Shri Mahalakshmi Puja: Il canale più interno:“Brahmanadi”

Kolhapur (India)

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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

Shri Mahalakshmi Puja

Il canale più interno:“Brahmanadi”

Kolhapur (India), 3 Febbraio 1984

Adesso ci troviamo tutti qui in questo luogo sacro chiamato Kolhapur. Fu qui che la Dea uccise l’asura di nome Kolhasura, un demone molto malvagio. Egli era rinato recentemente ma è già morto.

Così, grazie a Dio, è avvenuta la morte di Kolhasura.

Questo luogo si distingue in particolare per il fatto che dalla Madre Terra è scaturita l’energia di Mahalakshmi, proprio dalla deità di Mahalakshmi (swayambhu).

Come sapete, Mahalakshmi è il potere dell’ascesa in noi, il potere attraverso il quale ascendiamo.

È come la scala che conduce al regno di Dio, pertanto è molto importante.

E la deità del Maharashtra è Vitthala, Shri Krishna. Infatti è il potere dell’ascesa di Vishnu a Shri Krishna, poi a Mahavishnu ed infine al Sahasrara.

Tutto questo è possibile poiché in noi abbiamo il canale di Mahalakshmi. Se non si avesse la Sushumna, saremmo stati semplicemente come animali.

Anche gli animali hanno questo canale, ma fino ad un punto. Come sapete essi possono arrivare fino al Void. Ma, dopo il Void, inizia l’ascesa come esseri umani attraverso questa energia di Mahalakshmi in noi.

Questa energia è dunque fondamentale ed è grandemente venerata in questa nazione (Maharashtra).

Prima di tutto essa inizia ad agire in noi come ricerca: ricerca di riparo e di cibo.

Una volta realizzato il riparo – il che avviene attraverso il potere di Mahakali – intendo dire che, quando nel cuore di un animale nasce un senso di sicurezza, esso inizia a cercare il cibo. Analogamente, anche l’uomo, una volta ben saldo nella propria sicurezza, inizia a pensare a nutrirsi, ad occuparsi di se stesso.

Ad uno stadio molto primitivo gli esseri umani cercarono, come prima cosa, di trovare sicurezza rifugiandosi nelle caverne o in qualche riparo dove poter vivere senza paura. Infatti, se la vita è a rischio, come ad esempio nel caso di un’emergenza, non si pensa al cibo.

Abbiamo avuto delle terribili inondazioni a Patna, e sono state talmente gravi che la gente si è dovuta rifugiare ai piani alti e pensare alla propria sicurezza; è stata questa la prima cosa.

Questo istinto innato negli uomini di preservare la vita viene dai poteri di Mahakali.

E mi hanno raccontato che, dopo essersi rifugiati ai piani alti, sono rimasti senza mangiare per tre giorni, ma non hanno mai pensato al cibo.

Non hanno mai nemmeno sentito la fame. Erano solo preoccupati che l’acqua arrivasse fin dove erano loro e di morire tutti affogati.

L’unica preoccupazione era di rimanere vivi, di sopravvivere, e la questione del cibo non si poneva.

Tuttavia, quando la gente ha fame, inizia anche a sentirsi insicura, al pensiero di poter morire di fame, e allora comincia a pensare al cibo. Quindi, dopo la prima sicurezza (il riparo), la seconda è il senso del cibo.

In un’emergenza, il senso del cibo che nasce è di tipo primario. Poi però si tende a mettere l’attenzione sul cibo, sul piacere del cibo, sulla scelta del cibo; tutte queste cose iniziano a farsi strada in noi e, con questo principio di Mahalakshmi, ci perdiamo.

Più ci si preoccupa del cibo, più ci si preoccupa del sapore del cibo, più si pensa all’orario del cibo…

Insomma, si può vivere molto facilmente senza cibo per due o tre giorni, senza problemi.

Invece si pensa che, se si ha l’abitudine di fare colazione alle otto del mattino, si debba fare colazione alle otto. Gli indiani, ad esempio, hanno l’abitudine di pranzare alle dieci, così devono pranzare alle dieci.

