Navaratri Puja, Ashtami – Ottava Notte di Navaratri

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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(10/2019 SOTTOTITOLI)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Navaratri Puja

Ashtami – Ottava Notte di Navaratri

Cabella Ligure, 20 Ottobre 1996


Oggi, come sapete, è un giorno speciale: veneriamo la Dea venuta già nove volte su questa terra per uccidere tutti i demoni e tutta la negatività, e rendere i devoti (bhakta) liberi di adorare.

Tutto il Suo lavoro è già stato descritto.

Nonostante ciò si scopre che sono tornati dei nuovi demoni, un nuovo genere di persone negative.

Forse doveva essere così.

Forse doveva essere così, dopotutto questo è il Kali Yuga; e la rappresentazione del Kali Yuga non avrebbe avuto luogo senza di loro.

Dunque sono venute per portare la commedia a compimento. Ma questa volta sarà una guerra di tipo molto diverso: sarà la guerra della gente pacifica. E la gente pacifica è quella di maggior successo in ogni ambito della vita, persino in guerra.

Non era andata così, finora.

Si dice che, quando Gengis Khan arrivò (in India), sia entrato in un grandissimo monastero di buddisti vicino a Gaya[1] ed abbia massacrato tutti. C’erano circa trentamila buddisti lì, i quali non dissero una parola e furono uccisi tutti.

Per questo la gente iniziò a non credere nel buddismo. Si domandava: “Ma che specie di buddismo è questo? Perché Buddha non li ha salvati?”.

Questo è un modo di pensare umano. Buddha avrebbe dovuto salvare quelle trentamila persone pacifiche, la cui resistenza era consistita nel non opporre alcuna resistenza; e così furono tutte uccise da quell’orribile individuo di nome Gengis Khan.

Però, vi sorprenderà sapere che, in questo Kali Yuga, Gengis Khan è stato lodato da molti autori e sono stati scritti libri su di lui.

Non era un musulmano, ma una specie di pazzo. Abbatté molte moschee e distrusse molti bellissimi edifici, ed arrivò anche in India dove governò per un breve periodo. Questa è tutta storia.

Allo stesso modo ci sono state guerre tra cristiani e non cristiani, tra musulmani e non musulmani. Abbiamo avuto notizia di tutte queste guerre in cui soltanto i veri fedeli, le persone sincere, si sono perdute. Quelle che adoravano Dio con piena fede si sono perdute.

Così, molti sono diventati atei, dicendosi: “Dio non esiste, il Suo potere divino non esiste. Non è mai esistito. Siamo stati degli stupidi, dei pazzi a credere a tutto questo”.

Ed i responsabili della religione approfittarono completamente di questo, dicendo: “Quelli erano dei peccatori, non erano devoti di Dio, per questo li abbiamo uccisi e siamo usciti vittoriosi”.

Il loro concetto di vittoria era che avevano avuto successo massacrando molti esseri umani.

Arriviamo quindi al Kali Yuga. E nel Kali Yuga si è ricreata la stessa situazione in un modo più sottile, si è ripresentata in un modo diverso, per cui è in corso una grande guerra con (da una parte) gli individui anti-Dio, che usano Dio per i loro scopi personali, che sono molto disonesti, corrotti e crudeli e usano la bandiera di Dio, quello stendardo che non hanno alcun diritto di utilizzare; e (dall’altra parte) i sahaja yogi, che hanno ricevuto la realizzazione e devono combatterli.

Adesso c’è una grande differenza tra questa guerra e le guerre precedenti.

In quelle guerre, sapete, tutti coloro che erano considerati i vincitori… – questo riguarda il periodo successivo a tutte le nove battaglie della Madre Divina – la negatività che emerse riportando successo, iniziò a sentirsi molto sicura di aver ottenuto quel che voleva.

Ma ormai nel Kali Yuga, alla luce del Kali Yuga, tutte quelle vittorie storiche vengono considerate qualcosa di vergognoso, di molto aggressivo e senza senso. Viene descritto così ovunque.

Il fatto, ad esempio, che i bianchi siano andati in America ed abbiano ucciso tutti quelli che erano lì, sta ora venendo alla luce.

