Diwali Puja

Lisbon (Portugal)

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Diwali puja (riassunto). Sintra, Lisbona (Portogallo) – 3 Novembre 1997.

Oggi ci siamo qui riuniti per adorare Shri Lakshmi. Durante il Diwali in India si adora Lakshmi perché mentre Lei emergeva dal mare, proprio nello stesso momento un grande demone, che si chiamava Narakasura, venne finalmente ucciso.
Lakshmi è la Dea che ci dà la ricchezza e la prosperità. È piena di pace, vi dà protezione ed è umile; ed è talmente leggera da riuscire a stare in piedi su un fiore di loto. Questo ha un forte significato simbolico: vuol dire che non esercita pressione su nessuno. Nei tempi moderni è anche una parte di Mahamaya.
Quando la gente ‘ottiene la Lakshmi’, cioè fa soldi, non capisce che Lei è la Madre e che deve essere rispettata. La società di quei paesi dove si sviluppa un’idea perversa di Lakshmi andrà incontro ad una totale distruzione.
Il principio di Lakshmi deve essere utilizzato con grande equilibrio. Esso è manifestato dal fatto che Lei sta in piedi su un loto senza affondare nella palude. Lì sotto ci possono essere delle creature capaci di risucchiarvi, ma se restate sul loto vuol dire che siete al di sopra di tutte le insidie della Maya. In sanscrito Lakshmi vuol dire maya (illusione) e quando una persona fa molti soldi si dice che ‘ha molta maya’. Questa maya, poi, gioca dei trucchi: perché se il denaro, la prosperità fossero stati la salvezza, allora a questo mondo non ci sarebbe più alcun problema. Invece quello che accade è che proprio le persone che hanno molti soldi, che sono ricche, vanno incontro alla rovina; se non direttamente loro, questo accadrà sicuramente ai loro figli o ai loro nipoti. Questo principio di Lakshmi che è dentro di noi, quindi, è molto ambiguo ed è esposto a moltissime insidie. La gente tende ad ammirare le persone ricche e ben vestite. Se si vede qualcuno che indossa abiti firmati da qualche grande nome della moda, questa persona subito riscuote enorme successo ed ammirazione. La gente è così stupida che si mette la targhetta dei vestiti all’esterno per far vedere che indossa un abito firmato. É una follia. Questi abiti non hanno senso, questi stilisti non hanno senso, e questi soldi vanno tutti a finire nelle banche svizzere.
Ora però il Lakshmi Tattwa delle banche svizzere comincia a mostrare i denti. Avrete letto che queste banche stanno tremando di paura perché è venuta fuori la storia che, al tempo del nazismo, hanno messo nelle loro casseforti persino i denti d’oro tolti agli ebrei! E’ veramente troppo! C’è qualcosa di profondamente folle nel sistema bancario svizzero. E la Svizzera poi è un paese strano. Per esempio hanno un servizio militare molto pesante, ma chi mai vuole andare a conquistare un paese del genere? Neanche Napoleone l’ha fatto. Hanno costruito degli enormi ripostigli per metterci dentro armi di tutti i generi, ma chi mai attaccherà questi stupidi che soffrono di un ego tremendo?! In effetti ora l’attacco è arrivato ed è serio, e potrebbero veramente finire per ricevere una bella lezione ed essere annullati. Le persone che si dedicano a cose come queste sono disoneste, completamente adharmiche; sono tutte mafiose, oppure dedite al contrabbando, al mercato nero, e tanta è la gente che va contro il principio di Lakshmi.
C’era un tizio che era stato cacciato da Sahaja Yoga e adesso è dedito al contrabbando e alla ricettazione. Dicono che stia facendo molti soldi. Lui penserà di essere diventato ricco. Ma tutto questo in genere finisce in modo tragico perché il denaro, per gli essere umani, è proprio come una palude che uccide qualsiasi senso dei valori e della decenza. Supponiamo che in una famiglia ci sia un fratello che faccia un sacco di soldi: la prima cosa che gli accadrà è di dimenticarsi del padre, della madre, delle sorelle, dei fratelli, di tutti i suoi parenti. Arriverà ad un punto tale che questo Lakshmi Tattwa, questa ricchezza, lo farà diventare un booth. Tutte le sue benedizioni finiscono per diventare una tentazione per la vostra dignità.
