Shri Vishnumaya Puja

Ashram Everbeek, Everbeek (Belgium)

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(08/2019 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Vishnumaya Puja

Belgio, 4 Luglio 1992


È una opportunità unica quella di celebrare oggi il Vishnumaya Puja; poiché Lei è entrata in questa casa (Shri Mataji ride) dobbiamo venerarla.

Per prima cosa dovremmo sapere chi è Vishnumaya. È molto importante saperlo, perché nel Devi Mahatmyam Lei è descritta unicamente come l’Incarnazione della Dea, Vishnumayeti Shabdita: è chiamata Vishnumaya. Ma vediamo chi Lei sia; dopotutto, chi è questa Vishnumaya?

Vishnumaya è Kali, si può dire, ed è la figlia di Mahakali. Venne su questa terra e uccise moltissimi demoni e molti rakshasa per salvare i santi dalle loro aggressioni; e Lei agisce sempre in quel modo per distruggere tutta la negatività del mondo. È molto rapida in questo, direi, sa dov’è la negatività e tenta di incenerire quella negatività il più rapidamente possibile.

Ora, l’origine è questa: Vishnumaya era la figlia di Mahakali e fu creata da Mahakali stessa per combattere questi demoni; ma per svolgere questo lavoro le furono conferite, inoltre, armi speciali.

Ma all’epoca di Shri Krishna Lei nacque come sorella di Shri Krishna; e invece di Shri Krishna – voi conoscete la storia – fu uccisa Lei da Suo zio; Lei era in realtà la figlia di Yeshoda e fu scambiata con Shri Krishna.

E questa bambina, questa bimba piccolina, uccisa dallo zio di Shri Krishna, diventò un fulmine nel cielo e annunciò, disse a Kamsa: “Shri Krishna si è già incarnato, il tuo destino è nelle Sue mani e Lui ti ucciderà”. Questa è dunque Vishnumaya.

Poi si incarnò nuovamente all’epoca di Shri Krishna quando Egli era re di Dwarika; e Lei sposò, direi, i cinque Pandava. Infatti Lei era Draupadi. Ciò ha un significato, in quanto è Colei che si unisce ai cinque elementi.

E questi cinque Pandava rappresentavano i cinque elementi, e Lei si unì a loro come unica moglie poiché è Colei che si unisce a tutti i cinque elementi che hanno creato questo universo materiale.

Quindi, esiste una relazione fra Lei e Shri Krishna il quale, come sapete, la trattava come una sorella.

Una volta, quando, come sapete, tentarono di oltraggiare Draupadi spogliandola del sari, fu Shri Krishna ad aiutarla, poiché era Sua sorella ed una signora molto potente. Si deve a Lei anche il Mahabharata. Fu Lei a sostenere, a dire: “Dovete combattere questi Kaurava”. Disse loro (ai Pandava) con assoluta chiarezza: “Dovete combattere i Kaurava affinché non solo siano sconfitti, ma siano anche completamente distrutti”. Infatti la castità della donna è molto importante, e in India chiunque tenti di molestare la castità della donna deve essere maledetto, deve essere distrutto. E questo è stato un messaggio davvero grandioso del Mahabharata: solo perché Lei era stata tanto insultata, scoppiò tutta quella guerra e furono tutti distrutti.

Questa è quindi la storia di Vishnumaya; ma poiché adesso tutte le Deità sono presenti nell’Adi Shakti, Lei è riflessa nel vostro Vishuddhi sinistro. E il Vishuddhi sinistro è molto importante poiché abbiamo problemi di ego. E vi occorre davvero qualcuno che ci ricordi che non dovremmo avere questo ego per tiranneggiare gli altri.

Questo ricordo ci deriva forse dalla nostra coscienza o comunque, diciamo, dalla nostra educazione, e si accumula nel nostro Vishuddhi sinistro come nuvole di colpa. Inoltre, come sapete, la Chiesa cattolica e tutta questa gente, ogni religione, dice: “Tu sei un peccatore” e tutto ciò si deposita nel lato sinistro del vostro Vishuddhi chakra. Allora il senso di colpa si accumula lì. Il senso di colpa si accumula lì, dove Lei risiede.

Quando questi sensi di colpa si scontrano come le nubi nel cielo, Vishnumaya vi provoca una sensazione di bruciore, brucia i bhut che sono lì, brucia il nostro senso di colpa e rimuove anche i nostri dubbi su noi stessi con la Sua luce.

Ma all’inizio di Sahaja Yoga, come notate, quando la Kundalini sale, voi sentite sempre il lato sinistro molto chiaramente, sotto forma di dolore o talvolta bruciore. E a volte la gente mi dice: “Madre, perché sento tutto questo bruciore qui (tocca il Vishuddhi sinistro) quando la Kundalini sale?”. Perché è Vishnumaya che sta cercando di bruciarle (le negatività, ndt). Quella di bruciare è una delle Sue capacità.

Alcune di esse, ad esempio, diciamo, può dissolverle l’elemento acqua, quindi il ghiaccio può calmarvi; ma Vishnumaya è un elemento simile all’elettricità, che vi rimette davvero a posto bruciando le vostre negatività.

