Sahasrara Puja

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Sahasrara Puja

Cabella Ligure, 4 Maggio 1997


Oggi ci siamo riuniti tutti qui per adorare il Sahasrara. Come vi siete resi conto, il Sahasrara è una parte molto importante del sistema sottile. Di certo è stato un gran giorno quello in cui, nel 1970, questo chakra è stato aperto. Ma dobbiamo comprendere che cosa abbiamo conseguito con ciò.

Prima di tutto, quando la Kundalini sale, entra nel vostro Void, dove risiede il vostro dharma; e il vostro dharma si stabilizza a livello del Nabhi chakra, diciamo, nella zona che circonda il Nabhi chakra. Il vostro dharma, ossia l’innata Pura Religione Universale, viene stabilizzato. Viene instaurato.

Poi però la Kundalini sale ancora. Nonostante l’instaurazione del dharma, cominciamo a prendere un po’ le distanze dalle altre società, perché ci accorgiamo che sono sbagliate e prive di dharma. Penso che temiamo anche di poter prendere dei blocchi a causa dei loro a-dharma.

Pertanto, in questa fase (iniziale) non vogliamo varcare i confini (della cerchia) di Sahaja Yoga, vogliamo soltanto frequentare i sahaja yogi, frequentare i programmi di Sahaja Yoga e attenerci alla nostra vita personale Sahaj.

Certo, questo è importante perché, prima di tutto, occorre nutrire pienamente questo chakra che ruota intorno al Nabhi e che conosciamo come Swadishthana.

Il chakra dello Swadishthana è per certi versi molto importante in quanto fornisce energia al cervello.

Quindi, quando il dharma è stabilizzato, l’energia sottile spinge, attraverso la Kundalini, una maggiore energia per il Sahasrara. Ed anche l’energia per il dharma che si trovava nello Swadishthana, inizia a fluire con essa: oltrepassa quell’area (Void, ndt) e inizia ad ascendere verso il Sahasrara.

Fino ad allora direi che non siamo ancora completamente dei sahaja yogi, perché si può diventare fanatici riguardo a Sahaja Yoga.

Ho visto gente così fanatica che non riesce nemmeno a venire in contatto con persone che non siano sahaja yogi, che non riesce nemmeno a parlare con chi non è un sahaja yogi e che ha sempre paura di incontrare persone che non sono sahaja yogi.

Naturalmente non è necessario che incontriate gente negativa, gente contraria a Sahaja Yoga, che ne parla male; ma è nostro dovere andare verso coloro che cercano la verità.

Quando essa (l’energia del dharma, ndt) raggiunge lo stadio in cui si stabilisce nel cervello, a quel punto andiamo oltre il dharma. Dharmatit: trascendiamo il dharma, nel senso che il dharma diventa parte integrante del nostro essere. Non possiamo perderlo.

Il Dharma Sahaj diventa parte integrante del nostro essere. E questa è una grande conquista perché a quel punto non avete bisogno di eseguire rituali, non dovete preoccuparvi di incontrare altre persone, non dovete preoccuparvi che le vostre vibrazioni siano influenzate negativamente.

Allora non assorbite blocchi da nessuno, non assorbite nemmeno altre forze negative; nessuno può danneggiarvi. Questo io lo definisco il completamento della vostra shraddha (fede illuminata). A quel punto il Sahasrara è così interamente illuminato che voi diventate il dharma.

Possiamo fare l’esempio di Cristo. Cristo vide che stavano lapidando una prostituta. Ora, Egli non aveva niente a che fare con la prostituta, insomma, proprio il contrario. Ma quando vide che veniva lapidata, prese una pietra in mano e disse: “Coloro che pensano di non avere mai peccato, possono scagliare una pietra contro di me”. E tutti rimasero stupiti: “Perché mai difende questa prostituta? Lui è un uomo religioso, anche lui dovrebbe lapidarla”. Ma Lui era nella verità. È proprio questo che succede quando (l’energia del dharma, ndt) si stabilizza nel Sahasrara: che si è nella verità.

