Diwali Puja

Sintra (Portugal)

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(10/2019 SOTTOTITOLI, traduzione revisionata)

S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Diwali Puja

Lisbona (Portogallo), 10 Novembre 1996


Oggi renderemo omaggio a Mahalakshmi, che credo sia adorata moltissimo in questo Paese in cui la venerano come Maria, e dove esiste anche uno swayambhu di Maria che dovete aver visto.

Qui ci fu anche una sua apparizione[1]. Prima non ci avevo mai creduto, ma ora, dopo avere sentito le vibrazioni, so che era vero, Lei si manifestò qui in una apparizione. È apparsa anche davanti a me, dovete averlo visto in una fotografia.

È grazie a questo principio che vi siete elevati fino a questo stato (attuale). Il sentiero centrale della vostra ascesa è creato dal potere di Mahalakshmi per l’ascesa della Kundalini.

Nel tempio di Mahalakshmi a Kolhapur[2] cantano sempre la canzone “Ude, Ude, Ambe”. Così ho chiesto alla gente di lì: “Perché cantate la canzone di Amba nel tempio di Mahalakshmi?”. Mi hanno risposto: “Non sappiamo perché lo facciamo; ma è sbagliato?”. “No” – dissi – “Perché è soltanto nel canale di Mahalakshmi che la Kundalini può ascendere; e la Kundalini è Amba”.

È così che lo hanno compreso, ed erano davvero meravigliati che io lo spiegassi così bene; infatti questa canzone viene cantata là fin dall’antichità, ma non avevano mai saputo perché.

Venendo al significato di Mahalakshmi, dobbiamo comprendere la Sua azione: il Suo aiuto consiste nel fatto che questo canale di Mahalakshmi, o i poteri di Mahalakshmi, hanno creato in noi un corretto equilibrio, un percorso corretto per l’ascesa della Kundalini.

Il lato sinistro ed il lato destro sono stati equilibrati e Lei crea e dilata il sentiero per l’ascesa della Kundalini. Questo sentiero è quello della compassione e dell’amore. Mediante la compassione e l’amore, Lei crea questo sentiero poiché sa che, se non è abbastanza ampio, la Kundalini non può ascendere. Alla fine si raggiunge uno stato in cui cominciate a cercare e, quando cominciate a ricercare, il vostro principio di Mahalakshmi è stato risvegliato. È risvegliato, e talvolta è molto forte. Allora vi mettete a ricercare in modo folle. Mi spiace dire che molti si sono già persi nella ricerca; tuttavia ce ne sono moltissimi che adesso hanno imboccato il sentiero giusto e l’ascesa corretta.

Un’altra funzione svolta da questo principio di Mahalakshmi è permettere all’energia della Kundalini di arrivare anche ai vari chakra, farsi strada verso i diversi chakra e correggerli tutti.

È un’energia molto flessibile, direi, che guida la Kundalini nei diversi chakra e capisce quale chakra ha bisogno dell’aiuto della Kundalini. Dovete aver notato, al momento dell’ascesa della Kundalini, come essa pulsi, dove si diriga, in quale punto evidenzi la necessità di un vostro risveglio.

Fa tutto questo poiché è colma di compassione e amore, affinché voi perveniate alla verità assoluta.

Di fatto, noi abbiamo molti problemi, sapete, in Sahaja Yoga, poiché la gente, nell’ascesa, si trascina dietro alcune pietre del passato e non riesce a salire. Allora prova, poi cade, riprova e ricade, poi sale di nuovo e cade.

Ma oggi sto per parlarvi dello stato al quale occorre pervenire. Shri Krishna ne ha parlato nella Gita, descrivendo nel secondo capitolo Stitha PrAgnya; ma è molto difficile comprenderlo. Egli non è così chiaro come lo è vostra Madre.

Di conseguenza, la gente non capisce che cosa intenda dire (A lato: “Potete chiudere …?”) e chiede: “Come, come si fa a raggiungere questo stato di Stitha PrAgnya? Come pervenire a quello stato?”. Gyaneshwara, però, quando scrisse il suo Gyaneshwari, lo chiamò Sahaja Stithi, ossia lo stato di Sahaj. Non lo chiamò Stitha PrAgnya, lo chiamò Sahaja Stithi, intendendo lo stato di Sahaj. Descrive il Sahaj in modo meraviglioso e molto sottile. Credo, naturalmente, che anche Gyaneshwara siano in pochissimi a comprenderlo.

Una persona che giunge a quello stato è come uno specchio: tanti visi passano davanti a quello specchio, tanti si guardano in quello specchio, tanti si adornano davanti allo specchio, ma lo specchio rimane immutabile. Chi è Stitha PrAgnya, o chi è sahaja, non si cura di ciò che ha davanti, di chi sta davanti a chi, di dove si trova. Egli dimora in se stesso. Ha tutto racchiuso dentro di sé. Come il sole. Se il sole gioca con i suoi diversi raggi, non si perde. Tutti i raggi gli tornano indietro.

Allo stesso modo, tutti i nostri sensi, tutti i sensi esistenti giocano degli scherzi; ma per chi è nello stato sahaja non ha importanza, non fa nessuna differenza. Non è coinvolto. Ci gioca semplicemente. Ritornano tutti a lui. Questo è uno stato che dovete raggiungere tutti. A quel punto siete veri sahaja yogi. Invece, trovo ancora gente che si smarrisce servendosi di Sahaja Yoga per fare soldi, alcune persone si smarriscono approfittando della leadership, altri si perdono a causa di gelosie e invidie e via dicendo.

