Discorso precedente il Shri Krishna puja

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Discorso precedente il Shri Krishna puja

Cabella Ligure (Italia), 31 Agosto 1996


[Tre musicisti indiani suonano insieme, una violinista, un flautista e un tablista. Durante la loro performance, ad un certo punto, loro dicono che suoneranno un pezzo musicale – bhajan – il cui testo è stato composto da Babamama, ma Shri Mataji commenta in hindi che è stato scritto da uno svizzero. Il bhajan è “Isi Liye”. Poi, dopo questo brano musicale, Shri Mataji parla al microfono]

(min. 1.29.47)

Sangita (violinista): Adesso vorremmo suonare un bhajan tradizionale, molto famoso, che è uno dei preferiti di Shri Mataji. Lei ci aveva chiesto di suonarlo: “Thumaka Chalata Ramachandra Baajata painjaniyaan[1]”.

Shri Mataji: Adoro questo speciale bhajan che adesso suoneranno per voi. È stato scritto da un grande santo, Tulasi Dasa (Tulsidas, ndt). Qui c’è la descrizione della camminata di Shri Rama da piccolo, del modo bellissimo e particolare in cui camminava. E come cadeva e si rialzava; tutta quella descrizione di (lui da) bambino.

Non mi pare di aver visto nessuna poesia di questo genere in ambito occidentale in cui si descriva il modo in cui cammina, in cui corre un bambino piccolo; sapete, questa è una cosa importantissima da comprendere.

Non so riguardo agli italiani, perché loro provano molto amore per i bambini. Ma è magnifica la descrizione di un piccolo bambino che si rialza; e Lui è una incarnazione, ma il modo in cui cammina e va carponi è proprio come quello di qualsiasi altro bambino.

Ora, lo stesso termine thumakata è molto lirico, direi, e si abbina perfettamente anche alle tabla, (difatti) le usiamo, o si può definire ritmico.

Quindi, in India, il concetto generale è che un bambino è qualcosa di molto divino; e se poi si tratta di una incarnazione, l’infanzia di una incarnazione deve essere straordinaria.

Io non ho visto nessuna poesia in cui sia stato descritto il movimento di un bambino; se la trovaste da qualche parte, nella storia (della letteratura) inglese, tedesca, francese (Shri Mataji ride) e italiana, ne sarei molto felice, perché è così che si rispetta e si gioisce di un bambino. D’accordo?

Mi spiace dirlo, ma il nostro Paese è ricco di questo tipo di amore.

Grazie.

[Il concerto riprende. Al termine dell’esibizione Shri Mataji li chiama: “Insieme!”. I tre musicisti vanno tutti insieme ad inchinarsi ai piedi di loto di Shri Mataji]

(min. 1.47.21)

Dobbiamo essere davvero molto, molto riconoscenti a questi tre grandi artisti, li conoscete tutti: Sangita (violinista, ndt), che conosco da quando era bambina ed anche il signor Ronu Mukherjee che ha suonato davanti a noi. Ho chiesto a Babamama come si chiamasse e lui mi ha detto che si chiama Ronu.

Ho esclamato: “Com’è possibile? Deve avere anche qualche altro nome” (ride).

Bene, lui ha risposto: “Lo hanno chiamato Ronu perché non ha mai pianto” (ride).

Tipico di Babamama, sapete.

Abbiamo poi davanti a noi un genio straordinario: Sukhwinder Singh Namdhari (tablista, ndt).

Per qualche motivo, i Namdhari[2] provano una grande attrazione per Sahaja Yoga. Sono stata in Tailandia e c’erano molti Namdhari, pensate. Insomma, questo è proprio ciò che facciamo noi, praticare il Sikhismo (insegnamenti di Guru Nanak, ndt); ma i Namdhari si rendono conto che questo (Sahaja Yoga) è la stessa cosa di quanto insegnato da Guru Nanak.

Loro sono i primi ad entrare. Ora, ovviamente, ce ne sono molti, e lui appartiene allo stesso sensibilissimo movimento religioso, ritengo siano molto sensibili in questo movimento. Penso debba essere stato un musicista eccelso nella vita precedente, anzi, tutti loro.

Diversamente non è possibile raggiungere una tale maestria in così giovane età.

E fare l’accompagnamento, il sanghat, è molto difficile. Penso sia facile suonare un assolo, ma accompagnare l’umore ed ogni caratteristica del musicista, creando bellezza senza entrare in competizione, bensì rallentando in certi punti, accelerando in altri e tutti questi piccoli accorgimenti, sono qualcosa che viene da un cuore molto grande. E da un cuore di un’anima già realizzata.

Altrimenti non può funzionare. A volte ho visto gente litigare anche sul palco (risate. Shri Mataji ride).

Come sapete, sua (di lei, ossia di Sangita, ndt) madre è anche lei una grande musicista, bene.

E spero di incontrarla. Sono andata a Benares perché mi ha invitata ad andarci.

Ed è come se la nostra famiglia di Sahaja Yoga si espandesse molto anche attraverso questi musicisti. E loro si rendono conto dell’unione delle nostre vite, dell’unità del nostro sistema di valori, ed è come se si perdessero tutti completamente nella nostra famiglia di sahaja yogi (ride).

Io non trovo nessuna differenza, infatti tutti loro hanno vibrazioni, suonano tutti con vibrazioni e non c’è niente che vada storto.

Ho notato che è proprio come ciò che noi definiamo Sancharuna; ho sentito che c’era sanchar (trasmissione, diffusione armoniosa, ndt) in loro: appena hanno iniziato a suonare, tutta l’energia ha iniziato a muoversi in loro.

Ed è una cosa notevole che ho notato, che siano musulmani, cristiani, indù, sikh o altro: questa musica li trascende.

