Guru Puja

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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(07/2019 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

 Guru Puja

“Gravità e Autostima”

 Cabella Ligure, 19 Luglio 1992[1]


Ieri mi avete chiesto lo status di guru[2].

È uno stato, non uno status[3], perché uno status è qualcosa di esteriore, può essere attribuito a chiunque, e chiunque può attribuire uno status a qualcuno. Uno status può essere conferito ad una persona per meriti esteriori o altro.

(Quello di guru) è uno stato.

Stato si riferisce all’essere innato, evoluto fino al livello in cui si diventa un maestro. Naturalmente, per cominciare, dovete essere i maestri di voi stessi, non c’è dubbio. Se non siete neppure i maestri di voi stessi, come potete ottenere quello stato?

Come dico, è innato. A quel punto si inizia a pensare: “Se è innato, in senso sahaj, come possiamo ottenerlo?”.

Per cominciare, vi sono alcune facoltà che dobbiamo sviluppare.

La prima è quella di poter diventare senza pensieri. Nella meditazione potete rimanere senza pensieri per breve tempo. Pian piano questo breve intervallo in cui siete senza pensieri dovrebbe costantemente aumentare. Si può dire che anche questo accadimento sia uno stato; ma, di nuovo, come lo si raggiunge? Dato che gli esseri umani non riescono a comprendere che qualcosa possa accadere in modo spontaneo, occorre fare qualcosa, si deve fare qualcosa.

Per questo, in Sahaja (Yoga) abbiamo qualcosa di davvero molto semplice: avete un mantra come Nirvichar.

Se guardate qualcosa dicendo il mantra Twameva sakshat Nirvichar, inizierete a vederlo in uno stato di testimonianza, senza pensare.

Limitatevi a guardare, siate testimoni. Il solo fatto di osservare crea, di per sé, quello stato dentro di noi; il primo stato, molto importante, è quello per cui diventate testimoni, sakshi.

Non appena diventate sakshi, qualunque cosa osserviate vi dà l’idea completa, sia a livello sottile sia materiale, di quella cosa. La osservate e la conoscete e, in quanto sahaja yogi, diventa parte della vostra conoscenza.

Secondo la terminologia moderna possiamo dire che, se vedete qualcosa, questa rimane registrata nella vostra mente e manifesta gioia, conoscenza, compassione, a seconda della situazione. Questo perché ora possedete molte dimensioni che dovete sviluppare, queste dimensioni devono essere sviluppate.

Supponiamo che andiate ad incontrare qualcuno con cui dovete trattare e che questi non la smetta più di parlare. Diventate senza pensieri. Cosa accadrà appena diventiate senza pensieri?

Per prima cosa i suoi pensieri, il suo bombardamento non vi toccheranno più in quanto sarete in un regno completamente diverso. E, in quel regno, il vostro potere si manifesterà: potrebbe calmarlo, potrebbe farlo tacere, o magari costui potrà provare un grandissimo amore per voi.

La parola guru significa gravità. La Madre Terra possiede gravità. Ugualmente chi è un guru deve avere gravità. Ma come sviluppare questa gravità? Alcune persone diventano molto gravi in modo artefatto e, a volte, si fanno vedere molto serie o qualcosa del genere.

(Ma) la gravità è interiore.

Nel secondo stato, quello di Guru Pada, è la vostra gravità che deve mostrarsi. Man mano che diventate testimoni, la vostra gravità inizia ad esprimersi.

Non si esprimerà come collera, serietà o simili atteggiamenti, bensì si manifesterà in modo tale che l’intera personalità diverrà estremamente dignitosa e maestosa. Si manifesterà da sola. Quindi, lo stato al quale vi elevate adesso diventa operativo. Prima non era così. Dovevate sempre manipolare, dire una cosa o un’altra.

Con il silenzio, invece, potete manifestare la vostra gravità; e questa gravità è estremamente… agisce come un magnete.

Come sapete, all’interno della Madre Terra esiste un magnete che chiamiamo gravità, dal quale si è attratti. Noi rimaniamo sulla Madre Terra grazie alla sua gravità. Ogni cosa è attratta dalla Madre Terra grazie alla sua gravità.

In questo modo voi ottenete un’indole magnetica, un carattere magnetico, una personalità magnetica. E questa personalità magnetica che sviluppate, rivela immediatamente che sta manifestando il suo potere. Cercate di capire. È come la luce che ora sta arrivando su di me: dà luce, ma non manifesta nulla. Possiamo osservare i raggi del sole, sono l’esempio migliore. Quando i raggi solari cadono sulle foglie, quei raggi che sembrano così semplici, manifestano il potere di produrre la fotosintesi clorofilliana[4].

Nello stesso modo, quando siete a quel livello o in quello stato, senza dire nulla, senza fare nulla, senza neppure uno sguardo, voi vi manifestate.

E non solo, ma registrate ogni cosa. In molti avranno notato che di rado io dimentico le cose.