I figli, i nipoti, i discendenti di coloro che si consideravano vincitori, ora si vergognano di loro, si vergognano di chiamarli loro antenati.

(È andata avanti così) fino all’ultima guerra.

La nascita di questa consapevolezza è la vera vittoria dei tempi moderni, di questo Kali Yuga: nel senso che tutto ciò che era accettato come parte del gioco, come lo stile in vita, diciamo, nei tempi moderni viene ormai messo in discussione ovunque.

Tutto ciò che è aggressione, tutto ciò che è oppressione, tutto ciò che è crudeltà ora viene anche punito.

Vedete, molti criminali di guerra potranno essere fuggiti, ma molti sono stati processati. Prima non era mai successo. Nessuno ha mai processato Gengis Khan.

Adesso, in modo molto sottile, tutte queste persone aggressive hanno ormai paura di subire un interrogatorio e di poter essere torturate.

Non so quando sia cominciato, ma sicuramente all’inizio del Kali Yuga. Se ricordate, in questo Paese ci fu un uomo molto aggressivo chiamato Mussolini (Shri Mataji in realtà pronuncia questo nome come qualcosa di più simile a “Mussoloni”, ndt) che finì impiccato.

In Germania ci fu un uomo molto potente chiamato Hitler, ed anche Himmler[2], e via dicendo. Solo Dio sa cosa è successo loro. I tedeschi non vogliono nemmeno pronunciare il nome di Hitler, se ne vergognano tutti.

Poi c’è stato qualcuno in Inghilterra, Warren Hastings[3], che arrivò in India e fu messo in prigione. Tutto questo non era mai accaduto prima.

Quando Napoleone aggrediva i popoli, pensava di riportare grandi vittorie; però non poté continuare, dovette affrontare (le conseguenze, ndt).

Vedete, chiunque sia stato aggressivo, dominante, molto crudele, demoniaco, generalmente ha dovuto scontare tutto nel corso della propria vita.

E se non gli è accaduto in vita, è stato  screditato dopo e non ha fama di eroe o altro. La gente non vuole erigere statue in suo onore.

Nella mente delle persone si è quindi sviluppata la consapevolezza. Stalin, ad esempio, governò la Russia un tempo, ma oggi non è possibile trovare nemmeno una statua di Stalin.

Questi sono i tempi moderni, notate il potere dei tempi moderni; e ciò fa paura a quelle persone che pensano di poter continuare con tutte le loro azioni.

Molto presto capiranno che devono finirla con tutte queste cose insensate, altrimenti soffriranno. Non saranno gli oppressi a soffrire, ma gli oppressori.

Soffriranno fisicamente, mentalmente, emotivamente e inoltre il loro nome verrà infangato.

Così, la vittoria odierna del potere della Madre Divina sta compiendo una grandissima azione, quella di smascherare. E questo smascheramento condannerà pubblicamente coloro che si comportano male.

Se osservate le cose da questo punto di vista, capirete perché noi, adesso, siamo vittoriosi.

Tanti di voi si sono molto rattristati perché non ho ottenuto il premio (Nobel per la pace, ndt).

Questo riconoscimento per me non fa nessuna differenza e neppure per voi, devo dirvi, perché voi siete venuti senza che io avessi nessun premio; e molti altri verranno senza che io abbia ricevuto alcun premio del genere.

Se notate, però, questa volta, per la prima volta, le persone che hanno ricevuto il premio sono criticate: ancora adesso si scrive contro di questo (l’assegnazione fatta, ndt), anche adesso criticano.

Chi è stato (selezionato, ndt) pensava di essere molto intelligente, ma ormai questa “intelligenza” è finita. E non so per quanto andrà avanti; ancora oggi, infatti, se si apre un giornale si trovano articoli sulla stupidità con cui è stata fatta la selezione ed è incomprensibile la ragione per cui l’hanno fatta.

Non vengono criticati soltanto coloro che hanno fatto la selezione, ma molto, molto di più quelli selezionati.

Ora, essendo sahaja yogi, dobbiamo conoscere la differenza tra la coscienza di una volta e la consapevolezza attuale.

