Shri Krishna Puja

(India)

Feedback
Share
Upload transcript or translation for this talk

Shri Krishna puja. Yamuna Nagar (India), 11 Dicembre 1993.

Oggi celebreremo il puja a Shri Krishna.

Nella vita di Shri Krishna, il fiume Yamuna ha svolto un ruolo molto importante. Il fiume Yamuna è molto profondo, l’acqua è blu che dicono fosse anche il colore di Shri Krishna. Invece, il fiume Gange scorre più veloce e ed è molto meno profondo. Il prossimo anno potremmo, magari, recarci ad Allahabad[1] e vedere il punto in cui si incontrano i due fiumi (applausi).

Tutto l’Haryana[2] è stato un luogo davvero molto storico, mitologico. Saprete che i Pandava e i Kaurava combatterono nel Kurukshetra[3] e, inoltre, tutta questa zona fu utilizzata fin da tempi remoti per la meditazione. Markandeya, che avete sentito nominare molte volte, meditò in questa zona. Prima si recò in Maharashtra, dove avete visto il Sapta Shringi[4] e, in seguito, venne qui a meditare e vi scrisse il suo trattato. Ovunque trovate luoghi del genere (?); e vi sono state anche anime realizzate, rispettate ancor oggi.

Va detto, innanzi tutto, che questa è una zona di grande spiritualità poiché Shri Krishna ha vissuto qui, e a quell’epoca non esistevano autoveicoli o automezzi, così egli ha vibrato meravigliosamente tutta questa terra; adorava giocare nei pressi del fiume Yamuna. Ovviamente, egli non trascorse qui la sua infanzia ma in seguito, divenuto re, visitò questo luogo molte volte.

Dobbiamo comprendere il suo carattere in modo molto speciale. Innanzitutto abbiamo avuto l’incarnazione di Shri Rama. Vishnu, come sapete, si incarnò come Shri Rama. Ma Shri Rama dimenticò la propria divinità. Gli fu fatta dimenticare la sua divinità ed egli visse come una persona normale diventando un re come quello descritto da Socrate, cioè un re che desidera il bene del suo popolo. Egli dovette persino sacrificare la propria sposa: ciò è indubbiamente molto simbolico. Dall’altra parte dell’India settentrionale potremo vedere le zone da lui vibrate, dove si spostò; ma il Maharashtra lo percorse a piedi nudi, camminando e camminando e camminando. Tutto questo Paese è davvero vibrato da grandi santi e grandi incarnazioni.

Un aspetto di Shri Krishna era quello di essere simile ad un fanciullo; egli volle creare un’atmosfera di allegria, di gioia, poiché, dopo l’avvento di Shri Rama, la religione era presa molto seriamente e la gente praticava una religione molto austera. La stessa incarnazione tornò poi come Shri Krishna, e Shri Krishna volle dimostrare che la spiritualità non è austera, è lila, è un gioco al quale dovete giocare. E lo dimostrò nella sua vita. Ma la gente non lo comprende affatto poiché, partendo dal concetto di Shri Rama, non può accettare di ‘scendere’, qualche volta, al livello di Shri Krishna che, a mio avviso, era molto superiore, in quanto dovette dimostrare che tutto questo mondo è solo uno scherzo, è maya, ed oltre tutto ciò, è Gioia.

Tutto il suo stile era molto interessante. A quell’epoca non potevano disporre di pendal[5] così belli, non potevano avere così tanti discepoli, così egli ci provò secondo il suo stile. Quando era un bambino, c’erano molte mungitrici chiamate Gopi che facevano il bagno nel fiume Yamuna, non qui – lui rompeva le loro brocche d’acqua e l’acqua scendeva lungo la loro schiena. Il fiume Yamuna era stato vibrato da Radhaji. Ra–dha. Ra significa energia; dha, Colei che sostiene. Ra–dha. Egli non sapeva come parlar loro della Kundalini, allora lanciava dei sassi, dei sassolini contro le brocche e l’acqua scorreva lungo la loro spina dorsale, concedendo in questo modo le benedizioni della Kundalini. Il suo stile era proprio molto semplice, giocoso, gaio e nessuno capiva perché facesse tutte queste cose. Anche da molto piccolo, quando vi erano delle signore che facevano il bagno lui tentava di risvegliare loro la Kundalini, così nascondeva i loro indumenti per vibrarli.