È molto sorprendente che questo potere di Vishnumaya, pur appartenendo al lato sinistro, abbia in sé il fuoco, così da poter incenerire, direi, i bhut della negatività sul lato sinistro. (Tocca la parte dalla spalla sinistra fino al centro del petto, ndt).

Ora vediamo in che modo sviluppiamo questi bhut del lato sinistro; è molto interessante poiché, dato che abbiamo a che fare con Vishnumaya, dovremmo collaborare con Lei e non dovremmo avere più dolori in noi. Questo ci capita soprattutto in Occidente, insomma, in India non credo che qualcuno si senta colpevole di qualcosa. È qualcosa di davvero sorprendente: non ho mai visto nessun indiano sentirsi colpevole.

Il motivo è che in India, se hanno commesso un errore… Di fatto, sapete, (in Occidente) la cultura è tale che una cosa è segno di maleducazione, un’altra cosa è segno di maleducazione, ecc.

(In India) se qualcuno fa qualcosa per sbaglio, l’altro potrà serbargli rancore, ma costui non si sentirà mai colpevole pensando: “Ho ferito quella persona” oppure “Ho detto qualcosa di male” o “Non avrei dovuto dirlo”, perché in tutta la cultura non esistono “scusa” e “grazie”. È una cultura bizzarra quella indiana: non esiste niente come dire “scusa” e nemmeno dicono “grazie” così tanto. Mentre ripetere in continuazione: grazie, buongiorno, buonasera, continuamente… insomma, per noi è più qualcosa di superficiale.

Addirittura in Maharashtra le donne non dicono mai nemmeno namasté, tranne che alla Dea o a Dio o alle incarnazioni o nei templi. Non diranno mai ‘namaskar’, così, a un uomo; faranno solo (un cenno) così, o potrebbero semplicemente sorridere, è tutto. È così perché ci si deve inchinare soltanto a Dio. Perché dovremmo dire buongiorno e buonasera a chiunque? Dovremmo dire buongiorno solo a Dio. Vedete, è questa la situazione (Shri Mataji ride), è così che si fa.

Ora, se si è fatto qualcosa di sbagliato, in Oriente, ossia in India, nel caso in cui si sia fatto qualcosa come non si sarebbe dovuto fare, esistono due soli modi di affrontarlo. Uno è che lo confessano andando da quella persona a dire: “Ho fatto questo errore, ora puoi tagliarmi la gola, fai quel che vuoi. Qualsiasi punizione mi infliggerai io la accetterò”.

Per prima cosa ammetteranno l’errore: “Se pensi che io abbia sbagliato, puoi schiaffeggiarmi immediatamente, prenderò lo schiaffo”. Supponiamo diciate qualcosa di sgarbato a vostro padre: non si fa, è maleducazione perché è più anziano di voi. Se una persona anziana è stata insultata è sbagliato; allora andrete a toccare i piedi di quella persona e direte: “Mi spiace, ho detto questo e spero tu mi perdoni”. L’altro allora vi risponderà: “Ti perdono”.

Vi farò un esempio. Eravamo in Russia e nacque un piccolo contrasto fra due persone. Uno era un sahaja yogi molto più giovane e l’altro molto più anziano. Vi racconterò quale fu la reazione.

Il più anziano venne alle due di notte a lamentarsi che l’altro aveva detto: “Tu non sai di cosa sono capace”.

Io dissi: “Davvero? Non avrebbe dovuto dirti una cosa del genere”. Allora chiamai quell’uomo, lo svegliai verso le due e mezzo (risate) e gli dissi: “Perché gli hai detto una cosa del genere? Non avresti dovuto. È più anziano di te, non puoi parlargli così”.

“Madre, è perché lui si è rivolto a me come se parlasse ad un suo servitore. Non mi ha parlato come avrebbe dovuto, per questo ho reagito così”. Ma io ribattei: “Nonostante ciò, non puoi parlare così alle persone più anziane di te, non puoi rivolgerti loro in quel modo”. “Sì, certo, riconosco di aver fatto un errore e in realtà non dormivo, ero sveglio, non stavo dormendo, ma pensavo che domattina dovrei andare a chiedergli perdono e farla finita”. Ed io: “Fallo subito!”. Lui si alzò immediatamente e cadde ai suoi piedi dicendogli: “Ora perdonami, perché anche tu avevi esagerato”. E l’altro: “Sono d’accordo, sono stato io a sbagliare, quindi perdonami anche tu”. E finì lì!

In passato, non era tanto male nemmeno in Occidente. Quel che facevano se scoppiava un litigio fra due uomini, era fare a pugni, facevano una bella scazzottata e tutti facevano a botte. E finiva lì! (Risate)

Oggi non si può prendere a pugni nessuno, non si può chiedere perdono, c’è troppo prestigio, una cosa, un’altra, tutte queste cose artificiali vi hanno indotti a sentirvi colpevoli perché siete tenuti a comportarvi secondo quei dettami.

(Invece) è naturale: se qualcuno vi ha detto qualcosa, andrete semplicemente a dargli un pugno dicendo: “Perché mi hai detto una cosa simile?”. L’altro vi restituirà il colpo e finisce lì (risate). Era un modo di fare molto comune, sapete, lo si vede in tutti quei vecchi film americani, io l’ho sempre visto (risate).

[Dice a lato: “Fate venire il musicista indiano da questa parte”.Poi dice qualcosa in hindi].