Nei tempi passati era necessario uccidere quei demoni, distruggerli, ma essi sono nuovamente tornati sulla scena. Ora, in questa epoca del Kali Yuga, vengono smascherati, condannati, imprigionati, adesso vengono puniti pubblicamente.

La consapevolezza collettiva ha riportato dunque una grande vittoria, ritengo, su queste persone, tantissime, che prima arrivavano, uccidevano e morivano senza subire alcuna punizione, alcun discredito per questo.

Vediamo ora cos’è la coscienza e cos’è la consapevolezza. È un argomento sottile che credo possiate comprendere tutti. La coscienza è quella (che si ha) quando siete resi consci, diventate consci di qualcosa.

Ad esempio, io qui ho la mia mano, giusto? Ma normalmente non sono conscia di avere una mano. Se un uomo dorme non è conscio che sta dormendo. Quando però mi fate notare che ho una mano, ne divento conscia; oppure se qualcosa mi punge allora ne divento conscia, altrimenti non ne sono conscia.

Non sono affatto conscia dei miei occhi. Vedo ogni cosa, ma nel caso in cui diventi cieca, non potrò vedere; allora divento conscia dei miei occhi, del fatto di avere occhi attraverso i quali non posso più vedere.

Perciò, quando dite che c’è questa mano, c’è la coscienza. Possiamo dire che questa è la conoscenza della mano, che ne acquisite la conoscenza. Una volta però che non siete più consci della mano, questa conoscenza scompare.

Quindi, dire che esistono l’ignoranza o la conoscenza, in realtà sono ambedue la stessa cosa. Non siete consci della vostra mano e quindi siete del tutto ignoranti riguardo ad essa.

Supponiamo però che qualcuno dica: “Le tue mani sono molto belle” – qualcuno fa un’osservazione del genere – allora divento conscia delle mie mani, del fatto che sono belle, altrimenti non avrei mai saputo che fossero belle.

Normalmente, quindi, tutti gli esseri umani vivono a quel livello in cui qualcuno deve dire loro le cose. Ora, qualcuno mi ha detto: “Lei indossa un sari molto bello”. Bene, allora lo guardo: “Sì, è molto bello, non me ne ero mai resa conto”. (Risate).

Qualcuno quindi deve dirvelo; allora ne diventate coscienti, altrimenti non lo siete. Tutti noi esseri umani a quel livello siamo così.

Ora, cos’è la consapevolezza? È qualcosa di diverso. Significa che, se vedo qualcuno che mi attacca, metto la mia mano così (mette la mano avanti in segno di difesa, ndt). Questo significa che sono consapevole di avere le mani.

Non ne sono conscia, ma sono consapevole di avere le mani e che devo usarle.

Ad esempio, qui in Italia usate continuamente le mani, gesticolando sempre così (Shri Mataji gesticola ampiamente, alzando le mani ed incrociandole, ndt).

Questo significa che sapete, siete consapevoli di avere le mani e che dovete usarle per esprimere qualcosa con maggiore enfasi.

In un certo modo quindi siamo anche consapevoli del nostro corpo, siamo consapevoli degli altri, li conosciamo, sappiamo che sorta di persone sono. Questo fino al momento in cui siete realizzati.

Dopo la realizzazione del Sé cosa succede? È molto interessante. Dopo la realizzazione del Sé trascendete ambedue le cose, coscienza e consapevolezza, poiché andate oltre il pensiero.

Che cosa vuol dire essere andati oltre il pensiero? L’ira, tutti i tipi di idee, ogni tipo di aggressione, tutto quanto viene manovrato o azionato dalla vostra mente. Così, se la vostra mente è persa, cosa farete? Non esiste più alcuna mente. Voi siete un tutt’uno con la realtà, quindi non esiste alcuna mente che comunichi. Noi la chiamiamo consapevolezza senza pensieri. Che cosa vuol dire? Che abbiamo vinto tutti i nostri nemici liberandoci di quell’unico nemico che era la nostra mente.

Non esiste più una mente che suggerisca, che vi dica le cose; quindi, una volta che la mente non c’è, siete smarriti.