Questo significa che interiormente c’è ancora moltissimo lavoro da fare. Ma se abbandonate tutto, non c’è necessità di fare un lavoro vero e proprio. Per questo dico sempre di meditare: perché ciò che accade quando meditate è che tutto ciò che vi trascina in basso viene eliminato. Gradualmente scompare, perché diventate il vostro Sé. Avete tutto racchiuso dentro di voi e non vi annoiate mai. Io non sono mai annoiata. Non so che cosa significhi il termine “annoiato”, sapete. Quando sono con voi o da sola non mi annoio mai. Che motivo c’è di annoiarsi? Se non siete coinvolti in niente, non vi annoiate mai.

Un altro aspetto è che superate tutte le cose come l’avidità: la gente avida è ancora impegnata a fare soldi qui, a guadagnare denaro là, cose così. Le persone tuttora piene di lussuria stanno ancora facendo, organizzando qualcosa. Ma in Sahaj Stithi state semplicemente a guardare. Siete semplicemente testimoni. Non vi perdete in qualcosa che vi trascina in basso.

Questo stato non è difficile da conseguire per voi, affatto, poiché avete oltrepassato la vostra mente. Tutte queste cose vi giungono attraverso la mente. Ho già spiegato che la mente è un mito, questo dovete accettarlo. Il mito consiste nel fatto che questa mente vi fornisce delle idee. Alcuni pensano: “Sì Madre, ma…; sì Madre, ma…”. Questo “ma” proviene dal vostro cervello, dalla vostra mente. Il cervello è la realtà, ma la mente non lo è. La mente dice “ma” e allora certe volte cominciate a sentirvi molto depressi, infelici; alcune persone – essendo bravissime persone – soffrono persino perché ci sono così pochi sahaja yogi.

Non importa. Limitatevi a guardare; e questo stato di osservazione, questo stato di testimonianza è il Sahaja Stithi. In quello stato diventate molto sottili, diventate il vostro Sé, cioè così sottili che niente può disturbarvi, niente può mutarvi.

Osservate la natura. Sapete che esistono novantadue elementi[3], e nessuno dei novantadue elementi può essere… ad esempio, non si può trasformare l’argento in oro. O l’oro in argento.

Gli atomi sono organizzati così da avere determinate valenze e, oltre all’atomo, anche le molecole sono organizzate in una struttura propria. Non potete modificarle. Se provate a farlo, creerete bombe, la bomba atomica o qualche altra bomba. Ciò è assolutamente distruttivo. Sono soltanto gli esseri umani che possono trasformare, alterare.

Considerate ora le benedizioni di essere uomini e poter essere trasformati e tramutati in un nuovo elemento che è il Sé. Questa è una peculiarità degli esseri umani. Ma se un falso guru, o qualcuno come lui, prova a fare qualcosa, esploderete. Ho visto persone che sono state da falsi guru, che ancora soffrono di svenimenti, ancora hanno problemi, ancora hanno difficoltà, più di chi non ne ha avuti.

Ormai anche loro sono a posto, gran parte di essi è migliorata; ma ciò che andrebbe compreso è che, quando analizzate e scindete un atomo o una molecola nel tentativo di trasformarla, questi esplodono. Non funziona.

L’aspetto opposto è che, quando cercate di sintetizzare, in natura potete produrre qualsiasi cosa. Ad esempio, ora tutto questo è stato creato mediante sintesi (guarda verso il soffitto del tendone, ndt), questa plastica è un prodotto di sintesi

La materia può essere sintetizzata ed assemblata, ed anche gli esseri umani devono essere sintetizzati. Possono essere sintetizzati meglio della materia poiché essi cambiano, si trasformano.

Prendiamo, ad esempio, l’oro. Voi trasformate l’oro in gioielli, in qualsiasi cosa, ma rimane sempre oro, sempre. L’oro è oro. È così. Non è che trasformandolo in gioielli cambia. Il suo elemento è lì. L’oro rimane tale. Invece gli esseri umani, quando in essi avviene una sintesi, si trasformano.

Questa è un’enorme differenza tra la materia, la natura e gli esseri umani. Materia e natura sono totalmente diverse dagli esseri umani. La trasformazione degli esseri umani è come un processo vivente. Essi diventano simili a fiori, ma non è come si vede in natura. Non è la stessa cosa che si vede accadere in natura, perché la natura non ha una mente. Non ha una mente. È semplicemente sotto il controllo del Divino o della natura, per questo funziona in quel modo. Ma qui voi siete sotto il vostro stesso controllo. Qui potete controllare voi stessi. In questa sintesi che si sviluppa interiormente, scoprite di essere completamente sotto il vostro controllo. Sapete ciò che vi accade.

Adesso iniziate a vedervi separati da tutte queste cose. Alcuni vengono a dirmi: “Madre, vede, il mio ego è orribile, lo elimini”. Vedono il proprio ego, vedono qual è il problema. Qualcuno dice: “Madre, il mio Nabhi è pessimo, sono ancora attaccato al denaro”. Se ne accorge. Per prima cosa inizia la conoscenza di voi stessi, che noi chiamiamo conoscenza di sé. Ma occorre anche andare oltre la conoscenza di sé: con quella conoscenza occorre capire ciò che fate.

