“Cosa potete fare”

Caxton Hall, London (Inghilterra)

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S H R I   M A T A J I   N I R M A L A   D E V I

“Cosa potete fare” – “Sentite la bellezza della gratitudine”

Caxton Hall, Londra (Inghilterra), 26 Novembre 1982

10/2023 TRADUZIONE VERIFICATA

 Shri Mataji: Neppure un pettine.

Yogini: Sì.

Shri Mataji: Le condizioni sono orribili.

Come stai, Pat?

Pat: Molto bene, Madre, grazie.

Shri Mataji: Ho messo lì il mio scialle, penso si faccia. Sedetevi, prego, sedetevi.

Da Brighton sono arrivati? Gill è arrivata? No.

Yogi: Lì hanno il corso serale.

Shri Mataji: Prego?

Yogi: Lì hanno il corso serale.

Shri Mataji: [Ridendo] Ma oggi quelli del corso serale sarebbero potuti venire.

Gavin, vieni qui un minuto. Questo ventilatore è troppo forte. (Ride) Non riesco proprio a sopportarlo, è troppo. Se non ti dispiace, sai, trovo sia troppo, dopotutto. So che ci sono alcuni casi estremi, ma…

Gavin: È meglio dirlo ora. (Ridono)

Shri Mataji: (ride) Personalmente penso sia troppo.

Ci sono naturalmente casi estremi, come ho detto, tuttavia si deve andare (Shri Mataji legge una lettera).

Yogi: Per favore, le persone nuove potrebbero sedersi con il palmo delle mani verso l’alto? Il palmo, le mani con il palmo rivolto verso l’alto, come se chiedeste un dono.

Shri Mataji: (Ridendo) Anch’io affronto sempre delle austerità. Non pranzo, non faccio colazione, niente del genere, pochissimo.

[A voce molto bassa: ”I bambini non riescono a stare seduti? Hanno problemi…].

Ho ricevuto lettere simili anche dall’India e dicevano la stessa cosa. Alcuni sono davvero… non so proprio perché accada tutto questo.

Gill, ad esempio, ha detto che le ci sono voluti sei mesi per sentire le vibrazioni, mentre ci sono persone che le sentono fin (da subito). Lo hanno proprio constatato e hanno cominciato. È vero, insomma, non so cosa dire. Che fare?

Iniziamo.

Oggi è il giorno della mia partenza per l’India e sono molto triste di dover lasciare i miei figli di qui. È un giorno triste, indubbiamente. Ma, come sapete, devo andare e tutti mi raggiungerete, molti di voi.

Coloro i quali resteranno, però, devono capire che sono qui per uno scopo, non senza uno scopo e, durante la mia assenza, questo tempo non dovrebbe andare sprecato. Al contrario, dovete impegnare la vostra mente per scoprire cosa potete fare per migliorare le condizioni degli altri sahaja yogi.

Molti di voi sono sahaja yogi. Avete sentito la brezza fresca fin dal primo giorno e la sentite da allora.

Ma sono ancora molti coloro che non sentono nemmeno la brezza fresca e, per questo, si sentono molto strani e come in colpa. A volte pensano di essere di livello inferiore, o di avere qualcosa che non va, e che sia questo il motivo per cui non sentono la brezza fresca.

Ebbene, una delle maggiori preoccupazioni per tutti voi dovrebbe essere che alcuni non sentono niente sulle mani. Sono venuti in Sahaja Yoga, si sono impegnati religiosamente, ma non sono riusciti ad avere la prima esperienza della brezza fresca. Per questo possono esserci molte ragioni, non una ma molte.

Se cercate di guardare dentro voi stessi, senza farvi coinvolgere da queste motivazioni, e se quelli che l’hanno sentita sono compassionevoli e gentili, possono sicuramente aiutare gli altri.

La cosa peggiore di cui soffriamo noi esseri umani, però, è l’ego. E questo ego ci fa sentire sminuiti, appena qualcuno cerca minimamente di aiutarvi.

Alcuni potrebbero avere un ego ferito, potrebbero avere un ego gonfiato, potrebbero avere uno stato della mente per cui neppure si vede l’ego. Per questo motivo è difficile dire a qualcuno ciò che occorre fare per migliorare.

Quelli che sono in una situazione migliore si trovano in un dilemma, perché non vogliono offendere le persone. E un altro timore che hanno è che, se provano ad aiutare gli altri, il loro ego possa aumentare (ride), in quanto hanno paura del proprio ego.

Ma dobbiamo comprendere che, una volta arrivati in Sahaja Yoga, una volta che la nostra Kundalini è stata risvegliata, ora siamo diventati tutti parte integrante di un unico corpo, dell’unico corpo del grande Essere primordiale.

Se, in un corpo umano, un dito è insensibile, tutta l’attenzione del corpo è su quel dito per curarlo. E tutte le altre dita e tutto il corpo, il cervello, la mente diciamo, ogni parte si preoccupa di come rimettere a posto quel dito.

Naturalmente le dita non hanno ego, per cui nessun dito si sente ferito o si offende e, inoltre, le dita sono ansiose di intervenire perché possono sentire il problema del dito insensibile.

Se c’è qualche problema all’interno del vostro organismo, accorreranno tutte le cellule necessarie per correggere quel problema. Il sangue scorrerà. Il cuore pomperà. Ogni cosa funzionerà in modo del tutto coordinato, e nessuno si sentirà offeso pensando: “Perché dovrei accettare l’aiuto di qualcuno?”. Ed anche chi dà aiuto non ha paura, non è spaventato e neppure sente l’ego.

Il motivo è che le cellule del corpo sono sotto il completo controllo di un solo cervello, di una sola personalità, di un unico Sé.

Ma questa collettività, in Sahaja Yoga, non è ancora stabilizzata. Per questo le persone si sentono offese, si feriscono a vicenda.

Hanno paura dell’altra “cellula” che è la cellula sorella, la cellula compagna e che è parte integrante del vostro essere.

Abbiamo forse paura dei nostri occhi? O del nostro naso? Abbiamo paura delle nostre mani? O dei nostri piedi?

Questa collettività è un tale circolo vizioso che, se non diventate realmente collettivi, non potete percepire un’altra persona. E se non avete questo senso di responsabilità della collettività in voi, non potete aiutare gli altri.

È dunque necessario un certo grado di crescita in tutto l’organismo per essere abbastanza sensibili da aiutarci a vicenda, per essere abbastanza saggi da aiutarci vicendevolmente, per avere abbastanza risorse al fine di nutrire realmente gli altri. E questo sviluppo deve avvenire, di nuovo, attraverso la collettività. È davvero sorprendente.

So che a volte la gente pensa che vi sono sahaja yogi che non hanno neppure la stessa opinione.

Concordo. Qualcuno dirà: “Hai un blocco al Vishuddhi”, un altro dirà: “Hai un blocco al cuore”, un altro ancora: “Hai un blocco al Void”. Non dicono tutti la stessa cosa.

Uno dice una cosa, uno un’altra e il terzo un’altra ancora. Il motivo è che alcuni hanno sviluppato una certa sensibilità per un determinato centro, ma non per tutti.

E per questo può esserci una differenza di opinioni che non dovrebbe proprio sussistere.

Quindi, come prima cosa, dobbiamo tutti renderci conto che stiamo ancora crescendo. Dobbiamo ancora crescere.

In Sahaja Yoga, anche se ricevete la realizzazione, non significa che siate diventati d’improvviso Giovanni Battista. Dobbiamo tutti crescere. E per crescere, per la crescita, dobbiamo scartare qualcosa e accettare qualcos’altro.

E la cosa migliore da eliminare è il vostro ego, il quale si manifesta in così tanti modi da erigere una barriera tra voi e il vostro Creatore.

A volte l’ego può farvi adottare attività contro Dio e non vi accorgete che è il vostro ego a portarvi in basso, perché l’identificazione con l’ego si è stratificata non solo in questa vita ma anche in molte vite precedenti.

Pertanto, perdere l’identificazione o, diciamo, dissolvere questo ego o prendere le distanze da questo ego è difficile.

Però, man mano che emergete dal fango di questo ego, il loto inizia a diventare fragrante e tutti possono sentirne il profumo.

Nei paesi occidentali è più difficile che in quelli orientali poiché, finora, tutto lo sviluppo in Occidente si è fondato sull’ego e sulla competizione. In Sahaja Yoga non esiste alcuna competizione.

Pensate solo se un dito entrasse in competizione con un altro dito: che cosa accadrebbe? È altrettanto assurdo.

Ora noi parliamo di radici, non del germoglio, che è quanto la gente ha acquisito attraverso il modo di pensare occidentale. Adesso dobbiamo addentrarci nelle radici, quindi dobbiamo cambiare i nostri metodi. Non esiste alcuna competizione tra le radici, affatto, esse si aiutano a vicenda: se una è debole, un’altra va ad aiutarla.

È così che questo processo vivente può funzionare. Dobbiamo modificare i nostri metodi di affrontare noi stessi e gli altri e dobbiamo capire che il potere dell’amore di Dio è il più grandioso, il più profondo e il più potente.

E quello che dobbiamo affermare è il potere dell’amore. Ma amore non significa viziare qualcuno o dire bugie per compiacere qualcuno. All’inizio magari non sarà gradito, ma alla fine lo sarà.

Perciò, quando dovete parlare con gli altri, ovviamente non dovete essere arroganti o maleducati, affatto: dovreste essere dolci, dovreste essere gentili, compassionevoli. Ma non si tratta di diplomazia, non si tratta di qualche espediente per ottenere voti. Sono indicazioni che date all’altra persona. E le indicazioni possono essere anche silenziose.

Le linee guida più significative per chiunque sono le regole che seguite, gli ideali che avete, il vostro comportamento.

Sapete che in India una sola persona ha dato la realizzazione a diecimila persone. E come ha fatto? Come ha fatto a suscitare l’interesse delle persone?

Le ha colpite perché era andato in un ufficio, nell’ufficio di un commissario per qualche suo lavoro personale. E poi si era messo a parlare in un modo tale che loro non riuscivano a credere al modo di parlare, di comportarsi, alla dignità e alla fermezza di quell’uomo che era arrivato per sbrigare delle cose pratiche, di tutti i giorni. Come faceva?

Allora chiesero: “Chi è il tuo guru?”. Immediatamente pensarono che dovesse avere un bravo guru. Lui disse: “Non ho nessun guru, ho soltanto una Madre. L’abbiamo tutti”. Fu così che iniziò.

Ci si deve dunque rendere conto che, con il vostro comportamento, potete comunicare con gli altri. E quel comportamento non dovrebbe essere superficiale: la sollecitudine, l’interesse che l’altra persona stia bene, devono venire dal cuore. Un interesse genuino.

Persino un cane se ne rende conto. Non dovete parlare a qualcuno facendo qualche promessa, ma persino un cane capisce se è un interessamento genuino o no.

E dovete comunicare con quella premurosa attenzione. Ciò che manca in noi è la genuinità, il nostro cuore non è aperto.

Aprite i vostri cuori! Adesso siete entrati nel regno di Dio, aprite i vostri cuori. Osservate voi stessi, perché avete paura? Di che cosa?

In fin dei conti cosa accadrà? Dobbiamo tutti morire, non è così? Quindi fissate questo concetto. Prima cosa: moriremo. Che ci divori una tigre o che saltiamo giù da qualche parte. Deve accaderci qualcosa per morire. Perché dunque dovremmo avere paura?

Ora, se si può parlare di una paura genuina, è quella di non riuscire a ricevere la propria realizzazione. Ma anche questa paura genuina non ha senso, perché ucciderà le vostre possibilità di realizzazione.

Se credete realmente, nel cuore, che Dio è grande, che la Sua compassione è grande, otterrete indubbiamente la realizzazione.

Siete tutti qui per questo e il Potere divino stesso è ansioso di farlo, estremamente ansioso. Potete vederlo: riuscite a credere che vi siano tante persone che sono anime realizzate, oggi, qui a Londra?

