Mahashivaratri Puja, Come distaccarsi e ascendere

Castle Mountain Camp, Wisemans Ferry (Australia)

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(2/2022 SOTTOTITOLI, TRADUZIONE VERIFICATA)

SHRI MATAJI NIRMALA DEVI

Mahashivaratri Puja

Come distaccarsi e ascendere

Castle Mountain Camp, Wisemans Ferry (Australia), 26 Febbraio 1995





Oggi ci siamo riuniti qui per celebrare il Puja a Sadashiva. Colui che è riflesso dentro di noi è Shiva, cioè il puro Spirito. Questo puro Spirito dentro di noi è il riflesso di Dio onnipotente, Sadashiva. È come il sole che batte sull’acqua e viene chiaramente riflesso, mentre se batte su una pietra non viene riflesso affatto.

Se si prende, ad esempio, uno specchio, il sole non solo batte sullo specchio, ma esso rifletterà anche la sua luce. Allo stesso modo, negli esseri umani, il riflesso di Dio onnipotente è espresso a seconda della personalità: se la vostra personalità è pura, chiara, innocente, il riflesso potrebbe essere come quello di uno specchio.

Le persone sante riflettono correttamente Dio onnipotente, nel senso che non si identificano più con cose sbagliate. Quando tali identificazioni non esistono, e quando una persona è assolutamente il puro Spirito, il riflesso di Dio si riflette negli altri.

Fortunatamente avete tutti ricevuto la vostra realizzazione del Sé; questo significa che il riflesso di Dio onnipotente è già attivo nella vostra attenzione. L’attenzione è illuminata dal potere dello Spirito. Il potere dello Spirito è di essere un riflesso, e il riflesso non s’identifica mai con lo specchio o con l’acqua.

È lì finché brilla il sole e, quando il sole non c’è, non vi è alcun riflesso. Quando siete venuti in Sahaja Yoga vi siete purificati, anche la vostra Kundalini vi ha purificati e adesso siete personalità pure.

È per questo che tale riflesso è sempre più chiaro e gli altri lo vedono sul vostro viso, sul vostro corpo, nel vostro lavoro, nel vostro comportamento, in tutto.

Per le persone è difficile credere veramente in se stesse, di poter essere davvero il riflesso di Dio onnipotente. Penso abbiano delle specie di complessi per cui non riescono a capire come improvvisamente siano diventate il riflesso di Dio onnipotente. Ma ne hanno la capacità e possono diventare il riflesso di Dio onnipotente. Per questo, devono avere fiducia in se stesse, nella loro ascesa, e credere di esserlo diventate.

La sicurezza è molto importante in Sahaja Yoga. Senza la piena sicurezza non potete ottenere la vostra ascesa. Avete visto che anche nei miei discorsi devo esortare ad avere totale sicurezza. Ma sicurezza non significa in nessun caso ego, aggressività. Se siete sicuri, siete molto meno aggressivi.

C’è una storia cinese molto interessante.

Un re voleva che i suoi galli vincessero una gara di combattimento. Qualcuno gli disse che se avesse portato i suoi galli da un certo santo, questi li avrebbe resi così forti da vincere sicuramente la gara.

Egli portò, dunque, i suoi due galli dal santo dicendogli di infondere loro tutta la forza necessaria per vincere la gara. Dopo un mese, il re tornò a riprenderseli e li mise nell’arena dov’erano molti altri galli che iniziarono ad attaccarli; ma loro se ne stavano semplicemente lì, molto pazienti, del tutto calmi e tranquilli.

Osservavano ogni tipo di attacco come un gioco. Allora gli altri galli si stancarono e corsero via dall’arena, e fu così che i due galli (del re) vinsero la gara.

Questo è ciò che dobbiamo capire: una persona distaccata non può mai essere aggredita.

Noi veniamo attaccati dalle tante identificazioni che abbiamo: in primo luogo la famiglia, poi il nostro paese, la nostra religione, cose di ogni genere, tra cui il razzismo. Ho visto che tutte queste identificazioni ci rendono davvero deboli, poiché ci attaccano continuamente e confondono le menti dei sahaja yogi.

Voi dovete avere fiducia in Sahaja Yoga e fiducia in voi stessi, nel fatto che siete sulla via giusta, che adesso siete salvi e nessuno può attaccarvi perché avete la completa protezione del Divino.

