanno sentito il profumo, sono rimasti sorpresi.

Allo stesso modo, il Ganesha Tattwa comprende, pensa, organizza, agisce; questo se è risvegliato. Diversamente, se è addormentato, non lo fa. Esso dunque agisce, lavora. Come in un piccolo seme che germina: sulla punta del seme c’è una piccola cellula che ha il Ganesha Tattwa risvegliato. Pertanto esso sa come scendere in profondità, come aggirare le pietre, come radicarsi e come raggiungere la sorgente d’acqua. Esso però ha solo il senso di fin dove spingersi per esistere e per nutrirsi a livello molto materiale, di come permettere all’albero di crescere.

Ma a livello dell’Agnya chakra, il Ganesha Tattwa diventa infinitamente più sottile. A livello dell’Agnya chakra comprende di avere ormai raggiunto la dimensione spirituale. Lo stesso Ganesha Tattwa che agiva sulla piccola punta di una radice, adesso agisce nella sfera spirituale.

Ecco perché si chiudono gli occhi quando si medita; perché non si vuole vedere niente altro, si vuole soltanto che Shri Ganesha agisca per il processo meditativo della propria Kundalini. Questo processo meditativo in cui chiudiamo gli occhi, agisce, ma se osservate qualcuno che dorme e sta sognando, vedrete che i suoi occhi si muoveranno continuamente, avrà gli occhi in movimento. Il Ganesha Tattwa adesso viene attivato dalla vostra attenzione.

Se la vostra attenzione si sposta in continuazione di qua e di là, da una parte all’altra, esso ne risente, specialmente nel caso in cui ci si metta a guardare sempre gli uomini o le donne. Allora il nostro Ganesha Tattwa è distrutto. Per queste persone è difficile ottenere l’ascesa, perché l’Agnya va fuori uso.

Il Ganesha Tattwa può essere ridotto anche se si è molto materialistici. Tutta la preoccupazione relativa alle vostre cose…ad esempio avete in casa qualcosa di cui vi preoccupate, osservate tutto cercando sempre di migliorarlo e vi preoccupate della materia. Anche allora il Ganesha Tattwa può andare perduto, perché vi preoccupate sempre di queste cose; anche quando si va per negozi e si guarda tutto: “Cosa c’è qui? Cosa c’è lì? Che cosa dovrei comprare? Che cosa dovrei acquistare?”. Andrà così anche in questo caso, se esagerate.

Supponiamo invece che acquistiate qualcosa per la bellezza, per la sua bellezza, che vogliate comprare qualcosa per adornare la vostra casa. Questo indica che cercate di fare qualcosa per compiacere gli altri, che lo fate per dare molta felicità agli altri. Allora ha l’effetto opposto, favorisce la vostra ascesa; ma soltanto se lo si fa per dare gioia agli altri, per condividere la bellezza di tutto ciò che avete acquistato o preso.

Supponiamo invece che compriate qualcosa per rendere gli altri gelosi. Recentemente ho appreso anche questo, ossia che alcuni hanno la capacità di acquistare qualcosa per fare ingelosire gli altri, non per rendere qualcuno felice. Se ci sono persone che comprano le cose per fare ingelosire gli altri, anche in quel caso il loro Ganesha Tattwa può andare distrutto. Che cosa dovreste comprare? Qualsiasi cosa che abbellisca la vostra casa.

Quando qualcuno viene a casa vostra, dovrebbe dire: “Oh, che belle cose abbiamo visto”. Non è attaccamento alle cose, ma un attaccamento a come si sentono le persone, a quanto si sentono rilassate e a proprio agio, al fatto che percepiscano in loro Shri Ganesha che è la bellezza. Quando provano questo sentimento, si dovrebbe dire che vi è Ganesha Tattwa. Ed è un sentimento molto materno.

È come una madre che vuole dare cose dolci ai suoi figli, cose belle ai suoi figli.

Allo stesso modo, in questo si ha ciò che viene chiamato vatsalya, il sentimento della madre per il bambino. È quel sentimento sottile che avete (e che vi fa pensare:) “Queste persone sono venute a casa mia; guarda come sono felici, quanto ne gioiscono e l’apprezzano”. In questo modo, adempite ad un aspetto molto importante del principio di Ganesha, notate cioè (l’opera degli) artisti.