C’è una piccola differenza, direi, tra dharma e verità. Una persona dharmica potrebbe diventare troppo dharmica, dharmica in maniera illogica spostandosi così sul (lato) destro o sul (lato) sinistro. Una persona dharmica potrebbe considerarsi superiore agli altri e chiedersi perché dovrebbe cercare di salvare gli altri, che vadano all’inferno, che importa. Questa sorta di atteggiamento può nascere in una persona dharmica.

Ho anche visto dei sahaja yogi che inventano metodi nuovi in Sahaja Yoga: “Va bene fare così, va bene fare cosà”. Questo perché loro ormai ristagnano a livello del dharma, così si mettono a dire alla gente di fare in un certo modo o in un altro.

Ma quando vi innalzate a livello della verità, allora non eseguite rituali, non vi occorre alcun rituale; non vi interessano, perché siete nel dharma e a quel punto siete nella verità, e la verità è molto superiore al dharma.

Per esempio, chi è nella verità non si preoccupa di nessuna idea assurda sulla religione, nemmeno sulla religione Sahaj. Non si preoccupa se dopotutto qualcosa è Sahaj, qualcos’altro non è Sahaj; va oltre, nel senso che vede una verità globale dentro di sé.

Vede la verità onnipervadente; e non solo la vede, ma sa e sente di essere in questa verità. Pertanto, quando il dharma sboccia nella verità  è un evento bellissimo, e dovrebbe accadere a tutti voi.

Molte cose possono permanere se siete soltanto a livello del dharma. Ho visto gente andare sull’ego, fare soldi. A volte neanche mi interpellano e continuano a fare cose che non dovrebbero fare, fanno cose sbagliate che non vanno bene per Sahaja Yoga. Non c’è nessuna umiltà al riguardo e non comprendono se quel dharma sia basato sulla verità o sulla menzogna.

Dobbiamo dunque andare alle fondamenta del dharma, ossia la verità.

Come già spiegato, questo è un Albero della Vita che ha le radici nel cervello e i rami nel corpo. Quindi voi dovete andare alle radici di ogni cosa; ed è quello il punto che raggiungete quando siete perfettamente stabilizzati nel Sahasrara.

Nel Sahasrara ci sono le radici di tutte le idee che abbiamo, o meglio, di tutte le swarupa (forme) che abbiamo assunto.

Adesso noi siamo diventati dharmici. Ma qual è la radice del dharma? Perché dovremmo essere dharmici? Che bisogno c’è di essere dharmici?

Ci sono molte persone in questo mondo che sono molto adharmiche e vivono benissimo. Intendo dire che, stando alla loro apparenza esteriore, ci sembrano persone molto felici; stanno bene, si divertono, mentre noi veniamo privati, forse, di tutti i cosiddetti divertimenti di questa gente.

Pertanto, allo stadio soltanto del dharma, per noi diventano importanti cose che sono… che potrebbero non essere basate sulla verità. Ci sono molte cose così che posso segnalarvi, sulle quali i sahaja yogi vacillano; anche dopo aver conseguito lo stadio del dharma vacillano.

Ho visto persone abbandonare le droghe, l’alcool e altre dipendenze, migliorare persino il loro linguaggio, modificare il proprio comportamento, diventare più umili, indubbiamente. Tuttavia sono consapevoli di essere nel dharma: questa consapevolezza deve scomparire.

A livello del Sahasrara questa consapevolezza scompare, perché la verità è amore e l’amore è verità. Quello è il punto in cui la Kundalini incontra il chakra del cuore: come sapete il pitha (seggio) del cuore si trova qui (tocca il Sahasrara, ndt). Pertanto, quando la Kundalini attraversa questo chakra del cuore (seggio del cuore in corrispondenza della fontanella, ndt), ciò che inizia a fluire nel cervello è la verità, ma una verità che è amore.

C’è differenza tra la verità in sé e per sé e la verità che è amore. È per amore verso quella prostituta che Cristo la difese. Lui si fondava sulle radici della verità, indubbiamente, ma ciò che fluiva dal Suo cuore era amore, puro amore.