Ma questo senso di colpa è nato dall’artificiosità. Mi chiedevo: “Perché si sentono in colpa per qualsiasi cosa?”. Il primo motivo è l’artificiosità, perché non potete andare a dire a qualcuno: “Oh, mi dispiace di aver detto così e ti prego di perdonarmi”; inoltre, l’altro potrebbe anche non perdonarlo.

Ciò è dovuto all’artificiosità e alla mancanza di comunicazione. Non esiste comunicazione. Intendo dire che in un Paese come l’India la gente litigherà e il minuto dopo li vedrete abbracciarsi. Non dura molto a lungo. Se però esiste un problema molto grave tra famiglie o qualcosa, una questione antica, allora la protrarranno. Non parleranno a quelle persone, manterranno le distanze, la terranno sempre viva.

Invece qui non è così. Incontreranno superficialmente tutti, parleranno superficialmente con tutti, ma dentro hanno quel senso di colpa. Quindi, a causa di questa artificiosità superficiale, ciò che accaduto è che soffriamo di questo Vishuddhi sinistro, e allora Vishnumaya va in collera. È per questo che ho notato che la maggior parte degli occidentali ha problemi di Vishuddhi sinistro, e persino io l’ho assorbito da tutti voi. È così.

Quindi non è niente, è qualcosa di artificiale, è un mito, non c’è niente di cui sentirsi colpevoli. Dopotutto, se aveste fatto qualcosa di male, sareste stati in prigione. (Invece) siete qui seduti, come potete quindi essere colpevoli?

Pertanto, questo senso di colpa ha ostacolato moltissimo la nostra crescita in Sahaja Yoga, io lo so. Perciò, prima di tutto, il problema è come superare il vostro ego. L’ego esiste, e quando vedete il vostro ego senza poter dire che siete egoistici, dovete accumulare il risultato di ciò (tocca il Vishuddhi sin.) come un problema di Vishuddhi sinistro. Quindi la prima cosa che dovete fare è rendervi conto che avete ego.

Bene: mettetevi di fronte allo specchio, separatevi dalla vostra immagine riflessa ed iniziate a rimproverarla: “Ora, che senso ha che tu abbia in te l’ego?”. Tu sei un sahaja yogi, non hai diritto di avere ego”.

Ma se avete sensi di colpa, non vi renderete mai conto di avere ego. Sentirete solo il senso di colpa senza mai capire di avere ego. Ed è così che l’ego rimane ed anche il Vishuddhi sinistro. Entrambe le cose possono essere facilmente sconfitte se affrontate voi stessi. Osservate voi stessi: “Questo era il mio ego? Sì. Perché dovrei avere ego?”.

Ora, esistono dei modi per rimuovere tutti questi squilibri in noi mediante Sahaja Yoga. Non è difficile. E sono stati rimossi. Ebbene, voi conoscete il lato destro, il lato sinistro, è semplice. Sahaja Yoga è semplicemente il movimento delle vostre dita e delle mani, tutto qui. Non è una diagnosi per fare la quale vi estraggono il sangue, vi estraggono la lingua, vi cavano gli occhi e infine vi dichiarano sani. Non è così. Voi potete proprio sentire di essere a posto, di essere in equilibrio. Una volta stabilito quell’equilibrio, non c’è alcun problema con Vishnumaya.

Dunque Vishnumaya, che era la sorella di Shri Krishna e successivamente venne come Draupadi, esiste ancora oggi nel fulmine e nel vostro Vishuddhi sinistro.

Ma la gente non vuole vedere cos’ha di sbagliato in sé. È questo il grosso problema. Ad esempio, a York, avevano una chiesa dove un vescovo di Durham, un essere inutile, aveva dichiarato che Cristo era un uomo qualsiasi e potrebbe essere stato omosessuale. Ci pensate, dire una cosa del genere? Insomma, anche sentirlo dire è troppo!

E che dovremmo fare esperimenti e dovremmo accertarlo con delle scoperte. Riuscite a immaginare che costui abbia detto una tale enormità in chiesa?

Poi, dopo che lo ebbe detto nel corso della funzione, il nostro arcivescovo di Canterbury, che è un altro tipo così, fu talmente incantato dalla nuova scoperta di questo individuo che gli conferì un’onorificenza in una chiesa di York. E allora, dopo tutto questo, quando l’intera funzione stava per finire, videro un fulmine profilarsi intorno a quella chiesa. E quando tutti furono usciti, questo fulmine si abbatté completamente sulla chiesa distruggendola interamente, ad eccezione della parte inferiore.

Ebbene, invece di comprendere che ciò che avevano fatto era sbagliato, dissero: “Guardate la grazia di Dio e la grazia della nostra fede, grazie alla quale la parte inferiore della chiesa non è stata bruciata” (Shri Mataji ride, risate). Come si fa a dare una simile spiegazione! Infatti, dopo, arrivano le spiegazioni.

Ho notato che qui è molto comune, poiché qui la mente è molto intelligente: “Ho fatto questo perché ho pensato così, ho pensato cosà”. Esiste sempre una spiegazione per ogni azione sbagliata: “Pensavo così”. Ma il motivo per cui avete pensato così è il punto che nessuno vuole capire. Se ci riflettete, perché avete pensato così?