Nonostante gli artisti creino tutte le loro bellissime opere dalla materia attraverso lo Swadisthana, se lo Swadisthana non è governato da Shri Ganesha, non può essere qualcosa di bello. Come notate, in questi giorni gli artisti si dedicano ad ogni genere di cose grottesche, molto immorali: ebbene, queste cose non hanno alcun valore eterno. Oggi la gente le acquisterà e un domani le getterà via.

Soltanto le opere che possiedono il sottile principio di Ganesha che agisce, che vi calma, che vi fa sentire pacifici, che vi rende felici, vengono apprezzate. Shri Ganesha stabilizza in voi il Sé più elevato. Ciò che in voi è più vile, che apprezza tutte le cose più spregevoli della vita, viene ridotto, limitato, talvolta completamente distrutto da Shri Ganesha.

Vi farò l’esempio di Monna Lisa. Se osservate Monna Lisa, insomma, non so, non credo che possa sembrare un’attrice, che possa vincere un concorso di bellezza. Il suo volto è molto sereno, molto materno, molto puro, come i suoi occhi. E perché viene così eternamente apprezzata? Il motivo è che in lei risiede il principio di Ganesha, lei è una madre. La storia di questa signora è che aveva perso suo figlio e non sorrideva né piangeva più. Le portarono un bambino piccolo e, quando lo vide, le si dipinse un sorriso sul volto – provocato dall’amore per il bambino – che è stato ritratto da questo grande artista. È per questo motivo che la gente lo apprezza.

Avrete notato che in Occidente, malgrado non si dimostri molto interesse per la relazione madre-figlio, ovunque andiate, il rapporto madre-figlio è il più rappresentato. Se vi mostrano una fotografia, ritrae la madre con il bambino, la Madre di Cristo e il Figlio. Quando Cristo fu deposto, la Madre era lì; deve esserci la rappresentazione del principio Madre-Figlio, altrimenti il quadro non è considerato di valore. Oppure deve esserci raffigurato proprio Cristo, che è il principio di Ganesha stesso.

Non ho ancora visto opere di quell’epoca in cui non siano rappresentati questi principi; anche Picasso li ha adoperati, anche personaggi alquanto moderni si sono avvalsi di questo principio per acquisire popolarità.

Altri, invece, per acquisire popolarità, non hanno adoperato il principio di Ganesha, ma il principio opposto. Tutte queste opere sono svanite nel nulla e noto che ora tutto gradualmente sta andando giù, sempre più giù, sempre più giù, sempre più giù.

Nonostante la gente abbia perduto la propria morale, vorrebbe tuttavia avere Rembrandt, vorrebbe Leonardo da Vinci, vorrebbe che ci fossero questi artisti che hanno rappresentato la Madre col Bambino; è molto sorprendente. L’ultima volta che mi sono recata in Austria, ho chiesto: “Quali statue avete?” E loro: “Abbiamo una splendida Madonna col Bambino”.

Questo principio è dunque quello che dà maggiore piacere. La maggiore soddisfazione degli esseri umani è osservare i bambini, giocare con loro, gioire della loro compagnia. Perché? Perché un bambino ha la dolcezza. Suscita davvero gioia in voi vedere un bambino, direi; immediatamente il volto cambia.

Vi ho raccontato di avere visto in un filmato un coccodrillo rompere le sue uova; avreste dovuto vedere i suoi occhi in quel momento, con quanta attenzione le rompeva.

I suoi occhi erano meravigliosi, con un’espressione piena d’amore; e non si poteva credere che fossero gli occhi dello stesso coccodrillo. Con la bocca, rompeva molto lentamente tutte le uova da cui uscivano i piccoli coccodrilli. Poi li portava sulla riva e li lavava a lungo tenendoli in bocca; adoperava la bocca con grande attenzione, come una stanza da bagno, sapete. Dovreste osservare come si comportano gli animali nei confronti dei loro cuccioli.