Quando avete la conoscenza – prima si dice che manca la conoscenza, che la gente non ha conoscenza, è ignorante, c’è oscurità e così via. Ora la luce è arrivata, potete vedere, potete capire cosa c’è che non va in voi. Ormai iniziate a separarvi da tutte le cose sbagliate che vedete in voi. Le vedete scomparire.

Ci sono tante cose assurde. Ad esempio, abbiamo gelosie, invidie, avidità e lussuria. Intendo dire che sono cose orribili da dire durante una celebrazione del Diwali, sapete.

Il Diwali significa che, una ad una, tantissime luci vengono accese e, per prima cosa, iniziate a vedere. Per prima cosa iniziate a vedere ciò che non va in voi e, vedendolo, lo rifiutate. Allora vi adoperate per liberarvene, per purificarvi.

Ora anche questa conoscenza scompare. Non vi occorre nessuna conoscenza. Siete lì. Ci siete. Non occorre conoscere lo stato dei vostri chakra, siete semplicemente lì. A questo stadio niente ha importanza. Diventate come pietre, posso dire. Pietre con cervello, cuore e fegato integri.

Non vi preoccupate di niente, non vi turbate per nulla. Gioite soltanto dell’amore e della compassione che fluiscono. Ed anche le increspature che vi tornano indietro, dopo un po’ di tempo scompaiono anch’esse e voi siete semplicemente sahaj. Questo è lo stato raggiunto da quelle persone. A quell’epoca raggiunsero questo stato.

Ma con questo, il problema che si è verificato è che si sono smarrite. Si sono tutte perse. Non hanno potuto far niente per gli altri. Ci arrivava una sola persona, diventava qualcosa di grande e finiva lì. O al massimo due persone.

Ora, Sahaja Yoga si trova, prima di tutto, allo stadio della conoscenza, nel quale avete la conoscenza. Per prima cosa, dovreste conoscere perfettamente voi stessi. La conoscenza di sé dovrebbe essere totale. Poi, al terzo stadio, dovremmo dire che, quando la conoscenza è completa, dovreste liberarvi di tutte quelle cose di voi stessi che sapete essere inutili, che ostacolano il vostro progresso e che riconoscete essere sbagliate.

Così come nel vedere un po’ di sporcizia cadere sul mio sari, lo pulirò, a quello stadio iniziate a separarvi nello stato sahaja. Però in Sahaja Yoga sviluppate un’altra dimensione che è la coscienza collettiva. Questo è il Sahaja Yoga moderno. Nei tempi antichi non l’avevano, per questo si sono persi tutti. Adesso voi avete la coscienza collettiva e, in questa coscienza collettiva, iniziate a sentire gli altri, ad avere sentimenti e compassione per gli altri e a lavorare per gli altri.

Anche in questo, talora, sapete, quando iniziate questo lavoro, pensate ancora a quanto denaro potete ricavare; a ciò che potete ottenere come leader; oppure persiste qualcosa del genere.

Tuttavia, questa coscienza collettiva inizia ad espandersi. Quando inizia ad espandersi voi diventate, come ho già detto, una goccia nell’oceano, ossia l’oceano stesso. Diventate l’intero oceano.

L’oceano ha le sue maryada. Non si preoccupa. Deve vivere secondo le proprie maryada, vive con le sue maryada. Non vuole oltrepassare nessun limite. Bene. Accettatelo. Non supererà i propri limiti.

Ugualmente a voi accade di essere del tutto autosufficienti. Non siete egoisti, ma bastate del tutto a voi stessi. Avete tutto racchiuso dentro di voi. So che molti sahaja yogi sono irritati che io non abbia punito molte persone orribili che hanno creato difficoltà a Sahaja Yoga. Io non devo preoccuparmi. C’è il Paramchaitanya che sta lavorando moltissimo. Lasciate che se ne occupi lui. Perché dovrei preoccuparmi di qualcuno? Vedete, dopo tutto, le cose si stanno risolvendo, quindi perché interferire? Il mio lavoro è osservare, guardare. È sufficiente questo. Non occorre che io uccida o distrugga nessuno in questa vita. Si distruggono da soli. Vi ho detto che non occorre che io smascheri le persone, ma in ogni Paese in cui vado, trovo che la gente viene smascherata.

A volte fuggo letteralmente da lì, pensando: “Dio solo sa che altro accadrà”. Basta un po’ di attenzione su qualche Paese e funziona. Anche a mia insaputa: “Oh, mio Dio”, ho detto, “Quand’è che ho fatto questo?”.

Si deve dunque divenire. Certo, si diventa il potere dell’amore divino, indubbiamente. Si diventa il potere dell’amore divino, ma non lo si controlla. Si affida tutto a questo potere divino che agisce, e che – vi sorprenderà – è separato anche da me. Io sono sola. Assolutamente sola. Anche questo potere è separato da me; ma esso sa ciò che è bene per gli esseri umani, ciò che è bene per Sahaja Yoga. Funziona per conto suo. Io non interferisco. È un’azione riflessa, credetemi, è un’azione riflessa. Magari potreste dire: “Madre, lo ha fatto Lei”. Va bene, qualunque cosa sia, però non interferisco. Non devo dirgli nulla. Esso agisce, e agisce così bene.