Molti non comprendono che un bambino piccolo è molto innocente. E lui le prendeva in giro e cercava di dimostrare che la vita non è altro che gioia. Poi restituiva loro gli abiti.

In seguito crebbe e divenne re di Dwarika[6]. Nel nostro Paese vi sono intellettuali molto occidentalizzati che cercano di sostenere che vi siano stati due Shri Krishna. Vogliono analizzare qualsiasi cosa senza comprendere la spiritualità, la sottigliezza sulla quale essa si basa. Si narra che egli avesse sedicimila mogli: erano i suoi poteri. Vedete, per gli uomini, io sono una Madre. Posso avere migliaia di figli, ragazzi, ragazze, uomini, donne; nessuno può dire niente sul mio carattere. Ma per gli uomini è molto difficile. Quindi egli fece nascere tutti i suoi poteri sotto forma di donne che erano sposate ad un re. In realtà non erano sposate, costui le aveva rapite e le teneva prigioniere. Egli allora le salvò, le liberò e le sposò.

Se notate, si pone l’accento sul matrimonio: egli le sposò. Esse erano i suoi sedicimila poteri. Come sapete, egli ha sedici petali e mille sono del Sahasrara, sedicimila poteri che lui sposò. Poi ebbe (anche) cinque mogli e la gente trova da ridire anche su questo. Soltanto Krishna può farlo; le cinque mogli sono i cinque elementi. La loro essenza (degli elementi, ndt), la loro essenza causale venne sotto forma delle sue mogli e lui le sposò. Ma egli era un’anima completamente distaccata.

Vi sono molte storie sul suo distacco. C’era un grande rishi, cioè un santo, un saggio, che era giunto fino all’altra sponda del fiume Yamuna. (Anzi), accadde a Dwarika, lì non c’era il fiume Yamuna, ma c’erano il Narmada ed il Tapi[7]. Esse (le mogli di Shri Krishna, ndt) volevano andare a servire il saggio e, nell’avvicinarsi al fiume, si accorsero che era in piena.

A quel punto tornarono da Shri Krishna dicendo: “Stavamo andando a rendere onore a questo saggio ma il fiume è in piena”. Lui rispose: “Bene, andate a dire al fiume la verità. Grazie a quella verità, il fiume scenderà di livello”. “Quale verità?”. “Che Shri Krishna è un brahmachari, una persona che pratica il celibato”. Egli aveva cinque mogli ed esse ribatterono: “Come possiamo dirlo?” “Questa è la verità – ribatté – andate a riferirglielo. Ditelo al fiume e il fiume comprenderà la verità; il potere della verità abbasserà la piena”. Esse allora andarono a dirgli: “Shri Krishna è un brahmachari”, ed il fiume, con loro sorpresa, si abbassò: “Come può essere? Lui è nostro marito, come può affermare di essere un brahmachari?”

Poi servirono il saggio, lo servirono adeguatamente, gli offrirono del cibo e, sulla via del ritorno, notarono che il fiume era nuovamente in piena. Erano molto preoccupate di come poter adesso attraversare il fiume, quindi tornarono indietro dal saggio per informarlo che dovevano tornare a casa, ma il fiume era in piena e non sapevano come attraversarlo. Egli rispose: “È molto semplice. Se volete passare è semplicissimo”. Chiesero in che modo e lui: “Come avete fatto ad arrivare qui?”. Risposero: “Krishna ci ha detto di sostenere che lui è celibe ed anche il fiume Narmada è un fiume celibe. Allora il fiume si è abbassato”.

“Bene, allora adesso andate a dire al fiume che non ho consumato alcun cibo, non ho mangiato niente, sto digiunando”. E loro: “Quest’uomo ha mangiato come un ingordo e ci dice una simile bugia. Come possiamo credergli?” Tornarono al fiume e gli dissero: “Questo saggio non ha mangiato niente, è a digiuno; per favore, abbassati”. E il fiume si abbassò. Esse si sorpresero: “Ma come, quell’uomo ha mangiato tutto e malgrado ciò, quando abbiamo detto questa enorme bugia, il fiume ci ha creduto!”. E l’attraversarono.

Il punto è che le persone di quel livello, anche quando mangiano, non mangiano; anche quando sono sposate, sono celibi. È uno stato, uno stato nel quale siete completamente distaccati. Assolutamente distaccati. Non sentite l’attaccamento al lavoro che state svolgendo o alla vita che conducete. Non so dire in che modo ci si dovrebbe distaccare.