Ma quando diventate per così dire ‘moderni’, le vostre azioni diventano molto strane. Ci sono persone che uccidono i bambini, altre che ne abusano. Insomma, peggio dei rakshasa, anzi, nemmeno i rakshasa hanno fatto queste cose, nemmeno i pishaksha[1] le hanno commesse, e i Gana si sorprendono: “Da dove vengono queste creature di nuovo genere, che non provano amore verso i propri figli, che possono ucciderli, assassinarli, spezzare loro le mani? E sono i loro figli! Se possono fare questo ai loro figli, cosa faranno a quelli degli altri?”

Quindi l’amore verso i vostri figli deve essere assolutamente importante ma, per prima cosa, in quanto sahaja yogi, non dovreste essere attaccati solo ai vostri figli. In secondo luogo, dovete essere capaci di porre assolutamente un limite al vostro amore. Questo limite è il loro bene: “Questo è per il bene di mio figlio? Lo sto viziando? Lo sto assecondando troppo? Mio figlio mi tiene in pugno? Oppure lo sto educando bene?”. Infatti, durante l’infanzia, il padre e la madre devono educare i bambini, devono insegnare loro (come comportarsi) e i bambini devono essere ubbidienti e dare retta ai genitori.

Invece, oggigiorno i bambini non sono obbedienti. Non lo sono, perché notano che i genitori non sono obbedienti l’uno all’altro. Inoltre si rendono conto che in questa società i figli seguitano ad importunare i genitori, ed anche loro diventano così. Ma non ha importanza, voi siete sahaja yogi e dovreste educare i vostri figli ad essere obbedienti, ad essere saggi, ad essere assennati, con lo stesso amore che il coccodrillo nutre per i suoi piccoli.

Ora, quando si passa all’aspetto più sottile del Ganesha Tattwa, esso si esprime attraverso i nostri occhi. Quando io guardo qualcosa, la vedo come qualcosa che dà gioia, soltanto gioia. E se voglio acquistare qualcosa, penso: “Bene, la posso comprare per questa certa persona, l’apprezzerà”. Questo perché saprò che cosa le piace, quindi gliela comprerò. Anche se compro qualcosa per la mia famiglia, penso la stessa cosa.

Ad esempio, ora ho costruito una casa dove ho intenzione di tenere tutti gli oggetti, i doni che mi avete fatto, ogni cosa, come un museo; e chiederò a tutti gli abitanti del villaggio di venire a vederlo, perché non hanno mai visto cose simili. Non possono andare in Svizzera, figuriamoci in Inghilterra; quindi dobbiamo… sto pensando di realizzare la casa in modo tale che gli abitanti del villaggio, che non hanno mai visto quelle cose bellissime, vengano a visitarla. In India non accade molto spesso che le persone semplici provino gelosia; soltanto i nuovi materialisti hanno sviluppato l’attitudine alla gelosia. Diversamente diranno sempre: “Che begli oggetti! Sono meravigliosi! Come sono!”.

A Puna, ad esempio, stavate cantando i canti di Sahaja Yoga. In effetti devo dire che avete imparato molto bene. C’erano dei maestri di questa musica lì seduti che vi osservavano cantare. Erano maestri di arte drammatica e recitazione, artisti molto noti in India. E dissero… – se vi ricordate, è stato quando siete andati a vedere la loro commedia a Puna – mi dissero: “Madre, desideriamo celebrare il Suo compleanno”. Io risposi: “È molto difficile perché voi sarete molto lontani”. “No, no, verremo!”. Viaggiarono in pratica tutta la notte e tutto il giorno e arrivarono verso le cinque, immaginate. Finirono il loro spettacolo circa alle tre o alle quattro, poi viaggiarono un giorno intero, arrivarono verso le cinque da un posto chiamato Belgam, ed il programma iniziava alle sei e mezzo. Erano tutti vestiti elegantemente, arrivarono, e che paragone fecero!

Dissero: “Ci vergogniamo, pensavamo che noi del Maharashtra fossimo ottimi musicisti, ottimi nei tala e cose del genere. Ma ci siamo vergognati sentendo quanto sono bravi questi stranieri a cantare la nostra musica. Noi non sappiamo cantare come loro, non sappiamo cantare la loro musica, mentre loro hanno cantato la nostra e noi ci siamo sentiti tutti molto a disagio e in imbarazzo. Come sono riusciti a cantare così bene?”.

