Il processo evolutivo di Shri Vishnu, fondamentalismo, compassione

(Inghilterra)

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S H R I  M A T A J I  N I R M A L A  D E V I

Il processo evolutivo di Shri Vishnu, fondamentalismo, compassione

Discorso precedente il Krishna Puja

Hallowtree Ipswich (GB), 17 Agosto 1990


Nel giorno del puja a Shri Krishna vi parlerò di Shri Krishna. Prima, però, dovremmo sapere come tutto si è sviluppato dal processo evolutivo di Shri Vishnu.

Come sapete ci sono stati dieci Avatar, dieci incarnazioni di Shri Vishnu[1]. Ebbene, Vishnu è Colui che evolve diventando il Virata, il macrocosmo, come lo chiamano; e questo principio di Vishnu è molto ben stabilito dentro di noi.

Inoltre, unicamente grazie al suo effetto, noi ricerchiamo; ricerchiamo denaro, potere, amore, famiglia, figli, ricerchiamo di tutto. Questo avviene soltanto grazie al principio di Vishnu in noi. Ma la cosa più rilevante del principio di Vishnu è che ci ha dato l’evoluzione, il mezzo per evolvere. Ci siamo evoluti anche a livello di struttura sociale, politica, economica; ci siamo evoluti anche così.

Insomma, direi che l’India un tempo era un paese schiavo. Poi subentrò la democrazia e allora gli inglesi dovettero rinunciare all’India, poiché si resero conto che, se in India si doveva fare un governo di maggioranza, gli indiani erano più numerosi degli inglesi; così dovettero rinunciare comunque. Subentrò la saggezza e loro rinunciarono, vedete.

Ciò che accade dunque è che, quando iniziamo ad affrontare i problemi che noi stessi abbiamo creato, a poco a poco impariamo. Quando cominciamo a vedere quali sono i problemi, acquisiamo questa saggezza interiore e ritengo questo il dono più grande che riceviamo sul nostro sistema nervoso centrale.

Il processo evolutivo genera questa saggezza.

Gli animali, invece, hanno tutto innatamente dentro di sé, poiché essi sono pashu, sono sotto il controllo del volere di Dio, si può dire, o sotto il controllo dell’Energia onnipervadente, il Paramchaitanya. In quanto tali non sono dotati di un’identità separata o di un’individualità per pensare che una cosa è saggia e un’altra non è saggia. Essi non hanno alcuna nozione di saggezza.

Sono gli esseri umani ad avere questo grande dono di sviluppare la saggezza. Ed i Paesi che hanno origini molto antiche hanno sviluppato molto di più questa saggezza a causa di (una serie di) tentativi ed errori, vedete.

Provavano qualcosa che si ritorceva contro di loro e allora ne scoprivano la ragione. In tutte queste nazioni è stata fatta molta introspezione, specialmente in Russia. Mi sono stupita, e se leggete i loro libri, non trovate altro che l’introspezione delle persone. In questo modo si sono evolute e sono pervenute ad un certo livello.

Ormai oggi, per come va la guerra[2], vediamo come molte nazioni si siano alleate per combattere questo pazzo (Ṣaddam Ḥussein[3]). Non fu così al tempo di Hitler: ci fu chi si alleò con lui. Altri si allearono con l’altra fazione e così si ebbero due tipi di persone e si creò una divisione che rimase anche in seguito.

Oggi però è molto diverso: moltissimi Paesi si sono alleati ed anche numerosi Paesi musulmani si sono coalizzati per combatterlo (Saddam).

Le situazioni sono create ovviamente dai nostri stessi errori e da ciò che creiamo, ma anche dal Paramchaitanya. Esso crea le situazioni e poi, quando si inizia a vedere chiaramente gli errori che abbiamo fatto e che per questo siamo puniti, si cambia e si inizia ad adottare un diverso punto di vista.

La saggezza è un tipo di luce che penetra nella nostra consapevolezza. Ma così come si sono evoluti gli esseri umani, anche le deità si sono evolute di conseguenza.

Per questo (Vishnu) venne come un pesce, poi come una tartaruga e continuò così fino a giungere allo stadio dell’Avatar di Vamana, in cui fu un nano; poi venne come un uomo gigantesco, un uomo alto e grosso, un greco che chiamiamo Zeus, che è Parashurama[4].

E poi giunse Shri Rama. Shri Rama era una persona saggia, estremamente saggia, cauta, attenta e molto formale, una bellissima persona, e aveva dimenticato di essere l’incarnazione di Vishnu. Gli fu fatto dimenticare di essere un’incarnazione. Egli era consapevole dei propri poteri, ma non sapeva di essere l’incarnazione di Vishnu. Sapeva però di avere tutti i poteri e di poter fare qualsiasi cosa. Questo lo sapeva. Infatti doveva diventare Maryada Purushottama, doveva diventare cioè un uomo osservante di tutte le maryada, di tutti i limiti del dharma, ed essere la persona migliore.

Ora, questa è una contraddizione, poiché nel mondo odierno, in questo Kali Yuga, vediamo che ha successo un individuo (Saddam, ndt) che non ha maryada di alcun genere e che si comporta in un modo davvero atroce e strano; proprio prima di arrivare, stavano scagliando insulti di ogni genere contro questo Saddam e il re Hussein, non sapevo dicessero tutte queste cose (parla ridendo).

Per cui ci si sorprende di come queste persone diventino così importanti, al timone degli affari e così via.

Anche questo è frutto di un errore umano poiché gli esseri umani, sapete, cominciano ad apprezzare questa gente. Esistono infatti persone sadiche e persone masochiste. I masochisti pensano: “Oh guarda”, sono intimoriti, e allora iniziano ad adorare persone del genere: “Guardate quanto è potente!”. Sono impressionati dal potere fisico di costoro. E a causa di quel potere diventano poi Paesi schiavi di qualche despota o di qualche orribile re.

Poi accade qualcosa e la gente si accorge che era sbagliato. Non avremmo dovuto trascurare quell’aspetto al tempo di Hitler. Ora i tedeschi hanno riconosciuto che fu un errore politico e hanno cominciato a capire che ciò che Hitler ha fatto è sbagliato. Questa saggezza subentra a causa di questi episodi e avvenimenti.

Ed ora, nel mio discorso inviato all’Australia, avevo detto molto apertamente che i problemi politici attuali non sono così gravi come quelli dovuti ai fondamentalisti; e che i fondamentalisti avrebbero creato problemi al mondo. Ed è ciò che è accaduto.

