Guru Puja

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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(07/2017 SOTTOTITOLI)

S H R I    M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Guru Puja

Cabella Ligure, 16 Luglio 1995


Oggi è un Guru Puja molto importante perché abbiamo completato i venticinque anni di Guru Puja.

(Hindi: “Per favore, fate ruotare il ventilatore”.)

È anche estremamente bello vedere così tanti sahaja yogi che sono diventati davvero molto grandi. È questione di comprendere cosa sia Sahaja Yoga.

È una scoperta davvero unica; sento che ora, le persone che ricercavano la verità, l’hanno trovata e l’hanno ottenuta assolutamente sul proprio sistema nervoso centrale. Sì, è difficile spiegare come in alcuni luoghi sia accaduto, come abbia funzionato e come, in questi venticinque anni, siamo stati capaci di ottenere questa espansione di Sahaja Yoga.

Il punto principale, penso, è che tutti voi vi rendiate conto che, come l’albero si sviluppa, anche le radici devono crescere più in profondità ed anche espandersi. Se questo non avviene, l’albero non può essere sostenuto solo dalla Madre Terra. E le radici sono nella vostra vita, nel vostro cuore.

Quando affermiamo di essere diventati guru di noi stessi, dovremmo cercare di scoprirlo davvero, mediante l’introspezione: siamo o no i guru di noi stessi? Perché, prima di diventarlo, la vostra mente era da una parte, il vostro cuore da un’altra, e la vostra attenzione era in un’altra dimensione. Così questi tre elementi creavano confusione dentro di voi.

Se esaminate  un essere umano, sarete sorpresi di osservare come questi tre aspetti agiscano in modo separato e, a volte, si combattano anche. Il primo è il vostro intelletto, la mente; il secondo è il vostro cuore, le emozioni, i sentimenti; il terzo è la vostra attenzione. Nei tempi moderni questa confusione è al massimo perché l’attenzione è sempre rivolta all’esterno. Può rivolgersi verso cose belle, o verso belle donne, o verso uomini belli, o tutti i modi assurdi di sprecare la vostra energia. Questa attenzione è proprio come un cavallo lasciato a briglia sciolta. Non potete controllare un’attenzione così. Ed essa corre sfrenata da una cosa all’altra.

È anche una moda. È una cosa molto popolare tenere l’attenzione in movimento tutto il tempo. Così questa attenzione, che deve essere rivolta al Divino, all’Onnipotente, viene proprio sciupata. Così l’attenzione non sviluppa le proprie radici. Per prima cosa dovete scoprire a proposito di voi stessi: dove sta andando la vostra attenzione? Cosa vi spinge a prendervi cura o a preoccuparvi dell’attenzione?
Vedete, il problema dell’attenzione dipende da diversi fattori: potrebbe dipendere dalla vostra educazione, dal fatto di non essere stati seguiti, potrebbe essere la vostra istruzione, potrebbe essere l’atmosfera in cui vivete, o il vostro ego, o i vostri condizionamenti.

(Hindi: “L’acqua è forse un po’ troppo fredda, ecco perché. Che cos’è, tè? È caldo? Versalo qui, lo berrò. Va bene”.)

L’attenzione viene attaccata da tutte queste energie esterne o forze negative, e ne viene intrappolata, come un fiume che, scorrendo dritto verso l’oceano, può perdersi in una zona arida. Così questa attenzione, che deve dirigersi verso il Divino, viene sciupata e si disperde. Questa attenzione debole non può condurvi verso il Divino. Alla fine vi rendete conto che tutta l’attenzione viene completamente assorbita e sciupata da tutte le assurdità che persistono.

Sfortunatamente, o fortunatamente, siete nati in questi tempi moderni, e questi tempi, come sapete, offrono condizioni di grande caos. In queste condizioni caotiche non distinguete cosa è bene e cosa è male. Ed esistono attrazioni di ogni genere che catturano la vostra attenzione e riducono la sua energia.

È più probabile per le persone molto di lato destro, ma anche le persone di lato sinistro posso esserne molto colpite. Le persone di lato destro, come sapete, arrivano fino al punto nel quale diventano molto aride, piene di sé ed aggressive. Tutta la loro attenzione è nell’aggredire, mentre le persone di lato sinistro indulgono troppo ai loro capricci, ai loro desideri, alle proprie tentazioni. Entrambi i lati possono danneggiare la vostra attenzione che è la cosa più importante. La vostra attenzione è la qualità più preziosa. Ma l’attenzione non può essere controllata da una persona che abbia una mente debole, o un cuore debole.

Ora prendiamo il caso di una persona molto intelligente. La persona intelligente usa tutta la propria attenzione per attirare l’attenzione degli altri. Non so perché, ma è una specie di paradosso. Quella stessa persona che sente una forte aggressività e cose del genere, cerca di essere molto dolce, molto disponibile, solo per mantenere buoni rapporti o, diciamo, un buon contegno verso gli altri, in modo che questi le prestino attenzione. È una cosa molto sottile. Non si è neppure consapevoli di fare così proprio per ottenere che gli altri ci prestino  attenzione. È così che, in questi tempi moderni, abbiamo visto la gente fare tante cose stupide, solo per attrarre l’attenzione altrui. La maggior parte delle mode nate nei tempi moderni, esiste solo per creare qualche stupidaggine tale da attrarre l’attenzione della gente.

Ovviamente i sahaja yogi non sono così. Sto soltanto evidenziando come, nei tempi moderni, dobbiate stare molto attenti a non cercare di attrarre l’attenzione altrui. Quel che invece dovete fare è prestare attenzione agli altri, in modo molto sottile, senza aspettarvi che, se prestate attenzione a qualcuno, questi debba a sua volta prestare attenzione a voi. È davvero una gran lotta. Ho notato, anche in Sahaja Yoga, che la gente cerca di diventare molto popolare, diciamo, o di diventare molto preminente, o qualcosa di grandissima qualità, per dimostrare di essere migliore degli altri.

Una persona che sia davvero in connessione con il Divino, si preoccupa pochissimo che la gente le presti attenzione, ma la sua attenzione è automaticamente sugli altri, ed è una cosa molto, molto sottile, molto sottile. Voi non potete rendervi conto che l’attenzione di una persona così è su di voi, ma funziona, e funziona meravigliosamente.