Ora, si dice di porre una domanda a voi stessi: “Chi sono io?”. Non appena vi fate questa domanda, diventate senza pensieri e allora vi perdete, non sapete rispondere a questa domanda.

Altrimenti potreste rispondere: “Sono una donna, sono questo, sono quello. Sono un vescovo o sono un Papa, sono questo e sono quello”.

Ma una volta che siate anime realizzate, chi vi dirà chi siete? Infatti, chi ve lo dice è la mente, ed essa non esiste più, niente pensieri. Significa che vi dissolvete nel vostro Sé. Questa è la realtà.

Però siete anche consapevoli; ebbene, questo è un altro aspetto. Se ponete a voi stessi una domanda, voi non siete lì, però siete consapevoli. Se il vostro Nabhi è bloccato, saprete subito: “Il mio Nabhi è bloccato, ho un problema al fegato”. Non dovete farvi domande.

Oppure, se qualcuno è vicino a voi e (sentite) il suo Swadishthana sinistro: ”Oh mio Dio! È questo qui!”.

Se qualcuno è molto adirato e irascibile, subito sentite emanare un tale calore da quella persona che dite: “Oh, fuggirò lontano da costui”.

Questo è dunque un nuovo regno in cui siete entrati, la realtà, di cui non siete mai stati consapevoli prima.

Supponiamo ora che ci sia un uomo molto cattivo vicino a voi. Potrebbe essere un ladro, un assassino, qualsiasi cosa. Normalmente non ne sarete affatto consci, tanto meno consapevoli.

Ma quando siete un’anima realizzata, diventate consapevoli del tutto. Quella è la realtà. Diventate consapevoli dei problemi della collettività, diventate consapevoli della collettività. Diventate consapevoli dei problemi del mondo intero.

Ora, questa consapevolezza è molto differente. Il primo tipo di consapevolezza, come vi ho detto, è quello per cui, se qualcuno vi dice che siete in un certo modo, ne diventate consapevoli.

Mentre in quest’altro tipo nessuno deve dirvi nulla. È lì. Voi siete lì. Sapete di cosa si tratta.

E questo è ciò che avete conseguito nei tempi moderni, che è anche la benedizione dei tempi moderni: che adesso sappiamo chi siamo.

Dite sempre: “Siamo il puro Spirito”. Anche ieri l’ho sentito dire. Ne siete sicuri? Cosa ve lo fa credere, di essere il puro Spirito?

Voglio dire, non avete visto il vostro Spirito, non è forse così? Non avete visto voi stessi cosa siete; e allora come potete dire di essere il puro Spirito? Lo dite soltanto perché sono io a dirlo.

Però voi siete il puro Spirito, perché, la descrizione che viene data del puro Spirito, è che esso è consapevole del Potere divino.

È consapevole del Potere divino ed è per questo che voi siete il puro Spirito. Perché solo attraverso il puro Spirito, una volta che esso sia la vostra personalità, potete diventare consapevoli del Potere onnipervadente.

Questo è scritto in tutti gli Shastra, in tutte le scritture, dappertutto. E cosa sapete voi di voi stessi? Sapete di essere lo Spirito perché conoscete i vostri chakra, conoscete le vostre nadi.

Ebbene, quel che è successo è che vi siete separati da voi stessi e potete osservarvi.

Vedete voi stessi con grande chiarezza e iniziate a vedervi nel presente, nel passato e nel futuro.

Vedendo come eravate nel passato ne ricevete uno shock: “Santo cielo, ero così!”.

Lo vedete attraverso lo stato presente, lo vedete nello stato presente. Poi iniziate a dimenticarlo: “Dimentica il passato, dimentica il passato!”.

Però c’è ancora il futuro e allora vi mettete a pensare al futuro. Prima pensano al futuro dei figli, delle mogli; anche i sahaja yogi (lo fanno): “Cosa accadrà ai miei figli? Cosa accadrà a mia moglie?”.

Poi pensano: “Che cosa accadrà a Sahaja Yoga?”. E poi: “Che cosa accadrà a Mataji?”. E pensano anche: “Che cosa accadrà a questo mondo?”.

