Diwali Puja

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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Diwali Puja. Cabella Ligure, 10 Novembre 1991.

(Shri Mataji, appena entrata nel tendone, fa interrompere una canzone che alcuni sahaja yogi stavano cantando. Rivolge loro alcune parole di rimprovero. Riceve l’Arti, e poi va a sedersi sul palco).
… Mi dispiace di aver detto quelle cose ancor prima di entrare, ma in un certo senso è bene che questo sia accaduto. Vi devo dire una cosa che è molto importante nella vita, ed è specialmente per le donne che devo dirla.

Ho notato che le donne – anche se ovviamente anche io lo sono – hanno, per così dire, un “potere” fondato sull’acqua: è il potere di piangere, di singhiozzare, di pensare di essere molto depresse, di deprimere tutti quanti. Questo è il loro potere, l’ho visto bene. Quella canzone è la più triste che si possa cantare, qualunque sia il giorno in cui la si canti. Ma è venuta in mente a qualcuno malgrado sia molto negativa. E non solo: il fatto dimostra che questa persona non riesce mai ad essere contenta e per di più non vuole neanche che lo siano gli altri. Eppure dentro ogni donna c’è la maternità, ci sono grandi capacità, c’è il senso del sacrificio, c’è tutto!
Ma le donne dovrebbero anche sapere di essere il lato sinistro: la gioia che diciamo esistere nel nostro cuore deve anche essere espressa all’esterno, la gente dovrebbe vedere che siamo gioiosi, che siamo contenti, che non siamo come gli altri che piangono per niente. Quando mio padre è morto, sono rimasta sorpresa nel vedere come mi sia improvvisamente ritrovata senza pensieri, assolutamente senza pensieri. Per circa tre giorni sono rimasta in consapevolezza senza pensieri, senza un pensiero che riguardasse il dolore, l’infelicità o altro… Ero semplicemente senza pensieri. E tutti erano sorpresi perché io mi ero presa cura di lui, e lui era molto affezionato a me, mi amava molto… c’era tutto questo. Così è stato sorprendente come all’improvviso io sia rimasta senza pensieri. Dunque se siete delle Sahaja Yogini, questo è uno dei segni, l’ho verificato con me stessa: nei momenti di crisi dovete entrare nello stato di consapevolezza senza pensieri. Se ci sono delle crisi in famiglia io non faccio altro che entrare in questo stato.
Cosa significa? Semplicemente che Dio vi porta alla soluzione del vostro problema, mette su di voi la sua mano, la sua protezione, vi porta al di là e vi rende senza pensieri.
In questa consapevolezza voi scoprite cosa è giusto e cosa è sbagliato, e allora nelle crisi la consapevolezza, che senza pensieri è estremamente vigile, lo diventa ancora di più. Questo è il segno distintivo di un Sahaja Yogi e di una Sahaja Yogini.