Dobbiamo comprendere che ora siamo giunti nel regno del Divino; siamo nel regno di Dio e siamo persone divine. Siamo molto potenti, ma se sciupiamo la nostra attenzione, diventiamo davvero molto deboli.

È facile pensare che siamo sahaja yogi, perché abbiamo dato tante realizzazioni agli altri o abbiamo aiutato tante persone. Se si sviluppa in voi tutta questa consapevolezza, allora sappiate che non siete ancora sahaja yogi pienamente maturi. Non dovrebbe esservi nessuna consapevolezza di quel che fate, o in cosa siate impegnati. Non serve vantarsene. Non serve pubblicizzarlo. Qualunque cosa siate, può essere già visto da chiunque. Ma neppure questo desiderio è necessario, perché voi agite solo per la soddisfazione del vostro Spirito.

Quando poi arriviamo al nostro cuore, nel cuore risiede lo Spirito, come sapete molto bene. Ora, quando è il cuore che deve prevalere sul vostro cervello, e può riuscirci, quel che vi accade è che diventate null’altro che una fonte di amore e compassione. Una sorgente, sto dicendo. Non vi imponete sugli altri. Non dite: “Ho fatto così tanto per voi, e voi cosa state facendo per me? Come mai ho dovuto prestarmi così tanto, in tanti modi, ed ora vi state dimenticando di me e non fate nulla per me?” Se esiste in voi l’aspettativa di una ricompensa, allora dovete sapere che è la vostra mente a suggerirvi queste idee, e fa sì che mettiate l’attenzione solo su quanto amore qualcuno vi abbia dato, a fronte di qualunque cosa voi gli abbiate dato. È molto sottile.

Adesso, in Sahaja Yoga, dovreste proprio considerarvi come una sorgente di amore, che semplicemente fluisce. In questo modo, non affermate di dover avere questo e quello, o di dover realizzare questo risultato o diventare quello. Ora questo è finito. Una volta diventati la sorgente, come potete diventare qualcos’altro? Il paradosso è che coloro che attingono alla sorgente, desiderano avere qualche specie di ricompensa o di riconoscimento. Se vi muovete in questo gioco sottile, la vostra mente è abilissima. In Sahaja Yoga abbiamo persone molto abili ed intelligenti. Ma questa mente… Dovete essere molto prudenti, perché la mente può ingannarvi. Così domandatele: “Perché sei in Sahaja Yoga? Qual è lo scopo del tuo Sahaja Yoga?” Poco a poco la mente si zittirà.

E a questo punto dovete chiedere a voi stessi: “Qual è il mio desiderio adesso? Cosa voglio? Cosa voglio ottenere? Perché sono in Sahaja Yoga?” Se vi ponete questa domanda, vi accorgerete di dissolvervi proprio, diverrete senza pensieri, perché ora non vi è rimasto alcun desiderio.

Non rimane nessuna ambizione, nessuna competizione. Tutte queste sono caratteristiche del cervello, o meglio, dell’intelletto, che vi rende competitivi, che vi rende perfino gelosi. Anche la gelosia è un prodotto della competizione, perché quando due o tante persone sono in competizione, e ne viene scelta una, gli altri diventano gelosi. Insomma, invece di essere felici: “Bene. Uno di noi è diventato qualcosa, dovremmo essere molto felici che lo sia diventato”, al contrario, gli altri si sentono gelosi: “Perché è capitato a lui? Chi è mai? Chi si crede di essere?”. E si spingono anche oltre. Non voi, ma in generale, la gente si spinge ancora oltre, e quel che fanno è danneggiare un’altra persona.

La gente in Sahaja Yoga è, a volte, anche molto preoccupata e impaurita. Non vi è bisogno di essere preoccupati ed impauriti perché adesso siete diventati sahaja yogi e guru. Nessuno può toccarvi. Chiunque tenti di toccarvi sarà bloccato, in un modo o nell’altro. Beninteso, io non faccio niente. Ma solo oggi ho saputo che in Turchia due giornali si erano accaniti contro Sahaja Yoga, scrivendo ogni genere di assurdità. Ebbene il primo (giornalista, ndt) è incorso in un incidente ed è morto. Non sono stata io a farlo.

Il secondo ha avuto due dipendenti – il direttore ed il vice direttore – uccisi, qualcuno ha tagliato loro la gola. Si intende, non l’ho fatto io. Devono averlo fatto dei fondamentalisti, o qualcun altro. Ora, non dobbiamo preoccuparci di chi vi critica, di cosa dicono di voi, perché dovete sapere che sono ciechi. Sono assolutamente ciechi, non sono maturati per quel che riguarda la saggezza. Per costoro non è possibile capire Sahaja Yoga. Arrivano fino ad un certo punto e poi si fermano. Non possono andare oltre, perché questo dissolvimento del vostro essere, che ho definito “la goccia che diventa l’oceano”, è difficile, specialmente in Occidente dove esistono così tante idee sulle proprie identificazioni e sulla propria personalità. Ora è, di nuovo, proprio un paradosso il fatto che noi non vogliamo che la gente si vesta o si comporti in modo indecente. La decenza è una componente molto importante di Sahaja Yoga.

Mi si potrebbe chiedere: “Madre, se Lei dice ‘Dovete completamente dissolvervi’, perché allora dovremmo mantenere questa dignità? Perché dovremmo preoccuparci di conservare la dignità?”. È giusto. Questa domanda è giusta. La risposta è questa: se buttate una goccia di sporcizia nell’oceano, l’intero oceano può sporcarsi. Se vi versate del veleno, l’intero oceano può diventare velenoso. Nello stesso modo, tutto ciò che non è congeniale all’oceano, a questo potere divino, non dovrebbe essere fatto. Altrimenti si rovinerà tutto l’insieme. Ne abbiamo avuto esperienza. Abbiamo avuto dei sahaja yogi, che erano anche dei leader, che hanno provato ad essere davvero strani, e l’intera collettività si è rovinata. Una persona che non sia a posto, può danneggiare l’intera collettività. Se poi costui è un leader, è ancora peggio.

