Navaratri Puja, Panchami – Quinta Notte di Navaratri

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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(TRADUZIONE NON REVISIONATA DAL 2004)

 S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Navaratri Puja

Panchami – Quinta Notte di Navaratri

Cabella Ligure, 9 Ottobre 1994


Oggi celebreremo il Puja del Navaratri. Ieri avete assistito ad una bellissima descrizione del Navaratri e di come la Dea Madre abbia creato poteri di ogni tipo dentro di voi. Non è soltanto lei a detenere i poteri, tutti voi li avete e li potete utilizzare. Tutti potete scoprire se questi poteri esistano o no. Per noi la realizzazione è molto importante, ma è stata la Kundalini a darvi la realizzazione. Ovviamente, la Kundalini è un aspetto, o potremmo definirla un riflesso, dell’Adi Shakti; ed anche Jagadamba è un aspetto dell’Adi Shakti.

Lei risiede al centro di due cuori[1], una posizione molto importante. Tutti i suoi poteri si trovano in questo chakra. Immaginate quindi quanti debbano essere. I suoi poteri si esprimono, mediante il chakra del cuore centro, in tutti i Ganas che avete intorno a voi. I Ganas sono coloro che vi danno protezione, vi provocano il sonno, vi forniscono energia, vi accordano benedizioni; essi sono tutti continuamente all’opera e sono intensamente devoti e sempre connessi con la Madre Amba, che possiamo chiamare Jagadamba.

Lei è la Madre dell’Universo, potete immaginare dunque quanto debba essere indaffarata a prendersi cura dell’intero universo. Quando questo centro si indebolisce, significa che la sua connessione con i Ganas si allenta. Anche i Ganas si indeboliscono, e tutti i poteri che si potrebbero esercitare non possono essere attivati a causa di questa debolezza. È un centro molto sottile, perché è il centro della Madre.

È impossibile comprendere l’amore della Madre, è assolutamente impossibile. Quando le ragazze si sposano e diventano madri, iniziano a rendersi conto di quanto le loro madri debbano avere fatto per crescerle. In modo analogo, quando i Sahaja yogi diventano bravi Sahaja yogi, simili ai Ganas, si rendono conto di quanta pazienza e di quanto amore ed intelligenza abbiano dovuto avere i Ganas, per combattere la negatività. Tutte le forze di Jagadamba agiscono per colpire qualsiasi tipo di negatività.

Questa è la sua natura principale: distruggere tutta la negatività esistente al mondo e che si oppone a Sahaj, che si oppone a voi. La sua distruzione si attua in molti modi. Innanzitutto, dobbiamo renderci conto che se peccate contro la Dea insorgono problemi fisici di ogni tipo quali tutte le malattie psicosomatiche. Possiamo elencare il cancro, l’AIDS, tutte quante. Ma alcune malattie implicano anche un coinvolgimento di Ganapati. Ganapati è il Signore di tutti i Ganas. Ganapati appartiene alla Madre ed ella controlla tutti i Ganas tramite suo Figlio Ganapati. Vi è una connessione assoluta.

Noi pecchiamo contro la Madre quando diventiamo immorali; immorali nel senso che iniziamo ad indulgere a cose non consentite dal Dharma. Tutto ciò che è autorizzato dal Dharma è legale. Voi adesso comprendete il Sahaja Dharma in modo innato, interiormente. Io non ho dovuto dirvi niente, adesso voi sapete che se una cosa è errata è errata, e se una cosa è giusta è giusta. Quando cercate di commettere qualcosa del genere (immorale), essendo lei una Madre, attende prima di punirvi, senza dubbio; ma se commettete peccato contro il Padre, come fare gli spacconi, dire smargiassate, adottare comportamenti crudeli e duri e quant’altro, la punizione arriva immediatamente. Invece, essendo lei l’oceano di compassione, il suo castigo impiega più tempo ad arrivare e viene data piena opportunità di correggersi e ritrovare la giusta direzione.

Quando però la punizione ha inizio, contraete malattie di natura molto seria. Esse provengono da ciò che chiamiamo paura. Quando qualcuno vi spaventa o vi aggredisce, oppure se si è dominati da individui aggressivi o si è minacciati, intimiditi, si inizia a perdere la fede nei poteri di Madre. Occorre quindi prendersi cura del cuore centro. A causa della paura, si viene scaraventati sul lato sinistro, lontano dalla Madre, perché è lei che ci infonde sicurezza, che ci infonde coraggio e audacia. Ma se siete spaventati o vivete nella paura, potete essere scagliati sul lato sinistro e contrarre malattie di ogni genere, molto gravi, definite incurabili.