Questo fondamentalismo è penetrato nella politica. Ed ora, tutto ciò che accadrà sarà una conseguenza di questo avvenimento. Senza dubbio il fondamentalismo sarà fermato dai popoli, poiché vi è una paura tale che gente dell’Algeria, gente di Istanbul, mi ha detto: “Madre, per favore, fermi il fondamentalismo”. Ma esso non esiste soltanto tra i musulmani. È ovunque. Ogni persona cosiddetta religiosa è fondamentalista.

Per quale motivo? Il motivo è che la religione non è fondata sulla verità.

Tutto ciò che non è fondato sulla verità va a finire su uno dei due lati. Scivolerà a destra o a sinistra.

E quando finisce a destra si diventa fondamentalisti. Quando finisce a sinistra si inizia a diventare… si comincia a suicidarsi e a fare di tutto.

Questo fondamentalismo, dunque, esiste essenzialmente perché le religioni non sono basate sulla verità. La verità è ciò che è stato professato.

L’altro giorno, in un’intervista a Toronto, la intervistatrice mi ha chiesto: “Che cosa pensa del sistema delle caste in India?”. Lei credeva fosse qualcosa di tipicamente indù. Io le ho spiegato che non è così e allora mi ha chiesto: “Madre, che cosa pensa delle caste?”. Ho risposto: “È orribile, è una maledizione”. E lei: “Perché dunque hanno le caste?”. Ho risposto: “Le dirò che all’inizio non esisteva un sistema di caste basato sulla nascita, bensì sulle azioni compiute”. Infatti la vita di Shri Rama fu scritta, ben scritta, da un brigante, che divenne Valmiki[5], un santo; e la scrisse lui, ma era un pescatore, non era un bramino.

Un pescatore divenne un bramino allorché ebbe la realizzazione. E l’altro fu l’autore della Gita, Vyasa. Vyasa era il figlio illegittimo di una pescatrice. Come poté un figlio illegittimo di una pescatrice diventare così sapiente da scrivere la Gita?

Ma nella Gita hanno inserito cose errate. Nella Gita hanno messo che la casta dipende dalla personalità post-natale, ossia successiva alla nascita. L’hanno indubbiamente modificata (la Gita); ma il punto è il modo in cui l’hanno cambiata, infatti la versione originale non era così.

Allora ho detto che tutti cercano di fare qualcosa contro la propria religione. Questa è la parte migliore. Ho detto: “Guardate il Cristianesimo. Cristo ha affermato: “Non avrai occhi adulteri”. Nei dieci comandamenti si dice: “Non commetterai adulterio”. Ciò che Egli ha detto è qualcosa di molto sottile. Egli disse: “Non avrai occhi adulteri”. Infatti, essendo Egli nell’Agnya chakra, deve parlare degli occhi.

Così ho detto, ho chiesto (alla giornalista): “Può indicarmi dei cristiani che non abbiano occhi adulteri in Occidente? La prego, me li mostri” (ride). Lei non ha saputo rispondere. Era sconcertata, pensava che fosse una specie di gergo indù e allora, benché avesse chiesto di incontrarmi solo per dieci minuti, mi ha trattenuto per quarantacinque minuti e non aveva intenzione di finire. Le ho anche dato la realizzazione. Ma tutto ciò è per dire che si impara con l’esperienza, attraverso l’esperienza.

Ora, in Sahaja Yoga noi l’abbiamo avuta, abbiamo avuto l’esperienza, senza dubbio. Abbiamo avuto l’esperienza del Divino. Poi abbiamo avuto l’esperienza della gioia. Poi abbiamo avuto l’esperienza di condurre una vita molto bella, collettiva e sentiamo realmente di essere una sola famiglia nata dalla stessa Madre, una Madre comune. Siamo tutti una cosa sola. Lo sappiamo, abbiamo questa sensazione e ci sentiamo molto sicuri al riguardo. Inoltre abbiamo avuto molte altre cose che nessun’altra Incarnazione ha potuto fare.

Una di queste è che io sono vissuta davvero più di tutti loro.

Loro sono morti tutti prima dei quarant’anni di età. Nessuno volle vivere. Ne avevano avuto abbastanza: “Ora (risate, Madre ride) è meglio che te ne occupi Tu, Madre. È al di là delle nostre possibilità. Noi ce ne andiamo”. Quindi scomparvero tutti molto presto. Persino una personalità come Gyaneshwara prese il samadhi a ventitré anni. Ci pensate? Disse: “Ne ho avuto abbastanza”. Con questi esseri umani non può farcela nessuno. Cristo si fece crocifiggere, Maometto fu avvelenato, e neppure lui era molto vecchio quando morì. Aveva… si dice che non avesse più di quarantacinque anni quando morì.

Se quella è dunque la situazione e la condizione di una incarnazione, che appena vede il mondo cerca di fare fagotto e andarsene, allora io ritengo di essere stata molto coraggiosa. Continuo ancora. (Fragorosi applausi)

Ed anche il tipo di responsabilità è di natura diversa. Loro non dovevano dare la realizzazione a nessuno. Dovevano solo tenere dei discorsi. È tutto.

È molto facile tenere dei sermoni e poi andarsene da questo mondo. Questo è ciò che hanno fatto tutti. Non è scritto da nessuna parte che abbiano dato la realizzazione a qualcuno o che abbiano fatto qualcosa di simile per qualcuno.

Ora ciò che trovo è che la nostra trama è molto larga. Innanzitutto abbiamo moltissime nazioni coinvolte in Sahaja Yoga e che lo stanno facendo funzionare da sole. Ora, la struttura principale che abbiamo è costituita da persone di tutti i tipi, di ogni natura, di ogni livello, con condizionamenti ed ego di ogni tipo e, insomma, ogni volta che scopro una nuova varietà, vedete, inizio a chiedermi: “E adesso questo cos’è?” (Risate, Shri Mataji ride).

Talvolta mi addormento con questa gente, è una tale noia che non si sa che fare. La situazione a volte supera di molto la mia comprensione. Così ci rinuncio proprio.