Ora, quando noi proviamo questo puro amore per qualcuno, vediamo tutto in maniera differente, vediamo una persona in modo diverso e tutto diventa molto dolce. Altrimenti la verità può essere molto amara, può essere molto dolorosa. Invece, la verità che è adornata dall’amore è proprio come un fiore senza spine. È molto interessante una persona che trabocca di amore e sia nella verità. È questa la personalità che dovete diventare.

Ora, per quanto riguarda l’espressione dell’amore, possiamo fare un esempio per comprendere. Supponiamo che io incontri qualcuno che mi dica cose orribili di un’altra persona. Io sento un grandissimo amore sia per lui sia per la persona di cui sta dicendo tutte quelle cose. Allora ricorro ad una bugia, una completa bugia, che in un certo senso è anche una verità. Gli dico: “Ma che stai dicendo? La persona di cui stai dicendo tutto questo, non ha fatto altro che lodarti in continuazione, e tu ne parli così!”. Ora, in effetti questa non è la verità, ma con l’aiuto di una bugia – l’altra faccia della verità – voi fate nascere un’amicizia fra i due.

Questo è dunque il lavoro dell’amore: esso cerca di avvicinare le persone, di dire cose grazie alle quali esse diventino una cosa sola, unite.

Così, tutti i metodi per dividere che abbiamo finora adottato scompaiono, e noi cerchiamo di capire quale sia il metodo con il quale poter unire i cuori delle persone.

Di fatto voi siete nella coscienza collettiva; ma se questa coscienza collettiva è superficiale potete ottenere risultati rilevanti come avete fatto, magari potete costruire begli ashram e via dicendo. Ma quando la consapevolezza collettiva è colma di amore, allora la gioia della consapevolezza collettiva è completa.

Ora si parla di pace: non si può avere la pace senza questa nuova consapevolezza che chiamiamo coscienza collettiva. Ma anche in essa deve esserci il tattwa fondamentale, il principio dell’amore.

Ad esempio, adesso i sahaja yogi tedeschi e austriaci stanno andando in Israele, e ciò procura grande soddisfazione. Sono stata felice che per questo puja abbiano scelto gli israeliani. Poi ho scoperto che gli israeliani stanno andando in Egitto (per portare Sahaja Yoga, ndt) dimenticando tutto quello che i musulmani hanno fatto loro.

È davvero notevole il modo in cui le persone si sentono attratte dall’espressione del loro amore nei confronti dei loro compagni, di altri sahaja yogi; e quando ciò inizierà a svilupparsi, vi stupirete di come potremo cambiare questo mondo. La maggior parte dei problemi, dei problemi umani, è dovuta all’odio e si dice molto comunemente: “Io odio, io odio”. È una assurdità, è un peccato odiare qualcuno: perché odiate qualcuno?

Potete odiare il peccato, potete odiare il male, ma non dovreste odiare le persone, così, solo per il gusto di odiare. Questo odio che abbiamo è responsabile di tutti i problemi che abbiamo avuto finora. Infatti così si diventa molto potenti, dividendo la gente si diventa molto potenti, e questi metodi che creano divisione hanno realmente schiacciato molti Paesi.

Per esempio, il nostro Paese è stato diviso dagli inglesi, e adesso loro stanno subendo la divisione. E questo non si ferma. Dividendoci che cosa è accaduto? Tutti i Paesi che si sono separati dall’India stanno soffrendo molto. Chi ha cercato di dividere il Paese pensando che sarebbe diventato primo ministro o altro è stato per lo più ucciso dai suoi stessi sostenitori. Potete vedere chiaramente come l’odio si manifesti. Inizia da un piccolo punto e si manifesta ovunque, lo si può vedere molto chiaramente in ogni Paese che viene diviso.

Non c’è alcun bisogno di dividere nessun Paese, ciò crea altro odio e altri problemi.

Allo stesso modo, in Sahaja Yoga non dovremmo pensare di creare divisioni.