Ovviamente, con l’attività della Kundalini e la vostra meditazione, tutto quanto, e stabilizzando la Kundalini correttamente, funzionerà. Vi stupirete di come vi distaccherete dalle cose; di come gestirete tutto senza avere la sensazione di essere voi a farlo; di come riuscirete a fare tante cose senza nemmeno sentirvi stanchi. È uno stato, lo stato da raggiungere.

Perciò, che vi troviate o no a questo livello, la prima cosa che dovete capire è quante volte si usano le parole ‘io’ e ‘me’; quante volte si dice: “Ho visto questo, mi è piaciuto quello, io qui, io là”, oppure: “Questo è mio figlio, questa è casa mia”, o cose simili.

Quando vi mettete a dire ‘io’ troppo spesso, non siete distaccati. Cercate di fare introspezione. Quante volte si dice: “Devo svolgere questo lavoro; devo fare quello, devo provvedere a quest’altro; devo ottenere quello; questo è lo scopo della mia vita”? Sono tutte parole illusorie. Quando vi distaccate, ripeto che si tratta di uno stato. Non vi distaccherete stando dritti sulla testa o cose del genere. È uno stato che occorre raggiungere con la crescita.

Il messaggio di tutta la vita di Shri Krishna, è stato il totale distacco. Anche quando combatté in guerra a fianco di Arjuna, disse: “Io sarò soltanto il cocchiere del tuo carro, ma non toccherò arma, non combatterò. Sarò soltanto il tuo auriga e, se tu acconsentirai a questa condizione, ci sarò”. In realtà, Arjuna aveva un dilemma: “Come posso uccidere? Questi sono i miei parenti, sono i miei guru, sono le persone a me più vicine, i miei amici. Come posso ucciderli?” E cadde in profonda depressione. In quel frangente, Krishna disse: “Non ti rendi conto che sono già morti? Tutto ciò che nasce, deve morire, quindi devi ucciderli”. La gente adesso dirà che Krishna predicava la violenza. No, non è così. Ciò che diceva è che queste persone, che erano adharmi, prive di ogni senso di dharma, che erano state molto crudeli, che avevano molto osteggiato la tradizione del dharma, dovevano essere uccise: “Che tu li uccida o no, sono già morti, perché hanno commesso molti peccati e sono già morti. Non dovresti pensare che li stai uccidendo tu, ma sarà il Divino ad ucciderli; ucciderli per modo di dire”. E così ebbe inizio la guerra.

Anche riguardo alla Gita, la gente ha scarsissima comprensione di ciò che (Shri Krishna) intendeva comunicare. Innanzi tutto, era in corso la guerra e lui parlava di filosofia: immaginate che distacco. La prima cosa che disse (ad Arjuna) fu che doveva dedicarsi a Jnana. Jnan[8]significa bodh. Bodh, come sapete, è possibile soltanto attraverso l’illuminazione. Egli disse: “Dovresti dedicarti a Jnana, a Bodh”, cioè all’illuminazione. Ma la gente non comprende Jnan; crede di poter comprendere la Gita leggendo libri, leggendo le tante interpretazioni critiche sulla Gita. In questo Paese vi sono molte persone che tengono conferenze su Shri Krishna, ma conducono vite orribili.

Innanzi tutto, egli (Shri Krishna) disse che è questa la cosa migliore da fare, l’unica cosa da fare. Lui non era un uomo d’affari; un uomo d’affari vi parlerà prima di tutto di qualcosa che non va tanto bene e poi vi farà migliorare lentamente. Invece egli disse apertamente che così si diventa Sthita Pragnya, vale a dire Sahaja yogi. Lo disse chiaramente.

Ma Arjuna rispose: “Se è così, perché vuoi che combatta in guerra, che compia questo karma (azione)?”. Anche ciò viene molto frainteso; soltanto dopo la realizzazione potete comprendere che cosa egli intendesse per compiere i karma. Lo disse molto chiaramente: “Svolgete il vostro lavoro, i karma, tutto ciò che dovete fare, le vostre azioni, e rimettetele ai miei Piedi di Loto”. Ciò è impossibile, finché avete la percezione di essere voi ad agire, Ahambhava: si potrebbe dire che finché, a causa dell’ego, avrete questa percezione interiore, o magari persisterà ancora questo ‘io’ dentro di voi, potrete anche pensare: “Rimetto questo ai Piedi di Loto di Dio”, ma non lo fate.