Nusrat Ali Khan Sahib era seduto sul palco. E mi guardò, non so cosa lui sappia di me. E mi disse (Shri Mataji congiunge le mani): “Madre, venga a sedersi qui vicino a me”.

Ero stupita di come mi avesse riconosciuta.

Io ero seduta lì come qualsiasi altra persona del pubblico, ero seduta per terra e lui mi chiamò. Mi ha molto sorpreso questo signor Nusrat Ali Khan.

Quindi trascende, sapete – questa musica è divina, trascende tutte le razze, tutte le religioni, tutte le idee assurde e che creano divisione. Non vi è dubbio al riguardo. E Sahaja Yoga è questo.

Oggi nascono dunque tutti questi talenti straordinari. C’erano due ragazzini seduti qui, devo dirvelo, uno dei quali suona benissimo il murli[3], e l’altro le tabla. Sono entrambi bravissimi ed hanno eseguito una canzone difficilissima. Mi ha sorpreso come abbiano imparato; e imparano molto rapidamente.

Dunque, il talento tra i sahaja yogi…, come vi ho detto, questa musica di Saatajanam (lett: sette vite) non solo è stata scritta da loro in hindi, in hindi, sebbene non conoscessero assolutamente l’hindi; bensì è stata anche composta, messa in musica ed anche adattata al dam[4] soltanto da loro.

Ebbene, come si diffonde la nostra musica nei loro cuori! E questa nostra musica, che è musica indiana, è veramente una musica divina. Anche loro (probabilmente gli occidentali, ndt) hanno una musica classica bellissima, splendida, indubbiamente, e apprezzo moltissimo anche quella. Ma la nostra musica è di tipo diverso in quanto con essa si stabilisce il rapporto tra artista ed ascoltatori.

E, in qualsiasi momento, possono mettersi a creare, hanno la libertà di creare.

Penso sia questo il motivo per cui i sahaja yogi amano ascoltare sempre la nostra musica classica indiana, continuamente. E la apprezzano molto. Da qualsiasi paese possano provenire, vi stupirà quanto amino questa musica.

E questo è anche per dire che è uno dei desideri di mio padre, il quale sosteneva che la nostra musica è così divina che dovrebbe arrivare in tutto il mondo.

E adesso, per vostra informazione, abbiamo già inaugurato una bellissima accademia di musica a Nagpur dove abbiamo acquistato un bellissimo terreno, e mi piacerebbe che tutti voi, una volta o l’altra, visitaste questo luogo per vedere come questi giovani nel giro di tre mesi cantino Malkauns[5], qualunque raga, proprio come qualsiasi grande musicista.

Mi ha sorpreso il modo in cui queste persone… i rumeni cantano i qawwali così bene da stupire tutti, sapete, c’è una sorta di scintilla in loro.

Quindi non è solo spiritualità, ma la bellezza della spiritualità che si esprime in innumerevoli forme.

Non so come ringraziarvi qui, figli miei, non so come ringraziarvi per aver offerto a tutti noi questo bellissimo momento e ne abbiamo tutti gioito moltissimo. E spero che possiate venire anche in India. Specialmente per il mio compleanno cerchiamo di invitare sempre molte persone (parla a lato in hindi).

Penso dunque di invitarvi fin d’ora e saranno tutti felicissimi di avervi lì, tutti i pazzi per la musica. Vi assicuro che lo sono tutti (Shri Mataji ride e parla in hindi).

Abbiamo per voi questa piccola cosa… Sangita[6]? Tu sei come il tuo nome. anche se una piccola cosa, possono regalarla… Eh?

Sukhwinder! Non so che cosa dire di te (Shri Mataji si appoggia la mano sul cuore).

(Al flautista, Ronu:) … Tu sei… Majumdar! Ah! Cosa ho pensato? (Non chiaro – forse il riferimento è al fatto che all’inizio aveva citato un altro cognome per quel musicista, ndt).

Sangita (musicista): Il suo nome completo è Ranendranath, Shri Mataji.

Shri Mataji: Come?

Sangita: Ranendra… (Hindi).

Shri Mataji: Ranendra!

Sangita: Ranendra.

Musicista (Ronu Majumdar): È il mio vezzeggiativo, Ronu.

Shri Mataji: Ah.

Ronu: Il nome completo è Ranendranath.

Shri Mataji: Baarpre baap (terribile, è troppo, ndt).

Ronu Majumdar: … è molto lungo…

Shri Mataji (ridendo): Rana ke Indra ho[7]! (Shri Mataji ride). (La conversazione continua in hindi, Shri Mataji ride) Accha (Sì).

 [Alcuni ragazzi e ragazze offrono fiori ai musicisti che sono andati ad inchinarsi ai piedi di Shri Mataji. Lei continua a parlare con loro, seduti ai Suoi piedi, per qualche minuto in hindi, lontana dal microfono].


[1] “Il bambino Rama cammina in modo meraviglioso, e le sue cavigliere creano una musica”.

[2] La fondazione Namdhari è un austero gruppo religioso del Sikhismo, fondato da Balak Singh (1797–1862), che non credeva in nessun altro rituale religioso al di fuori della ripetizione dei nomi di Dio (nam = nome: per questo motivo i membri del movimento sono chiamati Namdhari).

[3] Murli: tipo di flauto dolce originario dell’India, realizzato di solito in legno di bambù.

[4] Uno dei significati, possibile in questo contesto, è suono di tamburo, di percussioni.

[5] Malkauns è uno dei raga più antichi della musica classica indiana.

[6] Il significato della parola “Sangita” è “musica”.

[7] “Rana è (uno dei nomi di) Indra”.