Sahasrara Puja, Dovete sentirvi responsabili ma essere umili

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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(05/2017 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Sahasrara Puja

“Dovete sentirvi responsabili ma essere umili”

Cabella Ligure, 5 Maggio 1996


Oggi celebriamo l’apertura del Sahasrara (avvenuta) in questo giorno. Devo dire che quello che ha avuto luogo è stato un grande evento per tutta l’umanità.

È stata una conquista di cui prima non mi ero mai resa conto, (ma) ora posso capirlo, che senza la realizzazione del Sé sarebbe stato impossibile parlare alla gente.

Quando questo avvenne pensavo a come avrei fatto a parlarne alla gente, perché nessuno mi avrebbe compreso; e sarebbe stato un grosso errore da parte mia dire qualcosa a proposito del Sahasrara.

Infatti da nessuna parte, neppure nelle Scritture, si è fatto alcun cenno al Sahasrara. Era una descrizione del tutto ambigua, direi, per cui la gente non avrebbe potuto neppure immaginare che esistesse un regno oltre il Sahasrara e (che) si debba entrare in quel reame dove risiede la realtà.

A quel tempo, sentivo che tutto ciò che vedevo intorno a me era oscurità e che, finché non ci fossero state molte luci, la gente non si sarebbe mai resa conto di quanto fosse importante avere delle luci.

Inoltre è un errore umano mettere sempre su un piedistallo chi ottenga qualcosa.

Cristo, ad esempio, certo, era Cristo, noi non siamo Cristo.

Maometto era Maometto, noi non siamo Maometto. Rama era Rama, Krishna era Krishna. Noi non lo siamo.

Come ci si può aspettare che gli esseri umani si comportino come loro? Loro, le personalità divine, sono assolutamente separate e distanti, molto, molto lontane dalle personalità umane.

Era una semplice adorazione, posso dire, una fede, ma quando hanno detto di provare a seguirli, non ci sono riusciti.

Non sono riusciti a seguirli, perché ritengo che il movimento umano avvenga su linee parallele al Divino e queste linee non si incontrano, a meno che non si dia loro la realizzazione del Sé.

Il livello umano si muove su un piano diverso e deve ascendere ad un piano più elevato, per comprendere che ciò che si conosce non è la realtà.

Non direi che sia necessario qualcosa (di particolare, ndt) per questo, perché per mia esperienza gente di ogni tipo è entrata in Sahaja Yoga.

Vi sono state persone descritte come molto cattive, crudeli, ed altre che erano molto licenziose e via dicendo; altri che erano imbroglioni e di cui mi dicevano: “Madre, sono individui orribili”. Ma io ho visto che ogni essere umano è come fatto dello stesso carattere, per quanto riguarda lo Spirito.

Magari esteriormente possono apparire diversi, il loro modo di parlare può essere diverso, i loro stili possono essere diversi, la loro inclinazione per le cose può essere differente, ma interiormente sono tutti bellissimi. E questo l’ho scoperto, uno dopo l’altro.

Non sapete quanto ciò mi abbia dato gioia; non solo gioia ma anche incoraggiamento, sostegno e pazienza. E poi, adesso, vedete come Sahaja Yoga sia cresciuto. La cosa più straordinaria accaduta ora, di cui mi rendo conto e sono molto felice, è che i sahaja yogi si sentano fortemente responsabili di Sahaja Yoga.

E sentono di dover diffondere questa illuminazione ovunque. Ormai è un loro desiderio innato diffondere Sahaja Yoga.

La prima cosa era che dovevano diventare lo Spirito. Prima ci sono state anche alcune persone che in realtà non cercavano lo Spirito, ma anche loro sono diventate sahaja yogi.

E sono sorpresa di alcuni di voi: mai mi sarei aspettata che arrivassero così lontano. E all’improvviso si sente dire che questo o quel sahaja yogi è andato in un certo posto e ha fatto questo e quello.

Ebbene, quando siete entrati nel regno della realtà, io non so quale principio avete accettato per primo, quello dipende dalla vostra capacità di comprensione.

Ma di una cosa vi siete resi conto: che siete sicuramente connessi con il Divino. Alcuni hanno vissuto esperienze straordinarie, altri esperienze lievi, ma ho visto che in maggioranza hanno iniziato a credere in se stessi, a comprendere se stessi e ad avere fiducia in se stessi.

Infatti esistono tanti di quei miti riguardo a Dio, alla religione, ai guru che, quando hanno visto la luce dello Spirito che ha dato loro il senso della realtà, è stato come se avessero reso stabile la loro mente, avessero stabilizzato se stessi.

Tutto questo è accaduto, devo dire, in brevissimo tempo. Non ho detto che mi ci sia voluto molto tempo o che sia dovuta passare attraverso varie esperienze.

Infatti, per me tutte queste esperienze non sono nulla. Se una nave è idonea a tenere il mare, può affrontare alta marea e squali di ogni genere ed altro senza difficoltà, perché è atta a tenere il mare.

Io non ho avuto quella sensazione, dunque, ma ho sentito soltanto che, quando dal livello umano si perviene a questo livello spirituale, a questo livello divino, qualcosa di questo (livello umano, ndt) perdura, qualcosa ancora permane. Deve essere purificato, deve essere fatto risplendere, si direbbe, o completamente illuminato.