La gente può seguire qualsiasi religione, può seguire qualsiasi guru, può seguire qualsiasi cosa, ma ha sempre paura di essere attaccata e teme di dire ciò che dovrebbe dire. Non ha discernimento nemmeno per capire cosa dover dire.

Con la giusta comprensione che siete il puro Spirito, se ci credete, sarete sorpresi di quanto sarete sicuri di ciò che state facendo.

Possiamo dire che abbiamo un altro grande vantaggio, quello cioè di essere nella collettività. Nella collettività possiamo scoprire il nostro comportamento. Qual è la reazione all’interno della collettività? In collettività una persona molto sottile non ha bisogno di parlare troppo, di dire molto. Potrebbe starsene lì come i galli di cui vi ho parlato, ma si può percepire la sua profondità. Si può sentire che una persona di quel calibro è così profonda che non vuole aggredire. Si sente protetta interiormente.

Dobbiamo dunque sentire questa protezione non a livello mentale ma dentro di noi e, una volta che abbiate questa gravità, questa percezione, nessuno potrà attaccarvi. È chi attacca ad essere insicuro o magari maleducato, o forse non è ancora un sahaja yogi. Quindi dovete avere un occhio indulgente nei confronti di questa persona. Come Shiva. Diciamo che la nota caratteristica di Sadashiva è di essere Colui che perdonava tutti.

Era così disgustato da chiunque facesse penitenze come stare dritti sulla testa o su un piede solo, oppure digiunare o penitenze di ogni genere, che diceva: “Va bene, cosa vuoi? Prendilo!”. E accordò benedizioni anche a numerosi rakshasa, come avete sentito; e tantissimi rakshasa furono da Lui benedetti perché si era stancato delle loro penitenze.

C’erano molte storie sulle benedizioni che Sadashiva accordava alla gente, persino a Ravana – c’è una storia molto interessante su Ravana – che faceva molte penitenze. Non so cosa abbia fatto, quanto abbia digiunato con le sue dieci teste, e cosa… (risate, Shri Mataji ride). Insomma, se già con una bocca si ha fame, immaginiamo con dieci! (Risate)

Non so quale penitenza abbia fatto per far proprio stancare Shiva. La Sua compassione è così grande che pensò: “Che questo essere abbia ciò che vuole”.

Allora Ravana andò da Shiva e Shiva gli chiese: “Cosa vuoi? Perché stai facendo tutto questo a te stesso?”. Quello rispose: “Voglio ricevere una benedizione”. E Lui chiese: “Quale?”. “Prima promettimi che mi concederai qualsiasi cosa io ti chieda”. “Certo, se è in mio potere te la concederò”. È una storia molto interessante. Allora Ravana disse: “Voglio tua moglie.” Sapeva, infatti, che la sposa di Shiva era l’Adi Shakti e che, se avesse avuto l’Adi Shakti come compagna, avrebbe potuto compiere meraviglie. Quindi chiese: “Vorrei tua moglie come compagna”. Per Shiva fu molto difficile prendere la decisione di cedere a questo demone ma, per compassione, lo fece.

E tutti questi eventi mostrano realmente come la Sua compassione faccia funzionare le cose.

Fu così deciso che la Sua sposa Parvati andasse con questo orribile individuo. Ma il fratello di Parvati era Shri Vishnu, cioè Shri Krishna, che si disse: “Non posso permettere che mia sorella vada con quel demone. Devo fare qualcosa”.

Shri Krishna è molto dispettoso e ciò che fece fu fargli sentire la necessità di andare in bagno. Ravana si sentì in imbarazzo, lasciò la signora da una parte e andò in bagno.

Shiva però lo aveva avvisato: “Ti conviene stare attento perché la Madre Terra è la madre di questa signora, non posarla mai sulla Madre Terra, devi portarla sempre sulle spalle”. Quindi, giunto ad un certo punto, Shri Krishna mise in atto un trucco facendogli sentire l’urgenza di andare in bagno, così Ravana la posò a terra e, appena lo ebbe fatto, la Madre Terra la inghiottì senza che lui sapesse cosa fare.

Tentò una seconda volta. Andò di nuovo da Shiva e gli disse: “Vedi, tu mi avevi promesso questo e guarda Lui cosa fa”. Egli rispose: “Ti avevo avvertito che Suo fratello è un tipo molto dispettoso e in un modo o in un altro sarebbe intervenuto, quindi farai meglio a stare attento. Stavolta non dargli retta, non posarla a terra in nessun caso”.

