Navaratri Puja, Decima Notte di Navaratri, Distruggete i demoni dentro di voi

(Inghilterra)

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(09/2017 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Navaratri Puja, Dassehra – Decima Notte di Navaratri

Distruggete i demoni dentro di voi

Margate (Inghilterra), 8 Ottobre 1989


È stato deciso, molto spontaneamente, di celebrare il Puja alla Devi in Inghilterra. Questo è il posto dove si dovrebbe davvero celebrare il Devi Puja, essendo è il luogo di Sadashiva, e nel quale si dovrebbe venerare l’Adi Shakti.

Oggi dobbiamo comprendere perché celebriamo il Puja alla Devi. Qual è il motivo di questo Devi Puja? Che cosa ne ricaviamo? Che cosa dovremmo conseguire, per quanto riguarda i nostri contenuti interiori?

La prima cosa è che la Kundalini è la Devi, è il riflesso dell’Adi Shakti. Pertanto, quando venerate la Devi, per prima cosa adorate anche la vostra Kundalini, rendendole merito per avervi dato la realizzazione. È una comprensione molto più profonda di quella che le persone comuni hanno riguardo al Devi Puja, poiché non sono anime realizzate. La loro Kundalini non è risvegliata. Quindi, di solito, quando queste persone fanno il Devi Puja, è al fine di ricevere la realizzazione, affinché la Devi sia compiaciuta – prasanna – e dia loro la realizzazione, o debba concedere un’opportunità di arrivare a qualcuno che darà loro la realizzazione.

Ma voi, adesso, siete ad un livello diverso. Pertanto, (il Devi Puja) è più un ringraziamento alla vostra Kundalini e all’Adi Shakti, una loro glorificazione perché, qualsiasi cosa avvenuta tanto miracolosamente, è dovuta alla Kundalini che era dentro di voi, che era un riflesso dell’Adi Shakti.

Occorre però comprendere che il punto non è soltanto quello di essere anime realizzate, non è solo quello di poter sentire le vibrazioni, e nemmeno quello di poter dare la realizzazione agli altri. Ma allora qual è? Ciò che è molto importante è il nostro contenuto interiore. Il punto è ciò che abbiamo dentro di noi. Queste sono tutte espressioni di quello che abbiamo al nostro interno. Se, supponiamo, qualcuno è generoso, allora capite che è ricco, diversamente non potrebbe essere generoso. Quindi, dobbiamo esaminare il nostro contenuto interiore. E quando iniziamo ad esaminarlo… dove troviamo in natura un vero e proprio contenuto?

Noi diciamo che si trova nel mare; vedete che il mare è lì, colmo di acqua. Esso riceve in sé tantissima acqua da ogni parte e poi si lascia far ribollire dal sole dando la pioggia. Ma il mare è al livello più basso, si trova al livello più basso e riceve tutta l’acqua da ogni parte.

Allo stesso modo, un sahaja yogi deve capire che, per acquisire davvero un maggiore contenuto, non si deve essere ad un livello superiore esteriormente. Si dice nella Bibbia: “Dovete essere miti”, ma ritengo che ciò non sia stato spiegato alla gente. Soltanto chi è forte può essere mite, chi è sicuro può essere mite, solo chi è ricco di sostanza può essere mite. Non gli insicuri; poiché, essendo insicuri, come possono essere miti? E nemmeno quelli che riteniamo i cosiddetti ricchi, perché se sono ricchi non sono generosi, non sono soddisfatti, non sono altruisti, perciò non sono ricchi. Sono ancora avidi mendicanti.

Occorre quindi osservare il nostro contenuto interiore. Qual è il nostro contenuto? Voi mi amate, io vi amo, benissimo. Ma se mi amate, dovete sapere che vi sono certe qualità davvero amabili in un sahaja yogi. In realtà, la gente si perde persino dopo essere entrata in Sahaja Yoga. Pensano di poter risolvere tutto, di essere perfettamente a posto, e vengono gettati fuori bordo. Quindi, quando diciamo di dover essere miti, questo è un contenuto, l’umiltà è un contenuto. Cercate quindi di farlo, di essere umili con qualcuno. Vi piacerete. Gioirete di questa qualità interiore: “Vedete, sono più umile di altri”.