Un altro motivo è se i vostri sensi vi inducono ad abbandonarvi a vizi del tutto contrari al Dharma; anche allora il canale centrale vi espelle scaraventandovi sul lato sinistro, perché non siete degni di stare ai Piedi di Loto della Madre. In questo centro, quando siamo spaventati l’osso dello sterno inizia a muoversi e, come un telecomando, informa tutti i Ganas dell’attacco imminente. Ma quando vi spostate deliberatamente sul lato sinistro e vi abbandonate ai vizi, allora essi (i Ganas) non se ne curano; dicono: “D’accordo, fai pure, fai ciò che vuoi, puoi comportarti come ti pare”. Tutti questi diversi movimenti verso il lato sinistro, vi allontanano da vostra Madre.

Vi narrerò un aneddoto a proposito di una persona in America. È un Sahaja yogi indiano molto anziano. Uscito dal negozio dove lavorava era entrato nella sua auto, ma lì trovò seduto un uomo che lo colpì al cuore centro con un pugnale e lui iniziò a sanguinare. Mi ha raccontato: “Madre, non so cosa mi sia accaduto. Ho sentito una tale forza che l’ho afferrato, ho iniziato a lottare e gli ho strappato il pugnale. Lo teneva per il manico, poi il pugnale è finito nelle mie mani; allora lui è fuggito. Nonostante tutto, non ero preoccupato di sanguinare; ciò che ho fatto è stato chiamare il mio collega che stava uscendo dalla sua auto, gli sono corso incontro e lui mi ha portato in giro in auto per mezz’ora a cercare quel tizio”.

Non si recarono alla polizia, ci andarono dopo e i poliziotti si stupirono perché aveva tutta la camicia intrisa di sangue. Mi ha raccontato: “Nessuno voleva crederci”. Anche i poliziotti erano sconvolti: “Avete cercato quel tizio per mezz’ora. Perché non siete venuti alla polizia?” E lui: “Avreste impiegato mezz’ora per arrivare, quindi abbiamo pensato che fosse meglio fare da soli”. Guardate che coraggio. Ovviamente poi fu portato in ospedale e tutto andò bene. Mi ha raccontato che gli hanno dato dei punti, ma sta bene. Questo è l’esempio di una persona che non potrà mai contrarre nessuna di queste orribili malattie, perché nell’animo non ha paura, di nessun tipo. Ed è indiano. Ha detto: “Non ho mai nemmeno schiaffeggiato i miei figli, non mi sono mai battuto con nessuno, in nessun caso sono un lottatore. Eppure è accaduto”. Dice: “Non so da dove io abbia preso questa shakti[2], proprio non so come ci sia riuscito.

Potrei narrarvi molti episodi simili a questo, relativi ai Sahaja yogi e a molti santi, su come non abbiano mai avuto timore di scagliarsi contro chi li stava attaccando, o di proteggersi con coraggio da cose orribili di ogni genere. A volte non ci si può credere, ma accade quotidianamente. Ricevo lettere su quanto coraggio hanno avuto le persone.

Se credete nella Dea, sappiate che lei è veramente potente, estremamente intelligente e, se deve proteggervi, vi proteggerà totalmente, in un modo tale che non capirete come siate stati protetti. Però deve essere sviluppata questa fede. La fede deve essere sviluppata anche grazie all’esperienza di come siete sempre stati protetti; di come siete sempre stati aiutati; di come avete superato molte crisi.

Se malgrado questo, però, vi turbate, vi preoccupate, vi angustiate quando qualche nube compare nel cielo della vostra vita, significa che siete ancora deboli. Per prima cosa, dunque, se davvero venerate la Dea, non dovreste assolutamente avere preoccupazioni di alcun tipo e decisamente non dovreste avere paura. Avanzate con coraggio! Qualsiasi cosa facciate, fatela con coraggio. Allo stesso tempo, però, devo parlarvi dell’altro aspetto: non si dovrebbe andare in giro come degli zombi a dire tutte le assurdità tipiche del lato destro – non significa questo – ma se dovete fare qualcosa, fatelo con idee ben chiare e senza timore.

Così, iniziate a manifestare tutti i suoi poteri. Un individuo coraggioso non ha niente di cui preoccuparsi: del sonno, del benessere, di niente. È senza paura. Ripeto ancora una volta che essere coraggiosi non significa procedere offendendo chiunque, dicendo cose di ogni genere. No, significa essere senza paura; se qualcuno vi attacca, potete sempre proteggere voi stessi.