Una volta, ad esempio, stavo viaggiando e vidi delle pietre rosse vicino a Sangamner. E quando in seguito chiesi: “Perché non usiamo delle pietre rosse per Pratishthan?”, risposero: “Ma non esistono pietre rosse in tutto il Maharashtra”. Allora dissi: “Ci sono”. “E dove?”. Ed io: “Andate, le troverete sulla strada nei pressi di Sangamner”.

Replicarono: “Abbiamo viaggiato tanto in quella direzione, ma non ne abbiamo mai viste”. Allora dissi: “Non so cosa vediate voi, cosa guardiate, ma io le ho viste di sicuro”. Quando arrivarono laggiù, videro montagne e montagne di queste pietre rosse che non avevano mai neppure notato.

Insomma, quando cominciate a guardare qualcosa senza pensieri, non esistono ostacoli ad assorbire la conoscenza riguardo a quella cosa, perché non vi sono pensieri. Avviene un completo assorbimento. E allora si manifesta.

È così che il potere divino opera in noi.

Dunque, con la nostra gravità, quel che facciamo è toccare quella profondità interiore che può veicolare il potere divino e manifestarlo. Fino a quando non tocchiamo quella profondità in noi, Sahaja Yoga è come gli Hare Rama Hare Krishna, niente di più. Ed ecco perché a volte vedo tanti sahaja yogi che all’improvviso deragliano veramente. (Ciò avviene) perché non hanno la gravità per entrare in profondità nel proprio essere, per sentire la bellezza e la gloria del proprio essere e per usare questa gravità al fine di manifestare il potere divino.

Se, ad esempio, un veicolo è molto fragile, se non è ancora ben assemblato, non potrà essere utilizzato per qualcosa di sostanziale.

E nella vostra vita la cosa più sostanziale è il potere divino, che appare molto lieve: non sentirete mai il peso di questo potere divino, non ne sentirete mai la pressione.

Se però non siete puri, se il vostro canale non è pulito, il potere divino non può fluire in modo corretto, non può manifestarsi. Così, quando diciamo di essere gli strumenti di Dio Onnipotente, siamo come questo strumento (microfono, ndt): adesso siamo connessi alla centrale di energia. Se questo strumento (microfono, ndt) non è a posto, non può trasmettere nulla di quanto dovrebbe.

Noi però siamo molto al di sopra di tutti questi strumenti ordinari, anche dei più complessi, persino dei più avanzati e sviluppati dalla scienza, perché raggiungiamo uno stato nel quale noi stessi diventiamo scienza. Scienza della verità, della verità assoluta.

Pertanto quel che occorre ad un guru è l’autostima. Questo è un punto molto importante di cui le persone non si rendono conto: l’autostima.

Per ottenere l’autostima dobbiamo fare introspezione e renderci conto che: “Oggi non sono più quel che ero prima. Sono un’anima realizzata, ho dei poteri. Certamente ho dei poteri: poteri di amore, poteri di compassione, di comprensione delle cose, di creatività, potere di dare la realizzazione ad altri”.

Nessuno ha avuto questi poteri! Ma, per qualche motivo, in Sahaja Yoga, non siamo consci di noi stessi. E non dovremmo esserlo perché questo potrebbe procurarvi ego, mentre dovremmo avere autostima: “Io sono un guru. Sono un guru, non una persona ordinaria. Non sono uno qualsiasi, sono qualcosa di speciale. Mi trovo sulle sponde della verità. Devo salvare chi è cieco, chi è pazzo”, qualsiasi cosa.

Il mondo si trova oggi in condizioni assolutamente caotiche. Così, in quel momento, una sorta di silenzio subentrerà in voi. Nei momenti di crisi diverrete subito molto silenziosi.

Ma questo è ancora uno stato, vi ripeto. Pertanto, se adesso qualcosa vi turba o vi rende infelici, cercate di raggiungere quel punto, quell’asse che è solo silenzio. E questo silenzio vi renderà veramente potenti, poiché questo silenzio non è soltanto vostro.

Quando siete in quel silenzio, siete nel silenzio del cosmo, nel silenzio del cosmo. Ed il silenzio del cosmo lavora per voi. Voi siete connessi a quella che possiamo chiamare l’energia cosmica; ma è più di questo, è il potere divino, direi, il potere divino che fa funzionare anche tutto il cosmo.

Quindi, se divenite silenziosi interiormente, sappiate che vi trovate nel regno di Dio.

È come quando, ad esempio, si ha il grande onore di diventare re: allora salite sul trono, vi accomodate, vi guardate intorno e avvertite il silenzio dello stato di essere ormai un re.

Questo silenzio è il segno che ora siete certamente, sicuramente, in contatto con il Divino.

Siete silenziosi perché si occuperà di tutto il Divino. Voi non dovete fare nulla, soltanto restare in silenzio. Ma non in modo forzato; si tratta, di nuovo, di uno stato.

Se si verifica un tumulto, un problema qualsiasi, la vostra attenzione si immergerà subito in quel silenzio e, una volta immersi in quel silenzio, sarete in contatto con tutto questo potere onnipervadente. E quando io parlo del potere onnipervadente, non comprendiamo ancora che cosa sia, che cosa significhi questo potere onnipervadente di amore. È forse una sorta di energia fluttuante, o un fiume, o una sorta di etere?