Sono arrivata qui circa vent’anni fa e, se qualcuno mi avesse detto che ci sarebbero state tante anime realizzate qui, in questo posto, non ci avrei mai creduto, perché a quel tempo ne avevo incontrate pochissime in tutto il mondo.

Quindi, le cose avvengono, ma siate pazienti!

E abbiate fiducia nella misericordia di Dio, nella gentilezza di Dio, nella Sua compassione, nella Sua ansia di farvi questo dono della realizzazione.

E questo di non sentire le vibrazioni è uno dei più grandi ostacoli che incontra la gente.

Oggi ho ricevuto una lettera da Gill (sahaja yogini di Brighton) in cui diceva che è andata a fare incorniciare una mia fotografia in un negozio e la proprietaria si è messa a guardare la fotografia. Sembrava un po’ – non so – preoccupata, e ha chiesto di chi fosse.

Gill allora le ha detto semplicemente: “Rivolga le mani verso di essa”. “Oh Dio, che cosa è successo? È come se si fosse aperta una porta”.

Ha semplicemente rivolto le mani verso la fotografia e ha sentito le vibrazioni. E Gill era strabiliata perché lei, in sei mesi, non aveva sentito nulla (ride). Ci si stava rompendo la testa: “Madre, non sento mai la brezza fresca, non ho mai sentito la brezza fresca”. Ma è indubbiamente una grande ricercatrice.

E adesso mi dice che è venuto il fratello (di quella signora) e non ha sentito la brezza fresca. Allora Gill gli ha detto: “Ha il fegato in cattive condizioni”. “Sì, è vero, come lo sa? Ho un dolore al fegato. Ho avuto problemi di fegato”.

Allora Gill gli ha detto di rivolgere le mani verso la fotografia e di mettere la sinistra sul fegato. “Oh Dio, sento questo (dito medio destro) e sento il pizzicore” e via dicendo, e faceva vedere il dito corrispondente al fegato.

E lei era sorpresa perché quel signore era entrato nel negozio dove c’è un gran via vai di persone – non a Caxton Hall[1], non in un’atmosfera tranquilla, non con altri sahaja yogi presenti – e, improvvisamente, si scopre che sente la brezza fresca.

Non solo, ma sa dire esattamente dove ha il blocco. Non è accaduto nulla, nessun tremore delle mani, nessuno scuotimento, nessun bruciore. Ed ha sentito sollievo al fegato. Lei non riusciva a capire il motivo.

Il motivo è molto semplice: quando venite ad un programma, sono presenti molti altri che sentono già le vibrazioni, mentre voi non le sentite. È come se fossero in possesso di qualcosa che voi non avete. Pertanto, la vostra mente che ha sviluppato la competizione, che ha pensato: “Qualcuno ha qualcosa che io non ho” – in termini di avere e non avere, sapete – quella stessa mente inizia ad insinuarvi in testa la paura: “Oh, Dio, le avrò oppure no? Le avrò? E se anche le avrò le perderò?”.

E vedo quel timore sui volti di molte persone nuove. Eliminate quel timore, riceverete tutti la vostra realizzazione. Eliminate la paura. Qui non siete entrati in nessuna competizione. Rilassatevi. Adesso rilassatevi e basta.

Poi volete fare di più per Sahaja Yoga e siete di nuovo in tensione: “Devo meditare la mattina presto. Domattina devo alzarmi presto”. Vedete, non fate altro che tormentarvi. Così non dormirete per tutta la notte, e vi appisolerete durante la meditazione.

Rilassatevi! Dio si prende cura di voi, credetemi (sorride). Lui vi darà la realizzazione, Lui si occuperà di voi e vi sveglierà anche al mattino; ma rilassatevi.

La prima idea: “Posso farlo io” è sbagliata. Deve farlo Lui. Se non funziona è perché pensate di poterlo fare voi.

Se riuscite ad arrivare a questa conclusione: “Non posso farlo io”, la Sua misericordia, la Sua gentilezza sono costrette a farlo.

Però, dopo la realizzazione, dovete fare qualcosa, nel senso che dovete desiderare.

Ma quando dico che dovete desiderare, voi ribatterete: “Bene. Adesso mi metterò a sedere qui, mi inchioderò qui e starò seduto a desiderare”. Questo desiderio è un desiderio morto, sapete, semplicemente inculcato nella vostra testa: “Oh, devo desiderare. Madre mi ha detto che devo desiderare”. Dovete essere affamati. Voi non dite: “Devo desiderare di aver fame”, non è così? La fame viene da dentro. E c’è, indubbiamente, ma è offuscata. Questa “fame” è offuscata perché avete paura.

Se mettete una capra davanti ad una tigre e le date qualcosa da mangiare, la capra non mangerà, perché ha paura: “C’è una tigre che sta per divorarmi”.

Prima di tutto, quindi, uccidete tutte le tigri immaginarie che vi circondano. Ancora torniamo allo stesso punto, che il desiderio deve venire da dentro. Ed esso c’è, ma è offuscato.

Rilassatevi! Non dovrebbe essere (solo a parole): “Io sono molto rilassato” (fa il gesto di contrarre le mani a pugno in modo molto teso, risate, Shri Mataji sorride). Una persona rilassata è come un bambino, è semplice, è proprio come un bambino. Quindi non siate frenetici. Cercate di rilassarvi. Tutto qui. Per tutti.

Essere rilassati però non significa in alcun modo essere inattivi. Anzi, chi è rilassato è estremamente attivo all’esterno ma, interiormente, è in un silenzio assoluto, completamente rilassato e a suo agio. Da fuori si può percepire.

Come sapete, in questo momento stanno fluendo vibrazioni straordinarie ed io posso vederne il flusso incredibile. E tutti i chakra fanno così intorno a me (scuote le mani).

Ma io le vedo e vedo il loro gioco.

Al massimo potrei smettere di parlare, ma esse fluiscono. Quindi, che sia per la ricerca o per qualsiasi altra cosa al mondo, la cosa principale è che occorre assumere un’attitudine da testimoni rilassati. Se riuscirete a farlo, chi non sente le vibrazioni le sentirà sicuramente.

Ho visto gente su cui ho lavorato e non ha funzionato. Non sono stati maleducati o in alcun modo arroganti, s’intende, ma si sentivano molto tristi di non riuscire a sentire le vibrazioni. Allora ho detto: “Va bene, oggi andate a godervi i fiori in giardino. Godetevi gli uccellini, parlate al cielo e tornate domani”. Funziona.

È perché siete sempre stati così.

In Sahaja Yoga non dovete raggiungere nulla.

Voi diventate. Prima diventate e dopo capite Sahaja Yoga a livello mentale. Ma chi cerca di capire Sahaja Yoga prima mentalmente, sta per cacciarsi davvero nei guai. Infatti, quando si legge, sembra così straordinario che pensate: “Oh Dio, dove sono?”.

Quindi, per favore, se date la realizzazione a qualcuno, siate rilassati. Si svilupperà poi. Non date subito da leggere “l’Avvento”. Invece lo facciamo! E perché? Perché pensiamo di dover far colpo sulle persone dicendo che Sahaja Yoga è qualcosa di grande, e la persona deve leggere “l’Avvento” così verrà in Sahaja Yoga; e noi la stabilizzeremo perché vedrà e rimarrà colpita.

Se qualcuno si farà impressionare da queste cose, non sarà di alcuna utilità per Sahaja Yoga, credetemi.

Se si faranno impressionare da qualcosa di esteriore e superficiale, fin dove arriveranno?

Esse devono conseguire interiormente il proprio Spirito. Devono essere colpite da se stesse, dalle proprie conquiste. Cercate di capire questo semplice principio: quando diventiamo lo Spirito, manifestiamo un potere che è proprio l’opposto di qualsiasi altro cosiddetto potere.

Se ad esempio si prende la scienza, essa  analizza. Sahaja Yoga invece sintetizza.

Prendete la cosiddetta filosofia: tenderà a trovare dei dogmi. Sahaja Yoga invece neutralizzerà tutte le barriere di ogni religione.

Questo perché queste forze sono distruttive, rendono tutto morto. La religione ne muore, Dio ne è indebolito, tutto diventa inanimato.

Sahaja Yoga invece è un’energia vivente in voi ed è così che neutralizza tutto ciò che è distruttivo e mortifero. È un’energia vivente di Dio, è una forza molto potente, molto saggia, comprende tutto.

Noi ne abbiamo sentito parlare, ma non abbiamo  mai creduto che potesse esistere una energia simile. E la prima volta che sentiamo quella energia non vogliamo crederci: “Com’è possibile?”. Questo perché ancora non crediamo di poter essere la fonte di quella forza che integra, che sintetizza completamente, che nutre, che vi aiuta ad elevarvi dalla falsità alla realtà.

Non permette a nessuna falsità di inserirsi. Mentre le altre forze, qualunque cosa possiate provare… le forze politiche sono basate sulla menzogna, sulla falsità assoluta. Tutta la politica è basata sulla falsità, possiamo vederlo. Come si possono spiegare le politiche di certe nazioni? Non si capiscono proprio. Tutta falsità.

La vostra democrazia e una “demoniocrazia”, il vostro comunismo non so che roba sia.

Tutto assurdo, distorto e falso.

Nella realtà, invece, siete comunisti e siete democratici. Ogni cosa in voi è lo Spirito.

Ma se, per diventare lo Spirito, vi basate sulla falsità e pretendete di conseguirlo, non potete riuscirci.

Eliminate tutto ciò, diventate lo Spirito.

Allora inizierete a vedere che, dalla finestra dello Spirito, ogni cosa è differente.

La falsità che abbiamo sempre accettato blocca le vostre vibrazioni. Questa è tutta falsità, credetemi. La verità è l’amore di Dio.

È l’unica verità esistente. Per questo si dice che Dio è amore e Dio è verità.

Il resto è tutto falso e se, per cominciare, credete realmente con il cuore in questo principio, questa energia inizierà a fluire in voi.

È l’energia più potente, l’energia universale che compie migliaia e migliaia di azioni: crea questi splendidi fiori profumati, fa battere il nostro cuore, crea gli esseri umani, gli animali; ogni cosa è creata da questa energia vivente.

Questa energia vivente deve fluire attraverso di voi e, credetemi, gli esseri umani sono gli unici strumenti di questo potere.

Alcuni hanno in mente la compassione e ritengono di dover aiutare gli altri. È falso, non potete aiutarli perché lo fate su presupposti superficiali. L’unico aiuto che si può dare ad un altro è quando si diventa parte integrante di quel grande Essere, e ci si rende conto che esistono anche altre cellule che sono o possono essere risvegliate.

È questo il vero aiuto, la vera compassione, è l’avvenimento reale.

Sahaja Yoga è sicuramente la comprensione profonda di questo fatto.

Noi indulgiamo in attività superficiali che, come vi ho detto, potrebbero essere contro Dio.

Ma per Sahaja Yoga le attività sono estremamente semplici, persino il movimento di un dito è sufficiente a fare cose straordinarie. Non occorre stare a testa in giù per questo.

Il risveglio vi appartiene, non ci sono problemi su questo. Il problema è prepararsi a questo risveglio senza nessuna preparazione. Siate impreparati. Siate semplici. Siate semplici. Siate come bambini. Solo questo.

Ed è difficilissimo essere semplici.

Non sono necessarie elaborazioni, niente, nessuna preparazione in quanto tale, ad eccezione dell’aprire il proprio cuore.

Lo aprirete così? (Shri Mataji fa il gesto di aprire il cuore come se aprisse due ante di una porta). Prestate attenzione al vostro cuore, fate attenzione al vostro cuore.

Vi stupirete di come inizierà a sciogliersi. Sciogliete il vostro cuore. Il disgelo (del vostro cuore) inizia appena ci mettete l’attenzione.