Ma la cosa straordinaria riguardo a Sahaja Yoga è che avete fatto tutto voi. È bello dire: “Madre, Tu hai fatto questo e quello”.

Forse (è così) per la parte relativa all’illuminazione; ma, diciamo, ora qui ci sono queste luci (indica metaforicamente le lampade accese sul palco, ndt) e, se queste luci non sono curate, accudite e rifornite di olio di amore, come possono continuare ad ardere?

Questo è qualcosa… devo dire che voi, in qualche modo, vi siete resi conto di quanto fosse importante diventare sahaja yogi di qualità. Forse (grazie al) l’introspezione, non dico, forse qualcun altro ne ha parlato, magari è la vostra personale capacità di comprendere. Qualunque cosa sia stata, avete cercato tutti di essere bravi sahaja yogi. Certo, vi sono persone che a volte sono molto in collera con me, (e dicono) ad esempio: “Perché non guarisci mia sorella o mio padre, se sei Dio?”. C’è tutto questo.

Ma per me non fa differenza perché parlano così in quanto sono molto frustrati, turbati.

Per una o due persone di questo genere che si vedono qua e là, qui si vedono migliaia di persone bellissime. È la totale emancipazione di questa terra, di questo globo, e sono sicura che avverrà, se tutti ve ne assumerete la responsabilità.

La responsabilità comporta certi problemi che dovremmo conoscere. Quando vi sentite responsabili dovete rendervi conto, per prima cosa, che non siete responsabili.

In secondo luogo dovete anche sapere che ci sono molte altre forze, molti angeli e gana con voi, non siete soli.

Quindi, pensare che siete voi a fare qualcosa, magari vi renderà pieni di ego. A quel punto la cosa migliore che dovete fare è dire: “Bene, io non faccio nulla, è il Divino che lo fa”.

Non perché il Divino voglia da voi qualche riconoscimento, ma dicendo così questo pallone dell’ego non si gonfierà, voi diverrete umili e questa umiltà migliorerà sicuramente questo grande albero della spiritualità in voi.

Vi renderà sicuramente personalità grandemente evolute, nessun dubbio in merito. Ma prima di tutto dobbiamo dire: “Io non faccio nulla”. È molto importante capirlo quando si ha l’autorità spirituale di agire.

Non è un campo di prova, questo posso assicurarvelo. Molti pensano che Madre vi stia mettendo alla prova. Io non vi metto alla prova, siete voi che mettete alla prova voi stessi.

Io non dico di non fare questo o di non fare quello. Siete voi a mettere alla prova voi stessi e adesso dovete sapere che vi trovate nel bellissimo giardino della realtà, dove pochissimi sono entrati.

E quando entrate lì, in quel giardino, che cosa vedete? Che tutto è colmo di bellezza.

Ogni persona ha qualcosa di dolce che la riguarda, infatti anche tutti gli altri sahaja yogi hanno le stesse esperienze di questa realtà, che non può essere descritta a parole; ma iniziate a sentire quella unione, quella vicinanza, quella amicizia, senza alcuna aspettativa.

(Allora) iniziate a sentire: “Oh, questo è un sahaja yogi”.

Diventate una specie di organismo completamente integrato; diventate una organizzazione, direi, che è vivente, dove non avete la sensazione di essere qualcosa di separato. Ed è così per ogni sahaja yogi, sia che abbia una posizione importante sia che non faccia molto nella vita. Questa integrazione, questa unità, questo sentimento di identificazione con gli altri vi rende così grandi, sconfinati, straordinari, potenti. Non siete soli e dite: “Io non faccio nulla”.

Così diventate talmente umili che dimenticate tutte queste false idee circa la coscienza di classe o di religione o non so cosa, ogni tipo di consapevolezza che la gente ha. Io non so molto di questi tipi di coscienza di cui soffrono gli esseri umani (Shri Mataji ride, risate), ma ho visto come avviene.

E quando quella umiltà diventa il vostro carattere, non è che siete umili perché si deve fare qualcosa (per qualche secondo fine, ndt), siete umili veramente.

Quando la gente è impegnata in qualche affare, diciamo, sarà estremamente umile e gentile, diversamente sarà molto scortese.

In questo caso (invece) diventate assolutamente umili e nella vostra personalità non rimane alcuna dualità. Questo però non significa diventare deboli.

L’umiltà è possibile soltanto per persone forti, poiché esse non hanno bisogno di reagire, non hanno bisogno di protezione. È la loro umiltà che li protegge anche, moltissimo.

Allora cominciate a pensare, anzi, a sentire – pensare è un termine strano – a sentire di essere un piccolo granello di polvere.

Allo stesso tempo sentite di essere il cielo intero. Dipende da voi, da dove siete, da ciò che fate, da ciò che vedete, da ciò che osservate da testimoni.

A volte sentite che tutti questi grandi pezzi grossi siano inutili. Avete la sensazione che non ci sia da preoccuparsi di loro, che siano molto insignificanti. Mentre con altre persone vi sentite voi molto insignificanti.