Allora lui fece un altro tentativo, per così dire, e se la mise sulle spalle. Improvvisamente vide un ragazzino: era Shri Krishna che stava ridendo di lui. Gli chiese: “Perché stai ridendo di me?”. “Perché stai portando sulle spalle questa anziana donna? Non ha neanche un ornamento!”. Ravana rispose: “Lei è la Dea”. E il ragazzino: “No, non ha ornamenti, non ha niente. Come può essere la Dea?”. Vedete, in India abbiamo un modo di dire: una donna senza ornamenti né niente è come la Parvati di Lanka. Lui, infatti, la stava portando a Lanka e, quando alzò lo sguardo, vide una donna molto anziana e sdentata che rideva di lui. Ebbe così paura che se ne liberò. Questa è Mahamaya!

Per la terza volta andò da Shiva a dirgli: “Faresti meglio a dire a tua moglie che non deve ascoltare nessuno e faresti meglio a consegnarmela”. Lui rispose: “D’accordo, nascerà a Lanka e tu potrai sposarla”. Il nome di Lei era Mandodari. Il grande racconto continua così: Mandodari era una grande devota di Vishnu al tempo in cui arrivò Rama per uccidere Ravana.

Tutto questo fu organizzato da Mandodari stessa, perché Lei sapeva che se Shri Rama avesse ucciso Ravana costui si sarebbe liberato da queste idee sulle donne, come correre dietro a Sita e tutto il resto.

Lei, in realtà, voleva che accadesse qualcosa per cui lui potesse rinascere e liberarsi della fissazione delle belle donne e di rapire Sitaji e portarla (a Lanka). Lei era assolutamente contraria, ma lui non volle ascoltare. Scoppiò quindi una guerra durante la quale Ravana venne ucciso da Shri Rama.

Tutto questo episodio avvenne in virtù dell’illimitata compassione di Shri Shiva. La Sua compassione a volte appare molto illogica, mentre in realtà dietro vi si nasconde una grande logica. La logica consiste nel fatto che, qualsiasi cosa faccia, Egli risolve il problema.

Ad esempio, era in corso una guerra e, all’epoca, vi era un problema perché esisteva un orribile demone che aveva ricevuto da Shri Shiva la benedizione che nessuno potesse ucciderlo. Aveva anche concesso una benedizione – si dice varadan – a un santo che aveva detto: “Ora voglio dormire e nessuno dovrebbe disturbarmi”. Allora Shiva gli concesse questa benedizione: “Se qualcuno disturberà il tuo sonno, potrai ridurlo in cenere con un semplice sguardo”.

C’erano dunque questi due. Quando iniziò la guerra, Shri Krishna pensò: “La cosa migliore è uccidere questo demone con la stessa benedizione accordata al santo”.

Quindi fece un gioco, e iniziò a fuggire dal campo di battaglia; per questo motivo è chiamato il guerriero che fuggì dal campo. Ranchordas: colui che fugge dal campo di battaglia. Shri Krishna, mentre fuggiva, aveva addosso uno scialle. Entrò di soppiatto nella grotta dove stava dormendo il santo e lo coprì con lo scialle.

Quando lo ebbe coperto con lo scialle, il demone che lo stava inseguendo, l’essere satanico, raggiunse quella grotta e, vedendo lo stesso scialle, disse: “Oh, così ora sei stanco e ti sei messo qui a dormire. Ora ti sistemo io!”.

Senza rendersi conto di chi in realtà stesse dormendo lì, tirò via lo scialle. Allora il santo addormentato si svegliò e lo guardò, e si dice che lo abbia incenerito con il suo terzo occhio.

Quindi arrivò la soluzione.

Tutto il gioco è così, tre forze in azione solo per mostrare che alla fine la verità prevale.

Per prima cosa c’è la compassione di Shiva, la Sua bontà; poi c’è il gioco di Shri Krishna o Shri Vishnu per neutralizzarla; la terza cosa è il gioco di Brahma che crea e produce le cose. Tutte queste tre forze giocano solo per creare il clima adatto per far capire a tutti noi che deve avvenire qualcos’altro alla nostra consapevolezza umana. Tutti loro hanno fatto evolvere dentro di noi questo desiderio di ricercare la verità.

