Sahasrara Puja

Campus, Cabella Ligure (Italia)

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(05/2017 SOTTOTITOLI)

S H R I  M A T A J I  N I R M A L A  D E V I

Sahasrara Puja

Cabella Ligure, 10 Maggio 1998


Oggi è un gran giorno, poiché il giorno del Sahasrara e quello della Madre coincidono. Ritengo sia un evento molto Sahaj, e dobbiamo comprendere in che modo il Sahasrara e la maternità coincidono.

Il Sahasrara è stato sicuramente aperto e ha dovuto farlo la Madre. Infatti, gli altri (santi, Incarnazioni, ndt) venuti prima su questa terra, hanno cercato di insegnare agli esseri umani il dharma, per sospingerli verso il sentiero centrale che porta diritti all’ascesa. Hanno provato tutto quello che consideravano buono per una comunità particolare, per un’area particolare, per un Paese particolare. Ne hanno parlato, e dalle loro parole sono nati dei libri. Ma questi libri, invece di creare persone di natura religiosa, spirituale ed unitaria, hanno creato individui che erano tutti gli uni contro gli altri. È una cosa assurda, veramente assurda, ma è accaduta. Tutti i libri che sono stati scritti, tutta la conoscenza che è stata data, sono stati usati male dagli esseri umani, i quali li hanno adoperati solo per il potere. È diventato un gioco orientato al potere e al denaro.

Quando vediamo il risultato di tutte queste religioni, ci accorgiamo che sono vuote. Parlano di amore, di compassione, ma è tutto per uno scopo. A volte è tutto un gioco politico, poiché pensano ancora ad acquisire potere –  non il potere spirituale, bensì il potere terreno – per poter dominare il mondo intero.

Questo desiderio di dominazione ha cominciato ad agire nella mente umana al punto di dare origine a molte guerre, uccisioni, cose di ogni genere. Quando le cose si sono calmate, ho sentito che forse l’apertura del Sahasrara avrebbe potuto aiutare le persone a conoscere la verità.

A livello del Sahasrara si conosce la verità. Così, ogni genere di illusione, di equivoco, di ‘ignoranza autoimposta’ deve scomparire, perché ciò che conoscete è la verità. La verità non è qualcosa di tagliente, di aspro, non è qualcosa di difficile da assimilare. La gente pensava che la verità dovesse essere qualcosa di molto dannoso o potesse essere molto dura, che potesse creare problemi tra gli esseri umani.

E ciò non sarebbe mai dovuto accadere, non doveva accadere. Ma ogni volta che qualcuno ha parlato della verità, altri hanno utilizzato quelle parole per scopi sbagliati. É una specialità degli esseri umani quella di usare le cose nella maniera sbagliata, per inviare messaggi sbagliati e cercare di usarle per i propri scopi. È molto comune tra gli esseri umani il desiderio di dominare gli altri.

L’ho visto anche nel mio Paese, quando hanno voluto creare due Stati separati (separazione del Pakistan dall’India, ndt). Quei pochi che volevano avere nazioni separate, in effetti lo fecero non per realizzare qualcosa di grande ma solo per poter diventare importanti nel loro Paese; non volevano quindi vivere in una nazione in cui non potessero accedere a quei livelli.

Così divisero questi Paesi; ed io ho visto che in seguito alle separazioni, tutte queste nazioni stanno soffrendo moltissimo. Non vi è sviluppo, vi sono dissesti finanziari, problemi di ogni genere. E si trova in difficoltà anche il Paese maggiore, poiché (gli abitanti dell’altro, ndt) hanno sviluppato dell’ostilità nei suoi confronti.

Quindi, avere idee separatiste è di per sé anti-sahaj. Pensate ad esempio alla bellezza di un fiore che cresce su un albero: lì si sviluppa, matura, produce anche i semi. Supponiamo però che si recida il fiore staccandolo: che cosa accade? Certo, l’albero perde il fiore, ma a rimetterci è soprattutto il fiore.

Questo è ciò che hanno fatto tutti, e il risultato che vedete è che coloro i quali hanno cercato di avere un proprio Paese, un proprio territorio, sono stati uccisi, assassinati, sono stati oggetto di violenze e alcuni sono in carcere.

Insomma questa attitudine (separatista), anche fuori da Sahaja Yoga, ha dimostrato di non dare buoni risultati. Noi dobbiamo imparare ad essere Uno. Se, dopo aver ricevuto la realizzazione ed essere venuti in Sahaja Yoga, non capite il messaggio che dobbiamo tutti essere Uno, una singola unità, un singolo corpo; se non ci riusciamo, se siete ancora identificati con altre cose, significa che in nessun modo siete cresciuti, maturati.

Un punto molto importante da comprendere, nel giorno del Sahasrara, è che tutti i sette chakra hanno i loro pitha (seggi, ndt) nel Sahasrara. Sono ben sistemati lungo la linea centrale del cervello e da lì lavorano sui chakra (nel corpo, ndt) facendoli funzionare.

Tutti questi sette chakra si integrano o si armonizzano, diciamo. Nei centri avviene una integrazione completa poiché sono governati da questi sette chakra principali – potete chiamarli come volete – che governano tutti gli altri. E poiché agiscono all’unisono, in maniera completamente integrata, tutti i vostri chakra sono integrati. Quando sono illuminati dalla Kundalini e benedetti dal Potere divino, i pitha diventano immediatamente integrati, come perle unite nello stesso filo. È anche più di così, è di più.