Vi ho raccontato quell’aneddoto perché non si trattava di una protezione proveniente dall’interno, come se fosse la Dea a proteggere; lui si era proprio protetto da solo, quindi il potere aveva iniziato ad agire attraverso di lui. Dovreste permettere alla vostra mente, al vostro corpo, di proiettare questi poteri. Diversamente, qui parliamo di Puja, di tutto, certamente, ed il potere c’è; ma la vostra mente vi dice: “No, no, no, non è così”. A questo proposito, vi sono moltissime storie, tantissimi miracoli riferiti dalle persone.

Per prima cosa, dunque, non dovreste avere paura di nulla. Se non avete fatto niente di male, se siete sulla retta via, sarete sempre protetti. Ricordatelo: sarete sempre protetti. Ricordatevene e credeteci: “Io sono sempre protetto”. È qualcosa di molto difficile perché magari la nostra mente elabora idee del tipo: “Oh Dio, ora che cosa accadrà, che succederà; questo, quest’altro”.

La cosa principale, come ho detto, è essere coraggiosi: far sì che la Dea si esprima. Supponiamo adesso – mettetela così – che ora tutti i Ganas vi stiano seguendo. Se il comandante di un esercito è una personalità timorosa, che cosa faranno gli altri? Fate assegnamento, dunque, su voi stessi: occorre sviluppare anche questa fede.

Ho visto persone malate che devono venire a trovarmi perché non dipendono da se stesse. Possono curarsi da sole, non è necessario che vengano a trovarmi. In molti casi la gente si è curata da sola, ha curato gli altri, soltanto con la preghiera. Ma quando la fede non è matura, pensano che io debba curarli, che io debba toccarli, che io debba fare questa e quest’altra cosa. Una volta lo facevo; (ora) ho smesso, perché adesso dovete dipendere da voi stessi. Non soltanto potete aiutare voi stessi, ma aiuterete anche gli altri. Se però non avete fede in voi stessi, nel fatto di poter curare, di poter badare a voi stessi, di potervi proteggere, tutto diventa come se fosse sempre la Madre a dover svolgere il lavoro.

All’inizio un bambino piccolo va nutrito. Va bene, potete aiutarlo, occuparvi di lui, fare qualsiasi cosa. Ma una volta cresciuto, egli non vuole che sua madre lo nutra. Allo stesso modo, per quanti anni Io ho lavorato! Adesso voi Sahaja yogi dovete crescere con dignità e dovreste maturare, così potrete agire da soli nel modo giusto. Questa maturità esiste perché vostra Madre vi ha benedetti. Lei vi ha concesso tutti i suoi poteri, tutti.

Ma un potere, la pazienza, è difficile. Dovete essere pazienti come vostra Madre. Potreste pensare che sia molto difficile, ma provateci. Innanzi tutto dovete avere pazienza con voi stessi. Ho conosciuto molte persone che, dal punto di vista spirituale, si considerano delle nullità e pensano di non aver ottenuto niente. Questa è decisamente una forma di fuga: volete sfuggire alla vostra personalità. Limitatevi ad osservare. Se fate introspezione, scoprirete che adesso vi siete sviluppati in veri colossi della spiritualità. Nessuno può toccarvi, potete fare qualsiasi cosa, potete badare a voi stessi, potete sostenere gli altri. Qualunque siano i poteri di cui parlavano le persone che hanno cantato ieri, si stanno tutti manifestando in voi. Malgrado ciò, voi lasciate tutto al caso e, direi, rimettete tutto agli altri e non a voi stessi. C’è da dire che nessuno, finora, aveva svolto un’opera di questo tipo: connettere tutti i discepoli al potere divino.

Poiché si tratta del potere divino di amore, dovete saper amare gli altri. È molto importante. Ma ancora, quando si tratta di amare, si ameranno i figli, la moglie; è molto comune in Sahaja Yoga, sono troppo attaccati ai figli. Prima (di Sahaja Yoga) erano noti per essere assolutamente egoisti, senza alcun attaccamento ai figli, alla moglie o altro. Ma ora è come una colla; i figli stanno loro appiccicati, le mogli stanno loro appiccicate e la famiglia è molto importante. Questa è un’altra tentazione che dovete superare.