Adesso – ne avrete sentito parlare – abbiamo preso un bellissimo appezzamento di terreno vicino al Gange. Ed ora la gente sta pensando se può avere campi separati, case separate.

Perché? Voi sapete vivere collettivamente, gioite della vita collettiva: perché dunque volete avere case separate? Quali segreti vogliamo mantenere tra noi?

Dopotutto, tutto ciò che facciamo è noto grazie alle vibrazioni, non si può nascondere niente. Quindi perché avere case separate? Perché volete avere privacy? Infatti in Sahaja Yoga non esiste alcuna privacy; noi sappiamo tutto di tutti, cosa combinano, quali sono i loro problemi, quali dei loro chakra sono bloccati: non è così? Quindi non ci sono segreti di nessuna natura in Sahaja Yoga, ognuno sa tutto di tutti. Non riesco dunque nemmeno a capire a cosa serva avere privacy: vedete, è ancora la mente che funziona in questa direzione.

Poi pensano all’eredità. Va bene, ho detto che si può lasciare una eredità, ma se vostro figlio non è un sahaja yogi, che si fa?

Non si può tenere lì una persona scorretta che crei problemi a tutti. Non saranno le norme e le regole a mantenervi felici e uniti, bensì la pura coscienza collettiva ed il suo amore. Infatti, come sapete, noi non abbiamo una vera e propria organizzazione, non abbiamo il sacerdozio, niente del genere.

Anche i leader possono cambiare più volte di quante il fiume Gange muti il suo corso, quindi non esiste niente del genere. Siamo sempre tutti in piedi su una sabbia mobile e vostra Madre è un’altra che prova espedienti di ogni genere.

Il motivo è che voglio che voi siate saldi su una roccia, una roccia che emetta amore, che emetta questo amore Divino; e la gioia di questo amore è veramente bellissima.

Ad esempio la gente vorrebbe avere il proprio bagno privato, soprattutto gli indiani: improvvisamente sono diventati britannici, e i britannici sono diventati indiani, sapete. Gli indiani vogliono avere il loro bagno privato, non so perché; e questa è una malattia molto comune fra gli indiani. E a volte ho l’impressione che il fatto di volere un bagno privato si stia diffondendo anche ad altri.

Nella vita collettiva non è necessario. Non ve ne accorgete nemmeno; se me lo chiedete io non saprò nemmeno se sono stata in bagno o no. Ci vado e torno, tutto qui, non ho tempo per tutte queste cose. Allo stesso modo anche voi dovreste avere un concetto di società che vive come un oceano: se l’oceano si alza ci si alza, se l’oceano si abbassa ci si abbassa, proprio in un unisono di amore.

Io mi aspetto questo tipo di società ai piedi dell’Himalaya; e sono certa che sapete tutti che l’Himalaya è il Sahasrara del mondo. Volevo che questo avvenisse prima del Sahasrara Puja e fortunatamente così è stato, con le benedizioni dell’Himalaya, direi.

Anche l’Himalaya è simile ad un Sahasrara nel quale è salita la Kundalini, dal quale sono scaturite le vibrazioni, e nel cielo potete vedere le vibrazioni. Ma questo Himalaya è governato da un Dio collerico chiamato Shiva, e questa è la parte pericolosa.

Pertanto dobbiamo stare molto, molto attenti. Se cerchiamo di fare dei giochetti, se cerchiamo di diffondere odio fra di noi, se cerchiamo di adottare metodi che creano discordia, di fare qualcosa che non è Sahaj, questo Dio collerico è seduto sulla nostra testa.

Lui è anche alla Mecca: lì c’è Makkeshwarshiv. Se cercate di comportarvi male, Lui manifesta la sua collera. Ovunque voi siate dovete stare molto attenti, perché Shiva è ovunque.

Ad esempio, uno dei linga di Shiva è a Perlibhaithnath in Maharashtra, a Latur; e lì hanno iniziato un Sahaja Yoga di altro genere, e per di più bevevano nel giorno della celebrazione di Shri Ganesha. Così si è scatenata l’ira del linga di Shiva e c’è stato un tremendo terremoto, e molte persone sono scomparse. Ma a nessuno dei sahaja yogi è accaduto nulla e il loro centro è rimasto completamente illeso.