Le tensioni svaniranno e sentirete la brezza fresca.

Quindi, quei sahaja yogi che sono venuti in Sahaja Yoga e non hanno sentito le vibrazioni, dovrebbero sapere che la paura che hanno… Tutti pensano sia uno spettacolo, come una mostra canina o altri spettacoli (Shri Mataji ride). E vengono con questa idea. Non c’è nessuno spettacolo. È uno stato che dovete acquisire voi stessi e che acquisite automaticamente.

Ora, questo per quanto riguarda i sahaja yogi preoccupati di non sentire le vibrazioni. A volte può anche accadere che non si senta la brezza fresca in alcuni casi in cui il Vishuddhi è molto malmesso. Non importa!

Finché vi sentite in pace, gioite. Perché preoccuparsi delle vibrazioni? Non capisco.

Che bisogno c’è? Se non ci sono, ma sentite la pace del vostro Spirito, va bene ugualmente. Rivolgete semplicemente le mani verso un’altra persona.

Ricordo un signore in India che mi diceva sempre: “Madre, non sento niente, non sento niente. Ho fatto questo, ho fatto quello”. Io gli rispondevo: “Grazie a Dio non le senti” (Risate, Shri Mataji ride). E lui: “Perché dice così, Madre?”. Ed io: “Gioisci della tua pace, goditela”. Ma lui non voleva sentire ragioni così gli ho detto: “Va bene, vai a sentire le vibrazioni di quella persona”. E gli vennero le vesciche su tutte le dita (ride). Allora venne a dirmi: “Madre, oh Dio” (ride). Ed io: “Volevi sentire, adesso tieniti le vesciche. Che ci posso fare?”.

Insomma, quelli che non sentono evitano anche alcuni piccoli problemi, per il momento (ride).

Rilassatevi. È una bellissima parola “rilassatevi”. Come sapete è un termine entrato in uso di recente. Non era mai esistito. Prima (il motto) era: “Corri, corri, corri”. Adesso tutti dicono: “Rilassati”.

Specialmente se avete frequentato qualche altro guru e altri centri di meditazione, dove saltavate dalla mattina alla sera, non volete credere di poter ricevere Sahaja Yoga soltanto stando seduti tranquillamente.

Ora ci sono modi e metodi per migliorare le vostre vibrazioni. Come sapete, in Sahaja Yoga sono tutti descritti.

Per chi soffre di ego penso che la cosa migliore sia mettere le mani nel ghiaccio, la mano destra, magari. Può funzionare. Provate. Ma non programmatelo. Ogni tanto mettete le mani nel ghiaccio. Può funzionare. E per chi soffre di super-ego può essere utile scottarsi leggermente la mano (sinistra) con la candela. Provate.

Questo perché le mani sono insensibili, c’è troppo calore o troppo freddo. Che siate personalità fredde o calde, non siete al centro.

Perciò, se avete una personalità fredda, meglio scioglierla un po’. Provate. Non l’ho mai detto prima perché, se lo avessi fatto, metà di voi sarebbe corsa via. Ma vi raccomando di non ustionarvi fino a procurarvi delle vesciche.

Cercate di capire che, scottandovi le dita solo leggermente, la sensibilità migliorerà. Qualcuno però proprio ora sta pensando: “Che si fa se si hanno entrambi i problemi?” (Risate, Shri Mataji ride).

Esistono permutazioni e combinazioni per cui, se vi liberate dell’ego, vi salta fuori un grosso super-ego e, se vi liberate del super-ego, salta fuori l’ego.

Allora l’attenzione deve essere portata qui (Shri Mataji appoggia il palmo della mano sul Brahmarandhra). E i sahaja yogi sanno cosa significa tenere qui l’attenzione.

Se riuscite a tenere qui la vostra attenzione, siete al di sopra di tutte queste cose. E se qualcosa (qualche difetto) vi abbandona, sparisce per sempre, perché voi siete saldi qui (nel Sahasrara).

Se ad esempio ho uno scialle e, in qualche modo, riesco a saltare in quella galleria lassù (indica in alto la galleria della sala) e lo scialle cade, non lo avrò, giusto? Perché io sono lassù e lo scialle è rimasto qui.

Quindi, deve aver luogo l’ascesa. Se non ascendete… L’ascesa avviene attraverso la vostra attenzione. Dov’è la vostra attenzione?

Chiedetevi: “Dov’è la mia attenzione?”.

Voi, o contate il vostro denaro, o i vostri voti. Mi hanno detto che alcuni contano persino i pali della luce (risate). Se non hanno nulla da fare possono continuare a contare tutto ciò che vogliono.

Contate invece le vostre benedizioni. Contate le vostre benedizioni e la vostra ascesa avrà inizio. Contate le vostre benedizioni ed è così che ascenderete, che ascenderete al regno di Dio.

Se non avviene nessuna ascesa, oscillerete da sinistra a destra e da destra a sinistra, sarete persone instabili. Contate invece le vostre benedizioni, con il cuore. Sentite la gratitudine.

La lingua inglese è molto bella, voi dite “grazie”. Ora “grazie” lo abbiamo tradotto anche nelle lingue indiane, però noi non diciamo grazie: infatti, perché dirlo a parole?

Di norma non esistono parole per ringraziare, infatti come si può esprimere verbalmente se lo si sente nel cuore? Possono esprimerlo anche uno sguardo, anche un luccichio negli occhi, un semplice sorriso, un semplice inchino della testa.

Non c’è nulla da dire per percepire la gratitudine e la riconoscenza per le grandi benedizioni di Dio.

Ma se leggete il giornale ogni giorno dimenticherete questo mantra (di ringraziamento), perché leggendo il giornale direte: “Che disgrazia. Dio ha maledetto questa terra”. Oppure: “Mi ha lanciato una maledizione e sono un animale perseguitato”.

Per l’ascesa non vi è una procedura mentale, esiste una procedura del cuore che è il ringraziamento.

Guardate i fiori, essi rendono grazie a Dio.

Tutta la loro esistenza non è altro che un ringraziamento. Non si preoccupano: vengono raccolti, domani moriranno, ma non si preoccupano. Finché vivono ringraziano.

Guardate ogni cosa, guardate questa candela, che cos’è? È un ringraziamento. Ogni cosa creata ringrazia. E noi esseri umani?

Noi ringraziamo con le parole perché possiamo parlare, loro non possono. Non hanno parole per dirlo. Noi abbiamo il linguaggio, per questo siamo diventati superficiali; abbiamo perso la nostra profondità perché abbiamo il linguaggio. Non esiste nessun linguaggio per l’espressione silenziosa.

Coloro che non sentono la realizzazione (le vibrazioni), dovrebbero essere riconoscenti a Dio perché almeno Lo desiderano, sono ricercatori, ricercano Dio. Quanti ce ne sono? Oggi, mentre venivo a Caxton Hall, ho visto molte persone che camminavano indossando il frac – tutte molto seriamente, sapete – e con il papillon.

Quanti sono ricercatori in questo mondo? Quanti stanno cercando Dio? Quanti aspirano ad una vita più elevata? Dunque siate grati di essere ricercatori, di aver sentito la necessità dell’amore di Dio, di non desiderare altro che Dio.

È una cosa talmente grande avere un cuore, una mente che desiderano il Supremo.

Siate grati di essere ricercatori e di essere nati in questa epoca straordinaria in cui dovete ottenere la realizzazione. Siate riconoscenti.

So che avete commesso degli errori, va bene, non importa! Nella vostra ricerca avete commesso errori, non importa. Ma siate riconoscenti del fatto che Dio si sta prendendo cura di voi. Voi siete le persone speciali create dal Suo amore, guidate da Lui. Quindi siate riconoscenti. E la riconoscenza è una qualità del cuore.

È così che, quando sentite la bellezza della gratitudine, iniziate a sentire lo Spirito in voi.

Non si può esprimere, non si può restituire, se ne può soltanto gioire. Delle benedizioni si può soltanto gioire, non è così?

Ed esse ci sono soltanto per gioire, per nient’altro. Dovreste semplicemente gioire delle benedizioni, esse ci sono per questo.

Ottenere le benedizioni non è il punto.

Le benedizioni sono ovunque; direi anzi che oggi le vibrazioni a Caxton Hall sono incredibili. E se alcuni di voi non le sentono non significa che Dio non vi abbia accettati, non significa questo. Significa soltanto che dovete volgere leggermente il volto da questa parte (fa il gesto di voltare la mano).

Nessuno dovrebbe sentirsi superiore perché sente le vibrazioni e nessuno dovrebbe sentirsi inferiore perché non le sente. Se però qualcuno cerca di aiutarvi, non rimaneteci male.

E tutti voi che vi prenderete cura qui dei nuovi, dovete capire che, ancora, è grazie alle benedizioni di Dio che siete qui e dovete eseguire questo grande lavoro. Dovete rendervi conto che ora siete al servizio di Dio e Lui vi ha assegnato questo compito speciale di dare la realizzazione alla gente.

Ancora una volta, contate le vostre benedizioni. Non sentitevi depressi. Alcuni mi dicono: “Madre, adesso Lei partirà e tutti partiranno con Lei”. Dio sa perché li porterò laggiù. Forse hanno bisogno più di voi di addestramento.

Ma, ancora una volta, entra in azione la competitività. Alcuni devono rimanere in quanto forze di riserva, come si dice.

Ma io, in realtà, dove vado?

Ed è così che, in entrambi i casi, dobbiamo contare le nostre benedizioni. Il punto non è andare o non andare (in India). In entrambi i casi avete una responsabilità che vi è stata concessa da Dio come benedizione.

Se l’attitudine verso Sahaja Yoga diventa quella di un bambino che si aspetta tutto da Dio perché è il figlio di Dio, che c’è di sbagliato?

Non è ego. Infatti, se Dio è onnipotente, dovrà sicuramente prendersi cura di voi, no? Ma il fatto è che noi non siamo come bambini, sapete.

Un bambino pretenderà. Voi però dovete avere fede che, qualsiasi cosa chiederete, Dio la realizzerà.

Non so se ricordiate una storia che raccontavo molto tempo fa e che mi fu raccontata da mia nonna.

(Un bambino piccolo va a salutare a Shri Mataji)

Shri Mataji: Sì, sì, vieni, vieni, vieni! Che cosa desideri? Vuoi questo? Bene, prendilo. No? Vuoi i chana? Ah! Tieni.

Bambino: No.

Shri Mataji: I chana? No? Allora un bacio? Vieni, vieni, dammi un bacio. Vieni. No?

Va bene, dai questo alla mamma, su, portalo alla mamma.

Loro amano, amano le responsabilità. Dovete osservare loro.

Bene. Ora che cosa vuoi? Vuoi i fiori?

(Indica un mazzo di fiori che Le era stato offerto) No? Bene. Dallo a loro, dallo a loro. Dallo a loro, dallo a loro.

Non lo vuole per sé, ma per gli altri. Dallo (a loro). È un dono del cielo la semplicità con cui i bambini spiegano le cose.

Noi non sappiamo essere come bambini. Siamo molto cresciuti, vedete.

[Shri Mataji al bambino:]Prima dammi un bacio. Va bene. Ora metti la mano così (aperta). Oh, è caduto.

Oggi in realtà non so cosa dire, è meglio che mi facciate voi delle domande. [A lato al bambino: “Bene, dallo agli altri”] Prego, qualche altra domanda?

Vieni qui, non riesco a sentirti. Oggi le vibrazioni soffiano proprio nelle mie orecchie. Vieni qui. Che cosa hai detto…?

Yogini: Dicevo che Lei ci ha suggerito di osservare un giorno di digiuno e una notte senza dormire…

Shri Mataji: Una notte.

Yogini: … ogni settimana, sì.

Shri Mataji: Buona idea, meglio provare.

Yogini: Noi lo facciamo da quattro settimane.

Shri Mataji: Vi è servito?