Certi paesi come l’America – che, quale paese di Kubera, Dio della prosperità, dovrebbe essere la nazione dell’abbondanza e della prosperità – in realtà non sono ricchi. Sono poveri, perché sono talmente indebitati che possono essere considerati poveri. Alcuni indiani che vivono ora in America mi hanno detto: “Adesso noi abbiamo un buon livello di vita e stiamo bene, però non possiamo venire in India. Perché la banca qui ci fa credito e abbiamo tutto molto liberamente e facilmente, però siamo talmente indebitati che non possiamo venire in India” Avevano comprato tre Mercedes. E non era niente, adesso desideravano acquistare una Rolls Royce. Ma tutto questo a che serve? Ora naturalmente tutte queste cose stanno venendo allo scoperto, quindi prima o poi ci sarà la resa dei conti. Tutto questo non è Lakshmi perché Lakshmi vi deve dare anche la dignità, la prosperità, il rispetto. Credo che, da questo punto di vista, gli americani abbiano capito. Infatti sono diventati filantropi e hanno cominciato a donare denaro. In sostanza, però, questo dare per finalità filantropiche va a finire sempre in un fallimento perché poi a chi vengono dati questi soldi?
(Sri Mataji fa un esempio di soldi mandati in Sudafrica che poi sono andati a finir male). Allora qual è il punto? Come mai accade che una persona tanto benedetta da Lakshmi, nel senso della ricchezza, diventi così stupida e assurda che, una volta morta, non ha più nessuno neanche per portare via il suo corpo? Quale, quindi, la differenza tra il denaro e Lakshmi? E’ Lei che vi dà il denaro, d’accordo su questo. Ma che cosa accade una volta che lo abbiamo avuto? Questo bisogna capire! E’ una cosa sottile. In India se uno dà cento rupie al suo servitore, questo non fa altro che andarsele a spendere per bere. La prima idea che gli viene in mente è quella di andare a spendersele in superalcolici. Questo significa che, certe volte, più uno dà del denaro e più rovina quelli che ricevono il dono. Quel denaro rovina la loro vita. Accade cioè che viene data a qualcuno una benedizione che però, in mano sua, cambia forma e in questa nuova terribile forma, è causa di completa rovina. Dobbiamo quindi capire qual è il modo in cui bisogna usare la Lakshmi. Supponiamo che io abbia dei soldi, vada al mercato, e veda qualcosa di carino. Immediatamente penso: “Ah, ecco, questo andrebbe benissimo per quel Sahaja Yogi!” Oppure: “Questa sarebbe una cosa molto utile nel nostro ashram…” La mia mente comincia subito a muoversi così in un modo un po’… socialista, ecco.
Per esempio sono stata nel Rajastan e ho visto ampie zone desertiche coperte di sabbia, e la gente che viveva nei dintorni morire per mancanza di mezzi. Allora ho pensato: “Cosa si può fare perché queste persone possano avere dei soldi? Facciamo una fabbrica, una fabbrica di vetro infrangibile!” Questa produzione si fa soltanto in Francia. I francesi fanno oggetti di materiale infrangibile e li vendono anche a poco prezzo. Non così in India. In India, se andate in una casa di persone importanti, la prima cosa che fanno è quella di offrirvi il tè dentro dei bicchieri o delle tazze di vetro infrangibile, materiale considerato d’èlite: vedete come il valore delle cose dipende anche da dove si sta! Ho detto: “Se riusciamo a fare vetro infrangibile qui in India, questa gente potrà avere soldi e quindi condizioni di vita migliori”
Una volta sono andata in un posto – ci siete stati anche voi mi pare – si chiama Advama – dove vive un signore che è stato discepolo di Gandhi e lì aveva organizzato una società di distribuzione di latte che andava proprio bene e gli fruttava moltissimo denaro. Diventato ricco, quest’uomo aveva cominciato a distribuire il denaro guadagnato a tutti i dipendenti, anche a quelli che svolgevano i lavori più semplici, che certo non avevano mai visto in vita loro tutti quei soldi. Ma un giorno venne da me, si chinò ai miei piedi, dicendomi: “Madre, dimmi cosa devo fare! Tutto quello che ho guadagnato l’ho dato agli operai, però adesso sono veramente molto infelice perché il risultato è che ora da Bombay sono arrivate prostitute e un sacco di bevande alcoliche e superalcoliche, proprio in conseguenze di questa aumentata ricchezza. Fumano tutti come ciminiere, sembra un inferno; si drogano anche.” Dissi: “Veramente?!” E lui: “Sì, sì, è vero!” In effetti dove c’è denaro, lì arriva anche la droga. “I bambini sono diventati orribili, non vogliono più studiare, addirittura schiaffeggiano i genitori. Non era questo l’ideale di Gandhiji! Cosa è successo? Questa è la maledizione del denaro!” E si mise a piangere.