È l’assoluta totalità della Realtà.

Questo potere onnipervadente è la completa totalità della realtà. Le altre cose sono irreali. E la realtà è così efficiente…

[A questo punto il microfono smette di funzionare e Shri Mataji lo tocca per verificarne il funzionamento].

È così efficiente, non smette mai di funzionare, come fa questo microfono (risate). È un processo straordinario, possiamo definirlo un processo interconnesso del quale non possiamo nemmeno immaginare, con questa comprensione umana, il modo in cui controlla, il modo in cui opera.

Osservate le piante, ad esempio: un roseto darà solo rose, non produrrà mele. Crescerà fino ad una certa altezza, non come una palma da cocco.

Tutti gli aspetti della natura sono mantenuti, nutriti, curati, controllati esattamente al momento giusto, nelle giuste stagioni. Per questo motivo in sanscrito si chiama Rutambhara Pragnya.

Rutu significa stagioni (e Rutambhara Pragnya significa) colei che si occupa delle stagioni, quella conoscenza illuminata: questa ne è la semplice definizione (Shri Mataji ride).

Tuttavia essa non spiega, infatti è qualcosa di così complicato per un cervello umano che esso non riesce a comprenderne il funzionamento.

Ora, ho visto tutti i miracoli che avete descritto. Intendo dire che ve ne sono tanti ancora da registrare. È solo un gioco di questo potere che pensa, comprende, coopera, coordina, ama e si prende cura di voi. Esso è a vostra disposizione, a vostra disposizione. Ovunque andiate, la connessione è attiva. È come per un governatore in viaggio: il servizio di sicurezza viaggia con lui.

Esse (le Deità, ndt) dunque sono tutto intorno. Non solo con me, ma anche con voi. Voi siete già registrati lì. Ed esse sanno che siete voi che devono proteggere. Non si occuperanno di nessun altro. Non faranno niente per nessun altro, ma (soltanto) per voi.

Adesso cercate di capire l’aspetto dell’autostima: voi siete sahaja yogi, e ciò significa che siete persone così speciali che, ovunque possiate essere, che dormiate, camminiate, siate seduti sotto un albero o in casa vostra, ovunque siate, questa connessione con il Potere Divino viene mantenuta.

Al massimo potete definirlo un walkie-talkie.

Voi però non avete bisogno di parlare, di dire niente, di dare ordini, di chiedere, niente: è a vostra disposizione, in quanto voi siete già dei governatori nel regno di Dio.

Pertanto, tutto il protocollo vi appartiene. Chiunque tenti di infastidirvi o insultarvi, dovrà pagare per quel tipo di azione. Perciò non dovreste mai preoccuparvi. Non dovreste mai pensare a cose di livello terreno.

Al contrario è meglio perdonare, direi, perché Dio solo sa cosa accadrà a chi si comporta male.

Egli non è solo compassione, è anche irascibile, è collerico.

Voi siete persone speciali, l’unica cosa è che dovete avere autostima e dovete cercare di mantenere l’equilibrio.

Una volta raggiunto l’equilibrio, il compito di un guru è quello di dare equilibrio agli altri.

Dà equilibrio ad ogni cosa: darà equilibrio alla natura, al clima, all’atmosfera, alla società, agli esseri umani. Esiste per donarvi equilibrio.

E questo equilibrio proviene dal principio del Guru che vi equilibra. Se avete in voi il principio del Guru, vi equilibrate automaticamente. Diventate automaticamente personalità equilibrate.

Nessuno deve dirvi: “Adesso stai in equilibrio”, voi siete equilibrati.

Ebbene, come si fa a sviluppare questo equilibrio?

Ovviamente, nei tempi antichi avevano sistemi molto rigidi come non mangiare molto, patire la fame, andare sull’Himalaya, stare a testa in giù e fare cose di ogni genere. Queste cose provocheranno forti squilibri. Sviluppare una personalità austera vi renderà così aridi che nessuno vorrà starvi vicino. Voglio dire, sarete proprio roventi. Quindi, le idee di ascetismo non so da dove siano venute, in che modo siano venute; forse perché volevano che la gente prestasse maggiore attenzione allo Spirito.

Ma un guru, per sua natura, non è ascetico, bensì è talmente distaccato da essere ascetico. Potrebbe essere un re, o un mendicante, o una personalità importante da qualche parte, o magari soltanto una persona comune; (ma) se è un guru, è in perfetto equilibrio in qualsiasi condizione. Nulla può disturbarlo.

Supponiamo che gli mettiate una corona in testa: e allora? Che sia fatta di cartone, d’argento, d’oro o di diamanti o altro, non potrà mai fargli nessun effetto e lui non potrà mai perdere il suo equilibrio.

Il cibo, per esempio. Penso che il cibo sia uno (Shri Mataji ride) dei punti deboli. Un guru potrebbe mangiare moltissimo, come potrebbe non mangiare nulla; potrebbe amare un certo cibo, non gradirne un altro, qualunque cosa. Ma niente può dominarlo.