Come sapete, l’ultima volta (durante l’India Tour, ndt) c’è stato anche un grosso incendio, ma a voi non è successo niente: voi siete protetti, siete sempre protetti. La collera di Shiva non ha potuto fare nulla. Il fuoco non ha potuto farvi niente perché voi siete protetti.

E questa protezione è l’amore di vostra Madre. Non è nient’altro che l’amore di vostra Madre che è molto potente, che vi protegge e vi aiuta.

Allo stesso modo, voi sviluppate questo tipo di amore per gli altri, per gli altri sahaja yogi, per le altre persone, per le altre cose, per questa Madre Terra e tutto il resto.

Il vostro amore può proteggere non solo voi ma anche gli altri. Se la vostra attenzione rimarrà solo su voi stessi, inizierà a diventare sempre più meschina: “Dovrei avere questo, dovrei avere quest’altro, mi piace questo, mi piace quest’altro”. Tutto questo modo di pensare scomparirà e non direte mai: “Mi piace questo”. Sarà fuori questione.

Che cosa piace a me? È difficile per me stabilire se c’è qualcosa che mi piaccia. “Mi piace quello, mi piace quell’altro, mi piace essere così”… Chi siete voi? Chiedetevelo. Chi siete voi? Se siete il puro Spirito, questo non è altro che amore, e nell’amore voi pensate agli altri, ai problemi degli altri, cercate di far star bene gli altri; cercate di prendervi cura degli altri e non vi curate o vi preoccupate solo di voi stessi. Questo è ciò che dovete raggiungere.

Benché possiate essere dharmici, benché possiate essere Sahaj sotto ogni aspetto, finché non raggiungete quello stato nel vostro Sahasrara, non direi che siate a posto. Dovete arrivarci.

Per questo naturalmente la meditazione è molto importante, ma quel che ostacola tutto è la vostra mente. È la mente che continua a darvi suggerimenti. Osservate sempre la vostra mente, il modo in cui cerca di guidarvi, come cerca di dirvi: “Adesso, e io? E la mia casa? E i miei figli? E il mio Paese?”.

Se continuate con questo ‘mio, mio, mio, mio, mio’, finirete in niente. Quando invece dite:  “Tu, tu, tu”… Kabir ha detto una cosa bellissima al riguardo. Lui afferma che quando la capra è in vita dice: “Meh, meh, meh” che significa: ‘Io, io, io’. Ma quando muore se ne estrae l’intestino e lo si pone su un dhunki, dove lo si utilizza per pulire il cotone. E allora il suono emesso da questo dhunki è: “Tuhi, tuhi, tuhi” (che vuol dire:) “Tu sei, tu sei, tu sei”. E questo suono si diffonde ovunque.

Allo stesso modo voi dovete considerare le cose dal punto di vista degli altri. E i primi ai quali dite “Tuhi” sono il vostro Guru, oppure Dio, il che significa: “Tu sei, io non esisto più, sono dissolto, sono scomparso, sono diventato tutt’uno con questo Oceano di amore”.

E poi lo dite agli altri: “Tu sei, tu sei”. Questa è la cultura Sahaj. Vedrete che in questo modo cadranno tante falsità, falsità che circondano voi e gli altri. Come chi tenta di ingannare dicendo cose del tipo: “Ti voglio molto bene”, mentre dietro le spalle trama qualcosa di molto malvagio. Può fare di tutto.

I sahaja yogi no, non fanno certe cose, devo dire che hanno raggiunto lo stato in cui non le fanno. Tuttavia, anche se non le fanno, ne sono ancora consapevoli. Sono sempre consapevoli di non fare certe cose, di non bere – e allora? – di non essere troppo difficili riguardo al cibo.

Intendo dire che sono molto fieri di tutte le loro conquiste, vedete, molto fieri di essere in un certo modo. Sapete, è perché siete puro Spirito, è perché siete questo che siete diventati così.