Una volta che Arjuna ebbe posto questa domanda, Shri Krishna si rese conto che la natura umana non è diretta, non comprende le cose in modo diretto; quindi egli disse diplomaticamente: “Bene, rimettete tutto ai miei Piedi”, cosa che voi non riuscite a fare. La gente ci ha provato, ha tentato, era dopo era, per scoprire che così non funziona. Noi ci sentiamo responsabili di tutto ciò che facciamo.

Perché quindi dovremmo pensare che stiamo rimettendo (le nostre azioni) ai Piedi di Loto di Shri Krishna? Ad esempio, alcuni assassini dicevano: “È vero, abbiamo commesso degli omicidi, d’accordo, ma li abbiamo affidati ai Piedi di Loto di Dio”. Si è diffusa questa convinzione errata. In questo Paese (India), vi erano persone orribili che uccidevano i viaggiatori nel nome della Dea. In seguito a tutti questi malintesi, che facevano loro comodo, hanno iniziato a comportarsi così.

Egli affermò: “I vostri karma (azioni, ndt) dovrebbero essere ai miei Piedi di Loto”. Ciò è possibile soltanto dopo la realizzazione, quando avete davvero la percezione di non fare niente. Se chiediamo ad un Sahaja yogi di dare la realizzazione a qualcuno, mi risponde: “Non funziona”. Parla in terza persona, diventa una terza persona. Non pensa mai di essere lui ad agire. Alza la Kundalini con la mano ma non dice: “Sono io a farlo”; magari dirà soltanto: “Non funziona, Madre, non funziona”. “Qual è il problema?” E lui semplicemente risponderà: “C’è un problema in questo chakra”, ma non dirà mai: “Sono io ad agire.”

Così questo karma, questa azione, diviene akarma, vale a dire inazione. Sebbene voi agiate, eseguiate ogni cosa, non avete tuttavia la percezione di essere voi a farla. È questo che egli disse: “In situazioni normali, la gente non si dedicherebbe alla Realizzazione del Sé, quindi meglio dettare loro la condizione di rimettere ai piedi di Loto di Dio ogni loro azione”.

Poi parlò della bhakti. Molto furbo – sapete, io non sono furba quanto lui, vi dico tutto in modo diretto – perché egli sapeva che gli esseri umani sono troppo intelligenti e, se si deve convincerli, non possono essere persuasi parlando loro in modo diretto. Allora, in merito alla bhakti, egli disse: “Bene, ogni fiore, acqua, frutto mi offrirete, lo accetterò”. Questo per quanto riguarda la bhakti. Ma ora viene il trucco: la bhakti si può praticare quando non esiste l’altro, Ananya. Ananya significa che non vi è nessun altro, (soltanto) tu ed Io. Significa che dovreste essere connessi con Me, solo allora si può praticare la bhakti; ma nessuno comprende, nessuno comprende il significato della parola Ananya, oppure non vogliono capire. Ananya significa che non esiste l’altro, significa che siete un’anima realizzata. È questa la bhakti che accetterò.

Quando sento questi Hare Rama che soffrono di problemi di ogni genere, dire: “Madre, com’è possibile che soffriamo di problemi legati a Shri Krishna?”, io rispondo loro che non hanno connessione con Shri Krishna. Non sono connessi. Supponiamo che questo (microfono, ndt) non sia connesso: non funzionerà. Inoltre, esiste un protocollo, Shri Krishna è un’incarnazione. Qui, anche se dovete incontrare il Primo Ministro e continuate a ripetere il suo nome, sarete arrestati. Ma Egli (Shri Krishna) è onnipotente: come potete ripetere il suo nome con tanta leggerezza, come se vi appartenesse, come se poteste disporne? Esiste un protocollo. Invece a loro (gli Hare Rama. Ndt) è stato detto di invocare il nome di Shri Krishna o di Shri Rama, o il nome di Dio.

Dovete pregare Dio per non dimenticarvi di Dio; è questo il motivo. Ma non è questo il modo. Queste persone continuano a farlo come pazze ed è così che la Kundalini si rovina. Ho notato che hanno problemi al Vishuddhi e non hanno nessuna sensibilità nelle mani. Seguitano a dirmi: “Madre, non percepiamo niente, ecc.”. E sono devoti di Shri Krishna! Quindi, anche la loro bhakti è errata.