Così, è necessario comprendere che quando diventate una goccia dell’oceano, questo oceano è il puro oceano di amore. In esso non dovete fare nulla che possa creare repulsione, frustrazione, o persino che possa, a volte, creare una immagine molto grottesca dell’intero oceano. È per questo che dobbiamo essere persone decenti e decorose. In nessun modo desideriamo che voi siate come dei dandy, o simili, ma significa che dovete rispettare il vostro corpo e voi stessi, e che dovreste avere una personalità rispettabile.

Troppa indulgenza su questo punto non è appropriata, dovreste rispettare voi stessi. È molto importante. Se non sapete rispettare voi stessi, non potete rispettare affatto la Divinità dentro di voi. È come un ornamento della divinità il fatto che il vostro intero comportamento, tutto il vostro abbigliamento, sia tale da far capire alla gente che siete persone rispettabili. Sono emerse cose indecenti, e sono diventate ormai una moda di tutti i giorni. E spuntano fuori l’una dopo l’altra a causa degli imprenditori, e noi stiamo facendo il gioco degli imprenditori.

Ma se sapete quale abito dovete indossare e cosa è bene per voi, dovete decidervi una volta per tutte. Inoltre, l’attenzione non dovrebbe essere sprecata: “Oggi indosserò questo sari, domani indosserò quel tipo di abito, il giorno dopo…”, perché anche questo danneggia l’attenzione. Ma se è un abito decoroso, va molto bene, e vi farà davvero sentire dignitosi interiormente.

Nei tempi moderni, per come è la gente, non penso che abbiano molto rispetto di se stessi. Vedete persone molto altolocate, persone che occupano posizioni molto elevate, compiere ogni sorta di cose assurde come ingannare, avere relazioni con persone di posizione disonorevole. Sta succedendo tutto questo. Se leggete il giornale, siete scioccati da come queste persone al vertice degli affari possano essere così. È perché non sono ancora abbastanza maturi da rendersi conto di dove sono, di qual è la loro posizione, di come devono comportarsi. Se foste abbastanza maturi, allora capireste come si dovrebbe essere se, ad esempio, si è una donna di casa, un ministro, il primo ministro. Perché, altrimenti, tutti i riconoscimenti esteriori che si hanno, restano esteriori, non arrivano dentro.

Ma per un sahaja yogi ciò dovrebbe essere assorbito interiormente. Deve essere assorbito interiormente, affinché l’attenzione non vada troppo sprecata.

L’altro aspetto che si deve osservare è il cuore. Alcune persone dicono: “Madre, se il cuore deve guidare la nostra testa, diverremo troppo emotivi, troppo attaccati alle persone, avremo delle amicizie individuali, e cose del genere”. Su questo punto occorre riflettere: perché sentite attaccamento per qualcuno? Questo non è il cuore. Non è il cuore.

Vi attaccate ad una persona, forse perché avete qualche tipo di rapporto con lei. O magari vi piace la sua pettinatura. Forse vi piacciono i vestiti che possiede. Qualche qualità esteriore vi attrae verso quella persona. Non è qualche qualità interiore che vi attrae. Per esempio, se siete troppo attaccati ai vostri figli, li vizierete. Non saranno all’altezza delle vostre aspettative.

Qualunque attaccamento abbiate, dovete comprendere perché siete attaccati a quella persona, per quale ragione. Ora, in Sahaja Yoga, le persone sono molto legate le une alle altre, questo lo so. Ma non è per qualche ragione esteriore, cioè perché qualcuno è ricco, perché è famoso, perché fa qualche lavoro straordinario. No. Sono attaccati a qualcuno perché quella persona è un fascio di vibrazioni, vi dà tranquillità, vi dà gioia e vi dà la sensazione completa del vostro essere che si dissolve.

Questo accade quando siete proprio lì; come nella storia che vi ho raccontato del vasaio che una volta stava impastando la creta – il suo nome era Gorakumhar – e quando Namadeva, che era un sarto ma anche un poeta molto conosciuto – erano entrambi poeti – arrivò e vide questo vasaio fare questo…, voglio dire, non stava facendo un lavoro molto importante, era occupato ad impastare la creta, ma egli lo guardò e disse: “Sono venuto per vedere il Chaitanya, per vedere il senza forma, ma qui ho trovato che il senza forma ha preso forma”.

Questo, lo dico sempre, è possibile soltanto fra due santi dello stesso livello. Il loro modo di apprezzare, il modo di sentire – non ci sono parole per quel che voglio dire – il modo in cui percepiscono l’unione, l’unità che è una cosa sottile fra di loro. Se provate questo sentimento gli uni per gli altri, sappiate che ormai siete davvero dissolti, e siete nell’oceano di gioia. Al contrario, coloro i quali rimangono seduti sulle sponde non possono percepirlo: giudicano, cercano di scoprire cosa vi sia di sbagliato negli altri. Così non va. Non riescono mai ad apprezzare un’altra persona.

Pensano di avere il diritto di criticare, di scoprire i difetti degli altri, e di essere qualcosa di speciale. E anche l’altro cerca i difetti in questa persona. A volte trovo che sia una società ipercritica. E non se ne può più. Quando invece vedete che l’altra persona lì presente è un altro santo, allora sentite un tale rapporto, una tale unione, un tale trasporto spontaneo per quella persona, che è assolutamente puro.

Non vi è alcuna aspettativa, non vi è alcuna attività mentale per scoprire cosa vi sia di sbagliato in quella persona. Nessun giudizio su come sia, ma sentite soltanto unione con lei, e sentite che la qualità del vostro amore ha acquisito un nuovo splendore, una nuova dimensione. Così si tratta di questo: quel che dovremmo apprezzare dentro di noi è la purezza del nostro amore. Quando siete puri, vi è purezza, non vi attaccate a nulla, ma nel distacco gioite. Con l’attaccamento non potete gioire, perché siete maggiormente preoccupati della relazione superficiale con l’altra persona.