Questa è una fuga dall’imposizione del vostro ego che ha ferito gli altri od oltraggiato anche alcune Deità. È una semplice spiegazione con cui la gente se la cava. In effetti ho visto che ci sono molti che si cavano d’impaccio con degli espedienti, come il sig. Waldheim[1], che riescono a svicolare da tutti i problemi che hanno creato, da tutte le cose brutte che hanno fatto; intendo dire che in un modo o in un altro sanno come cavarsela. Infatti, hanno sviluppato questo metodo che consiste nel dire qualcosa che apra loro in un modo o in un altro una piccola via di fuga.

Però non vogliono affrontare ciò (che hanno fatto). Ora, quindi, dobbiamo comprendere che dobbiamo affrontarlo; e so anche di sahaja yogi, ce ne sono alcuni che, se chiedete loro: “Perché è successo così?”, risponderanno: “Pensavo”… Ma perché avete pensato? Avreste dovuto sentire le vibrazioni. Non siete al livello del pensiero, ora siete al livello delle vibrazioni. Perché non usare la vostra consapevolezza vibratoria?

“Pensavo…”. Quando questo “pensavo” entra in gioco, la vostra attenzione è su qualcosa di illusorio. La realtà è che avete commesso un errore, bene, ammettete che è un errore e va corretto. Ora prendiamo una macchina, diciamo che c’è una macchina: se si guasta o altro, la macchina non penserà: “Io pensavo”, no? (Risate) E nemmeno noi pensiamo mai che la macchina abbia pensato. Ciò che facciamo è aggiustare la macchina, e basta! Se dobbiamo guidare la macchina la aggiusteremo.

Allo stesso modo, questa mente che dice: “Io pensavo”, dovrebbe invece correggere se stessa. L’espressione “io pensavo” dovrebbe quindi sparire dal vocabolario dei sahaja yogi. Noi non pensiamo, sapete, siamo in consapevolezza senza pensieri. E allora le cose funzionano come si deve.

Quando iniziate a pensare: “Penso di essere responsabile”, è finita. Quando iniziate a pensare: “Io non sono responsabile, tutto viene fatto da Dio. Io non sono responsabile di nulla. Se viene fatto qualche errore, è un errore di Dio: che abbia Lui questo Vishuddhi sinistro! (Risate) Io però non ho commesso nessun errore”…

Quando invece dico “io pensavo”, significa che mi assumo la responsabilità e mi creo problemi (tocca il Vishuddhi sinistro). Quindi, per prendere una decisione dovreste essere nello stato di consapevolezza senza pensieri.

Molte volte vedo accadere tutte queste cose come una commedia intorno a me. Io rimango in silenzio. Dico: “Va bene, va bene, sono tutti a posto”. Do il mio assenso. Ma tutto ciò che deve essere fatto avviene secondo la volontà di Dio.

Ma adesso, a differenza di una volta, ciò non stupisce più la gente: infatti questo corregge le persone, è proficuo, produce risultati.

Alla fine, adesso, hanno accettato che ogni cosa Madre decida è la migliore. Ma in realtà io non decido; in tutta franchezza io non faccio niente. Però vedo con grande chiarezza, con grande evidenza che una certa cosa è quella giusta da fare: perché quindi fare cose sbagliate?

È così che dovete svilupparvi, per superare questo problema di Vishuddhi.

Ma Vishnumaya deve essere venerata, deve essere davvero ricordata ogni giorno, poiché questa è una debolezza comune in Occidente. Ora, se la vostra Vishnumaya è in cattivo stato, è in collera con voi, che succede? Continuate ad accumulare sensi di colpa su sensi di colpa, sensi di colpa su sensi di colpa, sensi di colpa su sensi di colpa.

Se invece siete costantemente vigili e mantenete intatta la vostra Vishnumaya, in quel caso che cosa accade? Che Lei si prende cura di voi, non permette a nessun senso di colpa di insinuarsi, e allora la gioia del vostro Spirito è massima.

Col senso di colpa, essa è intaccata, vedete: “Ah, Madre, sono felice, così felice, felicissimo, sono in gioia”; ma improvvisamente cosa accade? “Oh, ho commesso questo errore!”.

Ho visto persone sconvolgersi per cose insignificanti. Insomma, ovviamente io conduco anche un’altra vita in un mondo molto sofisticato. Un signore stava mangiando tranquillamente, quando all’improvviso: “Oh!”. “Che cosa è successo?”. “Avrei dovuto telefonare a quella persona ma non l’ho fatto!”. “Adesso però mangia! Perché te ne preoccupi?” (Risate). “No, avrei dovuto”. “Ma in ogni caso che succederà? Non hai telefonato, quindi ormai non lo hai fatto! Va bene, ora è meglio che mangi, dopo telefonerai”. Poi scopre che quell’uomo non c’era e non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Tutte queste cose, quindi, hanno creato una sorta di norme nella nostra vita che sono molto artificiali.

“Adesso avrei dovuto essere lì, a quest’ora!”. Invece non ci sono. E allora? “Avrei dovuto essere lì”. Ma se non ci siete a che serve starci male? “Avrei dovuto recarmi in quel luogo”… Vi sorprenderete, gli aerei aspetteranno, quella persona aspetterà, ci sarà tutto, persino se ci arriverete con otto ore di ritardo (risate).