Quindi, l’indizio (dello stato di guru) è che siete in equilibrio e che non potete essere dominati dal cibo, dal potere, dalla ricchezza o da qualsiasi altra cosa. Nulla può dominarvi. Voi siete al di sopra di tutto questo. E quando vi rendete conto di essere al di sopra di queste cose, non avete paura. Non avete più paura. Subentra in voi il coraggio, diventate assolutamente coraggiosi. Niente, niente può farvi perdere l’equilibrio; niente può dominarvi; niente può indebolirvi; niente può crearvi dipendenze; niente vi tenta. Non rimane più nessuna tentazione.

Quando raggiungete questo stato, oltre la tentazione, oltre l’avidità, oltre la lussuria, non ci sono problemi; nulla, nulla può realmente abbattervi. Potreste indossare una semplice ghirlanda di tulsi[5], oppure potreste indossare perle, diamanti o qualunque cosa. Ciò non vi tocca. Voi però non fuggite da nulla perché, quando fuggite da qualcosa, divenite asceti in modo artificiale.

L’ascetismo è dentro di voi, è innato. Pertanto niente può ostacolarvi, niente può toccarvi. Dobbiamo comprendere questo stato. Ma, per lo più, ciò che accade è che la gente dirà: “Madre, non penso di essere un guru”. Ed io: “Perché?”. “Perché, quei sintomi di cui Lei ha parlato, io li ho tutti. Mi piace ancora mangiare un certo cibo e (faccio) ancora altre cose”.

State andando all’opposto. Non dovreste cercare di valutarvi in base a quel che vi dico, né cercare di giudicare voi stessi. Non giudicate.

Ascendete gradualmente. Apprezzate voi stessi. E crescete gradualmente, stabilizzandovi nella posizione che avete raggiunto.

Invece, se iniziate a giudicarvi, vi sentirete molto insicuri e molto depressi: “Oh, Madre ha detto che dobbiamo avere questo, Madre ha detto che dobbiamo avere quello”.

Se vi mettete a giudicare voi stessi ogni momento, ciò non vi aiuterà. Voi siete sicuri di voi stessi! Avete fiducia in voi stessi. Non c’è nessun motivo di giudicare o verificare voi stessi.

A volte vedo alcuni ripetere in continuazione: “Madre ha detto così”. Potrei averlo detto o potrei non averlo detto, senza nessun riferimento, comunque sia: e allora, che cosa significa? Ebbene, io ho detto qualcosa: e che cosa dite voi?

Questo è infatti un ottimo modo per mettere in difficoltà gli altri: “Madre ha detto così”. “Che cosa ha detto?” “Che non si dovrebbe mangiare tutti i giorni”.

Io non l’ho mai detto. Ma qualcuno potrebbe iniziare a dire qualche stupidaggine del genere. E se anche lo avessi detto non importa; che cosa avete da dire voi? Voi dovete capire dal di dentro, nel vostro vissuto, ciò che è bene.

Voi non ci crederete ma io, come essere umano, sono inadeguata. Davvero, è stato molto difficile.

In realtà mio padre era solito dirmi molte cose sugli esseri umani, su che tipo di elementi siano e su come io sarei dovuta apparire. Ed è molto difficile essere un essere umano; molto, molto difficile.

Per prima cosa non sapevo perché esistessero reazioni di un certo tipo; perché si comportassero così; cosa fare con loro, come gestirli. È molto difficile. Si può dire che anche William Blake[6] abbia avuto lo stesso problema.

Quando però raggiungete quello stato, gioite proprio di voi stessi. Voi, poi, provate una gioia maggiore della mia, in quanto siete già esseri umani, perciò conoscete gli esseri umani.

E allora vedete la vostra ascesa ed è molto più facile per voi apprezzarla.

Per me è… non so, perché io non ho mai conosciuto tentazioni, non ho mai conosciuto tutte le caratteristiche che avete avuto voi; pertanto, vedete, non so proprio come giudicare questo tipo di cose.

Se non si hanno problemi, se, diciamo, non si sono mai avute tentazioni, se si è come si è sempre stati, che c’è di così eccezionale? Invece voi siete passati da un livello umano ad un livello più elevato, ciò è molto lodevole. E voi potete gioirne molto più di quanto possa gioirne io o di quanto potessero gioirne Cristo o Shri Krishna.

Infatti, chi si è evoluto, chi è cresciuto, ora sente la fragranza delle sue virtù, delle sue qualità e della sua grandezza; allora gioisce di se stesso.

Dirà: “Allora? Sono seduto qui. Bene, sono qui, perché vi preoccupate? Va tutto bene”. Subentra una corretta comprensione di questo cambiamento e si comprendono molto meglio gli altri esseri umani che non hanno le vostre stesse capacità, la vostra stessa conoscenza, la vostra stessa profondità e gravità.

Infatti voi siete stati esseri umani e adesso siete divini; e dato che siete stati esseri umani, capite le altre persone.

Quindi, per un Guru come me, non so, in questo caso è una situazione molto diversa, perché io sono una Madre e ho visto questi guru, i veri guru: sono persone molto severe, devo dire. Non riuscivo a comprendere perché picchiassero la gente, la percuotessero, la appendessero sul pozzo, facessero cose di ogni genere. Non riuscivo a capire perché lo facessero.