Tutti i pitha dentro di voi diventano integrati ad un punto tale che non vi è più alcuna differenza nella loro manifestazione.

Supponiamo di avere un chakra che non sia a posto, che non funzioni bene a livello fisico, mentale o emozionale o quello che sia: gli altri chakra si danno da fare per aiutare quello malato e per cercare di far sviluppare, in un sahaja yogi, una personalità integrata. Questa integrazione interiore è molto importante, perché se non si è integrati interiormente, non si può esserlo neanche all’esterno.

E l’integrazione interiore è una grandissima benedizione di Sahaja Yoga, per cui chi ottiene la Realizzazione sviluppa una personalità al di sopra della norma, che non è attaccata a tutte le forze negative, alle forze distruttive. Essa abbandona proprio una quantità di cose solitamente molto difficili da abbandonare. Tutti i sette chakra che abbiamo dentro di noi sono guidati da questi pitha che lavorano all’unisono. Soltanto l’aiuto proveniente da questa integrazione aiuta tutti i chakra a diventare completamente integrati.

Normalmente noi non siamo integrati poiché la mente va in una direzione, il corpo in un’altra, il cuore in un’altra ancora e le emozioni  da un’altra parte. Non sappiamo quale sia la cosa giusta, la cosa migliore da fare. Ma dopo la realizzazione, alla luce dello Spirito, voi percepite la verità, ed allora sapete cosa fare. Per esempio, dopo la Realizzazione potete giudicare le persone attraverso le vibrazioni. Non dovete più usare il mentale ma, solo attraverso di esse, sapete subito ciò che non va in voi stessi e negli altri.

Così, siete in grado di operare una doppia correzione: una perché vedete voi stessi, il vostro sé, arrivate alla conoscenza di voi stessi; la seconda, perché potete anche capire ciò che fanno gli altri. Se qualcuno non è Sahaj, e sostiene di esserlo, potete accorgervi facilmente che non non è Sahaj, che il suo comportamento non è Sahaj.

La cosa migliore, per tutti noi, è mantenere questa integrazione ben funzionante al nostro interno. Non dovremmo sfuggirvi, ma al contrario dovremmo accettare che tutti i difetti che avevamo, le cose sbagliate che abbiamo fatto, i pensieri sbagliati che abbiamo formulato, qualsiasi attitudine distruttiva ci abbia influenzato, tutto questo deve scomparire completamente perché siete sahaja yogi. I sahaja yogi hanno un lavoro speciale da compiere, non sono come le altre persone che lavorano per ottenere potere, denaro, per dominare. Voi non siete così. Voi lavorate in Sahaja Yoga per l’emancipazione dell’umanità.

Il punto è che il Sahasrara è un’area globale in cui noi entriamo. Entriamo in un’area globale, e quando ci arriviamo, noi stessi diventiamo personalità globali. Tutti gli aspetti meno importanti di una persona, quali la razza, la nazione, la religione e quant’altro, le barriere artificiali tra le persone, semplicemente scompaiono, e voi diventate anime realizzate che sanno che cos’è l’umanità, che comprendono l’umanità.

Questo deve accadere a tutti i sahaja yogi. Quando siete insieme dovreste ricordarvi che non siamo più esseri umani comuni ma persone speciali, scelte per un  lavoro molto speciale che oggi è la cosa più importante.

Quello che sta succedendo nel Kali Yuga lo sapete, non occorre ve lo descriva. Ma che cos’è la luce dello Spirito, la quale vi mostrerà ciò che potete fare per rimuovere i mali del Kali Yuga?

Cominciando proprio da voi stessi, osservate da soli, con gran divertimento, quante cose assolutamente stupide avete fatto! Non avreste dovuto farle, e invece le avete fatte e rifatte. Bene, potete dunque perdonare gli altri che le commettono. E capirete che chi ha sbagliato lo ha fatto per ignoranza.

Ma voi adesso avete il Sahasrara aperto. In esso ricevete, o meglio, in esso il Divino riversa continuamente la Sua Grazia. É qualcosa di veramente grande quel che accade quando assorbite il nutrimento del vostro Sahasrara.

La prima cosa è che vi distaccate da voi stessi: potete vedere voi stessi, il vostro passato, potete rendervi conto da soli di tutte le cose sbagliate che avete fatto, di come avete frainteso la gente.

Tutto ciò (cose sbagliate, fraintendimenti, ndt), talvolta, vi allontana molto da voi stessi; ma una volta che la luce sia sopraggiunta e il Sahasrara sia nutrito, in quella luce vedete con chiarezza tutto il male che avete fatto a voi stessi. Poi potete vedere i vostri difetti, ma anche i difetti della società in cui vivete.

Ho visto che subito dopo la realizzazione cominciano a dirmi: “Madre, ero cristiano ma, vede, è questo il vero Cristianesimo”. Qualcuno dirà: “Madre, ero molto patriottico, ma solo ora capisco cos’è il patriottismo”. Tutti cominciano a vedere la propria formazione, il modo in cui hanno vissuto, e se ne liberano.

E quando ne uscite, tutto ciò non si identifica più con voi. Avviene in modo molto spontaneo; tutto quello che dovete fare è imparare ad essere spontanei. Perché quello che vedo è che, benché i sahaja yogi siano ormai fuori da questa illusione, da questo oceano d’illusione, qualche volta hanno ancora una gamba in questo oceano, la tirano fuori e poi ce la rimettono. Questo non dovrebbe accadere. Accade solo perché la gente non medita.