Vi farò un esempio. Una volta, in Inghilterra, molto tempo fa, dissero: “Madre, vogliamo avere un’estate lunghissima”. Chiesi: “Perché volete chiedere queste cose?”. “No, no, Madre, dobbiamo avere un’estate lunga, un’estate lunghissima”. Lo dissero tre o quattro volte e ci fu un’estate lunghissima, orribile, a Londra. E lì non è come in India, dove abbiamo aria condizionata, ventilatori; noi qualcosa abbiamo, quanto meno dei ventagli. Lì non c’era niente, perciò non sapevamo che fare. Avevamo un piccolo portico e dormivamo lì. Andammo in un negozio, in Inghilterra, nel centro di Londra, a cercare un ventilatore. Ci dissero: “Va bene, arriverà fra tre mesi. Intanto ordinatelo”. Dopo tre mesi, quando avrebbe fatto molto freddo ci avrebbero dato il ventilatore.

Dicemmo: “Non vogliamo nessun ventilatore”. Allora mia figlia spedì due ventilatori in aereo. Ed è così che ci arrangiammo. Vedete, noi indiani abbiamo molto caldo perché abbiamo avuto molto sole nel nostro Paese, quindi sentiamo molto più caldo di chiunque di voi. Sapete, noi non riusciamo a capire come voi possiate stare al sole. In India solevano dire che solo un inglese e un cane pazzo possono stare al sole. Pertanto, la nostra situazione è che non possiamo stare al sole perché ne abbiamo avuto troppo.

E quell’estate, sapete, fu così tremenda, così tremenda, che dopo accadde una cosa bella: sulle foglie comparve il color ocra e poi, gradualmente, il rosso; e tutti i colori dell’autunno in quel periodo erano i più belli. Poi un sahaja yogi sognò: “Madre mi ha chiesto di guidare l’auto nel Suo giardino”. Così disse a tutti: “Madre mi ha invitato a guidare l’auto nel Suo giardino”. Bene, gli telefonai – non sapevo che avesse fatto questo sogno – “Puoi venire per un po’? Voglio andare a vedere questo autunno in tutta l’Inghilterra”. Allora lui venne e guidammo per chilometri, e poi mi dissero: “Madre, è andata così, lui ci ha raccontato questo (sogno)”; ed era il mio giardino. Ci pensate? Lui guidò per chilometri, era bellissimo, proprio come il Canada, tutta l’Inghilterra era pervasa dalla bellezza dell’autunno.

Quindi anche se accade qualcosa del genere, scatta una ricompensa. C’è una ricompensa; ed era talmente bello, tutti erano fuori, nell’autunno, per vedere i bellissimi colori della natura, dei diversi tipi di fogliame: giallo, ocra, c’erano tutti i colori. Era sorprendente, in quel Paese non si vede mai tutto questo. E a causa della luminosa intensità del sole, era stato ricompensato. Era stato ricompensato dal Paramchaitanya. Il Paramchaitanya se ne occupa. Tutte queste cose sono controllate dal Paramchaitanya. Io non faccio niente. Io sono Nishkriya. Io sto semplicemente seduta a guardare. Per me non conta niente. Vedete, funziona lentamente ma inesorabilmente. Se mi dite qualcosa; supponiamo che abbiano detto: “Madre, L’abbiamo pregata ed è accaduto questo”. Va bene, forse queste persone (deità, ndt) che mi stanno intorno avranno sentito – non io, sapete – e devono avere eseguito il lavoro, ma io non c’entro in alcun modo.

Una signora in Messico, ad esempio, aveva un figlio molto malato e in punto di morte. Mi scrisse una lettera, tre lettere, in cui diceva: “Mio figlio sta per morire, è un ragazzo giovane, studia ad Harvard”. Io non feci niente. Non le ho mai scritto. Poi arrivò la quarta lettera (con la notizia) che si era completamente rimesso. Ora, non sono stata io a farlo perché mi trovavo in un altro luogo: in che modo dunque ha funzionato?

Vedete, ogni cosa che pensate sia io a fare, non è fatta da me. È eseguita dal Paramchaitanya. Io infatti sono anche separata da voi, completamente, totalmente separata. Dicono: “Pregate, adesso”. Potete pregare. Se pregate, pregate queste deità che sono intorno, pregate tutti i gana e gli altri, non me. Infatti io non c’entro niente. Vedete, loro non mi dicono che devo fare questo o quello; perché dunque io dovrei dire loro di fare qualcosa? È così.

E soltanto in quello stato si può dire di essere in uno stato sahaja, nel quale non si desidera nulla, non si vuole nulla. Io faccio qualsiasi cosa. Faccio cose di ogni genere. Faccio anch’io come il sole, nel senso che mi prendo cura delle cose, dei fiori e così via. Anche io ricevo regali da voi, li ricevo da voi però, vedete, non ricevo niente. Non ho niente. Non mi interessa.

Ma voi volete offrirmeli per la vostra gioia, d’accordo, fatelo.

Volete mettere fiori, va bene, potete metterli. Sto dicendo che per me, che ci siano o non ci siano fiori, personalmente mi è indifferente. Ma essendo vostra Madre vi amo. Vi amo tutti. Ma non faccio niente per amarvi. E tutti dicono: “Madre, Lei ci ama tanto”. Quando? Quando vi ho amati? Non vi ho neppure mai baciati. Ma voi dite sempre che vi amo moltissimo. Allora di che si tratta? Chi è che realizza tutto questo? È qualcosa che non sono io, che è oltre me.

Questo è lo stato che, quando vi ascendiamo, chiamiamo Sahaja Stithi. Nel Sahaja Stithi non pensate di essere voi a fare qualcosa. Tutto funziona.