Ora, se osservate Sahaja Yoga da una visuale più ampia, voi siete tutti persone molto importanti, estremamente importanti, perché nella storia della spiritualità non vi sono mai stati tanti santi riuniti insieme. Non si sono mai viste così tante persone, di così tanti Paesi, che hanno in mente la Divinità e la morale.

È impossibile riunire insieme tante persone, in qualunque settore, che percepiscano l’unione e, diciamo, il più rasserenante sentimento reciproco. Che sia comodo o no, che corrisponda esattamente alle regole della comodità o no, i santi sono assolutamente felici insieme ad altri santi, insieme ad altra gente santa. Si precipitano verso le persone sante. Una volta, quando mi trovavo a Kolhapur, accadde che mi dissero: “Vi è un santo che parla di Lei”. “Dove si trova?” Risposero: “Vive lassù e ci vorranno almeno tre ore per arrivarci. Vive soltanto lassù, e non esce”. Ed io: ”Va bene, mi piacerebbe andare a trovarlo”. Così mi misi in cammino, ma cominciò a piovere. Allora dissero: “Madre, Lei non va mai da nessuno in queste condizioni. Perché va da lui? Ed io: “Voglio proprio andare su a vederlo”.

Dicevano che questo tizio avesse il potere di controllare la pioggia; invece pioveva, pioveva molto intensamente, e quando arrivai su, lo vidi seduto in preda ad una grande rabbia.

Così dissi: “Andiamo a sederci nella sua caverna perché adesso quest’uomo non è di un umore normale”. Così entrai e mi sedetti lì nella caverna, e lui venne lì. Non poteva camminare perché dicevano che le sue gambe fossero diventate assolutamente zoppe a causa delle vibrazioni che in lui erano troppe. Comunque sia, non poteva camminare. Così lo portarono dentro, e si sedette. Per prima cosa mi chiese: “Perché non mi ha permesso di fermare la pioggia? Pioveva a dirotto, e non volevo che nel venire su Lei si bagnasse così; ora si è tutta inzuppata d’acqua, e io non volevo che soffrisse in questo modo, perché non è una buona accoglienza per Lei. L’ha fatto solo per controllare il mio ego, poiché devo aver sviluppato l’ego per il fatto di poter controllare la pioggia? È così?”

Io gli sorrisi semplicemente, e dissi: “Vedi, tu sei un figlio mio, no? Ed hai acquistato un sari per me. Ma sei un sannyasi[1], e quindi io non posso accettare un sari da te perché il dharma di un sannyasi è diverso; io sono una Gruhastha[2], non posso accettare un sari da te. Così mi sono inzuppata deliberatamente, affinché tu potessi offrirmi un sari”. Allora tutta la sua ira, tutto il suo comportamento innaturale svanirono, divenne dolcissimo e disse: “Sì, sì, come sa che ho comprato un sari?” “Almeno,” risposi, “con l’amore si può sapere tutto”. E allora mi portò il sari, fece l’Aarti e tutto il resto.

Vedete, tutto questo dimostra come l’amore controlli facilmente ogni cosa. Sono cose piccole, piccolissime. Se sarete esperti nel dimostrare il vostro amore, vedrete come esso agisce. Vi posso narrare molti episodi simili a questo. Ma la cosa principale è guardare dentro noi stessi: “Ci amiamo davvero l’un l’altro? Nutriamo davvero affetto e compassione per gli altri, anche se non sono sahaja yogi?”. Coloro che non sono sahaja yogi sono anche persone cieche. Dovreste avere compassione per loro. Dovreste percepire che queste persone sono molto infelici, non possono entrare in Sahaja Yoga, non possono diventare sahaja yogi, e sono soddisfatte solo nel loro ego. Perciò dovete provare autentica compassione per loro. Se però mostrate questa compassione, la gente potrebbe dirvi: “Perché sprechi le tue energie, facendo questo, facendo quello?”. La compassione in realtà riunisce dentro di noi tutte le qualità, è il fattore di unificazione.

La prima qualità è la vostra attenzione, la prima, che ritengo molto, molto importante. La seconda è il vostro intelletto, o la vostra mente. La terza è il vostro cuore. In un modo o nell’altro si uniscono tutte insieme non appena ottenete la capacità di avere compassione. (Allora) non discutete con me o con chiunque altro, non dovete preoccuparvi di niente. Vi sentite proprio completamente a vostro agio quando siete compassionevoli, e usate questa compassione nei rapporti con gli altri. Questa compassione non è studiata, o elaborata, oppure manovrata. Esiste semplicemente. C’è. Con questa compassione si perdona, si dimentica ogni cosa insensata. Il perdono è possibile soltanto se avete in voi la compassione.

Ci sono dei sahaja yogi che mi hanno chiesto: “Madre, come possiamo provare amore e compassione ?”. È una domanda che mi hanno fatto in molti. La semplice risposta è che se, in  meditazione, sviluppate la consapevolezza senza pensieri, se osservate tutto in consapevolezza senza pensieri ed esaminate ogni vostro rapporto in consapevolezza senza pensieri, sarete stupiti di come i cancelli della compassione si apriranno. La consapevolezza senza pensieri vi apre il cuore, ma non passa ad una persona o ad un’altra, bensì proietta luce su ogni aspetto del vostro essere. Tutti ne traggono beneficio, tutti hanno una percezione divina di voi. Perché questa compassione non è lineare, non è aggressiva, ma scorre proprio, e allevia, placa tutto ciò che è caotico, problematico, doloroso.

Questo è quel che avete adesso. Sapete, i santi facevano queste cose anche nei tempi passati. Ma allora non piacevano a nessuno e li crocefissero, per gelosia. Perché se qualcuno diveniva un santo, la gente si sentiva molto gelosa. Così li uccisero, li torturarono, li fecero soffrire.

Oggi la situazione non è tanto negativa. Certo, vi sono alcune persone inutili. Vi sono persone che sono dei veri mostri, sono d’accordo. Scordateli. Nel complesso, il nostro atteggiamento dovrebbe essere: “Costoro sono ciechi”. Ora, osservando qualcuno che abbia magari qualcosa che non va, che non sia buono, che abbia qualunque cosa, non dovreste serbare nel vostro cuore nessun rancore, nessun malanimo verso di lui. Potete parlargli del problema. Potete parlargli in modo che la cosa si risolva, ma non dovreste provare a farne un caso o, in alcun modo, a infastidire o tormentare nessuno.

