Puja – India Tour, Chi è Dio e chi è la Dea

Ganapatipule (India)

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(02/2019 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Puja – India Tour

“Chi è Dio e chi è la Dea”

Ganapatipule (India), 7 Gennaio 1990


[Shri Mataji arriva e parla a lato:

Shri Mataji: (Marathi: “È fresco, non è affatto caldo”). “Avete con voi il sari?”

Yogi: “Sì, Shri Mataji”.

Shri Mataji: “Un sari”. (Lo yogi dice qualcosa) Come?

Yogi: “… quello che Lei preferisce”.

Shri Mataji: “Uno. E un altro appartiene a Magdu”. (Marathi: “Chiedete a Magdu riguardo all’altro sari. Controllate se ha un sari o no, diversamente prenderemo il loro”. ) “Forse potreste avere voi il loro sari.”

Yogi: “Sì, ne abbiamo uno in più”.

Shri Mataji: “Bene….”.]

(Una yogini esegue l’Aarti a Shri Mataji.)

Mi spiace oggi essere in ritardo, ma in realtà ero pronta e… tutto questo caso con la polizia[1], una cosa, l’altra; uno spreco inutile di tempo, vi assicuro. Ed è dovuta essere quest’ora.

In India crediamo che, ogni volta che la virtù declina, Dio stesso si incarni con il Suo Principio di Vishnu e cerchi di ristabilirla.

Ogni incarnazione ha lavorato molto (Marathi: “Chi parla? Non si dovrebbe parlare a voce così alta”.) ed ha lavorato anche dentro di noi.

Ora, questa è la conoscenza che avevamo in India in tempi remoti; quando però si parlava di incarnazioni, la gente si metteva a venerarle nelle statue o in certe immagini vendute al mercato, e che erano fatte da persone che non avevano nessun diritto di farlo.

Ma è scritto nei Purana che noi abbiamo dei luoghi dove molti… (Marathi: “Chi è? Informatene la polizia. Che cosa succede? Cosa stanno facendo gli autisti?”.)

Hanno detto che la Madre Terra ha creato delle magnifiche Deità in numerosi luoghi dell’India e di tutto il mondo, allo scopo di informare, di rivelare alla gente o in un certo senso trovare corrispondenza con tutto ciò che è descritto in quegli antichi testi.

Tutti questi luoghi sono chiamati “Swayambhu”, sono creati da se stessi.

Se non si è un’anima realizzata, non si può distinguere se siano reali oppure no.

Occorre avere le vibrazioni per rendersi conto che essi emettono vibrazioni piuttosto forti. Una pietra emette vibrazioni, ma ha una forma, un coefficiente. Dunque, come è stato creato tutto questo?

Molti miracoli si sono verificati in questa nazione di queste incarnazioni come Ramadasa, che era il Guru di Shivaji Maharaj. Si dice che alla sua epoca la Madre Terra si sia manifestata emettendo cinquecento (Swayambhu di) Hanumana. Non so se il numero sia esatto o no; comunque sia, una statua fu trovata nelle acque di Angapur. Fu scoperta da Ramadasa e conservata laggiù. E c’era anche una statua di un’altra Dea, Anglaidevi; io penso che Anglaidevi debba significare Inghilterra (Shri Mataji ride), la Dea che viene dall’Inghilterra.

Comunque sia, volevano rimuovere queste statue da lì ma dicevano che le statue non si spostavano. Dovettero così chiedere perdono e con grande difficoltà riuscirono a spostare queste statue in un luogo chiamato Chaphal, dove sono custodite.

Ora, perché le trasportarono a Chaphal? Perché lì c’era un Hanumana autocreato. E gli architetti volevano cambiare il volto di questo Hanumana, così scavarono in profondità nel tentativo di scoprire fino a dove arrivasse questa pietra.

Pertanto scavarono, scavarono e scavarono, non so, arrivarono ad una profondità di centinaia di metri, e si accorsero di trovarsi sempre sulla stessa unica roccia tutta dritta. Allora ci rinunciarono e la conservarono (lo Swayambhu di Hanumana) così com’è.