Ma se ve lo dico mentre vi trovate a questo stadio, voi rispondete: “Oh, noi non facciamo niente. Perché dovremmo diffondere Sahaja Yoga? Non è il nostro lavoro”. Per ora non è quello il vostro Stithi (stato), ecco perché.

Quindi dovete elevarvi fino a quello stato. E questo è possibile soltanto quando siete nello stato di conoscenza, dove avete conoscenza di voi stessi, la conoscenza del mondo intero. Se però andate oltre la conoscenza, allora avrete notato molte volte che io dico qualcosa, dico qualcosa e avviene. Io non sento mai le vibrazioni di nessuno o di niente. Non sento nemmeno la mia Kundalini, né alcun chakra, niente, ma so, so automaticamente, come un computer. Però io non sono neppure quel computer. È proprio un problema, è difficile spiegarvi cosa sia questo stithi, perché dovete acquisirlo. Una volta acquisito, siete in uno stato molto sottile e questo stato sottile non è altro che beatitudine. Ma non si può neppure godere di questa beatitudine. Io non so gioire di niente. Supponiamo ora che diciate: “Jai Mataji”. Io dimentico persino che state chiamando me. Dico anch’io “Jai Mataji”, fine.

Vedete, è una cosa talmente semplice da comprendere che lo stato al quale si deve ascendere è lo stato in cui, senza fare nulla, tutto funziona. Se questo è il vostro stato, va bene; ma non è così. Quindi dovete arrivare a quello stato mediante l’azione. Per prima cosa dovete agire, per prima cosa dovete conoscere. Dopo, la conoscenza non è più necessaria, non dovete conoscere; prima però deve essere realizzata e portata a quel livello.

Ora, il significato del Diwali è che, nel giorno del Diwali, ciò che facciamo è mettere luci dappertutto. Così facendo, poniamo Sahaja Yoga ovunque. Ma la luce è consapevole di se stessa? La candela è consapevole di sé? Illumina tutto ma non se ne accorge. Come la luna, che emette il chiaro di luna: è forse consapevole di sé? Gioisce? Niente affatto. Allo stesso modo, ciò che accade nel giorno del Diwali è che voi illuminate la gente, la illuminate, fate tutto questo per lei, è una buona idea. Dovete farlo. Ma sappiate anche che voi stessi dovete diventare la lampada inconsapevole.

Quindi i messaggi sono due. Il primo è che dobbiamo illuminare il mondo, dobbiamo illuminare gli altri. Questo è il primo. Poi dobbiamo diventare la luce stessa, e la luce non è consapevole (di essere la luce). Ieri stavate cantando: “Tu sei la luce, tu sei questo”.

Bene, e allora? Io dicevo: “Sì, sono la luce, non me ne accorgo”. Quello è lo stato in cui non vi accorgete di essere la luce. Non ve ne accorgete proprio. Non vi viene in mente. Nonostante molte volte abbiate cantato, abbiate pronunciato i mille nomi esistenti, ogni cosa, ancora non mi entra in testa che è di me che state parlando.

Ora, quando dico questo, non so come reagirete. Infatti gli esseri umani sono tipi bizzarri, sapete.

Dite loro qualcosa e magari il loro ego potrebbe saltare su a dire: “Sì, sì, anch’io sono proprio così (come Shri Mataji)”. Ci sono molti, molti che vengono fuori così: “Io sono superiore a Mataji”. Può essere, non so. Ce ne sono molti che hanno affermato: “Io sono Kalki”. Oggigiorno c’è un tizio che va in giro dicendo: “Io sono Kalki, sono questo e quello”. Va bene, non importa. Fai pure, è un’ottima idea.

Ma se io dico di essere l’Adi Shakti, significa che io davvero non so chi sono. Ho dovuto dichiararlo perché mi hanno detto: “Madre, deve dichiararlo”. Dichiarare cosa? Qualsiasi cosa io sia, sono quello. Trovo però che adesso, dopo la dichiarazione, avete iniziato a svilupparvi maggiormente, quindi va bene, facciamo così. Ma non occorre che nessuno dichiari o affermi nulla. Quello è lo stato che occorre conseguire.

Ma per raggiungere quello stato dovete lavorare. E il lavoro consiste nel diffondere Sahaja Yoga. Dovete accendere molte luci. Ciò significa che capirete di essere la luce che illumina tutto questo e allora, a livello sottile, vi renderete conto di essere la luce. Molti sahaja yogi lavorano tantissimo e si danno da fare, diffondendo Sahaja Yoga. È davvero grandioso ciò che è accaduto. Per come si è diffuso in molti Paesi, ha dissipato l’oscurità di una religione che era solo esteriore. Era l’oscurità del razzismo, di ogni “ismo”; ha rimosso tutto questo. Ha eseguito questa purificazione affinché voi aveste acqua pura in cui nuotare.

Quando iniziate a farlo, vi rendete conto gradualmente che ormai il mare è pulito; noi semplicemente osserviamo, stiamo proprio a guardare come funziona. Spero che già in questa vostra vita raggiungerete lo stadio in cui completerete la vostra opera di dare la realizzazione del Sé agli altri.

Chi non dà la realizzazione agli altri, chi viene solo per i puja e cose simili, è mediocre. Non può ascendere molto. Partecipando al puja, con il puja, ascendete e poi scendete nuovamente.