Il fatto è che loro si sono distaccati dal livello umano attraverso sforzi e lotte, perciò pensano: “Perché gli altri dovrebbero ottenerlo così facilmente? Perché non hanno anche loro gli stessi problemi?”. Voi invece non l’avete ottenuto con tutti quei problemi. Siete diversi da quei guru. Lo avete conseguito in maniera sahaj, in modo molto semplice. Non avete fatto nulla. L’avete ottenuto sahaj, assolutamente sahaj. Non avete fatto niente al riguardo.

Il vostro ruolo di guru è dunque diverso da quello di quei guru che hanno lottato tanto per diventare anime evolute. Pertanto il vostro atteggiamento nei confronti delle cose deve essere più compassionevole, più comprensivo, più amorevole. Così come voi l’avete ottenuto in modo sahaj, anche gli altri possono riceverlo da voi (allo stesso modo). Non dovete fare cose orribili, non dovete sgridarli.

Alcune persone che ho incontrato mi hanno riferito – ed è molto triste – che dei sahaja yogi avevano detto loro qualcosa di duro, così hanno dovuto lasciare Sahaja Yoga. Un sahaja yogi non dovrebbe mai dire nulla di duro a nessuno, non ha alcun diritto di farlo. Voi infatti avete ricevuto la vostra realizzazione senza che vi sia stato detto nulla, del tutto liberamente. Avete ottenuto la realizzazione senza far nulla e, se qualcuno viene da voi per la realizzazione, dovete dargliela nello stesso modo. Voi non l’avete ottenuta attraverso qualche austero, severo addestramento. Quindi questo atteggiamento va cambiato. E ho visto che, se avete questo atteggiamento, potreste anche essere un guru, ma non sahaj.

Adesso cercate dunque di capire che c’è differenza tra un guru sahaja e uno non sahaj. Questi ultimi sono molto irascibili, molto. Mentre un guru sahaj non ha diritto di essere irascibile. Noi abbiamo tutto così bello, così piacevole, gioiamo tutti di questa meravigliosa atmosfera.

Un tale amore, una tale compassione, un tale rispetto reciproco; nessuna competizione, nessuna politica.

Se solo comprenderete di aver ricevuto tutto in modo sahaj e che potete donarlo agli altri nello stesso modo sahaj, che rispetterete gli altri allo stesso modo, penso che riuscirete….

[C’è un signore che sta scattando delle foto, guardate chi è. Non è autorizzato a fare foto di tutte queste cose. Non dovrebbe farlo senza autorizzazione. “Reel margunya tenchya basna. Te reel margunya”. (Marathi: prendetegli la pellicola). Questa è gente subdola, sapete].

Ormai, dunque, siamo in uno stile sahaj. Sapete tutti che avete ottenuto ogni potere, sapete di essere tutti dei guru, di aver ottenuto così tanto e di poter fare tanto. Allora dovete essere sahaj. L’avete ottenuto sahaj, pertanto non avete diritto di essere guru duri, orribili, irascibili o severi. Eppure tutto ciò si insinua. Ho visto a volte un atteggiamento molto militaresco anche in Sahaja Yoga, una sorta di trattamento militare. Questo non può esistere.

Non occorre imporre una disciplina. Si disciplineranno da soli. Sono dei guru, chi può imporre una disciplina ad un guru? E inoltre sono sahaj. Pertanto, il vostro stile è molto diverso.

Nessuno degli altri guru sapeva neppure dare la realizzazione. Ve lo dico francamente. Non avevano mai saputo che la Kundalini si potesse alzare con le loro mani. Pochissime persone nella storia hanno dato la realizzazione, fino ad ora. Voi invece la date a destra e a sinistra, a chiunque arrivi e si sieda. Proprio ora ho detto: “Bene, venite, date un’occhiata a questa persona”. Allora tutti voi vi siete seduti e avete detto quali sono i suoi problemi.

Ormai avete trasceso i limiti della scienza. Siete diventati voi stessi scienza del Divino e sapete ogni cosa al riguardo: “Questo chakra ha un blocco, quello ha un blocco, io ho un blocco, tu hai un blocco”.

Ma il modo in cui trattiamo con gli altri è il Guru Pada: dolcezza, gentilezza, sollecitudine. È ciò che vi ha dato vostra Madre, la sollecitudine; l’interessamento che fluisce, riguardo ad ogni persona. Dovete avere sollecitudine. Invece gli altri guru diranno: “Ora vai, muori, ucciditi, mangia erba”. No, non così.

Quindi anche voi dovete essere guru materni, guru dolci, estremamente dolci, gentili e comprensivi, pronti a perdonare. Perché, qual è lo scopo, qual è lo scopo? Lo scopo è diffondere Sahaja Yoga.

Questo è il punto fondamentale che non cogliamo, e cioè che lo scopo della nostra realizzazione, o della nostra nascita, è dare la realizzazione agli altri, divulgare Sahaja Yoga, emancipare gli altri ed emancipare così il mondo intero. È nostra responsabilità.