Da un lato Shiva è estremamente compassionevole, molto gentile persino con gli asura, con i rakshasa. Ma dall’altro lato può essere molto crudele. Può distruggere l’intero universo. Se le persone sono molto decadenti, se non si rivolgono alla spiritualità, se la loro innocenza è completamente perduta, se non si distaccano da tutte le identificazioni errate che stanno causando problemi in questo mondo, Egli distrugge l’intero universo. Di fatto Lui è lo spettatore del lavoro dell’Adi Shakti. Le permette di compiere tutta quest’opera, di creare gli esseri umani, di dar loro la realizzazione, di fare tutto questo. Ma nel caso in cui scopra che i figli di Lei, le persone da Lei salvate, si comportano male, insultano o, in qualche modo, distruggono il Suo (di Lei) lavoro, Egli può adirarsi distruggendo l’universo intero.

Io però non credo che ora vi siano possibilità che lo faccia, perché adesso abbiamo sahaja yogi ovunque. Ma ciò che vedo fra i sahaja yogi è che alcuni crescono molto velocemente: con costanza e forza acquisiscono il loro principio, Tattwa, di Shiva. La prima conquista che si nota è che iniziano a distaccarsi interiormente.

Il distacco non è mentale, non è mentale. Non occorre adottare la rinuncia (sanyasa) o andare sull’Himalaya, rinunciare alle famiglie eccetera.

Il distacco è interiore e, quando inizia ad agire, il primo segnale è che diventiamo gioiosi, diventiamo felici.

Se chiedete a qualcuno: “Perché sei infelice?”, vi parlerà di sua moglie, magari della casa, dei bambini, del suo paese, della società, di qualsiasi cosa. Così diventa molto turbato o magari molto infelice nel vedere gli avvenimenti intorno a sé. Se è un’anima realizzata, questa infelicità non lo aiuterà.

Ciò che occorre adesso è rendersi conto che voi potete correggere tutti questi mali della società, della famiglia, dell’intero paese, trasformando gli altri, non standoci male. Ma, nel farlo, dovreste avere soprattutto un completo distacco.

Sono rimasta stupita, quando ho iniziato Sahaja Yoga, di come le persone mi parlassero dei loro connazionali, ero sorpresa di come mi parlassero delle loro religioni e delle cose sbagliate che facevano.

Non conoscevo tante cose che mi hanno detto e ho pensato che fosse subentrato un distacco che permetteva loro di vedere chiaramente i difetti della loro società, della loro gente, dei loro parenti, della famiglia, del loro paese, di tutto il mondo.

Questo è possibile solo se non siete identificati con niente di tutto questo, altrimenti non vedrete mai i difetti. Non vedrete mai cosa c’è di sbagliato in un’altra persona e non potrete neppure capire quali sono i chakra bloccati.

Quindi, per prima cosa dovrebbe subentrare il distacco. Come conseguirlo è il punto. Molti mi chiedono: “Madre, come riesce a distaccarsi?”.

Perché, sapete, io non sono attaccata, sono già distaccata. Non so come fare diversamente. Ma voi, per capire voi stessi, direi che dovreste fare introspezione. Cercate di scoprire a cosa siete attaccati: perché sono infelice? Per chi mi preoccupo? Perché dovrei preoccuparmi?

Alcune cose che non erano mai state molto importanti, diventano importantissime per certi sahaja yogi. Ad esempio, mi è stato riferito che in Occidente non si curano molto dei figli, ma appena prendono la realizzazione si attaccano a loro come colla. Non riescono a pensare cosa sia bene per i figli, pensano che tutto ciò che riguarda i figli sia il loro dovere primario.

L’altro giorno sono rimasta sorpresa di sentire che i genitori vogliono venire dopo il Puja di compleanno. Ero scioccata. Voglio dire, il Puja di compleanno si sta avvicinando, perché i genitori vogliono venire dopo? Quando l’ho detto a Yogi (Mahajan) ha risposto: “Madre, noi saremo molto felici se ci saranno e anche loro dovrebbero esserlo. Infatti ciò aiuterà i bambini e aiuterà i genitori”.

Ma tutta l’attenzione ora è sui bambini: “Dobbiamo lasciarli lì e occuparci di loro”, questa è l’unica cosa che conta (per loro).

L’attaccamento ai figli vi farà sicuramente fare delle cose che non sono buone, che non vanno bene per voi. Ho notato che questo nuovo attaccamento inizia dopo Sahaja Yoga, è molto comune.