Un’altra cosa che notiamo avere contenuto, sono le grandi montagne, poiché, grazie alle loro altezze elevate, sono le uniche in grado di catturare le nuvole. Esiste quindi un notevole rapporto fra l’umiltà dell’oceano e le altezze delle montagne. È così che dovrebbe essere un sahaja yogi: egli è immensamente elevato, poiché il contenuto smisurato del suo oceano si è poi splendidamente trasformato in nuvole, toccando così la propria altezza, il proprio Kailasha dove risiede Shiva.

Quindi, dà molta gioia. Certamente, il modo in cui mi avete raffigurata qui, riflette veramente la mia situazione molto tempo fa. È, indubbiamente, anche la mia situazione di oggi, ma in maniera molto sottile, poiché vi è tantissima negatività e devo lavorare a tutti i livelli.

Un essere umano non ha scuse per essere un demone, nessuna scusante; e per un sahaja yogi non esiste assolutamente nessuna scusa. Tuttavia, una volta che io vi abbia chiamato figli miei, c’è una piccola benedizione, arriva una corda lunga, direi. Ma non ci si dovrebbe preoccupare della corda lunga. Dovete preoccuparvi della vostra qualità, della vostra capacità interiore di assorbire.

Adesso guardate com’è l’oceano: ogni cosa intorno va a finire nell’oceano, tutto. E poi il sole – possiamo dire che equivalga allo Spirito – lo fa evaporare, questo è possibile solo nell’oceano. Il sole non fa evaporare i fiumi tanto quanto l’oceano, poiché quest’ultimo è davvero smisurato, profondo, inesauribile. E, inoltre, da lì scaturisce materiale assolutamente puro, che può andare a toccare il cuore, poiché i cuori dei sahaja yogi si trovano ad un livello molto elevato dove risiede Shiva. Nessuno può arrivarci, se non mediante la purezza, e a meno che non si abbia quella grandezza, quella profondità, quell’umiltà e le maryada. Voi sapete che il mare non abbandona mai le proprie maryada: se lo spingete da un lato esso si manifesterà dalla parte opposta, non le abbandona mai. Se l’Oceano Pacifico fosse stato più profondo anche di trenta metri, ci sarebbe stato un problema. Esso ha maryada anche nella sua profondità, nella sua altezza, nella sua estensione. Ma, in queste maryada, ha la percezione di essere tutt’uno con la natura, tutt’uno con Madre. Non disturba Madre Terra, anzi, è ben assestato nel corpo di Madre Terra.

La natura è vincolata dal Divino. Il Divino si prende cura della natura. Così, ogni cosa funziona meravigliosamente e voi avete libertà. E dopo Sahaja Yoga avete una libertà maggiore, assoluta, poiché non potete essere vincolati da niente che sia insensato, peccaminoso, meschino. Ne siete al di sopra, come una montagna. Così, ovunque vi sia la combinazione di una montagna e di un oceano, le navi possono approdare. Le persone profonde possono approdare soltanto a quei lidi dove esista profondità. È così che voi conseguite la vostra profondità, fra il vostro cuore e il vostro Bhavasagara (Void), quella bellissima area in cui la gente può avvicinarsi a voi e rendersi proprio conto che si tratta di qualcosa di grandioso. Tutti se ne accorgono.

Avete visto che, in apparenza, io sono come qualsiasi altra donna. Non so, voi potreste pensare che io sia diversa, ma, normalmente, quante persone vengono ai miei programmi? In che modo ci arrivano? Dovete pensare che in Colombia, quando nessuno mi aveva mai sentita nominare, sono venuti in migliaia. Insomma, è molto sorprendente. E la gente non aveva posto per sedersi. Anche in Russia, dove è fuori discussione che conoscano il mio nome, non si sono pubblicati libri, niente. Potete dire: “Madre, è Lei a dirigere tutto attraverso l’inconscio collettivo”. Io non lo faccio, ma è lui a farlo, penso così.

Quando i sahaja yogi hanno in sé quel contenuto, l’inconscio collettivo, il Divino agirà, agirà sicuramente. Se, ad esempio, qualcuno fa pubblicità, sì, le persone si avvicinano perché lui prende soldi e pensano di poterlo comprare. Ma laddove non vi sono interessi economici, dove non c’è implicazione di affari, niente del genere, e voi siete persone semplici, proprio come loro, allora…

Ma è tutto fatto dal Divino, non è forse così? È il Divino a farlo.