Questo è il nostro asservimento al tempo ed è così che la nostra ricerca più elevata si arresta.

Allora si inizierà a parlare sempre di cibo.

Il fatto di pensare al cibo è naturalmente una benedizione di Mahalakshmi, ma Lei non dice di perdervi in esso. Ci si perde nel cibo e, una volta persi in esso, la nostra ricerca non si eleva.

Le nostre preferenze in fatto di gusti – ci piace questo; ci piace quello; questo è buono; questo è cattivo; vorremmo mangiare quest’altro – se persistono, ci trattengono in basso.

Si dovrebbe cercare di mangiare qualsiasi cosa si riceva. Tutto ciò che reputiamo buono potrebbe non essere adatto a noi. Magari sarà buono per il palato ma non per noi, potrebbe non essere buono dal punto di vista delle vibrazioni.

Quindi, qualsiasi cosa Dio ci procuri, qualsiasi cosa ci sia, va bene, vibratela e mangiatela.

Poi subentra anche l’istinto di conservazione, per cui, se si mangia del cibo inadeguato, si inizia a pensare che questo minerà anche la propria sicurezza per la possibilità di perdere la salute.

Allora iniziano a pensarci. Fino ad un certo punto va bene ma, se si esagera, si esce dal circùito (dell’evoluzione), nel senso che se volate attraverso…

[Per favore, volete fare attenzione? Mi sorprende, siete sahaja yogi, come può la vostra attenzione rivolgersi a cose insignificanti come questa?

C’è una signora che continua a guardare da quella parte. Per favore, cercate di fare attenzione a ciò che sto dicendo. Se loro portano qualcosa, è forse importante dover guardare? Insomma, è veramente stupido a questa età. Adesso siete sahaja yogi, la vostra attenzione dovrebbe essere concentrata.]

L’attenzione, dunque, si indirizza soprattutto verso l’acquisizione di migliori forniture alimentari, cibo migliore o tutto ciò che definite salutare. Ed anche qui, se esagerate, potete toccare le sponde (Ida e Pingala, ndt), ma non dovreste attraversarle e superarle, diversamente come vi muoverete sul fiume (Sushumna)? È questo il punto.

Quindi si inizia a convincersi anche di queste assurdità: “Questo fa bene alla salute, questo non fa bene, quest’altro fa bene”.

E la salute per cosa? A cosa serve la salute?

La salute serve per avere una buona attenzione, che però non avete. È persa nel cibo. E ho visto alcuni ancora persi completamente nel cibo. Sebbene abbiano visto un barlume di Sahaja Yoga, sono ancora esageratamente attaccati al cibo. Questa tendenza deve essere corretta. Dovremmo capire dove andiamo, dove ci attacchiamo e in cosa disperdiamo la nostra attenzione. È fondamentale vigilare sulla nostra attenzione: dove si trova?

Quindi, l’attenzione si dirige verso questo (cibo, attaccamenti ecc.).

Insomma, quelli che procedono in avanti, senza proiettarsi sulle sponde, continuano ad avanzare nel fiume.

Ma (se) l’attenzione continua (a dirigersi su qualcosa), si pensa a quello e ciò stimola continuamente l’insicurezza in voi. Allora: “Questo cibo potrebbe essere sciupato, quindi che cosa dovremmo fare per avere cibo migliore?”.

A quel punto inizieranno a pensare al denaro e, come sapete, il baratto divenne un sistema economico. La gente iniziò ad avere denaro. Ma poi, oltre al cibo e al vestiario, nacquero altre cose e, con queste, le persone iniziarono a spostarsi sempre più verso l’energia di Mahakali e sempre più verso l’energia creativa.

Man mano che le sponde diventano più sottili, anche il movimento diventa più sottile.

Così quando l’uomo iniziò a muoversi sempre più verso l’alto, sul lato destro si svilupparono le arti e il concetto di qualità della vita, o qualità della sicurezza, subì una trasformazione.