Mostravano un tale apprezzamento che anche io mi sentivo in imbarazzo per come sostenevano: “Cosa è accaduto a queste persone? Che cosa ha fatto il loro Guru? Che cosa hanno fatto a questa gente, perché possano cantare così bene?”. Un tale apprezzamento ed entusiasmo! Credo che ne abbiamo una registrazione, una registrazione audio; non so ne se abbiate o no un video, ma se c’è, per favore, procuratevelo. È molto interessante il modo in cui hanno apprezzato i miei figli per come cantavano. Ed ho sentito il loro apprezzamento in tutto ciò che hanno detto, perché sono grandi maestri, molto esperti; tessevano lodi come se elogiassero dei bambini che hanno cantato qualcosa di grandioso.

Osservate: in tutto questo c’era un rapporto molto dolce di vatsalya, il sentimento di una madre che osserva i suoi figli cantare molto bene. È accaduto a molti che ho visto: quando, come sapete, sono venuti alcuni artisti e vi hanno visto apprezzare e cantare questa (musica), hanno provato lo stesso sentimento: “Come hanno fatto i Suoi figli, come sono riuscite queste persone a cantare così bene? Come hanno fatto ad imparare così bene?”. Intendo dire che tutto questo meraviglioso sentimento e tutto questo apprezzamento hanno creato una bellissima atmosfera, perché vi erano alcuni grandissimi artisti che vi hanno elogiato, invece di dire: “Non capiscono niente di musica”. Niente del genere!

Hanno apprezzato molto il fatto che persone che non avevano mai conosciuto la musica indiana, cantassero tanto bene.

In questo apprezzamento c’era anche un sentimento paterno, materno, vatsalya, e la circostanza era bellissima. Quando, ad esempio, una persona come Ravi Shankar deve suonare con Yehudi Menuhin che in confronto a lui è un bambino, ho notato come si prenda cura di lui e lo protegga. Nella mia lingua, l’hindi, si dice samhala. Si occupa di lui e lo guida sempre.

Anche per quanto riguarda la musica, supponiamo che ci siano un suonatore di tabla e un musicista molto anziano, il maestro lì seduto; (il più giovane, ndt) dirà (al maestro): “Per favore, occupati di me, samhala. Dirà sempre con un intenso sentimento filiale: “Prenditi cura di me”.

Tutte queste cose sono molto importanti nella vita, per creare buone relazioni anche fra di noi, con chi è più giovane di noi, con chi non è molto benestante, con chi non ha molto talento, o con chi non ha molta conoscenza di Sahaja Yoga o che non è molto anziano in Sahaja Yoga. Noi dobbiamo prenderci cura degli altri in modo molto paterno o, diciamo, materno, perché loro non hanno queste qualità.

Bene, dunque: noi abbiamo il Ganesha Tattwa, quindi risvegliate il loro Ganesha Tattwa. Dovrebbero sentire di dipendere da voi per del conseguire la maestria o per raggiungere lo stato più elevato, poiché il principio del Guru è assolutamente vincolato al principio di Ganesha. Se un guru non possiede il principio di Ganesha, diventa un individuo orribile, orribile, orribile, nessuno vuole stargli vicino e tutti lo sfuggono. (Se invece lo ha) malgrado possa punire, malgrado possa adirarsi con i discepoli, essenzialmente pensa: “Questa è la mia progenie, la sto facendo crescere, la sto sviluppando”.

Invece, l’opinione moderna è: “Lasciate che siano individui autonomi, lasciate che siano indipendenti”. Così il padre e la madre non si occupano dei figli come dovrebbero, ossia: “Questo è mio figlio, ho qui un talento, devo educarlo, deve crescere, lui è la continuazione di me stesso”. Questa idea di renderli individui, per cui (si dice): “Sei un individuo, a diciotto anni vattene di casa, fai quello che ti pare, reggiti sulle tue gambe…”. No. La vita si basa sulla continuità, non si tratta solo di reggersi sulle proprie gambe, ma è questione di essere sempre connessi con il tutto.

Finché non siete completamente connessi, non possiamo comprendere la collettività dell’innocenza. La collettività dell’innocenza… sono molto felice nel vedere a volte il bambino di qualcuno sedersi in braccio a qualcun altro, in modo molto dolce, andando da questa persona come se fosse suo padre, sedendogli in braccio ignorando il fatto che non è suo padre. Questa consapevolezza (dell’attaccamento solo ai propri genitori ecc., ndt) non esiste.