Avete sviluppato questa indole flessibile e ciò vi rende sempre più sottili perché potete penetrare in qualsiasi cosa, qualsiasi soggetto, qualsiasi personalità, qualsiasi tipo di conoscenza, qualsiasi libro, qualsiasi cosa, qualsiasi impresa, in modo molto sottile; e sapete all’istante che cosa occorre fare, perché diventate molto sottili.

E allora, quando diventate molto grandi, iniziate a pensare – anzi, dovrei dire sentire – che cosa potete fare per aiutare tanta gente, per svolgere questo lavoro straordinario, per fare questo.

Quando ciò vi accade, loro non pensano che voi siate egoisti, né voi dovreste pensare di essere molto piccoli.

L’unica cosa è che ora siete lo Spirito e lo Spirito è molto sottile. È una luce molto sottile, ma può penetrare in tutto; può espandersi in qualsiasi cosa; può rimanere ovunque o può scomparire ovunque.

Voi neppure usate questa personalità sottile che siete, ossia il vostro Spirito, bensì è lei ad usare voi tutto il tempo. Vi usa senza che ve ne accorgiate.

La seconda cosa dunque dovrebbe essere che non dovreste stabilire esattamente ciò che farete: “Quello che devo fare, se l’ho deciso, devo farlo così”. Qualsiasi cosa abbiate deciso va bene, ma se non si avvera non c’è niente di cui preoccuparsi, niente per cui turbarsi, niente per cui innervosirsi troppo.

Vi farò un esempio. Un giorno stavo andando in America e, ovviamente, sapete com’è, come sono tutti i sahaja yogi, si preoccupano parecchio: “Adesso Madre deve andare in America!”. Insomma, erano tutti agitati, guardavano l’ora: “Adesso è quest’ora, è quest’altra”.

Io sorridevo (Shri Mataji ride). Ho detto: “Devo andare io in America, perché vi preoccupate?”. E, improvvisamente, una bambina di sahaja yogi cadde rompendosi una mano e non poteva muovere le dita. Io ero proprio sul punto di uscire e appena mi portarono la bambina dissi: “Va bene, per ora non andrò all’aeroporto”.

Loro erano molto preoccupati: “Ma come, non va all’aeroporto?”. Come se tutti i cieli stessero per precipitare o cosa (Risate).

Ma io dissi: “Ora fatemi vedere la bambina”. Curai la bambina e lei guarì. “Bene – dissi – adesso andiamo all’aeroporto”.

Loro dissero: “Madre, l’aereo sarà partito”.

“Va bene, non importa, andiamo all’aeroporto”. Andammo all’aeroporto e l’aereo che dovevo prendere era ancora lì perché c’era stato qualche guasto, ma c’era un altro aereo per Washington, ed io, in realtà, volevo andare a Washington invece che a New York.

Così presi tranquillamente l’aereo per andare a Washington.

Ma ci si deve rendere conto che non siete voi a farlo, tutto è organizzato e pianificato e predisposto in modo meraviglioso per voi.

Voi decidete qualcosa, va bene, se la vostra decisione è corretta e “dovete” farlo, funzionerà. Se non funziona, non doveva funzionare. Ora, questa è la differenza tra chi è un’anima realizzata e chi non lo è.

Un’anima realizzata non si preoccupa di ciò che vuole, di ciò che le piace, di cosa l’appassiona, no. Qualsiasi cosa abbia va bene.

Adesso, potete vedere che voi, insomma, vivete sotto questo tetto così orribile (il vecchio pendal vicino al Palazzo Doria. Risate generali, Shri Mataji ride, ndt). Qui non c’è una buona organizzazione, niente. Non so come possiate vivere qui, insomma, non so proprio cosa fare. E stiamo cercando di acquistare un terreno e questo proprietario è una persona talmente avida, ma non mi mi interessa la sua avidità, però non ci dà ancora il terreno, bene, che ci si può fare?

Voi però siete tutti in gioia (anche nello scomodo pendal, ndt), non ci fate caso (alle scomodità). Diversamente di solito la gente direbbe: “Sapete, voglio una stanza di un certo tipo e una casa di un certo tipo e via dicendo”.

Voi riuscite a vivere in qualsiasi situazione perché non vi preoccupate più delle vostre comodità fisiche. Ciò a cui pensate è il vostro benessere spirituale.

Ho visto persone, sahaja yogi così belli, anche i bambini, che se c’è un film e si vede improvvisamente qualcosa di strano, chiudono tutti immediatamente gli occhi: “Non vogliamo vederlo”.

Nessuno deve dirglielo perché, sapete, sono come… interiormente hanno insita quella personalità sottile che non può sopportare assurdità.

Magari non diranno nulla, magari non reagiranno in modo brusco, ma semplicemente eviteranno (quella cosa assurda, ndt) e se ne andranno da quei posti, in modo automatico.

Ebbene, il modo per descrivere la nuova personalità è quello che vediamo con grande evidenza nella natura. Ciò che vediamo nella natura è che un albero cresce, deve espandersi, ma se non può non lo fa. Se può, lo farà e cercherà anche, in qualche modo, di esporre tutte le foglie alla luce del sole.