Quando dico che dovete meditare, molti credono che sia una specie di rituale, o che sia una specie di stile di Sahaja Yoga. No! La meditazione è perché voi possiate entrare profondamente in voi stessi, per raggiungere tutto ciò che il vostro Sahasrara vuole darvi. Acquisire quel livello di distacco, di comprensione, è possibile soltanto con la meditazione.

Quello che accade in meditazione è che la  vostra consapevolezza attraversa l’Agnya, lo supera e si fissa nel Sahasrara, nella consapevolezza senza pensieri. A quel punto la realtà del Sahasrara, la sua bellezza, comincia a riversarsi nel vostro carattere, nel vostro temperamento. Se non meditate – non si tratta di meditare soltanto per star bene o perché sentite che “dovete” farlo; ma la meditazione è molto importante perché tutti voi sviluppiate il vostro Sahasrara in modo da assorbirne la bellezza.

Se non usate così il vostro Sahasrara, dopo un po’ vi accorgerete che si richiuderà, non avrete più vibrazioni e nessuna comprensione di voi stessi. Quindi è importantissimo meditare. Io posso distinguere immediatamente chi medita da chi non medita. Chi non medita pensa ancora: “Ma sì!, Va tutto bene, sto facendo questo, sto facendo quello…”. La meditazione è l’unico modo nel quale potete arricchirvi con la bellezza della realtà. Non vi è altro modo. Non riesco a trovare altro modo, se non la meditazione, per farvi ascendere al regno della Divinità.

Per quanto mi riguarda, ciò che ho fatto è essere riuscita a trovare un metodo per dare la realizzazione del Sé a livello di massa; ma questo non significa che se io do la realizzazione alle masse, siano tutti sahaja yogi. Non è così. Avrete visto, quando organizzate i programmi, che quando io sono lì la gente prende la realizzazione; poi viene agli incontri successivi per un po’ e alla fine se ne va. La ragione è che non hanno meditato. Se avessero meditato, avrebbero capito la loro qualità, chi sono. Senza la meditazione non capite quale sia la cosa migliore per voi.

Quindi, oggi è il giorno in cui dovete promettermi che mediterete ogni notte, ogni sera, magari anche la mattina. Se, ogni volta che sia possibile, riuscite ad entrare in questo stato d’animo meditativo, siete in contatto con il Potere divino.

Allora, tutto ciò che è bene per voi, per la vostra società, per il vostro Paese, viene fatto dal Potere divino. Non dovete dominare il Potere divino, non dovete ordinargli nulla, non dovete chiedere. Se meditate, siete uniti a questo potere onnipervadente, e questa è un’altra grande benedizione per noi.

Se il vostro Sahasrara non è aperto, le benedizioni del Potere divino non possono arrivarvi. Non possono. Magari potrà succedervi di guadagnare un po’ di soldi, di trovare un lavoro ed altro, ma il vostro sviluppo è possibile solo se meditate e il vostro Sahasrara è aperto completamente, e aperto alla verità.

E la verità è che il Potere divino è compassione, è amore. Questa è la verità.  Dicono che Dio è Amore e Dio è Verità. Quindi, sviluppando l’equazione, la Verità è Amore e l’Amore è Verità.

Non è però la Verità (l’amore) pieno di attaccamento per i vostri figli o per la vostra famiglia. Un amore pieno di attaccamenti non è la Verità. Se siete attaccati a qualcuno, non vedrete mai i suoi difetti; se siete in collera con qualcuno, non riuscirete mai a vederne le qualità. Ma (la Verità, ndt) è un amore completamente distaccato, che è molto potente; poiché ogni volta che proiettate questo amore su qualcuno, vi sorprenderete di vedere che i suoi problemi saranno risolti, la sua personalità migliorerà, tutto funzionerà su larga scala e la sua vita cambierà.

Ma se siete attaccati a qualsiasi cosa, l’attaccamento stesso crea problemi e non permette a Sahaj di crescere. Potrebbe essere un attaccamento di qualsiasi genere. Ad esempio, si può essere attaccati al proprio Paese, alla propria società, alla propria famiglia, a qualsiasi cosa. Ma quando il Sahasrara è aperto imparate una cosa: il distacco. Semplicemente vi accade di  distaccarvi, ma questo non vuol dire che ve ne scappate via. In Sahaja Yoga non crediamo alla gente che fugge dalla società e va sull’Himalaya – io lo chiamo escapismo (estraniarsi dalla realtà, ndt) – non è questo il punto. Ciò che accade è che voi siete presenti, vedete tutti, guardate tutti, conoscete tutti, siete vicini a tutti, ma siete distaccati. É uno stato della mente quello che si acquisisce quando il Sahasrara è aperto.

In quello stato affrontate la gente, affrontate i problemi, affrontate le situazioni ma non ne rimanete coinvolti, non vi è coinvolgimento. Il coinvolgimento che avevate prima, non può mai consentirvi la percezione completa di ciò che accade, della verità, in nessuna situazione.