Se siete responsabili, come vi comportate?

Noi non abbiamo più il sacerdozio, non più. E neppure (l’abitudine di riferire) che una certa persona ha detto qualcosa, un’altra ha detto qualcos’altro, che è accaduta una certa cosa. Niente del genere.

Quello che avete da dire, ditelo alla persona in questione. E vi renderete conto voi stessi di come rifletterete la vostra personalità sull’altra persona, di come questa reagisce e di come si comporta.

Ho visto che gradualmente la nostra collettività sta imparando tutto questo. Scopro che, poco a poco, tutte quelle orribili persone dominanti se ne sono andate da Sahaja Yoga. Inoltre trovo che le persone siano estremamente amorevoli e gentili fra loro ed anche con gli altri, in quanto voi siete la personificazione della bontà, della giustizia, della pazienza, della compassione, dell’amore e della sollecitudine. Quindi non si pone il problema di come esserlo, lo siete già. Però non dovreste desistere.

Vi ho detto di guardare qualcosa e limitarvi ad osservarla. Nessuno ci riesce, mentre tutti voi potete farlo.

Dunque l’autostima, e poi l’assunzione. Assumete i vostri poteri. Se siete guru, assumete i vostri poteri. Voi non li assumete. Pensate ancora: “Dio solo sa se ho dei poteri o no”, e via dicendo. Questo significa essere ancora soltanto dei principianti.

(Dovreste invece dire:) “No, io sono un guru, davvero”.

Noi diciamo: “Madre, io sono il guru di me stesso”, tutto qui. Ma è soltanto a parole. Voi non siete guru soltanto di voi stessi, ma del mondo intero.

Noi abbiamo una condizione di guru collettiva, direi (Shri Mataji ride), collettiva. E nulla può sfuggirci ormai, siamo formidabili, assolutamente formidabili. Niente può sfuggirci, se abbiamo capito che dobbiamo assumere (i poteri, ndt).

Qui si elegge qualcuno molto crudele, lo si ricopre di vesti e si dice che è il papa. Va bene, è il papa (risate). Ma non lo è! Finge di esserlo, ma non lo è interiormente. (Dicono) che sia infallibile, (invece) è fallibile! Cento volte.

Per noi non è così. Noi abbiamo tutte queste cose in noi. Le abbiamo ottenute, esistono, ne siamo i detentori, assumetele soltanto.

Quando inizierete ad assumerle, tutti i badha fuggiranno, tutto si dileguerà e ne sarete sorpresi.

Chi può resistere ad una persona che sia un santo, un guru, e che sappia di esserlo?

Nessuno può resistere. Fuggiranno tutti. Voi però dovete fare introspezione, per far sì che la vostra autostima sia del tutto corretta. Non si tratta solo di pensare di essere un guru.

Io ho conosciuto alcuni veri guru e non vi permetterei mai di andare da loro, perché Dio solo sa se potreste tornare indietro tutti interi o no (risate). E ho detto loro che sono dei veri guru, lo so, ma statene alla larga. Questo perché mancano di questa compassione, di questo stile sahaj. Dato che pensano di aver lavorato molto duramente, (si domandano) perché questa altra gente non dovrebbe lavorare altrettanto duramente.

Potreste essere chiunque; potete fare questo o quel lavoro; potreste essere istruiti o non istruiti, non fa differenza. Che siate ricchi o poveri, non fa proprio alcuna differenza, purché siate consapevoli di essere guru e assumiate i vostri poteri.

Assumerli è come per qualsiasi talento: se conoscete la musica, sapete di conoscere la musica. Se sapete cucinare, sapete cucinare. Se siete un amministratore e vi intendete di amministrazione, conoscete l’amministrazione. Ma anche queste cose potrebbero non essere totali, assolute, mentre voi siete già l’assoluta totalità della realtà. La realtà è a vostra disposizione. Però assumetela! Voi non siete affatto persone ordinarie. Si può dire che siate straordinariamente ordinari.

In questo, semplicemente abbandonerete tutto ciò che è senza senso, lo eliminerete proprio. Gli altri vi vedranno e si sorprenderanno: “Che persone sono queste, che vita conducono, come sono gentili, quanto sono dolci”.

Inoltre la (vostra) conoscenza è molto sottile, molto elevata e di livello altissimo, però non vi sentite mai pieni di ego.

Non ho sentito nessun sahaja yogi dire: “Oh, io so tutto sui chakra, questo e quello. Come osi parlare così?!”, con i baffi all’insù (con supponenza; risate). No! Con tutta questa conoscenza, voi vi chinate come si china l’albero carico di frutti. E questa umiltà, questa semplicità e questa umiltà, vi conferiscono la speciale incisività in grado di penetrare in ogni cuore.

Così diventate apostoli della verità. Potete diventare profeti come William Blake. Potete. Manifesterete così tante cose che non crederete a voi stessi. Però credeteci, voi siete una cosa sola con il grande potere che è Dio onnipotente.