(“Potete spegnerlo?” Hindi: “Spegnete il ventilatore”.)

Avete già visto come, in Sahaja Yoga, le persone venute a dare problemi e che non erano di alcun valore per noi, si siano allontanate da sole. Non abbiamo dovuto fare molto per questo. Si sono allontanate da sole, e sono incappate in qualche stile di vita pieno di problemi.

Anche oggi, ricevo da loro lettere che dicono: “Abbiamo questo problema, abbiamo quel problema, come risolvere questo, e quello”. Ma sta succedendo automaticamente, perché dopo tutto sta avvenendo una grande selezione, e il Divino sta cercando di decidere chi è in grado di ricevere le Sue benedizioni. È la sola cosa che dovete ottenere. È il motivo per cui siete venuti in Sahaja Yoga. Null’altro è importante. Vi sono persone in posizione molto elevata che domani finiranno nella polvere. Vi sono persone considerate molto importanti, famose, che finiscono nella polvere. E avviene di continuo davanti a voi. Leggete il giornale ogni giorno e scoprite in che modo si comportano. Oggi, ad esempio, qualcuno mi ha detto che il giornale riportava la notizia di un vescovo che va in discoteca; riuscite ad immaginarlo? Va in discoteca.

Cosa starà pensando la gente? Si starà rompendo la testa: “Che fare? Questo stupido uomo che chiamiamo vescovo, ora va in discoteca.” Qualunque rispetto egli avesse, magari artificioso, è tutto perduto, finito. Perché vedete, per come sono fatti, non hanno nessun rispetto di se stessi. Vivono solo con il loro ego: “Sono un uomo così importante. Sono questo, sono quello. Sono un vescovo”. Camminano in modo differente, parlano in modo diverso. E, improvvisamente, precipitano. Che bisogno aveva questo vecchio di andare in discoteca? Non riesco a capirlo. A causa del genere di vita che conduceva, era così pieno di sé che non avrebbe mai potuto pensare: “Un giorno precipiterò”.

Un’altra cosa, che dovreste considerare in modo molto più ampio, è che costui non aveva nessuna percezione del perché la gente lo rispettasse. Non ha mai compreso perché la gente lo rispettasse. Oppure non ne era consapevole. Avrebbe almeno potuto salvaguardare tutto questo. Non lo ha fatto. Perché mai è dovuto andare in un posto che aveva sempre denunciato come malsano, dove non si doveva andare?

Nel vostro caso dovete essere consapevoli di essere sahaja yogi. Diventare l’oceano non significa che la vostra consapevolezza sia scomparsa, ma che anzi si è dilatata. Avete acquistato la consapevolezza dell’oceano. Non siete diventati come persone ipnotizzate o senza connessione con il proprio sé. Al contrario siete connessi col vostro sé molto più di quanto non foste prima. Quando vi dissolvete nell’oceano non perdete la vostra personalità, ma la espandete.

Diventate migliori. E questo sta accadendo in Sahaja Yoga. Noto come molte persone stiano sviluppando questo tipo di personalità, e la stiano esprimendo e manifestando. Mi dà grande gioia osservare che, nel corso della mia vita, ho potuto vedere tali persone compiere queste cose.

Quindi, qualunque cosa stiate facendo, qualunque sia la vostra iniziativa, qualunque sia il vostro tipo di vita, qualunque cosa sia, è tutta esteriorità. Non dovreste disperdere la vostra attenzione che è rivolta a Dio Onnipotente. Se l’attenzione è perduta, siete perduti. Vi è un grazioso poema, scritto da Namadeva, su un ragazzo che faceva volare un aquilone. L’aquilone volava e il ragazzo sorvegliava l’aquilone. Mentre parlava con chicchessia, la sua attenzione era sull’aquilone.

Poi prosegue. Parla di una madre con il bimbo addosso, legato alla vita, mentre pulisce la casa. Pulisce con un piccolo scopino, deve muoversi qua e là, e dopo la pulizia deve fare anche altri lavori. Ma il bimbo è lì, con lei. Così la sua attenzione è sempre sul bambino, che non cada, che non gli accada nulla. Pur compiendo ogni genere di lavoro, qualsiasi cosa, la sua attenzione è sul bimbo. Nello stesso modo la vostra attenzione dovrebbe essere sul potere divino della vostra Kundalini.

Vi è un terzo episodio in cui descrive molte donne che stavano attingendo acqua da un fiume. A volte camminavano portando tre anfore sulla testa. Nel camminare, chiacchieravano tra loro, si raccontavano storie dell’una o dell’altra, e altro, ma la loro attenzione era sulle anfore che portavano sulla testa. Allo stesso modo, qualunque cosa noi facciamo, la nostra attenzione dovrebbe essere sulla Kundalini.

Dobbiamo scoprire quel che stiamo facendo. Abbiamo la luce, è un dato di fatto. Ma dovete portare la luce in ogni angolo della vostra vita, in ogni aspetto del vostro pensiero, in ogni sforzo che fate. E sarete stupiti che se sorvegliate davvero la vostra attenzione, saprete realmente quel che state facendo. L’attenzione deve essere sorvegliata così tanto che alla fine sarete sorpresi di vedere che non si disperde più. Senza attenzione, non potete far funzionare Sahaja Yoga. Il problema principale di Sahaja Yoga è che la vostra attenzione deve essere rivolta a Dio Onnipotente. Altrimenti nulla può funzionare. La vostra ascesa non può funzionare.

Sì, se siete venuti in Sahaja Yoga per far soldi, va bene, farete i soldi e ve ne andrete. Se siete venuti qui per ostentare la vostra conoscenza e così via, la metterete in mostra e vi allontanerete. Se siete venuti qui per mostrare il vostro potere e la vostra autorità, ci starete (per un po’, ndt) e poi uscirete. Molte persone se ne sono andate così, se lo sapete. Ed è a questo che occorre fare davvero attenzione: a non cercare di usare Sahaja Yoga per tutte queste cose stupide che non sono durature, non sono eterne. Sahaja Yoga deve essere usato solo per purificarvi, per diventare l’oceano, l’oceano di amore.