Tutti questi miracoli si sono verificati qui per mostrare che questi sono Swayambhu; ma poi la gente cominciò a produrre statue e a venerarle, poi a produrre più statue e a venerarle (ossia a creare riproduzioni artificiali degli Swayambhu, vale a dire degli idoli, ndt).

Di conseguenza ci furono delle incarnazioni, altre incarnazioni; pensiamo ad esempio come Dattatreya, il Maestro Primordiale, si sia incarnato varie volte su questa terra e come la maggior parte delle sue incarnazioni abbiano in seguito cercato di spiegare che non si dovrebbe parlare del fiore, bensì del miele e che si debba arrivare al miele.

Esse (incarnazioni del Guru primordiale, ndt) cominciarono così a parlare di Ruh, dell’Energia Onnipervadente, di Brahmachaitanya. Praticamente hanno parlato tutte di questo.

Non direi all’inizio, ma più tardi, quando si accorsero che la gente era impegnata a venerare pietre qualunque, le trovavano e le ponevano… Voglio dire che erano diventati soltanto degli adoratori di pietre.

Allora subentrò un altro tipo di religione che predicava che si dovrebbe credere in Dio Onnipotente e che Lo si dovrebbe venerare solamente come un Dio astratto.

Ma anche questa astrazione si dimostrò inutile perché, quando si parla del fiore, si venera il fiore e, quando si parla di astratto, si parla e basta. Sono parole, parole, parole, discorsi e discorsi; ma non si riesce ad arrivare al miele. Quindi, anche se si parla del miele, a che serve parlarne? Occorre averlo! Per questo occorre diventare l’ape e per ciò è importante dover avere la realizzazione del Sé.

In qualunque religione, anche nell’Islam, si dice che si deve diventare un wali[2]. Nel Cristianesimo si dice che occorre rinascere.

Nel Buddismo si dice che si deve diventare Buddha, ossia che occorre avere la conoscenza.

Nella sua dottrina Mahavira ha affermato che si deve ottenere la realizzazione del Sé. Lao Tse ha detto lo stesso. Dovreste iniziare da Socrate in avanti. Naturalmente dovremmo dimenticare Platone e quelli come lui, perché penso che non abbiano avuto un gran senso della spiritualità.

Ma la maggior parte di questi personaggi ha parlato della realizzazione del Sé. E non esiste religione in cui non si sia parlato della realizzazione del Sé. Ne hanno parlato anche nell’Ebraismo, o laddove credono nell’avvento del Salvatore per la propria salvezza.

È tutto descritto nel Corano. C’è un’intera sura che parla dell’Inviato, cioè l’Avatar, l’Incarnazione. È anche detto che la gente non avrebbe creduto, non avrebbe accettato e tutte queste cose.

Ora, dunque, soltanto quando siete anime realizzate, cominciate a capire che tutte queste chiacchiere sono inutili. Dovete diventare persone realizzate. Se ricevete la realizzazione, solamente allora potete trascendere le illusioni superficiali e andare in profondità.

Tutte queste illusioni esistono in tutti i paesi, in tutte le religioni, ed è per questo motivo che esistono problemi e abbiamo visto la gente soffrire a causa dei tormenti del fondamentalismo.

Ho tenuto un altro discorso, sul para-modernismo, nel quale ho parlato della Russia, del fatto che la Russia adesso si è ritirata. Se una parte si è ritirata, contro chi combatteranno gli altri? Se una parte non ha intenzione di combattere, l’altra rimarrà sola e non saprà cosa farsene dei propri armamenti e tutto il resto.

Questo è stato dunque il grande lavoro di Gorbaciov, penso; e lui è un’anima realizzata, per cui ha potuto capire il problema, e il modo in cui ci è riuscito è straordinario.

E adesso il problema principale è il fondamentalismo derivante dall’ignoranza; ignoranza ed anche egoismo, perché le persone vogliono affermare: “Questa è la mia religione, questo è il mio profeta, questo è il mio guru, questo è il mio maestro” e via dicendo; mentre essi (le incarnazioni che hanno fondato le religioni) in realtà non appartengono a nessuna fazione, a nessuno. Essi appartengono al mondo intero.