Hanno discusso per secoli, penso, dell’Immacolata Concezione di Cristo. Non ho mai visto gente così stupida (risate). Ma Lui è Dio! È Dio onnipotente, non è un essere umano! Può fare qualunque cosa! Come potete giudicarlo? E come potete giudicare i Suoi poteri ed il Suo operato? Avete forse il Suo cervello per discutere di Dio? Intendo dire che è come se una persona come me si mettesse a discutere di banche (risate). Dopo una o due frasi, mi perdo (risate).

Allo stesso modo, quando dibattete su Dio, dovete rendervi conto che voi non siete in grado di discutere di Dio, delle Sue parentele, di come abbia avuto un Figlio e quant’altro. Chi siete voi? Qual è la vostra posizione per poterne discutere?

E allora, in questa umiltà, comprendete che Egli è Dio onnipotente, è onnipotente, può fare qualsiasi cosa!

Allora quella fede – non una fede cieca, ma una fede reale nella percezione che Dio è onnipotente e che ora voi siete diventati messaggeri di questo Dio onnipotente – vi conferisce tutta la forza, tutto il coraggio, ogni cosa. E la Sua compassione, il Suo amore, la Sua attenzione e la Sua comprensione.

Questa fede dovrebbe essere dunque una cosa sola con voi.

Una volta andai a trovare un vero guru. Oh, per il resto era una persona davvero orribile! Ha preso a schiaffi tantissime persone, scaraventato giù dalle colline tanta gente e fatto cose di ogni genere, senza dubbio. Tuttavia per me ha un rispetto straordinario. Quando arrivai da lui, iniziò a parlarmi come ad una Dea.

Mi chiese: “Come trova questa gente terrena?”. Io risposi: “Bene, dopotutto li ho creati io” (risate). E lui: “Ah, però Lei è Dio, perché con i Suoi poteri non li trasforma un po’?” (Risate). Risposi: “Il problema è questo. Io ho dato loro la libertà. Ho detto loro che hanno la libertà di poter scegliere se vogliono trasformarsi oppure no, io non posso forzarli”.

Egli continuò: “Ma Lei è Dio onnipotente, può fare qualsiasi cosa”. Io risposi: “Posso fare qualunque cosa, ma alcune cose non voglio farle; e una di queste è togliere loro la libertà. Hanno libertà di scelta. È stata loro concessa perché, se devono ottenere la libertà suprema, dovrebbero avere intatta questa loro piccola libertà”.

Discuteva di questo con me, e disse: “Ma dato che Lei è Dio onnipotente potrebbe esserci qualche altro metodo! Che fare con questa gente orribile?”. Risposi: “La tua preoccupazione è giusta ed io la capisco, perché tu sei un guru. Ma se io sono Dio onnipotente, il mio stile è diverso, non posso essere come te”.

Allora disse: “È vero. Lei non può essere come me” (risate). Ecco cosa ho trovato in lui: mi parlava proprio come se io fossi Dio in piedi dinanzi a lui.

E poi disse a tutti i discepoli: “Glorificate, glorificate il Signore, glorificate Lei – Suti Kara – perché Dio ama le lodi”. (Shri Mataji ride) Io chiesi: “Davvero?”.

“Sì! (Risate) Se si glorifica il Signore, Egli concede ogni cosa, l’ho visto. Io lo glorifico sempre. Tutte le volte che desidero che avvenga qualcosa, io lo glorifico ed Egli lo fa per me”. (Risate, Shri Mataji ride).

Allora dissi: “È vero, devo accettarlo”.

Infatti Egli è Bhakti Gamya[7]. Non si può raggiungere Madre se non si ha davvero bhakti[8] dal cuore.

È già tutta una specie di restrizione innata. Che cosa posso farci? Se non avete bhakti (devozione, ndt) non potete arrivare a Madre, no, non potete. Non potete arrivare a Dio.

Ma se avete bhakti potete giungere a Madre. È scritto: Bhakti Gamya.

Se qualcuno mi dice (in tono di sfida, ndt): “Bene, alza la mia Kundalini!”, io non potrò alzargliela, e non (solo), ma costui per sette vite non avrà la realizzazione. Se invece qualcuno mi dice: “Madre, per favore, mi dia la realizzazione”, subito!

Quindi non solo umiltà ma (anche) bhakti. E bhakti è possibile solo se avete fede. Il punto è la fede, ed essa al giorno d’oggi viene messa in discussione da ogni genere di persone stupide, intellettuali, gente orribile che estrae speculazioni dalla propria testa, o anche dalla scienza e dalla cosiddetta chiesa cattolica e questa e quell’altra chiesa.

La vostra fede in Dio deve dunque essere assolutamente, totalmente inattaccabile. Nulla può turbarla. Questo è molto importante.

Voi avete visto tutti i miracoli di Dio, avete visto come voi fate agire i Suoi poteri, avete appreso tutte queste cose. Tuttavia la fede in Dio manca. Chi ha una fede totale in Dio è detto… si dice sia Dio stesso. È chiamato Paramchaitanya.