Molta gente ritiene anche che l’amore sia piuttosto difficile, perché si può restare feriti dagli altri, o qualcuno può approfittarsi di voi. La cosa principale sull’amore, se non è un amore puro, è che crea problemi. Supponiamo che vi affidiate a qualcuno per i soldi, o per le sue relazioni, o per qualcos’altro, e che continuiate a comportarvi così; alla fine vi renderete conto di rimanere molto delusi. Molto delusi. Se invece dimostrate il vostro amore pieno di purezza per quella persona… È così sottile. È così innato in voi, intrinseco. È lì. Dobbiamo soltanto farlo sbocciare. Ogni essere umano è una miniera d’amore.

E quando ha timore degli altri… specie in Occidente hanno creato tante di quelle idee, che avete timore di questo e di quel tipo di amore, e vedete tutta la perversione e tutta l’assurdità esistente; ma nell’amore puro vi è una specie di luce bellissima che vi protegge, vi guida e illumina completamente la vostra vita.

Questa luce viene proprio alimentata e, diciamo, come la lampada deve avere l’olio, la sola cosa che occorre per la nostra spiritualità è l’amore che possiede una persona. Voi siete incarnazioni di amore, credetemi, perché siete esseri umani. Ci sono anche gli animali che sanno cos’è l’amore. Vedete, io so che se si ama una tigre, la tigre non vi farà mai del male. Se amate un serpente, non vi nuocerà mai.

Se provate ad amare una persona molto crudele e cattiva, gradualmente si tranquillizzerà. Vi nuocerà un poco, farà qualcosa, si immaginerà delle cose e potrebbe essere sgarbato con voi, farvi di tutto. Ma poi, poco per volta, vi accorgerete che il vostro amore lavora, lavora e lavora. E alla fine è il vostro amore che è importante per quella persona.

Il vostro amore è apprezzato prima di tutto dalle persone innocenti, come i bambini. I bambini sanno cos’è l’amore. Se i bambini scappano via quando vi vedono, vuol dire che in voi qualcosa non va. Ho visto delle persone… una volta eravamo in Giappone e vi erano due signore straniere acconciate elegantemente – non so da quale parrucchiere fossero state acconciate, ed erano agghindate in maniera eccessiva – che vennero con noi. Salimmo a vedere qualcosa in un certo posto, e quando scendemmo trovammo ad aspettarci dei bambini che ci avevano preceduti, e che ci chiesero: “Dove sono quelle streghe?” Ed io: “Quali?” “Quelle che sono venute con voi”. Io chiesi: “Cosa intendete?”. “Quando sono venute eravamo impauriti, sa, e siamo scappati a casa. Ora siamo venuti per dirle che sono delle streghe”. Questi piccoli, piccoli bambini giapponesi, sapete, dissero: “Sono streghe, sa, sono streghe. Abbiatene timore”.

Queste signore si erano adornate troppo, con i capelli troppo acconciati. Avevano tentato di fare una bellissima figura, ma per i bambini erano delle streghe, ed erano scappati. E quando arrivammo vennero di corsa a dirci: ”Non state con loro, sono streghe”.

Il giudizio delle persone innocenti è il migliore. Se sono innocenti, sono molto ben dotate per giudicare chi ha amore e chi non lo ha. E sono le persone migliori perché vi apprezzeranno al massimo. Capiranno che si tratta di persone di grande qualità.

Ma se non sono innocenti, se sono astute –  alcune persone sono estremamente furbe, questa è la loro intelligenza – non potranno mai apprezzarvi. Costoro mostreranno apprezzamento per qualcosa che è molto, molto abnorme, e che dal punto di vista divino, dall’angolazione divina, è molto, molto astruso e strano. Ma non vi apprezzeranno mai. Mai, non possono. Fino ad un certo punto possono, ma poi non possono. Non ha importanza.

Voi dovete apprezzare voi stessi. Dovete capire di non essere scortesi con nessuno, di non giudicare gli altri, di apprezzare ogni cosa di una persona, qualunque cosa sia buona in lei come essere umano. Funziona. Avete visto come tutto questo abbia funzionato grazie al mio amore ed alla mia compassione. Ma io non mi accorgo di darvi amore, compassione, o qualsiasi altra cosa. Non sono neppure consapevole di darvi qualcosa. Non sono neppure consapevole di… Ho creato così tante bellissime persone, ma non ne sono consapevole. Accade semplicemente. Proprio come quest’albero che vedete qui: esso non è consapevole di quel che è, di come appare. È semplicemente qui. Nello stesso modo, se questo accade a voi, vi dico che diventate davvero una sorgente di grande gioia per tutti.

Ora, cosa dobbiamo fare per questo mondo? Cosa è necessario fare per questo mondo? La gente parla di pace, di questo, di quello. Non occorre far nulla. Semplicemente diventate personalità di quel genere: irradiate pace, irradiate amore, irradiate gioia agli altri. Questo potere è dentro di voi perché è innato, è dentro di voi. Esiste in ogni persona in forma potenziale. Deve soltanto essere fatto sbocciare. Con l’affetto potreste non riuscirci, ma con l’amore, il sentimento innato in voi (è possibile, ndt). Non ci sono parole per quelle qualità sottili che sono in voi.

Finora la gente non conosce queste qualità che vi fanno percepire l’unione con gli altri. Tutto questo può accadervi molto facilmente, molto facilmente, non appena capite che non siete questa mente, non siete questo corpo, non siete questa attenzione. Voi siete lo Spirito. Quindi fate introspezione: “Sono io lo Spirito? Bene, se sono lo Spirito, che cosa sto facendo?” Una volta diventati lo Spirito, sentirete: “Perché non gli altri?” Per amore e compassione. Non per diventare dei leader, o altro. Solo per amore. “Se io sono così, perché non rendere così anche gli altri?” Ed è così che Sahaja Yoga si è diffuso così tanto, ed abbiamo queste gemme di persone, persone così belle che davvero non mi sarei mai aspettata che si verificasse così tanto nel corso della mia vita. Non è mai successo con nessun santo, nessuna incarnazione, nessun profeta. Ora voi siete diventati assolutamente Khalis, cioè vi siete resi assolutamente vuoti.