Accadrà tutto così; ma prima dovete sintonizzarvi con questa Energia Onnipervadente, con Vishnumaya.

Se siete sintonizzati con essa, in sintonia con Lei, allora non troverete mai… è tutto dinanzi a voi.

È proprio lì, perché ricordatevi che ora siete entrati nel regno di Dio, provate.

Invece voi utilizzate sempre la vostra ignoranza umana, e allora rimanete ingannati. Cercate di rendervi conto che siete persone illuminate, non siete più ordinarie. Ma finché non userete i vostri poteri, a che serve? È come se metteste sul trono un mendicante, che quando la gente va da lui chiede l’elemosina, qualsiasi cosa. Bene, voi siete stati incoronati re: perché chiedete l’elemosina?

Quindi, non sentirsi colpevoli è la nostra religione. Non sentitevi in colpa. Dobbiamo affrontarlo. Se abbiamo commesso qualche errore, dovremmo accettare con cuore aperto di averlo fatto e dovremmo andare a parlarne a quella persona, rimediare o correggerlo, oppure occuparcene, invece di renderlo un’enormità accumulandolo nel vostro Vishuddhi. È un grandissimo problema in Occidente e mi ha sorpreso vedere che è molto in aumento e che ne vanno molto fieri: “Oh, sono così colpevole!” (Risate) Meglio andare in prigione!

Tutto il vostro temperamento gradevole, tutto il vostro temperamento gioioso viene completamente avvelenato da questo senso di colpa privo di significato. Non può aiutare né voi né nessuno. Ve lo dico con estrema serietà, poiché so che – ovviamente agli inizi – tutti i sahaja yogi che ho incontrato in Occidente avevano questo senso di colpa.

Anche il cattolicesimo è un’altra causa. Nella Chiesa cattolica siete tenuti a confessarvi. Ma ho visto anche dei protestanti sentirsi molto, molto colpevoli. I protestanti non sono da meno. Ma in India, se prendete qualsiasi cattolico o protestante, nessuno lì si sente colpevole.

Come l’episodio che vi ho raccontato l’altro giorno a proposito di mia nipote, che mi ha chiesto: “Nonna, quali peccati pensi che io stia commettendo?”. Ed io: “Cosa?”. “Io non ho commesso nessun peccato, ma puoi dirmi se ne sto commettendo qualcuno?”. Ho risposto: “Non vedo alcun peccato in te”. E lei: “Ma sai, nella nostra scuola mi hanno chiesto di confessare i miei peccati: allora che cosa dovrei confessare?”. (Risate). Le ho chiesto: “Allora che cosa dirai?”. “Oh, l’unica cosa è che ho mangiato due gelati”. Allora le ho detto: “Vai e digli così”. (Madre ride, risate)

È una tale stupidità. Se ne cogliete il punto, è molto stupido e i sahaja yogi non dovrebbero lasciarsi invischiare in questa stupidità. Mantenetevi felici, non fa nessuna differenza.

A volte io faccio errori: ad esempio, improvvisamente, non so perché, ho confuso Aristotele con Tolstoj. Non so perché mi sia venuto in mente Tolstoj, anche se non penso che Tolstoj avesse alcun nesso con Aristotele o viceversa. Ma ho fatto questo sbaglio e mi sono chiesta il perché.

Eppure è molto importante. Anche se si descrivono queste persone come… vedete, Aristotele non ha avuto alcuna influenza su Tolstoj, è un fatto. Non ha avuto alcuna influenza.

Aristotele era un uomo alle prese con la politica e orientò tutta la filosofia su un solo aspetto. Dall’altra parte c’è Tolstoj che cercò di mostrare in che modo una persona può risorgere.

Non so se lo abbiate letto o no, ma io lo ritengo uno dei grandi scrittori di quell’epoca. E solo l’altro giorno li stavo confrontando e ho detto: “Guarda quest’uomo, è assolutamente diverso da Aristotele, completamente, si può dire agli antipodi, e come è possibile che non abbia mai letto Aristotele? Era un uomo così erudito, e non ha mai letto Aristotele”.

Poi ho proprio sentito che lui ha una mente russa e la mente russa è estremamente introspettiva, mentre l’introspezione era assente nel signor Aristotele, il quale estraeva ogni concetto dalla propria testa, le sue teorie e portava la gente all’estremo diametralmente opposto (all’introspezione, ndt) della politica.

Per certi versi Platone era ancora peggio di lui, ma questo è un altro. Così, Socrate fu eliminato e tutto si concentrò su Aristotele. Ma dato che io li ho giudicati entrambi in base ai loro meriti, perché (ho detto) Tolstoj? Perché Tolstoj era un’anima nata realizzata. E per questo vedeva la vita in modo molto diverso.

Se avete letto Anna Karenina, lì è stata rappresentata questa signora, Anna Karenina, che aveva una relazione con un altro uomo pur essendo sposata con un marito molto tollerante, che lavorava molto e così via, e non poteva dedicarle abbastanza tempo; così lei pensava di avere il diritto di essere romantica. E poi, alla fine, lui (l’autore) dimostra come lei non sia mai stata felice. Suo marito era molto pacifico, molto pronto a perdonare, mentre lei non fu mai felice e alla fine dovette suicidarsi.