Il distacco vi aiuta. La più grande conseguenza del distacco è che voi non siete toccati. Non serve dire: “Madre, se non si è coinvolti, come si può provare qualcosa per un’altra persona? Come si può avere compassione per un’altra persona? Perché solo se si sente partecipazione per qualcuno si riesce a risolvere il problema”. Ma quello che sentite, in realtà, è una forma di attaccamento. Non è un vero sentimento, perché non aiuta: una persona piange, allora piangete anche voi; una persona ha dei problemi allora li avete anche voi. Ma questo non la aiuta e non aiuta nemmeno voi.

Essere distaccati non significa in alcun modo non avere sentimenti. Voi li avete. Sentite il tormento, i problemi di una persona, a volte di tutta la società e di tutto il Paese. Ma il vostro sentimento è così distaccato che il Potere Onnipervadente assume il controllo.

Prima di tutto dovete avere una fede completa nella capacità del Potere Onnipervadente. Appena vi distaccate, dite: “Fai tu”. E basta. Quando dite: “Lo farai tu. Sarai tu a farlo”, tutto cambia completamente, poiché trasferite tutte le vostre responsabilità, tutti i vostri problemi al Potere divino che è così potente, così capace, che può risolvere ogni cosa.

Ma ogni volta che pensate di risolvere voi il problema, allora il Potere divino dice: “Bene, d’accordo, provaci”. Se invece sarete capaci di affidare questo problema al Potere divino, si risolverà. Ci sono problemi di tutti i tipi in Sahaja Yoga. Specialmente quando abbiamo la sensazione che le persone non siano molto attratte da Sahaja Yoga, che siano poche, vi sentite molto tristi.

Ma avete provato a meditare su questo punto e ad affidare il problema al Potere divino? Perché dovremmo preoccuparci? Quando, attraverso il Sahasrara, abbiamo a nostra disposizione il Potere divino perché dovremmo preoccuparci? Perché dovremmo pensarci? Affidatelo semplicemente al Potere divino.

Se è possibile, se riuscite a ottenere questo – ciò è molto difficile per gli esseri umani, poiché vivono con il proprio ego e condizionamenti; ma se l’attaccamento ad essi svanisce, ciò che fate è semplicemente affidare tutto a questo Potere.

Krishna ha detto nella Gita:  “Sarva dharmanam parityajya mamekam sharanam vraja – dimenticate ogni vostro dharma”. Ciò significa che noi abbiamo un dharma come moglie, come marito, come membro della società; hanno tutti un proprio dharma. Ma Egli dice: “Affidateli. Rimetteteli a me, e me ne occuperò io”. Questo è ciò che dobbiamo imparare, cioè a dire: “Sarà il Potere divino a risolvere i nostri problemi”. Per gli esseri umani questo è uno stato molto difficile, e può essere raggiunto soltanto attraverso la meditazione. Non sto dicendo però di continuare a meditare per ore e ore; non è necessario. Ma se lo farete con piena fede in voi stessi e nel Potere divino, sono certa che non sarà difficile ascendere a questo stato di consapevolezza. È questo che dobbiamo acquisire. È possibile agli uomini come alle donne. Non si deve pensare: “Madre, dopo tutto, come possiamo riuscirci?” Tutte queste persone non sono adatte a Sahaja Yoga. Chi manca di fiducia in se stesso non può fare nulla.

Ma quelli che sono arresi e pensano di poterlo fare, possono riuscire a trasferire il proprio potere al Potere divino. Affidatelo semplicemente al Potere divino. Se, ad esempio, ho un’automobile che mi porta in giro, non ci attacco dei torelli, non la spingo; semplicemente mi siedo dentro e la uso. Allo stesso modo, se avete questo enorme potere attorno a voi, se il vostro Sahasrara è completamente, totalmente immerso in esso, allora sarete sorpresi di come le cose si risolvano per voi.

Vi farò l’esempio di un sahaja yogi, recentemente scomparso. Era un pescatore, un semplice pescatore, ma aveva anche studiato e lavorava in una banca. Un giorno stava andando a svolgere qualche lavoro per Sahaja Yoga e doveva andarci in barca. Quando uscì si accorse che era nuvoloso e stava per scoppiare un forte uragano. Allora si preoccupò moltissimo: “Che succede?”.  Immediatamente – il suo Sahasrara era molto aperto e in buono stato – disse: ”Affido al Potere divino il compito di fermare tutto ciò che sta accadendo. Non voglio che piova e non voglio avere problemi fino a quando non sarò di nuovo a casa e me ne sarò andato a dormire”. E fu sorprendente; mi raccontarono: “Madre, era tutto completamente nuvoloso, ma non piovve, non accadde nulla e non ci fu alcuno scompiglio”. Lui raggiunse l’isola dove doveva recarsi, fece il programma di Sahaja Yoga e tornò a casa. E soltanto quando fu andato a dormire iniziò a diluviare.

Insomma, in natura ogni cosa – ogni foglia, ogni fiore, tutto – funziona grazie al Potere divino. Quindi non dovremmo avere tanto ego da pensare di poter fare qualcosa da soli, di potercela fare da soli. Se lo avete, significa che ancora non siete molto evoluti, che non siete cresciuti molto in Sahaja Yoga. Ma crescere in Sahaja Yoga non dovrebbe essere difficile per voi, perché avete le indicazioni.