Si può capire se si crea qualcosa per proteggersi da altri gruppi; ma che cominciate voi a creare queste falsità è sorprendente, molto sorprendente. Io non capisco gli esseri umani.

Sono molto felici di associarsi per falsità del genere e saranno in tantissimi ad aderirvi. Senza neppure pensare, senza sapere, si assoceranno per simili assurdità.

Per delle assurdità, gli esseri umani si uniscono sempre, ma quando si tratta di una cosa sensata non vogliono comprendere.

Adesso arriviamo al punto che riguarda il puja, perché ci sono molti sahaja yogi nuovi che potrebbero non sapere cosa sia un puja.

Ormai, di fatto, credete tutti che io sono l’Adi Shakti e ne avete le prove. Il puja è uno dei modi in cui potete averne maggiormente la prova poiché, quando celebrate un puja, le mie Deità che sono nei miei chakra sono stimolate, si sentono felici e vogliono emettere più vibrazioni. Intendo che iniziano ad emettere più vibrazioni… (Shri Mataji si interrompe e, mentre pare massaggiarsi la parte inferiore del fianco sinistro, dice a voce bassissima delle parole che sembrano: “Swadishthana sinistro”) … quando iniziano a emettere più vibrazioni vi sorprendete di come, dopo il puja, ne veniate così impregnati e vi sentiate elevati e ad un livello molto superiore.

È certamente vero che nel momento del puja vi sentite molto, molto elevati. Per qualche tempo potete mantenere quello stato. Alcuni sicuramente lo conservano, mentre altri vanno su e giù come yo-yo. Non hanno la capacità di mantenerlo.

Ecco perché occorre meditare in consapevolezza senza pensieri per mantenere quello stato, quello stato superiore. Ma solo il puja alla Dea, il puja a Dio è consentito; però occorre sapere chi è il Dio o chi è la Dea.

Pertanto, celebrare ciecamente un puja a qualsiasi persona, a chiunque si faccia avanti ad affermare questo e quello, non dovrebbe essere ammesso. Vi sorprenderà che per i primi quattro anni io non abbia autorizzato la celebrazione di nessun puja.

Mi dicevano anche: “Lei è il nostro Guru, dovrebbe permetterci di celebrare un puja al Guru”. Rispondevo: “Niente da fare, non lo farò”. Poi per la prima volta, dopo quatto anni, nel giorno del Navaratri, volevano celebrare un puja ed io risposi: “D’accordo, potete farlo, ma soltanto pochissime persone”.

E allora scoprirono che quel puja aveva dato loro così tante vibrazioni, una spiritualità così esultante e avevano toccato all’improvviso così tante dimensioni che iniziarono a chiedermi: “Madre, deve concederci un puja”.

Anche in India, dove abbiamo questo sistema dei puja, la gente non ha nessuna idea di come realmente farlo. Era molto imbarazzante, ma dovevo spiegare loro ogni cosa: “Fate così, fate cosà. Dovete fare in questa maniera”. Funzionava così.

La prima volta in cui andai a Delhi – vi sorprenderà – se qualcuno riesce a procurarsi quella fotografia, mi ero proprio ritirata, ero proprio contratta. Tutto il corpo era contratto, ero diventata molto magra ed ero scioccata perché utilizzavano tutta plastica e oggetti usati anche per altre cose; c’era di tutto. Mi dissi: “Mio Dio! Che fare ora?”.

Prima non avevo mai permesso di darmi denaro o altro, ma a quel punto dissi che cominciassero con un penny – cominciarono con un penny e gradualmente aumentarono – perché pensavo che non sapessero di dover utilizzare (oggetti in) argento. Poi dissi: “Bene, con quel denaro acquisterò degli argenti; ci metterò il mio nome così sarà di mia proprietà, qualunque somma abbiate offerto apparterrà a me, diciamo, ma resterà presso di voi.

È così che abbiamo iniziato ad avere questa cognizione corretta della cosa, che occorre avere un certo tipo di metallo, degli stili particolari.