Se, però, in un posto vi sono dei sahaja yogi buoni a nulla, allora, anche se io sono lì, non funzionerà. Se vi sono persone immature, non funzionerà. Non è assolutamente per scoraggiarvi, ma per dirvi che dovete sviluppare il vostro contenuto interiore, una completa fiducia in voi stessi. Questo è il patrimonio più importante di un sahaja yogi. E che cos’è questo oceano? È amore, amore e amore. Non parla, non fa molto, in questo non c’è da fare nulla. Funziona spontaneamente. Meno fate, meglio è. Più provate a fare – “Io farò questo, altererò quest’altro”… – No, limitatevi a sviluppare soltanto il vostro contenuto interiore. E pensate che siete tutti molto fortunati, che avete moltissime dotazioni che nessuno ha mai avuto. (In passato) dovettero andare nella giungla, dovettero subire l’ira dei guru senza nessuno che li proteggesse. E non hanno mai avuto l’Adi Shakti da venerare.

Voi, dunque, avete con voi l’Adi Shakti, il cui potere è tutto questo Divino. Pertanto siete in una posizione molto vantaggiosa. Ma innanzitutto dovete rendervene conto. Quando diciamo che dovremmo avere un contenuto, il recipiente deve essere forte, altrimenti si romperà tutto. E questa forza è che dovreste rendervi conto di essere completamente protetti. Nessuno può danneggiarvi. Ci proveranno, deve accadere, altrimenti come farete a sperimentare se siete assolutamente al sicuro o no? Quindi qualcuno deve giocarvi dei trucchi, solo perché capiate ed osserviate la vostra riuscita. Vi stupirete che, senza fare nulla, tutto si risolverà. Non capirete come tutto si sia risolto, come le cose abbiano funzionato.

Così, arriva la forza. Ma di nuovo la domanda è: in che modo in un sahaja yogi subentra la forza? Qui direi che si tratta di shraddha (fede). Shraddha non significa fede cieca. Dopo l’ingresso in Sahaja Yoga, dopo la realizzazione, sapete tutto. Avete visto le mie fotografie, avete visto come funziona Sahaja Yoga, avete visto come si può risvegliare la Kundalini delle persone, potete sentire le vibrazioni, potete percepire gli altri, potete curare gli altri. Tutto questo potere è dentro di voi. Ma la vostra forza risiede proprio nel rendervi conto di questo potere senza ego. E quando siete potenti, non avete ego, infatti che bisogno c’è? L’ego esiste solo quando non avete potere, perché allora volete averne sempre di più; ma quando siete completamente in quello stato, non c’è ego. Pertanto, innanzitutto occorre accertarsi di questo potere, scoprire se siete potenti o no, occorre scoprirlo come prima cosa. È come quando devo sedermi su una sedia, prima dovrò accertarmi: “È a posto o traballa? Oh, è a posto, posso sedermi”.

Alcuni sahaja yogi rimangono ancora alla periferia. Vi è talvolta un enorme divario fra alcuni che hanno raggiunto grandi altezze ed altri che sono ai margini. Per tutte le forze negative uccise molto tempo fa, fu sufficiente un’unica Shakti per distruggerle, Kali Shakti, Durga Shakti; ma voi ne avete tantissime. Avete Mahalakshmi Shakti, avete Saraswati Shakti, avete tutte le dodici Deità lì a lavorare per voi.

Rendervi conto di questo significa che dovete avere completa fiducia in voi stessi. Se dubitate ancora di voi stessi, anche questa è una caratteristica umana. Insomma, un cane sa di essere un cane, non dubita di esserlo, e nemmeno un gatto, no? Oppure una tigre sa di essere una tigre e conosce le proprie capacità. Sono solo gli esseri umani ad avere, oltre alle altre stupide caratteristiche, quella di poter dubitare di se stessi. E questa peculiarità di dubitare li ha resi codardi.

In Sahaja Yoga non dovreste avere dubbi su voi stessi. “Madre, faccio ancora questo, faccio ancora quest’altro. Come posso fare?”. Liberatevene! Insomma, come posso risolvere il vostro problema se volete portare una scimmia sulla schiena? “Madre, continuo ad avere una scimmia sulla schiena”… Liberatevi della scimmia, e basta. È così semplice. Secondo la mia semplice logica, è questa la risposta. Perché volete portarla sulla schiena e poi venire a dirmi: “Madre, ho una scimmia sulla schiena…”? Io posso vederla! Toglietevela dalla testa, toglietevela dalla schiena. È molto semplice, siete sahaja yogi.