Quanto devono avere lottato tutte quelle pochissime persone che hanno ottenuto la realizzazione quali i Sufi, e alcuni santi in India! Non avevano nessuno che li guidasse, nessuno che li aiutasse, nessuno che spiegasse loro che cosa potessero acquisire. Nonostante ciò erano persone molto soddisfatte, molto felici, e ce l’hanno fatta benissimo. Essi osservavano il mondo intero da un punto di vista diverso – come sapete fare anche voi – ma non erano mai turbati e avevano grande fiducia in se stessi, una grande conoscenza propria che avevano acquisito grazie al processo meditativo. Ed hanno scritto libri, alcuni dei quali sono grandiosi, ed è davvero sorprendente come siano riusciti a scrivere quegli splendidi versi, così pieni di conoscenza. Non si può credere che non abbiano avuto una guida, che nessuno gliene abbia parlato. Ma una loro caratteristica era che cercavano sempre di prendersi cura del proprio Sahasrara.

Vi è una cosa che ostruisce il Sahasrara: l’attività dell’Agnya che crea i pensieri. Questa è l’unica cosa, l’unica cosa che vi impedisce di accedere a Sahaja Yoga. I pensieri vengono continuamente, perché l’essere umano nasce con l’attitudine a reagire a qualsiasi cosa, reagisce a questo e a quello, e i pensieri vanno e vengono. Avete una grande folla di pensieri e, a causa di questo, la vostra attenzione non può attraversare l’Agnya ed essere nel Sahasrara.

Allora, prima di tutto, si dovrebbe osservare che tipo di pensieri arrivano. Certe volte dovete condannare voi stessi, dicendo: “Che assurdità! Che cosa sto facendo? Che cosa ho? Come ho potuto fare tutto questo?” Nel momento in cui vi metterete a dire così, i pensieri inizieranno a dissolversi. Questi pensieri vengono da due angolature: dall’ego e dai condizionamenti, i quali sono talmente accumulati in voi da impedire (alla Kundalini) di attraversare l’Agnya.  É per questo che abbiamo questi due Bija Mantra: Ham e Ksham.

Il primo serve poiché quando vi sono i condizionamenti, si è sempre impauriti: “Non dovrei fare questo, non dovrei fare quello; questo non è permesso, quello non è permesso.” Questi sono i condizionamenti, che possono essere di molti tipi. L’aspetto dell’ego, invece dice: “Devo dominare tutti. Devo ottenere questo. Devo riuscire a controllare chiunque!” Queste due istanze sono presenti nella mente, e si accavallano in continuazione.

È quindi importante entrare in consapevolezza senza pensieri. La consapevolezza senza pensieri è l’unico stato nel quale il vostro Sahasrara può essere nutrito dalla Kundalini. Diversamente, la Kundalini non può passare, non può passare. E per questo, come ho detto, ci sono i due Bija Mantra, Ham e Ksham.

Se siete condizionati siete spaventati, avete paura e avete queste idee su voi stessi.

Al giorno d’oggi, la gente per descrivere se stessa dirà: “Io sono estroverso”. Qualcuno dirà: “Io sono introverso”. Qualcun altro dirà: “Io sono hippy, sono questo, sono quello”. Possono attribuirsi qualsiasi cosa. Ma queste idee provengono tutte dall’esterno, non dall’interno. Per raggiungere la parte più profonda di noi stessi, la parte più sottile del vostro essere, dovete permettere alla Kundalini di attraversare l’Agnya. Ed oggi è molto importante attraversare l’Agnya, e per questo dovete meditare.

Se riuscite a meditare con completa fede in voi stessi, arrendendovi al Divino, l’Agnya può aprirsi. Dovete arrendervi al Divino. E quando l’Agnya si apre, vi sorprenderà vedere come il Sahasrara sia proprio in attesa di riversare, di concedervi tutto quello di cui avete bisogno, mediante il Potere Onnipervadente. Quando si instaura questa connessione tra il vostro Sahasrara ed il Potere Onnipervadente, vi stupirete di vedere come tutti i sette chakra lavorino per voi, come vi aiutino e cerchino di darvi la vera conoscenza su ogni cosa.

Questa conoscenza reale che ottenete dà grande gioia e la potete percepire in ogni cosa. Non dovete mettervi a leggere dei libri. In ogni situazione, in ogni persona, in ogni fiore, in ogni evento naturale vedete chiaramente la mano del Divino. Quando cominciate a vedere la mano del Divino,  quando dite: “Sei tu. Tu fai tutto”. l’ego inizia a scomparire.

Kabir ha detto qualcosa di sublime al riguardo. Ha detto che la capra, quando è viva, dice sempre: “Sono io – mehi, mehi – sono io, sono io”. Ma dopo essere stata macellata e i suoi intestini trasformati in corde che si usano per ripulire il cotone, allora dice: “Tuhi, tuhi – sei tu, sei tu, sei tu”. Vedete, hanno suggerito in questo modo simbolico che dovete diventare, dissolvervi nel Potere divino! “È il Potere divino che fa tutto, che cosa sono io? Sono soltanto una goccia caduta nell’oceano di consapevolezza del Potere divino, che assume il controllo e fa funzionare ogni cosa”. Ciò vi aiuterà molto a diventare grandi sahaja yogi.

A quel punto sviluppate il potere di curare, ma non diventate orgogliosi di questo. Ovviamente avete sviluppato il potere di risvegliare (la Kundalini), ma non vi sentite orgogliosi. Sviluppate molti poteri creativi ma non vi sentite orgogliosi. Siete diventati davvero molto, molto creativi, estremamente creativi. Ma la cosa più grande che vi accade è che diventate personalità globali e iniziate a vedere il problema, le difficoltà di ogni Paese, di ogni altra nazione.