Ma per me è stato uno shock notare come particolarmente le ragazze indiane che vivono in Francia, e che sono venute qui, siano persone di estremo lato sinistro, lacrimose, senza senso. Nell’udire quella canzone sono rimasta così sorpresa! Come è possibile che in Francia si canti ancora una canzone come questa!? Il problema in Francia, come sapete, è che la gente beve molto. Mi dispiace perché oggi sono proprio i francesi ad aver organizzato le cose così bene qui, ma è pur sempre meglio che ve lo dica. Quando bevono credono di essere molto felici, molto gioiosi, ma sapete bene quanto poco duri questo stato: svanisce subito e poi si comincia a soffrire. Come conseguenza del bere vanno molto sul lato sinistro e, se ci fate caso, un francese sarà sempre infelice, si vergognerà anche solo di ammettere di essere felice, perché la gente potrebbe pensare che sia un essere ignominioso. Dunque ci si aspetta che sia un miserabile… “Les Miserables”! Se non lo è allora non è francese. Ma noi non siamo così, noi siamo nel regno di Dio. Nulla può renderci infelici, nulla. Certo, nella vita accadono alcune cose…. la vita è così, c’è qualcuno che muore… Non tutti muoiono contemporaneamente. Immaginate se tutti morissimo insieme, che ci succederebbe? Chi ci seppellirebbe? Se tutti nascessimo insieme, chi ci partorirebbe? Hanno trasformato la morte in un evento così importante nella vita… Non è altro che un momento, solo il momento in cui si trapassa. Ve ne andate, vi trasformate e poi ritornate un’altra volta. E se c’è qualcosa che dovete fare in questa vita è gioire. E invece la filosofia di certa gente è: “…andiamo al pub, tanto Dio solo sa che succede quando moriamo!!” Usano la morte in senso contrario. Questo però è inglese, ora non sto parlando dei francesi! Invece in India quando muore qualcuno si mettono a danzare e a suonare ogni sorta di musica e vanno a suonare di fronte al cadavere. E perché suonano? Perché se ci sono dei bhoots, o cose del genere, se ne scappano via tutti. Non c’è da sentirsi tristi di fronte alla morte, ma va accettato quello che Dio ha fatto per il vostro bene. Dopo dieci o tredici giorni, poi, fanno un grande pranzo, si deve fare un grande pranzo, cosa sorprendente, in un paese così povero, dove ci sono tanti problemi, dove se il padre muore, un’intera famiglia diventa orfana, diventa un orfanotrofio. Ma malgrado tutto questo non si vestono di nero. Ho visto che qui la gente indossa abiti neri. C’era una signora molto nervosa perché la sua banca non apriva che alle dieci: “La banca aprirà solo alle dieci, io devo andare a un funerale e i miei gioielli sono in banca!” Le ho detto: ” Ma come… per un funerale non si mettono gioielli!” – “No, no, io ne ho di molto belli… di colore scuro!”
La cosa più bella di tutte, poi, è che il giorno in cui qualcuno muore ci si mette a bere lo champagne. Ma come, quando qualcuno muore bevete champagne? Invece, quando si torna a casa, ci dovrebbe essere un pranzo, un grande ricevimento.
Si è creata una vita così contraddittoria perché nella religione cristiana non è stato detto molto a proposito della morte. Se fosse stato consentito a Cristo di vivere più a lungo, ne avrebbe parlato. Egli ha comunque detto che lo spirito è eterno, e senza dubbio ha parlato della reincarnazione, ma questo non è stato riferito. Il che ha portato oggi a pensare che quando una persona muore sia persa per sempre, o anche che la sua vita sia persa per sempre, o anche che essa si aggiri nel limbo o in qualche altra area senza mai più tornare. E’ assolutamente sbagliato, non è così.
Dunque, cosa dovete perseguire in questa vita? La cosa più alta è la vostra ascesa, la vostra posizione nel Regno di Dio. Lo dico specialmente per le donne, perché sono solite leggere tutte quelle tragedie, sempre tragedie, tragedie greche o d’altro tipo. Queste tragedie lavorano sul loro sistema nervoso e se qualcuno poi dice la minima cosa, questa agisce come una bomba e immediatamente genera in loro un certo tipo di comportamento, del tipo: “O mio Dio… che cosa è successo! Non avrebbe dovuto dirmi una cosa così!!!”
Invece, in primo luogo, dovremmo vedere cosa noi facciamo a noi stessi. Per questo non versiamo lacrime. Si è visto come in occidente le donne abbiano rovinato se stesse, ma per questo non piangono mai, mai e poi mai. Pero’ appena qualcuno dice loro qualche piccola cosa, allora sì che piangono. Ovviamente questo succede anche in India.