E ciò che ho scoperto a proposito dei russi è che loro veramente non avevano scimmie, è molto sorprendente. Credo che lì non ce ne siano affatto. Per nessuno! Nessun problema privato, nessun problema pubblico, nessun altro problema, niente di niente, non hanno fatto discussioni. Avrebbero potuto dire: “Il nostro governo è così, è…”, invece niente, niente, niente. Devono averne avuto abbastanza di tutto. Gente molto istruita, molto colta, che ha professioni importanti, ma molto umile, dal cuore davvero aperto; volevano soltanto la realizzazione, e basta. Hanno detto: “Lei è venuta qui per la nostra liberazione”. Non toccavano nemmeno il mio sari in questo modo. Non toccavano nemmeno il terreno dove camminavo io, pensate. Chi ha parlato loro delle vibrazioni? Io non ho mai detto di essere l’Adi Shakti. Come hanno fatto a riconoscermi?

Hanno sviluppato in sé quella forza, quella shraddha. E in quel Paese non si è mai parlato di Dio. Hanno alcuni personaggi stupidi che dirigono chiese, istituzioni islamiche e cose simili, ma la maggior parte delle persone è fortissima ed il contenuto è evidente. Pensate, ogni volta che hanno un programma, e persino adesso nell’incontro successivo al programma, intervengono almeno mille persone. In questa Inghilterra non riusciamo ad averne mille nemmeno per il Puja alla Devi, mentre loro viaggiano per migliaia di miglia, vengono dalla Siberia; ed hanno prenotato loro le sale perché lì occorre pagarle. Quindi, malgrado i sahaja yogi non prendano soldi, pagano le sale.

Ma questa mediocrità, rimanere alla periferia senza darsi da fare, prendersela comoda… non è questo il modo per Sahaja Yoga. Noi non dobbiamo uccidere demoni. Non è necessario combattere guerre o lottare come soldati, come quelli che lottarono insieme alla Devi; niente del genere. Dovete soltanto eliminare la negatività dentro di voi, rimuovere da voi la letargia; ma datevi da fare. Diciamo i mantra, conosciamo i poteri dei mantra, ma dovete tenerli risvegliati. E per questo, vi ho detto cento volte, dovete meditare. Non meditare come andare a giocare a golf, è fuori (questione); non è questo il modo. È una cosa seria, voi venerate l’Adi Shakti. Dovete farlo con questa completa comprensione e dedizione; non è qualcosa di meccanico, non è un gioco. È qualcosa di molto sottile e speciale. Non si può descrivere con nessuna azione, ma è proprio un sentimento molto profondo. Nessun altro sentimento raggiunge quella profondità: dovete meditare con questo sentimento, e poi osservatene i risultati.

Molti mi dicono: “Madre, ho fatto questo, ho fatto quello. Ho ancora questo…”. È perché non siete sufficientemente profondi. Non conta quanto pregate, non conta quante parole pronunciate per pregare; ciò che è importante è con quanta profondità avete toccato i piedi del Divino.

Oggi, dunque, dobbiamo capire che la Devi sta usando la propria spada per trafiggere il nostro cuore, affinché tutta la negatività si dilegui; e, con questo, vuole piantare il loto nel quale Shiva possa stabilirsi. Lei vuole rimuovere ogni meschinità interiore. È come una operazione, che è però eseguita con tale bellezza e delicatezza che non ve ne rendete mai nemmeno conto.

L’altro giorno qualcuno mi ha dato un libro di (…), in cui le vibrazioni sono chiamate spanda, pulsazione. È indubbiamente corretto. Ed in sanscrito è chiamata anahata, ossia senza percussione. Ma mentre leggevo quel libro dicevo: “Ci gira intorno, va su e giù, dà questa e quella spiegazione: come può qualcuno comprendere questo libro, tanto è terribile?”. Mentre io ho parlato di tutte queste cose e molto di più, e sono apprese con grande facilità. Se leggete due pagine di quel libro, vi verrà il mal di testa, vi dico. Mentre a voi l’intera conoscenza di Sahaja Yoga è pervenuta in modo davvero meraviglioso! È davvero notevole, ve lo assicuro.

Se leggete i mantra, vi daranno spiegazioni che a volte non hanno nulla a che vedere con la realtà, penso. Ed anche se hanno qualche attinenza, è tutto molto complicato, tortuoso. Direi che Adi Shankaracharya se ne accorse ed è per questo che abbandonò l’idea di scrivere trattati, dicendo: “Rendiamo tutto semplice e celebriamo le lodi della Madre. Solo questo. Se si loda la Madre, va tutto bene”.