Ma qualsiasi cosa abbia affermato Shri Krishna, dovete interpretare ciò che egli ha tentato di dire fra le righe. Le sue monellerie, i suoi scherzi infantili erano tutti molto dolci e belli e servivano a creare un sentimento di rispetto verso l’innocenza. Se un indiano vede un bambino, sviluppa un sentimento che noi chiamiamo vatsalya, cioè un sentimento di grande amore, tenerezza e protezione per il bambino.

Mi sorprende, al contrario, come i bambini siano attaccati in Occidente: essi subiscono molti attacchi. Non capisco perché (la gente) si comporti così, non vi è alcun sentimento di vatsalya. È qualcosa di molto crudele. Non so se siano posseduti, o se vi sia una qualche influenza delle vite precedenti, o qualsiasi altra cosa, ma è molto comune per loro (in Occidente) l’attacco che sferrano all’innocenza, ai bambini piccoli. È impossibile capire come degli esseri umani possano comportarsi così.

Il meraviglioso comportamento infantile di Shri Krishna, vi fa sentire l’amore, la tenerezza, la protezione per i bambini piccoli…(interruzione nella registrazione).

Devo parlarvi della sorella di Shri Krishna; stavo per farlo, ma lei ha pensato che potessi dimenticarmene (Shri Mataji ride). Vedete, Shri Krishna aveva una sorella, come sapete, Vishnumaya. Lei è l’elettricità. Abbiamo assistito a Cabella e in Canada ai miracoli di Vishnumaya.

I nativi (del Canada) dicevano che quando fosse venuta la Santa Madre, tutto il cielo sarebbe diventato rosso per i fulmini e, quando arrivai in Canada, iniziarono i fulmini. Il giorno successivo, prima che si facesse giorno, vidi il cielo rosso, completamente rosso. Moltissime persone lo videro. Vi furono sedicimila fulmini, sedicimila fulmini, fu riportato anche dai giornali: se ne sentì il fragore per tutta la notte. Allora dissi: “Meglio che io vada in bagno, così tutto si fermerà”. E a quel punto si arrestò, diversamente sarebbe continuato così (interruzione nella registrazione).

Un altro aspetto è il modo in cui egli era legato ai Pandava. Anche Draupadi era sua sorella (di Shri Krishna), Vishnumaya nacque come Draupadi. C’era anche sua madre, Yashoda; mentre Radhaji era Mahalakshmi, la Madre Maria, la quale dette alla luce Shri Ganesha, cioè il Signore Gesù Cristo. In India nessuno metterebbe in dubbio l’Immacolata Concezione, nessuno ne dubiterebbe. Ma per altri è troppo credere nell’Immacolata Concezione, la mettono tutti in discussione e dicono cose assurde. Poiché Ganesha era stato creato così, anche Cristo poté essere creato in quel modo.

Radha era quindi la Madre Maria e, se leggete il Devi Mahatmya, è sorprendente come sia scritto chiaramente chi fosse Cristo: il supporto. Egli era chiamato Mahavishnu. Egli era il supporto, il Muladhara, era il supporto dell’universo. Tutte queste personalità erano collegate fra loro, ma noi combattiamo stoltamente perché non abbiamo la conoscenza della realtà.

Radhaji voleva chiamarlo Yashoda, così lo chiamò Jesu; in ebraico è Jesu; in India Yashoda viene detto anche Jasoda. Molti dicono Jesu, ed è così che lui divenne Jesus. Potete verificare ciò che dico con le vibrazioni.

Sono tutti collegati, e la cosa più grandiosa è che sono personalità divine. Noi non possiamo comprenderli, non possiamo analizzarli, non possiamo fare osservazioni su di loro; è un segno dell’arroganza umana, poiché la sua conoscenza (dell’essere umano) è molto limitata e, con questa conoscenza ristretta, lui vuole parlare della Divinità che trascende la mente, l’intelligenza umana. L’unica cosa che possiamo fare è essere umili e arresi. Così è nato l’Islam, che significa resa. Ma come possano definirsi arresi, solo Dio lo sa.

Oppure i cristiani: in che cosa stanno seguendo Cristo? E gli indù, seguono forse il principio secondo il quale ognuno ha lo Spirito nel cuore? Se ognuno ha lo Spirito, come potete tollerare il sistema delle caste? Adesso, grazie a Dio, moltissime persone al mondo sono diventate Sahaja yogi. Abbiamo trasceso tutte queste barriere artificiali nella nostra vita divina. Come può il Divino dividere la gente? Non può essere che esistano persone superiori o inferiori. L’unica cosa è che dovete raggiungere lo stato in cui osservare il mondo intero come una rappresentazione, come disse Shri Krishna, della quale voi siete i testimoni, sakshi. Ho voluto raccontarvi tutta la storia di Shri Krishna perché questo fiume Yamuna mi ricorda tutte le cose meravigliose da lui compiute e ieri mi sono sentita felice per come danzavate, per come vi divertivate. Ciò è molto, molto significativo.