Il Guru è definito colui che è egli stesso Brahmachaitanya. Così, quando questa fede in Dio è perfettamente stabilizzata in voi per cui (dite): “Esiste Dio onnipotente, Egli è onnipotente ed io sono il messaggero di quel Dio”, quando questa consapevolezza si stabilizza completamente in voi, siete nel Guru Pada.

Oggi vi benedico affinché otteniate tutti quello stato, affinché siate nello stato di Guru Pada.

E ovunque siate, in qualsiasi condizione siate, qualsiasi cosa facciate, la fede in Dio onnipotente che è così genuina in voi, si esprimerà. E non solo, ma si manifesterà, agirà, proprio come Dio.

Si possono dire moltissime cose. Ho già detto moltissime cose e molte altre potranno essere dette in seguito, ma oggi dobbiamo ricordare una cosa: che dobbiamo avere una fede assoluta nel regno di Dio e nei poteri di Dio onnipotente, una fede assoluta, e poi in noi stessi.

Che Dio vi benedica tutti.

[Ha inizio il puja]

Shri Mataji: Non acqua bollente. Non acqua bollente, normale.

Yogi: Rajesh?

Guido: Il mantra di Shri Ganesha.

[Vengono recitati il mantra di Shri Ganesha e poi il Ganesha Atharva Shirsha. I leader vanno a lavare i piedi di Shri Mataji]

[Bhajan: Namami Shri Ganaraja Dayala, Gajanana Shri Ganaraya. Poi Binati Suniye]

Yogi: …questo canto…(Binati Suniye)…(all’inizio le parole non sono udibili perché pronunciate lontano dal microfono) è una invocazione che stiamo rivolgendo a Shri Mataji, quindi tutti devono cantare affinché la richiesta sia registrata. Canteremo ogni riga due volte, così la seconda volta potete seguirci.

[I leader offrono gli elementi sui piedi di Shri Mataji]

[Bhajan: Guru Totz. Mhanavi Kara Mazha]

Yogi: Marathi 46. [Omkara Swarupa, Guru Eka Jagi Trata]

Babamama: Quattordici signore sposate che non abbiano fatto mai fatto il puja. Quattordici signore sposate che non abbiano mai fatto il puja.

Javier: Quattordici donne sposate che non abbiano mai fatto il puja. Da Italia e Germania. Germania e Italia. (L’annuncio viene ripetuto anche in tedesco)

[Bhajan: Guru Paramatma Pareshu]

Guido: Nilam, Nilam dall’India. Manisha, Manisha dall’India (non chiaro). Manisha Quinci.

Babamama: Marathi 36. Marathi 36.

[Tujhya Pujani, Vishwa Vandita]

[Seguono Aarti e i Mahamantra]

 

Yogi: (Lontano dal microfono) Cantiamo una canzone? …

Yogi 2: Per favore non usate i flash. C’è già abbastanza luce sul palco. Grazie.

[Durante la distribuzione del prasad]

Babamama: Thomas, hai alzato il volume? Grazie. E l’armonium?

[Bhajan: Chalat Musafir]

[Fine del video]


[1] In questa data avvenne a Palermo, in via D’Amelio, l’uccisione da parte della mafia del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta.

[2] Nel luglio 1992 Shri Mataji stessa compose il bhajan “Binati Suniye”. Il testo significa: “Oh Adi Shakti, per favore, ascolta la mia richiesta / Per favore, donami l’autorità di celebrare il Tuo Puja / Il Tuo adoratore è arreso a Te dal cuore / Adesso abbiamo il divino attaccamento / ai Piedi di Loto del nostro Guru / Tutti i cieli sono scesi ai Tuoi Piedi di Loto / Dio sta dando il benessere ai Suoi devoti / Lei dà la realizzazione a quanti sono persi / Oh Madre, l’amore fluisce continuamente dai Tuoi occhi / Oh Madre Vittoriosa, per favore, distruggi tutte le nostre paure / Oh Madre, donaci quel potere benaugurale / mediante il quale in ognuno sarà risvegliato lo Spirito / Oh Madre, cos’altro posso dire / dato che Tu sei Antarayami (Colei che tutto conosce) / Tu sei Colei che dona la realizzazione del Sé e la conoscenza del Sé / Tu sei la Madre di tutti i Guru e dei Guru Primordiali / Per favore, dona lo status di Guru ai Tuoi umili devoti”.

[3] Il termine status, derivante dalla lingua latina e significante “condizione”, “posizione”, “situazione” (derivato dal verbo stare, “star fermo”), indica la posizione di un soggetto in relazione a un determinato contesto sociale (gerarchia, ruolo, o stato sociale).

[4] La fotosintesi clorofilliana è il processo biochimico che sta alla base della sopravvivenza delle piante: mediante questo fenomeno infatti la luce solare viene catturata attraverso la clorofilla e trasformata in energia chimica, indispensabile per sintetizzare le molecole di glucosio e liberare ossigeno.

[5] Il tulsi (Ocimum tenuiflorum) è una pianta considerata sacra in India. È l’omologo del nostro basilico.

[6] La sera precedente, durante il programma serale, era stata eseguita dai sahaja yogi una rappresentazione su William Blake.

[7] Raggiungibile mediante la devozione.

[8] Devozione.