Ora, questi metalli hanno un effetto su di noi, un fortissimo effetto su di noi. Anche il tipo di metallo che usate per celebrare il puja ha un effetto.

È tutta una scienza della spiritualità e va compreso che è molto importante; e si dovrebbe eseguire in modo corretto se dovete ottenere i risultati migliori. È come una scienza.

E così ebbero inizio i puja e penso che adesso le persone ne abbiano una buona comprensione.

Ora, specialmente nel Maharashtra, sono degli esperti (di celebrazione dei puja; il tono è ironico, ndt) ed è molto difficile discutere con loro. Dissero: “Madre, Lei deve… Noi dovremmo offrirle un sari”. Loro sono talmente esperti (tono ironico, ndt) che hanno detto: “No, noi dobbiamo offrirle un sari”. Allora ho risposto: “Va bene, offritemi un sari normale, non ne accetterò uno costoso”.

Poi si misero a discutere con me di questo, di quello e si andava avanti all’infinito (Shri Mataji ride). Poi cominciarono a dire: “Non possiamo offrirle oggetti falsi”.

Risposi: “D’accordo, offritemi qualsiasi cosa” (Shri Mataji ride).

E poi adesso è diventato così dispendioso.

Quindi, sapete, ho chiesto che adesso, per il futuro… cercate di comprendere che ormai io sono anziana e ad una Dea anziana potete offrire qualcosa di semplice. C’è… (risate, Shri Mataji ride)

Ma nessuno è disposto ad accettare: “Adesso stiamo crescendo tanto, e così via”. Va bene, vediamo come accordarci.

Le cose stanno così, non c’è differenza, ma in un certo senso c’è e consiste nell’importanza che attribuite a tutto ciò che volete fare.

È molto importante: si tratta della totale attenzione, dedizione e l’assoluta importanza che date a tutto ciò che fate. È fondamentale. Se non gli attribuite la massima priorità, non funziona. Se lo fate tanto per fare, non funziona.

È dunque importante comprendere che, se dovete guadagnare qualcosa da questo puja, dovete dargli la massima priorità. E se poi, proprio prima del puja, la vostra mente vi parla o dubita, ditele di smettere, poiché questa mente può agire contro di voi.

Dunque, per il puja dovreste essere tutti predisposti in modo ricettivo e assorbirlo.

(Marathi: “Voi capite tutti un po’ l’inglese. Sapete già ciò che ho detto adesso: quando celebrate un puja, questo fa molto piacere alle deità che risiedono in me.

Allora esse iniziano ad emettere vibrazioni con totale forza, a volte più del necessario – sia che le assorbiate, sia che non siate in grado di assorbirle. Quando non siete capaci di assorbire le vibrazioni, ciò mi provoca molto dolore. Per questo dovreste tutti sedervi al puja con mente e cuore aperti e con totale convinzione. Maggiore sarà la fiducia che avrete, maggiore sarà il vantaggio che ne trarrete.

Dovreste avere puro desiderio. Dovete sedervi con desiderio puro e chiedere: “Madre, per favore, colora il mio Sé interiore in modo tale che questi colori non possano mai sbiadire. Colorami in un modo che il colore non svanisca mai. Colmami di un tale colore”. Desiderate questo nel vostro cuore prima di sedervi (al puja).

Ormai è piuttosto tardi. Hanno chiamato i poliziotti senza motivo. Ho dovuto anche trascorrere del tempo per intrattenerli.

E poi è accaduto questo; al momento c’è una bella brezza fresca, quindi è meglio che il puja sia iniziato adesso.

(Inizia la parte della cerimonia)

 

(Marathi: Ora inizieremo il puja. Come vi ho già detto, sedetevi al puja tranquillamente, con una mente aperta.

Oggi non potremo chiamare i bambini per lavare i miei piedi, poiché sono troppi.

Qualcuno laverà i miei piedi mentre voi potreste cantare un bhajan di Ganesha.)