Man mano che le due sponde diventano sempre più sottili ed anche la crescita diventa sempre più sottile, l’uomo si perde nuovamente in queste sponde più sottili, la destra e la sinistra.

Tuttavia occorre progredire oltre.

E il potere di Mahalakshmi vi conduce sempre più in alto.

A quel punto pensate che dovete esprimervi.

E l’espressione inizia nelle arti, nella cultura. Si manifesta anche nella vostra vita, nelle vostre istituzioni di sicurezza quali il progresso politico, le istituzioni politiche.

Ed è così che l’essere umano è arrivato ad uno stadio in cui pensa di aver fatto ormai tutto ciò che era possibile. Tuttavia è ancora perso, in un modo più sottile.

Il principio di Mahalakshmi è arrivato fino a Cristo, fino a quel punto, eppure la gente non ne ha approfondito l’aspetto più sottile. È ancora ai margini, si muove verso le sponde, non al centro.

In Sahaja Yoga ciò che accade è che il desiderio puro, ossia la Kundalini, è custodito dall’inizio della vita, proprio dall’inizio dell’esistenza, quando non eravate ancora esseri umani.

Alla base c’è il carbonio e tutto il tragitto dal carbonio in poi deve essere ripercorso attraverso la Kundalini. Tutto il tragitto che avete effettuato ad un livello superficiale di questo canale di Mahalakshmi, deve essere ripercorso nella parte più interna, per penetrare in tutti questi centri più sottili, che sono all’interno del canale e non all’esterno. Infatti, se siete all’esterno, vi dirigete verso le sponde. Ma da lì (dall’interno del canale, ndt) non potete vedere nessuna sponda, non potete prestare nessuna attenzione alle sponde, al contrario vi proiettate in avanti come dei jet.

E questa Kundalini è il vero desiderio, ma la vostra attenzione deve essere sull’obiettivo.

Anche se dite che la Kundalini è la forza motrice, dov’è la vostra attenzione? La vostra attenzione è ancora sulle sponde, per cui emergete ancora in modo superficiale. Venite semplicemente a galleggiare in superficie e poi saltate di nuovo su qualche sponda.

Allora dovrò rimettervi nell’acqua: “Entrate, entrate, tornate alla Kundalini, riprendete il vostro viaggio”.

Se però, fin dall’inizio, vi muovete costantemente verso l’obiettivo, verso lo Spirito, io non ho problemi.

Ma con gli esseri umani non accade. Essi sono talmente abituati ad essere attratti dalle sponde che riemergono sempre, galleggiano, si spostano sulle rive e, a volte, si fermano nuovamente lì o tornano indietro. Così il viaggio è su e giù, giù e su, mentre il movimento della Kundalini potrebbe essere tale da farvi sfrecciare come dei jet e stabilirvi lì.

Il giorno in cui accadrà sarò la persona più felice, perché a volte per me è troppo fare questo tipo di viaggio: quattro volte su e giù con tutti, a causa dei cosiddetti attaccamenti esteriori che si hanno.

Si può attuare il movimento interiore con una mente distaccata se si accetta la situazione, decidendo interiormente: “Lo farò, ho deciso”.

Ma non è così. L’attitudine prevalente dovrebbe essere che Madre è come uno specchio. E noi abbiamo di fronte a noi uno specchio, così ci rendiamo conto di come stiamo procedendo. Se mi vedo allo specchio con dei difetti, meglio liberarmene e andare avanti. Ma, al contrario, se Madre dice qualcosa a qualcuno, se dice come stanno le cose, la gente si offende e ricomincia a galleggiare in superficie.

Lo specchio deve comunicare qualcosa. Se avete una macchia sul viso lo specchio non mentirà lusingandovi, ve la segnalerà.

Ma voi non colpite lo specchio e non vi irritate con lo specchio, giusto? Provvederete a pulirvi, perché non volete avere nessuna macchia.

Qui invece è il contrario: ho constatato che ciò che accade, se si fa un’osservazione alla gente, o si dice semplicemente che qualcosa è sbagliato, prima spiegherà, discuterà e, se non funziona, si arrabbierà con Sahaja Yoga e rinuncerà.

