Discorso sull’Amore, Tenuto dopo lo Mahashivaratri Puja

Ashram of Pichini, Rome (Italia)

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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Discorso sull’Amore

Tenuto dopo lo Shivaratri Puja[1]

Ashram di Pichini, Roma, 22 Febbraio 1991


[Shri Mataji abbraccia e bacia alcuni bambini]

…avete cantato così bene. Sembra che il vostro cuore si sia aperto moltissimo dopo questo puja. E adesso state cantando come bambini piccoli (risate, Shri Mataji ride). Sì.

Ebbene, (nonostante) tutti i condizionamenti che abbiamo avuto, anche tutto l’ego esistente, sembra che adesso siate divenuti molto puri, che tutti questi problemi se ne siano andati; e gioite di voi stessi. Questo è il modo migliore: quando amiamo noi stessi, (quando) conosciamo noi stessi, diventiamo amore.

A causa di molte pressioni su di noi e di tante norme che ci vengono imposte, diventiamo artificiali, e pensiamo di essere a posto se siamo a posto soltanto esteriormente.

Ma avere questo flusso proveniente dall’interno è così gioioso, sentire la vostra capacità di amare è di per sé così gioioso; ed anche la capacità di dare è colma di gioia.

Dunque, lo Shiva puja vi ha fatto diventare amore e sentire la gioia dell’amore.

Vedete, quando si ama qualcuno, se amate vostro figlio, non vi preoccupate di come appare, di che aspetto ha, lo amate e basta. E se provate ad essere riguardosi con qualcuno perché ha un bell’aspetto o è buono superficialmente, perché ha dei bei modi, dopo qualche tempo rimarrete delusi.

Se però il vostro essere interiore è bellissimo, sarete felici innanzitutto di voi stessi. Perché la fonte della gioia proviene da dentro di voi. Non la ricevete da altri.

Quindi, purificarvi ed essere aperti è il modo migliore di gioire della vita. Alcune persone magari rideranno di voi, alcuni magari vi prenderanno in giro, altri potranno cercare di crearvi delle difficoltà, ma la maggior parte vi amerà perché voi siete così puri; e sarete in pace con voi stessi.

Quindi la cosa migliore è fare introspezione, osservare per conto vostro se siete amore oppure no.

Ad esempio, alcune persone sono condizionate, vogliono che una cosa sia in un certo modo, che sia così, (dicono) che ci sarebbe dovuto essere questo, che dovremmo fare questo, che dovremmo fare quello; che dovremmo organizzare in un certo modo, che dovremmo cucinare in un altro modo. Insomma, esistono dei condizionamenti in base ai quali, secondo loro, una certa cosa è giusta.

E se non avviene (come pensano loro) si sentono infelici. Ed alcune persone sono di lato destro, piene di ego, e vogliono dominare gli altri. Se non riescono a dominare sono infelici, si stizziscono. Quindi sono infelici loro e rendono infelici anche gli altri.

Il primo tipo, quello di lato sinistro, rende infelice se stesso, mentre il secondo tipo rende infelici gli altri. Ma entrambi sbagliano.

Non avete alcun diritto di rendervi infelici poiché Dio vi ha creati per essere gioiosi e felici. Quindi ci si dovrebbe soltanto rendere conto che dovete essere lo Spirito. Allora tutti questi condizionamenti scompariranno, l’ego scomparirà.

Ma quando si parla di Spirito si pensa sempre a qualcosa di molto arido. No, non lo è affatto, lo Spirito è amore, amore assoluto.

Si può dire che la luce dello Spirito è amore. Quindi è importante comprendere che solo l’amore che emana dal vostro cuore vi darà gioia.

Guardate alle altre persone come a qualcuno a cui dovete dare amore. Vi sentirete molto potenti e i bhut e tutti quei baddha fuggiranno. Una volta deciso che: “Devo solo amare gli altri”, tutti i condizionamenti cadranno.

Oggi parlavo del fatto che la gente ha la cattiva abitudine di parlare continuamente agli altri dei propri problemi. Ad esempio, una moglie si sfogherà con il marito: “Ho questo problema, questo e quel problema”.

Lo stesso il marito che dirà: “Ed io ho questo problema”. Non parlano altro che di problemi, problemi, sapete (risate); non di amore, non di reciproco apprezzamento, o di premura e di gentilezza, di tenerezza. Ma pensano sempre che questo sia l’unico argomento tra loro, parlarsi a vicenda dei problemi.