Io non penso che gli alberi abbiano tutta questa intelligenza per organizzare ciò, ma c’è qualcosa che li organizza così meravigliosamente. E non si tratta di un solo albero, (ma) di migliaia e migliaia e migliaia e migliaia.

Chi fa tutto questo è Colui con il quale voi siete in contatto. Non sono gli alberi a farlo, essi seguono semplicemente le leggi della natura, ma non possono gestire, manovrare, comprendere questo potere divino, non possono.

Gli animali non possono, e neppure gli esseri umani; ma voi sì perché avete superato il limite di questa schiavitù umana, ed ora siete proprio come grandi cittadini del grandioso regno della divinità.

Questa forza divina vi aiuta, fa funzionare tutto e, inoltre, vi conduce, vi guida, vi dirige.

Ciò che voi dovete fare è mantenervi aperti a questa guida. Allo stesso tempo dovete agire, perché la guida verrà anche da dentro e con essa saprete ciò che dovete fare.

Ora, supponendo che anche allora abbiate la sensazione di non avere ancora conseguito una certa cosa, e pensiate: “Ancora non capisco perché non sono riuscito ad ottenere ciò che voglio”, cercate di comprendere che questo è ciò che è meglio per noi.

Ma non significa in nessun caso che dovreste desistere, che non dovreste desiderare. Ho visto che i desideri dei sahaja yogi sono molto più potenti dei miei.

La ragione è che io sono senza desideri, io non ho desideri in quanto tali.

Provate a vedere, cercate se io ho qualche desiderio. Io vedo che non ho desideri di nessun tipo né voglio ardentemente qualcosa.

Potete definirlo un temperamento molto frivolo (risate). Ma, vedete, con voi è tutto molto diverso.

Voi siete fatti in modo decisamente diverso. Infatti voi avete raggiunto qualcosa. Io non ho conseguito nulla, sono ciò che sono.

Ma voi, dal momento che avete conseguito qualcosa, sapete come eravate e ciò che siete ora. In virtù di questa vostra conquista, penso sia una benedizione speciale il fatto che tutto ciò che desiderate si avveri.

Dal momento che avete lavorato così tanto, è una grazia, è una benedizione speciale per voi (che si realizzi) tutto ciò che desiderate.

Molte volte vi ho detto: “Non desiderate nulla che non sia corretto”, perché qualsiasi cosa desideriate agisce e sortirà un effetto.

Ora cercate di rendervi conto che non siete più esseri umani ordinari. Avete superato la schiavitù e adesso non siete neppure nel Sahasrara, siete oltre.

Il Sahasrara è l’area limbica; e quest’area limbica è chiusa come un loto e, quando la vostra Kundalini vi entra, questo loto si dischiude così. Ed è ciò che è scritto nella Bibbia: “Apparirò dinanzi a voi come lingue di fuoco”. È il Divino a dirlo.

Ebbene, questi petali non sono altro che i nervi che sono illuminati, proprio come queste (le lampade che ardono sul palco, ndt), e appaiono come fiamme. Ma queste fiamme sono senza calore; in sanscrito si dice tapa-hina, senza calore. Sono estremamente rinfrescanti, calmanti, ardono splendidamente.

Quando questo loto del Sahasrara si dischiude, la Kundalini attraversa la vostra fontanella e ottenete la realizzazione. Questo è ciò che vi è accaduto. La sola cosa, adesso, è tenere questo loto aperto ed è qui che a volte falliamo, perché ancora albergano in noi alcuni difetti umani.

Prima di tutto esso di fatto è ricoperto dall’ego e dai condizionamenti o super-ego, dai due palloni.

Questi due palloni cercano continuamente di chiudere il Sahasrara. Quindi dovete stare… dovete stare in guardia: “Che cosa sta chiudendo il mio Sahasrara?”.

Il primo è l’ego; e come attaccarlo? Infatti, se volete attaccare il vostro ego dovrete farlo soltanto attraverso l’ego, è quello l’unico veicolo.

Allora abbiamo questo stato di Nirvichara, di consapevolezza senza pensieri nel quale dobbiamo entrare. Ma la cosa semplice da fare (per abbassare l’ego, ndt) è molto pratica.

Cercate di capire perché siete egoisti, con chi siete arrabbiati. Perché siete adirati. Che cosa vi induce a pensare di dominare, controllare o gestire qualcuno e perché.

La mente non risponderà.

La semplice cosa, se ci riuscite, è cercare di comprendere che, qualsiasi cosa vi turbi o vi faccia sentire molto grandi, se la confrontate con ciò che siete, niente di tutto ciò è più grande di voi.

Niente è più grande del vostro amore, non c’è niente di più grande della vostra compassione, perché in questo c’è il flusso della luce del Divino.

Se odiate qualcuno, se vi adirate con qualcuno, sappiate che dovete amare quella persona.

Ora, come farete ad amare quella persona?

Non c’è alcun modo per misurarlo, ma l’amore di per sé suggerirà quanto vi sentite soddisfatti, quanto vi sentite felici.

Vi farò un esempio. L’altro giorno ho ricevuto dalla Polonia una lettera molto, molto provocatoria nei miei confronti, da qualcuno la cui madre è affetta da qualche malattia, cancro o qualcosa, e mi sfidava continuamente: “Se sei Dio, devi curare mia madre, se sei Dio, fai questo, fai quello e quell’altro…” (Shri Mataji ride). Molto divertente (risate).