Yogini: Sì, non mi disturbano i giorni senza mangiare, ma nelle notti senza dormire mi accorgo che, proprio come ora, la sera riesco a malapena a rimanere sveglia. Non so se sia davvero un bene continuare a farlo ogni settimana.

Shri Mataji: Penso che la sera sia una buona idea andare a dormire presto. Non va bene stare svegli la notte. Le ore notturne non sono molto positive. Il motivo per cui ho detto di stare svegli la notte è perché trovo che i sahaja yogi abbiano soprattutto problemi di lato sinistro.

Per le persone di lato sinistro è importante rimanere sveglie la notte, così molte cose si risolvono perché siete vigili. Soltanto di notte avvengono questi attacchi. Le persone di lato sinistro ricevono ogni attacco durante la notte e quelle di lato destro durante il giorno.

Quindi per le persone di lato sinistro… specialmente, per quanto ti riguarda, tu sei di lato sinistro, d’accordo? Quindi, ciò che devi fare è dormire meno la notte. Potete dormire durante il giorno, non importa. [La yogini dice qualcosa che non si sente, risate] Qualche volta potete farlo, fatelo il sabato o la domenica. Diversamente il lato sinistro non se ne andrà. Dobbiamo provare e sperimentare, sapete.

Yogini: Potrebbe dire qualcosa sugli orari? Per me, ad esempio, è molto facile rimanere sveglia da mezzanotte alle quattro del mattino, e l’altra notte sono rimasta sveglia da mezzanotte alle sei e mezzo.

Shri Mataji: Direi il contrario. Alzati a mezzanotte, è meglio.

Yogini: Sì, ho fatto così.

Shri Mataji: Sì, così va bene, così va bene.

Yogini: Allora se si sta svegli da mezzanotte alle sei si può riposare un’ora prima di andare al lavoro?

Shri Mataji: No, no. Devi deciderlo tu.

Non ci sono costrizioni in Sahaja Yoga. Sperimenta, guarda cos’è meglio per te.

E sarai in grado da capirlo da sola. Devi sperimentare. Vedi, ogni individuo ha i propri problemi specifici e questo è uno.

Si deve capire che se si è di lato sinistro è meglio svegliarsi prima di mezzanotte[2].

Se dopo gradualmente dormirete, tutti i problemi di lato sinistro scompariranno.

I problemi di lato destro invece insorgono la mattina, sapete: “Devo andare, devo prendere il bus, devo prendere quello”. Pianificare, pianificare, pianificare. Così, se in quel momento non mangiate, almeno avete più tempo. Avete più tempo e, oltre a questo, il vostro stomaco, che è meno attivo, sta meglio.

Yogini: Per me non è un problema non mangiare. Vuole che lo facciamo ogni settimana allora? Una notte?

Shri Mataji: No no, dovete sperimentare. Non esistono costrizioni, niente del genere in Sahaja Yoga, come sapete. Ma se vi aiuta, provate nel modo in cui vi è di aiuto.

Ciò non significa che ora dobbiate comprare tutti un secchio di ghiaccio e infilarci le mani. Vedete, con gli esseri umani il problema è che se si dice loro qualcosa, li troverete seduti con un secchio in mano (risate).

No, dico soltanto di provare, perché dovete rendervi conto che io non ho problemi. D’accordo?

Voi siete tutti individui, siete tutti professionisti, eruditi ricercatori. Tenete la mente aperta e cercate di capire se ciò vi aiuta. Ognuno ha problemi individuali.

Tutti questi piccoli, piccoli problemi potete risolverli da soli perché avete la luce. Avete la luce delle vibrazioni, lo Spirito è con voi, quindi siete indipendenti.

Io vi suggerisco semplicemente delle linee guida, ma non significa che ogni giorno vi dovete inventare qualcosa! No, sarebbe orribile. Però ha aiutato alcuni. Potrebbe non essere adatto a tutti, può andar bene come può non andar bene. Ma ho visto che funziona meglio con le persone di lato sinistro.

Per le persone di lato destro è meglio non mangiare molto e che la loro attenzione sia più sulle cose migliori della vita.

In realtà non credo che le persone di lato destro mangino molto. Anzi, loro sono molto difficili riguardo al cibo. Insomma, è tutto mentale. Mentalmente penseranno: “Questo non è buono, non mi piace, che cosa mangerò?”.

Si va ad una festa, arriva il menù e loro penseranno dieci volte con serietà a cosa mangeranno. Insomma, che differenza fa ciò che mangiate? Fa forse differenza? Ma tutti discuteranno di cosa mangeranno. Poi mangeranno due bocconi e basta. Neppure lo gusteranno.

Infatti il cibo non può essere apprezzato con l’attività mentale, è molto semplice. Il palato deve gioire, ma tutte le vostre energie si sono esaurite nella vostra attività mentale, così la lingua non è più lì per apprezzarlo.

Quindi, se la vostra attenzione, anche nei confronti del cibo o altro, è esagerata, riducetela. Ecco perché ho detto di mangiare meno.

Oppure, se digiunate, non dovete pensare al cibo. Voi pensate più al cibo di quanto effettivamente mangiate. E ve lo godete meno, meno che mai.

Per questo si dice di digiunare; ma quando dico di digiunare la gente si mette a pensare: “Allora a che ora esattamente dovrei mangiare, Madre? Meglio alle 8:30 o alle 8?” (Risate).

Come se Sahaja Yoga fosse una prigione. Mangiate quando vi pare. Ma se state tutto il tempo a pensare al cibo, a che serve il digiuno? In India, ad esempio, si pratica il digiuno e le donne iniziano a pianificarlo dieci giorni prima: “Che cosa volete mangiare per il digiuno?”. Infatti, nella vita indiana, la gente ha fatto alcune concessioni per cui se si mangia una certa cosa non è digiuno, ma se si mangia qualcos’altro sì. Così, allora, pianificheranno cosa mangiare (risate).

E accumulano di tutto, sapete, tutto ciò che si deve mangiare perché si sta digiunando. E tutta l’attenzione è unicamente sul “digiuno”, ma in realtà si mangia continuamente (Shri Mataji ride, risate).

Come questo Ramadan dei musulmani. Loro dovrebbero iniziare il mattino presto. Ma in quei giorni mangiano tanto come non fanno mai normalmente, perché sanno che dopo non mangeranno. È una situazione strana.

Vedete, vi sto proponendo una specie di studio, in quanto eruditi ricercatori, per capire voi stessi, quale stile di vita vi si addice. Altre domande?

Yogi: Madre, qual è il finale della storia di Sua nonna?

Shri Mataji: Oh, volete che ve la racconti di nuovo? È proprio una storia della nonna, quindi non usate troppi ragionamenti intellettuali. È una storia semplice. Vedete, lei diceva che chi crede in Dio, crede nelle Sue benedizioni e ha pieni diritti su Dio.

Ci narrò questa storia: una volta un uomo dovette andare ad incontrare Dio – ora non chiedete com’è possibile, è un racconto (risate, Shri Mataji ride) – e, strada facendo, incontrò un signore che stava praticando Hatha Yoga, nello stile occidentale (risate). A volte stava a testa in giù, altre su una gamba sola e poi si appendeva per i capelli a qualche ramo dondolando e gridando: “Oh Dio, oh Dio, oh Dio”.

Lui si spaventò per come era bollente, sapete, gli si vedevano le ossa, tutte le ossa, lo scheletro. Gli chiese: “Che cosa stai facendo?”. E l’altro: “Sto invocando Dio, chiedendogli quando lo vedrò”. L’uomo disse: “Beh, io sto andando ad incontrare Dio, glielo riferirò ma, fino ad allora, almeno non esagerare così, è troppo. E calmati. Io andrò a dire a Dio che deve venire a vederti, altrimenti questo comportamento si sta protraendo troppo”.

Poi proseguì e vide un signore seduto sul bordo della strada. Gli chiese: “Che cosa fai qui?”, e quello: “Non faccio nulla. È Dio che fa tutto, che cosa devo fare io?”. (Risate)

Allora gli disse: “Sto andando ad incontrare Dio, hai qualche messaggio?”.

“No, no, digli soltanto che oggi non ho ancora mangiato e Lui non se ne dà pensiero. Digli per favore di mandarmi tutto il mio cibo e che ne ho bisogno”.

Lui allora pensò: “Ma guarda questo arrogante che dà ordini a Dio, dice che Dio fa tutto e lui se ne sta rilassato a dare ordini a Dio”.

Insomma, andò da Dio e fece tutto ciò che doveva fare e poi, dato che sembrava un po’ perplesso, Dio gli domandò che problema ci fosse.

E lui: “Ho altri due incarichi da portare a termine. Strada facendo ho incontrato un tipo che stava infliggendo tutte queste pratiche orribili al suo corpo e ha detto che spera così di riuscire ad incontrare Dio”. “Oh, lo conosco, lo conosco molto bene – disse Dio – va bene, vai a dirgli che deve farne ancora un po’, non sono sufficienti”.

Quello rimase di stucco e pensò: “Guarda qui, Dio non ha proprio compassione, come può dire così?”. Poi gli riferì dell’altro tipo che stava sul bordo della strada.

E Dio esclamò: “Oh, non ha ricevuto il cibo? Come può essere?”. Chiamò tutti i suoi responsabili, tutti quanti e disse: “Com’è che non gli avete procurato il cibo? Per favore, provvedete subito”. Lui era sorpreso: “Che succede? Costui dà ordini a Dio e Dio provvede a lui”.

Allora Dio, che sa tutto, gli disse: “D’accordo, sei perplesso. Va bene, vai e racconta loro una storia. È una storia, ma raccontala e osserva la loro reazione. Torna da loro e dì che hai visto Dio far passare un cammello attraverso la cruna di un ago”.

“Va bene, lo farò”.

“Raccontala ad entrambi, osserva la loro reazione e capirai perché te l’ho detto”.

Lui allora andò dal primo uomo e gli disse: “Dio ha detto che devi fare altri esercizi. Lui verrà ad incontrarti ma devi farne ancora”.

“Sì, dunque verrà? Allora continuerò a farne sempre di più”. Poi gli chiese cosa fosse accaduto nel regno di Dio.

“Qualcosa di miracoloso”.

“Che cosa?”. “Dio ha fatto passare un cammello attraverso la cruna di un ago”.

E l’altro: “Deve essere stata una cruna molto grande” (risate). “No, una normale”. “Come può essere? Tu sei stato da Dio e adesso mi stai raccontando delle storie. In questo modo non possiamo andare d’accordo. Capisco che è tutto falso, tu mi stai raccontando delle storie”.

Questo signore allora si disse: “Va bene, andrò dall’altro”. Così andò da lui. Quello stava mangiando e gli disse: “Accomodati, accomodati. Dio mi ha mandato tutto il cibo. So che quando glielo chiedo… anzi, non è neanche necessario ricordarglielo. Lui pensa veramente a me, tu però volevi avere qualche messaggio per Lui così Gli ho detto questo. Ma quanto cibo mi ha mandato! Come faccio a mangiarlo tutto?”. (Risate)

Lui era sorpreso, sapete, poi quello gli chiese: “Cos’è accaduto? Sei stato da Dio e che cosa hai visto lì?”. “Ho visto un cammello passare attraverso la cruna di un ago, un ago piccolissimo, ti assicuro, e l’ho visto”.

E l’altro: “E allora? Che c’è di tanto straordinario? Dopotutto Lui è Dio! (Risate). Cos’è per Lui un cammello? Lui può farci passare universi su universi. È Dio Onnipotente. Che c’è di tanto miracoloso per Lui?”.

A quel punto lui capì. Le cose stanno proprio così.

Se avete fede, Dio vuole avvalorarla.