Com’è possibile che Lakshmi diventi una maledizione? Ma è così! Lei è nel Nabhi, pensate che posizione centrale! E lo governa, lo fa funzionare. Eppure si può addirittura arrivare a sentire in continuazione voglia di ingurgitare cibo nel nabhi, e ci si mette a mangiare, mangiare come matti. Può accadere allora che un booth, per mangiare anche lui come voi, entri nel vostro nabhi, e si cominci a mangiare in quantità tali come solo i ricchi possono fare.
Dopo di che si sviluppa la grande scienza dell’etichetta, cioè del modo di comportarsi a tavola. Non voglio offendere nessuno, se voi mangiate bene continuate pure a mangiare bene, per carità, ma poiché oggi è Diwali, vi devo raccontare un po’ di storie interessanti.
Io sono stata molte volte a cena con diplomatici francesi. Oh Dio! Io e mio marito non beviamo ma loro sì e una volta, all’inizio di una cena, dei diplomatici francesi sono rimasti quarantacinque minuti a pensare che cosa avrebbero potuto bere. Prima si sono messi a ricordare che cosa avevano bevuto nei giorni precedenti, per non prendere le stesse cose. Alla fine si sono decisi ed hanno ordinato ognuno una cosa diversa, e quando il cameriere ha detto loro che alcuni vini non c’erano si sono infuriati e hanno cominciato ad urlare contro i gestori del locale. Insomma ci sono voluti quarantacinque minuti solo per decidere cosa bere. E questa la chiamano ‘etichetta francese!’ Mio marito ed io ci guardavamo, poi guardavamo questa gente, e ci siamo detti: “Mah!…Forse sarebbe meglio andar via!” Poi siamo arrivati al cibo e i francesi hanno cominciato a dire: “A me piace questo”, “A me invece quest’altro…” Hanno cominciato a fare talmente tante di quelle storie su cosa ordinare che io mi sono detta: “Sono peggio degli indiani!” Ci sono voluti qualcosa come ottanta minuti per decidere che cosa mangiare. Alla fine hanno trovato qualcosa che andava bene però ognuno aveva trovato una cosa diversa. I gestori del ristorante cercavano di lusingarli dicendo: “Ah, ma che scelte meravigliose che avete fatto!” eccetera eccetera. Finalmente hanno cominciato a portare queste famose vivande. Il formaggio! Faceva una puzza che non ve la posso proprio descrivere, né io né mio marito riuscivamo a sopportare quell’odore. A quel punto mio marito, per salvarsi dalla situazione ha esclamato: “Oggi per noi è giorno di digiuno, quindi…” Loro gli hanno chiesto come mai. E lui: “Noi in India ogni tanto abbiamo dei giorni di digiuno e oggi è proprio uno di quelli!” Rivolgendomi a mio marito gli ho detto: “Va bene, oggi te la sei cavata così ma dobbiamo andare a tanti di quei pranzi, come faremo per le volte successive?”. E lui: “No, no sarà meglio dire sempre che dobbiamo digiunare!” Avevano portato un formaggio talmente orribile e si vantavano di possedere duecento varietà di formaggi, pensate un po’. Tra me pensavo: “Tutti questi formaggi che puzzano tutti insieme!” Loro continuavano a vantarsi: “Questa è la perfezione francese!” mentre dentro di me io mi chiedevo: “Ma che sarà mai questa perfezione francese?” Mi venivano le lacrime agli occhi, tanto che mio marito accortosi della cosa mi ha chiesto: “Ma perché stai piangendo? Che c’è?” – ”Penso a cosa succederà a questa gente, che ne sarà di questi francesi con tutto il loro formaggio, dove andranno a finire? Se andranno all’inferno verranno cacciati anche da lì con questa puzza di formaggio che si porteranno no appresso!” Poi ho anche saputo come era nato questo formaggio. C’era stata una grande nevicata e dei contenitori con del latte dentro erano stati lasciati in una grotta e dimenticati lì. Dopo un anno si era cominciato a sentire uno strano odore provenire da quei contenitori e qualcuno aprendoli aveva scoperto che si era formato qualcosa che avevano poi chiamato ‘formaggio’.