Ci sono però delle donne di molto buon senso, sia in occidente che in oriente, le quali hanno una grande capacità di sopportazione, un’attitudine regale verso la vita. Quando un elefante cammina, che gli importa se intorno ci sono dei cani che abbaiano? Questa regalità è il risultato della gioia che abbiamo dentro: nessuno ci può rendere infelici. Altrimenti si scivola verso il lato sinistro. Se una donna si mette a piangere allora l’uomo va sul lato sinistro, e d’un tratto si trova una decina di bhoots addosso. Come se li è presi? -“Io non sono mai stato al cimitero, non sono mai stato in luoghi del genere, Madre, non ho mai visto nessuno morire…”. -“E allora com’è che sei così pieno di bhoots?” -“Non sono mai stato neanche da falsi guru!”. Vediamo un po’, che tipo è la moglie? La moglie è una bambola di lacrime. Piange sempre per ogni cosa. Se non fai questo o non fai quello, piange. E’ un’altra manifestazione dell’ego questa faccenda del pianto, credetemi. Perciò oggi vorrei avere una promessa da voi tutti, che non dovete assolutamente piangere mai. Invece dei fiori dovete farmi dono di questo fiore-promessa: ” Io non piango mai!”. E’ vero che talvolta… ‘Sandra Karuna’… anche a me viene qualche lacrima, ma devo dire che, dopotutto, io sono una madre.
Ma arrivare al punto di stare seduta a piangere e piangere, questo no, questa è isteria. Dovreste avere dignità, siete tutte Sahaja Yogini. Non dovete leggere libri che parlano di cose lacrimevoli, ma libri che siano profondi, che tocchino il cuore, quelli sì vanno bene, e in questo caso si può anche piangere.
Se al cinema vedete in un film una donna che tortura il marito, allora piangete. Ma non appena tornate a casa vi mettete subito a torturare vostro marito. Ne ho viste molte di donne così. Al cinema piangono: quando la persona che soffre è un’estranea allora si accorgono della sofferenza, quando sono loro stesse ad impartirla non si rendono conto di quello che fanno.
La mia richiesta di oggi è: non dovete piangere!. Ora voi siete nel regno di Dio. Nel regno di Dio! E se c’è l’usanza di celebrare il giorno di Tutti i Santi e altre ricorrenze del genere, anche in India hanno le stesse abitudini assurde, va bene, date loro quel che si meritano, ma non dovete celebrare le cose tristi, nelle quali c’è da piangere. Questo è il segno che siete persone veramente gioiose.
Sentire quella canzone è stato uno shock. Posso chiedere chi l’ha suggerita, chi è il responsabile? … Lo sapevo che era stata una donna indiana, non poteva essere diversamente. (Si rivolge a questa donna in Marathi).
Guardate che belle decorazioni! Se quelli che le hanno fatte non avessero avuto la bellezza dentro, sarebbero rimasti… seduti a piangere! Che altro avrebbero potuto fare? Le persone ‘belle’, naturalmente, non piangono mai. Forse qualche volta piangono lacrime di coccodrillo, solo per far vedere, ma dentro di loro non piangono mai, perché sono piene di fiducia. Gioiscono della loro bellezza, gioiscono della loro gloria, gioiscono di se stesse. Perché dovrebbero piangere? Che bisogno c’è? E tali lacrime sono uno spreco. Non hanno alcuna utilità. Oggi siamo qui per gioire della nostra gioia, della nostra Atman Ananda, Nirananda, Paramananda. Siamo qui per provare tutti questi tipi di gioia, che hanno un valore eterno. Dovete capire e credere che ora siete nel regno di Dio, e che tutte le bellezze sottili del vostro essere sono pronte ad aprirsi a voi. Voi stessi le potrete ammirare. Ma se ancora avete gli occhi chiusi, se il vostro cuore è ancora chiuso e non volete vedere delle cose che son così belle, come posso dirvi: “Che belle cose sono state fatte?”.
E’ una cosa molto importante nella vita avere un’attitudine veramente positiva. Anche in Sahaja Yoga. In Sahaja Yoga dobbiamo sviluppare noi stessi, la nostra interiorità; ma questo non accade. La gente viene a dirmi: “Mia madre è malata, mio padre è malato, mio fratello è malato, questo è malato, quello è malato”. La prima cosa è questa. Certe volte mi viene da pensare che…. sarebbe meglio fondare un ospedale, anziché degli ashram!. (risate).