Un altro attaccamento è alla vostra famiglia. Di solito queste cose non avvengono in Occidente. Lì le persone non sono molto attaccate alla famiglia, bevono e fanno cose di ogni genere. Improvvisamente ottengono la realizzazione e tornano alla famiglia come boomerang. C’è un forte attaccamento alla famiglia, alla casa, a qualsiasi cosa. Non riesco proprio a capire.

Se diventate il puro Spirito siete distaccati, perché siete solo un riflesso, ma il riflesso di Dio onnipotente. Così, tutte queste identificazioni scompaiono. Ci si potrebbe chiedere: “Come abbandonarle?”. Io non ho mai dovuto abbandonarle, ma a voi posso consigliare alcuni metodi che potete provare.

La prima è la meditazione. Dovreste scoprire cosa c’è che non va in voi, quale lato è bloccato, se il destro o il sinistro. Potete scoprirlo con la meditazione. Siete attaccati al denaro, agli affari, alla famiglia, al vostro paese in un modo che non è Sahaj, o alla vostra cultura che non è Sahaj?

Allora cercate di liberarvi da questo attaccamento attraverso la meditazione.

Sapete come sbarazzarvi (dei problemi) del lato destro o sinistro. Questo attaccamento si manifesterà sulla punta delle vostre dita e dovete capire da soli quali chakra hanno un blocco e perché avete dei problemi. Poi potete purificarli, molto facilmente, usando un semplicissimo trattamento Sahaj.

Penso che qui falliamo perché, una volta che siamo attaccati a qualcosa, non ci rendiamo neanche conto di esserlo. Pensiamo di fare cose grandissime perché amiamo quella o quell’altra persona, (pensiamo di esprimere) le qualità di Shiva, la compassione. Così iniziate ad attaccarvi alle persone, ma questa non è compassione. Non è affatto compassione. Essere attaccati a queste cose non è compassione e non potete avere la compassione di Shiva, sebbene alcuni pensino che sia la compassione di Shiva ad agire in loro. Non è così, perché quella compassione è molto pura. È, come vi ho detto molte volte, come la linfa nell’albero che sale e si diffonde alle varie parti dell’albero e poi evapora o scende nella Madre Terra. Non è attaccata. Se si attacca a un fiore, ad una foglia o ad un frutto, tutto l’albero ne soffrirà e anche il fiore appassirà. L’attaccamento ad una cosa o ad un’idea particolare non va bene.

In Sahaja Yoga ho visto che le persone sono molto adattabili e capiscono cosa devono fare, ma la cosa più importante è la meditazione. Meditando sul vostro cuore, sullo Shiva Tattwa, sul principio di Shiva, potete sicuramente distaccarvi e, allora, la gioia raggiungerà il massimo livello, sarà al massimo. Ho visto che le persone hanno interesse ad esempio nel cibo, nei vestiti, nella casa, in qualsiasi cosa. Voi potete avere interessi, dovreste averne, ma, in quell’interesse, dovrebbe esserci la comprensione illuminata che non potete attaccarvi.

Ad esempio, ad alcuni indiani del sud non piace il cibo del nord. Agli indiani del nord non piace il cibo del sud. Questo è un grosso problema. Ho chiesto ad una persona dell’Indian Airlines: “Perché non avete del cibo standard?”. Mi ha risposto: “Qual è il cibo standard dell’India? Me lo dica”. Ma era una domanda vera.

Gli indiani sono molto esigenti riguardo al cibo e al sapore; è vero che in India non abbiamo un cibo standard. Ma si può dire ugualmente che, in tanti altri modi, anche gli occidentali corrano dietro a cose inutili. Agiscono in un certo modo per seguire la moda, oppure non so, perché la loro personalità non è matura.

Se la personalità è matura si vedono le cose da una prospettiva molto più elevata di quella degli altri e non ci si annulla negli altri. Ciò che voi sapete è molto più elevato, molto più grande e dà molta più gioia.

La gente pensa che gli attaccamenti diano molta gioia, che il fatto di avere ad esempio un figlio, una moglie e altro, dia gioia. È un’idea molto sbagliata. La gioia proviene dalla fonte del vostro Spirito.

Che abbiate un buon marito, che abbiate figli buoni o cattivi, comunque siano, non possono darvi gioia. Voi potete soltanto gioire di voi stessi ed è per questo che si acquista una grande capacità di perdonare. Se nessuno può danneggiarvi, con chi vi adirerete?