Ma, nel complesso, nel complesso, devo dire che abbiamo avuto buoni risultati. E adesso abbiamo moltissimi Paesi con noi. Abbiamo gente di tutto il blocco orientale ed anche i russi, e abbiamo davvero tantissime persone. Non mi sarei mai aspettata di dar loro la realizzazione. Infatti, per gli altri guru è stato molto semplice. Persino le altre incarnazioni, che erano personalità veramente autentiche ed hanno fatto tutto ciò che era veritiero e buono, non hanno avuto su di sé la responsabilità dei sahaja yogi né dei discepoli ai quali insegnavano. Nessuno (di loro, ossia le incarnazioni) se ne preoccupava. Loro (i discepoli) dovevano lasciarsi alle spalle le famiglie, i figli, ogni cosa, e dedicarsi al lavoro. Anche Shankaracharya ebbe i suoi discepoli. Disse loro: “Adottate tutti il sannyasa (rinuncia). Non potete accollarmi le vostre famiglie. È meglio rinunciare ad esse e poi venire”. Anche con i discepoli di Cristo fu la stessa cosa. Prendete chiunque, Buddha, Mahavira, dovettero diventare tutti sannyasi. Non vollero sobbarcarsi le famiglie e il loro peso, le mogli, i figli, i servi e tutto il resto, mai.

Ebbene, questo non si può fare in Sahaja Yoga. Per prima cosa vogliamo dimostrare che gli esseri umani possono ottenere la realizzazione vivendo nel mondo. Non devono rinunciare a nulla, come ad esempio prendere solo due vestiti, andare sull’Himalaya e vivere lì e poi ottenere la realizzazione, stare soltanto lì e un giorno morirci. Essi devono vivere in questo mondo, devono lavorare in questo mondo, devono stabilizzare il loro Sahaja Yoga e devono crescere in questo mondo. Questa è una cosa molto difficile, ma ci siamo riusciti; e lo abbiamo fatto con una semplice cosa, e questa semplice cosa è la compassione. Senza la compassione non avrebbe potuto funzionare. Qualsiasi cosa possiate provare, qualsiasi disciplina possiate adottare, qualsiasi irreggimentazione adottiate, fallirebbero tutte. È solo la compassione, la compassione illuminata dalla saggezza.

Ebbene, nel processo evolutivo nel quale ci troviamo oggi, dobbiamo valutare quanta compassione abbiamo in noi, non solo per la nostra famiglia, i nostri familiari, il nostro Paese, ma per il mondo intero; quanta compassione abbiamo in noi.

In secondo luogo dovremmo anche sapere che tutte le altre personalità giunte su questa terra non diedero alcuna prova evidente della loro divinità. Non lo fece nessuno. Ma voi avete avuto la prova della mia divinità, della vostra divinità e di questa Energia onnipervadente. Non solo, ma avete visto le fotografie e avete visto come sono le cose, come sono state e come hanno funzionato nel mondo astratto che le fotografie e le macchine fotografiche captano; che voi non vedete con i vostri occhi ma che accadono.

E di recente c’è stata una fotografia, spero ve ne porteranno qualche copia. Shri Ganesha è realmente proiettato fuori di me ed è proprio Shri Ganesha. Potreste vedere anche Cristo, un giorno. Moltissime persone hanno visto che in una fotografia compariva Cristo. È minuscolo, ma c’è. Insomma, potreste vederli tutti un giorno; ma, nonostante ciò, il processo evolutivo deve realizzarsi dentro di noi e questo dovrebbe diventare parte integrante della nostra fede. Non si tratta di una fede cieca, ma una fede che è come vedere i fiori che sono qui, è così.

Ma se continuate a non voler credere che i fiori ci siano, allora si direbbe che state facendo finta di essere matti, mentre non lo siete.

Il problema principale che abbiamo ora è come permeare di questo la nostra personalità, come renderci conto intimamente che ci troviamo di fronte a questo genere di Incarnazione, che siamo nati in questa era e questo è molto importante, in senso assoluto.

Sono tempi molto speciali quelli in cui ci troviamo qui, e siamo arrivati molto in alto grazie al nostro processo evolutivo che è stato come accelerato dal risveglio della Kundalini; ed ora risiediamo nello spazio oltre il tempo ed oltre il peccato.

Eppure, ciò che sento è che ancora non assumiamo le nostre posizioni. Dobbiamo assumere la nostra posizione. Ed anche se se io magari sembro molto semplice e vi parlo con grande semplicità, è perché non dovrebbe esserci timore. Non voglio che abbiate timore di me, ma che siate consapevoli di avere ottenuto questo dentro di voi. Voi siete quelle speciali personalità alle quali Dio ha concesso questi doni. Ovviamente, i doni divini non possono essere dati sotto forma di denaro, come sapete, non possono essere dati sotto qualche altra forma. Ma è la compassione del Divino che vi ha concesso questo dono, ritenendovi, giudicandovi capaci di fare qualcosa di grande, ossia realizzare il piano del Divino. È per questo che vi è stato dato questo potere.

Ebbene, nel processo evolutivo, quando Shri Rama si comportò da essere umano colmo di saggezza, e fu il re benevolo descritto da Socrate per mostrare come dovrebbe essere il re, Egli realizzò tutte queste cose nella propria vita, ma gli occorreva ancora un’ulteriore evoluzione. E questa era, si chiama Sampurna, l’Incarnazione completa di Vishnu che venne come Shri Krishna.

Qual è dunque la forma completa di Shri Krishna? Egli disse che tutto il mondo è un gioco, che non dovete prendere le cose sul serio. Ma prima noi sahaja yogi dovremmo renderci conto che occorre innanzitutto essere Rama. Persino Vishnu dovette prima diventare Rama. Non poté diventare subito Shri Krishna e dire che è tutto un gioco. Per noi, esiste ancora lo stato di Rama, il quale dovette affrontare innumerevoli sacrifici, sofferenze, subire moltissime ingiurie tanto che dovette rinunciare alla Sua sposa, dopodiché non si incontrarono mai poiché dopo questo fatto Lei scomparve.

Tutta la vita di Shri Rama è dinanzi a noi. Egli dovette affrontare quella penitenza.

Shri Vishnu dovette affrontare quella penitenza. Non sto dicendo che i sahaja yogi debbano farlo, infatti a voi è stata data la nascita oltre il Sahasrara per cui non dovete fare come Rama, non dovete preoccuparvi di tutte le cose che dovette affrontare Cristo, anche dopo l’incarnazione di Shri Krishna. Cristo dovette fare tapasya, una penitenza totale e tutto il resto. Egli agisce così. Ma voi siete oltre questo.

Voi siete benedetti con ogni cosa. Siete benedetti con la famiglia, benedetti con ogni tipo di benessere, lavoro, denaro; qualsiasi cosa diciate, ne siete benedetti. Ma queste possono essere anche delle tentazioni e, quando queste tentazioni si fanno strada nella vostra mente, cadete nella loro trappola.

Quindi si dovrebbe capire che, se dovete essere Shri Krishna, non c’è solo divertimento, non c’è solo gioia. Dire che Shri Krishna instaurò lila… ma prima, se ricordate la Sua vita, la Sua nascita, l’arresto dei Suoi genitori, come poi Lui fu condotto a Gokul dove sterminò tantissimi rakshasa accorsi per ucciderlo e tornò per uccidere Kamsa… solo dopo questo disse: “È lila”.