La seconda cosa è: “Mio marito è così, i miei figli sono così, il mio questo, il mio quello … Questo “mio, mio, mio” non siete voi! Che cosa siete voi? Siete Sahaja Yogis. E in modo sahaj, dovete sapere che avete davanti a voi tutte le prove, tutto quanto è necessario per dimostrare che siete Sahaja Yogis. Ora supponiamo che io sappia di essere l’Adi Shakti (risate)…,se io so di essere l’Adi Shakti, allora vuol dire che io lo so, e dunque non ho bisogno di chiedere l’aiuto di nessuno, dato che io sono l’Adi Shakti e si suppone che io possa fare tutto, e che questo è il mio compito, perché ho il potere per farlo, ho questo potere così, Sahaj, spontaneamente. E’ un potere che ho in me, dunque lo devo esercitare. Potrei anche dire: “Ma io sono una donna, dovrei mettermi seduta a piangere!”. No, non ne ho il diritto, non lo posso fare, anche volendo. Il mio lavoro è quello di incoraggiarvi, di parlarvi del vostro sistema sottile, che è dentro di voi, della vostra bellezza…
Ma voi sapete di essere qualcosa di molto bello? Parliamo un po’ di questa vostra bellezza interiore. Che cosa siete voi? Appartenete forse alla categoria di questa gente folle, di questa gente che è sempre infelice? Siete tipi litigiosi, gente che non fa che correre dietro alle cose, totalmente asservita alle cose materiali? No! Voi siete lo Spirito, il riflesso di Dio Onnipotente, che è purezza, verità, conoscenza. Questo siete voi. Non siete persone ordinarie. Come potete vivere allo stesso livello degli altri? Solo se siete posseduti, oppure avete avuto un falso guru, o altre cose del genere, allora forse procederete a sbalzi, come uno yo-yo, andando su e giù, su e giù, su e giù. Ma coloro che hanno superato questi limiti ed hanno raggiunto lo stadio di cui parlavamo prima devono considerare di essere lo Spirito.
Ci sono così tanti Spiriti seduti qui a riflettere Dio Onnipotente! Sono una madre così orgogliosa. E ciascuno di voi è in grado di illuminare così tante persone in questo mondo. Ma la vostra bellezza è che ciascuno di voi è assolutamente indipendente da chiunque altro. Dipendete unicamente dal vostro Sé, dalla fonte del vostro Spirito, dalla gioia del vostro Spirito. Non vi dovete aspettare che siano gli altri a darvi gioia. Supponete che domani arrivi qualcuno che mi tratti male. Dirò: “Va bene, non importa”. La cosa non mi tocca mai, perché io sono con me stessa. Chi dice certe cose, sarà lui a soffrire, o a non soffrire, non è cosa che mi riguardi.
Quando iniziate a dipendere solo da voi stessi … immaginate una casa che poggia sulla roccia … è così che siete. Cercate di sentirlo, sentite la roccia dentro di voi. Cercate di capirlo. Voi non dovete comportarvi come gli altri; sono le persone che hanno costruito la loro casa sulla sabbia che si devono preoccupare, non voi. Voi avete costruito sulla roccia. Dovete perciò essere coraggiosi, dovete essere forti, ma allo stesso tempo molto umili. Quando l’albero è carico di frutti, si piega verso il basso. Dunque noi veneriamo la Madre Terra, il sole, la luna, tutto ciò che ci sta intorno e che ci aiuta, veneriamo i nostri genitori, tutti quanti. Ma soprattutto veneriamo noi stessi, perché siamo degni di essere venerati. Ora siamo tutti diventati santi. Questo non significa che ci dobbiamo far crescere la barba ed indossare vestiti strani, o cose del genere. Niente di tutto ciò. Siete santi perché in voi c’è la fragranza, la bella fragranza di quel loto che è il vostro Spirito. Questo è il loto che avete fatto per me qui (il loto del palco, n,d.t.), il loto sul quale sto seduta e che è così bello. In modo analogo, riflesso nel vostro cuore, c’è un bel loto. Dovete percepire questo loto in tutta la sua bellezza, in tutta la sua delicatezza. E’ rosa perché il rosa del loto è invitante, è il segno della generosità, della ospitalità. Il colore rosa attrae ogni sorta di insetti, attrae tutti.