Non sto dicendo che dobbiate abbandonare la vostra famiglia o i figli, ma parlo nuovamente di distacco. Il distacco è il vostro potere; osservate tutto con distacco. Non pensate: “Oh, sono entrato solo da pochi giorni in Sahaja Yoga”…No. Non pensate: “Gli altri sono superiori a me, io non valgo niente”…No. Fate semplicemente introspezione e scoprite da soli quanti poteri avete già. E più ne conoscerete, più diverrete umili: è molto sorprendente, diverrete umili, senza paura. Potete avere paura se, ad esempio, avete con voi molto denaro; se siete molto istruiti potreste temere le gelosie; se possedete altri beni, come gioielli ed altro, avrete paura che arrivino i ladri; se siete dei politici potreste temere che qualcuno in vostra assenza vi porti via la poltrona.

Ma quando si tratta davvero di Sahaja Yoga, è il contrario. Chi può rubarvi la realizzazione del Sé? Ditemelo. Chi può sottrarvi i poteri? Chi può carpirvi le vibrazioni? Pensateci. E chi può rubarvi l’amore? Perché esso proviene dallo Spirito che è eterno, e il flusso è continuo. Soltanto quando vi allontanate dal vostro Spirito, potete provare tutte quelle sensazioni che si hanno nell’oscurità.

Un altro potere della Madre è che lei vi dà uno stato in cui siete Sakshi, testimoni che osservano tutto. Siete dotati di una pazienza straordinaria, una pazienza formidabile. Qualunque cosa sia accaduta, va bene, lasciamo stare, “questo andrà bene, quest’altro andrà bene”. Vi liberate così di una cosa orribile chiamata collera. Ciò vi dà uno stato di testimonianza talmente colmo di pace, che iniziate a diventare sempre più giovani. Vi dirò che quando quest’anno ho incontrato alcuni Sahaja yogi cui avevo dato la realizzazione l’anno scorso, stentavo a riconoscerli. Sono improvvisamente ringiovaniti di dieci anni, è molto sorprendente. E io stessa, devo confessare, non riesco davvero a distinguere se voi siate le stesse persone oppure siate i vostri figli!

Ciò che vi accade, quindi, è che divenite personalità pacifiche. Perché? Perché vostra Madre è sempre presente. Vi è la fede che lei è sempre presente, è sempre con noi, ci protegge sempre. Ma adesso siamo cresciuti, lei ci ha conferito tutti i poteri, ci ha elargito ogni bene; cosa vi è quindi da temere? Questa fede però non deve essere una fede cieca, bensì una fede illuminata. La differenza è che con la fede cieca si ha la fede ma non i poteri, mentre con la fede illuminata, si ha la fede e tutti i poteri.

Quando ciò vi accade, per prima cosa, iniziate a crescere molto in fretta nel vostro Dharma e non temete le vostre virtù.

Voi parlate alla gente, parlate di Sahaja Yoga ovunque e funziona, ha successo. Quando non avrete paure, avrete un chiaro quadro della situazione perché diverrete veggenti, quelli che in sanscrito chiamiamo Drashtas. Chiedetevi ad esempio: come riuscì C. S. Lewis[3] a vedere la nostra processione? Come poté William Blake[4] prevedere il nostro futuro? Come riuscì Gyaneshwara a scrivere di Pasaydan, che è una descrizione di tutti i Sahaja yogi? Dice continuamente: “Ora alzati e cammina, fai questo, tu sei questo, l’hai ottenuto”, egli cerca sempre di infondere in tutti questa sicurezza. E come riuscì Rabindranath Tagore[5] a vedere il nostro viaggio a Ganapatipule? Come è potuto accadere? Accade soltanto quando le persone hanno una fede illuminata. Con la fede illuminata, vostra Madre vi accorda l’altro grandissimo potere della discriminazione, del discernimento.

Qualcuno è venuto da me: “Madre, questo signore è molto bravo, nessuno si è occupato di lui, è molto istruito, molto ricco ecc. ecc.”. Ed io: “D’accordo, mostrami la sua fotografia”. Ho visto la foto ed ho esclamato: “No, meglio tenerlo a distanza. Assolutamente. Tenetelo lontano!”. (Il Sahaja yogi) era stupito: “Come può dire di tenerlo assolutamente fuori?”. Io avevo visto la foto. “Come ha fatto, Madre, a dirlo soltanto dalla fotografia?”. Io ho sentito le vibrazioni e ho detto subito: “Non va bene”.