Soltanto la vostra fede funziona. Ma la fede in Sahaja Yoga, come sapete, deve essere la fede dello Spirito, dell’esperienza, non è una fede cieca. Quando i vostri occhi si aprono, dovete aver fede in Dio. Tuttavia, anche dopo la realizzazione c’è chi dice: “E allora? Ci sono le vibrazioni, e allora? Che c’è di così straordinario? Sì, e allora?”. A quel punto Dio dice: “Va bene, continua pure così”.

È una cosa davvero straordinaria quella che ottenete, ma non avete fede nel vostro Sé: come potete dunque aver fede in Dio? Non avete rispetto per il vostro Sé, come potete rispettare Dio? Ed è esattamente ciò che accade agli esseri umani quando rifiutano Sahaja Yoga.

Come sapete, anche in Inghilterra ci sono stati alcuni miracoli stupefacenti e la gente era sorpresa. Ma non c’è proprio nulla di cui sorprendersi, è del tutto normale.

E vorrei che Gavin potesse raccontarvi alcuni dei miracoli che ha visto, perché alcuni di voi forse non ne sono a conoscenza.

Gli chiederei quindi di raccontarvi tutto ciò che è avvenuto (in Inghilterra) e in India.

Per me non è affatto miracoloso, non è nulla. È molto semplice.

Ed è stato pubblicato sui giornali. Penso sia meglio che ve ne parli Gavin.

Vieni qui. Parla a voce alta.

Gavin Brown: Quando ho letto sul giornale ciò che è avvenuto a Bedford è stato più di un mese fa. Shri Mataji aveva tenuto per la prima volta una conferenza a Bedford e – lo abbiamo appreso il giorno seguente – un ragazzo che stava tornando a casa in moto ebbe un incidente. Cadde dalla motocicletta e disse che una signora aveva fermato la propria auto, era scesa e aveva appoggiato le mani dove era ferito e lui si era sentito meglio.

Era poi andato all’ospedale perché gli avevano detto di farlo, e lo dimisero dicendogli che stava bene.

Poi vide la fotografia di Madre sul giornale e disse a sua madre: “Questa è la signora che ha fermato la sua auto”.

Un giornalista lo venne a sapere e telefonò agli organizzatori del programma a Bedford: “È vero che questa signora che è venuta a Bedford ha fermato la propria auto per curare questo ragazzo?”. E quello gli rispose: “Che ore erano?”. “Circa le 9:30 di sera”. “Impossibile, (a quell’ora) Madre stava tenendo una conferenza nella Guild House di Bedford”.

Ma il ragazzo era sicuro che fosse Lei, e noi sappiamo che era Lei anche perché abbiamo sentito di altri episodi, ad esempio in India, anche più straordinari.

Shri Mataji: Ad alta voce.

Gavin: C’è un procuratore legale molto importante di Bombay che è un grande devoto di nostra Madre. Molti di noi lo hanno incontrato, è venuto qui, è il signor Pradhan. E un giorno che era ad un programma di Madre…

Shri Mataji: No, no, era a casa, seduto a parlare con altre persone.

Gavin: No, erano ad un programma di meditazione, seduti tutti insieme a ricevere le vibrazioni. Improvvisamente si rese conto che c’era una causa in cui lui doveva fare da difensore e che sarebbe potuta comparire in tribunale. Ma, dato che era molto in basso nella lista, pensò: “Tutto a posto, ci sono tante altre cause che saranno sentite oggi e la mia sarà lunedì”.

Il giorno dopo andò in tribunale per controllare e gli dissero: “Che cosa intende? Lei è stato qui ieri, è nelle registrazioni del tribunale, ha difeso brillantemente il suo caso. Il giudice ha commentato che ha fatto una difesa eccellente. Ha vinto la causa. Di cosa sta parlando?”.

E lui: “Oh, ero qui?” (Risate).

E allora pensò: “No, c’era Madre”.

Shri Mataji: “Ani Petkar tsa diste ahai.” [Racconta di Petkar.]

Gavin: Petkar è un altro grande sahaja yogi di Puna.

Una notte sognò che suo fratello era caduto in un pozzo profondo nel villaggio in cui viveva e che si trovava ad una certa distanza da Puna. E…

Shri Mataji: Il fratello aveva l’abitudine di andare in giro di notte.

Gavin: Lui era così agitato per questo sogno che si alzò e pregò davanti alla fotografia di Madre che suo fratello stesse bene. La mattina dopo andò a casa nel suo villaggio, dove incontrò suo padre che gli disse: “Sì, è vero, è caduto in un pozzo e lo stavano cercando con le torce, quando all’improvviso tuo fratello è uscito dall’acqua. Era seduto sulla bocca del pozzo”.

Suo fratello poi gli raccontò ciò che era accaduto: nelle luci aveva visto arrivare una mano con dei braccialetti che lo aveva tirato fuori dall’acqua.

All’inizio non riuscì a parlare, svenne, solo dopo poté dirlo alla gente che era venuta a cercarlo.

Il fratello non era un devoto di Mataji, ma Petkar aveva fatto qualcosa e Madre fu presente lì.

Shri Mataji: È come un cammello che viene fatto passare attraverso… (Shri Mataji ride). Bene, altre domande, prego? Molte grazie, Gavin.

Vi sono migliaia di episodi di cui tanti sahaja yogi possono parlarvi, di come siano stati aiutati in ogni modo. Dio si prende cura di tutti, ma in particolare dei ricercatori e, soprattutto, delle anime realizzate.

Se avete domande fatemele pure, prego.

Ricercatore: Cosa si può fare per la minaccia di una guerra nucleare?

Shri Mataji: Se credete in Dio, non pensateci (risate)! Si può diffondere qualsiasi notizia, non è così?

Soltanto se Dio lo vorrà ci sarà una guerra, altrimenti non è possibile.

Ma dovrebbero esserci persone per le quali Dio debba interferire. Se sono tutti demoni orrendi, è meglio che ci sia una guerra.

“L’uomo propone e Dio dispone”, è un proverbio inglese. Avete dimenticato tutto questo.

La guerra nucleare è una creazione degli esseri umani. Giusto? E gli esseri umani sono la creazione di Dio. Quindi, il Creatore non permetterà a questi stupidi figli di farla. Ma se tutti loro messi insieme sono tanto stupidi, che la facciano.

A che serve salvare gli stupidi e i somari? Soltanto le persone che sono anime realizzate saranno salvate, perché nessuno muore, le persone innocenti rinasceranno.

E i diavoli finiranno all’inferno. Chiaro?

Qui abbiamo Markandeya, lui è un bambino nato realizzato. Ce ne sono tanti che potete trovare qui.

Ricercatore: Madre, come dissolvere la paura?

Yogi: Come dissolvere la paura?

Shri Mataji: Paura? Paura di cosa? Paura inconscia o conscia?

Ricercatore: Paura della paura.

Shri Mataji: Paura di cosa?

Yogi (ripete): Paura della paura.

Shri Mataji: (Ride incredula) Ma che paura è, dico.

Ricercatore: No, paura immotivata.

Shri Mataji: Vedi, la paura subentra in voi perché non siete un tutt’uno con la realtà. Non si è uniti con la realtà. Capito? In Sahaja Yoga ci sono molti modi per arrivare al centro.

Potete avere paure provenienti dall’ego o dal super-ego, possono arrivarvi da qualsiasi parte ma, se siete al centro, la paura scompare. Poco a poco la paura scompare completamente.

D’accordo? L’avvenimento del risveglio vi allontana dalla paura. È un avvenimento.

Voi non dovete fare nulla. Ciò che deve accadere è che, quando ascendete, si dissolverà tutto automaticamente.

Abbiamo innumerevoli modi e metodi per mantenersi al centro e ascendere. Tutto qui. Non solo la paura ma molte altre cose scompaiono: le abitudini, le dipendenze, l’irritabilità, moltissime cose.

Tutte queste barriere cadono perché ne uscite, rinascete. Chiaro? È così che accade.

Quindi non dovete fare niente al riguardo, soltanto ascendere. E ci sono molti modi e metodi. Spero verrete ai nostri programmi e al nostro ashram di qui.

E vi diranno come fare. Avevamo molte persone con delle paure terribili, ma ora stanno bene. Adesso non hanno nessuna paura, ma nemmeno incutono paura.

Ricercatore (indiano, presumibilmente vegetariano): Madre, potrebbe darci dei consigli riguardo al cibo?

Shri Mataji: Riguardo a cosa?

Ricercatore: Al cibo.

Shri Mataji: In Sahaja Yoga non prestiamo molta attenzione al cibo. L’unica cosa che penso è che si sia data troppa attenzione al cibo e questa non è una attitudine corretta. Vedete, lo Spirito non mangia proprio, è distaccato. L’Atma è oltre.

Quando si cerca di affermare che mangiando un certo cibo o un altro l’Atma sarà felice, è una falsità.

Prendiamo ad esempio il vegetarianismo che è un problema molto comune: vi stupirà che tutti i falsi guru siano vegetariani.

Tutti. Mahesh Yogi, Rajneesh. Rajneesh è un grande vegetariano! Non mangia neppure aglio e cipolle. Se ai discepoli di questo Mahesh Yogi mostrate un aglio si metteranno a saltare cento volte (risate). Hanno paura dell’aglio. Immaginate.

Però non dico di mangiare carne, non è questo il punto. Si dovrebbe mangiare tutto ciò che è necessario, ma non carne di animali più grossi di voi.

Ebbene, che cosa accade? Come avviene l’evoluzione negli animali? Nessuno ha messo l’attenzione su questo. Supponiamo che salviate tanti polli: io non darò la realizzazione ai polli, non è forse così? O darò forse la realizzazione alle cimici? O alle zanzare?

Insomma, la nostra attenzione è su queste cose e non su un livello di esistenza più elevato.

Quando pensiamo al cibo e che dobbiamo salvare i polli… in realtà nessuno muore. Lo stesso Krishna ha detto che nessuno muore. D’accordo? È per questo che alcuni hanno rinnegato Krishna: perché aveva samhara shakti (potere di distruggere). Lui uccideva. E uccidere è molto importante per l’evoluzione. Diversamente, se non si uccidono i rakshasa, li adorerete forse? Che ci farete? Devono essere uccisi, eliminati.

Nel processo evolutivo, inoltre, molte cose devono morire per far emergere la realtà.

Questo fiore, ad esempio, deve morire per diventare frutto, no? E non vi è alcuna himsa (violenza) in questo. Il termine himsa (violenza) è così frainteso che la gente si sente a posto se non mangia carne. Non è vero. Per alcuni è essenziale mangiarla.

Come sapete, Sahaja Yoga lavora grazie al potere della shakti. E la Devi non solo uccideva i rakshasa, ma li divorava. E beveva il sangue di rakshasa come Raktabija, sapete. Come poteva essere vegetariana? (Risate) Ditemelo. Datemi un motivo. D’accordo?

Noi pensiamo così perché siamo condizionati.

In realtà, nel processo evolutivo, quando una persona mangia del pollo, anzi, non una persona, ma un animale superiore mangia un animale inferiore, ciò che accade è che quest’ultimo passa attraverso il ciclo (evolutivo) ed ottiene un’esistenza più elevata.

È esattamente così che avviene l’evoluzione. Ovviamente noi possiamo dare la realizzazione agli esseri umani, quindi non dobbiamo preoccuparci. È una questione diversa.

Ma, se mangiate del pollo, gli assicurerete senz’altro una vita più elevata. Però non animali più grossi di voi. Se mangiate animali più piccoli non avrete problemi. Indubbiamente.

Potreste però averne: se ad esempio mangiate le zanzare, sarete danneggiati.

Vi sono paesi in cui non esistono vegetali, non hanno neppure mai visto una foglia verde, per esempio in Groenlandia. Il nome è Groenlandia ma non hanno mai visto il colore verde (Greenland: terra verde). Sono forse dei peccatori perché non possono vivere senza mangiare carne?

Come potrebbe Dio essere così parziale? Ci sono molti paesi in cui non si può vivere senza mangiare carne, quindi deve esserci qualche ragione. Giusto? Rifletteteci. Se mangiate vegetali va bene, se volete mangiare carne va bene.