Intendo dire che questi scrittori di altri tempi scrivevano così, in particolare quelli che erano anime realizzate. Ma se affidaste lo stesso argomento ad uno scrittore moderno, scriverebbe che a suicidarsi è stato il marito, non la moglie.

È così che siamo ora, nei tempi moderni: siamo così, ci sentiamo colpevoli per errori che non ci appartengono. Qui c’è una moglie che ha una relazione con un altro uomo e il marito pensa: “È colpa mia perché non sono molto attraente, ecco perché lei ha una relazione con un altro uomo”, e si suicida. Non è così: è la moglie ad essere in errore, non il marito.

Quindi, c’è anche un trasferimento del senso di colpa o dell’errore dall’uno all’altro, a causa del nostro modo perverso di pensare. Ho visto uomini proprio simili a cavoli di fronte alle mogli, soprattutto in America. Dei veri e propri cavoli! Ho chiesto: “Perché siete dei cavoli simili?”. E loro: “Madre, sa, è il nostro senso di colpa, per come abbiamo oppresso le donne”. “Ma perché permettete alle vostre donne di opprimere voi? Anche questo è sbagliato”.

Permettono alle loro donne di opprimerli, poiché pensano che i loro antenati abbiano dominato le donne. Insomma, facendo la stessa cosa, vi squilibrate, perché vi sentite colpevoli. E per chi? Per i vostri antenati. Insomma, loro sono morti e sepolti, voi siete diversi.

Così cerchiamo di sentirci colpevoli: è una moda, sapete, come agghindarsi in modo strano.

Cercare in continuazione di trovare ciò che abbiamo fatto di sbagliato è tipico della mente occidentale. E allora diventate “Les Miserables”. Come potete essere felici? State sempre a rimproverarvi, a buttarvi giù. Tutte queste teorie e tutte queste cose che vi sono arrivate vi hanno reso proprio persone infelici, siete in prigione senza esserci.

Vi parlavo dell’abbigliamento. Sono arrivate le gonne di quindici centimetri. Ora le ragazze si sentono colpevoli se non indossano gonne da quindici centimetri. In realtà è sbagliato indossarle, ma si sentono in colpa se non le mettono. Infatti abbiamo creato queste strane norme secondo cui dovremmo essere schiavi di tutto ciò che tirano fuori gli imprenditori. Dovremmo iniziare immediatamente a gettar via tutti i nostri abiti, adottare un nuovo stile diverso. Se salta fuori qualcosa a Parigi tutti dovrebbero indossarlo. In India, invece, se qualcuno si mettesse a fare questi trucchi, non lo accetteremmo mai: “Sparite! Non vogliamo queste assurdità”.

In questo modo gettiamo via tutte le tradizioni che ci hanno portati a questo livello. Perdiamo tutte le nostre tradizioni, poiché questi imprenditori ci manipolano, noi facciamo il loro gioco e tutti questi individui impongono ogni giorno le loro teorie, idee di ogni sorta che spuntano da ogni dove; e noi le accettiamo. E se non le accettiamo ci sentiamo in colpa.

È molto sorprendente il modo in cui la gente accetta le assurdità. Ho avuto un’esperienza molto dolorosa una volta che sono andata in America, c’era un bambino di otto anni la cui madre disse: “Assume droghe”. Io allibii: “Davvero?”. Mi sentii così scioccata che mi strinsi il bambino al cuore e chiesi: “Perché assumi droghe?”. Lui alzò lo sguardo su di me. Mi rispose: “Mia madre non mi abbraccia mai così”. Io le domandai: “Perché non abbracci mai così tuo figlio?”. Lei disse: “Perché svilupperei il senso di colpa”. Ed io: “Che significa?”. “Secondo Freud sarebbe una colpa”. Ora, Freud stabilisce che è una colpa abbracciare vostro figlio, perciò sviluppate il senso di colpa. Da dove vi viene quindi questo senso di colpa? Da questi libri che leggete, da questa gente inutile che vi guida, gente priva di carattere, di buon senso, senza un’idea della realtà e che voi accettate come la Bibbia; allora è naturale che vi sentiate in colpa.

Se ad una festa si versa un po’ di caffè: oh, mio Dio! Allora penso che siate peggio di un criminale. Oppure, se si rovina il tappeto di qualcuno, allora naturalmente, insomma, dovreste subito andare in prigione! (Risate)

Si creano queste regole più per cose molto superficiali, si creano queste norme per comportamenti molto superficiali; e allora iniziate a sentirvi colpevoli per questo.

(Però) non vi sentite in colpa perché siete razzisti, non vi sentite colpevoli di ciò di cui dovete sentirvi colpevoli, del fatto di aggredire i popoli. In America sono state uccise migliaia e migliaia, milioni di persone e nessuno si sente in colpa per questo. Oppure perché avete dominato il mondo intero; nessuno si sente in colpa per questo. Vi sentite colpevoli per cose estremamente superficiali.

Ma i sahaja yogi sono così profondi, così profondi che, se devono davvero stare male per qualcosa è… adesso devo scoprire per cosa devono stare male (risate).