Un signore venne a dirmi che alcuni nigeriani gli avevano scritto una lettera: “Deposita 35.000 sterline in una banca, o qualcosa del genere, noi metteremo il nostro denaro, parecchi milioni, e tu poi potrai averne un terzo”. Lui venne a raccontarmi la storia. Risposi: “Davvero? Stanne alla larga”. E lui: “Perché?”. “È una truffa”. Quando tornò in America, scoprirono che si trattava di un imbroglio e lui mi chiese: “Madre, come faceva a saperlo?”. Risposi: “Puoi sentire le vibrazioni; sono caldissime, quindi è una truffa”.

Voi avete le vibrazioni, potete sentire le vibrazioni. Se ora non volete usare questa nuova consapevolezza, a che scopo entrare in Sahaja Yoga? Era molto turbato quando lo esortai a lasciar stare; si chiese perché Madre gli stesse dicendo questo. Gli chiesi: “A che ti serve il denaro? Ti occorre denaro? Beh, ne abbiamo, non fare queste cose”. Quando gli dissi che si trattava di un raggiro, ebbe uno shock. Al ritorno, scoprì che era una truffa. All’aeroporto si prostrò ai miei piedi e Io gli chiesi: “Che cos’è accaduto?” “Madre, lei è incredibile. Ciò che ha detto è vero”. Ma io risposi: “Sono state le vibrazioni a rivelarmi che era un imbroglione.  Se credi che ti darà tutto quel denaro ti sbagli, perché aveva vibrazioni pessime”. In questo modo potete gradualmente sperimentare. Tentate di porre l’esperienza nel cuore ed abbiate fede in questa esperienza. Che cosa eravate? Che cosa siete diventati adesso? Quante esperienze di Sahaja Yoga, dell’attenzione di Madre su di voi, avete avuto? Se avete questa fede illuminata, la fede illuminata in voi, diventate potenti. Voi non avete poteri perché la vostra fede è così… Ma se diventate davvero anime realizzate evolute, mature, allora tutti i vostri poteri funzioneranno.

Vi è un pescatore in India – fa il pescatore ma è laureato – che un giorno si stava recando in barca su un’altra isola per diffondere Sahaja Yoga. Quando uscì dalla sua capanna, vide enormi nubi nere nel cielo ed il gioco di Vishnumaya. In piedi sulla spiaggia disse semplicemente a Vishnumaya: “Per favore, ordina a queste nuvole di comportarsi bene. Sto andando a compiere il lavoro di Madre e che non osino causarmi problemi durante il viaggio”. Disse soltanto questo. Le persone che erano con lui mi hanno riferito che questo Harishchandra aveva parlato così. Salirono in barca, fecero il programma e tornarono a casa. Quando fu risalito sulla sua barca, iniziò a piovere.

Con la vostra fede illuminata voi controllate tutti i cinque elementi. Per questo non occorre neppure che diciate niente; i poteri sono tanto grandi che agiscono. Guardate ora: oggi, al momento di celebrare il Puja, improvvisamente è venuto il bel tempo. Io non l’ho chiesto; è venuto il bel tempo, molto migliore di ieri. Sarebbe potuto essere molto freddo. Ma questa dovrebbe diventare, ripeto, una fede reale. Se vi ricordate, l’ultima volta abbiamo avuto una pioggia terribile e tutto si stava allagando, hanno dovuto abbassare tutti i pilastri. Non appena hanno iniziato a cantarmi ‘Jai’, tutto si è fermato. Questa esperienza dovrebbe farvi capire che non vi era alcuna necessità di abbassare i pilastri, dovevate soltanto cantarmi ‘Jai.’ Tutto qui. Invece eravate tutti indaffarati ad abbassarli. Io mi limitavo ad osservarvi, non ho detto niente; mi sono detta: “Che provino”.

Queste ardue prove giungono anche per farvi maturare. Se non vi sono questi cimenti, se non vi arrivano queste dure prove, non le supererete. E se non le supererete, non saprete che cos’è la vostra fede. Una persona che si trovi sulla spiaggia dirà: “Non so nuotare”. Ma supponiamo che la costringiate a tuffarsi in acqua e lei si metta a nuotare: allora si renderà conto di saper nuotare.

Poiché voi non vi rendete conto di ciò che siete diventati, non vi rendete conto di saper nuotare, non capite di poter salvare anche gli altri. Siete ancora coinvolti qua e là in cose piccolissime, minuscole. Ma se soltanto vi renderete conto di ciò che siete diventati, cambierete completamente. La vostra dimensione limitata, che sembra quella di una minuscola particella, ricoprirà il cielo intero. Ma questo potere che è in voi, non vi darà ego: la prova è che vi rende umili. È una delle cose che vi rendono umili ed intensamente amorevoli e compassionevoli. Con questi poteri non ferirete gli altri; è questo il segno. È l’amore di Madre, il potere dell’amore di Madre. Una persona che abbia una madre molto amorevole e gentile diventa molto gentile. Questo in psicologia è un dato di fatto.