Ma, ripeto, per quanto riguarda i sahaja yogi non si decide in base a ciò che piace, ma a ciò che fa bene. Per gli occidentali, ad esempio, è meglio non mangiare molta carne perché ritengo che loro e i loro antenati ne abbiano già mangiata abbastanza. Mangiatene meno.

Loro dovrebbero assumere più carboidrati. Mentre i vegetariani dovrebbero assumere più proteine. Se non si ama la carne si dovrebbero assumere altri tipi di proteine, perché le proteine sono molto importanti. Se non si mangiano proteine, se ne risente. In Sahaja Yoga notiamo che queste persone hanno problemi di Nabhi sinistro. Ho visto che in India molte persone strettamente vegetariane hanno problemi di Nabhi sinistro.

Allora abbiamo detto loro: “Va bene, potete mangiare proteine. Ci sono molte proteine che potete mangiare. Se non vi piace la carne, se non l’avete mangiata fin da piccoli e non vi piace mangiarla, va bene, lasciate perdere. Ma assumete qualche (proteina)”.

Dobbiamo essere saggi. Dobbiamo essere aperti, non dobbiamo essere limitati dai condizionamenti dell’infanzia. Occorre capire che il vegetarianismo non vi porterà a Dio e neppure il non vegetarianismo, perché lo Spirito non è né vegetariano né non vegetariano. È distaccato, è al di sopra del cibo.

Ma tutto ciò che è necessario per il vostro organismo è importante. Se avete bisogno di proteine, mangiate proteine. Se non mangiate proteine, non mangiatele, ma allora mangiate qualcosa di cui avete bisogno.

Non si tratta di distinguere tra pollo e vegetali ma, secondo un punto di vista medico, tra proteine e carboidrati. Va bene?

Potete mangiare tutto ciò che preferite.

In Sahaja Yoga non esistono simili costrizioni.

Moltissimi santi mangiavano carne. Moltissimi santi. Guru Nanak, Kabir, Maometto, Cristo, lo stesso Rama, lo stesso Krishna mangiavano tutti carne. Anche Buddha mangiava carne. La prova è che al termine della sua vita si recò da un suo discepolo che era un cacciatore e gli disse: “Sono affamato, dammi qualcosa da mangiare”. Il discepolo rispose: “Signore, ho soltanto un cinghiale selvatico ucciso da poco che non è ancora completamente cotto”.

E Lui: “Va bene, non importa, lo mangerò ugualmente”. Lo mangiò e morì a causa di quel cinghiale selvatico mezzo cotto. Morì per questo.

Così adesso i buddisti ritengono che non si debba mangiare la carne. Non è così perché quella che aveva mangiato Lui era mezza cotta. Ciò significa che la mangiava, giusto?

Anche i giainisti lo sanno. Solo che Neminath[3] sviluppò una sorta di avversione per la carne. Neminath era contemporaneo di Krishna.

Quando venne celebrato il suo matrimonio, venendo a sapere che erano stati uccisi molti uccelli, stette malissimo e non volle più mangiare carne. Andava bene, va bene, se non vi va non mangiatela.

Poi però è iniziato un culto. Ma questo significa che fino a Neminath – i giainisti sono un popolo antico – mangiavano carne. È un dato di fatto.

Quindi, attaccarsi a qualche idea non è il modo giusto. Se non volete mangiare carne non mangiatela. Ma se qualcuno deve mangiarla per motivi di salute, o perché ne ha bisogno, non c’è niente di male. Ciascuno ha necessità diverse, ogni individuo ha necessità differenti.

Posso assicurarvi che se io mangiassi solo cibo vegetariano non esisterei. Perché io ho una grande capacità di auto-purgarmi (cioè di andare in diarrea, ndt). Se incontro qualcuno, se stringo la mano a qualcuno pieno di bhut,lo libero auto-purgandomi.

E se assumessi solo carboidrati, non so cosa mi accadrebbe.

Ciò non significa però che io sia carnivora, ma devo assumere proteine. Il punto è questo. Non è questione di carne o altro, ma di assumere proteine o carboidrati.

Dobbiamo essere saggi in merito. E tutti questi culti tipo: “Mangia questo, mangia quello”… non è così. Non esistono culti in Sahaja Yoga. Ciascun individuo ha una personalità diversa. L’elemento comune è uno solo, ed è lo Spirito. Però, ad esempio, aborriamo il consumo di alcolici.

Ma ve ne parlo dopo la realizzazione, non prima. Lo aborriamo perché va contro chetana, la consapevolezza. La consapevolezza va preservata.

La gente ha sprecato tanto tempo nel decidere cosa mangiare e cosa non mangiare. E cosa ci ha guadagnato? Niente.

Ho visto che a volte i vegetariani possono essere persone orribili. Proprio orribili.

In India abbiamo una comunità detta dei Marwadi; sapete, succhiano il sangue e sono vegetariani. Non tutti. Ne abbiamo alcuni anche in Sahaja Yoga, ma pochissimi.

Sono persone estremamente orientate al denaro, sapete. Quindi, questa idea di credere che un certo cibo vi renderà eccellenti, è falsa.

Non decidete in base a queste motivazioni. Decidete in base a proteine e carboidrati.

Dovreste mangiare tutto ciò che fa bene alla vostra salute.

Chi mangia troppo cibo vegetariano è esposto a determinate malattie e chi mangia troppo cibo non vegetariano è esposto ad altre.

Chi mangia cibo vegetariano può contrarre molto facilmente la vitiligine, può contrarre molto facilmente la leucemia.

Può contrarre molto facilmente alcuni tipi di cancro.

I non vegetariani possono contrarre altri tipi di malattie, sono molte le malattie che possono contrarre.

Dobbiamo dunque mantenere un equilibrio nel senso che, anche se mangiamo cibo vegetariano, dobbiamo fare in modo di assumere proteine a sufficienza, poiché il corpo deve essere in buone condizioni.

Un corpo sano è il tempio di Dio e il tempio di Dio deve essere preservato sano e felice. È questa l’attitudine.

Ma non è così importante perché, quando entrate in Sahaja Yoga, di fatto, le spese mediche si azzerano automaticamente. Automaticamente.

Dobbiamo dunque adottare un’attitudine saggia verso noi stessi, non torturarci a causa di certi condizionamenti. Non dovremmo accettare qualcosa per il fatto che ci è stato insegnato fin dall’infanzia, ma valutarlo noi.

Ho visto persone con terribili pregiudizi dovuti al vegetarianismo che, dopo aver assunto cibo proteico, sono migliorate notevolmente a livello vibratorio.

Per certe persone è molto importante il cibo proteico e per altre sono importanti i carboidrati. Le persone con problemi di fegato dovrebbero assumere carboidrati. Dobbiamo capire che è un argomento completamente aperto.

Ma, dato che nella nostra consapevolezza dobbiamo realizzare lo Spirito, eliminiamo molto facilmente anche tutto ciò che va contro la consapevolezza. Io non devo dire di non bere e di non fumare. Ci rinunciate proprio.

Ricercatore: Madre, Bernard Shaw, un illustre scrittore irlandese, pare abbia detto una volta di non volere che il suo stomaco fosse un cimitero di animali morti.

Shri Mataji: Bernard Shaw non ha dato la realizzazione a nessuno, giusto? (Ride) Sapete, il fatto che lui possa essere diventato vegetariano non significa che debbano diventarlo tutti, no?

Non è un cimitero, vi assicuro che non è un cimitero. Lui deve essere stato stitico (risate).

È tutto ciò che posso dire. Vedete, d’accordo, qualsiasi cosa abbia detto Bernard Shaw, per lui è corretto. Per lui può esserlo.

Vedete, la maggior parte dei vegetariani e dei non vegetariani hanno problemi. L’ho constatato ogni giorno della mia vita.

Oggi Bernard Shaw non è qui, altrimenti gli avrei detto di cosa soffriva.

Vedete, di qualsiasi cosa la gente parli, si tratta della propria esperienza personale. Capite? Io non sto esprimendo esperienze personali, vi sto parlando dell’esperienza di molti. Chiaro?

Ricercatore: Riprendo il Suo punto in cui dice che si dovrebbero assumere proteine. Intende che il cibo vegetariano non contiene proteine?

Shri Mataji: Che cosa? Sì, potete. Dovreste assumerle. Quando ho detto di no? Non l’ho mai detto. Se potete mangiarle, mangiate proteine, tutto qui. La valutazione deve avvenire sulla base di proteine e carboidrati e non su tutte le altre considerazioni, perché nessuno muore.

Vedete, non abbiamo compassione per i nostri simili. A che punto siamo? Non abbiamo compassione per i nostri parenti, per nostro padre, per nostra madre, per i nostri fratelli e sorelle e per gli altri. A che serve avere compassione per qualcosa che non lo comprende affatto? E non ne hanno bisogno. Chi ha bisogno di compassione sono gli esseri umani che ne sono consapevoli. È una forzatura e ciò è molto vero con la mentalità umana, perché si vuole spostare la mente su qualcosa che allontani dalla realtà.

Come l’altro giorno che ho detto a una signora di non sentirsi in colpa, perché aveva un blocco al Vishuddhi sinistro, e lei ha risposto di sentirsi colpevole. Le ho chiesto: “Per cosa?”. “Mi sento colpevole per il Vietnam”. “Per cosa?!”. “Perché in Vietnam la gente muore”.

Ho detto: “Risolverai tu il problema del Vietnam? Cosa c’entri tu? Perché ti preoccupi di loro? Fai tutto ciò che è giusto per te e ciò che puoi”. È così che sviamo la nostra mente.

Ed è molto vero, sapete, la gente ha le proprie teorie consolidate, ci si attacca e non ottiene nulla.

Insomma, dico che non dovrebbe esserci nessun “ismo” riguardo a niente. Dovete avere una mente aperta. Assolutamente aperta. Chiunque sappia di avere dei problemi dovrebbe risolverli.

Io non sono qui per diffondere il vegetarianismo o il non vegetarianismo, sono qui per diffondere Sahaja Yoga.

Sahaja Samadhi Lago”. Si dice così. Dovete ottenere il vostro samadhi. E come l’ottenete? In modo sahaj, spontaneo.

Ricercatore: Dipende, dipende da ciò che si mangia, vede.

Shri Mataji: Come?

Ricercatore: Come si può ottenere il samadhi se non si assume cibo adeguato o altro?

Shri Mataji: Vi ho già parlato di Buddha. Che cosa pensate di Guru Nanak? Che cosa pensate di Cristo? Pensate che fossero in qualche modo di livello inferiore?

Vedete, lo Spirito non è interessato a questo. Krishna ha detto: “Nainam chindanti shastrani nainam dahati pavakah. Na chainam kledayanty-aapo na shosayati marutah.” [Lo Spirito non può essere tagliato o bruciato, né bagnato o soffiato via]. Lo ha detto Shri Krishna in persona! Lui stesso ha ucciso i rakshasa e i giainisti sono contro Shri Krishna perché ha ucciso i rakshasa. Secondo loro Lui è un hinsatmak (violento).

Se si esagera con queste idee si arriva all’eccesso di mettersi a salvare zanzare e cimici.

Ma noi abbiamo ricevuto la realizzazione, è indubbio. Prima di tutto voi ottenete la realizzazione. Avete avuto tutte queste idee, tutti i nostri antenati avevano queste idee, ma loro non hanno mai ottenuto la realizzazione.

Capito? Quindi dimenticatele. La cosa fondamentale è raggiungere lo Spirito. Il resto non è importante, state indirizzando la vostra attenzione su qualcos’altro privo di importanza.

Molti di loro. Allora rifiutiamo Maometto? Rifiutiamo tutti? Questo è Bramanesimo e il Bramanesimo è un altro “ismo”.