In effetti normalmente non bisognerebbe mai mangiare nemmeno delle cose cucinate il giorno prima. Certo, adesso abbiamo i frigoriferi e il cibo si può conservare per due o tre giorni, come accade anche nelle navi. Ma pensate un po’ a questo formaggio conservato per un anno.. e come se ne vantavano: “E’ un formaggio molto vecchio e costa tanto proprio considerando la sua vecchiaia!” Come il vino, che se è vecchio di duecento anni ha un prezzo ducento volte maggiore. È veramente bootish mangiare tutte queste cose vecchie. Quando il principio di Lakshmi, così degradato, va a finire nelle mani dei booths, entra nella testa la voglia di sfruttare la povera gente dei paesi non sviluppati. E poi si continua a rubare, a depredare e così via. In India, quando c’erano gli inglesi, nel giorno in cui si festeggiava il Diwali, volevano che assolutamente gli si portassero dei doni. Sapete cosa desideravano? Volevano dei liquori, liquori indiani. Io non la sapevo questa cosa, ne sono venuta a conoscenza nel momento in cui mio marito divenne funzionario di governo, perché una volta andammo ad abitare in una casa dove avevano abitato degli inglesi e trovammo, ancora conservati, dei liquori messi lì ad invecchiare. Forse quello che avremmo dovuto fare era andarli a vendere in Inghilterra, e magari li avremmo venduti bene perché più sono vecchi e più sono considerati di pregio. Ma poi alla fine questa Lakshmi diventa vecchia anche lei e muore, e allora al suo posto viene Alakshmi. Lo stato di Alakshmi e quello di una persona che ha denaro ma non ha le qualità per poterlo possedere, non ha risvegliato il principio di Lakshmi. In questo stato di Alakshmi si diventa molto avari, egoisti e non si vuole più aiutare nessuno: né i propri fratelli, né le proprie sorelle, non si vogliono più dare soldi a nessuno. Se si danno a qualcuno si danno a dei falsi guru, facendone quindi un uso sbagliato.
Tutto questo è considerato Alakshmi. In questo stato il comportamento diventa molto arrogante, ci si comincia a comportare, come dire… come dei cavalli, a camminare altezzosi come dei cavalli. Ma i cavalli non hanno ego in realtà. Se si vede questa gente non si capisce che cosa c’è che non va in loro. C’era un signore, in India, che aveva intrapreso degli affari con gli aeroplani. Una volta mia nipote e mio genero andarono a far visita a questo signore che si comportò in una maniera così arrogante, pensando di essere chissà chi, che mia nipote, che era una ragazzina, pensò: “Forse è meglio non dedicarsi mai agli affari o al commercio se bisogna ridursi ad essere così pretenziosi e arroganti come questo tipo” Dopo qualche tempo venni a sapere che gli affari di quel tizio erano completamente falliti, aveva fatto un flop, come si dice.