È molto bella la storia di Radha e Krishna, in cui Radha chiese: “Perché porti questo … (Hindi: “Non conosco la parola inglese per Murli”), flauto al collo? Perché lo porti?” – Perché la parola Murli è molto dolce, non è vero? La parola ‘flauto’ (in inglese, ndt) non è così dolce – “Perché ti porti questo flauto alle labbra?” Dopo tutto… Lei doveva essere gelosa, penso. È un racconto, solo un racconto. Krishna rispose: “Perché non lo domandi al flauto?” Allora lei andò dal flauto e chiese: “Perché Shri Krishna ti porta sempre alle labbra?”. “Sai, sono diventato completamente vuoto. Non vi è nulla in me. Egli mi porta alle labbra e la gente dice che sto suonando una melodia. Ma è lui che suona la melodia. Io dove sono? Non esisto. Sono solo intento a gioire della stessa melodia che fluisce attraverso di me. Questa è la manifestazione”. Allora Radha disse a Shri Krishna: “Perché non fai sì che io sia come il flauto?”.

Questo è quello che dovete essere, flauti,  dovete essere vuoti interiormente. Sapete, tutte queste piccole cose insignificanti che accadono nella vostra vita non sono importanti. Quel che importa è: “Siete diventati completamente cavi?”. È qui che, direi, l’introspezione vi aiuterà. Colui che crea il flauto è anche in voi.

Così, lasciate che da voi sia creato un flauto, ricavato solo da voi stessi. In questo modo vi trasformate in quel che dovete essere.

Nella Gita, Shri Krishna ha detto: “Atmaneva Atmane Shrushta”, significa che lo Spirito è soddisfatto di se stesso. È davvero difficile capire: come può lo Spirito essere soddisfatto di se stesso? Ma ora voi potete capire che cosa Shri Krishna intendesse dicendo che il vostro Spirito diventa soddisfatto di se stesso. A quel punto non richiede altre soddisfazioni. Voi cercate il conforto del vostro Spirito, cercate la gioia del vostro Spirito, cercate la bellezza del vostro Spirito. Anzi, neppure la cercate, ma Esso è di per sé pieno di gioia spirituale, e può essere soddisfatto solo di se stesso.

Molte persone dicono: “Non sono soddisfatto, sa, non sono molto soddisfatto di questo, non è che sia soddisfatto”. Nello stesso modo lo Spirito può dire: “Non sono soddisfatto”, ma lo Spirito può essere soddisfatto solo dallo Spirito. È come il riflesso nello specchio. Quando vi guardate allo specchio, scorgete la vostra immagine riflessa. Se lo specchio non è a posto, io dirò: “Non sono soddisfatta del riflesso che otteniamo da questo specchio”.

Così cambierete lo specchio, ne porterete uno migliore, cercherete di ottenere una migliore immagine di voi stessi. Nello stesso modo, lo Spirito che è riflesso dentro di voi, vuole vedere la propria immagine. E allora quel che fate è procedere in qualche modo, cambiando, pulendo, sistemando ogni cosa mediante la meditazione, in modo che lo Spirito sia soddisfatto di se stesso.

Shri Krishna scrisse la Gita in un modo così ambiguo perché era molto ingegnoso. Sapeva che gli esseri umani non possono capire le cose in modo diretto, così parlò loro in un modo, in un altro, in un altro ancora, affinché ci girassero intorno e poi, alla fine, arrivassero alla verità. Ma la verità è molto semplice. La verità è estremamente semplice. Non dovete andare di qua e di là, e non dovete stare dritti su una gamba o su un piede tutto il tempo. Non dovete combattere contro nulla. Non dovete affrontare qualche sorta di tapasya, di astinenza, nulla. Diventate soltanto simili ad un flauto. Diventate vuoti. Non è difficile, non è affatto difficile per i sahaja yogi, perché la Kundalini vi ha già resi cavi. Non è difficile.

Ma ancora mi accorgo che la gente devia. La loro attenzione vaga qua e là. Molte persone mi hanno raccontato come i loro problemi si siano stati risolti senza aver fatto nulla. Ho chiesto: “Cosa avete fatto?”. “Madre, lo abbiamo soltanto rimesso ai Suoi piedi di loto”. “Davvero?”. “Sì, questo è tutto. Oppure abbiamo semplicemente osservato il problema, la sua natura. Ci siamo posti all’esterno osservando il problema, e il problema è stato risolto”. Anche i problemi più difficili ai quali possiate pensare, possono essere risolti molto facilmente, perché voi avete i poteri. I vostri poteri sono grandiosi. Siete santi, più che santi, anzi, molto più che santi, perché siete nati in questi tempi così instabili.

È come avere una luce. Nelle tenebre, se cercate qualcosa, sbattete contro questo e sbattete contro quello. Ma se il luogo è pieno di gas e vi portate una fiamma, tutto l’ambiente viene illuminato. Così sono i vostri poteri. Ma dovete liberarvi da queste sciocchezze di “io, mio, il mio”. Non so come dirvi di uscirne. Non è come una piscina, dove vi tuffate e ne uscite. Non è così. È un altro tipo di comprensione molto sottile da parte nostra che le nostre radici debbono crescere. E per sviluppare le nostre radici, dobbiamo penetrare in noi stessi per scoprire interiormente quale area stiamo occupando, in quali ambiti del nostro stile di vita stiamo facendo attecchire queste radici.

Shri Krishna ha anche detto che l’albero della vita ha le radici nel cervello e cresce verso il basso. È molto interessante comprendere come le radici crescano nel cervello. Ciò significa che il vostro intelletto è proprio rivestito di compassione, è assolutamente una cosa sola con la compassione.

Vi ho narrato un racconto a proposito di un santo che era andato in Gujarat a portare dell’acqua per la Deità, e aveva camminato per un mese per arrivare fin lì con un’anfora d’acqua, perché questa Deità risiedeva su una montagna molto alta; e infine giunse ai piedi della montagna. Qui incontrò un asinello che moriva di sete, così egli versò tutta l’acqua per quell’asino. Allora, quelli che erano con lui domandarono: “Cosa stai facendo? Hai trasportato l’acqua per tutto il viaggio, ed ora perché la stai versando per questo asino?”. Egli disse: “Non capite? Dio è sceso fino quaggiù, proprio per venire ad incontrarmi qui. Non vuole che io mi arrampichi lassù”.