Ma chi cresce costantemente, giungerà a questo stadio; sono certa che, nell’arco della mia esistenza, dovrei essere in grado di vedere persone così, che stando qui emanano pace, emanano luce, emanano ogni cosa. Perché sono luce. Non occorre illuminarli, sono la luce. Tale stato deve essere sviluppato e realizzato dentro di voi. E questo stato è stato descritto da tanti poeti, da tanti santi; loro però erano a questo stadio e la gente pensava: “Ma di che cosa stanno parlando?”. Li prendevano per matti. Persino riguardo a Cristo ritennero che dovesse essere crocifisso, poiché non riuscivano a capirlo.

Adesso voi state crescendo gradualmente uno ad uno, passo dopo passo, passo dopo passo, così adesso lo capite. Capite Cristo, capite tutte queste personalità, e a questo stadio dovete ancora lavorare.

Chi non lavora per Sahaja Yoga non può ascendere. Dovete lavorare per Sahaja Yoga, dovete diffonderlo maggiormente, dovete farlo funzionare, gioire reciprocamente di questa fratellanza, di ogni cosa. Dovrebbero essere presenti tutte le qualità di una bella personalità. Finché non raggiungerete quello stato… è soltanto allora che potrete elevarvi maggiormente fino al livello di cui sto parlando, ossia Sahaja Stithi. A quello stadio sarete perfetti.

Ma dovete liberarvi di tutte queste cose ed oggi è anche il giorno di Mahalakshmi. La prima cosa credo sia la follia riguardo al denaro. Si dovrebbe capire che è una vera follia.

Chi è ricco non ha denaro. Chiedete ad un ricco, vi risponderà: “Oh, non ho denaro”. “Come? E tutto questo che cos’è?” “Questo non è aver denaro!”.

Se chiedete ad un povero, non ha denaro. Un ricco non ha denaro. Si tratta quindi di una specie di cupidigia che non è mai soddisfatta, che non vi aiuterà mai. Tutte queste piccole meschinità devono cadere per prime. Dopo, il vostro lavoro dovrebbe purificarvi. Nel vostro lavoro saprete se vi state purificando oppure no. Lavorando saprete come state svolgendo il vostro lavoro. Una volta fatto questo allora penso, ne sono certa, che alcuni di voi raggiungeranno questo stadio nel corso della mia e della vostra vita.

Questo è ciò che voglio dirvi oggi, nel giorno del Diwali: dobbiamo diventare sempre più sottili, sempre più sottili.

Non dovremmo lasciarci influenzare da cose esteriori. Una cosa esteriore, ad esempio, è qualche moda che prende piede. Coloro che seguono le mode sono stupidi. Sono come topi ciechi. Chiunque può convincerli a fare qualsiasi cosa: “Fate questo” e loro lo fanno. “Fate quello” e lo fanno.

Se cercate di seguire ogni idea suggeritavi da qualcun altro, in quell’idea vi perderete completamente diventando: “Io sono questo, io sono cristiano, io sono indù, io sono musulmano, io sono musulmano”. Stupidità. Voi siete il vostro Sé. Siete lo Spirito. E quando diventate lo Spirito iniziate a sapere molte cose, e quella conoscenza è importantissima.

Questo è il divario esistente tra un santo e un uomo normale, divario che voi avete colmato poco a poco; così conoscete i problemi degli esseri umani e, avendo a che fare con gli esseri umani, sapete come affrontarli.

Soltanto con Sahaja Yoga è arrivata la coscienza collettiva, nei tempi moderni. Questa coscienza collettiva l’avevano anche i santi, ma non ne parlavano. Non dicevano niente. Non se ne curavano.

“D’accordo, questo tizio ha questo chakra bloccato, che vada all’inferno”. Non se ne preoccupavano. Non è che non fossero altruisti, ma non se ne preoccupavano. Erano in uno stato in cui ne prendevano semplicemente atto. Se un uomo sgradevole passa davanti allo specchio, bene, se una bella persona passa davanti allo specchio, bene.

Allo stesso modo queste persone cominciano a permettere alla gente di passarci, ma noi dobbiamo capire che dobbiamo ancora crescere. Dobbiamo ancora crescere facendo funzionare (Sahaja Yoga). Le persone che si danno da fare e lo diffondono ovunque, sono veramente lì (in quello stato) e per loro, devo dire, il Paramchaitanya è proprio un servitore.

Ho visto gente desiderare qualcosa e questo si realizza. Chiedono qualcosa e si realizza. Per questo, adesso, il punto è ciò che dovremmo avere.

Dopo aver ricevuto la realizzazione, dopo aver ottenuto tutto, ciò che dovremmo fare è sviluppare la fede. Fede in voi stessi. Fede nel fatto di essere lo Spirito, di avere la luce e dover illuminare gli altri. Man mano che questa fede diventa sempre più profonda, voi pensate: “Oh, che cosa sono? Sono lo Spirito”. Se siete lo Spirito, la natura intera è con voi. So di alcuni sahaja yogi.

Uno di loro era un pescatore. Lui lavorava per Sahaja Yoga. Aveva una fede straordinaria in me e in qualche modo stava per recarsi in un altro villaggio per fare il lavoro di Sahaja Yoga. Uscendo dalla sua piccola capanna, vide che il cielo era tutto coperto di nuvole, nuvole nere. Allora alzò le mani e disse: “Sentite, adesso sto andando a lavorare per Madre. Non osate far piovere. Rimanete ad aspettare lì come siete, finché non avrò finito il mio lavoro”. Infatti stava andando in barca. E gli altri sahaja yogi pensarono: “Ma che cosa sta dicendo?”. Salirono tutti nella barca e raggiunsero l’altro villaggio. Diedero la realizzazione, lui terminò il suo discorso, tutto quanto, tornò a riva ed entrò in casa. Nel chiudere la porta disse: “Bene, ora fate pure”. C’era riuscito.