Ora, anche se qualcuno cerca di suggerire una soluzione – questo è tutto mentale – se date una soluzione ad una persona: “Bene, questo è il tuo problema, e questa è la soluzione”, allora replicheranno: “No, no, no, no, così non funzionerà”. Allora proponete una seconda soluzione: “No, no, no, no, così non funzionerà”. Proponete cinque soluzioni ma non andrà bene (risate). Allora dovete dire: “Questo è un problema tuo, non mio (risate). Quindi, se non vuoi accettare nessuna soluzione, fai quel che ti pare. La prossima volta non parlarmi più di problemi”.

Appena iniziano a parlare dei problemi mettetevi le mani sulle orecchie e immediatamente smetteranno. Infatti in un certo senso ritengo sia un ricatto psicologico. Continueranno a seccarvi con problemi, problemi, problemi.

Se, ad esempio si viaggia per nave, non ci sono problemi, perché non ci sono soluzioni! (Risate) Se chiedete qualcosa, se è sulla nave, bene; ma se non c’è, non c’è.

Ebbene è così che ci si dovrebbe rendere conto di cosa parliamo fra noi, di cosa ci diciamo a vicenda.

Un altro modo di fare è poi quello di trovare sempre difetti negli altri: “Questo non va in te; dovresti essere così e cosà”. O criticare qualcun altro: “Quella persona è così, quella è cosà”, tutti i difetti.

A che serve? Infatti se qualcuno sbaglia, dovrebbe correggersi da solo. Voi non potete correggerlo, potete soltanto correggere voi stessi. Ma è ancora un’abitudine della mente, è molto mentale.

Ad esempio, percorrendo una strada una persona così dirà: “La strada sarebbe dovuta essere così, sarebbe dovuta andare da quella parte”. Insomma, non ne siete voi responsabili. È come è, perché sprecare energia?

Quindi, per gioire di qualsiasi cosa dobbiamo accettare. Qualsiasi cosa ci sia, accettatela e gioitene. È questo che dimentichiamo. Se per ipotesi ci si perde per strada, cominciamo ad agitarci: “Oh Dio, adesso ci siamo persi, che si fa, questo, quello”. Ci si preoccupa inutilmente.

Se invece dite: “Bene, deve esserci un motivo, vediamo che cosa c’è di bello qui. Gioiamo di qualsiasi cosa ci sia”. Con quello, quell’atteggiamento, non vi perderete mai, non vi sentirete mai persi, (perché) avete trovato voi stessi.

Una volta ho perso una chiave. È molto importante perdere una chiave. Allora dissi: “Ottima idea, adesso possiamo cercarla” (ride). Così aprii i miei cassetti e vidi delle bellissime lettere scritte da tutti gli yogi e altro e mi misi a leggerle, dimenticando la chiave (risate).

Bellissime poesie, e i bambini avevano scritto delle cose dolcissime, sapete, così mi sentivo molto felice e colma di gioia. Ed anche quando ritrovai la chiave non ci feci molto caso! (Risate, ride). Infatti pensavo che avevo trovato la chiave della gioia.

Quindi non ci si dovrebbe sentire frustrati, infelici per piccole cose. Ciò vi rende nervosi, vi rende infelici, e la vostra energia va perduta.

Vi stancate pensandoci continuamente.

In Inghilterra, ad esempio, ho visto gente della televisione che arriva e si mette a sedere esclamando: “Ah!”. Persone giovani, sapete, sono sempre stanche. Parlate con loro per dieci minuti: “Adesso sono stanco”. E si vantano della loro stanchezza, non si vergognano. È perché non gioiscono della vita.

Ma se siete in gioia non vi sentirete mai stanchi, non vi sentirete mai vecchi, non avrete mai simili sensazioni.

Ma coloro che pensano troppo, sono sempre stanchi. Non si sentono mai freschi. Quindi la freschezza è segno che gioite di voi stessi.

Giungiamo così alla conclusione che qualsiasi pensiero assurdo di questo tipo è la morte della gioia.

Supponiamo che qualcuno sia cattivo, sgradevole con voi: va bene, perdonate e dimenticate. Allo stesso tempo pensate a come sarete carini con qualcuno con il quale non siete stati gentili; a come esprimerete il vostro amore. Immediatamente vi sentirete freschi, vi sentirete subito meglio. È questa dunque la chiave della gioia.

Sono felice che questa volta vogliano sposarsi anche tante persone; e molti vogliono sposare degli italiani (risate, ride), perché ritengono gli italiani persone dal cuore molto aperto e dignitose.