Così il loto è rosa ed invita tutti, è aperto a tutto, non ha paura di niente. Eppure emerge dal fango, viene fuori da paludi veramente orribili, piene di vermi che gli girano intorno. Ma esso emette la sua fragranza e riesce a rendere così bella un’orribile palude. Questo è quel che voi siete e dovunque siate potete ricreare questa bellezza, farla fluire, potete far vedere alla gente che cos’è una persona spirituale.
Siete voi a dover riflettere Sahaja Yoga, non io. Siete voi che dovete riflettere Sahaja Yoga. Chi davvero lo fa è sempre nella gioia e nella saggezza. Shri Ganesha è colui che dona la saggezza. La saggezza: come comportarsi e quando, cosa dire e quando, fino a che punto spingersi e quando, in qualsiasi situazione. Dovrebbe diventare spontaneo, ‘sahaj’, senza doverci pensare su, ma dovreste saperlo. “Ora sono una Sahaja Yogini”. Ogni mattina dovete ripetervelo: “Ora sono una Sahaja Yogini, e dunque entro quali limiti conviene che stia? Come devo comportarmi? Quale dovrebbe essere la mia attitudine?”. Tutto questo è facile da capire se sviluppate il loto della saggezza. Come nasce questo loto? Da un seme che germoglia. Questo seme esiste già in voi, tutti l’avete, ma esso cresce solo ora che siete anime realizzate.
Lasciate che la saggezza abbia il suo corso. E come? C’è un modo, direi, che consiste nel chiedere a se stessi: “Supponiamo che Shri Mataji avesse avuto questo problema, che cosa avrebbe fatto?” E’ una buona idea. “Come si sarebbe comportata?” Può darsi che diciate a voi stessi: “Noi non comprendiamo i metodi di Madre, usa tanti di quegli stratagemmi!” E’ vero: li uso! (…risate…) Ma c’è comunque un modo molto semplice di agire ed è di arrendere il problema alla mia saggezza. E la mia saggezza stessa, che è in voi, agisce e risolve. Dobbiamo capire questo punto. La saggezza in voi agisce. C’era un gentiluomo che lavorava all’aeroporto di Londra, un Sahaja Yogi che però non frequentava la collettività perché non ne aveva il tempo. Qualcuno gli disse qualcosa in modo aggressivo. Andò a casa, dicendosi che, dopo tutto, quanto era avvenuto non era una bella cosa, dato che lui era comunque un Sahaja Yogi. Il giorno dopo venne a sapere che il tipo era caduto dalla bicicletta. Può darsi che quel tipo abbia collegato la sua caduta con tutto quello che aveva detto il giorno prima. Ma l’altro lo sapeva per certo. Perché le deità sono tutte con noi e, alla luce della saggezza, noi lo comprendiamo chiaramente. Tutte le deità sono con noi. Qualunque cosa succeda loro ci precedono. Nessuno ci può nuocere, nessuno ci può toccare, siamo così protetti! Il loto non gode della stessa protezione. Noi siamo così protetti che, non appena qualcuno cerca di danneggiarci, scatta immediatamente la protezione, oltre al fatto che c’è quella protezione individuale che voi stessi vi date e di cui vi ho già parlato, che consiste nel fatto che potete saltare nello stato di consapevolezza senza pensieri.