Ebbene, anche noi abbiamo questo problema dentro di noi, nel senso che prima di tutto dobbiamo uccidere il Kamsa in noi. Dobbiamo uccidere gli altri rakshasa in noi. Dobbiamo fare tutte queste cose e poi potremo dire: “È una lila”.

Egli ebbe dunque una doppia vita. Da un lato con le gopi eseguiva lila ed anche con i gopa eseguiva lila. Come un giorno che ci fu una pioggia perché Indra, geloso di Lui, voleva distruggerli tutti con la pioggia. Essi infatti stavano accudendo tutti le mucche nei campi quando si mise a piovere con una tale intensità che pensarono che sarebbero tutti morti. All’improvviso, Shri Krishna sollevò una montagna e tutte queste gopi vi si ripararono sotto. Avevano circa sedici anni al massimo e anch’esse puntarono i loro piccoli bastoni per far vedere che anche loro stavano aiutando Shri Krishna.

È stato fatto così per mostrare come ogni cosa sia un gioco, in una fase della vita in cui era un bambino; e poi, in un’altra fase, mostrò come dovette combattere i rakshasa. Questo lo fece da solo. Lo fece da solo senza mai coinvolgere altri, gopi e tutti loro. Dovette combattere persino Kaliya, il grande serpente. Fece anche questo. Ma, per quanto riguardava i Suoi amici, con loro giocava a palla e, quando la palla cadde (nel fiume Yamuna, dove si trovava Kaliya, ndt), andò a lottare con Kaliya.

Shri Krishna, naturalmente, era pienamente consapevole di se stesso, di essere l’incarnazione completa di Shri Vishnu, di aver raggiunto il punto supremo e di dover instaurare il concetto di lila; ed è così che lila ebbe inizio. Allo stesso modo, per i sahaja yogi tutto è diventato lila. Così, da un lato è lila, ma dall’altro dobbiamo renderci conto che abbiamo una responsabilità. Dobbiamo far funzionare Sahaja Yoga.

Prima di tutto, Sahaja Yoga deve essere fatto funzionare su voi stessi. Chi non si sente felice in Sahaja Yoga deve rendersi conto che c’è qualcosa che non va. Dovete sentirvi gioiosi e felici. Se non vi sentite felici, se non sapete ridere, c’è qualcosa che non va in voi e dovrebbe essere corretto.

Il primo segno di un sahaja yogi è che ha uno splendore sul viso ed è sempre gioioso e felice.

Questo è un punto da ricordare: dobbiamo essere persone gioiose, felici. Allo stesso tempo dovremmo essere responsabili. Per esempio, ciò che sento sempre dire dai leader è che il cinque per cento si assume delle responsabilità mentre tutti gli altri non fanno proprio niente. Ora la percentuale è cresciuta, si è passati dal cinque al dieci per cento, ormai si sta raggiungendo il venti per cento; tuttavia dovreste farlo tutti, perché è l’unico modo in cui potete ascendere: non solo gioendo, definendolo una lila e così via, ma facendo funzionare veramente Sahaja Yoga su voi stessi e sugli altri.

Dobbiamo farlo funzionare prima di tutto su noi stessi, scoprire cosa c’è che non va in noi.

Deve esserci introspezione; ma molte persone ci stendono una spessa cortina e non vogliono proprio vedere, (dicendo che) va bene.

Naturalmente non dico di scrivermi lunghe lettere di confessioni, non significa questo, ma esaminatevi da soli: “Perché? Perché faccio così? Che bisogno c’era che facessi questo? Perché non mi sono impegnato?”.

Oh, piccole, piccole cose. A volte abbiamo una mentalità molto meschina. Ho sentito dire ad esempio che qualcuno non ha ricevuto un regalo. Insomma, ci sono così tante persone qui che è del tutto possibile che qualcuno non riceva un regalo.

Voglio dire che se ricevessero tutti un regalo direi che è un miracolo (Madre ride, risate). Lo definirei un miracolo. Neanche il Divino può prometterlo. Quindi è oltre il Divino, è qualcosa di grande che tutti ricevano un regalo. Quindi lamentarsi: “Non ho ricevuto un regalo, allora non farò questo”… È un regalo, è un simbolo, niente di più. È solo un simbolo, e vi è dato proprio con vibrazioni e altro; ma se non lo ricevete, non significa in alcun modo che siate scartati o maltrattati o che qualcuno voglia offendervi. Non è questo il punto.

Ma dobbiamo sollevarci da questo basso livello. Voglio dire che ci sono persone anche di quel livello, che dicono queste cose di livello così basso, infimo.

Ora questo livello varia da persona a persona, per cui ciò che esaminiamo, normalmente… come vi ho già anche detto, è più facile essere cattivi che buoni, perché per questo dovete lavorare duramente. Per questo motivo, se vediamo qualcuno di un livello inferiore, ci mettiamo a seguire quella persona, invece di seguire chi è superiore a noi. Poiché si suppone che siate i miei seguaci, si suppone che lo siate… Posso…Io so che siete i miei seguaci, ma se siete i miei seguaci, dovete mirare in alto. Come potete dedicarvi a cose così basse e meschine, e dire cose così stupide?

Quindi, per capire, prima di tutto, l’espansione di Sahaja Yoga, per averne la visione complessiva, essa è oltre l’orizzonte, è davvero grandiosa, e voi lo state facendo funzionare. Avete i poteri per farlo. Siete scelti appositamente per questo. Insomma, pensate, dovreste avere una visione anche di voi stessi, di ciò che siete; e quando capirete quello che siete e vi metterete in relazione con la grande visione, a quel punto io non dovrò dire niente, perché direte: “Madre, Tu fai tutto. Noi non facciamo nulla. Tutto funziona da solo”. Non lo dite solo con la bocca, ma sentite così nel cuore.

“Sì, Madre, sei Tu che fai tutto”. E allora gioite continuamente. Ogni volta che fate qualcosa, gioite e gioite. Se pensate di stare facendo qualche lavoro per Sahaja Yoga, smettete, smettete assolutamente. Ma se pensate: “Lo faccio solo perché mi dà gioia; non lo faccio io ma è Madre che lo fa”, una volta che nasca un sentimento del genere, capite che è subentrata in voi la saggezza; e questa saggezza è quella che vi darà realmente la luce, e in quella saggezza capirete che cos’è lila e come dobbiamo gioire di noi stessi.