Questa è un’altra grande qualità di Sadashiva: Egli ha una straordinaria capacità di perdonare. Arriva fino a un certo punto, dopodiché distrugge l’intera opera dell’Adi Shakti. Diversamente perdona moltissimo e, in questo, è anche molto equilibrato.

Una volta l’Adi Shakti si infuriò terribilmente con il mondo intero. Era così decadente che Lei iniziò a distruggere tutto. Shiva, allora, le mise un bambino piccolo sotto il piede: a quel punto, per lo shock, le uscì dalla bocca una lingua grandissima e bloccò la Sua distruzione.

I sistemi di Shiva sono tali che una persona che debba sviluppare il Suo principio dentro di sé dovrebbe avere una grande capacità di perdonare. So che ci sono persone molto crudeli e tormentose. Se non ce la fate a sopportare, va bene, troncate pure, io sarò al vostro fianco in questo; ma se ce la fate è meglio tollerare ed affrontare l’esperienza della sopportazione, perché sopportare non è più difficile che fuggire.

Ad esempio, una signora venne a dirmi: “Ho intenzione di divorziare da mio marito”. E io: “Perché?”. “Perché torna a casa molto tardi e lo vedo pochissimo”. Io ho risposto: “Ma se divorzi da lui non lo vedrai affatto! Che logica è? Almeno ora lo vedi, quando c’è. Non è questa la soluzione. Se divorzi non lo vedrai mai, che senso ha dunque questo divorzio?”. Molte cose come questa possono essere comprese una volta che siate distaccati: voi non dovete essere attaccati a nulla. Chi può aggredirvi se non siete attaccati a nessuno? Nessuno può farlo.

L’unica cosa è che quando sentite di dover protestare dovreste farlo, ma con distacco. Anche quando protestate è importante avere un assoluto distacco.

Il problema principale che abbiamo oggigiorno è un altro: è che dobbiamo ascendere tutti, e ascendere con uguale forza.

C’è un racconto di alcuni uccelli che erano rimasti intrappolati in una rete, così decisero che dovevano uscirne, e provarono. Ognuno cercò di uscire, ma nessuno ci riuscì da solo, così; decisero di volare tutti insieme: “Uno, due, tre, via!” e, tutti insieme, portarono via con sé la rete. Poi chiesero ai topi: “Per favore, venite a tagliare questa rete!”. Così furono liberati.

Se questo può succedere ai topi e agli uccelli, perché non può funzionare tra noi? In collettività, sarete stupiti di come possiamo aiutarci reciprocamente e gioire gli uni degli altri.

Se, ad esempio, c’è qualcosa che non va con vostra madre, vostro padre, le sorelle o qualcun altro, non importa; dopotutto qui avete l’oceano di gioia, con la collettività, e i vostri problemi possono essere risolti collettivamente, se volete risolverli. Dobbiamo dunque dipendere dalla collettività, essere tutt’uno con la collettività.

Sento che una volta che vi tuffiate nell’oceano di Sahaj, è la gioia stessa che vi fa incontrare. Incontrarvi tra voi è una cosa talmente gioiosa! Abbiamo avuto tante esperienze di questo, di sahaja yogi che mi hanno raccontato di come abbiano incontrato inaspettatamente da qualche parte altri sahaja yogi e di come ne siano stati felici. Questo legame tra i sahaja yogi è davvero il canale più gioioso ed è, direi, la fonte del nostro divenire una cosa sola insieme. Quando iniziate a gioire uno dell’altro…

Una volta vi ho raccontato la storia di un grande poeta indiano di nome Namadeva, che era un sarto. Ce n’era poi un altro che era un vasaio – a volte mi sfuggono i termini inglesi.

Anche il vasaio era un poeta e si chiamava Gorakumbhar. Quando Namadeva andò a incontrarlo – i santi desiderano incontrare solo altri santi – lo guardò, si fermò e poi recitò due bellissimi versi. Disse: “Sono venuto per vedere il Chaitanya senza forma ma, qui, il Chaitanya è nella forma” – Nirgunachah beti allo sagunashi – “Sono venuto a vedere il senza forma, a vedere le vibrazioni, ma qui lo vedo in una forma”.