Dobbiamo capire come fa questa Lakshmi a portarci a fare delle cose sbagliate. Prima di tutto ci rende molto egoici. Non si sa come mai un uomo che ha del denaro si metta a darsi delle arie, non si capisce perché una persona che inizialmente era normale, d’improvviso poi cominci a comportarsi e a parlare in maniera arrogante. Magari i soldi li ha fatti solo giocando alle corse dei cavalli, ma non fa differenza, il risultato è lo stesso. C’è una cosa da osservare: intorno alla Lakshmi, nel Void, ci sono tutte le valenze del dharma. È proprio lì che si abbandona il dharma, proprio a partire dalla negazione della Lakshmi: dopo di che si pensa di poter fare tutto quello che si vuole, di poter avere qualunque comportamento adharmico, irreligioso, assurdo. Basta che si superi lì il limite del dharma, basta che si devii lì dal dharma.
Come vi ho già detto molte volte gli esseri umani hanno già predisposte in loro, dieci valenze per evolvere. Ma a parte queste ci sono a disposizione molti dharma che, come fossero degli angeli, possono aiutarli. Il primo dharma è l’amore per l’umanità. Questo è il primo. Ma se volete sapere da dove comincia, va detto che le sue radici sono nello Stridharma che è il dharma della donna: come dovrebbe vivere, come dovrebbe sposarsi, come dovrebbe prendersi cura dei suoi figli, quale deve essere il suo comportamento, tutto questo è Stridharma. Poi c’è il Pathnidharma che è il dharma della moglie. Una donna che si comporta secondo questo dharma appare in tutta la sua bellezza; se lo abbandona, è una prostituta. Poi c’è il Pratidharma, cioè come deve essere un marito, come deve comportarsi nei confronti della famiglia, come deve prendersi cura della moglie e come deve comportarsi nei confronti di tutti gli altri parenti. Ma al di sopra di questi c’è il Sathyadharma, il dharma della verità, quanto cioè una persona è fedele alla verità. Poi c’è il dharma della creatività. Voi oggi sapete che, a proposito della creatività, la gente si è messa a fare delle cose stranissime e, in nome della modernità, a produrre un sacco di cose assurde che non hanno niente a che vedere con il Kalaadharma (dharma della creatività). Poi c’è il dharma della politica che si chiama Rajakarandharma, dharma che ci vieta, per esempio, di prendere delle tangenti e di assumere comportamenti che oggi, lo sappiamo, sono invece all’ordine del giorno come la corruzione, la competizione, gli antagonismi. Tutta questa gente non fa altro che infrangere questo dharma e la stessa cosa avviene per il dharma dell’istruzione chiamato Shikshadharma. Sono tutti dharma, principi a cui dobbiamo attenerci altrimenti cadremo dal Loto di Lakshmi. E questo è quello che accade. C’è anche il Rashtradharma che è il dharma del proprio paese, che va rispettato e al quale non si deve arrecare, con un comportamento adharmico, cattiva nomea. Né d’altra parte si deve essere aggressivi nei confronti di altre nazioni, volerle dominare.
Questo è molto importante e devo dire che i Sahaja Yogi. hanno intatti tutti questi dharma. Voi in realtà state già dentro il Loto, non avete questi problemi normalmente. Una volta ogni tanto ci sono delle persone che si comportano male, ma per lo più i Sahaja Yogi non cadono in queste trappole ed è per questo che il loro Lakshmi Tattwa certamente migliorerà. Certo, c’è qualche problema qui e là però se si avesse una Lakshmi in buone condizioni senza aver avuto qualche problema, non le si darebbe il giusto valore. Dopo qualche piccolo problema la Lakshmi si stabilizza, e vi metterà al riparo dagli squilibri. Chi ha il principio di Lakshmi risvegliato deve avere grande equilibrio. Perché? Perché un gradino più in su di Lakshmi, c’è Mahalakshmi, dove inizia la ricerca, dove si diventa ricercatori. Andate al di là del principio di Lakshmi e si instaura in voi il principio di Mahalakshmi.