Ma non è così, trovo che non sia così. È facile. Vedete, gli esseri umani sono grandi esperti, possono tessere lodi su lodi come una radio, ma niente entra nei loro cuori. Invece, voi dovete sviluppare questa profondità. In Sahaja Yoga lavoriamo attraverso il cuore, non attraverso la mente. Voi dovete sviluppare il cuore, e ricevere in esso la grandezza degli altri.

Le persone riescono a vedere con molta facilità cosa non va negli altri. Non vogliono vedere cosa non va in se stesse. Questo, ogni persona intelligente può vederlo (difetti altrui, ndt), senza bisogno di ricevere la realizzazione. Ma un uomo saggio vede cosa non va in se stesso, ed ha fiducia; ha fiducia in se stesso, poiché è saggio. Non dubita, sa di essere saggio. Si rende conto di cosa non va in se stesso e di cosa fare.

Oggi, pertanto, il lavoro della Dea è molto diverso, come potete vedere chiaramente. Certo, a livello simbolico è la stessa cosa; ma è diventato molto sottile, molto sottile. Il primo lavoro, come sapete, è quello di distruggere la negatività che persiste. Più luce subentra, più l’ignoranza si dileguerà; la luce si diffonderà e tutte le tenebre svaniranno. Ma voi siete le luci. Dovete accendere le luci e prendervi cura della vostra luce, e dovete renderla eterna. Questo è un compito che voi state svolgendo. Un bellissimo lavoro della Dea che state eseguendo è quello di diffondere luce ed illuminare la gente.

La negatività intorno a voi non è così pericolosa quanto quella dentro di voi. Oggi è diventata più sottile. La negatività è diventata più sottile. Si è insinuata nel vostro essere e, state attenti, potrebbe farvi cadere in ogni momento. Se non mettete bene il piede salendo anche un solo scalino, potete cadere. Occorre quindi essere vigili, ma senza tensione. Dovete stare all’erta senza tensioni. E così la vigilanza aumenta.

Quando la luce penetra all’interno, iniziate a vedere. Capite immediatamente: “Oh, è così! Io ho questo, è così”. E sapete come correggerlo e come risolverlo. Ed immediatamente vi ci dedicate. È come quando cade qualcosa su un bel sari: vi mettete subito a pulirlo. Allo stesso modo dobbiamo essere molto, molto vigili: la parola per questo è daksha. Questo prima era il lavoro della Dea. La Dea era solita dare l’illuminazione e vigilare in vece vostra. Stava in agguato come una tigre per i propri figli. Mentre pregavano, mentre facevano un puja, mentre eseguivano qualche homa, havan, la Dea era lì a proteggerli da tutta la negatività in arrivo, da tutti i rakshasa in arrivo uccidendoli e quant’altro.

Ma adesso questa fase è passata. Adesso Lei è entrata dentro di voi. Dovete quindi essere voi ad uccidere la vostra negatività. Voi siete diventati potenti come vostra Madre. Nessuna negatività può toccarvi. Potete dare la realizzazione, ne avete assolutamente il potere; e potete osservare i vostri difetti più di quelli degli altri. E cercate di correggerli, perché non vanno bene, non sono a vostro vantaggio, non sono a favore della vostra ascesa. Non ci guadagna nessuno.

A livello collettivo funziona proprio automaticamente. Non dovete preoccuparvi. Si arriva al culmine ed una persona esce; è come se qualcuno corresse come un cieco fino all’orlo di un precipizio e si buttasse di sotto. Non dovete preoccuparvi troppo di questo. Funziona e basta. Avete visto che ha funzionato in questo modo.

Ora, un’altra qualità che avete è quella di credere che la Dea lavora attraverso di voi. Ella risiede dentro di voi: essendo entrata in voi, avete i poteri di confortare la gente, di curarla, di infonderle pace, beatitudine.

Ma ciò che la Dea ha realizzato dentro di voi è avervi dato la beatitudine, siete diventati beatitudine. Se, ad esempio, vi è un condizionatore d’aria che rinfresca, voi ne ricevete il fresco. Allo stesso modo, se emanate beatitudine, la date agli altri. Ma se in voi non vi è alcuna beatitudine, come potete trasmetterla agli altri?