Ho detto: “Va bene”. Ho messo la mia attenzione su questa signora e forse la madre sta meglio. Però, invece di adirarmi mi sono detta: “Lei è così frustrata, sconvolta, così preoccupata che, anche se dice: “Se tu sei Dio”, sfidandomi, va bene, non fa differenza. Che mi chiami Dio o no non fa differenza. Io sono quel che sono”. Quindi, invece di adirarmi ho provato una fortissima compassione per lei. Lei è un essere umano e sua madre è molto malata ed è la sua unica fonte di vita, quindi posso capire perché sia tanto sconvolta.

Ebbene, se solo ci provate… e questo potete farlo molto facilmente, molto facilmente, non è difficile poiché voi siete anime realizzate. Io sto parlando a dei santi. Se solo mettete l’attenzione su una persona, con amore, ciò che accade è che ottenete la comprensione, ricevete la capacità di comprendere questa persona, come se vi identificaste con lei. Allora vi rendete conto: “Se, come essere umano, fossi stata al suo posto, cosa avrei sentito? Questa disperazione, questa rabbia. Se io fossi così, se fossi una persona dello stesso tipo, con problemi dello stesso tipo, che cosa farei?”.

E questo risolve il problema.

Per quanto riguarda l’identificazione, dunque, avete poteri tali, vi ho detto, per cui potete penetrare (in un’altra persona, ndt).

L’identificazione con gli altri è molto importante. E voi potete farlo; essendo anime realizzate potete farlo. Mettetevi nei panni dell’altra persona e allora vi renderete conto di avere i poteri dell’amore, e ritengo che l’identificazione sia il solo modo in cui poter comprendere l’amore.

Questo ego sarà risucchiato all’istante appena metterete la vostra attenzione amorevole su quella persona. Nell’arco della vostra vita avrete tante esperienze di questo tipo che vi stupirete di voi stessi: “Com’è possibile che io faccia tutto questo?”.

Perché siete anime realizzate.

Inoltre, come ho detto, quando vi identificate con un’altra persona ne affidate la responsabilità alla Divinità; è proprio un sentimento di unione.

A volte, inoltre, abbiamo idee molto errate su di noi e sugli altri. Anche in piccole cose insignificanti abbiamo le nostre idee.

Ad esempio, se alcuni hanno un certo standard di vita, (diciamo): “Mi piace, non mi piace, mi piace, non mi piace”. (Ma) non un santo, un santo non dice mai così.

Nel momento in cui dite così, siete falsamente identificati con il badha di quella persona.

Per esempio, supponiamo ora che qualcuno abbia allestito questa bellissima disposizione di fiori. Se invece di apprezzarla e gioirne, arrivate e dite: “Non mi piace, poteva essere migliore…”

Proprio non so perché la gente dica così ma se vi identificate con chi lo ha fatto, con la persona che lo ha allestito, gioirete come ha gioito quella persona nel farlo.

Infatti voi, pensando con la vostra presunzione, giudicate che qualcosa non sia fatto molto bene, che questa o quell’altra cosa sarebbe potuta essere migliore. Chi siete voi per giudicare qualcuno?

Questa natura incline alla critica viene da una comprensione terribilmente errata di se stessi. Cosa siamo noi?! Perché dovremmo giudicare qualcun altro? Siamo forse pagati per questo? Perché allora sprecare energia a giudicare gli altri?

Dovremmo vedere il buono negli altri, perché nel regno della realtà tutto è buono, tutto è bello, tutto è di prima classe. Se però cercate di vedere ciò che non va negli altri, non siete nella realtà. Potete osservare, potete testimoniare, ma non ne siete disturbati e neppure dite qualcosa che disturbi gli altri.

Voi vi limitate ad osservare, è tutto bellissimo: intendo che la gioia di quella persona, di tutte le persone che hanno allestito tutte queste cose bellissime, spumeggia proprio attraverso di esse; ma se non vi identificate con coloro che le hanno fatte, potreste dire che una certa cosa sarebbe potuta essere più bella, che un’altra sarebbe potuta essere migliore.

Potete trovarvi voi nella stessa posizione (di chi ha creato o preparato una cosa bella, artistica provando la sua stessa gioia, ndt). Supponiamo che facciate qualcosa e un altro venga a dirvi: “Oh, avresti dovuto farlo così e così”. È uno spreco della nostra energia proprio per nulla. E la nostra è un’energia spirituale.

(Se smetterete di farlo) allora di nuovo diverrete come il cielo, come vi ho detto, i più grandi; voi siete troppo grandi per preoccuparvi di queste cose, sprecando la nostra energia su cose davvero molto banali e inutili e rendendovi meschini.

Se invece si usa questa energia spirituale – perché voi potete usarla; siete voi gli unici in grado di manovrarla, non gli alberi, non i fiori – allora ciò che farete sarà creare oceani di gioia.