Certo, noi siamo poi fatti in modo tale che talvolta riusciamo a danneggiarci da soli più di quanto non possa fare qualsiasi altra persona. Avevo un’amica che conoscevo fin dall’infanzia, e che era stata sempre così: non faceva che piangere, piangeva per un nonnulla, era una bambina così viziata che non faceva che piangere. Fui sorpresa di sapere che era praticamente diventata cieca in età ancora molto giovane. Le chiesi: “Com’è che sei diventata quasi cieca?” Doveva portare occhiali molto spessi. Mi disse: ” Ti ricordi che ho sempre avuto l’abitudine di piangere molto?” Le ho detto: “Certo, mi ricordo… ma hai continuato a piangere anche dopo la scuola?”. “Si, ho sempre pianto in quel modo!”
Dunque si sviluppa un tipo di personalità nella quale si è così: “Mi piace piangere!”. Ma perché non cercare invece di sviluppare una personalità nella quale si dica: “Io sto sempre in gioia, qualunque cosa vedo sento gioia, qualunque cosa ascolto sento gioia”?!
Allora il loto della vostra fragranza si espanderà, l’azione della vostra saggezza sarà tale che sceglierete solo ciò che è molto bello, e senza difficoltà riceverete tutte cose molto soddisfacenti, molto ricche di gioia. E’ una sorta di azione della saggezza che è in voi che vi porta verso persone e situazioni molto belle, nelle quali si scoprono cose belle, oppure verso creazioni così belle che mai vi sareste aspettato di vedere. E’ molto, molto importante che capiate che quando mi dite: “Madre, è successo questo miracolo… quest’altro miracolo…!” , non è così: è la vostra stessa saggezza, il vostro Spirito che agisce. Non dovete fare niente. La sola cosa che dovete ricordare è che siete una Sahaja Yogini, che il vostro carattere deve essere quello di una Sahaja Yogini, che le vostre idee devono essere quelle di una Sahaja Yogini.
Lo stesso vale per i Sahaja Yogi. Essendo uomini, i Sahaja Yogi non lo danno a vedere molto, e hanno un modo diverso di esternare il cattivo umore: loro vanno in collera, si arrabbiano. E talvolta la collera è così grande che viene da chiedersi cosa stia mai succedendo a quella persona.
Da una parte dunque la collera, dall’altra il pianto.
Cosa ci resta? Non lo so proprio. Ambedue le cose sono assolutamente non richieste. Dovete correggere le persone dicendo quel che va detto ma senza collera: proprio poco fa ho dovuto dire qualcosa, l’ho detta, ed è finita lì. Io lo faccio come in una recita, questa è la differenza, non sono coinvolta. Anche se piango, non sono coinvolta, sto solo piangendo. E anche se sono arrabbiata, in realtà non sono arrabbiata, sto solo cercando di interpretare il ruolo di una persona arrabbiata. Questo è quello che succede. Anche voi non dovete rimanere coinvolti. Se rimanete coinvolti nella vostra collera, allora la gioia finisce, se ne va completamente.
Alcuni poi pensano che se siete gioiosi dovete essere molto seri. Non è vero affatto. Che c’è da essere seri, che c’è di così serio in questo mondo nel quale tutto è stupidità? Trovo che non c’è niente di serio in questo mondo, e io stessa non riesco a rimanere seria per più di tre minuti. Talvolta la gente si approfitta di questo. Che ci posso fare, è la mia natura. Che c’è di serio? Non siete voi a dover creare il Sole, a creare la Luna, a creare la Madre Terra. Che cosa c’è di serio, che grande lavoro dovete mai fare? Tutto è già pronto per voi, dovete solo sentire la gioia delle cose. Che c’è da essere così seri? Ci sono alcuni che cercano di far colpo sugli altri con la loro serietà. Una volta ho visto una signora molto seria che se ne stava ritta in piedi, molto seria, in atteggiamento pensoso. Le ho chiesto: “Che problema c’è?” E lei: “Non so come spazzare qui, non ho una scopa!” Sembrava un problema molto grave, come se stesse cadendo il cielo. “Non importa, non farlo oggi, fallo domani… Che c’è di grave? Se ti manca qualcosa, non importa…” “No, no, lo devo fare, sono molto orgogliosa della mia casa!” Le ho detto: “Questo è il vero problema, ed è grave!!” (… risate …).