Ma, quando vedete questi problemi, voi non fate come gli altri, i quali potrebbero volerli usare per i propri scopi personali, magari per i media, per qualcosa. Ciò che voi volete è che questi problemi siano risolti. Grazie alla mente totalmente dominata dal Potere divino, i vostri poteri sono così grandi che, qualsiasi cosa vi disturbi, esso subito se ne occupa ed inizia a risolverla.

Moltissimi problemi sono stati risolti da Sahaja Yoga e possono essere risolti anche a livello universale, se siete personalità globali. Se siete personalità globali diventate una specie di veicolo, di canale, attraverso il quale il Potere divino può agire, poiché siete pure personalità globali. Non siete attaccati ad una cosa o all’altra, ma siete pure personalità Sahaj che possono essere usate molto facilmente da questo Potere divino. Per questo, come vi ho già detto anche nel pomeriggio, dobbiamo stare attenti ad alcune cose che abbiamo.

Prima di tutto la rabbia. La collera è la cosa peggiore che abbiamo. Arrabbiati per cosa? Certi dicono: “Ero molto in collera”, come ne andassero molto fieri. L’ira è segno di completa stupidità, assoluta stupidità. Non c’è bisogno di essere arrabbiati con nessuno, perché con la rabbia non si risolvono i problemi, bensì danneggiate voi stessi. Con la rabbia rovinate voi stessi, la vostra natura, rovinate veramente tutta la situazione. Non serve a nulla adirarsi per nessun motivo. Ma se accade qualcosa che vi fa adirare, dovreste calmarvi e cercare di capire perché questa cosa è sbagliata, perché vi disturba. Rendervene conto da soli aiuterà a risolvere il problema.

Per prima cosa dovete rendervi conto che siete personalità speciali; che il vostro Sahasrara è stato aperto da questo Potere divino; che siete entrati nel Regno di Dio. Voi siete ospiti speciali alla grande corte del Regno divino; non siete persone ordinarie. Così, quando vi renderete conto che se avete Sahaja Yoga e se avete ricevuto la realizzazione, è perché siete persone speciali…. Questo però non dovrebbe darvi ego. Non è per l’ego che dovete avere questo, ma per capire che dovete fare il gioco del Divino.

E questo gioco è qualcosa che potrei spiegare così: se siete artisti ed avete in mano un pennello, il pennello non pensa mai di essere lui a fare qualcosa. È l’artista che fa tutto. Allo stesso modo, quando voi siete un’unica cosa con il Potere divino, sentite proprio: “Io non faccio nulla. È l’artista che fa tutto. È l’artista che dirige tutto”. E chi è l’artista? È il Potere divino, che vi ama, che si preoccupa di voi, che si prende cura di voi, che è assolutamente identificato con voi.

Vi sorprenderà, ma ho ricevuto moltissime lettere da persone che mi hanno scritto di come Sahaj le abbia aiutate, come abbiano ricevuto aiuto al momento giusto, come siano state salvate sul punto della distruzione completa. Mi hanno scritto in tantissimi, ma ciò non mi sorprende perché se voi siete una cosa sola con il Divino, Esso si prende cura di voi. Ha tutti i poteri, tutti, tranne uno: quello di controllarvi. Se volete rovinarvi, vi lascia liberi, completamente.  Se volete rovinarvi, fatelo pure. Se non volete accettare il Potere divino, d’accordo, non accettatelo. Avete la completa libertà di fare quel che volete di voi stessi. Questa è una cosa che Lui vi ha dato, ed è per questo che dovete porre un limite a questa libertà e rispettare il Potere divino.

Sono contenta che oggi sia anche la Festa della Mamma, perché ritengo che solo una madre possa fare tutto questo. Perché ci vuole moltissima pazienza con la gente. Tutte le grandi incarnazioni che sono venute, se ne sono andate subito; sono vissute per un  tempo molto breve, davvero molto breve. Uno si è fatto crocifiggere a trentatré anni, un altro è entrato in samadhi a ventitré… perché credo che non potessero sopportare la stupidità della gente. Non riuscivano a capire l’utilità di aiutare gli esseri umani. Credo abbiano perso la fiducia, o forse hanno pensato che fosse inutile adoperarsi per questa gente. Quindi hanno deciso che fosse meglio andarsene.

Ma la posizione di una Madre è diversa. Lei continua a combattere e lottare per il proprio figlio. Si batterà fino alla fine affinché il figlio riceva tutti i benefici. E questa pazienza, questo amore, questa capacità di perdono sono innate in una madre, perché la sua attitudine è molto diversa. Non lo fa per conquistare qualcosa o per procurarsi fama o avere qualche riconoscimento; lo fa semplicemente perché è una madre. È questa la caratteristica di qualsiasi madre, se è una vera madre. Almeno per i propri figli farà di tutto, farà qualsiasi cosa, giorno e notte, per cercare di salvarli dal disastro.

Sahaja Yoga è una famiglia molto più ampia, e per questo è stato necessario il Principio della Madre per farvi evolvere. Nessun altro principio avrebbe potuto funzionare. Ad esempio vi sono stati alcuni grandi guerrieri i quali hanno svolto un ottimo lavoro come combattenti; poi abbiamo avuto altre persone capaci di immensi sacrifici; vi sono state personalità di ogni tipo. Essi hanno lavorato molto duramente per stabilizzare il dharma negli esseri umani. Ma non ce l’hanno fatta. Io ho pensato che non serve provare a stabilizzare il dharma;  per prima cosa occorre dare la realizzazione. Così, alla luce dello Spirito, sarebbero riusciti a vedere cosa non va e sarebbero diventati dharmici automaticamente.