Dunque fiducia assoluta che questo Paramchaitanya è come un vostro servitore, sempre in attesa di servirvi. Tutto ciò che dite avverrà. Prima però dovete avere una fede assoluta in voi stessi, nel fatto che siete sahaja yogi.

Ancora adesso, sapete, scopro gente piena di lussuria, di cose orribili. Quindi per prima cosa dovete stabilizzarvi nel Dharma. Dharma è, come sapete, rettitudine. Se siete nella rettitudine, è fuori questione, è fuori questione che il Paramchaitanya non vi obbedisca. Ma se, per ipotesi, oggi volete qualcosa ma non si realizza, anche rimanerne delusi non va molto bene. Anche la delusione è segno della vostra immaturità. Che motivo c’è di essere delusi? Magari è stato un bene per voi.

Supponiamo che io sbagli strada. Vado in questa direzione ma sbaglio strada, non so dove andare. Allora mi perdo, va bene. Che c’è? Ovunque sia, io sono qui. Come posso perdere il mio Sé? E poi scopro che dovevo passare di là perché dovevo incontrare qualcuno; avevo il desiderio di incontrare qualcuno e lo incontro lì.

Ci pensate? Mi accadono queste cose; ed anche se non faccio incontri, allora? Dovevo passare di là. Forse devo lasciare un po’ di vibrazioni. È così.

Quindi, quando vi rendete conto che qualsiasi cosa facciate con padronanza, con assoluta padronanza, con fede assoluta – in effetti, grazie alla vostra fede, vi viene tutta l’autorità, che in sanscrito si dice satya, ossia verità.

La verità vi conferisce autorità. Se possedete la verità in voi, se possedete in voi la verità assoluta, allora avete l’autorità, e l’autorità autorizza voi, non gli altri, ma voi.

Questa autorità che avete agisce e agisce. Ho visto che semplici sahaja yogi, molto semplici, neppure istruiti, sono sahaja yogi molto potenti, sono sahaja yogi potentissimi. Ma hanno una cosa, la fede, una fede assoluta.

Un altro termine sanscrito è titiksha, significa pazienza, saburi, pazienza. Dovete avere pazienza. Se non avete pazienza, volete che qualcosa sia fatto subito. Come farete allora a veder funzionare il tutto? Molte persone sono estremamente agitate e molto veloci. Questo mondo corre molto veloce, ma voi siete quelli che si sono distaccati e stanno a guardare questa competizione sfrenata. Voi non siete uno di loro. Quindi dovete avere titiksha, dovete, cioè, avere pazienza. Dovete avere fede completa in voi stessi ed anche pazienza riguardo al funzionamento di Sahaja Yoga o del Paramchaitanya. Comunque funzioni va bene. Ha un significato. Se agisce in un modo ha un significato, se agisce in un altro ha un significato.

Un’altra cosa importante è la fede nel vostro guru. Se avete fede nel vostro guru, il Paramchaitanya è gentile con voi. È di grande aiuto. Ma se dubitate, allora anche il Paramchaitanya dubita di voi poiché il Paramchaitanya vi conosce attraverso il vostro guru; che sia io oppure un altro vero guru, è la stessa cosa. Ma con me, naturalmente, poiché – sapete – sono molto indulgente, la gente comincia a prendersi delle libertà. Un altro guru, sapete, li picchierà. Vi infliggerà cose orribili di ogni genere se non siete a posto. Vi ho narrato molti episodi di guru, di come, i bravi guru, trattino i loro discepoli.

Io invece perdono. Non dico niente. E sia, non importa. Penso infatti che soltanto lasciandoli stare ascenderanno arrivando a questo stadio.

A volte però accade che possa funzionare all’opposto, nel senso che se sono perdonati lo danno per scontato.

Va bene. C’è libertà: potete darlo per scontato, potete fare quel che volete. Potete perdervi, potete… io non ho niente da dire.

Quindi la fede in voi stessi consiste nell’osservare pazientemente e non sentirsi delusi per nessun motivo.

Pensate a quante persone hanno ricevuto la realizzazione, a quanti santi ci sono a questo mondo, avete visto? Ieri mi sono stupita che i francesi cantassero così bene. Sapete, la prima volta dovetti prendere un armonium per insegnare loro a cantare una riga. Ci provai per mezz’ora senza riuscirci. E quegli stessi francesi hanno raggiunto adesso questo livello di creatività.

Vedete, tutto il vostro potenziale crescerà. Si esprimerà. Però state attenti a non gonfiarvi l’ego per questo. Gradualmente fiorirà e gli altri intorno a voi ne sentiranno la fragranza e si avvicineranno a Sahaja Yoga. Questa è la benedizione di questa epoca, la vera benedizione del Divino sarà che sarete elevati allo stato che definiamo perfetto, purnatva, completo. Arriverà questa completezza. Però giudicate voi stessi: siete assolutamente una cosa sola con Sahaj? Siete completamente dedicati a Sahaj? Oppure, per voi, altre cose sono più importanti di Sahaja Yoga? Allora fate pure.