Questo perché la vostra consapevolezza si è espansa. Non siete più all’interno di una sfera limitata. Potete pensare ai vostri figli, a vostra moglie, ma potete pensare anche al mondo intero e pensate a tutti i problemi mondiali.

Avete quindi raggiunto questo stadio, d’accordo? Siamo arrivati a questo stadio.

Ora, cos’è che ricopre tutto questo o, diciamo, vi offre delle soluzioni per i vostri figli, per la vostra famiglia, per vostra moglie, per chiunque? Qual è la soluzione? Vostra Madre crede nell’offrire soluzioni, non solo problemi. Oggi infatti non ci sono gli stessi problemi che esistevano all’epoca del Navaratri. Non è più possibile impugnare la spada e andare ad uccidere qualcuno. No, non è possibile. Cosa volete tagliare?

Allora, per come sono i problemi di oggi, per come li vediamo…. dentro di noi vediamo i problemi, ne siamo consapevoli e vogliamo fare qualcosa per risolverli.

Che siamo nel passato, nel presente o nel futuro, vediamo i problemi. Allora, qual è adesso la soluzione?

Non abbiamo nessuna arma, niente, per combattere. E neanche sappiamo, molti non sanno nemmeno come si impugna una spada e molti neppure desiderano impugnarla; perché sono così immersi nella compassione, nell’oceano di compassione dove gioiscono tranquillamente. Gioiscono della loro compassione e della compassione degli altri, della compassione della loro Madre. Allora, però, come risolvere il problema?

Il problema può essere risolto se voi stessi diventate molto potenti interiormente. Dov’è la vostra attenzione? Dovete muovervi verso l’interno.

Dov’è la vostra attenzione? Voi dovete diventare molto potenti. Io ho svolto il mio lavoro, vi ho dato la realizzazione, siete così cresciuti, vi ho spiegato e detto tutto. È finito.

Vi ho dato moltissimo amore, un oceano d’amore, direi, come lo chiamate voi, o comunque sia. Ma ora dovete nutrire voi stessi, dovete diventare potenti interiormente. In che modo dunque potete diventare potenti?

Prima di tutto dovete avere fiducia nel fatto di aver trasceso la vostra personalità umana e di essere diventati, ora, degli esseri super-umani. Innanzitutto deve subentrare questo.

E questo è ciò che chiamiamo fede. Questa fede non è una fede falsa, non è una fede cieca che vi fa credere in qualche cosa, ma è un fatto.

Vi ho ripetuto cento volte di avere, innanzitutto, fede nella vostra ascesa, nella vostra posizione di sahaja yogi.

Per questo la meditazione è fondamentale, molto importante. Senza meditazione non potete avere una piena fede in voi stessi, in quanto non potete conoscere voi stessi chiedendovi: “Chi sono io?”. Non potete. Provate ora, formulate dentro di voi la domanda: “Chi sono io?”: vi perderete.

Quale dovrebbe essere la fede, allora? Infatti, se vi ponete la domanda: “Chi sono io?”, vi smarrite.

Raggiungiamo così uno stadio in cui devo dirvi che la fede non è mentale, non è emotiva, non è fisica, ma è uno stato del vostro stesso essere, che possiamo definire uno stato spirituale.

Nello stato spirituale nulla può disturbarvi, nulla può opprimervi, nulla può dominarvi, perché se possedete questo stato significa che siete parte integrante della realtà.

A quel punto siete un membro onorato del regno di Dio; a quel punto siete la personalità più riverita; a quel punto siete come una deità; a quel punto siete come un gana.

Quando siete a quello stadio – è uno stato, ripeto, oltre lo stadio umano – siete estremamente potenti.

Esiste una storia su Nizamuddin[4], il grande Auliya, un grande sufi dell’India. C’era un orribile re, mi pare si chiamasse Shah, e (Nizamuddin) non voleva andare a inchinarsi a lui. (Il re) era molto adirato, ma lui disse: “Io posso inchinarmi soltanto a Dio, e a nessun altro”.