Spero dunque che chi è sposato gioisca della vita matrimoniale e che anche chi sta per sposarsi gioirà della sua vita matrimoniale (risate, ride). E inoltre gioirete – (parla a lato a qualcuno) entrate, entrate – ed inoltre gioirete dei vostri bambini e dei bambini che sono qui, dei bambini di tutti.

Sono certa che questo puja vi aiuterà sicuramente tutti moltissimo.

Entrate, entrate… venite. Molto dolce da parte loro.

Alga: Arrivano da Milano.

Shri Mataji: Lo so! Grazie, grazie infinite. Fino qui da Milano! Come? Grazie. Che cosa è successo a Robert? Non l’ho visto.

Sahaja yogi: Sta arrivando, deve essere stato trattenuto… sta arrivando con Sandeep…

Shri Mataji: Anche Sandeep non c’è, sì.

Xavier: (Nome incomprensibile), dall’Australia, adesso vive a Milano.

Shri Mataji: Sì? Davvero? ha avuto la realizzazione?

Xavier: Era già un sahaja yogi… I suoi genitori sono italiani.

[Gli yogi offrono i fiori a Shri Mataji]

Shri Mataji: Bene. Sedetevi, sedetevi. Salve, come stai? Molte grazie.

Anche tutti voi potete venire avanti, così queste persone possono sedersi dietro. Dovrebbero esserci alcuni spazi, potete sedervi lì.

Quindi, quando diciamo di essere in paradiso[2], in realtà le persone in paradiso gioiscono e basta.

Sanno di essere accudite dal potere divino.

E sanno anche che non devono preoccuparsi di niente.

Sanno anche che ogni cosa si risolverà da sola.

È così che dovrebbe essere un sahaja yogi.

In effetti voi siete sahaja yogi ma, in realtà, ora siete sulla strada per diventare Maha-yogi.

Guido… Wah…

Shri Mataji: Sì (giunge le mani). È bello che ora avremo due puja uno dietro l’altro.

Uno sarà il Sahasrara puja (applauso). Le date per questo sono il 3, 4 e 5. E il luogo, qual è il posto che avete scelto?

Guido: Ischia. Ischia. Shri Mataji è contenta che ci sarà il Sahasrara Puja qui in Italia, 3, 4, 5 maggio, probabilmente ad Ischia. (Applauso).

Shri Mataji: Al Sahasrara, sapete molto bene, ad ogni Sahasrara puja sapete benissimo che esce sempre una fotografia molto miracolosa, ogni volta. Poi, c’è un altro puja molto importante che è il Guru puja – questi due sono i puja più importanti – e si svolgerà anch’esso in Italia.

(Applauso)

Quindi l’Italia in un modo o in un altro è riuscita (Shri Mataji ride, risate) ad avere tre puja importanti, ossia Shivaratri puja, Sahasrara puja e questo puja importantissimo che è il Guru puja. Intendo che questi tre puja importanti sono in Italia.

Gli yogi: Jai Shri Mataji!

Shri Mataji: Sapete inoltre che ora ho ottenuto la cittadinanza qui in Italia (Guido traduce che Shri Mataji ha ottenuto anche la residenza italiana. Shri Mataji sorride. Lungo applauso, suono di conchiglia).

Ed anche che stiamo cercando di acquistare un castello molto bello e grande, come mia residenza, ad Asti, che è molto ben collegata praticamente con tutte le nazioni.

È vicinissima a Torino, molto vicina a Milano ed anche a Genova, molto vicina alla Francia, alla Svizzera, alla Spagna. Penso sia proprio un bel posto.

E dovreste tutti pregare di ottenere questo posto, questo castello ad Asti, dovreste desiderarlo. Infatti io sono senza desideri, quindi dovreste voi tutti desiderare per me. (Risate).

Adesso dovremmo fare un po’ di musica.

(Shri Mataji ha una breve conversazione con Jeremy, non completamente udibile).

Shri Mataji: Allora ti occuperai tu di risolvere questa cosa?

Jeremy: Certo, Madre. Il progetto…

Shri Mataji: Questo trucco di cui ti ho parlato. Che ci provino. (Ride)

Jeremy: … lasci che si preoccupino.

Shri Mataji: Sì. Di fatto preleveremo (?) una certa somma di denaro contante… Noi dobbiamo… (frase incomprensibile)

Iniziano i bhajan. Bhajan spagnolo: “Que viva Mataji”.

 [Fine della registrazione video]


[1] Si tratta dello Shivaratri Puja a Chianciano, del 16 febbraio 1991.

[2] Il riferimento con ogni probabilità è al testo della canzone Sahaja “Sitting in the heart of the Universe”.