Solo un santo può dire questo ad un altro santo. Questo tipo di apprezzamento, questo apprezzamento sottile è possibile soltanto tra due o molti santi. Lui non ha visto che l’altro stava impastando l’argilla, che indossava un dhoti sporco mentre faceva quel lavoro. Namadeva non ha visto tutte queste cose, non ha visto il suo corpo, il suo viso o altro; ha solo visto la divinità personificata in lui.

Questa sensibilità di sentimenti per gli altri sahaja yogi dovrebbe veramente svilupparsi dentro di voi. Allora non vi importerà delle cose insensate, superficiali; e questo è uno dei grandi principi di Shiva, a Lui queste cose non interessano.

Vedete, Lui ha i capelli tutti arruffati, sta a cavalcioni di un toro veloce con le gambe messe così mentre si reca al Suo matrimonio. Ve lo immaginate?

E tutti i Suoi amici, tutti i Suoi seguaci sono persone che hanno un occhio solo, alcuni hanno una mano sola, qualcuno è piegato così, perché per Lui non conta l’aspetto esteriore, ciò che conta è la spiritualità.

Che abbiate un occhio solo o il corpo deforme non fa alcuna differenza. Per Lui sono tutti la Sua gente, perché niente che sia superficiale attrae la Sua attenzione, ma solo la divinità in una persona.

Abbiamo tanti modi per comprendere il Suo principio, perché Egli è onnipervadente. Funziona se provate compassione per qualcuno. Funziona sicuramente.

Recentemente, c’è stato un caso di malattia incurabile in Messico. Una signora messicana, che lavorava e ancora lavora all’ONU, mi scrisse due lettere, dicendomi: “Madre, perderò mio figlio a causa di questa orribile malattia”. Mi scrisse, semplicemente.

Provai un’immensa compassione per lei, perché aveva scritto una lettera che mi aveva fatto venire le lacrime agli occhi e, immaginate, quelle lacrime hanno curato quel bambino! (Shri Mataji parla a lato: “Qualcosa è caduto”. Poi in Hindi). Hanno curato quel bambino completamente e lei mi scrisse una lettera di ringraziamento. Ero sorpresa, perché la mia compassione non è mentale: essa agisce, esiste, fluisce e risolve.

Anche voi potete diventare così. Desidero che abbiate tutti i miei poteri. Il primo però è la compassione. Un sahaja yogi non può maltrattare un’altra persona, nessuno. Che si tratti di un sahaja yogi oppure no, non è importante. Nessuno può aggredire altri sahaja yogi. Ma i sahaja yogi non dovrebbero nemmeno mai aggredire chi non è un sahaja yogi. Questo non è un segno di un sahaja yogi, il sahaja yogi è diverso.

L’altro giorno ho detto a qualcuno: “Sei molto collerico”. E lui: “Sì, sì, lo sono quando qualcuno mi provoca”. Gli ho detto: “Tutti vanno in collera quando sono provocati, solo i matti non si arrabbiano quando sono provocati. Se ti irriti quando qualcuno ti provoca non c’è niente di eccezionale. Tutti vanno in collera se provocati. Se, invece, dici che quando ti provocano non ti arrabbi, quello è uno stato molto diverso”.

Quello che vedo è che, nell’atmosfera di oggi, in questi tempi moderni, è in atto una grande lotta e questa non è la cultura di Shiva.

La cultura di Shiva è la cultura Sahaj.

Se siete sahaja yogi dovreste avere in voi la compassione, la comprensione dei sentimenti degli altri; inoltre dovreste essere pronti a prendervi cura non solo dei sahaja yogi ma anche dei non sahaja yogi; allora la vostra compassione diventerà efficace.

Oggi, come sapete, il problema maggiore della civiltà odierna è che la cultura occidentale è andata in rovina. Quando si legge il giornale si resta sconvolti dalle cose che accadono. Non so quanti se ne renderanno conto prima della loro distruzione. È qualcosa di veramente autodistruttivo. Da una parte c’è la società licenziosa e permissiva all’opera, dall’altra trovo che la cultura islamica sta cercando di opporvisi. Il fatto che stia cercando di contrastarla è giusto in sé, ma è il modo in cui lo fa che sta creando problemi.

Se si reprime qualcuno dicendo: “Non fare questo, non fare quello”, lo farà ancora di più.

Vi farò un esempio. Se andate nel nord dell’India la cultura è più islamica, gli uomini sono molto licenziosi e guardano sempre le donne. Non tutti ma molti lo sono. Anche se si definiscono indù o altro, hanno ancora tutte queste cattive abitudini che derivano dalla repressione islamica.