Coloro che lo hanno fatto in passato, non erano santi. Erano persone comuni che Shri Krishna voleva prendere per mano. Sono chiamati rasa: ra significa ‘energia,’ sa vuol dire ‘con.’ Si tenevano tutti per mano, così, grazie all’energia di Radhaji tutti venivano illuminati. Tutte queste cose, come in tutte le religioni, hanno perso il loro significato, hanno perso la propria forma e si sono molto corrotte.

Ciò avviene perché si tratta di un atteggiamento mentale. Se avete un atteggiamento mentale, esso ha i suoi limiti e, dopo un po’, vi è un declino in tutte queste avventure mentali che intraprendete, perché non contengono la forza della verità. È per questo motivo che si osserva una fase di decadenza nelle arti, nella musica; sta per verificarsi un declino in tutto. Ma voi avete trovato la Verità quindi, per favore, cercate di comprendere che la verità è eterna e la Verità è Amore. La Verità è Amore divino e l’Amore divino non ha conseguenze. Non esige niente, non vuole niente, desidera solo amare. E quando notate la gentilezza del Potere onnipervadente …ognuno qui ha avuto qualche miracolo e la maggioranza mi ha riferito moltissimi miracoli: “Madre, è accaduto questo, è accaduto quest’altro, è avvenuto quello”. È tutto compiuto dal Potere onnipervadente dell’Amore divino e, per convincervi, sta facendo molte cose interessanti come mostrarvi diversi tipi di mie fotografie e quant’altro.

La migliore è stata nel periodo di Navaratri. In una mia fotografia ho visto uno sfondo alquanto diverso, come se vi fosse qualcosa di rotondo, vi era una tenda e qualcosa che spuntava da lì, come il sole quando fa capolino. Ma quando sono andata a Mosca, sono rimasta sorpresa del fatto che l’intera scena si trovasse dietro di me (probabilmente come sfondo scenografico, ndt). E ciò è accaduto prima che fosse realizzata o ideata. Si è visto al Navaratri Puja. Ciò significa che anche tutto ciò che concepite è suggerito dal Divino. Diversamente, com’è possibile che un mese prima avessimo avuto quella fotografia della quale mi stupivo: “Come può quella cosa stare dietro di me?”. E poi, quando siamo andati a Mosca, era lì, l’hanno vista tutti. È molto sorprendente.

Egli gioca tiri di ogni genere. Anche quando io non sono presente egli dimostra che ci sono, e sta funzionando in tanti modi che occorre comprendere che ciò che consideriamo un miracolo è opera di questo Potere onnipervadente.

Spero che abbiate apprezzato il vostro soggiorno qui e dobbiamo ancora proseguire per un grande tour. Spero che ora arrivino altre persone, e che stiate tutti comodi. In realtà, dopo la realizzazione, ho visto che la gente non si cura delle comodità fisiche, si preoccupa soltanto del benessere dello Spirito. Le persone sono molto profonde, avete conosciuto gli indiani. Sono gente molto profonda, gente bravissima ed umile. Noi siamo tutti parte integrante di un unico corpo ed è questo che occorre ricordare. Spero che stiate tutti bene domani, voi non lo sapete, ma dicono che sia un posto molto, molto freddo. Vediamo; così come il sole è venuto qui, forse lo stesso sole ci aiuterà laggiù.

Che Dio vi benedica.

NOTE:

[1] Allahabad (nello stato indiano dell’Uttar Pradesh) si trova nel punto in cui confluiscono i tre fiumi Gange, Yamuna e Saraswati. Data la sacralità del luogo, esso è meta di pellegrinaggi e vi si celebra il festival indù del Kumbha Mela.

[2] Stato dell’India nord-occidentale.

[3] Anche questo luogo (oggi una città, a ca. 160 km a nord di Delhi) si trova nello stato di Haryana.

[4] Famoso tempio a Vani, nel distretto di Nasik, dedicato alla Dea.

[5] Padiglione.

[6] Nello stato indiano del Gujarat.

[7] Nomi di fiumi.

[8] Conoscenza.