Ho trovato una semplice soluzione: se state male per qualcosa, per favore, tiratevi le orecchie, e finisce lì! Oppure, se vi sentite colpevoli, tiratevi le orecchie e il Vishuddhi sarà a posto. È un metodo molto semplice, tiratevi le orecchie in questo modo e basta.

Ma qualche volta vedo certe persone camminare di fronte a me facendo così in continuazione (si tira le orecchie, ndt: Shri Mataji ride, risate e applausi) e allora penso: che cosa gli ho fatto? (Shri Mataji ride). Anche mentre ballano fanno la stessa cosa. (Risate). È un po’ troppo per me vedere questa gente che si sente così, insomma, in Sahaja Yoga non vi sono regole ferree riguardo a niente; intendo dire che siete persone assolutamente libere e dovete assolutamente avvalervi di tutta la libertà. Non dovete essere guidati da qualche regola ferrea per cui vi tirerete continuamente le orecchie così.

Solo per ovviare a questa assurdità del vostro senso di colpa ho detto: “Bene, potete tirarvi le orecchie”. Ed ogni volta vedo gente che si tira le orecchie. Ieri una ragazza indossava grossi orecchini e si tirava gli orecchini: ero molto preoccupata che potesse… (Risate).

Sahaja Yoga è un gioco, è soltanto gioia, non è fatto di queste norme e regole rigide come vedete voi. Infatti, adesso voi siete religiosi in modo innato, avete il vostro Spirito per vedere. Quali errori potete commettere?

Ma laddove dovete stare attenti non lo siete. Ad esempio, io dico che prima di uscire dovreste, per favore, darvi un bandhan. È un Kavach, lo chiamiamo Kavach. Kavach significa… esiste un equivalente in inglese? [Sahaja yogi: “Protezione”.]

Protezione è alquanto astratto, mentre questa è una protezione della Madre, è una cosa concreta, vedete, il Kavach. Quindi voi adottate il Kavach. Il Kavach è qualcosa, un’armatura si può dire, che si indossa interiormente; sapete, quello è il Kavach. Quindi dovete indossarla prima di uscire o parlare a qualcuno. (Ma) voi non lo fate. Poi trovo qualcuno a cui ho chiesto: “Da dove arrivi?”. “Oh Madre, sono andato a trovare mio… sono andato al cimitero”. Ed io: “Perché?”. “È morto qualcuno e ci sono andato”. “Hai indossato il tuo Kavach?”. “No”. E si vedono tutti i bhut che danzano lì sulla sua testa (risate).

È così; e poi vi tirate le orecchie, a che serve? È semplice, quando uscite indossate il vostro Kavach. È così semplice, insomma, in Sahaja Yoga non dobbiamo eseguire quegli orribili rituali come fa la gente, niente del genere. Datevi soltanto un bandhan al mattino quando uscite e, se qualcuno è polemico, date semplicemente un bandhan. Un piccolo bandhan può far funzionare così tante cose, ma noi dimentichiamo di essere entrati nel Regno di Dio e che tutti i santi e tutti gli angeli e gana sono a vostra disposizione.

Ora dovete credere in voi stessi. Come devo dirvi di credere in voi stessi adesso? Pertanto, questa assurdità umana di sentirsi colpevoli dovrebbe svanire da ogni sahaja yogi. È per questo che oggi stiamo celebrando questo Vishnumaya (puja).

Adesso vedete… ad esempio, Vishnumaya è entrata in questa casa, poiché è un vecchio edificio diroccato ed era una fabbrica di birra. È stato un errore celebrare l’havan all’esterno, avrebbero dovuto farlo dentro. Non c’è da sentirsi colpevoli per questo; ma di nuovo, penso che tutti… (Shri Mataji mima il gesto di tirarsi le orecchie e ride, risate). Però è stato un errore.

Quindi, Vishnumaya ha visto che avevate commesso un errore, pertanto è arrivata Lei in persona per purificare tutto. Non ha ritenuto che dovreste sentirvi colpevoli, bensì ha pensato: “Questi sono bambini, non sanno ancora niente al riguardo, non sanno quanti bhut ci sono dentro. È meglio che vada io ad eseguire il lavoro”. E l’ha purificata. Tutto qui, non c’è niente di cui sentirsi colpevoli. Lei, naturalmente, ne sa più di voi, e per questo ha compiuto il lavoro.

Un sahaja yogi non è come una persona che ha l’aspetto di qualcuno al quale sia morto un familiare: molto serio, incapace di sorridere, non sorriderà nemmeno se gli fate il solletico, sapete, completamente al di sopra di tutto: non è questo genere di persona. È sempre traboccante di gioia, amore, comprensione e amicizia. Gioisce di tutto: questo è un sahaja yogi. Se mai vi sentite colpevoli, ora ovviamente è meglio che vi tiriate le orecchie, questo non lo abolirei, poiché diversamente lì (tocca il Vishuddhi sin.) potrebbe essere molto maggiore. Ma se mai vi sentite colpevoli dite: “Perché mi sento colpevole?”. Fate introspezione. Ed è questa la differenza fra Aristotele e Tolstoj, e ieri mi sono proprio resa conto del perché avessi pensato a Tolstoj invece che ad Aristotele.