Dobbiamo conoscere il significato di lila, ed  anche renderci conto che è il lavoro del Divino per il quale siamo scelti e che dobbiamo realizzarlo.

Shri Krishna non disse mai: “Non eseguite karma (azioni)”. Egli disse: “Karma nivadhikarastam”, avete il diritto di compiere karma ma non il diritto di pensare ai frutti. Però disse che dovete lavorare. La prima volta che venni in Inghilterra, incontrai alcuni sahaja yogi ed uno di essi, con molto buon senso, mi disse, nella sua personale “saggezza”: “Grazie a Dio, adesso, dopo grandi sforzi sono diventato disoccupato”. Questo non riuscivo a capirlo, intendo diventare disoccupati, che fosse così contento di essere disoccupato (ride). Bene, adesso questa tendenza ad essere disoccupati deve essere eliminata. Davvero comodo: siamo disoccupati così non dobbiamo lavorare.

Infatti, la qualità della vita, secondo gli standard occidentali, è molto strana. La quantità di denaro che potete spendere per andare in crociera… Ho visto in Svizzera gente che sta su queste piccole… non so come le chiamate…zattere, sull’acqua. Come si chiamano? Come si chiamano? Come le chiamate? Surf, surf? No, no, non il surf. No, non andava in giro, stava fermo in un posto e loro si tenevano in equilibrio, attaccandosi a qualche fune, stando lì, come tanti dhanurdhara[6] (ride). Ho chiesto: “Per quanto tempo?”. “Oh, continueranno per tre, quattro o cinque ore”. Si stancheranno, che ci fanno lì? Credo che meditino (risate).

Insomma, poi passano il tempo al Gran Premio, vedete, stanno lì a divertirsi a guardare quanta gente rimane uccisa. Oh, rimane uccisa proprio bene! Vedete, ci sono strane idee di ogni genere. Poi, quante vacanze avete fatto – dovremmo renderci conto che sono tutti imprenditori che ci prendono in giro – e il segno della vacanza è che la vostra pelle dovrebbe diventare gialla, anzi, no, marrone, dovrebbe diventare marrone e hanno un aspetto così stupido, vi dico. Esistono queste stupidaggini.

Poi andate dal parrucchiere e vi fanno una brutta acconciatura per la quale spendete cinquanta sterline. È la “qualità” della vita. Al giorno d’oggi ho visto che c’è una nuova moda, tutte le signore hanno i capelli qui (la frangia, ndt).

C.P., che è un uomo semplice, sapete, stava guardando la televisione e ha detto: “In questi giorni che cosa succede alla loro fronte?”. Ho chiesto: “Perché?”. E lui: “I loro capelli non crescono assolutamente qui” (Shri Mataji ride, risate). Gli ho detto: “No, no, no, no, no, sono tagliati così apposta”. “Ma perché?”. Ho risposto che non c’è nessuna risposta al perché, al perché fanno queste sciocchezze. E, sapete, tutte, tutte le signore che in televisione danno le notizie o altro, hanno tutte i capelli così.

Domani, non so, potrebbero averli da qui. Non so. Tutte queste idee ridicole, sapete. Non riesco a capire come la gente possa accettarle con tanta facilità. Qualsiasi idea ridicola si presenti l’accettano subito. È segno che non esiste saggezza, non c’è saggezza e ciò che penso è che in Occidente dobbiamo sviluppare la saggezza che, per qualche motivo, manca davvero. Manca la saggezza. Come potete infatti farvi prendere in giro da queste cose?

Ora sono venuti fuori questi pantaloni stretti; e ricordo che una volta ero in attesa in Oxford Street e una ragazza con questi pantaloni stretti non riusciva ad alzare il piede per salire sul bus. Così la spinsero letteralmente su. È terribile, ho pensato. Che pantaloni stretti! E poi vengono le vene varicose! Inoltre in Inghilterra hanno i buchi nei pantaloni e li chiamano holy pant (gioco di parole tra holey: bucati, e holy: santo, ndt), pensate.

Questa è dunque la qualità della vita. “Per quanto tempo siete stati in vacanza?” “Oh, sono stato in vacanza”. Ve lo dicono come se gli indiani, per come sono, potessero vantarsi – magari quelli del Bengala – si vantassero di aver mangiato del buon pesce o altro. Ma questa è stupidità! È una ricerca senza gioia. Quanto meno, se mangiate qualcosa, la mangiate, vedete, la gustate in bocca; ma questa sorta di cose che facciamo, queste acconciature a sbuffo e così via….

Gli uomini poi sono… fanno altre stupidaggini. In questi giorni, sapete, alcune persone sono andate a comprare dei braccialetti di misura grande; io ho detto: “Portateli per le donne straniere perché non hanno le mani come le nostre, quindi a loro occorrono più grandi”. Ebbene, sono tornati a mani vuote. Ho chiesto: “Che succede? Vi ho chiesto di portare queste cose. Vi ho telefonato”. “Madre, siamo andati per comprarli, ma hanno detto che stanno andando tutti in America perché adesso i giovani americani, i ragazzi, vogliono indossare braccialetti”. In India, se volete insultare qualcuno… nel 1942 noi donne trovammo un coraggio molto speciale per combattere gli inglesi, sapete. Eravamo donne e i ragazzi ci dicevano: “No, non fatelo”. Allora avevamo preso i braccialetti dicendo: “Va bene, tenete i braccialetti. Indossate voi i braccialetti e noi eseguiremo il lavoro”; e quello fu il più grande insulto per loro.

Mentre qui mandano i braccialetti ai ragazzi e loro li indossano. Insomma, non so che succede. È idiota, assolutamente idiota comportarsi così. Tutti i braccialetti dall’India adesso vanno in America e tutti gli uomini arriveranno con i braccialetti ai polsi.

Invece delle spade adesso hanno i braccialetti. C’è solo da ridere di queste cose assurde. La definiscono la qualità della vita. Qual è la qualità in questo?

Vedete, queste idee pretenziose, artificiali per cui se fate in un certo modo siete a posto, e se non fate in quel modo allora siete… tutte queste sono molto pretenziose, senza significato, non hanno significato, niente. E noi siamo tutti continuamente assorbiti da questo.

I sahaja yogi devono capire che noi siamo persone sagge, non siamo degli stupidi, non siamo degli idioti e non adotteremo modi e sistemi idioti. Quindi, adesso, dovete ascendere oltre questa stupidità.

Ora, le altre grandi idee sulla qualità della vita riguardano quante volte avete divorziato. La gente se ne vanta proprio. Insomma, è talmente vergognoso.