Come se facessero un piacere a Sahaja Yoga. Come se facessero un piacere a Madre. In realtà fate un piacere a voi stessi. Non fate un piacere a nessun altro.

Ebbene, soltanto se adotterete questo atteggiamento vi renderete conto che dovete andare avanti, senza guardare a sinistra o a destra.

Abbiamo avuto molte esperienze alquanto strane. Se vi guardate indietro potete vedere che a volte siete stati dei Romeo e Giulietta, a volte avete puntato al denaro, altre volte siete stati litigiosi, attaccabrighe, polemici. Ne abbiamo avuti di ogni genere. Ma quelli che dimenticano tutto ciò e si proiettano verso l’obiettivo sono i migliori e i più saggi.

Sono i più “egoisti” perché sanno cos’è l’egoismo. Tutti gli altri sono stupidi perché stanno perdendo tempo.

Ho visto che taluni cercano di usare Sahaja Yoga per guadagnare denaro oppure fanno qualcosa per Sahaja Yoga guadagnandoci.

La cosa migliore è costruire voi stessi. E gioitene in modo da rendere felici voi e gli altri nel fiume Sahaja.

Ma uscire dal flusso Sahaja e fare qualcosa significa uscire ancora dal canale più interno di Brahmanadi, al di fuori; significa ancora galleggiare e tendere verso le sponde, affondando di nuovo. Infatti, ogni volta che andate giù in questo modo dovete riattivare la Kundalini.

È molto difficile. E l’energia della Kundalini si esaurisce.

Quindi occorre comprendere che, se dovete compiere questo viaggio, dovete essere determinati. Dovete essere voi stessi disciplinati. Nessuno dovrebbe dirvi: “Sii disciplinato, fai questo, fai quello”. Dovete farlo da soli.

All’inizio l’attenzione è su ciò che fanno gli altri. Insomma, persino se qualcuno porta qui qualcosa, l’attenzione di tutti deve andare lì. Che c’è da vedere? Non è niente, è una cosa proprio del tutto inutile.

Ma neppure le cose serie dovrebbero attrarre la vostra attenzione. La vostra attenzione dovrebbe essere sulla soluzione di tutte le soluzioni, sulla benedizione di tutte le benedizioni, sull’emancipazione di ogni emancipazione. Non dovreste preoccuparvi di niente altro.

Preoccupatevi soltanto di questa connessione che è stata stabilita e niente altro, tutto il resto viene preso in carico (dal Divino). È molto semplice.

Se questa connessione si interrompe… la cosa semplice è mantenere la connessione. A cosa serve lucidare questo, fare questo o quello? Riavrete forse la connessione in questo modo?

È una cosa semplice e pratica che dimentichiamo. E, quando si inizia a dimenticare questo aspetto pratico, ritardiamo il nostro progresso e si scopre che siamo dove siamo.

Ad esempio, stasera, a Kolhapur, quando arriverò vedrete una folla enorme, immensa come abbiamo sempre. Ma quanti di loro intraprendono realmente questo viaggio? Pochissimi.

Non importa, non dovreste preoccuparvene, perché non sono ancora saggi. Ma anche quelli che diventano saggi, che intraprendono il viaggio, a volte saltano di nuovo fuori come dei pupazzi in una scatola a molla.

D’improvviso trovo qualcuno che galleggia. Stiamo viaggiando con un sottomarino e loro riemergono. Questo è quanto è accaduto in tutto il nostro viaggio.

E siamo arrivati dove siamo non con l’aeroplano, con l’automobile o percorrendo una strada, ma siamo arrivati qui attraverso la parte più interna del nostro cuore, il Brahmanadi.

Siamo arrivati a Kolhapur, nel luogo di Mahalakshmi, attraverso la parte più profonda ed è per questo che siamo qui.