Quindi ciò infrange il senso del ‘mio’ e del possesso, del ‘questo è mio, quest’altro è mio, quello è mio’.

E ciò vi dà la sensazione di essere ora un mezzo, diciamo uno strumento, un tramite mediante il quale esprimere ovunque il Ganesha Tattwa, vale a dire le vibrazioni. Le vibrazioni di cui mi domandate, queste vibrazioni, non sono altro che il principio di Shri Ganesha. Egli è l’Omkara, ed è anche il sentimento di cui vi ho parlato, vatsalya, il sentimento d’amore fra un suo bambino e sua madre.

Questo sentimento sono le vibrazioni fra la madre e il bambino; la distanza fra i due è vibrazioni, e si deve sentire che il bambino è ancora piccolo e la madre è lì per allevarlo, per dargli tutta l’energia, per crescerlo, per amarlo, per comprendere i suoi limiti, per prendersene cura, e per apprezzare tutto, tutta la dolcezza, tutta la saggezza del bambino. Tutto questo è vibrazioni.

E se ne osservate l’aspetto sottile, non si tratta di ‘mio’ figlio. Non dovrebbe, non è una cosa limitata, perché è eterna, è ovunque, quindi non potete delimitarla. In tutto ciò che si fa, ho visto come le persone gestiscono le cose in Occidente; anche noi indiani dobbiamo imparare da loro.

[Che cosa succede?]

Dobbiamo assimilare da loro anche il modo di maneggiare le cose belle, di prendercene cura, di come mantenere belle relazioni. Vedete, non dovreste essere bruschi, non dovreste essere scortesi, non dovreste dire cose offensive per gli altri che rovinano i rapporti.

Tutte le relazioni fra gli esseri umani e Dio passano attraverso il principio di Ganesha. Dunque, quando si tratta del rapporto fra voi e Dio, abbiamo le vibrazioni e questa stessa relazione dovrebbe estendersi a tutto ciò che fate. Dovreste rendervi conto di quali cose sono buone, di qualsiasi cosa abbia vibrazioni.

Oggi voglio dirvi qualcosa di molto importante a proposito del potere onnipervadente di cui abbiamo sentito parlare. Esso non è altro che vibrazioni. Questo Paramachaitanya non è altro che vibrazioni. Laddove si perdono tutte le identità separate, laddove non esiste più la madre, non esiste più il padre, dire diciamo, non rimane niente; allora esistono solo le vibrazioni, questo sottile vatsalya. Tutto qui. E questa è l’unica cosa da cui tutto proviene e in cui rimane.

Possiamo affermare, per esempio, che i raggi che emanano dal sole tentano di creare la clorofilla, ma non possiamo paragonare ciò al sole. Oppure potremmo dire che le nubi hanno origine dall’oceano e tentano di nutrire la Madre Terra. Nemmeno questo può essere paragonato; è tutto all’interno, il Paramchaitanya ha tutto al suo interno. Quindi, possiamo affermare che tutto non è altro che conoscenza, nient’altro che verità, nient’altro che luce.

Quando però emergono i risvolti, entriamo risvolti fra le pieghe di questo Chaitanya e diventiamo ignoranti; ma l’ignoranza non c’è, non esiste, non esiste. Allo stesso modo, vi è oscurità perché non vi è luce: quando viene la luce, essa non esiste, non esiste più. Quindi l’ignoranza non esiste. Ma accade che la gente entri nei risvolti di questo oceano e vi si perda. comprendere Così comprendiamo molto chiaramente una cosa: noi siamo nel Paramachaitanya, siamo fatti di Paramachaitanya, ne siamo sempre circondati. Solo che talvolta ci perdiamo nei risvolti. E perché? Noi ci perdiamo nei risvolti a causa della nostra mancanza di consapevolezza.

Dobbiamo raggiungere la consapevolezza che siamo parte integrante del Paramachaitanya. Tutto questo si chiama Chidvilasa, vale a dire il vilas, la gioia giocosa dell’Attenzione di Dio. Ora direte: “Com’è possibile?” Ad esempio, solo per usare una metafora analoga, noi vediamo il sole e poi vediamo l’acqua, l’acqua del lago. Va bene?