C’è qualcosa da capire molto chiaramente: che non esiste alcuna competizione in Sahaja Yoga. Non può esserci. Non esiste competizione. Non esiste invidia, non esiste maldicenza, niente. Voi siete persone differenti. Siete santi. Il vostro stile è diverso. Siete completamente al di sopra di tutte queste cose. Non potete essere disonesti, non potete imbrogliare la gente, non potete farlo. E se lo fate, anche ora, allora per favore cercate di capire che dovete ancora crescere in esso. Alcune persone influenti credono di essere molto importanti (anche) in Sahaja Yoga. Non è vero, non è così. Se pensate a ciò che siete, siete perduti. Ciò che dovete fare è capire: “Che cosa ho fatto? A quante persone ho dato la realizzazione? A quante persone ne ho parlato?”. La gente è timida anche nel parlare di Sahaja Yoga.

Ho conosciuto una signora che viaggiava con me. Era davvero bollente. Mi dissi: “Ma chi è questa qui? Non so”. Mi disse il nome del suo guru. Disse: “Il mio guru è così, il mio guru di qua, il mio guru di là”. Dissi: “Mio Dio, questa donna emana questo calore e parla così tanto”.

Ma un sahaja yogi non parlerà a nessuno di Sahaja Yoga. Si sentono timidi. Avranno cento amici, incontreranno cento amici ma non diranno mai che cos’è Sahaja Yoga. Saranno (troppo) timidi per parlarne. Ah, per loro non sarà un problema partecipare alle feste, sapete; se gli altri bevono, loro diranno: “Bene, io non bevo”. Ma non diranno: “Io sono un sahaja yogi, non posso bere; non posso bere per mia stessa natura”. Questo non lo diranno.

Questo è dunque il terzo punto da conoscere: l’annuncio. Dovete avere fede in voi stessi e annunciare. Tutti i santi annunciarono. Furono uccisi per questo, avete visto come a Socrate sia stato somministrato il veleno. Non importa. Ormai nessuno vi ucciderà, al giorno d’oggi esistono diritti fondamentali per vivere. Quindi nessuno può uccidervi, credetemi, ma dovete annunciare. E l’annuncio dovrebbe essere fatto con fede assoluta e con la comprensione dell’importanza di Sahaja Yoga.

Il fine è trasformare il mondo intero. Con la vostra trasformazione si trasformerà il mondo intero. Diversamente è molto complicato; il funzionamento di Sahaja Yoga è molto complicato.

L’altro giorno, ricordate, il microfono aveva smesso di funzionare completamente; io stavo tenendo il discorso e ho continuato a parlare. Il microfono non funzionava ma tutti mi sentivano. Che cosa era accaduto? Ero entrata nell’etere? Che cosa era accaduto? Non lo so. Non sapevo neppure che il microfono avesse smesso di funzionare. Pensavo che essendoci un microfono la gente mi sentisse, ma poi dissero che metà conferenza era stata senza microfono. E tutti mi avevano sentita perfettamente.

Vedete, ci si deve meravigliare e apprezzare ciò che sta accadendo adesso, dove stiamo andando. Noi stiamo entrando nel Regno di Dio e ogni benedizione, tutta la beatitudine si riverserà su di voi. A quel punto questa beatitudine, questa conoscenza, ogni cosa diventano una cosa sola, soltanto beatitudine; e voi siete in quello stato di beatitudine di cui non vi rendete nemmeno conto, siamo semplicemente lì. La più grande beatitudine è che non sapete niente, siete semplicemente lì.

Spero che raggiungerete tutti quello stato con questo Diwali celebrato in Portogallo, che considero un luogo speciale di Mahalakshmi. Lei infatti apparve qui, come dicono, e inoltre anche questo swayambhu che abbiamo, è il viso di Mahalakshmi; quindi sono sicura che funzionerà per tutti voi. È uno stato piuttosto sottile quello di cui sto parlando, ma devo dirvi che occorre elevarsi a quello stato, e per voi quello stato è davvero molto facile da raggiungere. Lentamente, per gradi; a quel punto non dovete fare nulla, entrate in un villaggio e ci sarà tutto.

Sentite adesso cosa è accaduto. Sono stata al Cairo. Tutti mi salutavano. Mi chiedevo: “Che cosa è accaduto?” Sono andata a Leningrado e sono intervenuti a migliaia al mio programma. Ho chiesto: “Come mai siete venuti al mio programma?”. Hanno risposto: “È ovvio, per il Suo viso, è ovvio”. Avevano visto un piccolo, breve annuncio sul giornale: “È ovvio che Lei è Divina”. Dovrebbe accadere questo. E allora potrete annunciare che Sahaja Yoga è l’unica via, a quel punto potrete annunciarlo. Non c’è niente di male.

La gente si sente molto timida a parlarne agli amici e cose del genere. Ma voi dovete rendervi conto che tutti quelli che amate, che conoscete, andranno all’inferno o rimarranno sospesi nel limbo o in qualcosa di simile. Se voi lo avete ottenuto, dovreste tirare fuori anche loro. Magari non sono ricercatori, ormai non importa. Ritengo che ormai abbiamo chiuso con i ricercatori; probabilmente dobbiamo avere persone che non stanno ricercando tanto, così pare. (Shri Mataji ride, risate)

Dio vi benedica tutti.


[1] A Fatima, nel 1917.

[2] In Maharashtra, in India.

[3] Riferimento ai 92 elementi presenti in natura, dal primo che è l’idrogeno fino all’ultimo che è l’uranio.