Un giorno andammo a visitare una casa. Ci serviva un posto per poco tempo. Ebbene, il proprietario di quel posto era al piano superiore. Scese e ammiccò verso di me, così. “Perché – mi chiedevo – che cos’ha questo tipo?”. Poi si sedette e iniziò a dire al signor Shrivastava – usando naturalmente tutte le cortesie esagerate e così via: “Signore, vede, questa è la mia casa. Voi ve la godrete e io sono divorziato, sa, ho divorziato due volte ma adesso ho una donna con me e lei può occuparsi benissimo di voi”. C.P. si alzò immediatamente e disse: “Andiamo”.

La qualità della vita è dunque questa: quante volte avete divorziato, quante donne avete, a quante donne correte dietro, insomma, questo è… non esiste una parola in inglese per un donnaiolo simile, ma noi (in India) abbiamo una definizione molto spregiativa per loro. Insomma, correre dietro alle donne è qualcosa di infimo. L’altro aspetto è quello delle donne che corrono dietro agli uomini. È questa la qualità della vita: la prostituzione.

Quindi dobbiamo fare in modo di non applicare assolutamente a noi queste norme. Se dobbiamo salvare i nostri Paesi, la nostra gente, dobbiamo avere un sistema di valori molto più elevato di tutti (gli altri) e dovremmo elevarci oltre tutte queste cose.

Ebbene, sapete, si passa da questo ad un altro livello di gente molto meticolosa per quanto riguarda l’abbigliamento, cucchiai e forchette, quella che io chiamo la cultura da tavola.

Ero tuttavia sorpresa che i francesi avessero un proprio stile e gli inglesi il loro. I francesi mettono la forchetta così e gli inglesi in quest’altro modo. Grazie a Dio il naso e tutte queste cose sono fissi, altrimenti… (Shri Mataji ride, risate e applausi). Questa è una buona cosa che Dio ha fatto: ce li ha attaccati bene (ride).

E su questo, sul livello delle buone maniere a tavola, sulla preparazione della tavola, e poi su ciò che mangiate voi e ciò che mangio io, ci sono grosse dispute e discussioni; e state seduti per ore per decidere cosa mangerete.

Questo ha danneggiato completamente la nostra attenzione. Ciò che sto tentando di spiegarvi è che la nostra attenzione è diventata così debole che non riusciamo a sopportare la spiritualità. Queste idee stupide, pretenziose, artificiali, non hanno alcun nesso con la verità, e così saltano fuori queste buone maniere da tavola. Poi i bagni: un’altra cosa è la stanza da bagno, un altro posto importante per la gente moderna. Non mi sorprenderei se avessero un bagno dove la gente va a sedersi come nei bagni turchi, e il salotto nella parte posteriore della casa. Magari non c’è neppure, un salotto. A che serve? Possiamo avere un bagno, sederci lì, nella stanza da bagno, a chiacchierare piacevolmente. Ottima idea.

Ci fu un pazzo giunto da qui ispirato da Pierre Cardin – pensate un po’ – che fondò un movimento in India e voleva fare una discoteca o qualcosa del genere usando i sedili del bagno come sedie. Pensate! Cose di questo genere, sapete: “Oh, che idea insolita. Che idea originale”. Vedete, questo è il livello cui arriva la nostra attenzione e a quel punto si iniziano a vedere queste cose: “Oh, che idea originale ha avuto”.

Non saranno belle invenzioni cose di questo tipo. Forse provano a divertirvi con queste stupidaggini, con questo tipo di stupidità, facendo di tutto.

Un giorno, ad esempio, in India abbiamo scoperto che tutti i cesti che si vendono al mercato sono spariti. Allora abbiamo chiesto: “Che cosa è successo? Dove sono finiti i cesti del mercato?”. Hanno risposto: “Sono finiti in America”. L’America è il massimo per tutte queste cose. Quindi sono finiti in America. E per quale motivo? “Se ne sono incapricciati e vogliono farci grandi cappelli”. Cappelli con i cesti? Sì! E quando andai in America con sorpresa vidi della gente seduta con in testa questi cesti sui quali aveva messo dell’erba. Stavano seduti con l’erba sui cappelli, sapete. Li guardai e dissi: “Ma che roba è?”. Mi risposero: “Sa, in questo modo adesso siamo fortemente integrati con la natura”. (Risate)

Io chiesi: “Come?”. Qualcuno mi rispose: “Beh, vede, è una cosa naturale, fatta a mano. E l’erba è fatta da Dio o fatta a mano”. Aggiunse: “Vede, ci mettiamo sopra l’erba e questo”. Insomma, io pensai che alcuni uccelli sarebbero arrivati a prenderli per farci un nido; oppure, la notte, se mettete il cappello da un lato, potreste trovarci un uccellino e poi piccolissimi uccelli che cinguettano. Vi rendete conto? Questo è… insomma, questo a voi suona molto idiota, ma si fa poiché è una mania, e il termine mania suggerisce molto bene che è una follia, vedete, è una pazzia. Ma lo fanno ed è così che la nostra attenzione viene danneggiata sempre, in continuazione.

Poi passiamo ad un livello superiore, vedete. Iniziamo attività anti-culturali: “No, questo non va bene, quest’altro non è così”. L’altro giorno, mentre facevo una passeggiata in America, sono rimasta sorpresa. La maggior parte della gente aveva i pantaloni tutti strappati, specialmente qui ai lombi. Erano tutti stracciati. Strappi grandi, grandi così. Mi chiedevo: “Ma che ha questa gente?”. Ed erano fatti apposta. Si chiamano “stone washed” (lavati a pietra), lavati così, ma tagliati, completamente tagliati. Pensate! Peggio degli straccioni. Intendo dire che se non avete rispetto per voi stessi, se non indossate abiti decenti, significa che non avete alcun rispetto. E dov’è la vostra attenzione? È intenta a rendervi ridicoli.

Poi siamo entrati in un negozio per comprare qualcosa per i bambini ed erano tutti abiti all’ultima moda. Niente di classico, niente di bello. Tutti vestiti di tendenza, orribili. Mi chiedevo dove avessero scovato questi vestiti e meditandoci scoprii che sono gli abiti indossati da alcune persone, in tempi remoti, in epoche molto primitive e che devono essere affiorati in loro dall’area del subconscio.

Quando erano molto primitivi, non avevano dei vestiti ben fatti; e perciò adesso indossavano questi assurdi abiti alla moda. Ed è questo che affiora in loro e che producono.

E poi pensai a Jung che aveva detto che in Svizzera venerano dei personaggi strani, delle strane immagini, e spiegò che queste immagini provengono dal subconscio, e per questo le venerano come divinità, perché non hanno visto Dio.