Questo Shah disse: “Se domani non verrai ad inchinarti davanti a me, ti taglierò la gola”. Ma quella stessa notte fu tagliata la gola di questo re. È una storia, ma è una storia vera. Qualcuno andò a tagliargli la gola e non fu certo Nizamuddin, egli non l’avrebbe fatto.

Ebbene, se pervenite a quello stato che chiamiamo stato di shraddha, stato di shraddha illuminata, di fede illuminata, è un nuovo tipo di meccanismo, diventate cioè parte integrante del tutto.

Questo significa che la luna, le stelle… vedete, vi assicuro che io non ho mai detto al sole di esserci per i puja, non gliel’ho mai detto, né l’ultima volta né questa; non glielo dico mai. Non occorre chiedere. Tutto viene fatto.

Non dico a tutte queste vibrazioni di formare delle croci o di produrre tutte queste foto miracolose. Non dico nulla, non occorre dirlo. Fanno tutto da sole e a volte mi sorprendo nel vedere quali metodi ingegnosi utilizzino per conto proprio e come riescano a organizzare le cose. Io stessa ne sono sorpresa.

Non sono stata io a dire che le due persone scelte per il premio[5] dovevano essere criticate in questo modo da ogni giornale. Funziona tutto automaticamente, semplicemente funziona. L’unica cosa che c’è da parte mia, se qualcosa c’è, è una fede totale, assoluta, di essere in quello stato. Ed è per questo che c’è pazienza assoluta, una pazienza assoluta, saburi. Ed è questo che dobbiamo imparare.

Accadrà tutto comunque, perché voi siete tutti in quello stato. Soltanto la meditazione è importante, molto importante; non per me, ma per tutti voi. Se adesso potete meditare tutti anche solo per dieci minuti ogni giorno, questo vi aiuterà moltissimo.

Ora, perché vi sono tutte queste statue della Madre, di Hanumana, di Ganesha, di Cristo? Perché, per cominciare, gli esseri umani non riescono a comprendere niente che non abbia una forma. Non riescono ad andare più in profondità, a meno che non ci sia una forma.

Poi però sono andati all’estremo opposto di utilizzare qualsiasi pietra, qualsiasi cosa come fosse Dio. Voi però ora avete discernimento. Sapete cosa deve essere adorato, chi deve essere trattato come una personalità più elevata; questo lo sapete.

Prima invece si adoravano persone di ogni tipo, come oggi che, ad esempio, la gente venera il Papa, lo sapete molto bene.

Ma che fare? Non solo sono ciechi, non solo sono inconsapevoli, ma non ne sono neanche consci. Sono tutti ad un livello tale che non potete dirglielo.

Voi siete un nuovo tipo di persone, direi, che hanno provato a lottare, a combattere per conoscere la verità assoluta.

Finché non conoscete la verità assoluta, non siete da nessuna parte; non avete discernimento, non avete comprensione, non avete saggezza.

Quando però conoscete la verità assoluta, non dovete in nessun modo rimanere per metà da un lato e per metà dall’altro.

Questa è una situazione molto pericolosa. Ad esempio, un seme germogliato non è né un seme né un albero e, se non cresce, sarà inutile.

Questo accade alla vostra consapevolezza – sto di nuovo parlando della vostra coscienza, (anzi) consapevolezza – e a quel punto voi non siete né di qua né di là.

Molti vengono in Sahaja Yoga per trovare, forse, magari un po’ di pace. Ma ricevo lettere del tipo: “Mio padre è malato, mia madre è malata, mia sorella è malata”. Oppure: “Mio marito litiga con me, chiederò il divorzio”. Oppure, come terzo argomento: “Ho perso tutti i miei soldi, devo avere del denaro”. Quarto: “Sono un grande artista, ma la mia arte non rende” – mi sottopongono tutti questi stupidi problemi – e ancora: “I miei figli non sono bravi, creano problemi”. Poi: “Mia moglie non va d’accordo con me, mia madre non va d’accordo con me, mio fratello litiga (con me)”. Mi sono detta: “Ma che razza di sahaja yogi sono questi?”. (Ride)

Lo stato in cui si è un tutt’uno con la realtà significa che la realtà è interamente ai vostri piedi, essa lavora interamente per voi; e una volta che abbiate anche un solo barlume di questo stato, vi assicuro che diventate molto pacifici interiormente.