Come ci si può sentire orgogliosi di qualcosa che si è? Ad esempio qualcuno mi ha chiesto: “Non si sente molto orgogliosa di essere l’Adi Shakti?”. Ed io: “Cosa?” Non riuscivo a capire (Shri Mataji ride, risate), non riuscivo a capire la domanda. Ho risposto: “Ora, se io sono l’Adi Shakti, che motivo c’è di sentirsi orgogliosi? Se io sono così, cosa c’è da sentirsi orgogliosi? Se non lo fossi stata allora ne sarei andata fiera (di esserlo diventata, ndt); ma io lo ero già, quindi cosa c’è da esserne orgogliosi?”.

Guardate il sole, ad esempio: esso splende, non si sente orgoglioso di essere il sole. Oppure, se voi siete nati, diciamo, con gli occhi, il naso e il volto di un essere umano, non ne andate fieri: “Sono un essere umano, sono un essere umano”. Ne andate forse fieri?

Allo stesso modo, se siete ciò che siete, non ne andate fieri, non ne siete consapevoli, non ne siete affatto consapevoli. Insomma, io non dico mai a me stessa che sono l’Adi Shakti, non è necessario farlo. Ma è così, che fare? Dio mi ha scelto, direi, per essere l’Adi Shakti; va bene, posso accettarlo.

Però non so proprio cosa ci sia di speciale; come alcuni che pensano che Sahaja Yoga sia stato concesso loro come una investitura o qualcosa del genere. Non è così. Si tratta di ciò che siete diventati; e quando diventate qualcosa, dovete comprendere che lo siete divenuti. Supponiamo ad esempio che un sasso diventi oro: allora è oro, non si sentirà orgoglioso di essere oro. L’oro è oro, perché dovrebbe sentirsi orgoglioso di esserlo?

Allo stesso modo, questa consapevolezza di essere sahaja yogi (in quel caso) svanisce.

Invece permane. Quindi occorre stare attenti; quando si è sahaja yogi, si è sahaja yogi, e allora? “Io sono un sahaji, e allora?”. Non c’è niente di così straordinario.

È come dire che si ha un naso e sentirsi orgogliosi di dire che si ha un naso, sapete. Che c’è di straordinario? il naso è già lì, che motivo c’è di andarne fieri? Ma questo orgoglio deve andarsene.

Quel che è davvero importante è rendersi conto che: “Io non ci sono, non esisto più. Sono parte integrante del tutto, la goccia che io sono è divenuta l’oceano, non so se in me siano rimasti confini”. In voi si sviluppa questo tipo di percezione quando la vostra consapevolezza è colma solo di gioia, soltanto di gioia, e traboccante di amore, spumeggiante di amore. E voi continuate ad esprimere questo amore; che parliate o non parliate, che lo diciate o meno, che sorridiate o meno, questa gioia è nel vostro cuore.

Ora, il chakra del cuore in questo punto (tocca il Sahasrara, ndt), il pitha (seggio) del chakra del cuore (sul Sahasrara) viene colmato della luce della verità. Ma quella verità non è una cosa assurda come noi la consideriamo. Qualcuno mi ha chiesto cosa sia la verità. Io ho risposto che è stato scritto molto tempo fa che si dovrebbe dire la verità e dire qualcosa che piacerà alla gente: “Satyam vadet, priyam vadet”.

Allora hanno chiesto: “Come si fa ad esprimere una verità così? La verità può non essere piacevole, mentre qualcosa che è gradito alla gente potrebbe essere falso. Come fare a soddisfare questi due aspetti?”.

Krishna ha dato un’ottima risposta, dicendo: “Satyam vadet, hitam vadet, priyam vadet”.

Dite la verità, dovete dire la verità; ma questa verità dovrebbe essere positiva, dovrebbe essere gradita, apprezzata ed essere di nutrimento per lo Spirito. In questo modo la benevolenza genera benevolenza. E inoltre deve essere priya. All’inizio la gente potrebbe non gradire e lamentarsi: “Lui mi ha detto cose orribili”, o comunque sia. Ma alla fine ammetterà: “Guarda, è stato davvero un bene che me lo abbia detto, così ho agito in modo perfetto”.