Dunque se soffrite di qualche ‘grave’ stupido problema, è per questo che diventate seri. Ma se pensate che i vostri problemi si risolvano diventando seri, vi sbagliate, questo non succede. Ma, parimenti, devo dirvi che non dovete essere frivoli né volgari. Guardate questi fiori, guardateli! Si muovono con le mie vibrazioni. Guardateli in tutta la loro dignità. Moriranno domani, ma non importa, stanno lì al loro posto a darvi piacere e felicità. E’ tutto. E qual è la funzione di una luce? In quanto luci, come siamo, cerchiamo di dare luce. Dunque siamo qui per dare gioia e felicità a tutti, per rendere tutti felici. Ci sono tanti modi per rendere gli altri felici, e ci son tante cose che dobbiamo imparare per questo: dobbiamo imparare in che modo si rendono felici gli altri. E solo allora, quando renderete felici gli altri, allora sentirete la gioia dentro di voi. ” Oh!, sono così contenti!!”. Osservate la felicità degli altri: allora soltanto questo loto si apre, si apre, si apre. E’ come un’onda che si muove fino a raggiungere la sponda e poi dalla sponda torna indietro. Nello stesso modo, nel momento in cui la vostra gioia raggiunge quella degli altri, nascono delle onde di ritorno che trasformano la vostra vita in un bellissimo disegno.
Pensate solo alle situazione nelle quali siete stati molto gentili, nelle quali avete fatto qualcosa di buono per qualcuno. Così facendo avete suscitato la gioia dell’altro e questa stessa gioia è poi rimbalzata indietro verso di voi. Pensate a quello che avete vissuto, a quell’aspetto così sottile della vostra vita ormai immagazzinato in voi, come a un modello. Quando pensate a quell’evento, a quel momento , a quella situazione, rivive in voi lo stesso stato d’animo di allora, in tutta la sua interezza e vi viene da pensare: “Che momento…!”. Ma quel momento è con voi per l’eternità, per sempre, ed è per questo che il Diwali è così importante. Voi tutti siete, come ho già detto, la mia luce, e questa luce è eterna. Le candele che sono qui finiranno, ogni anno ne dobbiamo accendere di nuove. Questo non vale per voi, perché voi siete luci eterne. Questa luce è quella che diffonde gioia.
Qual è il problema di questo mondo, il problema generale? Non c’è gioia nel mondo, è semplice, non c’è gioia. Se la gente avesse gioia non farebbe tutte quelle cose senza senso. Ma non c’è gioia. Quando c’è, non si ha desiderio di combattere, di fare cose che procurano danno, di dire cose spiacevoli. Non solo, ma si cerca di evitare di danneggiare Madre Terra, di causare danni ecologici. Proprio non lo si vuole fare, non lo si vuole perché nuocerebbe ad altri, che sarebbero infelici per questo, qui, o in India o dovunque. Si sente proprio dentro di sé la domanda: ” Perché dovrei fare una cosa del genere, che non è giusta nei confronti degli altri, e che non darà gioia a nessuno?”
Perché se avete gioia, ‘dovete’ anche darla agli altri. Se non date gioia vuol dire che manca qualcosa al vostro modo di essere Sahaja Yogi, e che dovete dunque crescere ancora, diventare Sahaja Yogini e Sahaja Yogi, cioè una associazione che dà la gioia. Possiamo cambiare il nostro nome, se volete, se ‘Sahaja Yoga’ non va bene, possiamo chiamarci ‘Associazione per la diffusione della gioia”. (grande applauso).
Ed allora dobbiamo riuscire a scoprire cos’è che uccide la gioia. E’ importante: cos’è che uccide la gioia?
In primo luogo, come vi ho detto, dovreste dunque avere la saggezza. La saggezza è quella qualità che dà il distacco, distacco da tutto ciò che è egoismo (selfishness), egocentrismo (selfcenteredness), ossessione di sé (selfobsession), ego. Vi rendete conto? Tutte queste cose vengono riferite al Sé (Self)! Il Sé, cioè lo Spirito, sarebbe egoista!