Se dite “sono un re”, bene, siete il re; se dite “sono un mendicante”, bene, siete un mendicante: che differenza fa per questo stato che è come l’oro più puro in assoluto, che è inattaccabile?

Dobbiamo sviluppare un simile stato della mente. È più una sfida per noi. Siamo sahaja yogi, d’accordo, abbiamo avuto la realizzazione, d’accordo. Sappiamo cantare molto bene, d’accordo. Abbiamo ottenuto buone posizioni sociali, d’accordo. Siamo felicemente sposati, d’accordo. Abbiamo bei figli, abbiamo tutto, abbiamo un lavoro, questo e quest’altro.

E ora, all’improvviso, arriva una forza negativa per crearvi dei problemi. E allora? E allora?!

Se così non fosse, come potrete sapere ciò che siete? Se non c’è oscurità, come saprete di essere la luce? È una sfida al vostro livello personale, al livello in cui siete.

La parola “stato” non è molto esplicativa, in sanscrito si dice “swarupa”. Swa-rupa: Swa è il vostro Sé e rupa vuol dire forma o stato.

Questo stato è accessibile a tutti voi dicendo: “Non questo, non questo, non questo, non questo”. Di fatto, la vostra mente ha raggiunto quello stadio in cui non c’è più mente, voi potete farlo. Dovete però sviluppare un tipo di personalità che comprenda ciò che siete. Ma in questa comprensione voi ne siete semplicemente consapevoli, non consci.

Vi farò un esempio: io sono consapevole di essere l’Adi Shakti, ne sono consapevole, lo so. Ma quando voi dite “Jai Shri Mataji”, anch’io ripeto “Jai Shri Mataji”, dimenticando di essere Io colei di cui parlate.

Questo in realtà dovrebbe essere lo stato: che voi siete consapevoli, sì, siete consapevoli, nel senso… non so come dire, ma io sono consapevole di esserlo. Se mi chiedete: “Madre, Lei è l’Adi Shakti?”, vi rispondo: “Sì, lo sono”, perché so di esserlo.

Però, quando voi dite “Jai Shri Mataji”, mi dimentico di essere l’Adi Shakti e dico anch’io “Jai Shri Mataji” insieme a voi (risate). Me ne dimentico e devo dire (a me stessa): “No, no, tu non puoi dirlo!”. (Risate, Shri Mataji ride).

È molto interessante.

Ora, voi mi fate sedere qui come una regina e mi offrite dei regali, questa e quest’altra cosa; insomma, va bene, è una vostra idea. Ma per quanto mi riguarda, vedete, io sono completa in me stessa; la penso così.

In hindi si dice: “Me kahenge ki hum apne hi andar samma gaye” cioè “Io sono persa in me stessa”.

Va bene, se fate una cosa va bene; dovreste farne un’altra, bene; e se non la fate va bene comunque. Per me non fa nessuna differenza. Potrebbe farla per voi, ma per me non ne fa.

Vi ho detto sempre di non farmi regali, di non farmi regali, per tutto questo tempo. E la sola spiegazione è: “In tutto l’anno Le facciamo regali solo una volta; perché dunque Lei, Madre, dovrebbe opporsi se questo ci dà gioia?”.

D’accordo, se pensate che ciò vi renda felici, fatelo, ma per me non ha importanza. Infatti io non penso di essere lì. Vi vedo semplicemente seduti qui, d’accordo, (penso:) “Sono tutte anime realizzate”, d’accordo; ma io sono una di voi. Non penso di essere molto speciale.

Se però me lo chiedete, vi risponderò: “Va bene, sono l’Adi Shakti”, ma io non penso nemmeno che l’Adi Shakti sia molto speciale; infatti io non ho una mente.

Ma comunque non penso sia qualcosa di speciale. Infatti, se qualcuno è qualcosa, e allora?

Ad esempio, se il sole è il sole, e allora? È il sole! Se qualcuno è l’Adi Shakti, è l’Adi Shakti; e allora?