Ora, il nostro principio di Vishnumaya deve sempre essere tenuto molto all’erta poiché ci aiuta in molti modi. Innanzitutto ci aiuta a trasmettere i messaggi dal vostro cuore alla vostra testa. È quello mediante il quale ci integriamo. Il nostro cuore e la nostra testa sono integrati più dal principio di Vishnumaya che dal Vishuddhi destro. Il Vishuddhi destro può creare la collettività, può creare comprensione reciproca, ma sul lato sinistro vi aiuta a mantenere una completa integrazione fra il vostro cuore e la vostra testa. Se esiste un senso di colpa, rifletteteci ed analizzatelo: indica che è in corso una lotta interiore fra il cuore e la mente, non è così? Semplice. Se vi fosse integrazione non vi sentireste colpevoli. Pertanto, tutte queste teorie artificiali che sono arrivate, tutte queste teorie artificiali che avete letto e altro, dimenticatele.

Voi siete sahaja yogi e siete entrati nel Regno di Dio: gioite! È tutto ciò che dovete fare. Ma voi dovete accedere a quello stato di gioia e di comprensione che siete al di sopra di tutto.

Non si può nemmeno dire: “Non si dovrebbe essere come Buddha perché Lui se ne stava seduto in silenzio”. Infatti, niente del genere: Buddha stava seduto in silenzio soltanto durante la meditazione, diversamente avete visto il Buddha corpulento con tutti i bambini e il Buddha ridente. Ciò significa che l’ego deve ridere di se stesso. È così che la sporcizia di questo senso di colpa sparirà. Ridete di voi stessi: “Come ho potuto fare così?”. Ridere di voi stessi è un ottimo modo per comprendere voi stessi. Cercate di individuare le assurdità che fate, come vi comportate.

Ad esempio c’è una signora che si sente sempre responsabile di tutto, sapete? Io la chiamo Girdhari, ossia colui che tenne in mano la montagna Govardhan (attributo di Shri Krishna, ndt). Allo stesso modo lei ritiene di essere responsabile di ogni cosa. Ed io cerco di superarla in astuzia in tutte le sue responsabilità, proprio per farle comprendere che lei non è responsabile. E quando si sente responsabile continua ad accumulare in sé questo senso di colpa: infatti, in primo luogo non è responsabile e, in secondo luogo, sentendosi responsabile, commetterà sicuramente alcuni errori e allora si assumerà la responsabilità degli errori e si sentirà colpevole. A quel punto Vishnumaya si adira e, se va in collera, avrete problemi del lato sinistro.

Ed il lato sinistro è molto importante poiché non si mostra, non si esprime (all’esterno), ma è doloroso per voi.

Il lato sinistro è vostro personale, è doloroso per voi, dà problemi a voi. Se c’è ego si danno problemi agli altri, mentre se c’è il lato sinistro state male voi. Quindi non sentitevi male per nessuna cosa. Insomma, alcuni staranno male perché sono arrivati tardi al puja: non ha importanza. Quello è il momento in cui dovevate arrivare. Alcuni stanno male perché non hanno potuto portare qualcosa per il puja: non ha importanza.

Io non dico mai: “Tu non hai portato questo, non hai fatto quello”. Io non ho mai detto niente riguardo al puja, mai, nemmeno una volta, che avete commesso questo sbaglio o che non avreste dovuto fare quell’errore o avreste dovuto prendere quella cosa. Gradualmente avete imparato tutti.

D’altronde, che necessità ci sarebbe stata di dirlo? Si sarebbe creato un altro grande pozzo di questo senso di colpa nella vostra testa. Voi dovete imparare, non avevate mai conosciuto i puja prima, non conoscevate il significato del puja, non sapevate nulla del genere, di come vi aiutasse.

Quindi, qualunque cosa sia stata fatta, voi state crescendo; dopotutto i bambini durante la crescita commettono degli errori. L’unico mio lavoro è quello di proteggervi ed è quello che sto facendo. Ma ora non cercate di distruggere voi stessi sentendovi in colpa. È per questo che oggi celebriamo il puja a Vishnumaya. Lei è Kali che è la sorella di Shri Krishna e che è stata Draupadi, e che è sempre (impegnata, presente) a proteggerci e a dirci che non dovremmo assolutamente sentirci colpevoli e dovremmo gioire della vita.

Dio vi benedica.


[1] Kurt Waldheim, presidente austriaco dal 1986 al 1992, La sua carriera politica è stata a lungo sotto i riflettori internazionali a causa dei suoi trascorsi militari durante il nazismo. In particolare, suscitò una dura reazione la scoperta che Waldheim aveva minimizzato il proprio ruolo nelle file dalla Wehrmacht, nella quale aveva combattuto in Francia, sul fronte orientale e nei Balcani. Dopo la guerra infatti era stato incriminato per crimini nazisti, pur senza essere mai condannato. In seguito, dunque, sugli anni della Seconda Guerra Mondiale Waldheim aveva preferito tacere, mentendo a proposito di un suo definitivo rimpatrio nel 1941 a seguito di una ferita. Molti particolari vennero a galla proprio in occasione della sua elezione a presidente austriaco, generando violente proteste soprattutto in Israele. Durante tutto il suo mandato il Paese subì una sorta di isolamento, fu dichiarato “persona non gradita” dagli Usa e fu invitato in visita solo da Paesi mediorientali e dalla Città del Vaticano.