Questo è dunque un altro livello di cose cui la gente approda, iniziando a sprecare le proprie energie nell’area del subconscio nel tentativo di addentrarsi maggiormente nel subconscio e di elaborarlo.

Ebbene, a questo punto subentra un altro strano tipo di evoluzione per cui la gente pensa: “Questa è una cosa da yuppy…”. Non hanno lavoro, niente, ma indossano soltanto abiti e pantaloni gessati. Vedete, sono persone normalissime, ma hanno una minuscola ventiquattrore con sé. Camminano così e così. Se chiedete loro: “Che cos’è?”, parlano come se fossero direttori generali di una qualche compagnia e qualcosa del genere. E poi scoprite che non hanno un soldo. Ricordo che una volta un tipo così venne a trovarmi e mi disse: “Può prestarmi un po’ di denaro?”. Io pensai: “Che ha questa persona? Perché mi chiede denaro?”. Domandai: “Perché mi chiede denaro?”. Rispose: “Vede, non ho spiccioli e devo comprare dei biglietti per questo treno”. Allora dissi: “Va bene”. Glieli diedi ma salimmo sullo stesso treno e lui viaggiava in prima classe. Ci pensate? E io gli chiesi: “Dove lavora?”. E lui: “Sono disoccupato”. “Ma allora perché indossa questo abito?”. Non riuscivo a capire.

È dunque un’altra finzione che la gente vuole inscenare in questi giorni: alcuni sono davvero maniaci del lavoro mentre altri sono senza lavoro; e questa è tutta una commedia che recitano sempre, ingannando se stessi, ingannando la società intera e vivendo in questa specie di inganno.

Ora, la nostra trama arriva al livello superiore di gente cosiddetta importante che io ho frequentato parecchio; e nelle società di elite, insomma, trovate che salta fuori la stessa gente. Non c’è molta differenza nella loro saggezza. Non sanno di cosa parlano, stanno sempre a parlare di scandali. Le signore, sapete, parlano della signora tale e della signora tal’altra e di quell’altra signora e: “Conosci quell’uomo? Ha una relazione con la sua cameriera”. Io chiesi: “Come lo sa?”. E lei: “Noi lo sappiamo tutte. Lei è una persona antiquata, non sa queste cose così importanti”. Io dicevo: “Davvero non lo so, mi spiace non conosco assolutamente quell’uomo”. “No, no, ma deve sapere. Sa, è quello che fa l’occhiolino e fa così”. Insomma, parlano di cose di così basso livello che proprio non si capisce che “signore” siano.

Poi si metteranno a parlare dell’abito di qualcuno: “Oh, sai, è preso in prestito. Non è suo”. “Come sa che è preso in prestito?”. “Lo so, avevo preso in prestito lo stesso abito l’altro giorno”. Che livello! Insomma, non vi è alcuna profondità, nessuna spiritualità. Non c’è niente di nobile in questo. Tutte queste cose sono  ignobili, ignobili. È ributtante, vi assicuro. Ma se sono, diciamo, al timone degli affari… Ascoltate qualcuno: “Che cosa pensi di quell’uomo?” “Oh, è a posto, ma sa, aveva una relazione con la sua segretaria e poi è accaduto qualcosa, il primo ministro gli ha detto che non poteva continuare con la segretaria, così adesso è a posto”. Poi qualcuno: “Che cosa sai di questa persona?”. “È a posto ma, sa, è molto subdolo”. Sapete, di chiunque chiediate, non sentirete mai una buona parola su quella persona e, anche se sentite qualcosa di buono, avrà qualche macchia.

Gente su gente che ha perso tutta la bella attenzione con cui si può adorare, ammirare, perché hanno detto che non c’è niente da ammirare oggigiorno, niente da adorare, non c’è da vedere nella gente che si possa definire qualcosa di grande.

Ora noi dobbiamo farlo. Dobbiamo offrire belle immagini, ideali, credere negli ideali, gioire dei nostri ideali, gioire delle nostre virtù, gioire della nostra saggezza. E questo è ciò che dobbiamo chiedere a noi stessi: abbiamo questa saggezza o no? Siamo al di sopra di tutte queste cose? Possiamo vedere il gioco. L’altro giorno ero strabiliata di sentire che il nostro nuovo vescovo di Canterbury, anzi l’arcivescovo di Canterbury, ordini preti gli omosessuali. Che Dio salvi i ragazzini, devo dire. Riuscite ad immaginare un evento del genere? Questi sono i tempi moderni. Che spazzatura! Orribile!

Da questa spazzatura dobbiamo creare persone simili a loti, ma dobbiamo essere loti noi stessi. Dovremmo essere fragranti, belli, generosi e renderci conto di quale dono abbiamo ricevuto dal Divino.

A quel punto diventa una lila. Quando avete quel potere di Shri Krishna, diviene una lila. Non allo stadio di Shri Rama, che aveva dimenticato di essere una incarnazione. Quando avete questi poteri in voi, gioite delle vostre virtù e trasmettete virtù agli altri. La gente vi vede e dice: “Ecco, loro sono le persone dalle quali imparare qualcosa di grande, dalle quali apprendere qualcosa”.

È così; e ciascuno di loro è piuttosto capace. Per questo, quando vediamo tutte queste cose e tutta questa follia intorno a noi, dobbiamo innalzarci al di sopra e capire che siamo molto saggi e abbiamo la saggezza del nostro Spirito, e che siamo persone illuminate, siamo Buddha, e capire ciò che dobbiamo fare.

A volte, anche adesso, in Sahaja Yoga trovo che emergano cose molto meschine e accadono cose molto meschine. È sorprendente. Sapete, tutto è lila quando si diventa parte integrante del tutto. Solo allora è lila, non prima.

Spero dunque che ci stiamo preparando per il Krishna puja. Adesso dobbiamo farlo funzionare per l’America, che è il luogo più sciocco al quale io possa pensare. Il posto più stupido. Le persone più idiote vivono lì, in effetti. E il modo in cui hanno prodotto cose sciocche e noi le accettiamo! Il massimo di questi tempi è che gli idioti possono dominare ogni nazione. Ad esempio abbiamo avuto Idi Amin[7], abbiamo avuto quell’individuo del Botswana, è tutta gente del genere a dominare. Così, specialmente per i sahaja yogi americani è importante elevarsi molto al di sopra degli altri. Perché non essere come Martin Luther King? Potremmo farlo. Perché non creiamo noi gente di quel calibro che parli di qualcosa di grande, che attragga l’attenzione della gente su qualcosa di elevato, faccia sollevare il collo verso l’alto affinché vedano, con la testa più in alto degli altri, qualcosa di grande in noi, qualcosa di così idealistico, (diversamente) così impossibile per loro da comprendere?