Pertanto, un sahaja yogi deve essere colmo di beatitudine come la Dea. Sapete, Lei possiede caratteristiche davvero estreme. Avrete appreso che è estremamente crudele: può essere molto crudele e può essere estremamente gentile, come i due raga ascoltati ieri. Può essere estremamente dura, assolutamente dura, oltre ogni umana aspettativa, come può essere estremamente dolce. Non occorre che voi abbiate questo aspetto duro. Funzionerà da sé. Questa parte è soltanto per il Divino. Voi attenetevi all’altro aspetto. Lasciate che sia il Divino ad occuparsi di questo aspetto severo. Dopo tutto, anche il Divino deve svolgere qualche lavoro; se fate tutto voi, che cosa farà il Divino?

Perciò, il Divino baderà a questo aspetto. Voi dovete gioire di voi stessi come la Dea gioisce di se stessa, della propria beatitudine, della propria pace, di tutto ciò che ha: la sua creazione, i suoi figli; Lei gioisce di tutto. Allo stesso modo dovete gioire voi. Dovete sapere tutto, dovete essere assolutamente colmi di conoscenza. Ed è sufficiente dire: “Oh, Divino, per favore, proteggici”. Al limite, anche se non lo dite va bene lo stesso, siete accuditi. Il Divino, sapete, lavora intorno al palcoscenico; voi non lo vedete, ma è tutto lì, invisibile. E voi siete sul palcoscenico, mentre essi (aspetti del Divino, Deità, ndt) si occupano di proiettare la luce, dove proiettarla, quale luce scegliere, che cosa fare, cosa modificare qua e là; organizzano tutto loro. Voi ve ne state qui, tranquilli; non è necessario che effettuiate tutto quel lavoro. Svolgete il vostro lavoro di recitare e dire le battute, è questo il vostro compito. Lasciate che loro svolgano il proprio, lo fanno benissimo. Occupano eccellenti posizioni e sono esperti.

Lasciare certe cose in mano al Divino è ciò che definiamo resa. E se si fa questa semplice cosa, allora la maggior parte dei vostri problemi si risolverà davvero miracolosamente. Vi stupirete: “Come, Madre, come ha funzionato? Non ce lo saremmo mai aspettato, come si sono risolte per noi le cose?”.

C’è una forza davvero colossale in azione: la Forza, l’Energia che è la sorgente di tutte le energie, che ha creato questo grande universo, che ha creato questa Madre Terra, che ha creato il sole, che ha creato voi con grande delicatezza. Questa forza è in azione. Ed è lei a prendersi cura di voi, molto fiera che adesso siate saliti sul palcoscenico. Quindi, oggi preghiamo la Dea: “Aiutaci a combattere la negatività dentro di noi. Dacci la tua tigre affinché possiamo combattere, dacci il tuo leone affinché possiamo combattere”. Combattiamo tutti gli orribili animali che sono dentro di noi, gli orribili aspetti ossessionanti dentro di noi, i terribili condizionamenti che abbiamo. Dovete liberarvene.

Tuttavia, se osservate voi stessi, ci sono molti condizionamenti, molte cose, sapete. A ben guardare, sono coperti da tende sottilissime e voi non li vedete, ma ci sono. Ma lasciate che la tigre si addentri in tutti questi nascondigli e li scovi. E vi piacerà cavalcare il cavallo, cavalcare il leone e cavalcare la tigre – come una Dea, perché no? Dopo tutto, i figli ricevono tutta l’eredità della Madre, non è forse così? Quindi, voi avete tutta l’eredità a vostra disposizione. Ma dovete esserne degni, nel senso che dovete rendervi conto che ne siete degni, tutto qui. Dovete solo rendervi conto che ne siete degni e che potete farlo.

Oggi, dunque, ci troviamo qui a celebrare questo puja, che si sarebbe dovuto svolgere a Perth[1], ma in un modo o in un altro non è andata così; ed è una fortuna per voi poter celebrare questo puja. Ed è qualcosa di una natura molto più profonda, molto più sottile. È come il vostro sangue, infatti si dice che, in questi sette giorni, la Dea debba indossare sempre il colore rosso, poiché è quello del sangue. Ed il primo colore che vedete nel ventre di vostra madre è il rosso, la sicurezza. Da un lato è il mantello rosso (adoperato nella corrida, che simboleggia la furia, ndt) e dall’altro è la sicurezza. Quindi, per quanto vi riguarda, è la sicurezza intorno a voi. Ovunque andiate è lì, sentitela proprio. Siete entrati, devo dire, entrati nel Regno di Dio, non vi è dubbio. Ci siete entrati tutti, e vi ci siete insediati in modo meraviglioso.

Che Dio vi benedica.


[1] In Australia.