Comunque non c’è bisogno di dire cose molto dure o aspre a nessuno: non è vostro compito continuare a correggere tutti gli altri.

Per cominciare ho visto che molti sahaja yogi dicono: “Tu hai questo chakra bloccato, tu hai quest’altro chakra bloccato”. Tutto questo è un gioco dell’ego.

Voi non avete alcun diritto di condannare nessuno: provenite voi stessi da una condizione grandemente condannabile, quindi perché condannate gli altri? L’unica cosa, se siete capaci, se siete preparati, se siete abbastanza maturi in Sahaja Yoga, è prendere questa come una grande sfida di amore e lo farete.

Ma non continuerete a condannare e a trovare difetti in una certa persona: è un’ottima scusa se non volete farlo.

Se qualcuno è malato e il medico non è in grado di curarlo, cosa fa? Dice: “Sai, tu sei malato perché è accaduto questo, sei uscito col freddo, a causa di questo”.

“Santo cielo, sì, ma ora sono malato, che ne dici di curarmi!?”. “No, perché hai fatto questo, hai fatto quello, non avresti dovuto farlo”.

E continuerà ad elencargli gli errori passati. Noi continuiamo allo stesso modo: “Hai fatto così, sei stato cosà, sei andato da quel falso guru, hai fatto questo errore, per questo sei così”.

No, non ditegli niente, fatelo soltanto funzionare e funzionerà.

Certo, potete chiedere se è stato da qualche guru, ma non condannate, non criticate. Non è necessario condannare nessuno per gli errori che ha commesso.

Tutto questo deriva dalla sensazione di essere meglio dotati, di avere tutta la conoscenza. Voi l’avete, siete persone dotate di grande conoscenza, devo dire, molto sapienti. Siete gli gnostici, tutto questo lo accetto. Ma finché ne siete consapevoli, in realtà non lo siete.

Quando non ne siete più consapevoli, allora siete ciò che viene definito  un sahaja yogi.

Quindi mi aspetterei che ognuno di voi realizzi questo nuovo sviluppo nel suo Sahasrara, nel vostro Sahasrara, nel Sahasrara di tutti.

Noi dobbiamo pensare al mondo intero, non possiamo pensare solo ai sahaja yogi e ai ricercatori. Ci sono i ricercatori, d’accordo, ma gli altri? Ci sono tanti di quei problemi e tante cose da fare.

Per esempio, in India adesso abbiamo il problema della povertà, quindi sto cercando di fare qualcosa per loro. Anche voi avete problemi nei vostri Paesi. Dovreste individuare quali problemi ci sono, potete fondare qualche movimento per loro, cercare di aiutarli il più possibile. Non dovete farlo come un missionario che converte qualcuno per averne una qualche ricompensa o per ricavarne un po’ di fama: lo fate proprio per il vostro piacere, perché è un vostro piacere farlo. È così che andrete nella società senza paura di assorbire dei blocchi.

Ho chiesto a una coppia che conosco: “Perché non iniziate a darvi da fare?”. Mi hanno risposto: “Madre, abbiamo paura che il nostro ego torni”. Insomma, hanno paura solo di se stessi, che torni il loro ego! Tutti questi problemi dovrebbero dunque scomparire e voi dovreste raggiungere quello stadio in cui non avete tutte queste paure, tutte queste idee insensate su voi stessi.

Siete potenti, avete poteri; non solo, ma questi poteri vi sono stati concessi espressamente. Ma se non volete usarli, che cosa siete? Se la lampada non è accesa, a che serve? Solo come decorazione?

Pertanto (questi poteri) devono essere usati, e devono essere usati senza avere la sensazione di essere qualcosa di straordinario, di essere migliori degli altri, selezionati, oppure, come dice qualcuno, di essere  i prescelti.