Se ora vi rendete conto di ciò che siete, di ciò che siete diventati, in un certo senso è perché il Navaratri puja è un puja molto, molto potente in quanto manifesta, spalanca i canali del vostro potere. È molto, molto importante e da stamattina io sono soltanto un flusso di vibrazioni. Incredibile. È stata come una cascata di vibrazioni. E continuo a vedere luce, luce, luce, luce. Pensavo: “Ora non so di che cosa parlerò”. Ecco perché ho chiuso gli occhi: perché in tal modo avrei visto sempre qualcos’altro e non voi. Quindi ho pensato che fosse meglio chiudere gli occhi. Ma ora voi siete la luce, siete la luce. La luce non teme l’oscurità, vero? Perché essa può rimuovere l’oscurità. Ecco che cosa siete, ma non ve ne rendete conto e vivete con un’idea di voi stessi molto limitata, davvero insignificante.

Non sto dicendo che dovreste diventare come dei guru che vanno in giro a fare gli smargiassi con due corna in testa, no. Il vostro ornamento è l’umiltà, la gentilezza, la dolcezza ed il modo in cui trattate la gente. Vi stupirà, Io dico alle persone anche ciò che trovo di sbagliato in loro. Faccio anche questo, certo, ma in modo che la persona possa comprendere che è per il suo bene. Quindi, l’intera personalità, l’intero temperamento, tutto si modifica; il volto intero si trasforma, l’intero portamento. Il modo di parlare si trasforma in modo automatico come se vi rendeste conto che il meccanismo è cambiato, interiormente. Sviluppate così le qualità di un vero Mahayogi.

In realtà, questa condizione di Mahayogi è stata conseguita da molte persone anche in passato. Ma esse dovettero percorrere un sentiero molto tortuoso. Dovettero abbandonare tutto, non in modo esteriore, ma dovettero distaccarsi davvero, dal cuore. Dovettero partire, recarsi in luoghi lontani e nutrirsi di cibo mediocre. Cose di ogni genere…Persino Buddha soffrì molto. Cristo soffrì molto. Erano incarnazioni, tuttavia dovettero soffrire. Rama soffrì molto; Shri Krishna soffrì molto; pensate. Adesso voi non avete dovuto soffrire. Al contrario, avete superato la sofferenza: (avete) divertimento, musica, tutto. Ma per gioire di Sahaja Yoga, in Nirananda – assolutamente nient’altro che gioia – occorre capire che si dovrebbero abbandonare tutti i miti con cui si convive. Vi sono miti di ogni genere; alcuni hanno il mito di essere molto poveri, altri hanno il mito di essere molto ricchi, altri ancora hanno quello di essere molto infelici, certuni di essere molto felici. Sono tutti miti, sono tutti miti. La condizione (reale) è il vuoto completo. Il vuoto completo. Questa è la gioia; questo vuoto è colmo di gioia. Il vuoto completo. Allora non vi aspettate niente da nessuno, e questo vuoto interiore dà realmente l’opportunità alla compassione e all’amore di farsi strada.

Supponiamo che in una pentola vi sia già qualcosa: che cosa potrete versarvi dentro? Che cosa potrete aggiungervi? Se dunque siete completamente vuoti dentro, (senza) nessuna di queste assurdità relative al passato o al futuro – né aspirazioni, ambizioni e cose del genere, né falsità – se diventate proprio vuoti, vi riempite di nient’altro che gioia, una gioia di natura davvero eterna. Voi non l’avete mai chiesta, non la attendete con impazienza. Esiste, da sempre.

Ed è questo che oggi vi auguro di provare. Come sapete, ciò che riguarda la Devi è molto profondo e sottile: il modo in cui lei ha assunto la forma di una Madre; l’amore con cui si è presa cura dei suoi bhakta[6]; il modo in cui ha combattuto contro i demoni ed anche contro la negatività. Adesso però i demoni sono penetrati nel vostro cuore; i falsi guru sono penetrati nel vostro cervello. Da questi orribili libri provengono tantissime cose che vi attaccano continuamente. Anche se uccidete quei demoni, vi rimarranno ancora in testa. In realtà saranno veramente morti quando, dopo essere stati assorbiti dalla vostra mente, la abbandoneranno. Soltanto allora è possibile eliminarli. Diversamente, se ne andranno ma vi lasceranno in testa i loro bhut.