In questo modo rifiutiamo tutte le grandi personalità del mondo. Non erano forse realizzate? Khalil Gibran non era forse realizzato? Come lo saprete? Se non siete realizzati, non saprete chi è realizzato e chi non lo è. Vivrete soltanto con queste idee.

Dovete sentirlo (con le vibrazioni). William Blake non era forse realizzato? Egli era Markandeya stesso.

Abbiamo dimenticato innumerevoli cose. Persino nelle Scritture indiane non vediamo mai, non vogliamo vedere questi aspetti. In India abbiamo avuto un grande santo che si chiamava Sajan Kasai. In Sahaja Yoga si dovrebbe capire che, qualunque sia la realtà, noi cerchiamo di accettarla. Valutate voi stessi. Che mi dite delle vostre vibrazioni? Le sentite oppure no? Questo è il punto fondamentale. L’attenzione dovrebbe essere su questo.

In realtà i vegetariani hanno molta più attenzione sul cibo dei non vegetariani, posso assicurarvelo.

E le mogli dei vegetariani sono sempre impegnate con cosa preparare per i mariti. Stanno sempre a pianificare cosa preparare: “Aaj papad banaye? Ki falana banaye ki…”. Sono sempre impegnate a cucinare, cucinare, cucinare. E anche gli uomini si interessano sempre esageratamente del cibo: “In quella casa ho mangiato il karela (melone amaro). In quell’altra ho mangiato quest’altro; dovresti farlo anche tu”.

Conosco troppo bene tutti i nostri uomini indiani e conosco tutti i vegetariani, vengo da quel paese. E le donne e gli uomini sono impegnati con questo. Tutta la loro attenzione è sempre sul cibo. Le donne vogliono cucinare e gli uomini vogliono godersi il cibo. Non è questo il modo.

Spostate la vostra attenzione dal cibo, esso non è importante. Qualsiasi cosa mangiate va bene, adottate una dieta bilanciata.

Non preoccupatevi degli altri. Non siete obbligati a mangiare nulla in Sahaja Yoga, non ci sono costrizioni, mangiate ciò che volete.

Ma ciò che volete deve essere equilibrato, adatto, salutare. È questo il punto.

Qualsiasi cosa mangiate, mangiatela. Non ci sono imposizioni. Dovete valutarlo voi.

Molti sahaja yogi non mangiano carne. Non la mangiano e non hanno bisogno di mangiarla, non è necessario. Insomma, se non volete mangiarla non mangiatela. Non è importante…

[Registrazione interrotta 1.53.58]

… il vostro livello viene verificato quando la vostra Kundalini è risvegliata. Prima non avete la conoscenza. So di gente che ritiene straordinarie alcune persone.

Ad esempio, era arrivato un sannyasi, era seduto sul palco e alcuni pensavano: “Oh è un grand’uomo, è un uomo molto importante” e via dicendo. Mia nipote, che è un’anima realizzata, era seduta di fronte. Io ero l’ospite d’onore, quindi ero seduta lì. Lei dal suo posto mi disse ad alta voce: “Nonna, chiedi a quell’uomo con  l’abito lungo di andarsene, ci sta dando troppo calore”. E quel tipo si stava accingendo a parlare di vegetarianismo, di questo e quell’altro “ismo”, di religione, di Dio e quant’altro. E lei disse: “Per favore digli di andare via. Ci sta dando calore quest’uomo con l’abito lungo”. Lei pensava fosse un uomo con il vestito lungo. Non sapeva che costui era considerato un rinunciante (sannyasi). Guardatevi da questi cosiddetti sannyasi, guardatevi dai cosiddetti vegetariani: sono persone molto irascibili. Non siete forse irascibili? (Risate, Shri Mataji ride).

Insomma, il punto è ciò che manifestate, e la manifestazione è silenziosa. Funziona. “Qualcuno ha detto una cosa, un altro ne ha detta un’altra”. E allora? Che mi dite di voi?

Che cosa avete da dire voi? Che cosa avete manifestato? Avete acquisito i poteri dello Spirito? Chiedetevelo. Questa è la prima cosa da acquisire. Dopo parleremo di tutto il resto. Prima di tutto raggiungete lo Spirito.

Questa è la prima volta che la gente consegue lo Spirito, non è così? È la prima volta che accade. Quindi non potete avere rapporti con niente altro, diciamo.

Questo è un evento assoluto che dovrebbe verificarsi e che dovreste chiedere.

Qualcuno ha affermato una cosa o un’altra: e allora? Che cosa hanno fatto loro? Hanno manifestato il proprio Spirito? Bene, lo hanno fatto, uno o due qua e là.

Quindi, innanzitutto, acquisite la manifestazione del vostro Spirito, non perdetevi in queste cose, siate gentili con voi stessi; siate vegetariani prima di tutto con voi stessi, comportandovi gentilmente e permettendo al vostro Spirito di liberarsi completamente di tutte queste idee.

Lo Spirito è una realtà, non è un’idea; e non può nutrirsi di nessuna idea, ad eccezione della realtà che voi stessi affrontate e manifestate.

Ricercatore: Madre, cosa dovremmo fare per raggiungere lo Spirito?

Shri Mataji: Come?

Ricercatore: Cosa dovremmo fare per raggiungere lo Spirito? Che cosa dovremmo fare…?

Shri Mataji: È ciò che ho detto, voi non dovete fare nulla. No? È questo che dovreste fare. La Kundalini deve ascendere, d’accordo?

Ebbene, cosa fa questa candela quando deve accendersi? Un’altra candela accesa si avvicina e l’accende.

Siete tutti pronti per questo. Va bene? La sola cosa è che la Kundalini deve essere risvegliata e funziona.

Chiunque sia realizzato può darvi la realizzazione. Volete che lo facciamo su di voi? Proveremo. Possiamo provare con tutti coloro tra voi che finora non hanno avuto la realizzazione. Non oggi. Mi spiace ma credo che il tempo a disposizione sia terminato (guarda l’orologio). Dovete andare ai nostri ashram dove stanno facendo questo lavoro e sentirete tutti la realizzazione.

Prima lo facevo, lo abbiamo fatto in ogni programma. Tutti loro (sahaja yogi presenti) hanno ricevuto la realizzazione nei programmi con me. E se la Kundalini non sale vi spiegheranno qual è il problema. Va bene? Cercate di farlo. Aiutate voi stessi. Dovete cooperare con voi stessi.

Non dovete identificarvi con qualche idea giusta o sbagliata, o comunque pensate che sia.

La Kundalini non si muove? È questo il punto fondamentale. Ogni indiano sa che la Kundalini deve essere risvegliata per ottenere Atma Sakshatkar, la realizzazione del Sé.

E se la Kundalini non si muove c’è un problema. E qual è il problema? Queste persone (sahaja yogi) lo sanno. Va bene? Quindi collaborate con voi stessi. Siate umili. Deve funzionare. Thik hai na? (Va bene?).

Ricercatore: Zarur (assolutamente sì).

Shri Mataji: “Aasha ruk lijiye, aisa hath rukhiye” [Hindi: “Tenete viva la speranza. Mettete le mani così”]. Guardate, si manifesterà come Chaitanya Lahari (onde di vibrazioni) nelle mani. Insomma, direi che persone come Adi Shankaracharya, che era una grande personalità, dovette adottare il sannyasa (rinuncia) per portare a termine il suo lavoro.

È Lui che ha detto: “Na yoge, na sankhye [= Non può essere ottenuta né con lo yoga né con sankhya (filosofia, conoscenza)]. Non l’otterrete con nessuna speculazione mentale. L’otterrete per grazia della Madre”. È così semplice.

Ma guardatelo! Quando sua madre morì non volevano permettergli di cremare il corpo, perché dicevano che un sannyasi non può farlo. Anche questa è un idea, un’idea di un gruhastha (capofamiglia), che un sannyasi non possa eseguire la cremazione[4]. Un’altra idea, vedete, dello stesso genere. Così si dice che abbia cremato il corpo di sua madre con il banano, che non brucia mai. E fu lanciata la maledizione – non fu lui a maledire, ma si dice che fu lanciata questa maledizione – a causa della quale tutti seppelliscono i propri morti in casa, anche oggi si scopre che in Kerala[5] lo fanno. Molte persone con quelle idee hanno ucciso moltissimi santi. Non fissatevi con le idee.

Sai Nath: molti lo dicono. Sai Nath era un’anima realizzata. Non quello attuale ma il vero Sai Nath (di Shirdi).

Lui però era musulmano. Kabir era musulmano, ma Nanaka lo incluse nel Guru Granth Sahib[6].

Soltanto una persona realizzata può capire chi è un’anima realizzata.

Parlarne prima (della realizzazione) è soltanto un’idea mentale. Con la speculazione mentale non ci arriverete. Non siete già stanchi delle vostre elucubrazioni mentali? Non siete stanchi di pensare, pensare, pensare come matti? Una volta un medico mi disse: “Madre, mi tagli la gola, faccia ciò che vuole, ma fermi questi pensieri”. (Risate).

Eliminate dunque tutte queste idee che sono vostre, raggiungete la realtà, realizzate la realtà. Anche questo non potete ottenerlo da soli, la Kundalini deve essere risvegliata, qualcuno la risveglierà per voi e, una volta ottenuto, potrete farlo voi per gli altri. Potete risvegliare gli altri. Qui ce ne sono molti che hanno dato la realizzazione. In apparenza sembrano semplici ed ignari, invece sanno tutto al riguardo, sono degli esperti.

Quando parlavate, tutti loro davano bandhan ai vostri chakra che erano bloccati. Tutti loro lo sanno. Voi non sapete, ma loro sanno. Intesi? Quindi dovete andare a ricevere la vostra realizzazione con umiltà, apprendere tutto al riguardo e poi dare la realizzazione agli altri.

Oggi questa è la cosa più importante da fare. Noi non siamo qui per salvare le cimici, le zanzare e i polli (risate).

Spero che nessuno venga fuori a dire che fumare queste cose orribili come hashish o (altro) – non so se lo fumino o lo mangino – sia un aiuto. Abbiamo ricevuto, ad esempio, una lunga lettera da qualcuno che diceva: “Madre, se non fumano – come si chiama? – cannabis, non La capiranno mai”. Io non so cosa dovrebbe significare, ma ha detto: “Se non lo fanno non possono capire Lei e Sahaja Yoga”.

[Hindi]

Va bene? Quanti dei nuovi hanno sentito la brezza fresca? Vediamo. La brezza fresca. Hai sentito la brezza fresca nelle mani? Sì, lo so.

Chi altro? Che mi dici di te? Ottimo. Tu? Sto chiedendo a questa signora. Tu l’hai sentita? Ottimo. E tu? Grandioso.

Aab dekhiye, ye logon vegetarian nahi, aur unko cool breeze aa raha, aur aap ko nahi aa”. [Hindi: “Guardate, queste persone non sono vegetariane ma loro hanno sentito e voi no!”] E tu? Senti la brezza fresca o no?

Ricercatore: Io l’ho già fatto. L’ho già avuta in passato.

Shri Mataji: Però l’hai persa.

Ricercatore (in modo molto sgarbato): No, non l’ho persa.

Shri Mataji: Ora la stai ricevendo.

Ricercatore. L’avevo già.

Shri Mataji: Non l’hai mai avuta.

Ricercatore. Invece sì.

Shri Mataji: E allora qual è la tua situazione adesso?

Ricercatore: Le mie mani sono fresche. È sufficiente?

Shri Mataji: No. Sentite sulla sua testa se ha ricevuto la realizzazione. Ha un blocco al fegato. Caldo? Bene, questa è la compassione (Shri Mataji ride, risate). Ecco la riprova (ride). Va bene.

E tu come l’hai sentita? Bene. E tu?

Sei molto teso, qual è il tuo problema?

Ricercatore: Io?

Shri Mataji: Sì.

Ricercatore: L’ho sentito prima, quando Lei parlava dell’ego.