Veniamo così a Sahaj; ciò che Sahaj vi ha dato va bene. Ma voi, che cosa avete dato a Sahaja Yoga? “Che cosa ho dato io a Sahaja Yoga? Ho creato oceani di gioia per gli altri? Quale gentilezza ho dimostrato, quale compassione ho dimostrato, quale amore ho espresso?”.

Bene, qualsiasi cosa Sahaja Yoga vi abbia dato, noi l’abbiamo data per scontata.

Una volta venuti in Sahaja Yoga si pensa di aver già sottoscritto un contratto e, se qualcosa non funziona: “Che cos’è?” – dicono – “Avevamo un contratto con Dio”, e aggiungono: “Non siamo stati ricompensati pienamente per tutto ciò che abbiamo pagato, per tutto ciò che abbiamo fatto”.

Ma che cosa avete fatto, voi, in questo regno della realtà? Avete gioito della realtà? Avete percepito la gioia di questo autentico amore del Divino? Siete dissolti in esso o state ancora sulla riva a guardare?

Voi potete creare, siete proprio in grado di creare una gioia straordinaria, felicità e pace straordinarie.

Guardate in quale condizione è il mondo oggi: è tutto in tumulto, confusione, azioni corrotte e distruttive di ogni genere che vanno avanti. È diventato così brutto questo mondo. Potete renderlo bello? Sì, potete, perché voi potete trasformare la gente. Se però non siete voi per primi bellissimi sahaja yogi, come potete farlo?

Si tratta dunque della nostra attenzione su noi stessi quando ci rendiamo conto che dobbiamo portare altri in questo regno della realtà.

Questo è un aspetto di noi stessi, nel quale dobbiamo comprendere le nostre sottigliezze. L’altro aspetto è che siamo ancora identificati con cose con le quali non avremmo dovuto identificarci. Possiamo scoprirlo.

Ci identifichiamo con delle idee, con qualche tipo di idea. Tutte queste cose, in tutta franchezza, vi rendono proprio… vi mettono in ridicolo.

Tutti gli sciocchi che sono condizionati sono veramente… non so come definirli, perché sono come un treno senza macchinista: Dio sa quando si scontrerà.

Infatti so che queste persone identificate… ormai anche voi avrete notato che quelli che vanno in chiesa si preparano per benino, vanno in chiesa, si siedono, cantano inni, tornano a casa e ricominciano a litigare e ad attaccar briga. Se però vedono una chiesa si inchineranno.

Ma niente di quella chiesa entra dentro (la persona, ndt).

Oppure ce ne sono certi, sapete, come gli ebrei, dovete averli visti, che hanno un muro del pianto davanti al quale vanno a fare di tutto, ottenendo che cosa? Niente.

Lo stesso con i musulmani, sono talmente condizionati, insomma, non si può descrivere la stupidità dei loro condizionamenti.

E questi condizionamenti continuano a renderci ridicoli. Ho conosciuto molta gente così. (Shri Mataji ride)

Una volta, in un periodo della mia vita, fui ospite di alcuni miei parenti. Il padrone di casa aveva l’abitudine di alzarsi alle quattro del mattino e mettersi a cantare qualche Ram Raksha. Tutta la casa dormiva, i bambini dormivano e lui gridava a squarciagola (risate).

Io mi dissi: “Che succede? Forse persino Rama sta dormendo a quest’ora” (risate). Ma lui strepitava.

E il suo bagno era un’altra cosa, tutti sapevano quando faceva il bagno perché cantava altri shloka o qualcosa di simile. Di continuo. Ma accadde che io fossi nella stanza attigua e sentii qualcosa come una serie di colpi violenti.

Dissi: “Che succede?”. Pensai che soffrisse di epilessia o non so cosa.

Allora mi precipitai dagli altri a dire: “Questo signore soffre di epilessia”.

Uno mi rispose: “No, non ne soffre”.

Chiesi: “Allora perché si sente questo rumore?”.

“No, no, sai, sta frizionando il chandan, sai, il legno di sandalo”. E ogni volta appoggiava a terra quella pietra con questo tonfo assordante.

“Ma io pensavo che avesse l’epilessia”.

Mi spiegò: “Qualsiasi cosa tu possa dirgli non ascolterà mai; fa così tutti i giorni”.

Che cos’è questo? Per noi è stupidità, quando si vedono gli altri, quando si vedono esseri umani, e persino anime realizzate, che sono nel regno della realtà, accettare a volte cose irreali a causa di antichissimi condizionamenti: dato che i vostri antenati erano così, il padre era così e gli avi dei vostri avi erano così, allora si continua.

Dicono che sono i geni. Ma in Sahaja Yoga anche i geni si trasformano. Dunque, questa specie di condizionamenti che persistono tutt’ora nei vostri corpi, nelle vostre menti, nelle vostre emozioni devono essere individuati ed eliminati poiché uccidono la gioia.

Uccidono la piena esperienza della realtà. Se volete avere piena esperienza della bellezza della realtà, dovreste eliminare tutte queste cose che vi ridicolizzano davvero dalla mattina alla sera.

La gente approfitta moltissimo di persone del genere. Come vi ho già detto, gli imprenditori, sapete, lanceranno una moda e tutti la seguiranno. Ma noi non siamo persone senza cervello. Non solo abbiamo un cervello, ma anche un cervello illuminato. Non adottiamo cose che sono di moda o altro, no.