Queste negatività derivano dall’aver seguito persone sbagliate, dall’aver letto libri sbagliati; anche quando entrate in Sahaja Yoga, potete essere fuorviati da alcune persone, è possibile. Anche in quel caso, perdonate quella persona. Lei potrebbe migliorare, mentre voi potreste perseverare con le stesse idee e far saltare fuori improvvisamente cose strane. La qualità è dunque quella della compassione e dell’amore, del coraggio e dell’assenza di paura e del vuoto completo. In questo vuoto non vi preoccupate di ciò che dovete raggiungere, di quante persone dovete riunire, di quanti dovranno entrare in Sahaja Yoga; non ve ne preoccupate. Funzionerà automaticamente, ma voi non lo desidererete, non vi ci fisserete, come ad esempio: “Oh mio Dio, non ci sono molte persone, che fare”, e quant’altro.

In un certo senso per noi è un bene perché, in paradiso, dov’è il posto per così tanti stupidi? Non dovremmo correre appresso a gente negativa ed inutile, ma dobbiamo certamente accogliere le persone sinceramente buone. Un’altra cosa che vorrei dirvi è che in Sahaja Yoga persone del genere (negative) vengono automaticamente estromesse. Se ne andranno in un batter d’occhio. Non rimangono, perché non meritano di trovarsi qui. Non meritano di avere i poteri di Madre.

Ciò accade in un modo molto bello e sottile. Io faccio in modo di arrivare sempre tardi ad ogni programma, in tal modo chi è inutile scompare semplicemente; alcuni spariscono a metà programma perché niente entra nella loro testa, davvero. Non capiscono nulla, quindi se ne vanno. Coloro che rimangono sono i veri ricercatori della verità e, tutti loro, ricevono la realizzazione. In sanscrito la chiamano cheyen (?), selezione. Avviene una selezione naturale, ed è molto interessante il modo in cui le persone se ne vanno e tornano in Sahaja Yoga. Sapete, è un evento comune in Sahaja Yoga, non dovreste turbarvi. Se, ad esempio, avete troppe persone in Russia e non molte in Svizzera, forse potreste pensare in questi termini; ma adesso non va così male, quindi non dovremmo preoccuparci, perché noi non siamo più russi o svizzeri, siamo esseri sovrumani, siamo Sahaja yogi. Che siano russi, o indiani, o provenienti da qualche territorio africano, va bene. Se sono Sahaja yogi, dovremmo essere felici. Se gli svizzeri entrano in Sahaja Yoga, dovremmo essere felici.

In un certo senso, questo attaccamento per cui desiderate portare più svizzeri, all’inizio è positivo, perché volete avere compagnia. Non potete vivere con una sola persona in una giungla dove tutti gli altri non sono Sahaja yogi, è difficile, quindi volete avere compagnia, volete averne di più, sempre di più. Ma non è importante. Quelli che vi sono, sono sufficienti, e non dovremmo preoccuparci di cose come il numero. Quando però vogliamo condividere il nostro amore, allora ne sentiamo la mancanza (di altri Sahaja yogi), non perché siamo svizzeri, ma perché non possiamo condividerlo. In quel momento nasce una nuova personalità e questa nuova personalità è quella che agisce. Intendo dire che non vi diamo denaro, non esistono premi per voi. In nessun caso vi sono forme di incoraggiamento come esporre le vostre foto, niente del genere. Riuscite ad immaginare qualche organizzazione in cui agirebbero come agite voi? Nessuno lo farebbe. Vi danno premi, vi concedono gratifiche, vi danno anche promozioni; fanno cose di ogni tipo, fateci caso, per incoraggiarvi. Ma in Sahaja Yoga non facciamo niente (del genere).

Allora cos’è che vi spinge a lavorare così duramente in Sahaja Yoga, che cosa vi spinge a diffondere Sahaja Yoga? L’unico motivo è che volete condividerlo; non potete farne a meno. È come per un ubriaco che, se possiede una bottiglia, deve avere almeno una persona con cui condividerla, perché pensa che sia peccaminoso: “Di fatto, sto commettendo un peccato, perché non condividerlo con qualcun altro?”. In questo modo sarebbe diviso a metà (risate). Ma in Sahaja Yoga voi lo condividete, volete divulgarlo, perché siete collettivi, siete divenuti collettivi, è questo il motivo. Volete che entrino più persone, che aderiscano e gioiscano più persone. Diventate individui molto nobili, capite?