Noi guardiamo questo luogo in un modo molto grossolano per via delle nostre vecchie abitudini. Ma la nuova abitudine dovrebbe essere: a che punto siamo secondo le vibrazioni? Di che si tratta? Una volta che avrete sviluppato questo, potrò trasformare senz’altro Kolhapur in un luogo completamente diverso. Voi siete come miei canali. Quando venite con me, io vi utilizzo come miei canali.

Ma ciò che trovo è che a volte i canali sono distorti, a volte rotti, a volte con dei buchi e l’energia viene sprecata.

Quindi, il dovere di tutti i sahaja yogi che viaggiano con me, in particolare, consiste nell’essere i canali. Ma se vi comportate da ospiti che devono essere accuditi, che pretendono una buona sistemazione e via dicendo, allora il vostro viaggio non ha senso.

Voi state viaggiando come i santi che viaggiavano con Buddha, anche molto di più, perché loro non facevano nulla.

Voi però siete i canali, ed essendo i canali dovete tenere i vostri canali aperti, efficienti e (con essi) dovreste agire.

Oggi è un giorno speciale per tutti voi, si chiama Mahabija, il giorno di Mahabija, significa che tutti i mantra hanno un bija e il Mahabija di questo è l’Omkara stesso, Omkar.

E all’inizio questo Omkara era come un uovo, Brahmanda. Si chiama Brahmanda. L’intero Brahma diventa un anda (uovo).

Naturalmente, quando dicono Brahmanda neppure gli studiosi di sanscrito sanno che stanno parlando di un uovo, Brahm-anda, l’anda (uovo) di Brahma. Questo è il primo bija.

E come sono stati creati questo Brahma, queste vibrazioni? Nella prima fase, quando la Devi si separò da Shiva, come sapete, gli aveva prima ruotato intorno. E a quel punto Shiva, Sadashiva, Le disse che doveva creare.

Ed ebbe luogo la separazione.

Così Egli uscì dal pradakshina, la forma ellittica diciamo, e uscendone creò una specie di suono, un suono che aveva quel Brahma in sé.

Così quel Brahma rimase in quell’area.

Come vi ho detto, inizialmente la Devi ruotò intorno a Sadashiva creando una ghirlanda. Quella ghirlanda aveva avvolto Shiva come il nucleo all’interno. Quando però Sadashiva ne uscì, creò un suono e quel suono riempì l’intera andakruti, ossia la forma di un uovo, e questo è il Mahabija. Questo è l’Omkara che è rinato come Shri Ganesha e, successivamente, come Gesù Cristo.

Ecco perché venire nel luogo di Mahalakshmi nel giorno di Mahabija è molto significativo, infatti Mahalakshmi era la madre di Gesù – Maria – e suo figlio era l’incarnazione di Mahabija.

Pertanto, essere qui in questo giorno per celebrare il puja di Mahalakshmi è un grandissimo privilegio, un grande privilegio per tutti voi.

E con questo privilegio dovreste celebrare umilmente il puja e cercare di penetrare in questo Mahabija, diventare parte di Mahabija che è Brahmanda. L’intero Brahmanda, l’anda di Brahma – anda significa uovo – è creato, siate parte integrante di esso. E non create spigolosità o false rappresentazioni, ma siate affini a tutto il Brahma.

Occorre mettere l’attenzione sulla vostra energia (shakti) di Brahma che si manifesta sotto forma di vibrazioni.

Oggi le vibrazioni sono così forti che non pensavo che sarei stata in grado di parlare di questo, ma in qualche modo l’ho fatto.

Spero che siate riusciti tutti a comprendere gli argomenti estremamente sottili di cui vi ho parlato oggi.

Quando viaggiate con me, non dovreste pensare di essere venuti qui per visitare l’intero paese o per divertirvi. Siete venuti qui per diventare i canali del lavoro di vostra Madre.

Se lo capite, riuscirete a rendervi conto del fatto che Dio vi ha concesso un posto molto privilegiato.

Quindi vi chiederei di esserne degni, di meritarvelo e di prendere i vostri posti, gli ambiti posti che Dio vi ha assegnato.

Che Dio vi benedica.