Il metodo migliore è questo, senza imporre alla gente il dharma. Perché se lo si impone, non riescono a sopportarlo, a digerirlo. Quindi, il modo migliore è renderli consapevoli del proprio Spirito. Una volta ottenuta la luce dello Spirito, in quella luce si può vedere con chiarezza ogni cosa e non ci sono problemi. È per questo che la qualità di una Madre è di grande aiuto.

In ogni Paese, in ogni nazione vi è stata una manifestazione del principio della Madre ed è stata dipinta e descritta. Ma poi, in seguito, sono subentrate persone che non volevano parlare della Madre, perché altrimenti non avrebbero potuto giustificare il proprio comportamento. Hanno quindi pensato che fosse meglio non parlare della Madre. Anche le persone molto evolute, molto mature, che erano vere  incarnazioni, hanno sempre parlato del principio della Madre. Ma parlare è solo parlare.

Ora doveva essere una Madre ad agire. Nel vostro modo di fare Sahaja Yoga, anche voi dovete essere come una madre. Dovete avere più le qualità di una madre che le caratteristiche di un padre. Non ci deve essere ambizione, competizione, gelosia, niente. Volete soltanto che i vostri figli crescano, crescano in spiritualità. Se questa diventa l’unica nostra attitudine, vi stupirete di come vi sentirete soddisfatti, perché vedere la gente crescere spiritualmente dà un’immensa gioia. Non si tratta soltanto di leggere o parlarne, ma è qualcosa che realmente accade, avviene in noi.

Questa qualità è di grande aiuto; aiuta davvero ogni sahaja yogi ad essere paziente, gentile, umile. Ma voi dovete anche correggere. È un’impresa difficile correggere persone che non provengono dal mondo divino, ma dal mondo normale. Alcuni sono talmente collerici che non riescono a tollerarlo. Non importa, dovete perdonarli. Ma la cosa migliore è concentrarsi sulle persone semplici, amorevoli, affettuose, perché poi, gradualmente, verranno anche tutte queste persone più complicate. Il vostro modo di trattare gli altri deve essere materno. Deve esserci una relazione materna.

Mi ha sorpreso non trovare, nella letteratura occidentale, nessuna descrizione della relazione tra madre e figlio. È davvero sorprendente. Non esiste proprio nessuna descrizione di come la madre si prende cura del bambino, di come lui impara a camminare, cade e si rialza, come impara a parlare: cose meravigliose di ogni genere sono state descritte, ma non nei paesi occidentali. Non so, penso che non abbiano mai capito la grande importanza di descrivere l’attenzione della madre, il suo amore, la sua dolcezza, la sua tolleranza di tante assurdità e la sua attitudine al perdono, senza mai usarla contro il bambino, senza mai dargli pena.

A volte dovete correggerlo, dovete riprenderlo; ma se lo fate al momento giusto, nell’occasione giusta, anche il bambino capisce, qualsiasi cosa sia.

Il primo aspetto, il più convincente, è l’affetto e l’amore della madre. Lei continuamente perdona e infonde nel figlio quella sicurezza (per cui pensa, ndt): “Ho una madre, nulla può accadermi”. E questa sicurezza funziona molto bene. Ma questa stessa fiducia dovete infonderla agli altri sahaja yogi che ricevono la realizzazione da voi. Fate sentire loro che non siete in collera. A volte, lo so, sono stupidi, violenti. Io ho incontrato gente di tutti i generi, ma l’unica cosa che ha funzionato è il puro Amore. L’amore puro ha la caratteristica di non aspettarsi nulla. Date solo amore e cercate di far migliorare le persone con completa attenzione. Però, nel lavoro Divino, non dovete attaccarvi a nessuno. Se c’è qualcuno che non è a quel livello e che dà problemi, che si adira con voi, è seccante, vi insulta e altro, dimenticatelo. Ci sono molte  altre persone. Non ha senso correre dietro ad una sola persona, attaccarsi a quella persona o intimidirla.

La cosa principale è che ho la sensazione che tutti i sahaja yogi pensino sempre che io appartenga loro, il che è vero. Che io vi parli, che vi incontri o altro, dovete rendervi conto che io sono vostra Madre e qualsiasi problema abbiate potete sempre riferirmelo.

Ma a volte, da come mi espongono i propri problemi, mi rendo conto di quanto sia basso il loro livello, la loro mentalità. Che cosa mi chiedono? Se andate da un re a chiedergli mezzo dollaro, dirà: “Che succede a questa persona? Non sa che cosa dovrebbe chiedere”. Allo stesso modo, quando chiedete qualcosa a vostra Madre, dovrebbe essere qualcosa di un certo valore, di grande valore. Dovrebbe avere un valore tale da darvi completa soddisfazione. Quando chiedete qualcosa dovrebbe darvi soddisfazione assoluta! Ma ho visto gente venire da me a chiedermi di tutto, al punto che a volte mi domando: “Oh Dio, come ho fatto a  circondarmi di tutta questa gente che ha desideri così bassi, meschini, insulsi?”.