Che cos’è l’egoismo (Selfishness)? E’ quella cosa che oscura completamente il Sé, quella condizione nella quale una persona pensa solo a se stessa, o al massimo ai suoi figli, alla sua famiglia; spesso solamente a se stessa. E quando uno comincia a pensare così, diventa piccolo piccolo piccolo, sempre più piccolo. Il loto avvizzisce. Senza considerare che invece pensare agli altri è una cosa tanto grande.
Nel mio caso è diverso. Se io penso a me stessa devo dire che, veramente, mi sento molto bene, molto gioiosa, molto felice, ve lo devo confessare. Ma appena comincio a pensare a certe persone, immediatamente sento che i miei chakra son colpiti.
E allora mi dico: “Oh, Dio… perché ho pensato a quella persona?” Sento che subito i miei chakra si mettono a girare molto velocemente a causa di quella persona, perché il mio corpo è così generoso che, immaginate, mi basta talvolta solo posare lo sguardo su qualcuno che i miei chakra si mettono subito a lavorare per quella persona, come se io fossi responsabile per chiunque abbia i chakra rovinati. In un certo senso lo sono, è vero, ma fino a tal punto… Penso sempre a tutti voi, a quelli che sono in difficoltà. Perché? Perché vi penso? Perché so che se riesco a correggere i vostri chakra, sarete felici. Non devo formulare queste considerazioni attraverso la logica, il mio corpo lo sa da sé. Funziona, funziona così, e che gioia nel vedere qualcuno ricevere la realizzazione. E’ una tale gioia per me vedere qualcuno ricevere la realizzazione, vedere una persona che si libera di tutti i problemi. E’ una tale gioia, per me! Perché dare gioia fa parte del carattere, della natura dello Spirito. Se non lasciate che lo Spirito soddisfi la sua natura, il suo carattere, lo Spirito non si manifesterà.
Dunque voi siete il veicolo, siete la lampada, per la parte che riguarda il vostro corpo e la mente. Ma se questa Luce dello Spirito si deve manifestare, allora la lampada deve essere di un tipo molto speciale, fatta in modo che possa emettere tutta la sua luce all’esterno. Deve dare luce agli altri. In questa qualità di emettere la luce dovete tutti migliorare, migliorare gradualmente. E vi sorprenderà vedere come, se solo provate a dar luce agli altri nel contesto delle vostre relazioni, nel vostro ambiente, per migliorare la loro esistenza – senza egoismo, senza esibizionismo, in modo molto bello e amorevole – allora davvero lo capirete che siete lo Spirito. Perché lo Spirito ama, ama e nell’amore perdonate, perdonate tutto. Certe volte i leader si arrabbiano con me perché perdono troppo, ma che ci posso fare, è la mia natura, non ci posso fare niente!. Perché io amo, sapete, e se amate una persona allora è facile perdonare, non vi sentite offesi. Difficile è non perdonare. E’ meglio perdonare, almeno quando perdonate non avete problemi.
Questo amore, che è gioia… In realtà penso che quando l’amore si scioglie e fluisce come un fiume e dà nutrimento a tutto ciò che lo circonda, a tutti gli alberi che accompagnano le sue sponde, in questo amore un essere individuale, una singola personalità raggiunge il suo compimento, ed è allora che si sente soddisfatta. Non lo si deve trattare come una luce che si tiene da una parte in un angolo, no… l’amore deve fluire, si deve muovere, deve nutrire. L’amore non è qualcosa di morto, come una pietra, esso si scioglie e comprende tutto, e tutto diventa molto bello in esso. Dovete allora capire innanzitutto che la vita è fatta per dare gioia agli altri, perché ora siete santi, e la vostra luce deve dare gioia. C’è bisogno di sopportare ancora qualcosa… ma ne avete il potere, avete tutti i poteri. Dunque vi auguro buona fortuna per l’anno prossimo e molta prosperità.

Che Dio vi benedica!