L’acqua c’è e, grazie al sole, possiamo vederla. Supponiamo poi di vedere un miraggio: a causa di questo miraggio pensiamo che vi sia dell’acqua, e ci precipitiamo verso l’acqua. Ma è tutto un gioco del sole: sia il miraggio, sia l’acqua, sia il sole.

Il Paramachaitanya agisce allo stesso modo e noi perdiamo la nostra consapevolezza di essere il Paramachaitanya. Ecco per quale motivo ha inizio la commedia, comincia una commedia come quella del puja di ieri, (anzi) dell’altro ieri; che cosa abbiamo fatto? Eravamo seduti quando è iniziato a piovere. Si è messo a piovere per provare, per dimostrare che io posso controllare la pioggia. Alcuni si sono messi a coprirsi e a coprire alcune cose. Io ho dato un bandhan. Dopo un po’, la pioggia si è spostata dal luogo del puja verso il retro, quindi dove stavate seduti voi non pioveva. E dopo, sebbene fosse molto nuvoloso, è uscito il sole. È venuto il sole ed il bel tempo, ecco come dovete diventare consapevoli dei poteri di Chaitanya.

Quando date un bandhan, ciò che fate è mettere in azione Chaitanya: “Adesso agisci qui, agisci lì, agisci là”. Supponiamo che vi troviate nell’oceano: l’oceano agisce continuamente su di voi, mentre voi non potete agire sull’oceano, non potete chiedere all’acqua di fare una cosa o un’altra. Ma in quanto anime realizzate, avete i poteri e adesso potete chiedere all’acqua: “Bene, sciogli questo, fai questo, fai quest’altro”.

Per questo però è importante essere maestri. E per diventare maestri, sapete… Come la materia diventa un essere umano, da esseri umani dovete diventare padroni della materia e dominare la materia. Così torniamo allo stesso principio. Possiamo gestire l’agricoltura semplicemente con le vibrazioni; possiamo controllare l’acqua, possiamo controllare il sole, possiamo controllare la luna, perché esiste un rapporto. Adesso siamo consapevoli, si è instaurato un rapporto; quindi vedere tutta questa commedia è estremamente bello per me. Io lo vedo.

Ma ora dovete tutti rendervi conto che siete diventati anime realizzate e avete questi poteri. Quindi, tutte le altre cose insensate che imparate, tutte le assurdità cui vi abbandonate, fareste meglio a rinunciarvi, non hanno alcun senso. Dovreste fare tutto ciò che è sensato, poiché in voi c’è Shri Ganesha, che è assolutamente assennato. Egli non è altro che buon senso, è Colui che dona il buon senso e, come si dice, è anche l’uccisore dei demoni; è Colui che rimuove tutte le difficoltà, ma in che modo? Migliorando la nostra consapevolezza. Le difficoltà non rimangono, perché voi date un bandhan e tutto si risolve.

Ho chiesto a qualcuno, a Phil, di mettere per iscritto tutti i miracoli, e lui ora dice che è diventato un libro voluminoso. Lo sarà, perché tutto ciò che prima della realizzazione sembrava un miracolo, non lo è più. La parola ‘miracolo’ ha perso di significato, perché adesso avete i poteri e potete farlo. Agisce in tutto, nel vostro talento, nella vostra comprensione, nella vostra istruzione, in ogni aspetto. Ad esempio, alcuni ragazzi mi hanno detto: “Madre, non riuscivamo a risolvere un problema, allora abbiamo dato un bandhan. La soluzione ci è subito venuta in mente e l’abbiamo scritta”. E sono arrivati primi. È accaduto a molti.

Quindi, in qualsiasi azione, in qualsiasi cosa, qualunque cosa facciate, dovreste rendervi conto che è il Paramachaitanya ad agire. L’unica cosa è che dovete essere consapevoli di voi stessi e consapevoli di lui, del fatto che agisce; immergetevi semplicemente in questa consapevolezza, ed esso agisce. Questo lo avete visto. Ma ancora molti non lo sanno; tante persone, nonostante abbiano la conoscenza nel cervello, non hanno ancora questa conoscenza nel cuore. E molti, nonostante abbiano la conoscenza nel cuore, non la attuano nella loro attenzione.