Ma per quanto riguarda voi è qualcosa di lodevole, perché voi non siete nati realizzati: la realizzazione l’avete ricevuta. Voi, quindi, siete speciali, siete grandi, avete ottenuto qualcosa.

Io non ho acquisito nulla. Io ero così e sarò così. Che io combatta i demoni o sia seduta di fronte a voi, non fa nessuna differenza, io rimarrò quella che sono. Però per me voi siete straordinari, perché voi questo l’avete acquisito.

Vedervi oggi, in questo giorno del Navaratri, in così tanti seduti a rendermi omaggio, così tante persone qui, tanti sahaja yogi – è talmente straordinario!

E non è una mia conquista, vi assicuro, si tratta della vostra ricerca. Io infatti sono venuta su questa terra già molte volte, questo lo sapete; ma non avevamo mai avuto niente del genere.

Molti sono venuti, sono stati crocifissi, sono morti e via dicendo, ma non ho mai avuto persone di questo genere.

Torniamo quindi allo stesso punto: dovremmo essere consapevoli di noi stessi. Una shraddha assoluta in voi stessi. Se avete un po’ di shraddha in voi stessi, avrete shraddha anche in me, perché non siamo diversi.

Se credete che questa è acqua, allora, ovunque ci sia acqua, saprete che è acqua, non è così? Poiché so che questa è acqua, in qualunque parte del mondo ci sia acqua saprò che quella è acqua.

Quindi, se sapete di essere un sahaja yogi, ovunque ci sia un sahaja yogi, saprete che c’è un sahaja yogi, che quello è un sahaja yogi.

Però, per quanto riguarda voi, vi dimenticate di quanto siete straordinari e fin dove potete arrivare.

Sono molto orgogliosa di voi, non sapete (quanto). Ma poiché io sono una persona umile, non so come mostrare il fatto che ho tanti bellissimi figli, così amabili.

Quei bhakta, per cui Lei uccise tanti demoni e via dicendo, non erano come voi. Voi siete molto migliori, molto più elevati, di una qualità decisamente superiore. Però dovete sapere di esserlo e non comportarvi come persone che erano di natura molto rozza.

Voi siete cresciuti, vi siete sviluppati ed ora possiamo vedere i frutti.

Non so cosa fare per voi, veramente; ma abbiate fede in voi stessi. Allora vi accorgerete di quanta fede avrete nella realtà, nel fatto che la realtà è con voi ad ogni passo, in ogni momento. Nessuna paura, nessun senso di conquista, nulla. Ormai è passato, finito.

Quando c’erano cinque sahaja yogi, ero felice, quando ce ne sono così tanti sono felice. Ma nel vederne così tanti penso che ci sono tante personalità potenti che sono tutt’uno con la realtà. Questa unione collettiva non c’era mai stata.

E quindi direi che, in questo giorno, ciò che dobbiamo fare è uccidere i demoni dentro di noi. Questo è tutto.

Se veramente volete venerarmi, è questo ciò a cui dovete pensare: quali sono i demoni dentro di voi. Tutto qui. Vedete, non dovete preoccuparvi dei demoni che sono all’esterno. Loro non possono farvi nulla.

Che Dio vi benedica.


[1] Distretto di Gaya, nello stato federato del Bihar, in India. È uno dei quattro più importanti luoghi di pellegrinaggio buddisti.

[2] Heinrich Himmler (1900 – 1945), uno dei gerarchi nazisti che sarebbe diventato il secondo uomo di Hitler. Ideologo feroce, definito “l’architetto del genocidio” ai danni degli ebrei.

[3] Warren Hastings (17321818), politico britannico, primo Governatore Generale delle Indie Orientali.

[4] Hazrat Shaikh Khwaja Syed Muhammad Nizamuddin Auliya (1238 – 1325) , fu un famoso santo Sufi dell’Ordine Chishti del subcontinente indiano. Nizamuddin Auliya, come i suoi predecessori, evidenziava l’amore come un mezzo per realizzare Dio.

[5] Il riferimento è al premio Nobel per la Pace consegnato l’11 ottobre 1996 a Carlos Felipe Ximenes Belo e Josè Ramos-Horta.