Dobbiamo avere persone così uniche. E questo è ciò che dobbiamo realizzare nella nostra ascesa individuale e collettiva.

Sono contenta che siate tutti qui e di aver trascorso un così bel periodo insieme e che così tanti siano venuti fin qui. È proprio bello, e mi piacerebbe incontrarvi tutti anche domani. Se avete qualche problema personale potete venire a trovarmi; ma domani vogliamo celebrare un havan, diciamo, che inizi alle… diciamo che prima è meglio è. A qualsiasi ora siate pronti dopo colazione dovremmo celebrare l’Havan. Questa volta, però, fatelo con totale devozione, per favore. L’Havan ha una doppia valenza, nel senso che evochiamo il principio di Vishnu – domani celebreremo il giorno di Vishnu – che è evocato anche in voi, evocato in tutto il mondo. Per questo dobbiamo essere molto solenni al riguardo e pervenire a quello stato in cui tutto diventa lila, poiché voi siete potenti come Shri Krishna, e a quel punto tutto diventa lila.

Che Dio vi benedica tutti.

[Il marito di Shri Mataji parla per circa 10 minuti].

Shri Mataji: Devo dire che il discorso del signor Shrivastava è stato così imbarazzante che mi sono gelata nella poltrona (risate, Madre ride). Non so quale sia adesso il programma, ma vorrei sapere quanti stasera torneranno in aeroporto.

Pochissimi. Ovviamente, ciò che pensavo è che potreste pranzare tutti e poi potremmo riunirci per il puja. Il puja durerà circa tre ore o due ore e mezzo, quindi sarete liberi per le cinque circa, se non vi dispiace (risate e applausi).

Non ho  consultato il dr. Spiro, ma è meglio che glielo chieda (risate).

 È già l’una e mezzo; sapete, grazie al sistema Sahaj della natura, che fissa orari sbagliati, vedete? Bene, non ha importanza.

Ora si è fermato, e va tutto bene; però direi di lasciarli pranzare e poi possiamo celebrare il puja. Ci sono a malapena tre, quattro persone che partiranno stasera, quindi è bello poter passare più tempo insieme (applausi).

C’è una cosa: noi siamo oltre il tempo, kalatit. Siamo oltre il tempo. E facciamo sì che ogni cosa si adatti al nostro ritmo, non ci preoccupiamo di questo orologio svizzero. Spero si fermi (risate). Il mio è sempre guasto, quindi va bene. Quindi restiamo in uno stato d’animo molto rilassato e (…) perché ciò che Krishna ha detto dobbiamo metterlo in pratica anche nelle nostre vite. Dobbiamo essere rilassati, e sono certa che funzionerà meglio se saremo assolutamente rilassati.

Quindi penso che ora dobbiate tutti mangiare, poi possiamo tornare… a che ora iniziamo? Verso le tre?

Possiamo iniziare alle tre. Inoltre mancano alcune cose e ci sono alcuni artisti impegnati a creare qualcosa di nuovo per voi, quindi lasciamo loro tutto il tempo. Un puja può durare tre giorni oppure un’ora, va bene (…)

[Fine della registrazione audio]


[1] Le dieci Incarnazioni di Vishnu: 1) Matsya (pesce). 2) Kurma (tartaruga). 3) Varaha (cinghiale). 4) Narasimha. 5) Vamana. 6) Parashurama. 7) Rama. 8) Krishna. 9) Gesù (Mahavishnu). 10) Kalki.

[2] La prima guerra del Golfo (2 agosto 199028 febbraio 1991) è il conflitto che oppose l’Iraq ad una coalizione composta di 35 stati formatasi sotto l’egida dell’ONU e guidata dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso dall’Iraq.

[3] Ṣaddam Ḥussein; (1937-2006) politico iracheno, leader assoluto dell’Iraq dal 1979 al 2003, quando venne destituito in seguito all’invasione anglo-americana durante la seconda guerra del Golfo. Fu condannato a morte da un tribunale speciale iracheno e giustiziato per impiccagione il 30 dicembre 2006.

[4] Parashurama Bhargava è il nome del sesto avatar di Vishnu, incarnatosi durante il Treta Yuga per sconfiggere la classe dei guerrieri (kshatriya) che deteneva il potere. Il nome significa letteralmente “Rama con l’ascia”. Egli apprese l’arte della guerra direttamente da Shiva e, dopo aver penato per soddisfare i suoi desideri, Shiva stesso gli donò l’ascia che Parashurama avrebbe usato per arrestare l’avanzata dell’oceano salvando le terre corrispondenti alle odierne regioni del Maharashtra e del Karnataka.

[5] La storia di Valmiki è immersa nella leggenda. Secondo una versione egli era un brigante di nome Ratna che viveva nella foresta per depredare i viaggiatori. Un giorno passò dalla foresta il saggio Narada e, quando Ratna lo attaccò, Narada gli chiese la ragione delle sue azioni malvagie. Ratna replicò che era per prendersi cura della sua famiglia. Il saggio gli chiese allora se i suoi familiari sarebbero stati disposti a condividere con lui la punizione per i suoi misfatti. Ratna era sicuro che lo fossero; legò il saggio ad un albero e andò a casa per porre loro la domanda. I suoi familiari, invece, dettero una risposta negativa, sostenendo che fosse suo dovere prendersi cura di loro, e che non erano responsabili per il modo che egli aveva scelto per farlo. Deluso, tornò dal saggio che gli disse di pentirsi dei suoi peccati, abbandonare la strada che aveva scelto e cantare il nome di Shri Rama. Secondo la leggenda egli meditò lì per così tanto tempo che su di lui si formò un formicaio (valmik in sanscrito) senza che se ne accorgesse, da cui il nome Valmiki, e divenne un grande saggio.

[6] Arciere, colui che regge l’arco.

[7] Idi Amin (1925–16 agosto 2003) è stato un politico, militare e pugile ugandese. Fu presidente dell’Uganda dal 1971 al 1979. La sua condotta in Uganda fu improntata alla più settaria violenza e persecuzione razziale di svariati gruppi etnici. L’ammontare delle vittime causate dal regime di Amin non è mai stato quantificato in maniera precisa, ma secondo alcune stime sarebbero non meno di 80.000 e verosimilmente vicine ai 300.000; altre stime pongono addirittura il numero di vittime sui 500.000 morti.