Sappiamo che nei paesi occidentali è ormai ben avviata la follia del consumismo. In America c’era una signora, una donna che aveva spostato un indiano che mi raccontava di come funziona questo consumismo. “Ho dato a mia moglie dei soldi per comprarmi due camicie, perché avevo bisogno di camicie. Lei è uscita ed ha comprato cinque gonne. Allora le ho chiesto: ‘Ma tu ne hai tante di gonne perché ne hai comprate altre cinque?’ Lei mi ha risposto: ‘Perché con i soldi di due camicie ho potuto comprare cinque gonne! Così le ho comprate ’ ” E lui le ha ribadito: “Ma io però non posso mica mettermi le gonne!” E mi ha chiesto: “Madre, come faccio a correggerla?” Io gli ho risposto: “Guarda, fa’ una cosa. Dille che vai a comprarle delle gonne, e poi comprati cinque camicie. Può darsi che in questo modo capirà che il denaro va usato per la ragione cui era destinato” Questo è, in realtà, un principio sottile che io seguo molto.
Per quanto mi riguarda, io faccio così. I soldi che ho li divido in tanti pacchetti, in tante buste: questi sono per questa cosa, questi sono per quest’altra ecc. Sapete, non capisco il denaro e non mi metto a scrivere tanti conti, me la cavo proprio male e mi faccio aiutare da qualcun’altro. Poi, se per un’emergenza capita che debba prendere del denaro in più da una busta, ce lo scrivo sopra così poi posso rimettercelo e trovo sempre al momento giusto il denaro per ciò che voglio fare, perché è già tutto predisposto. In questo modo il denaro è già suddiviso dall’inizio. Come dire… non sta tutto dentro una cassa per cui io posso magari avere la sensazione di potermi comprare una Mercedes. No, perché è già diviso, c’è scritto: questa quantità di soldi serve per questa cosa e quest’altra serve per quell’altra. Così anche se uno va in un negozio e vede qualcosa che gli piace riesce a non comprarla perché già i soldi sono messi da parte per acquistare qualche altra cosa. Per i Sahaja Yogi è molto facile utilizzare il denaro con rispetto. Se andate in un negozio non vi mettete a comprare così, indiscriminatamente. La mia natura, però, è anche spontanea. Per fare un esempio di quest’altro aspetto, una volta andai a Francoforte e mi dissero di visitare un bellissimo negozio di orologi. Io avevo poco prima pensato: “Devo comprare qualcosa per i miei tre generi, ma che cosa?” Andai in quel negozio e trovai degli orologi veramente belli, degli splendidi oggetti. Non avevo portato soldi per affrontare delle spese però decisi ugualmente di acquistarli. Dopo qualche tempo scoprii che uno degli orologi che avevo acquistato a Francoforte non era più in produzione ed era diventato molto prezioso. Un pezzo unico! Lo avevo preso perché in quel momento, grazie ai miei occhi, avevo visto che era qualcosa di speciale, e in effetti poi mio genero, pur essendo molto ricco, lo tiene in grande considerazione e lo ha sempre lodato. Era talmente prezioso che ne scrissero persino un articolo su di una rivista. Insomma mio genero ne è rimasto completamente conquistato. Bisogna far sì che quello che compriamo abbia un valore intrinseco, questo è l’aspetto dharmico. Quindi qual è il suo valore? Quando volete comprare qualcosa non comprate così, semplicemente perché siete impazziti e vi mettete a comprare, e invece di camicie comprate delle gonne. Non fate così, ma acquistate qualcosa che abbia un valore artistico o un che di speciale, allora va bene. Per esempio, questo sari che indosso ha un valore speciale non solo perché è stato fatto a mano o perché ha un bel disegno, no. Il suo valore sta nel fatto che è stato prodotto in un posto particolare, a Paithan, una città che era la capitale del regno dei miei antenati Shalivanas che producevano questi sari. Adesso sono diventati costosi, una volta invece erano economici. Erano persone molto oneste, molto religiose e venivano chiamate Shalivanas perché usavano portare degli scialli in dono alla Devi. Il loro regno si espanse moltissimo e un calendario porta addirittura il loro nome. Che vita conducevano! Erano persone veramente generose: costruirono splendidi templi e vicino ambienti molto belli dove la gente poteva trovare riposo, magari lungo un fiume. Fecero moltissime cose belle. In questo regno poi c’è un luogo dove si fermarono per un po’, andando verso Dandakaran, Rama e Sita: vicino c’è un piccolo fiume dove Sita fece il bagno; per crearle un po’ di privacy Rama costruì un posto coperto – quant’era bello! – che le persone che successivamente vissero lì decorarono a loro modo. C’era poi un bellissimo tempio e, mi sembra, un corso d’acqua corrente, una grande statua di Mahadeva (Shiva) ed anche una statua antichissima di Parvati, non so se messa lì da Rama o dai miei antenati, che mostra come Sita adorasse Mahadeva: prendeva nella conca delle mani un po’ d’acqua da una polla che lì emergeva formando un ruscello, e in atto di adorazione la versava sopra la pietra che rappresentava Mahadeva. Grande è la bellezza che emana da un posto come questo.