Dovete migliorare soltanto queste tre cose: la prima è la testa, la seconda è il cuore e la terza è il fegato. Se riuscite a migliorare questi tre organi, il Paramachaitanya agirà. Ma tutta poi, questa attenzione al denaro! Così tanti ce l’hanno, denaro di qua, soldi di là. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Il Paramachaitanya creerà ogni cosa per voi, tutto ciò che volete. Magari non produrrà denaro, poiché non possiede una zecca, ma creerà le possibilità, le opportunità.

Occorre comprendere molto bene – e quando lo si comprende dà molta gioia – che ora siete consapevoli del Paramachaitanya, che lo potete padroneggiare; padroneggiarlo non nel senso di dominarlo, ma di chiedergli le cose come ad un Genio della Lampada. Sapete, potete dirgli: “Bene, fai questo, fai quello”, ma con rispetto. Con il rispetto funziona. Ma anche il modo in cui talvolta non abbiamo rispetto per il Paramachaitanya è qualcosa di sorprendente. Il modo in cui agiamo, in cui ci comportiamo.

Ad esempio, in mia presenza la gente si metterà seduta e chiuderà gli occhi, oppure si metterà a venerare la fotografia invece di venerare me. A volte il modo in cui trattano la loro Kundalini, a volte il modo in cui si comportano verso se stessi e gli altri… Occorre comprendere tutto questo adesso che siamo entrati nel Regno di Dio, vale a dire nel Paramachaitanya, e che ne siamo cittadini importantissimi.

Se si riesce a capirlo, penso che Sahaja Yoga potrà riscuotere molto successo; tutto funzionerà, tutto riuscirà miracolosamente.

E tutti coloro che non sono consapevoli di ciò che hanno la possibilità di raggiungere, in un certo senso vengono respinti nell’errore, vengono espulsi, ossia (gettati) nell’ignoranza, nell’oscurità. Poi, una volta riacquistato il buon senso, possono tornare alla luce. Quindi nei loro confronti, siate indulgenti: può accadere anche a voi, se ci pensate.

Spero che siate stati capaci di assimilare il discorso di oggi dentro di voi. È molto importante assorbire, rendervi conto che siete nel Paramachaitanya. Ed è così che diverrete molto dolci, molto premurosi e molto amorevoli, affettuosi e saggi. Questo è molto importante.

Che Dio vi benedica.

Il punto di cui hanno parlato alcuni leader è che voi non acquistate singolarmente le mie registrazioni.

E poi andate negli ashram e volete ascoltare ripetutamente i miei nastri. E così li rovinate.

Questo è sbagliato. Voi siete tutti sahaja yogi, dovete mostrare rispetto. E tutti voi dovete cercare di procurarvi le registrazioni correttamente, nel modo giusto, e dovreste utilizzare i vostri nastri con cura e rispetto. Inoltre, infatti, alcuni portano via le registrazioni dagli ashram per utilizzarle. No, sono molto preziose. Tutti voi dovreste trattarle come oggetti di grande valore. E tutti voi dovreste procurarvi nastri creati dagli ashram ed utilizzare quelli. Invece negli ashram potete usarli ogni tanto. Ma per la vostra casa, per la vostra auto… Ho visto che i seguaci di altri orribili falsi guru si procurano soltanto le registrazioni (dei discorsi dei falsi guru), non ascoltano mai musica, niente. Ascoltano soltanto le registrazioni.

Quindi, allo stesso modo, voi potete procurarvele; infatti non è facile capire un mio discorso al primo colpo. Dovete sedervi individualmente, ascoltarlo, decodificarlo e capire da soli di cosa si tratta. Infatti, quando ascolto i miei discorsi, io stessa mi perdo.

[1] Altra classe di demoni.


[1] Il nome del paese alpino dove è stato celebrato questo Puja merita una piccola nota – in francese letteralmente significa ‘I diavoletti’ e a proposito di questa località si è trovato un riferimento a vecchie leggende che narrano di riunioni di demoni che praticavano i loro riti durante le notti ‘buie e tempestose’….

[2] Altra classe di demoni.