Shri Mataji: E ti sei innervosito.

Ricercatore: L’ho sentito molto forte…

Shri Mataji: Ma allora cosa è successo? Ti sei messo a pensarci?

Ricercatore: No, ho cominciato a sentirmi scomodo fisicamente.

Shri Mataji: Come?

Yogi: Ha iniziato a sentirsi scomodo fisicamente per…

Shri Mataji: Capisco. Allora siediti su una sedia, non c’è nessuna costrizione. Prego. No, no, starai bene. Ti assicuro che starai meglio.

Non abbiamo restrizioni di questo tipo. Prego, mettiti a sedere. Sì, vieni, siediti sulla sedia, bene. Buona idea. Non ci sono restrizioni, vedete, la sala è più piccola e pensavano che ci sarebbe stata molta gente, quindi ci siamo allargati.

Non ci sono costrizioni. Che siate seduti su un trono o su una sedia non fa differenza. Non fa differenza. Non è questo.

Vedete, la Kundalini è all’interno, è un’essenza più sottile, non ha importanza dove siete seduti.

Certo, in qualche modo stare seduti sulla terra è di aiuto perché la Madre Terra vi aiuta, sapete.

Anche stare seduti davanti alla candela vi aiuta, questo è un altro punto, ma se non riuscite a stare seduti per terra non importa.

Abbiamo dato la realizzazione soltanto a gente seduta sulle sedie (risate, Shri Mataji sorride). Sì. Che fare?

Voi l’avete ricevuta tutti stando seduti sulle sedie, non è così? (Shri Mataji ride). A Vienna circa quattrocento persone l’hanno ricevuta proprio così, sedute sulle sedie. Accade, se non è accaduto dovrebbe avvenire a ciascuno di voi.

Ricercatore: Può parlare ancora della Kundalini?

Shri Mataji: Ci sono tanti miei discorsi.

Oggi, vedete, dato che sono in partenza sono piuttosto impegnata. E ci sono molti discorsi che ho fatto sulla Kundalini, non lo sapete ma devo aver parlato almeno mille volte.

Anche qui, a Caxton Hall, almeno seicento volte.

Ci sono discorsi su discorsi, potete vederli, ascoltarli. Ma è la Kundalini, non accadrà nulla ascoltandoli. In effetti è un avvenimento reale.

Vedete, è come un seme che germoglia.

Parlando della Kundalini non accade nulla. Deve risvegliarsi. Dovete fare in modo che accada. “Hona chahiye. Aap, Shivaji Maharaj, unko bare me kya sojte?” [Hindi: “Che cosa pensate di Shivaji Maharaj?”] Shivaji Maharaj[7] e Rana Pratap[8], erano tutti kshatriya (guerrieri) e mangiavano carne. Che cosa pensate di Shivaji Maharaj? Che fosse in qualche modo un uomo malvagio? O che lo fosse Rana Pratap?

Ricercatore: Loro non erano spirituali.

Shri Mataji: Come?

Ricercatore: Non erano persone spirituali.

Shri Mataji: Erano?

Ricercatore: Persone non spirituali.

Shri Mataji: Chi? Shivaji? Oh, lui era altamente spirituale. È questo il problema: dato che non siete anime realizzate non potete sentire le loro vibrazioni. Coloro i quali sbandierano la propria spiritualità, generalmente non sono spirituali. Per lo più non lo sono. Per lo più non lo sono.

Sapete, (le persone spirituali) sono molto semplici. Posso essere re, possono essere chiunque. Non lo capiremo mai se non abbiamo la realizzazione.

Shri Rama fu compreso da Shabari[9], mentre il suo stesso padre non capì mai chi fosse.

La comprensione dello Spirito viene soltanto dallo Spirito. “Atmanyeva atmane tushta”: [detto da Shri Krishna: lo Spirito è soddisfatto di se stesso].

Solo l’Atma dovrebbe conoscere l’Atma, niente altro. Attraverso la vostra attitudine mentale non potete arrivarci. È l’Atma che conosce l’Atma. Chiedete di Shivaji, chiedete tutti se sia stato un’anima realizzata e sentite le vibrazioni che arrivano.

Adesso possono saperlo. Lo era? Assolutamente. Adesso chiedete: “(William) Blake era un’anima realizzata?”. Lo era? Potete sentirlo!

A volte è scioccante, sapete, scoprire che tante persone ritenute molto spirituali non siano neppure anime realizzate.

Siete discepoli di Vallabhacharya? No. Vallabhacharya era una grande anima realizzata e quando Surdas andò da lui – Surdas era ritenuto molto spirituale ma non era un’anima realizzata – Vallabhacharya gli disse: “Perché stai piangendo per Dio come un bambino? Io L’ho trovato. Chi L’ha trovato non piange”.

Spirituale è chi ha trovato lo Spirito.

Pensate ancora che egli (Shivaji Maharaj) non sia spirituale? Forse si può avere un atteggiamento spirituale, ma Dio occorre trovarlo; soltanto allora una persona è veramente spirituale.

Persino una persona comune potrebbe essere un’anima realizzata, mentre un re potrebbe non esserlo. Ne abbiamo moltissimi così. Abbiamo molte definizioni inappropriate nel nostro paese, in ogni paese, se ve ne rendete conto.

Anche qui molti sono chiamati santi e da loro emanano vibrazioni orribili. Sono “santi”, sapete. Santo questo, santo quello. Non so se siano santi o satana, ma sono qualcosa del genere. Mentre ci sono persone che sono veri santi e nessuno conosce.

Come lo capirete? Soltanto attraverso l’Atma. Lo Spirito conosce lo Spirito. Lo Spirito si conosce non attraverso l’attività mentale, attraverso cose esteriori, ma attraverso la conoscenza che si manifesta, la conoscenza della realtà. Non esiste altra via. È un fatto. Tutte le altre cose sono inutili, perché tutto ciò che si fa nell’ignoranza è inutile.

Quando però avete la conoscenza dello Spirito, lo fate con il vostro valore assoluto. Esso non conosce razza, credo, colore, niente! Conosce le vibrazioni. È descritto, è tutto descritto.

Bene, adesso che sto per andare via, cosa dovremmo fare per concludere? Vi andrebbe di cantare una canzone per me, se ce lo permettono?

Yogi: Jerusalem[10], Shri Mataji.

Shri Mataji: Va bene. Chiudete la porta, non voglio che dicano che abbiamo abusato dei loro permessi. Chi canterà? Chi comincia?

[I sahaja yogi cantano “Jerusalem”. Shri Mataji chiude gli occhi in meditazione, poi fa Namasté].

Yogi: Bolo Shri Shiva Shakti Mataji Shri Nirmala Devi ki!

Gli yogi: Jai!

Yogi: Shri Kalki Shri Nirmala Devi ki!

Gli yogi: Jai! …

Shri Mataji: Molte grazie.


[1] Location in cui si tenevano i programmi pubblici nei primi anni di Sahaja Yoga a Londra e in cui si tiene questo discorso.

[2] V. anche il discorso “Compleanno di Guru Nanak”, Londra, 01/11/1982: “Trattate voi stessi in questo modo, scherzate con voi stessi. Ora, domenica sera c’è un film? Dopo mezzanotte non c’è. Così domenica notte alzatevi a mezzanotte. Fatelo e gioitene. Non irritatevi, fatene un gioco. Più ci pensate, prima sarete turbati. Meno ci pensate, più ne gioirete. È come nuotare. Alzatevi a mezzanotte, tutti, fate il bagno, sedetevi, cantate dei bhajan, fate questo e quest’altro, fatelo, non vi pare? Dovete alzarvi a mezzanotte, perciò dovete stare a letto fino a quell’ora. Alzatevi a mezzanotte. Vedete, la prima metà della notte si deve dormire sempre, è meglio. La seconda metà della notte è la migliore, va bene? Così la prima metà tutti voi dovete dormire sempre. Potete andare a dormire alle 8 o alle 9 se volete, ma non dovrebbe essere importante quanto tempo dormite, bensì soltanto che dovete alzarvi alle 12 del mattino, cioè dopo mezzanotte. Shri Krishna è nato circa a mezzanotte. Nanak è nato a mezzanotte. Tutti i Guru sono nati per lo più a mezzanotte. Per celebrare questo fatto dobbiamo avere un giorno in cui non si dorma dopo mezzanotte”.

[3] Neminatha è il ventiduesimo Tirthankara, un risvegliato Maestro del Giainismo del nostro tempo. Proveniente da una discendenza reale, Neminatha rinunciò allo splendore e alla vita lussuosa dopo il suo matrimonio con una principessa, a causa del numero molto elevato di animali che dovevano essere uccisi per l’occasione e che liberò. La storia racconta che Neminatha fosse cugino di Shri Krishna.

[4] Shankaracharya aveva promesso alla propria madre che avrebbe celebrato i suoi funerali, fatto insolito per un sannyasi, che di fatto abbandona ogni tipo di dovere rituale e familiare. Ma Shankara fece una promessa e la mantenne con solenne rigore e con amore filiale, ponendosi anche in una posizione di rottura verso la rigidità e il formalismo nei quali era caduta la società del tempo.

[5] Il Kèrala o Keralam è uno Stato dell’India meridionale.

[6] Lo Sri Guru Granth Sahib Ji o Adi Granth è il testo sacro della religione Sikh, contenente gran parte della disciplina sikh, ed è tuttora considerato come l’ultimo e permanente guru dei Sikh. In India, ma anche nel resto del mondo dove si trovano templi Sikh, viene trattato e rispettato come una persona. La notte viene messo a riposare in una stanza adibita a tal fine.

[7] Shivaji Bhonsle (16271680) è stato un maharaja e un imperatore Maratha (India). Questo principe marāthā – di casta contadina, ovverosia un vaiśya – della città di Bijapur, guidò il suo popolo in una guerra vittoriosa contro l’Imperatore moghul Aurangzeb nel 1664.

[8] Maharana Pratap (1540 – 1597) era un maharaja indù della confederazione Rajput di Mewar, nell’attuale stato del Rajasthan. Molto famoso per aver resistito con successo agli sforzi dell’imperatore Mughal, Akbar, per conquistare la sua area, è onorato come eroe nel Rajasthan. Suo padre, Rana Udai Singh, è considerato un sovrano debole, ma al contrario Maharana Pratap è venerato come un coraggioso guerriero che ha rifiutato di sottomettersi all’invasione di Mughal e ha difeso instancabilmente la sua terra e il suo popolo fino alla fine.

[9] L’anziana donna, devota di Shri Rama, che nel Ramayana Gli offrì dei frutti dopo averli assaggiati per scegliere i più dolci.

[10] Jerusalem (“Gerusalemme“), è un inno inglese, scritto nel 1804 da William Blake come prefazione al proprio poema epico Milton e messo in musica da Sir Hubert Parry nel 1916.

Il testo è ispirato ad una leggenda apocrifa secondo cui, negli anni perduti, Gesù avrebbe compiuto un viaggio assieme allo zio Giuseppe di Arimatea a Glastonbury; inoltre vi è un riferimento al Libro dell’Apocalisse, in cui viene descritta la venuta della Gerusalemme celeste.

“E quei piedi, nei tempi antichi / Camminarono sulle verdi montagne d’Inghilterra? / E fu visto il Santo Agnello di Dio / Tra i piacevoli pascoli d’Inghilterra? / E il Divino Volto / Risplendette sulle nostre colline offuscate? / E fu costruita qui Gerusalemme / Tra questi oscuri mulini satanici? / Portatemi il mio arco di oro ardente / Portatemi le mie frecce del desiderio / Portatemi la mia lancia! O nubi, apritevi / Portatemi il mio carro di fuoco / Io non desisterò dalla battaglia della mente / Né la mia spada riposerà nella mia mano / Finché non avremo costruito Gerusalemme / Nella verde e piacevole terra d’Inghilterra”.