Ciò che facciamo è seguire una nostra moda. Questo non è ego ma identificazione con il proprio Spirito.

Non seguirete qualcosa di stupido e assurdo se avete la saggezza del vostro Spirito in voi.

Nel regno della realtà abbiamo dunque tutti i sette chakra totalmente illuminati, integrati e nutriti.

In quella posizione vediamo noi stessi, come ho detto, come qualcosa di non limitato, assolutamente illimitato.

Persino quando diciamo di penetrare, lo facciamo veramente. Quando diciamo di espanderci ci espandiamo. Quando ci contraiamo lo facciamo.

È una personalità assolutamente flessibile e una personalità che crea pace, gioia, armonia.

Con l’apertura del Sahasrara sono certa che tutto il mondo sarà integrato un giorno, e comprenderemo questi problemi che ci stanno di fronte a causa della stupidità.

Sono certa che questa integrazione avrà luogo e, quando ciò avverrà, vedrete che la vita del Divino eclisserà completamente tutte queste tenebre o forze distruttive. Accadrà.

Se è stato possibile aprire tanti Sahasrara, perché allora non aprire anche il Sahasrara di questo mondo alla verità e alla realtà? Lo sarà.

Oggi, dunque, in questo giorno così importante per noi – penso che nella storia della spiritualità questo sia un giorno molto importante –  dobbiamo renderci conto di essere illuminati, di essere luce di gioia, luce di compassione, luce di amore come le silenti fiamme multicolori del Sahasrara che danzano meravigliosamente. Allora sapremo cosa è la gioia della realtà.

Che Dio vi benedica.

[Ha inizio il puja.

I bambini salgono sul palco. Mantra di Shri Ganesha per tre volte. Bhajan: “Ganesha Sthuti”. “Jai Ganesh”.]

Yogi: Tutti i leader. (I leader salgono sul palco)

 Yogi: Con il permesso di Shri Mataji reciteremo insieme 108 ringraziamenti alla nostra Madre divina che sono stati composti per questa occasione del Sahasrara Puja.

E lo faremo leggendo prima il mantra e, dopo il mantra, diremo tutti insieme: “Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora”.

1) Grazie per essere discesa dalla Tua dimora celeste, Mata Dwipa, al fine di portare luce nell’oscurità del Kali Yuga.

Gli yogi: Grazie Shri Mataji ancora e ancora.

2) Grazie per aver portato Sahaja Yoga ad una umanità confusa ed autodistruttiva.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

3) Grazie per averci rivelato il significato della creazione e dell’evoluzione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

4) Grazie per averci rivelato la vera esistenza di Dio.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

5) Grazie per aver dato all’esistenza umana un significato divino.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

6) Grazie per averci rivelato il riflesso di Vishwa Rupa all’interno del corpo umano.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

7) Grazie per averci rivelato i princìpi primordiali della creazione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

8) Grazie per averci rivelato la realtà della natura umana.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

9) Grazie per averci rivelato il significato della vera religione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

10) Grazie per averci insegnato la conoscenza divina di Sahaja Yoga.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

11) Grazie per aver realizzato la promessa di Gesù Cristo.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

12) Grazie per aver sollevato per noi il velo dell’illusione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

13) Grazie per averci rivelato il vero significato di bene e male.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

14) Grazie per aver risvegliato Madre Kundalini in noi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

15) Grazie per averci dischiuso la dimensione della coscienza collettiva.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

16) Grazie per averci concesso la realizzazione del Sé.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

17) Grazie per aver instaurato la consapevolezza vibratoria sul nostro sistema nervoso centrale.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

18) Grazie perché ci nutri con il potere onnipervasivo di Dio onnipotente.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

19) Grazie per averci rivelato il significato dell’Ultimo Giudizio.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

20) Grazie per aver fatto risorgere l’albero della vita dal suo sonno di gioiosa aspettativa.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

21) Grazie per aver coronato il lavoro di ogni Avatar (incarnazione) e profeta.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

22) Grazie per aver realizzato i sogni di tutti i santi e ricercatori.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

23) Grazie per aver dato vero significato al lavoro di tutti coloro i quali hanno sacrificato la propria vita per l’emancipazione dell’umanità.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

24) Grazie per aver restituito speranza, fede e fiducia ai nostri cuori.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

25) Grazie per aver elevato l’autodeterminazione umana oltre i concetti di razza, casta e religione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

26) Grazie per aver dato un significato divino all’idea di libertà, uguaglianza e fratellanza.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

27) Grazie per aver unito l’umanità ai Piedi di un solo Dio, di una sola esperienza e una sola verità.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

28) Grazie per aver invitato l’umanità nei regni dell’Assoluto.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

29) Grazie per averci liberato dall’illusione di un mondo dualistico.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

30) Grazie per averci liberato dall’ignoranza, dalla confusione e dalla solitudine.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

31) Grazie per aver smascherato le forze demoniache del mondo materialista.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

32) Grazie per aver smascherato l’inefficacia del pensiero lineare.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

33) Grazie per aver smascherato la crudeltà e il pericolo della politica patriarcale.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