Pensate quanto erano profonde queste persone! Persone che hanno costruito un tempio così. Molti altri templi sono stati edificati in India da gente che aveva denaro e che credeva, spendendolo in questo tipo di opere, di ricevere benedizioni.
Io ho comprato un terreno vicino al fiume Nira. Nira è anche il nome con cui mi chiamano in famiglia. L’ho comprato senza pensarci tanto e poi sono venuta a sapere che in questo terreno c’era stato l’ashram di Sandilya, il guru degli Shalivanas: esattamente nello stesso luogo, pensate! Dopo qualche tempo che avevo comprato questo terreno, sul giornale è stata scritta tutta la storia che lo riguardava e cioè che in questo posto giocava Prahlada, il grande devoto di Sri Vishnu. Conoscete la storia di Prahlada? Sua madre era sposata con un orribile rakshasa (demone), e un giorno fuggì da lui, Indra andò in suo soccorso e la condusse nell’ashram del guru Sandilya, il quale disse ad Indra: non ti preoccupare più per questa donna, me ne prenderò cura io, e il figlio a cui darà nascita diventerà colui che sarà salvato dall’incarnazione di Nara-shina. Nara-shina è l’Incarnazione metà uomo e metà leone. Così avvenne: la donna diede alla luce di questo bambino che fino all’età di 5 anni visse lì, proprio su quel terreno che ho comprato. Io non lo sapevo affatto, e sono rimasta veramente sorpresa nel conoscere tutti questi particolari. Sapete come continua la storia di Prahlada? Prahlada, una volta raggiunta l’età di cinque anni, dovette tornare da suo padre che però lo tormentò in svariati modi, provò persino ad ucciderlo. Finché Shri Vishnu, cui era molto devoto, non si manifestò nella forma di Nara-shina, mezzo uomo e mezzo leone, e uccise il padre che, come ho detto, non era che un rakshasa. Immaginate, quindi, che cosa incredibile! Una storia che deve essere accaduta migliaia di anni fa ed io ho acquistato proprio quel terreno, senza saperlo. C’è lì anche un bellissimo tempio costruito dalla gente del Maharastra circa trecento anni fa. E la storia è che Prahlada apparve in sogno alle persone che volevano costruire quel tempio e disse loro: “Guardate, io ho già realizzato una statua di Nara-shina e sta proprio sulla riva del fiume Nira – quello che porta il mio nome – se voi andate là la troverete: è fatta di sabbia”. Fu un miracolo: quella gente andò lì, trovò la statua, la prese e la sistemò nel tempio dove si trova tutt’ora. Pensate, una statua fatta solamente di sabbia! Dicono anche che ci sia un piccolissimo rivolo d’acqua che scende dall’alto della statua, Dio sa come! Vedete quindi cosa sia il ‘valore’: di per sé il valore del denaro messo insieme per costruire questo tempio è completamente scaduto. Quindi il valore non sono i soldi. Questo tutti dovrebbero capirlo bene. Allora in che cosa consiste il valore? E’ il sentimento che provate dentro il cuore nel prendere un regalo per qualcuno: quello è il valore ed è quella è la vera Lakshmi. Quando, ad esempio, volete costruire una casa, i progetti che fate, l’idea che sta dietro a tutto il lavoro che svolgete, quello che cercate di esprimere attraverso questa casa: quello è il suo valore. Una volta per tutte va capito che bisogna usare questa Lakshmi per certi valori e non per mettervi in mostra o