Potete intonare il Ganesha Atharva Shirsha. Atharva Shirsha…

(hindi o marathi)

Tutti devono saperlo a memoria; bene, comunque potete cantarlo.

(hindi o marathi).

 

Guido: Il mantra di Shri Ganesha.

(Poi viene recitato il Ganesha Atharva Shirsha. I bambini salgono sul palco)

 

Shri Mataji: Tutti i leader devono stare qui.

Yogi: Tutti i leader. Tutti i leader devono stare qui.

[Bhajan: “Ganesh Sthuti”. “Jai Ganaraya”.]

 

Guido: Dovrebbero cantare tutti. Sanscrito 13.

[I leader offrono gli elementi sui piedi di Shri Mataji]

 

Shri Mataji: Aiutatelo…

(hindi o marathi).

Rajesh, Babamama… Adesso sette signore… diciamo, quattordici, quattordici…

Yogi: Sette giovani donne non sposate fino a quattordici anni.

Shri Mataji: … da quattordici a ventuno anni. Da quattordici a ventuno anni.

Guido: Sette…

Yogi: Da quattordici a ventuno anni.

Guido: Sette giovani non sposate dai quattordici ai ventuno anni.

Shri Mataji: (hindi o marathi) … “Ai Giri Nandini”…

Yogi: Canti in sanscrito, pag. 2.

[Gli yogi cantano “Ai Giri Nandini”. Alla fine del canto, invece del verso “Jaya jaya hai Mahishasura Mardini”, cantano “Jaya jaya hai Ravana Mardini” e “Jaya jaya hai Raktabija Mardini”]

 

Shri Mataji: Abbiamo i centootto nomi? Sarebbe meglio. Oppure, dopo che le signore sono andate via – queste sono pochissime – allora dopo. Qualche altro canto? Mi serviranno circa quattordici donne che non siano mai venute.

Yogi: Quattordici donne che non abbiano mai fatto il puja.

Guido: Quattordici donne che non siano ancora venute per il puja.

Alcuni yogi: Deepa? Deepa?

Guido: Deepa Mahajan. Deepa Mahajan, dai cantanti.

Yogi: Shringar[3]… Shringar…

Shri Mataji: Avete chiamato quattordici donne?

Yogi: Quattordici donne sposate.

Yogi: Quattordici?

Guido: Non so. Va bene.

Shri Mataji: …vedete, che abbiano più di ventuno anni, devono aver (compiuto) ventuno anni.

Guido: Donne sposate che non siano ancora venute per il puja.

Yogi: Canti in hindi, pagina 39.

[Bhajan: “Tere Charna De Heth”]

 

Guido: Hindi 5.

[Offerta dei gioielli]

 

Shri Mataji: Le straniere… fate venire le straniere…

[Bhajan: “Hasat. Ali Nir.mal. Ai”. Poi le signore avvolgono il sari intorno alle spalle di Shri Mataji]

 

Shri Mataji: Il sari… trovate l’equilibrio. Ve ne occorre di più. Da questa parte, di più da questa parte. Dalla parte destra. Aggiungetene ancora. Sui lati, sui lati. Ai lati… (i fiori che vengono offerti attorno ai Suoi Piedi)

(Alle signore che hanno eseguito il puja e adesso stanno per lasciare il palco) Decorare la Madre, vedete.

…Aarti…

(Vengono cantati i tre grandi mantra)

 

Shri Mataji:… Aarti…

Sono troppo vicini. Uno si sposti da quella parte, lì.

[Viene eseguito l’Aarti; segue la recitazione dei tre grandi mantra]

 

Yogi: Bolo Shri Bhagavati Mataji Shri Nirmala Devi Ki!

Gli yogi: Jai!

Yogi: Inchiniamoci tutti a nostra Madre.


[1] Anche nel Puja di alcuni giorni prima a Brahmapuri (29/12/1989) si fa riferimento ad un evento accaduto il giorno precedente, quando dei seguaci di Rajneesh avevano scagliato dei sassi ai sahaja yogi ferendone alcuni.

[2] Nella religione musulmana, significa santo.

[3] Lett. decorazione, abbellimento con ornamenti.