34) Grazie per aver distrutto modelli e condizionamenti personali e sociali che rendono schiavi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

35) Grazie per aver liberato l’umanità dalle catene soffocanti della Chiesa cattolica.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

36) Grazie per aver affrancato l’umanità dall’abuso di autorità religiosa da parte dei governi islamici.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

37) Grazie per averci rivelato l’ipocrisia dei falsi guru e di tutte le istituzioni religiose.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

38) Grazie per aver liberato l’umanità da fede cieca e condizionamenti religiosi superficiali.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

39) Grazie per aver evidenziato i limiti e i difetti di un approccio scientifico alla realtà.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

40) Grazie per aver evidenziato le illusioni del sistema di valori occidentale.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

41) Grazie per averci introdotto ad una relazione con il Divino.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

42) Grazie per averci considerati degni.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

43) Grazie per averci concesso di partecipare alla salvezza dell’umanità.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

44) Grazie per averci concesso la gioia di introdurre un fervente ricercatore al Tuo materno amore di redenzione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

45) Grazie per averci invitati tutti alla corte della Dea.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

46) Grazie per aver instaurato il regno di Dio sulla terra.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

47) Grazie perché accetti le nostre offerte e preghiere.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

48) Grazie perché riversi infinitamente su di noi le Tue benedizioni.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

49) Grazie di aver aperto in noi la porta del Paradiso.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

50) Grazie per averci concesso il dono dello Yoga.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

51) Grazie per averci creato.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

52) Grazie per averci battezzato.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

53) Grazie perché ci curi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

54) Grazie perché ci purifichi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

55) Grazie perché ci mondi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

56) Grazie perché ci trasformi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

57) Grazie perché ci illumini.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

58) Grazie perché ci nutri.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

59) Grazie perché ci fai esultare.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

60) Grazie di essere con noi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

61) Grazie di amarci.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

62) Grazie perché ci perdoni.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

63) Grazie perché ci aiuti.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

64) Grazie perché ci proteggi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

65) Grazie perché ci incoraggi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

66) Grazie perché ci guidi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

67) Grazie perché ci conforti.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

68) Grazie perché ci consigli.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

69) Grazie perché ci correggi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

70) Grazie perché non ci abbandoni mai.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

71) Grazie perché ci salvi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

72) Grazie perché ci riunisci.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

73) Grazie dei Tuoi insegnamenti.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

74) Grazie di aprire i nostri cuori.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

75) Grazie di prenderti cura di noi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

76) Grazie perché ci ospiti.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

77) Grazie di avere fiducia in noi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

78) Grazie di contare su di noi.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

79) Grazie di aspettarci.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

80) Grazie per averci accolti nel Tuo corpo divino.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

81) Grazie di averci dato la collettività.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

82) Grazie di averci dato l’amicizia.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

83) Grazie di averci dato le famiglie.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

84) Grazie di averci concesso una posizione nella vita.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

85) Grazie per averci dato l’abbondanza.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

86) Grazie per averci concesso l’autorità spirituale.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

87) Grazie per averci dato l’autostima.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

88) Grazie per averci dato il discernimento.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

89) Grazie per averci dato la saggezza.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

90) Grazie per averci dato il successo.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

91) Grazie per averci dato la meditazione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

92) Grazie per averci dato la pace interiore.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

93) Grazie per averci dato la gioia interiore.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

94) Grazie per averci dato un’attenzione illuminata.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

95) Grazie per averci dato il distacco.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

96) Grazie per averci dotato di armi divine.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

97) Grazie per averci sottoposto alla benevola attenzione delle Deità e di tutti gli Esseri celesti.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

98) Grazie per averci concesso la sollecitudine per il prossimo.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

99) Grazie per averci dato il potere di aiutare gli altri.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

100) Grazie per averci concesso la soddisfazione di diffondere Vishwa Nirmala Dharma (la pura religione universale).

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

101) Grazie per la Tua continua attenzione.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

102) Grazie di essere lo specchio.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

103) Grazie di essere sempre presente.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

104) Grazie di essere gentile.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

105) Grazie di essere meravigliosa.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

106) Grazie di essere nel nostro cuore.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

107) Grazie di essere il nostro Guru.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

108) Grazie di essere nostra Madre.

Gli yogi: Grazie, Shri Mataji, ancora e ancora.

Grazie per sempre e in eterno.

[Decorazione della Devi]

Yogi: Dovrebbe esserci una signora da ciascun Paese partecipante: una da Israele, una dall’Austria, una dalla Slovenia, una dall’Ungheria, una dalla Repubblica Ceca, una dalla Slovacchia e una dalla Germania.

Dovrebbe essere una signora dalla Slovacchia, una dalla Repubblica Ceca, una dalla Slovenia, una da Israele, una dalla Germania e Austria.

Yogi: Un’altra. Vicky da Israele, Vicky da Israele.

[Le signore eseguono il Puja alla Devi sul palco. Bhajan: “Jago Savera”, “Vishwa Vandita”.

Poi l’Aarti. Tre Mahamantra.]

Gli yogi: Bolo Shri Adi Shakti Mataji Shri Nirmala Devi ki! Jai!

 

[Fine della registrazione video]