Ma se siete uno con il Sahasrara, il Sahasrara stesso agisce. Vi metterà in contatto con persone tali da sorprendervi. Sono stata in Turchia e l’esperienza che ho avuto lì, lo ha dimostrato oltre ogni dubbio. Non me lo sarei mai immaginato, ma fra tutte le persone del mondo i turchi sono entrati in Sahaja Yoga in modo inaspettato.

Non riesco a capire come mi abbiano accettata. E c’erano almeno duemila persone all’incontro successivo ed era impossibile muoversi per andare a parlare con loro. E anche agli incontri, molto frequenti, sono intervenute molte persone ed hanno continuano a venire. Si tratta magari di un Paese in grande confusione a causa del fondamentalismo che è molto diffuso; ma, ovunque, ogni Paese ha problemi ed una certa immagine molto distruttiva. Ogni paese ce l’ha.

In alcune nazioni, però, non so come, scatta la scintilla e quando diventano sahaja yogi, non ci sono problemi. Non ci sono problemi di sorta; sono sahaja yogi. Vedete, non dovete dire loro niente, ci pensano da soli, capiscono di che si tratta.

Abbiamo ogni Paese con problemi, con persone che non sono di alto livello, che non sono grandi ricercatori. Sento che forse, in alcuni Paesi, i grandi ricercatori si sono persi. Come in Inghilterra, dove ho la sensazione che tutti i ricercatori si siano perduti a causa delle droghe, del movimento hippy, di tutte queste assurdità. La peggiore di tutte è l’America, che è totalmente persa dietro alla ricerca sbagliata e dove è difficile trovare gente che si dedichi ad una ricerca corretta. Gradualmente funzionerà, però devo dire che non dovremmo pensare che Sahaja Yoga funziona benissimo in certi Paesi mentre in altri non funziona. Dobbiamo invece pensare che Sahaja Yoga sta crescendo a livello globale e che voi siete parti integranti della società che si chiama Sahaja Yoga.

È una società molto rara, mai esistita. Ci sono stati magari uno o due Sufi qua e là, una o due anime realizzate ogni tanto che hanno solo sofferto. Sono stati tormentati per tutta la vita senza che nessuno li prendesse in considerazione. Io nutrivo grandi speranze riguardo al Maharashtra, ma sono molto delusa, poiché hanno sempre torturato tutti i grandi santi con una tale crudeltà, che credo stiano ancora pagando.

E nonostante io abbia lavorato molto lì, sento che i loro karma non sono buoni, poiché è ancora un paese corrotto, che è divenuto molto corrotto. Potete vederlo dal comportamento della gente; tutto va male, nonostante la indubbia presenza di Sahaja Yoga, ma non direi che è al livello del nord, dell’India del nord. È molto sorprendente – gli indiani del nord non hanno mai saputo nulla di Sahaja Yoga, non erano neppure persone molto religiose, ma è sorprendente  il modo in cui si sono dedicati a Sahaja Yoga.

Non si può mai dire dove la luce splenderà. Non si può proprio dire. Ed ovunque essa si manifesti, dovremmo accettarlo. Ovunque non risplenda, non dovremmo sentirci male. Cosa potete farci? Non potete spaccare loro la testa per aprire il Sahasrara!

Il loro Sahasrara deve aprirsi, e sono certa che potete farlo con il vostro amore materno, con la vostra comprensione materna. Certo, forse non si raggiungerà lo stesso livello in ogni Paese; ma sono certa – poiché sento che forse le punya dei grandi santi agiranno, e forse ovunque io mi sia sentita un po’ delusa – ho la sensazione che in tutti questi luoghi funzionerà e Sahaja Yoga si svilupperà.

Ma la cosa più importante è il vostro Sahasrara. Soltanto il Sahasrara può riflettere la luce del Divino. Il vostro Sahasrara è dunque  estremamente importante. Dovete meditare per arricchirlo, per curarlo, affinché riceva il completo nutrimento dalla Kundalini. Non è necessario eseguire tanti rituali, ma ritengo necessaria la meditazione e anche dare qualche bandhan, anche oggi quando uscite; perché il Kali Yuga è ancora attivo con i suoi tormenti ed il Satya Yuga (Era della Verità, ndt) sta cercando di emergere.

Siamo noi a dover sostenere, a doverci prendere cura del Satya Yuga. È per questo che l’apertura del Sahasrara è molto, molto importante, molto importante. E coloro che vogliono crescere dovrebbero meditare ogni giorno, a qualsiasi ora torniate a casa; al mattino, alla sera, quando volete. Ma saprete di essere in meditazione quando riuscirete ad entrare in consapevolezza senza pensieri. Allora ve ne renderete conto. Le vostre reazioni saranno nulle. Se guardate qualcosa, la osserverete e basta, senza reagire, perché sarete senza pensieri. Non reagirete.

Quando non ci sono reazioni – vi stupirete – ogni cosa è divina, poiché la reazione è un problema del vostro Agnya. Quando siete assolutamente in consapevolezza senza pensieri, siete una cosa sola con il Divino, al punto che Lui assume il controllo di ogni attività, di ogni momento della vostra vita e si prende cura di voi. Allora vi sentite completamente al sicuro, in unione con il Divino e gioite delle Sue benedizioni.

Che Dio vi benedica!

Vi sono tantissimi bambini. Non so cosa fare con tutti questi bambini. Possono venire sul palco e cantare la canzone di Shri Ganesha.