In questo modo, con questa grazia e comprensione, può diffondersi molto velocemente. Ci sono stupidi di ogni genere, d’accordo, voi sapete che sono stupidi: ridete di loro, prendeteli in giro e così potrete risolvere il problema.

Ma anche questo dovrebbe essere fatto in modo da non ferirli; qualsiasi cosa facciate, dovreste vedere dai risultati cos’è che funziona. I risultati dovrebbero essere tali che si dovrebbe vedere come funziona. Con certe persone…. è questa, è questa l’intelligenza. Ritengo sia questa l’intelligenza superiore grazie alla quale sapete come dire le cose, quali cose dire, come farlo funzionare.

L’amore, questo amore divino, vi dà un controllo totale su voi stessi e allora sapete tutto: come comportarvi, come parlare alla gente, come trattarla.

Io non so quale sia la cosa peggiore negli esseri umani. Secondo Krishna la cosa peggiore era la collera, il temperamento collerico; ma secondo me è la gelosia. La gelosia di qualsiasi tipo è assolutamente spregevole, direi. Anche in Sahaja Yoga ci sono persone che si sentono gelose; magari non lo dicono perché a me non piace, ma potrebbero creare dei problemi, potrebbero cercare di creare discordia.

Dovreste quindi osservare la vostra mente (per vedere) se c’è qualche forma di gelosia. Certe volte ne sono piuttosto preoccupata. Per esempio, se voglio fare un regalo a qualcuno, mi preoccupo di non fare niente che crei delle gelosie. Non dovremmo (essere gelosi). Madre potrebbe essersi dimenticata, oppure va bene, li ha finiti, va bene. Ma la gente ha questo acuto senso di gelosia quando è in Sahaja Yoga.

Ora, supponiamo che io incontri qualcuno e non incontri qualcun altro: è finita, quest’ultimo sviluppa una gelosia nei confronti della persona che ho incontrato.

Certe volte mi assillano esageratamente: “Madre, la devo incontrare, la devo incontrare”. Non so perché, perché vogliate incontrarmi.

Io sono dappertutto, ovunque, come dite voi. Quindi che bisogno c’è di dovermi incontrare e di parlarmi? Che bisogno c’è? Io non esisto soltanto per uno solo di voi, esisto per tutti. Ma alcuni pensano di avere un diritto speciale su di me e ritengono che io debba incontrarli individualmente, altrimenti rimangono molto male.

Tutte queste cose devono ampiamente scomparire quando diventate, come ho detto, l’oceano. Allora non vi importa verso quale spiaggia vi dirigete, dove viaggiate; non vi importa, vi muovete soltanto su e giù in accordo con l’oceano.

È pertanto un oceano vivente di amore ed è questo che dobbiamo sviluppare, senza dominare gli altri, senza mettersi in mostra. Tutto dovrebbe essere contenuto dentro di noi. In hindi si dice (frase in hindi): tutto dovrebbe essere in voi, ed è questa la cosa che dà più gioia.

Infatti, vedete, ciò che vogliamo… se voglio qualcosa per me stesso, mi impegnerò e la otterrò. Ma questo è qualcosa che avete dentro di voi, ne siete proprio colmi interiormente. Quindi cos’è più importante? Cosa c’è di così necessario? Niente. Siete completamente pieni in voi stessi, soddisfatti di voi stessi e allora volete condividere. Questo è il modo ideale di affrontare il Sahasrara, penso, e sono sicura che verrà il giorno in cui il Sahasrara del mondo intero dovrà essere aperto.

È questo che dobbiamo fare. E non ci rinchiuderemo in qualche luogo appartato; potete andarci per meditare, ma non per fuggire dal mondo. Non è questa l’idea. L’idea è di avere dei posti belli dove poter andare per meditare, per la vostra crescita.

È molto importante comprendere quanto siate preziosi, quanto siate straordinariamente importanti. Siete nati in questo periodo e avete ricevuto la realizzazione: per cosa?

Per emancipare questo mondo, per trasformare gli esseri umani, per portare questo intero mondo nel regno di Dio. È per questo che siete qui.

Che Dio vi benedica.