per l’ingordigia di avere altro denaro. Quanta superficialità che abbiamo riguardo il denaro! Di per sé il danaro può essere paragonato a del semplice vetro: se dietro al vetro ci mettiamo del mercurio allora diventa qualcosa che ha un valore. Quando andiamo a comprare qualcosa, qual è il nostro scopo? Lo scopo per cui compriamo determinerà il valore della cosa acquistata. Ad esempio, l’altra volta che sono stata in Portogallo mi sono detta: “La prossima volta che tornerò qui voglio andare a comprare della terracotta” É molto costosa ma mi sono detta: “E’ suo prezzo.” Volevo comprarla perché è molto solida e ben fatta. Ci siamo diretti verso una fabbrica ma era piuttosto lontana e nessuno riusciva a trovarla. A un certo punto ho detto: “Guardate che la fabbrica sta proprio qui vicino, andiamo a vedere lì e la troveremo”. Infatti l’abbiamo trovata e abbiamo potuto comprare la terracotta. Poi lungo la strada improvvisamente, vicino ad un negozio, ho detto: “Fermiamoci, fermiamoci qui!” Dovevo acquistare qualche cosa per dei SahajaYogi in India, e anche per qualcuno di Cabella. Abbiamo scoperto che in quel negozio c’erano dei bellissimi vestiti di cotone, e così siamo riusciti a risolvere anche il problema dei regali per l’India. E’ stata una cosa che mi ha dato tantissima gioia. In principio tutti erano sorpresi: perché Madre, che non è mai stata da queste parti, dà improvvisamente attenzione a questo negozio? Il valore dell’episodio sta nel fatto che il tutto è accaduto perché volevo comprare dei regali da dare agli indiani. Anche se il vostro principio di Lakshmi è misero e scarso, se decidete di agire in modo da accrescerne il valore, diventa molto, molto più grande. Il segno che una persona che è Lakshmipatì (è ‘signore’, cioé possiede il principio di Lakshmi) è questo: ha una casa che è come un fiore di Loto nelle mani della Dea; protegge i dipendenti; con la mano sinistra dona: questa è l’immagine della Lakshmi e questa è proprio la Lakshmi dentro di voi. Se avrete questi elementi in equilibrio senza condizionamenti e senza ego, allora sarete dei Sahaja Yogi, altrimenti no.
Nel giorno del Diwali dobbiamo promettere a noi stessi che qualsiasi cosa otterremo grazie al principio di Lakshmi, o come prasad di Lakshmi, verrà usata da noi per acquistare cose che abbiano un valore. Saprete così di aver certamente usato bene il vostro principio di Lakshmi. Di conseguenza il principio di Mahalaksmi diventerà in voi molto forte e ascenderete più velocemente. Oggi è il giorno in cui celebriamo il Lakshmi puja, ma il Lakshmi puja non significa certo adorare il denaro. Il denaro di per sé è una cosa davvero pericolosa e credo anzi che sia l’arma nascosta della Dea Lakshmi. Se la usate male, Lei vi pungerà un po’ poi, se non ve ne rendete ancora conto, lo farà di nuovo; poi vi torcerà un po’ per farvela capire. Le proverà tutte per farvi rendere conto che quello che fate non ha proprio senso. Se alla fine non rispondete ancora bene, la vostra distruzione sarà completa. Quindi, anche se la Lakshmi è Colei che dona la ricchezza, Colei che dona le grazie, dovete stare attenti a non venire deviati dal suo aspetto di Mahamaya. Io sono vostra Madre e vi devo dire di stare molto attenti.

Grazie tante.