Con questo tipo di comprensione assolutamente semplice dei sentimenti e dei problemi altrui, potete risolverli, potete sistemarli. E la persona vi dirà: “Hai risolto il mio problema”. Ma non saprete come l’abbiate risolto, perché il potere è l’amore. L’amore può vedere i problemi. È tutto. È come…voi guardate il televisore, va bene, è un televisore. Se guardate un telefono, è un telefono. Se osservate qualsiasi cosa che fate con il potere, è tutto racchiuso nell’amore. Non avete bisogno di telefonare, io non telefono mai a nessuno. Non telefono quasi mai. Mi spiego, se qualcuno mi obbliga, allora va bene. Io non telefono mai. Non per risparmiare sulla bolletta; non telefono perché non occorre. L’intera sottigliezza dell’etere è ai vostri piedi. Se volete fare qualcosa, potete farla semplicemente con le vibrazioni.

Molte persone dicono: “Madre, curi costui, guarisca questa persona”. Non serve. Tutti voi potete curare, siete così tanti. Potete curare chiunque vogliate; invece voi portate quella persona da me. Non è necessario. Voi stessi potete curare chiunque vogliate. Potete risolvere voi stessi ogni loro problema. Un solo piccolo Bandhan può risolvere tutto. Ma per far questo dovreste essere la sorgente di amore. Appena voi date un Bandhan, questo potente amore prende il controllo: “Va bene, me ne occuperò io”. Ma per farlo dovete esseri maestri di questa magnifica qualità.

Questa è molto differente dalle altre aree di maestria. Nelle altre aree, potete vedere gente che cerca di dominare o cerca di adoperare (la conoscenza, ndt) per distruggere gli altri. Ma la padronanza dell’amore consiste nel saper instaurare un rapporto con l’amore divino. E questo amore divino non solo è potente, ma è di una tale efficienza, direi, è uno strumento così pronto, che fa funzionare ogni cosa in modo da stupirvi di come le cose abbiano funzionato. E tutti se ne sono accorti. So che tutti ve ne rendete conto, non è che non lo sappiate, ma non lo usate. Dovete essere nella consapevolezza vibratoria e usarlo. Anche dare un Bandhan per voi stessi vi aiuta a chiarirvi.

Pensate, nelle vostre mani avete questo grande potere di darvi questo equilibrio, questo amore, questo affetto ed ogni protezione e, nello stesso tempo, potete darlo anche agli altri. Ora siete diventati parte integrante del potere divino. Ora siete nel Regno di Dio. E qualunque cosa vogliate fare, può essere eseguita da questo potere divino.

Nonostante tutto ciò che vi dico, a volte ancora sento che non avete sicurezza. Siete turbati. Pensate: “Come può essere?”. Non avete fiducia in voi stessi, non avete fede in voi. E vi sono anche delle persone, che si sentono come trascurate, o sentono che qualcosa sarebbe dovuto accadere loro. Una volta una signora cominciò a piangere. Ed io chiesi: “Perché lei piange?” “Perché Madre non mi ha sorriso”. Io non le avevo sorriso. Ma io non sorrido mai a nessuno. Non capisco perché pensasse questo. Così le domandai: “Perché vuoi che io ti sorrida? Cosa non va in te? Stai bene? Perché dovrei sorriderti?”

Vedete, anche questo tipo di sensazione nasce a volte in Sahaja Yoga, secondo la quale Madre dovrebbe essere attaccata sempre soltanto a voi. Lei non può avere attaccamenti, lo sapete. È una condizione senza rimedio che possiedo. Ho molti difetti, voi non lo sapete, non ne avete idea. Non so contare il denaro. Se mi date cento rupie, conterò duecento rupie. Vedete, non conosco molte cose. Non so nulla di operazioni bancarie. Non so molte cose, ed una di queste è che non so come mettere l’attenzione su questa o quella persona. Come farebbero i politici: “Vedete, dovete occuparvi di quest’uomo perché è molto importante”. Nulla di questo. Per me voi siete soltanto parte integrante di me stessa, basta, niente più di questo. Così, vedete, ognuno dovrebbe rendersi conto che voi siete molto vicini al mio cuore, siete assolutamente lì, io sono molto orgogliosa di voi.

Ed è stato davvero un miracolo che vi siate dedicati a Sahaja Yoga. Anche su questo punto, su quanto Madre si preoccupi di me, su cosa faccia…. Supponete che io dica a qualcuno: “Bene, non sederti qui, siediti laggiù” si sentirebbe male. Qualunque cosa si faccia, si sentono male. Questo tipo di persona non ha il senso dell’amore. Non comprende l’amore di Madre.

E da ultimo devo ricordarvi che quando siete un guru, siete anche una madre. Dovete esprimervi come una madre. Lei è dolce, è gentile, perdona. Corregge anche, ogni volta che sia necessario, ma corregge nel suo modo dolce, in modo che avvenga la correzione e non che abbia inizio una ribellione. Tutta la saggezza di una madre è dentro di voi, è già lì, perciò cercate di usarla. Sono sicura che tutto funzionerà, e di fatto siamo un bellissimo gruppo di persone inaspettate, molto in pace e in gioia insieme.

 

Che Dio vi benedica tutti.

 

Oggi, dunque, il Guru Puja sarà…  Naturalmente possiamo recitare un po’ il Ganesha Atharva Shirsha, ma il Devi Puja sarà molto più breve. E per il Guru Puja chiederei ai leader nazionali di salire. I leader nazionali devono salire.

Quindi è diverso, possiamo dire che l’aspetto principale è il puja al Guru, per cui devono salire i coordinatori nazionali. Il puja alla Devi seguirà e sarà molto breve.

(Hindi: “Per favore, cambiate questo tè”.)


[1]             Asceta, dedito alla rinuncia.

[2]             Donna di casa.