Gli ubriaconi si comporteranno così, ovviamente, ma supponiamo che qualcuno vinca alla lotteria oppure qualcun altro ottenga un grande successo in affari: non vorrà condividere. Invece voi pensate: perché no? Se io provo una gioia simile, perché gli altri non dovrebbero? Perché gli altri non dovrebbero ricevere le stesse benedizioni che ricevo io? Poiché voi diventate estremamente nobili, molto nobili, lavorate duramente, molto duramente per ottenere questo. Nessuna parola può descrivere la mia gioia quando vi vedo lavorare con tanta spontaneità. Ieri ho visto il film, l’intero spettacolo, e sono rimasta davvero molto stupita e commossa nel vedere che questa musica marathi[7] è giunta a Cabella. Riuscite ad immaginare che possa venire in mente ad un italiano? Nemmeno fra cent’anni gli verrebbe in mente. Ma come è potuta venire così spontaneamente e funzionare bene? Perché vi è un senso di collettività.

La new age[8] di cui si parla è arrivata, senza dubbio. Questa è una nuova era ed esiste anche una nuova consapevolezza. Ma ora, di nuovo vi è la nuova collettività e, questa collettività, agisce in modo tale che volete diffonderla. Agisce come la vostra fame. Si tratta di un altro tipo di fame per la quale volete creare più Sahaja yogi, volete avere più fratelli e sorelle e volete aiutarli, così che possano intervenire ai Puja e al resto e diventare buoni Sahaja yogi. Adesso, questo tipo di ambizione o di gioia, o comunque vogliate chiamarlo, rappresenta il completamento del progetto; dimostra che nel vostro cuore la collettività sta prosperando. Ed è per questo che non potete gioire di Sahaja Yoga stando seduti da soli sull’Himalaya; no, volete avere altre persone.

Questo è il segno di come l’amore di Madre sia ora radicato nei vostri cuori e di come tutti diffonderete Sahaja Yoga. Certo, mi hanno riferito che qualcuno in Australia sta accumulando denaro. L’Australia è sempre stata un problema. Stanno ricavando denaro da questo (Sahaja Yoga). Non so proprio cosa dire, perché è qualcosa che non riesco a capire. Come possono pensare di guadagnare denaro o fare cose asahaj[9] di ogni genere? Ne derivano dei grattacapi, ma non importa, lasciatelo a me. Qualunque cosa sia me ne occuperò io. Quanto a voi, diventate semplicemente le grandi luci di vostra Madre. È ciò che devo chiedervi stasera. Avete tutto il potere che scorre in voi, avete la luce accesa, ma dovete espanderla; espanderla sempre e sempre più, e vi sorprenderete, perché Tukarama[10] ha detto: “Io sono come un piccolo, minuscolo granello di polvere e pure il cielo intero”.

È questa la vostra personalità.

Che Dio vi benedica.


[1] Al centro, quindi, dell’aspetto sinistro e destro del chakra del cuore.

[2] Energia, potere.

[3] Clive Staples Lewis (1898-1963), scrittore irlandese amico di Tolkien. Dopo la sua conversione al Cristianesimo, avvenuta nel 1931, scrisse numerose opere ad argomento religioso. La sua produzione più famosa si intitola Le Cronache di Narnia, una collana di sette romanzi divenuta celebre soprattutto nell’ambito della letteratura per bambini. L’autore vi descrive con simbolismi (i personaggi sono animali) la lotta fra il bene e il male. Nel 1955 scrive l’autobiografia: “Sorpreso dalla gioia”.

[4] W.Blake (Londra 1757-1827). Poeta, pittore e incisore inglese. In lui il dato sensibile è sempre trasformato in visione profetica.

[5] R. Tagore (Calcutta 1861-1941). Scrittore e poeta indiano di lingua bengali. Premio Nobel per la letteratura, nel 1913.

[6] Devoti.

[7] Dello stato indiano del Maharashtra.

[8] Nuova Era.

[9] Contrarie ai principi di Sahaja Yoga.

[10] Tukarama (1607 ca. –1649). Asceta e poeta indiano del Maharashtra. Studiò e meditò profondamente le opere dei santi della sua terra (quali Jnanadeva, Namadeva, Ekanatha, Kabir e Mirabai). Nelle sue poesie introduce elementi autobiografici a scopo di edificazione, per dimostrare che le difficoltà familiari e sociali possono essere vinte dalla fede e dall’amore per Dio.