Quando una donna è completamente coperta, e nessuno può vederla, diventano ancora più curiosi. Alcuni sono venuti a Bombay e uno viaggiava con me e guardava ogni donna che passava per la strada.

Gli ho detto: “Ti si spezzerà il collo se continui a fare così”. Ma lì questa è una pratica comune. Non solo, ma questa curiosità va troppo oltre e le persone possono diventare estremamente immorali, proprio come in Occidente.

Quindi, anche reprimere i desideri è sbagliato. Lo è anche questa cultura che reprime esteriormente ma rende la gente interiormente molto immorale. Una volta stavo viaggiando da Riad1 a Londra e mi misi a dormire. Quando mi svegliai, vidi altre persone sedute tutte agghindate con minigonne, cravatte a farfalla e altro, allora chiesi all’assistente di volo: “Abbiamo fatto scalo da qualche parte?”. E lei: “No, abbiamo fatto un volo diretto”. E io: “Allora chi sono queste persone?”. “Le stesse”. “Come sono cambiate!”. Insomma, ero sorpresa che prima indossassero quel lungo chador, e adesso indossassero tutti quegli strani abiti. Non riuscivo a capire. Quindi questo è ciò che accade. Anche la curiosità suscitata dalla repressione non è di aiuto.

In Sahaja Yoga non c’è alcuna repressione. Diventate innocenti, diventate semplicemente innocenti. Questo è il principio di Shiva.

Questa cultura Sahaj è al centro: non ha né troppa licenziosità né troppa repressione, ma è al centro, e l’innocenza è il più grande principio di Shiva. E questa innocenza risplende in voi, l’ho visto.

Io vedo che voi, qualsiasi cosa possiate avere fatto prima, siete molto puri, non avete queste stupide idee di comportamento così tipiche dell’Occidente.

Ho anche visto molti musulmani venuti in Sahaja Yoga, diventare molto, molto Sahaj, e condurre una vita estremamente retta. Abbiamo degli iraniani che mi hanno inviato lettere di confessioni. Ne sono stata scioccata, non le ho mai lette perché era troppo per me.

E adesso scopro che sono le persone più morali che abbiamo. Andare ad un estremo è sbagliato, così come lo è andare all’estremo opposto. Essere al centro, Sahaj, è il miglior modo per comprendere come, per la vita, sia importante la moralità e questo viene dalla vostra innocenza. Questa ovviamente è la qualità di Shri Ganesha che è il figlio di Shiva, ma viene emanata attraverso l’innocenza di Shri Shiva.

Penso che nel prossimo discorso su Shiva vi parlerò dell’innocenza ma, per questo, dovete comprendere il distacco, il distacco che dovrebbe svilupparsi interiormente. Non può essere forzato ma, attraverso la meditazione, potete sviluppare dentro di voi quel distacco che vi darà molta gioia. Tante qualità di Shiva possono essere descritte e penso di avervi parlato di Lui in tanti discorsi.

Devo solo dire che dovreste anche tenere delle meditazioni collettive nei vostri ashram: sarà una buona idea provare la meditazione collettiva, sarebbe bello.

Ma non dovete dare vibrazioni agli altri, non dovete occuparvi dei chakra degli altri; dovete solo preoccuparvi di voi stessi, di ciò che non va in voi.

E qualunque sia la soluzione per la vostra ascesa dovreste attuarla, perché la responsabilità del mondo intero è nelle mani dei sahaja yogi. Sapete che non c’è via d’uscita senza Sahaja Yoga. Sahaja Yoga è venuto sulla terra per salvare l’umanità da tutti i problemi. Pertanto è vostra responsabilità mantenervi in buono stato per quanto concerne Sahaja Yoga, sbarazzarvi del vostro lato sinistro e del vostro lato destro e poi diffondere Sahaja Yoga; non con paroloni enfatici o con aggressività, ma con amore e compassione.

Sono sicura che abbiamo fatto tanto, abbiamo ottenuto tanto, ma ci sono ancora, qua e là, dei punti per me molto sgradevoli da correggere. Comunque sia, però, devo dire che sta funzionando, e ciascuno dovrebbe guardare se stesso e sentirsi felice di ciò che ha raggiunto e dei traguardi ancora da raggiungere.

Che Dio vi benedica tutti.





1 Riad, o Riyad, è la capitale dell’Arabia Saudita.